The Strumbellas nascono nel 2009 con un EP omonimo che riceve riconoscimenti da numerosi settimanali di Toronto. La CBC inoltre definisce la band come “band to watch”, una band che merita di essere vista dal vivo. Nel 2012 la folk band pubblica l’album di debutto “My Father And The Hunter” un disco pieno di testi tormentati intrecciati con accattivanti melodie. È il 2013 quando viene pubblicato “We Still Move On Dance Floors”, secondo album che vede The Strumbellas vincere sei premi tra cui il loro primo JUNO award. Nei primi mesi del 2015 il gruppo torna in studio per registrare “Hope” il nuovo album pubblicato il 24 giugno 2016 e prodotto da Dave Schiffman (Johnny Cash, Haim, Weezer). Per questo nuovo lavoro in studio The Strumbellas non hanno voluto rinunciare all’uso di numerosi strumenti e ai cori, ormai marchio di fabbrica e segno di riconoscibilità. In diverse canzoni dell’album ricorre la parola “hope”, intesa come una sorta di leit motiv che possa aiutarci ad affrontare con il piglio giusto anche le prove più difficili. In cima alle classifiche delle hits più suonate in Italia con il singolo “Spirits”, la folk band canadese composta da Simon Ward (vocals, acoustic guitar), David Ritter (piano, percussion, vocals), Jeremy Drury (drums, percussion), Isabel Ritchie (violin, vocals), Jon Hembrey (electric guitar), Darryl James (bass) ci ha incontrato negli studi della Universal Music a Milano parlando a lungo di sè e di questi nuovi importanti traguardi.
Intervista
Partiamo dall’ultimo singolo “Spirits”. Secondo voi da cosa è dipeso il grande successo ottenuto da questo brano?
La canzone rappresenta un invito a vivere al meglio il presente, ad affrontare e superare i momenti bui. Quando scrivi un brano non pensi se funzionerà o meno in radio, cerchi semplicemente di realizzare una bella canzone; sarà forse per questo che il successo di “Spirits” ha sorpreso anche noi!
Nella vostra discografia ricorre spesso il contrasto ancestrale tra vita e morte, come mai?
La nostra musica trae ispirazione dal country americano intriso di storie che parlano di uomini dalla grande personalità che cantano tutta la loro malinconia. A differenza della tradizione country, però, le nostre canzoni sono come una specie di tunnel: alla fine c’è sempre la luce.
Così come in “Hope” anche in “My Father and the Hunter” la natura è uno sfondo importante…
Il Canada è un territorio molto vasto e poco popolato. A due ore da Toronto, la presenza della natura, delle montagne e de laghi diventa davvero imponente; sarà forse per questo che la maggior parte delle nostre canzoni è stata scritta on the road.
Come vi siete conosciuti?
Ci siamo formati nel 2008 a Toronto (Ontario), grazie ad un annuncio di Simon pubblicato su Craiglist, un portale che ospita annunci dedicati al lavoro.
Come siete riusciti a raggiungere l’equilibrio all’interno del gruppo?
Il sistema è piuttosto “democratico” (ridono ndr). Diciamo che Simon comanda e il resto segue. Sei persone sono tante, a volte gli animi si scaldano ma alla fine ognuno riesce a dare il proprio contributo. Siamo come una grande famiglia e ognuno di noi porta all’interno del gruppo le proprie caratteristiche e le proprie influenze musicali. La cosa più importante è mettere da parte l’ego e portare in studio solo la volontà di lavorare ad un obiettivo comune.
Qual è il concept che racchiude il significato della copertina del disco?
Volevamo riproporre anche graficamente l’anima del disco “Hope”. Abbiamo conservato l’oscurità e la malinconia contenute nei precedenti lavori aggiungendo elementi di speranza. Il risultato è veramente pittoresco.
Questa estate sarete in tour in Canada e negli Stati Uniti e poi arriverete anche in Italia, il 31 Agosto a Sestri Levante per il Mojotic Festival e il 1° Settembre a Milano per Unaltrofestival. Come descrivereste un vostro concerto?
Il nostro live è una grande festa dove tutti ballano, cantano e si divertono. Quando siamo sul palco saltiamo e coinvolgiamo il pubblico al massimo. Siamo dei pazzi scatenati, venite ad ascoltarci, non ve ne pentirete!
Cosa c’è nel vostro futuro immediato?
Sarà un anno davvero intenso, pieno di concerti e di viaggi in giro per il mondo, speriamo di divertirci il più possibile e di crescere sempre di più!
Raffaella Sbrescia
Video: Spirits
Tracklist
HOPE TRACKLIST
1. Spirits
2. Shovels & Dirt
3. We Don’t Know
4. Wars
5. Dog
6. The Hired Band
7. Young & Wild
8. The Night Will Save Us
9. I Still Make Her Cry
10. David
11. Wild Sun
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