Gianluca Grignani festeggia i 20 anni di attività artistica con un nuovo progetto discografico intitolato “Una strada in mezzo al cielo” (Sony Music). Si tratta di un originale unplugged semiacustico che raccoglie gran parte dei suoi successi, ovvero quasi tutte le canzoni dei suoi primi due album, “Destinazione Paradiso” e “La Fabbrica di Plastica”, completamente re-arrangiate e prodotte tra l’Italia e l’Inghilterra. Il disco coinvolge anche alcuni celebri colleghi che hanno preso parte a questo progetto così speciale insieme a Gianluca: Elisa, Carmen Consoli, Ligabue, Annalisa, Briga, Luca Carboni, Fabrizio Moro, Max Pezzali e Federico Zampaglione hanno voluto dare il proprio contributo impreziosendo ulteriormente il lavoro.
Intervista
Cosa ti ha spinto ad unire questi due album in unico progetto e qual è il tuo bilancio allo scoccare del tuo ventennale artistico?
Vorrei innanzitutto specificare che l’unica cosa che mi è sempre interessata è la musica. Non mi sono mai rispecchiato nell’immagine patinata che i discografici di allora intendevano darmi. “Destinazione Paradiso” è stato prodotto in modo più pop di quanto non avessi voluto fare io e rappresenta il frutto una mediazione tra me e il produttore. Per “La fabbrica di plastica” avevo chiesto di poter lavorare con il produttore di “The bends” dei Radiohead, John Leckie; ero alla ricerca di un professionista vero che potesse concretizzare quello che avevo in testa ma mi dissero di no. A quel punto feci tutto da solo e realizzai un album completamente diverso, ovvero “La Fabbrica di Plastica”. Chiaramente ho anche fatto degli sbagli, mi sentivo come un panettiere che voleva fare il meccanico. Mi sono più volte detto che dopo quel disco era probabile che non ne avrei fatti altri, ho lottato come un matto, volevo tirare fuori quello che avevo nella testa, ci dovevo credere, questa esasperazione è venuta fuori bene. All’epoca ero giovane, avevo i miei problemi e non mi rendevo conto di dovermi buttare fino in fondo; è un bene che oggi io sia consapevole di essere un artista, ho la maturità e la consapevolezza necessaria per non far danni.
“Una strada in mezzo al cielo” un progetto nato nel 2015?
Sì, ci sto lavorando da molto. Da un anno e mezzo il mio staff è cambiato, sono stati fatti molti danni, ho dato tutta l’amicizia che potevo in cambio mi è stato fatto solo del male.
Chi è Gianluca Grignani oggi?
Sono il Rock 2.0: sono l’uomo e l’artista, oggi i due aspetti in me sono inscindibili. Non sono una rockstar, Grignani è quel ragazzo che ha messo piede sul palco di Sanremo e mentre scendeva si rendeva conto che le rockstar non esistono, ecco perchè a volte ho un atteggiamento scostante in tv. Non sono mai stato uno showman, la gente quando mi conosce mi vuole bene. Sono più di un buon professionista, sono uno vero, non sono un preciso, voglio emozionare (sono battistiano in questo), mi fa fatto soffrire il fatto che abbiano messo in giro una voce secondo la quale sono totalmente ingestibile, tutti ci hanno creduto, questa cosa mi ha messo in difficoltà, per 20 anni ho vissuto molte situazioni difficili.
Tornando a questo progetto. Come è arrivata la collaborazione con Luciano Ligabue in “La Fabbrica di Plastica”?
Luciano ha dimostrato che si può fare del rock in Italia, e mi ha onorato cantando su una canzone che ha sempre voluto esprimere appunto questo concetto. Lui ed il suo manager Maioli mi hanno insegnato cos’è il metodo, hanno una capacità organizzativa incredibile. Luciano è veramente un professionista, merita di essere dov’è, ultimamente l’ho frequentato, abbiamo parlato e ho imparato molto, mi ha aperto le porte a Campovolo. La sua presenza nel disco è importante, ha manifestato grande interesse verso di me, mi ha fatto scrivere 4 archi e alla fine ha scelto solo una strofa che sentiva particolarmente sua.
Bello anche il duetto con Luca Carboni in “Falco a metà”…
Conosco Luca più per la sua musica che personalmente, ho iniziato a cantare con le sue canzoni perché si avvicinavano al mio timbro vocale. La sua versione è la migliore, l’ha cantata anche meglio di me, all’inizio l’ avevo lasciato da solo nell’ inciso, gli sta proprio bene addosso, mi ha emozionato, vorrei che diventassimo amici.
E i live?
Le prevendite partono il 9 maggio alle 12 su Ticketone. Il tour si chiamerà “Rock 2.0”, i numeri richiamano il ventennale di un musicista e di un uomo che ha gridato al mondo che le rockstar non esistono. In estate farò dei live acustici che annuncerò su Facebook. Il primo dicembre sarò all’Alcatraz di Milano mentre il 3/12 sarà all’Atlantico di Roma. Non voglio fare il fenomeno, voglio vedere cosa succede, voglio far vedere chi sono alla gente. I concerti metteranno insieme due dischi che sembrava impossibile mettere insieme, ci saranno moti ospiti, mi sono preso un anno per fare le cose per bene.
Raffaella Sbrescia
Questa la tracklist completa del nuovo lavoro: “Destinazione paradiso” (feat. Elisa); “Una donna così”; “L’allucinazione” (feat. Carmen Consoli); “Come fai?”; “La fabbrica di plastica” (feat. Ligabue); “La mia storia tra le dita” (feat. Annalisa); “Madre”; “Rok star” (feat. Briga); “Il gioco di Sandy”; “La vetrina del negozio di giocattoli”; “Solo cielo”; “Falco a metà” (feat. Luca Carboni); “Più famoso di Gesù” (feat. Fabrizio Moro); “Allo stesso tempo”; “Primo treno per Marte” (feat. Max Pezzali); “Galassia di melassa” (feat. Federico Zampaglione); “Una strada in mezzo al cielo” (il brano inedito che dà il nome al disco).
L’album sarà presentato anche durante gli Instore: tra i primi appuntamenti l’8 maggio, a Milano(Mondadori Megastore, piazza Duomo); il 14 maggio, a Napoli (Mondadori Bookstore c/o C.C. Vulcano Buono); il 21 maggio, a Torino (Mondadori Megastore); il 22 maggio, Roma (Mondadori Bookstore c/o C.C. Roma Est). Tutti alle ore 17:00.