Un viaggio buio, umido, un po’ sporco e molto, molto divertente. Questa è, in sintesi, l’essenza dell’atteso concerto di Immanuel Casto all’Alcatraz di Milano nell’ambito del “The Pink Tour”, la nuova avventura live che il Casto Divo ha messo a punto per presentare al pubblico i brani inediti contenuti nel suo ultimo album “The Pink album” (Freak&Chic /Artist First). Se l’anno scorso, lo storico locale milanese aveva accolto con un sold out la tappa del “Sognando Cracovia Tour”, anche questa nuova tornata non poteva disattendere le aspettative e così è stato. Un parterre affollato e decisamente variegato ha fatto da cornice al concerto senza risparmiarsi in termini di inventiva e coinvolgimento. La grande novità di questo tour è una particolare attenzione agli arrangiamenti dei brani proposti in scaletta. L’aura dance ed electro synth pop oriented, arricchita dalla potente ritmica della batteria, ha attraversato gran parte delle canzoni conferendo loro una piacevole leggerezza ed una coinvolgente ballabilità. Mescolando sapientemente i brani contenuti nel suo ultimo lavoro agli ormai noti cavalli di battaglia del suo brillante repertorio, il Casto Divo ha dimostrato di aver compiuto un’ulteriore passo in avanti in termini di cura per il dettaglio.
Immanuel Casto e Romina Falconi live all’Alcatraz – Milano
La triade di apertura composta da “Discodildo”, “Sexual Navigator” e “Rosico”, seguita da potente versione punk rock di “Rosso, oro e nero” suonata insieme ai Soviet Soviet, la celeberrima “50 bocca/100 amore” e la serie di duetti con la spumeggiante Romina Falconi composta da “Sognando Cracovia”, “Horror Vacui”, “Crash” scandiscono la prima parte del concerto rendendola fluida sia in termini di contenuto che di divertimento. Tra le new entries, segnaliamo l’attualissima “Social Queen”, auspicabile prossimo singolo l’esilarante “Alphabet of Love”, con un evidente richiamo al brano della mitica Amanda Lear. Per la serie “Immanuel incontra la letteratura post-pulp”, l’artista ha voluto deliziare l’affezionato pubblico con un nuovo racconto squisitamente no-sense intitolandolo “Topazia”. La verve, il carisma e la brillantezza dei contenuti proposti da Immanuel Casto si associano alla dichiarata volontà di tenersi al passo con i costumi morali e sessuali del nostro tempo.
Se “Zero carboidrati” potrebbe essere la colonna sonora dei nostri pomeriggi invernali e “Killer Star” assume toni da canzone di denuncia, la versione acustica di “Che bella la cappella”, accompagnata da decine di accendini amarcord, rappresenta senz’alcun dubbio il cerimoniale perfetto per un dissacrante processo di purificazione spirituale. L’ultima parte del concerto è pirotecnica: Immanuel conquista definitivamente i suoi “adepti” con il recente singolo “Da grande sarai frocio”, scritto insieme a Fabio Canino, presente all’Alcatraz, l’immancabile “Tropicanal” e la nuovissima “Deepthroat Revolution”; il nuovo manifesto del romanticismo post-contemporaneo.
Immanuel Casto, all’anagrafe Manuel Cuni, torna in scena con un nuovo album inediti, il quarto per esser precisi, intitolato “The Pink Album”, pubblicato il 25 settembre 2015 per Freak&Chic/ Artist First. Composto da undici brani, il disco rappresenta un’evoluzione musicale, ma soprattutto contenutistica, per l’artista ormai riconosciuto come re indiscusso del porn groove. Sonorità dance e synth pop sono le note che scandiscono testi intrisi di ironia ma anche di coraggio. Pronto e sagace nel riconoscere le tematiche più in vista nel nostro quotidiano, Immanuel rivela una forte sensibilità, associata a prontezza di spirito e genuina irriverenza contro gli schemi dettati dall’ ipocrisia Made in Italy. Abbiamo incontrato l’artista all’interno dello Studio Know How di Milano, il più grande sexy shop gay friendly d’Europa; ecco quello che ci ha raccontato.
Partiamo dai forti rinnovamenti testuali e sonori contenuti in “The Pink Album”.
Questo è un disco diverso dai miei precedenti. La sfida era creare qualcosa di nuovo rimanendo fedele a me stesso, ho voluto costruire su quello che è avevo fatto in precedenza. C’è stata un’evoluzione musicale, mi sono avvicinato a suoni più materici, più acustici. Ho sempre amato l’elettronica e la disco anni ’80 ma sentivo la voglia di qualcosa di un po’ più concreto, che si distaccasse dal pop più patinato e bidimensionale. Tutto questo si sente in brani come “Uomini veri”, “Male al cubo” e soprattutto in “Deepthroat Revolution”, il cui arrangiamento è, a mio parere, uno dei più belli che abbia mai fatto. Per quanto riguarda i contenuti, è paradossale dire che questo è il mio disco più coraggioso perché parla poco di sesso.
In che senso?
Di solito sono i contenuti forti richiedono molto più coraggio perché tuttora sono difficili da veicolare, soprattutto attraverso i media convenzionali. In questo lavoro mi sono esposto tanto, soprattutto emotivamente. Certo, non è una cosa che non abbia mai matto in precedenza ma , di solito, i brani più intimi li mettevo sempre in fondo al disco quasi per non guastare l’ascolto a chi si voleva divertire con brani goliardici, divertenti, provocatori. In questo caso, invece, ho voluto che brani ironici e sbarazzini si compenetrassero con altri più significativi.
L’esempio tangibile potrebbe essere “Uomini veri”?
Esatto. Questa è una canzone di Joe Jackson. Il tema del brano è abbastanza vicino a quello di “Da grande sarai fr**io” anche se, a differenza di quest’ultimo brano, in cui sono rimasto molto più fedele al mio stile politicamente scorretto, estremamente ironico e sfacciato, nel caso di “Uomini veri” sono molto più serio e canto con il cuore in mano.
Come vivi il fatto che la tua musica e la tua immagine riscontrano pareri anche molto discordanti tra loro?
Sicuramente è la prova che ci sono dei contenuti presenti, questo è ciò che fa scatenare delle reazioni. Quando si prendono posizioni o, più semplicemente, si dice qualcosa, immediatamente si va a scontentare qualcuno e viceversa. Se non si vuole disturbare nessuno, l’unico modo è non dire niente. Ci sono moltissimi artisti che agiscono esattamente in quest’ultimo modo, non dicono niente e la cosa funziona perfettamente. La mia è una scelta personale e non potrei fare altrimenti.
Questo discorso rientra perfettamente nelle dinamiche e nei riscontri che sta ottenendo il singolo “Da grande sarai fr**io”.
Mi rendo conto che si tratta di un brano politicamente molto scorretto ma lo difendo a spada tratta. Il testo dà un messaggio molto importante: è la voce di un omosessuale adulto che si rivolge ad un ragazzino, addirittura quasi un bambino, i cui atteggiamenti tradiscono quello che sarà il suo orientamento sessuale. Il brano è forte perché nega di fatto tutte le sciocchezze secondo cui l’omosessualità è una scelta. Si tratta di un fatto legato alla natura di una persona che, con l’età adulta, verrà fuori. L’adulto protagonista del brano dice al ragazzino di accettarsi con autoironia, la difesa più grande che abbiamo. Riguardo ai toni goliardici, quasi come se si trattasse di una presa in giro, in realtà metto me stesso nel pezzo quindi posso permettermelo. A questo aggiungo che, se avessi fatto una canzone contro l’omofobia, molti avrebbero detto sono d’accordo con il testo però poi non credo che avrebbero veramente apprezzato il brano. In verità, io ritengo che questo pezzo abbia reso un servizio ancora maggiore al messaggio che volevo trasmettere. Alcuni hanno anche sostenuto che io volessi far passare un messaggio secondo cui tutti i gay siano così come li descrivo in questo brano. Primo: Anche se fosse? Quel ragazzino effeminato non merita di essere accettato? Secondo: Non è vero. Non ho mai detto che questa storia rappresenta tutti. Io racconto una storia e, proprio chi dice questo, parte dal presupposto che esista qualcosa per rappresentare tutti. Siamo diversi, tutti meritiamo di essere rispettati, io ho scelto un aspetto di questa diversità e ho raccontato quello.
Immanuel Casto
Alla fine cerchi l’amore…
Sì, molti brani parlano d’amore e questa per me è la più grossa novità. Un esempio è “Male al cubo”, un brano che nelle strofe si propone con cinismo per poi riscattarsi nel ritornello; mai come nel dolore incrociamo noi stessi per cui nulla è veramente perduto.
Il brano “Rosso, oro e nero” con i Soviet Soviet è molto diverso dagli altri
Sì, in effetti è così. Si tratta di uno dei due adattamenti. L’originale è un pezzo tedesco e ho voluto realizzarlo per omaggiare la mia storia con un tedesco. Anche questa, di fatto, è una canzone d’amore, è capitato un po’ a tutti di stare una persona con cui si faceva fatica ad essere felici.
Immancabile la collaborazione con Romina Falconi
Assolutamente! Ormai siamo veramente legatissimi. Ogni tanto l’accuso di essere una dolce Pollyanna. Se, per esempio, sto frequentando una persona ed è evidente che stia andando tutto male, lei interpreta sempre tutto in chiave positiva.
Perché avete scelto di duettare in “Horror Vacui”?
Non ricordo come è nato, stavamo parlando e avevamo deciso di collaborare in questo pezzo. Io ho scritto le mie parti, lei ha scritto le sue e, insieme, abbiamo scritto i ritornelli. Tra tutti i nostri duetti, il brano è più vicino al suo “Eyeliner” o al mio “Sognando Cracovia”.
“Alphabet of Love” si conclude in modo esilarante…
Ci stava! L’autoironia salverà il mondo!
Sesso, sangue e soldi sono ancora i protagonisti della cronaca e dell’intrattenimento?
Le tre S sono sempre attuali.
Il primo titolo provvisorio del disco era “Disco Dildo”, perché l’hai cambiato?
Il cambiamento è stato dettato dal fatto che non volevamo avere problemi legati alla distribuzione del disco ma è stata una beffa perché poi abbiamo avuto difficoltà con i firmacopie nelle grandi catene ed eccoci qua a parlare in un sexy shop. In realtà sono comunque contento di averlo intitolato “The Pink album” perché era la prima idea che avevo ma soprattutto perché forse “Disco Dildo” avrebbe eclissato i contenuti più emotivi dell’album.
E i richiami al “White album” dei Beatles e al “Black album” dei Metallica?
Anche in questo caso spero che la gente percepisca l’ironia della cosa. I riferimenti culturali sono molto forti ma il mi rosa è un sorriso da affiancare alle icone.
Tra i tanti progetti paralleli alla musica c’è il gioco di carte “Squillo”. Un successo che non conosce sosta…
Si tratta di una fantastica avventura. Dopo aver concluso “La trilogia del piacere” ( “Deluxe Edition”, “Bordello d’Oriente” e “Marchettari sprovveduti”), iniziamo un nuovo capitolo con “Time travels” in cui andiamo a scoprire la prostituzione nelle varie epoche della storia. Si parte con l’Antica Grecia di Satiri e Baccanti, il tema è molto divertente e le stupende illustrazioni sono realizzate da Jacopo Camagni, in arte Dronio, che lavora anche per la Marvel. La cosa divertente è che quando ci si stancherà delle proprie squillo le si potrà anche vendere come schiave o ci si potrà appellare all’Oracolo per richiedere l’intervento dei vari dei.
Immanuel Casto
E la biografia in uscita il prossimo 2 ottobre?
Il titolo è “Tutti su di me”, l’ho proposto io e sono contentissimo di questo volume perché il curatore Max Ribaric ha realizzato un lavoro molto accurato. Sono stati recuperati tutti i miei post sul sito e sui social per una ricostruzione storica dettagliata e che non perde mai di vista l’ironia. Leggendo il libro, mi sono divertito ed emozionato, si tratta di un bel modo per scoprire tutto il mio percorso.
Hai collaborazioni in mente?
Ci sono dei progetti in testa ma ancora non so a quali di questi mi dedicherò.
Hai mai pensato ad un palcoscenico come quello di Sanremo?
Sì, certo. Mi piacerebbe, è un tentativo che si fa e, come molti artisti fanno, si prova diverse volte prima di riuscire ad avere questa occasione. Sanremo è probabilmente l’unico contesto istituzionale che mi interesserebbe per dare uno schiaffo in faccia all’ipocrisia.
Quali sono i tuoi interessi?
Fondamentalmente sono un nerd. Le mie passioni sono principalmente i giochi, naturalmente c’è la musica, poi ci sono le serie tv e la lettura.
Alla luce del grande rinnovamento presente nel nuovo album, apporterai cambiamenti anche all’interno del nuovo tour?
In verità continuerò sulla linea del tour precedente quindi avrò grande cura e attenzione per i dettagli, a livello musicale avrò un batterista elettronico che suonerà dal vivo, ci saranno ovviamente dei visuals grafici realizzati da me per ogni video, le coreografie, una nuova corista e non mancheranno svariate guest stars come Romina Falconi, Soviet Soviet e Tying Tiffany.
IMMANUEL CASTO firmerà le copie del disco e incontrerà i fan anche sabato 26 settembre a Roma alla Ludoteca TORA STORE (Via dei Galla e Sidama, 57 – ore 16.30),domenica 27 settembrea Bologna allaGalleria Ono (Via Santa Margherita, 10), sabato 3 ottobre a Bologna al RED durante il party di gay.it, venerdì 9 ottobre a Torino alla Libreria Luxemburg.
Irriverente, originale, dinamico e spiazzante. Il concerto tenuto dal re del porn groove Immanuel Casto e dalla cantautrice Romina Falconi all’Alcatraz di Milano, nell’ambito del “Sognando Cracovia Tour”, lo scorso 29 ottobre, ha fatto registrare un’abbondante ed entusiasta presenza di pubblico, accorso in massa per ballare e godersi un show originale e coreografico, arricchito dai numerosi e anticonvenzionali videoclip realizzati dallo stesso Immanuel nel corso di lunghi anni spesi a costruire con instancabile energia creativa quello che, ad oggi, rappresenta un filone musicale unico nella scena discografica italiana. All’interno della serrata scaletta proposta al pubblico, i due artisti, amici ed affiatati partner musicali, hanno inserito i propri brani ritagliandosi spazi e momenti ad hoc costruendo un dinamico “do ut des”. Non c’è spazio per equivoci: il tema delle canzoni è principalmente il sesso, raccontato, mitizzato, esaltato in tutte le sue forme. Nella prima tranche del live si va dall’inequivocabile intro di “Je t’aime”, alla triade composta da “Crash”, “Zero carboidrati”, “Touche” fino all’istrionica “Circe”.
Il pubblico esplode sulle note di “Sexual navigator”, ormai considerato un classico della discografia di Casto. Bando alle etichette, alle barriere, alle discriminazioni sessuali : Casto e Falconi celebrano l’amore a 360 gradi tra fiumi di elettronica, in pieno stile anni ’80. Eclettici e padroni della scena, i due proseguono il proprio personalissimo live con “Freak & Chic”, “Anal Beat”, “Stupida pazza” e l’imprevedibile rivisitazione di “Fever”.“Fist fucking” e “Anus, mouth, hand” mettono in evidenza le buone doti da ballerino di Immanuel Casto, opportunamente affiancato dal corpo di ballo delle The Beat Girls. Ottima l’interpretazione di Romina Falconi della sua “Attraverso”, la giovane cantante ha ancora una volta saputo mettere il luce la grande potenza della propria voce, senza mai trascurare la notevole presenza scenica che la caratterizza. Decisamente in sintonia nel duetto proposto con “Eyeliner”, Casto e Falconi hanno incentrato l’ultima parte del concerto su alcune delle canzoni forse più distanti dal repertorio conosciuto come “Non la do/Io la do”, “Il mio prossimo amore”, “Da quando sono morto”. Destabilizzante il testo e la versione acustica di “Che bella la cappella”, un brano a metà strada tra sacro e profano, al limite del blasfemo, con un’ironia davvero molto tirata. Intenso e struggente “Lista nera”, l’inedito che Romina Falconi includerà nel suo prossimo Ep intitolato “Un filo d’odio” e che l’artista ha inserito in scaletta a sorpresa.
Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz
Riservato al gran finale il successone “Tropicanal” con il suo testo che non lascia adito a dubbi: “Alle Hawaii prima lo prendi e poi lo dai”, canta, Immanuel Casto, con un inappuntabile aplomb. Il concerto giunge alle battute conclusive con un encore ovviamente dedicato a “Sognando Cracovia”, il brano che dà il titolo al tour celebrando il sogno di un amore senza tempo. La degna conclusione di un concerto leggero, divertente e spassoso, un’occasione per vivere e affrontare il tema dell’amore senza pregiudizi.
Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)
Immanuel Casto, al secolo Manuel Cuni, è il principe del Porn Groove italiano. Originario di Bergamo, il Casto Divo vanta una discografia incentrata su testi dall’esplicito contenuto sessuale. Quello che è interessante sottolineare è l’assoluta eleganza della forma espressiva scelta dall’artista che, tra l’altro, risulta essere molto legato all’uso dell’elettronica, dei synth e dei campionamenti, con sonorità anni ’80. “Voyeur”, Vento di erezioni”, “Deflorato”, “Feel the Pron Groove”, “Adult Music”, “Freak & Chic” sono i titoli che popolano la sua discografia e che non lasciano dubbi all’immaginazione. Immanuel Casto supera i confini del trash per immergersi con assoluta genialità creativa in un territorio semantico fitto di riferimenti espliciti, certo, ma anche caratterizzato da un interessante doppio fondo di rilevante interesse socio-culturale.
Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)
A metà strada tra il sacrilego ed il profano, Immanuel Casto abbraccia il ruolo di profeta in patria, impersonificando il ruolo di ammazza-tabù. Le massicce dosi di satira presenti nelle raffinate liriche da lui proposte diventano facilmente espressione di una società non soltanto depravata e priva di spessore morale ma anche falsamente bigotta e vacua. Inutile cercare di arginare il successo di Immanuel Casto, in molti hanno cercato di catalogare frettolosamente le sue canzoni come stupidaggini di carattere demenziale, i progetti musicali di Casto rappresentano, invece, qualcosa di assolutamente originale. Melodie tanto semplici, quanto efficaci e di rado banali, si accompagnano ai testi: “Che Bella La Cappella”, “Anal Beat” o “50 Bocca/ 100 Amore“ “Escort 25”, “Crash”, “Broken Girl”, sono solo alcuni dei brani presenti nel vasto repertorio di Casto, utili per capire il passaggio dalla verve sessualmente esplicita e dissacrante degli esordi alla poetica più allusiva ed ammiccante degli ultimi tempi.
Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)
Inventore di “Squillo”, il vendutissimo gioco di carte da tavolo, edito da Raven, incentrato sullo sfruttamento della prostituzione, Immanuel Casto ha effettuato anche un’ espansione intitolata “Bordello d’Oriente”, in cui le Squillo di nazionalità cinese, indiana, vietnamita, mongola,giapponese e thailandese sono manovrate da ogni pappone/giocatore all’interno di un raffinato panorama geopolitico delle terre orientali. Non solo prostitute professioniste e prostitute minorenni, l’artista ha avuto modo di pensare a “Marchettari Sprovveduti”, un’ulteriore espansione del gioco di carte che introdurrà anche il tema della prostituzione maschile e nuove meccaniche per il gioco, che sarà presentato il prossimo autunno al Lucca Comics&Games.
Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)
Acuto utilizzatore del web, quale mezzo per espandere popolarità e conoscenze condivise, Immanuel è emblema della nuova cultura musicale web indipendent, senza trascurare il fatto che i suoi live show sono spesso sold out. Originale, dissacrante, irriverente, sorprendente, Immanuel Casto sarà presto in tour. Ad ottobre 2014 partirà, infatti, il “Sognando Cracovia Tour”, la tournée live, prodotta e organizzata da Freak&Chic e Barley Arts, farà tappa in tutta la penisola e vedrà la cantautrice Romina Falconi, protagonista del palco insieme ad Immanuel Casto. I due artisti saranno accompagnati da una band e dal corpo di ballo delle The Beat Girls e presenteranno sia i propri brani che nuove canzoni a sorpresa per uno show frizzante e coreografico. Queste le prime date confermate: il 4 ottobre al club Off di Modena, l’11 ottobre all’Exenzia Rock Club diPrato, il 29 ottobre all’Alcatraz di Milano, il 30 ottobre al Teatro del Giglio a Lucca, l’8 novembre all’Estragon diBologna, il 14 novembre al club Tipografia di Pescara, il 28 novembre al BlackOut di Roma.
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