I Gemelli DiVersi tornano sulle scene a tre anni e mezzo dall’ultima release ufficiale (”Tutto da capo – Bmg Ricordi 2012), con un nuovo album intitolato “Uppercut” (Believe Digital). Più di 18 anni di carriera, quasi 1 milione di copie vendute e svariati riconoscimenti hanno spinto Thema e Strano a tornare in studio per un nuovo lavoro incentrato su tematiche di ispirazione autobiografica. Un album intriso di messaggi di speranza, che invita a non arrendersi e che, grazie al contributo di Luca Mattioni alla produzione artistica, si presenta con una formula sonora a metà strada tra le sonorità storiche della band ed un pop di chiara ispirazione americana. Un sound trasversale quello dei Gemelli DiVersi, così come del resto il pubblico che ha partecipato ai live italiani ed europei degli ultimi 3 anni, concerti nei quali i Gemelli si sono avvicinati ulteriormente anche alle nuove generazioni. Ancora oggi infatti ai concerti dei Gemelli Diversi assiste un pubblico di fans storici che li accompagna sin dal 98, uniti a nuovi ascoltatori che hanno imparato a conoscere la band.
Intervista a Strano
“Uppercut” è il titolo del vostro nuovo album. Una metafora della vita ma anche del vostro percorso?
Certo, questo titolo rispecchia quello che ci successo negli ultimi tre anni. La vita ha deciso di darci un bel pugno, un bel montante dal basso verso l’alto per cercare di buttarci per terra e metterci ko. Da uomini navigati e musicisti appassionati non ci siamo arresi, ci siamo rialzati, abbiamo barcollato un po’ ma poi siamo tornati a combattere. Nella vita bisogna continuare ad andare avanti, essere sempre motivati; la nostra più motivazione è continuare a fare la nostra musica e vedere la gente che canta da sotto il palco.
E in senso più ampio?
Chiaramente questa metafora vale per tutti quelli che ascolteranno il disco, la vita ti può veramente buttare per terra. Viviamo tempi difficili, in cui tutto è difficile ma bisogna sempre combattere e usare tutte le forze necessarie per riuscire a superare le disavventure che la vita ci pone davanti.
Video: La fiamma
Questo è anche il concetto alla base del singolo “La fiamma”?
Quella piccola fiammella che brucia sotto la cenere devi cercare di tenerla viva giorno per giorno.
Quali sono le tematiche che attraversano questo lavoro?
Il nostro disco racchiude un messaggio di speranza, si tratta di un disco positivo, magari nascosto sotto canzoni un po’ malinconiche, ma attraversato da un fondo di positività.
“La cosa che mi fa più ridere è che non ridiamo più” è la frase più impattante de “La fiamma”?
Sì, le cose sembrano finite ma non sono finite. Se ti sembra finita magari non lo è, così come è successo a noi: sembrava finita per i Gemelli Diversi ma in realtà la dipartita di qualcuno non segna la fine, bensì un nuovo inizio.
Dal punto di vista artistico, qual è la stata la molla che vi ha fatto tornare in studio?
Sono stati i concerti a farci capire che dovevamo tornare in studio per un nuovo disco. Subito dopo il momento di sbandamento abbiamo subito ricevuto un’offerta di lavoro per un Live Tour che io e Thema abbiamo accettato subito. Il gruppo in realtà non si è mai sciolto, abbiamo perso degli elementi che hanno voluto intraprendere un percorso diverso ma abbiamo continuato a fare musica. Noi continuavamo ad essere la band del ’98, ci hanno quindi proposto dei live, abbiamo accettato e abbiamo cominciato a girare. In questi tre anni abbiamo visto che c’era tanta gente che cantava le nostre canzoni e che aveva voglia di ascoltarci, per rispetto loro dovevamo continuare a fare la musica dei Gemelli Diversi che in 18 anni hanno segnato la vita di tante persone.
A proposito di carte da giocare, molto particolare la ballata “Via Melzi d’Eril”, un piccolo gioiellino
Una persona molto vicina a me l’ha definita “Una carezza alla città di Milano”. Per me che sono nato e cresciuto a Milano, è stato bello innamorarmi di questa via vicina al Castello, all’Arco, contornata dagli alberi che in autunno perdono le foglie. Girando in moto mi sono immaginato in questa via, il cui nome si adatta bene al titolo di una canzone, e ci ho visto l’incontro con la persona giusta. Sono tornato a casa in questo stato un po’ malinconico ed introspettivo, mi sono messo al pianoforte e ho composto la musica, poi abbiamo scritto il testo e l’arrangiamento di quella che è la ballad per eccellenza del disco.
Doveroso un cenno ai suoni di questo disco di evidente ispirazione esterofila
Ci siamo affidati alla produzione musicale di Luca Mattioni, un bravissimo producer che ha lavorato tanti anni in Inghilterra. Questo sound british in alcuni brani si riconosce, ci sono anche dei chiari rimandi agli anni ’80 e, dato che siamo figli degli anni ’80, abbiamo impostato la produzione anche su quelle sonorità. In realtà da anni spaziamo, ci piace sperimentare e questo album ci è servito anche per farlo ancora di più, dato che si tratta di un album di ripartenza.
Raffaella Sbrescia
Le prime date dell’instore Tour
26/10 Discoteca Spaziale di Roma
27/10 Mondadori – Via Marghera, Milano
Ascolta qui l’album: