Ritratti di Sanremo: Valeria Farinacci in gara nella sezione giovani con “Insieme”.

Valeria Farinacci

Valeria Farinacci

Valeria Farinacci sarà tra gli 8 protagonisti di Sanremo Giovani 2017 con il brano intitolato “Insieme” scritto insieme a Giuseppe Anastasi, già autore di alcuni grandi successi di Arisa. La giovane cantane umbra si presenta al Festival con un ricco bagaglio di esperienze di studio e di viaggio. Conosciamola meglio.

Intervista

Hai studiato Mediazione linguistica all’università e presumibilmente continuerai questi studi. In che modo questo tipo di studio influisce all’interno del tuo percorso artistico?

Sì, esiste un filo conduttore tra la mia passione per le lingue e quella per la musica e per i suoni. Inoltre molto spesso ascolto musica straniera per cui conoscere le lingue mi dà la possibilità di poter capire le parole e coglierne il messaggio. Tutte cose, queste ultime, che ho sempre cercato di portare all’interno della mia musica.

In che modo questa cosa emergerà nel tuo lavoro in uscita?

A livello di sonorità. Visto che ho dei gusti esterofili, mi piace molto Stromae ma anche la musica inglese (The XX, The Weeknd, Adele).

Che rapporto hai con Londra?

Aver vissuto un anno accademico in questa città mi ha dato l’opportunità di viverla non più da turista. Vivere il quotidiano, mi ha fatto notare anche le piccole cose a livello musicale. In quell’anno sono passati da lì tantissimi artisti, ho seguito molti concerti e ho portato tutto questo bagaglio in Italia.

Come si collegano i nuovi brani tra loro e che tipo di messaggio vorresti comunicare al pubblico?

Io e Giuseppe Anastasi ci siamo divertiti molto. Il mio Ep sarà un misto tra pop e r’n’b, abbiamo cercato di sperimentare con sonorità portate da fuori senza mai stravolgere la musica italiana.

Valeria Farinacci

Valeria Farinacci

Curioso il contrasto tra questa vena sperimentale e il contesto sanremese…

Il pezzo che porto a Sanremo è quello un po’ più tradizionale, che rispetta il festival e che ha al suo interno un messaggio importante presente in ogni testo del mio minialbum.

Ecco, parlaci di “Insieme”…

Il brano rivela un messaggio di speranza adatto ad un tipo di palco come quello del Festival.

Come si lega la tua sensibilità a quella di Anastasi?

Collaborare con un artista così importante, di fama e di successo, è sia un grande onore che una responsabilità. Noi conosciamo il suo nome perché è legato ad un artista importante come Arisa, in questo caso invece sperimentiamo presentando un progetto totalmente diverso. C’è un mettersi in discussione sia da parte mia che da parte sua. Giuseppe è un grande artista, lo ammiro e apprezzo molto.

In quale tipo di contesti vorresti portare la tua musica?

Mi piacerebbe partire dai piccoli locali perché così si fa. Sono un’emergente bisogna dare tempo al tempo e creare un percorso graduale. Devo mettere insieme i tasselli e collezionare esperienze che mi aiuteranno magari a creare qualcosa di più grande in futuro.

Quali sono le tematiche che ti interessa trattare?

Nelle mie canzoni mi rivolgo alla mia generazione. Ho 23 anni e mi interessa capire come i giovani affrontano i rapporti interpersonali. Anche nel testo di “Insieme” insisto molto sulla necessità di fare i sacrifici. Ho notato un approccio un po’ superficiale nei rapporti in generale. Auspico, quindi, un ritorno all’autenticità dei bei sentimenti. C’è bisogno di sacrificio così nel lavoro come nell’amore.

C’ è qualche altro brano che verte su questi temi?

Sì, ce n’è un altro intitolato “Dopo cena”, è il mio preferito ed è rivolto alla nostra generazione in stato di confusione. Spesso non sappiamo reagire a questo stato di cose ma io insisto nel dire che c’è bisogno di tornare coi piedi per terra e di fare sacrifici. I social ci illudono facendoci pensare che tutto possa succedere in un attimo invece è fondamentale andare avanti step by step.

Raffaella Sbrescia

Il grande ritorno di Paola Turci a Sanremo con “Fatti bella per te”. Intervista

Paola Turci

Paola Turci

Il grande ritorno di Paola Turci al Festival della Canzone Italiana è con il brano “Fatti bella per te”, scritto dalla stessa Paola con Giulia Ananìa, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta e prodotto da Luca Chiaravalli che dirigerà l’orchestra della Rai. Paola Turci ritorna dunque in grande stile con una canzone importante, ispirata al difficile vissuto della cantautrice e contenente un messaggio universale. Questa sera Paola Turci proporrà la sua versione di “Un’emozione da poco” presentata nel 1978 da Anna Oxa
per la sua prima esibizione al Festival di Sanremo. 

Il singolo “Fatti bella per te” anticipa la pubblicazione del suo nuovo album di inediti “IL SECONDO CUORE” in uscita il 31 marzo 2017 e del TOUR  2017 anticipato da due importanti eventi live a Roma e a Milano, rispettivamente il 9 maggio a Roma, Auditorium Parco della Musica e il 22 maggio a Milano, Auditorium La Verdi – Fondazione Cariplo. I biglietti saranno disponibili sul circuito ufficiale Ticketone (sito e punti vendita) dalle ore 10 di lunedì 6 febbraio.

Intervista

Come è nato “Fatti bella per te” e che tipo di sintonia c’è con l’autrice Giulia Anania?

Il brano è stato scritto anche insieme a Luca Chiaravalli e Davide Simonetta ma l’incontro con Giulia Anania è stato uno dei più felici degli ultimi anni. Lei è la persona con la quale scrivo meglio, riesce a tirare fuori quello che rimane nascosto. La canzone è un inno alle donne, quello che canterò sarà per tutte anche se quando ho scritto il brano, l’ho scritto innanzitutto per me. Ho passato lunghi anni a fare finta di essere sicura di me stessa, a fare finta di aver superato il problema legato all’incidente invece mi sono accorta che stavo mentendo a me stessa e a tutti gli altri.

Poi cosa ha segnato la svolta?

Con uno scatto di reni ho scritto un libro ammettendo ciò che stava succedendo e da allora ho cominciato a sentirmi meglio.  Prima avevo paura del giudizio degli altri, ora che ho compiuto questo scatto in avanti, mi presento a Sanremo completamente rinnovata.

Parlaci di “Fatti bella per te”

Il tipo di canzone è totalmente nuovo. Il brano è grintoso ed è tanto suonato. Non ho mai portato una canzone cantando a voce così alta. Il brano è, in sintesi, il risultato di un cammino che ho fatto e che mi aiutata. Certo, qualche paura rimane ma non mi faccio più intimidire o condizionare da questo tempo che porta in primo piano un giudizio superficiale. Sto bene, sono contenta.

Il brano è figlio del monologo “Mi amerò lo stesso” che hai portato al Teatro Menotti di Milano?

Giulia è venuta a vedermi, lì è nata la frase “Fatti bella per te”. Giulia l’ha pensata, l’ha immaginata guardando questo monologo che ha rappresentato un altro importante passo in avanti per me. Ventiquattro anni fa ho interrotto il sogno di diventare attrice. Dopo aver fatto un anno di teatro, stavo facendo provini a Cinecittà, avevo un’agenzia poi incontrai Ettore Scola e Monicelli. Tutto sembrava andare per il verso giusto poi quando l’incidente mi ha cambiato i connotati, ho chiuso il sogno in un cassetto senza mai ripensarci fino a quando Emilio Russo mi ha proposto di portare in scena la mia storia dopo aver letto il libro che avevo scritto. Salire su quel palco mi dava la sensazione di scalare una montagna dopo 20 anni che non fai allenamento. Per me è stato un fatto importante e imponente.

Paola Turci

Paola Turci

Chi ti ha colpito tra i big?

Quella di Elodie è stata la più bella performance, il suo canto è stato impeccabile. Aldilà del giudizio sulle canzoni, a me importa il modo in cui si cantano le parole, questa ragazza di 26 anni mi ha dato una lezione.

Come mai hai scelto come cover un “Un’emozione da poco”?

La scelta è stata immediata, è venuta fuori spontaneamente. Ho pensato al Festival e ho pensato che la prima volta che ho guardato Sanremo a 13 anni, vidi Anna Oxa e mi colpì profondamente per tanti motivi. La mia versione sarà totalmente diversa.

 Raffaella Sbrescia

Video: Fatti bella per te

Festival di Sanremo: le pagelle della seconda puntata.

Il bacio tra Robbie Williams e Maria De Filippi

Il bacio tra Robbie Williams e Maria De Filippi

La seconda serata del 67esimo Festival di Sanremo ha regalato meno emozioni della prima eppure gli ascolti si sono assestati al 46,6%. Più rilassata la conduzione di Carlo Conti e Maria De Filippi ma meno accattivanti le canzoni in gara. Tra gli ospiti ha spiccato la performance raffinata e potente di Giorgia, sul palco sanremese con il nuovo singolo “Vanità” ed un medley dei suoi successi storici. Breve ed esilarante l’intervento di Robbie Williams che ha persino baciato Maria De Filippi. Divertente e spassoso il verace capitano giallorosso Francesco Totti. Brillante la copertina di Crozza, assolutamente scadente l’esibizione del trio comico romano composto da Insinna, Cirilli, Brignano. Per quanto riguarda la gara: gli eliminati tra i giovani sono Marianne Mirage e Braschi mentre a rischio eliminazione tra i Big troviamo Nesli e Alice Paba, Bianca Atzei, Raige e Giulia Luzi.

Le pagelle

I giovani:

  • Marianne Mirage: “Le canzoni fanno male” è un brano raffinato e stiloso e Marianne lo interpreta con classe e potenza vocale. Voto 8
  • Francesco Guasti: “Universo” ci invita a riflettere su quello che ci circonda e Francesco lo canta in modo accorato e credibile. Voto 7
  • Braschi: “Nel mare ci sono i coccodrilli” si è mostrato un brano debole rispetto agli altri in gara e Braschi non era particolarmente carico sul palco. Voto 5
  • Leonardo Lamacchia: “Ciò che resta” è un brano dal testo intenso e dalla melodia tradizionalista. Voto 5.5
Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Big:

  • Bianca Atzei: con “Ora esisti solo tu” Bianca torna a Sanremo con un altro brano di Kekko Silvestre. Sebbene la sua interpretazione sia stata buona e molto più misurata rispetto al passato, il brano è privo di mordente. Voto 5
  • Marco Masini: nuove sonorità per l’artista giunto al suo ottavo Sanremo. “Spostato di un secondo” ci fa rivivere un potenziale remake di “Sliding Doors”. Voto 7
  • Nesli e Alice Paba: In “Do retta a te” i due appaiono dolci e affiatati eppure la sottile voce di Alice non riesce a trovare l’amalgama perfetta con quella di Nesli. Voto 4.5
  • Sergio Sylvestre: “Con te” è una ballad strappalacrime ma ieri Sergio era molto emozionato e le troppe imprecisioni hanno penalizzato la performance nel suo complesso. Voto 4.
  • Gigi D’Alessio: “La prima stella” nasce da emozioni nobili ma Gigi è sempre uguale a se stesso. Voto 4
  • Michele Bravi: “Il diario degli errori” è un brano doloroso e delicato. La voce fragile di Michele o si ama o si odia. La sua interpretazione necessita di più ascolti per essere capita a fondo. Voto 5.5
  • Paola Turci: “Fatti bella per te” ci restituisce Paola in una nuova veste musicale. Grinta, voce, arrangiamento e contenuto. Voto 8
  • Francesco Gabbani: “Occidentali’s karma” è il tormentone ufficiale di questo Sanremo. Ironico e dissacrante, Gabbani diverte si diverte. Voto 9
  • Michele Zarrillo: “Mani nelle mani” è il manifesto del neoclassicismo. Garanzia di qualità. Voto 6.5
  • Chiara: “Nessun posto è casa mia” è un brano piatto e questa cosa penalizza anche Chiara, protagonista di un’esibizione poco carismatica. Voto 5
  • Raige e Giulia Luzi: “Togliamoci la voglia” è un brano sfizioso ma c’è da chiedersi il perché del duetto. Ottimo Raige, molesta la Luzi. Voto 5

Raffaella Sbrescia

Do retta a te: ecco il Sanremo di Nesli e Alice Paba. Intervista

Nesli e Alice Paba

Nesli e Alice Paba

NESLI torna al Festival di Sanremo, per la seconda volta, con il brano “Do retta a te” in duetto con Alice Paba (vincitrice dell’ultima edizione di The Voice)

Venerdì 10 febbraio uscirà nei negozi e nei digital store KILL KARMA La mente è un’arma, il nuovo album di Nesli che chiuderà così la trilogia musicale iniziata con “Andrà Tutto Bene”. La versione digitale dell’album invece, conterrà 4 inediti: oltre alla versione originale del brano Do retta a te cantata solo da Nesli (long version), la cover sanremese in duetto con Alice Paba de Ma il cielo è sempre più blu, l’acoustic version di Vivere è ridere oltre a Tesoro non conta e Dove sto andando.

Alice Paba, vincitrice dell’ultima edizione di The Voice, pubblica il 10 febbraio, il suo primo album contenente 8 nuove canzoni (oltre alla cover di Toxic di Britney Spears) e intitolato “Se fossi un angelo”.

Gli album Kill Karma la mente è un arma di Nesli e Se fossi un angelo di Alice Paba  sono prodotti da Brando (GoWild Music/Universal Italia).

Intervista

Come è nata la canzone che portate a Sanremo e com’è nata anche la vostra collaborazione?

La nostra collaborazione è nata in maniera molto spontanea e naturale durante le registrazioni dei rispettivi album visto che abbiamo il produttore in comune. Alice conosceva già un po’ il mio mondo, poi l’ho sentita registrare e le ho proposto di fare questa canzone insieme. In genere non sono solito fare duetti e collaborazioni perché sembra quasi impossibile incontrarsi in studio. Tra noi c’era sintonia nell’aria per cui ci siamo convinti della validità del progetto e l’abbiamo presentato a Carlo Conti che l’ha scelto.

Cosa vi accomuna?

Il fatto che scriviamo le nostre canzoni. Abbiamo le idee chiare su quello che vogliamo fare e, sebbene i nostri siano due mondi differenti, abbiamo la stessa intenzione di poter raccontarci al meglio attraverso le nostre canzoni.

Quali sono le vostre sensazioni pre-sanremesi?

Nesli: Per me è tutto migliore. Mi sento a mio agio in un contesto già vissuto, vedo volti ormai familiari e poi il fatto di essere stato scelto in 3 anni per la seconda volta è una bella conferma per me, rende tutto più leggero.

Alice: Per me è tutto nuovo ma riesco a sentire solo energie positive. Sia da parte mia che di Nesli, nonché di tutto il nostro team, arriva la giusta carica. Condividiamo tutte le sensazioni per cui non ho troppa ansia.

Nesli, cosa è cambiato rispetto alla tua precedente partecipazione sanremese, quando invece c’erano stati problemi con le prove del brano?

Stavolta affronto tutto meglio. All’epoca venivo da cambiamenti discografici e contrattuali, il brano l’avevo cantato 3 volte in tutto prima di arrivare a Sanremo e anche le prove andarono male. Dopo due anni di esperienza in più le cose stanno andando decisamente meglio.

Perchè avete scelto il brano di Rino Gaetano come cover?

Nesli: Ce la godiamo proprio! La facciamo tipo karaoke, ci dà carica forse perché la cantiamo all’unisono dall’inizio alla fine. Rino Gaetano ci rappresenta bene, non era facile trovare una cover che potesse valorizzare Alice e andare bene anche per me. Brando e Raffaella di GoWild ci hanno aiutato molto in questo. Questa canzone è impattante e, siccome il pezzo in gara è una ballad, abbiamo scelto di mostrare un altro lato di noi con un brano che va all’opposto.

Che vi aspettate dalla partecipazione al Festival di Sanremo?

Noi vorremmo semplicemente fare bene per mettere in luce i nostri rispettivi album in uscita il 10 febbraio. Quindi presentiamo noi stessi, la canzone ed il relativo progetto.

A proposito di disco. Con il brano “Tesoro non conta” torni alle origini per scrivere la fine di un capitolo.

Questo brano in particolare, insieme a “Dove sto andando”, chiude la fase di un percorso. Si può percepire il primo Nesli ma prodotto come sarebbe dovuto essere fin dall’inizio. Il brano di chiusura definisce ed esaurisce l’approccio artistico avuto in questi due anni.

E intanto cosa cambia, sei tu che sei sempre lo stesso…

Certo la mia essenza è la stessa.

In che senso la mente è un’arma?

Si tratta di una visione in cui sposto geograficamente il cuore e la mente. Relego alla mente il potere di un’arma attraverso molteplici sfaccettature.

 La poesia si prende tutto?

I brani inclusi in questo album sono poesie, quasi degli sfoghi. In genere quando inizio a scrivere canzoni, uso la forma della poesia poi solo in un secondo momento inizia la costruzione della struttura melodica, faccio mille passaggi di stesura ma alla fine l’origine e la fine sono la stessa cosa.

Dove sono gli altri brani che avevi preannunciato?

Tredici di questi sono nel file Nesli intoccabili, in realtà potrei metterne cento ma ne butterei via tante. Il mio lavoro deve passare attraverso il filtro di un interlocutore, non posso iniziare un discorso e aprirne altri cento.

A proposito di questo, qual è stato il riscontro dei tuoi interlocutori?

Il riscontro ha un tempo biologico più lungo di quanto in realtà vorrei. Nello specifico il secondo capitolo di questa trilogia aveva tutto il sapore di un’edizione limitata, in primis per il periodo di uscita (giugno), e poi per la scelta di fare 11 brani chiusi a 4 mandate: non entri in “Kill Karma” se non ci entri per davvero, non puoi ascoltarlo fugacemente, si tratta di un concept album e voleva essere considerato in quell’ottica.  In base a questi presupposti credo che quell’edizione limitata non annunciata verrà recepita bene nel momento in cui ci sarà il capitolo finale, le canzoni avranno un senso completo. Quindi il riscontro reale arriverà con il sopraggiungere del tour.

Nesli e Alice Paba

Nesli e Alice Paba

Per quanto riguarda te, Alice… la titletrack “Se fossi un angelo” rivela la presenza di due anime nel tuo lavoro, forse è un modo per rispecchiare la tua personalità?

Esatto! La mia personalità è in effetti contraddistinta da diverse sfaccettature che, in alcuni casi, arrivano ad essere l’una l’opposto dell’altra. Anche nella mia musica si percepisce molto questa cosa per cui diventa un po’ difficile conciliare tutto. Ho 50 stili in testa, tanti input diversi però poi con il lavoro che abbiamo svolto, ho capito che era possibile incanalare tutto in un unico progetto.

Visti i tanti richiami di stili e influenze, non solo a livello testuale ma anche musicale, si è trattato di un lungo lavorìo di cesellamento?

Sì, il tempo a disposizione è stato poco dalla vincita di The Voice fino alla resa finale dell’album. Naturalmente all’interno del disco ci sono canzoni che avevo da tempo, poi con l’aiuto di Brando sono state inserite altre cose per far emergere la vera Alice. Quando scrivo le mie canzoni sento tanto la differenza tra un brano e l’altro, con questo primo album ho capito che posso farcela, è stata una conferma per me e spero si veda.

Quali sono state le difficoltà maggiori?

La cosa più difficile per me è credere nelle mie canzoni, trovare un filo logico a ciò che scrivo e a ciò che mi passa per la mente.

Nella scrittura, così come nella vita di tutti i giorni, sono molto confusionaria. Poi però con il lavoro fatto insieme al team riesco a dare un senso a questa confusione.

Forse hai solo bisogno di essere incanalata per poi andare per conto tuo?

È proprio quello che intendevo dire.

Quali sono i temi che affronti e cosa senti di dover comunicare?

Il tema dell’amore è quello principale perché è quello che ti fa vivere. Ci sono anche altri temi come la visione della mia dimensione e cerco di esprimerla.

“Ho solo me” mette in luce la tua parte introspettiva…

La parte introspettiva è quella che sento di più anche nello scrivere un brano; questo mio lato è come un tormento per me, cerco sempre di stare al passo ma dopo tutto i conti li fai con te stessa a prescindere dal resto.

Nonostante abbia vinto un talent importante e abbia un percorso alle spalle, quanto ti dà fastidio il fatto che la tua presenza al Festival non sia stata percepita con entusiasmo?

Ci sono stati molti commenti sul fatto che non sono abbastanza conosciuta. Rispondo sempre che un percorso serio l’ho affrontato così come tanti altri che sono sul palco di Sanremo. Mi sento a posto, l’unica cosa è che l’album non è ancora uscito ma è pronto per essere ascoltato e valutato quindi aspetto solo di farmi conoscere.

Raffaella Sbrescia

INSTORE TOUR

13.02 – VARESE ore 14.30 Varesedischi e TORINO ore 18.00 Mondadori
14.02 – MONZA ore 14.30 Feltrinelli e MILANO ore 18.00 Mondadori Duomo
15.02 – ROMA ore 17.00 Discoteca Laziale
16.02 – NAPOLI ore 18.00 Mondadori Vanvitelli
17.02 – BARI ore 18.30 Feltrinelli
18.02 – LECCE ore 15.00 Feltrinelli
19.02 – COSENZA ore 16:00 Feltrinelli
20.02 – CATANIA ore 18.00 Feltrinelli
21.02 – PALERMO ore 15.00 Palermo

L’ottavo Sanremo di Marco Masini con “Spostato di un secondo”. Intervista

Marco Masini

Marco Masini

 

Marco Masini torna in gara al 67esimo Festival di Sanremo per l’ottava volta con il brano intitolato “Spostato di un secondo”. Il brano dà anche il titolo al nuovo album di inediti dell’artista in uscita il 10 febbraio. Alla base di questo nuovo lavoro, che ha portato Masini a collaborare con un nutrito gruppo di amici e autori, c’è una ricerca spazio/temporale sincera e mirata. Se da un lato troviamo la necessità di allinearsi con il mondo in cui viviamo nel brano “Ma quale felicità”, dall’altra c’è la consapevolezza di non essere sincronizzati con il tempo che ci è stato assegnato “Nel tempo in cui sono tenuto a restare”. Ecco quindi il brano sanremese “Spostato di un secondo”, una sorta di sliding door esistenziale: se si potesse capire il nostro passato, misurando l’intensità della nostra corsa. Se si riuscisse a ignorare la fretta che condiziona le azioni forse arriveremmo un secondo prima negli stessi istanti e negli stessi posti, forse potremmo scegliere la cosa giusta da fare. Non solo rimpianti ma anche spunti: in “Invece di scriverti una canzone” fanno capolino nuove sensazioni, piccoli atti di coraggio alla ricerca della verità, esattamente come avviene in “Guardiamoci negli occhi”. Il momento più intenso dell’album è racchiuso nelle parole e nella musica di “Una lettera a chi sarò”: un bilancio esistenziale intenso e senza sconti, in pieno stile Masini.

Intervista

Da quali riflessioni prende vita questo disco?

Spostato di un secondo è la punta dell’iceberg di un progetto iniziato qualche anno fa. L’idea concettuale da cui nasce il disco è una riflessione utopistica che mi si è palesata all’alba dei 50 anni. Ho sviluppato questa idea immaginando una sorta di ritorno al passato per poter rimediare alle cose fatte in passato ragionando in maniera più lucida.

Uno degli aspetti più importanti di questo nuovo lavoro è un forte cambiamento inerente alla scelta dei suoni e degli arrangiamenti del disco.

I suoni di questo album sono figli dell’esperienza e richiamano gli anni ’80. Partendo dal presupposto che sono un tastierista e che sono sempre stato affascinato dall’uso dei sintetizzatori e dall’uso del moug, ho voluto unire quello che sono sempre stato con quello che sono diventato.

Come vivi questa nuova partecipazione al Festival di Sanremo?

Risalire sul palco dell’Ariston sarà l’occasione per raccontarmi e rimettermi in discussione. In sostanza il mio lavoro è sempre lo stesso anche se gli stimoli sono sempre nuovi. Per me Sanremo è uno sparo allo start, un modo per avere una consegna altrimenti non avrei mai finito di rimaneggiare e cambiare quello che stavo producendo.

E la sfida qual è?

Capire se il mio pensiero può incontrare anche quello dei giovani.

Se dovessi fare il punto sul tuo percorso artistico, quali sarebbero le tappe fondamentali?

Non sono mai stato un nostalgico o un vittimista. A parte un problema discografico, penso che tutto mi abbia dato un input nella vita. Il punto è cercare di non adagiarsi e non fossilizzarsi sulle cose.

Marco Masini ph Angelo Trani

Marco Masini ph Angelo Trani

 

Cos’ hai in mente per il tour?

Il tour sarà uguale al disco, renderò tutto omogeneo alle sonorità. In scaletta inserirò sei canzoni del nuovo album, ci saranno ovviamente i pezzi più importanti della mia carriera con dei medley che strizzeranno l’occhio ai miei fan più vicini. Ci saranno anche delle piccole chicche per ringraziare tutti quelli che non mi hanno mai abbandonato, nemmeno quando non riuscivo a scrivere. Creare e raccontarsi non è sempre facile.

Che rapporto hai con i tuoi musicisti?

Non mi sono mai sentito io l’artista e loro i musicisti. Masini è semplicemente il cantante della band, mi piace lo spirito di gruppo. Cesare Chiodo sarà il direttore musicale, gli arrangiamenti saranno in stile elettronico e sperimenterò un po’ con gli strumenti perché mi piace molto farlo.

Come mai hai scelto di cantare “Signor Tenente” di Giorgio Faletti come cover?

Questa è una delle rare canzoni che hanno avuto un grande successo tardivo ma non sono state più cantate; mi sembrava doveroso renderle giustizia. La serata delle cover è un’occasione speciale. Faletti è stato un caro amico con cui ho vissuto dei momenti di reale condivisione che mi hanno fatto capire la sua genialità. Il mio è un gesto di stima nei confronti di un uomo che ha saputo farci ridere e piangere e lo farò alla mia maniera.

In questo nuovo lavoro scegli di affrontare le avversità in modo saggio e propositivo…

Viviamo in un mondo che si tira la zappa sui piedi, affronto tematiche importanti con un’ammissione di difficoltà di allineamento in un mondo che mi vede agli antipodi. Ora però non serve la disperazione, serve la verità. La tendenza attuale è quella di nascondere lo sporco sotto i piedi, io invece cerco di affrontare una vita provocatrice, che ti eccita ma non te la dà.

Come hai lavorato alla realizzazione di questo album?

Ho compiuto un lungo percorso di ricerca insieme ad altri collaboratori. Diego Calvetti mi ha aiutato a trovare una forma da seguire ma ho lavorato anche con Zibba, Cecere, Carboni, Iammarino, Luca Vicini. Mi hanno dato uno stimolo per trovare un punto e una sintesi. Tutto questo per me è stato fonte di grande stimolo, io sono uno che fa stesure, sono della scuola di Bigazzi, gli altri invece vengono da un cantautorato di concetti; ecco perché il risultato che abbiamo raggiunto è così diverso.

Come procede la tua carriera da produttore?

Sto facendo dei lavori per la realizzazione di uno studio all’altezza insieme a Diego Calvetti e al suo collaboratore di fiducia Lapo Consortini. Entro la fine della primavera sarà tutto pronto e ho già un paio di cose che vorrei sperimentare con dei giovani ragazzi che vorrei coprodurre insieme agli stessi autori che mi hanno dato tanta forza attraverso un confronto continuo. La mia vita è la musica, mi piacerebbe fare in modo che quando avrò una certa età potrò fare andare avanti qualche giovane ragazzo di talento. Sarebbe quasi una soddisfazione paterna e mi riempirebbe l’anima in un modo incredibile.

Raffaella Sbrescia

Dal 14 febbraio Marco Masini sarà impegnato in un instore tour per presentare “Spostato di un secondo”, queste le date: il 14 febbraio a La Feltrinelli di Firenze, il 15 febbraio al Mondadori Megastore (via Marghera) di Milano, il 16 febbraio al Mondadori Megastore (C.C. Freccia Rossa) di Brescia, il 17 febbraio al Media World (C.C. Shopville Gran Reno) diCasalecchio di Reno (Bologna), il 18 febbraio alla Discoteca Laziale di Roma, il 20 febbraio al Mondadori Bookstore diNapoli, il 21 febbraio a La Feltrinelli di Catania, il 22 febbraio al Mondadori Megastore di Palermo, il 23 febbraio al Mondadori Bookstore di Padova, il 24 febbraio al Media World (C.C. Parco Commerciale Le Fornaci) di Beinasco (Torino), il 28 febbraio al Mondadori Bookstore di Genova, il 2 marzo al Media World (C.C. Pescara Nord) di Città Sant’Angelo (Pescara) e il 3 marzo a La Feltrinelli di Bari.

Il 30 aprile partirà il tour (prodotto e organizzato da ColorSound) con cui Marco Masini presenterà il nuovo disco. Queste le prime date: il 30 aprile al Teatro Verdi di Montecatini (PT), il 3 maggio al Teatro delle Muse di Ancona, il 5 maggio all’Auditorium Parco della Musica – Santa Cecilia di Roma, il 7 maggio al Linear Ciack di Milano, il 9 maggio al Teatro Massimo di Pescara, il 10 maggio all’Obihall di Firenze, il 13 maggio al Teatro Colosseo di Torino, il 14 maggio al Teatro Verdi di Pisa, il 16 maggio al Teatro Politeama Greco di Lecce, il 20 maggio al Palabanco di Brescia e il 27 maggio al Gran Teatro Geox di Padova.

 

Ritratti di Sanremo: “Con te” è il brano di Sergio Sylvestre di cui uscirà l’album omonimo il 10 febbraio.

Sergio Sylvestre ph Julian Hargreaves

Sergio Sylvestre ph Julian Hargreaves

Abbiamo conosciuto Sergio Sylvestre nella veste di vincitore di Amici 15. Lo ritroveremo  in gara al prossimo Festival di Sanremo 2017 con il brano “Con Te”, una ballad che racconta di una storia d’amore finita tra dubbi e insicurezze e come ogni relazione si lascia alle spalle interrogativi a cui è difficile dare una risposta. Il brano porta la firma della cantautrice Giorgia (testo) e dello stesso Sergio con Stefano Maiuolo (musica) e anticipa il primo album di inediti dal titolo “Sergio Sylvestre”, in uscita il 10 febbraio. Dopo la pubblicazione del primo Ep “Big Boy” (disco d’oro) per questo gigante buono dalla voce calda e potente è arrivato il momento di fare sul serio.

Intervista

Finalmente pubblichi il tuo primo disco. Cosa troveremo al suo interno?

In questo album ho messo tutta la mia anima, ho lavorato tanto a queste canzoni e ho certezza di aver dato tutto. Ho voluto spaziare tra brani uptempo e struggenti ballate.

Come hai lavorato insieme al team degli autori che hanno partecipato al disco? Ci sono anche tanti nomi nordeuropei…

Abbiamo fatto una ricerca di repertorio lavorando senza fretta. Sono venuti fuori dei nomi dalla Scandinavia, ci abbiamo chiacchierato e abbiamo visto che si trattava di una proposta interessante. Il nostro obiettivo era  cercare e creare nuove sfumature del pop per creare un punto di incontro tra Stati Uniti ed Europa. Ovviamente hanno partecipato anche alcuni tra i migliori autori italiani in circolazione e ne sono molto fiero.

Quali sono le tue sensazioni pre-Sanremo?

Sto vivendo un periodo davvero particolare, tutto quello che volevo succedesse mi sta capitando nello stesso momento. Sono fiero di me stesso ma devo imparare a gestire l’ansia e l’emotività. Faccio fatica ad espormi, mi sento messo a nudo.

Cosa pensi del palco dell’Ariston?

Le prove sono andate bene. Dietro le quinte però ci sono però troppe cose, devo cercare di restare calmo e concentrato senza andare in agitazione.

Com’è nato il brano che porti al Festival?

Il brano è nato a Los Angeles mentre lavoravo con il mio amico Stefano Maiuolo. In un secondo momento l’ho portato a Giorgia, non riuscivo ad immaginare che le sarebbe piaciuto invece non solo ha voluto darmi una mano, ha messo proprio tutta se stessa in questo pezzo.

Sergio Sylvestre durante l'ascolto del disco nello studio di registrazione

Sergio Sylvestre durante l’ascolto del disco nello studio di registrazione

Come è avvenuta la scelta della cover “Vorrei la pelle nera”?

Mentre eravamo su Youtube a cercare un pezzo, abbiamo trovato questo e ci siamo fatti due risate. Ho sempre seguito i Soul System e li trovo fantastici. Volevo condividere il palco con loro e son sicuro che vi faremo divertire!

Ti è mai capitato di seguire il Festival in precedenza?

Di solito lo guardo con i miei amici. Avevo 17 anni quando sono arrivato in Italia e mi è sempre piaciuto. Mi dispiace che in America non ci sia una manifestazione simile, mi sento fortunato a prendervi parte. I miei amici mi guarderanno e sarà emozionante pensare di essere dall’altra parte dello schermo! Spero di lasciare il segno!

Quali sono le canzoni che ti sono rimaste nel cuore?

Ce ne sono tante…su tutte: “Sulla porta” di Federico Salvatore, “Spalle al muro” di Mariella Nava, “Il terzo fuochista” di Tosca.

Come vivi il fatto che molti ti additeranno come un ex talent?

Provo a non pensarci. Voglio solo fare del mio meglio e fare in modo che la gente mi conosca per quello che sono. Chiaramente sono molto grato a Maria De Filippi ma non penso che la sua presenza possa mettermi in evidenza, nessuno può davvero aiutarmi se non soltanto me stesso.

Ci pensi alla vittoria?

Non sto pensando molto alla gara, farò il massimo sperando di fare un’ottima figura.

Come mai hai preferito “Con te” invece di “Come il sole ad ottobre”?

Il primo brano dà più energia, il secondo è veramente devastante. L’ho scelto perché l’ho visto nascere da zero e ci tengo veramente tanto.

Cosa senti quando canti in italiano?

Mi sento un’altra persona, sento di mettere in mostra un altro lato di me. Faccio fatica a cantare in italiano non per la lingua in sé quanto per il fatto che le parole mi strappano il cuore. In inglese ne servono quattro per rendere un’idea mentre in italiano ne basta una per stenderti.

Cosa pensi di quello che sta succedendo in America con Trump?

Tutto questo mi fa così male che preferisco non guardare. Mi vergogno davvero molto di quello che sta facendo.

Come ti è sembrato collaborare con J-AX e Fedez nel brano “L’Italia per me”, contenuto nel loro album “Comunisti col Rolex”?

L’Italia mi ha dato una nuova vita, ha abbracciato il mio cuore ed è uno dei paesi più belli che abbia mai visto. Mi sono molto divertito a lavorare con J-AX e Fedez, sono simpaticissimi!

La tracklist del dell'album "Sergio Sylvestre"

La tracklist del dell’album “Sergio Sylvestre”

E l’esperienza con Disney per il film “Oceania”?

In quell’occasione ho cantato il mio primo brano in italiano. Avevo tantissima ansia, mi vergognavo. Pian piano mi sono sentito più a mio agio ed è stata un’esperienza veramente stimolante, penso che ogni cantante vorrebbe farla.

Cos’è per te l’Honesty”?

Non sono un personaggio figo, sono un ragazzo normale, vorrei soltanto che la gente mi conosca, mi ascolti e magari mi apprezzi per quello che sono.

Dopo Sanremo, sarà finalmente l’ora del tour. Le prime due date saranno il 30 marzo all’Orion di Roma e il giorno successivo, il 31 marzo, ai Magazzini Generali di Milano.

Non vedo l’ora! Ce l’ho in mente da un pezzo! Ho scelto di posticipare le prime date proprio per dedicarmi solo alla lavorazione del disco, non volevo fare le cose in fretta.

Raffaella Sbrescia

Braschi presenta “Trasparente” a New York prima di volare sul palco di Sanremo

TRASPARENTE cover

Braschi, Nuova Proposta della 67esima edizione del Festival di Sanremo con il brano NEL MARE CI SONO I COCCODRILLIè volato a New York per girare il videoclip e per presentare in anteprima il suo nuovo disco TRASPARENTEche uscirà il 10 febbraio.  Questa sera, canterà per la prima volta live i brani contenuti nel nuovo album, alla Casa Italiana Zerrilli Marimò NYU, importante polo di socializzazione e interscambio culturale a cavallo tra Stati Uniti e Italia e domani replicherà a Brooklyn.

La storia del giovane cantautore si snoda tra Santarcangelo di Romagna, la sua città natale, e gli Stati Uniti, dove ha già registrato e portato in tour il suo primo EP, RICHMOND. Il suo secondo album, TRASPARENTE, uscirà il 10 febbraio per iMean Music & Management, l’etichetta di Roberto Mancinelli nata tra Milano e New York che ha scelto di debuttare con Braschi proprio per il suo respiro internazionale, e sarà distribuito da Artist First.

Braschi

Braschi

Il disco, registrato in Italia ma ricco di sonorità internazionali, si apre con il brano TRASPARENTE,title track dell’album - “Ho scelto questo titolo perché rispecchia la strada che sta percorrendo la mia vita, in questi ultimi tempi c’è meno nebbia ed è più chiara e trasparente” - racconta Braschi, che ha scritto di suo pugno i testi e la musica di questo progetto, in cui ha racchiuso, senza riserve, tutto il suo mondo.

Nel primo singolo, Braschi canta di sé, di un ragazzo che nasce a Rimini e che si definisce “fortunato in mezzo alla vita che passa”. NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI si colloca musicalmente tra la canzone d’autore, il rock e il pop, nel tentativo di dare una chiave di lettura contemporanea e attraente al cantautorato.

Il disco scorre come un unico racconto al centro del quale ci sono i sentimenti e la rinascita e si compone di otto brani e due bonus track. La versione orchestrata del brano NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI che ascolteremo sul palco dell’Ariston e SANTA MONICAche nasce nel 2013 dall’importante collaborazione con i Calexico che si sono scoperti fan di Braschi dopo averne ascoltato i provini attraverso il produttore JD Foster.

Ritratti di Sanremo: Marianne Mirage presenta “Le canzoni fanno male”. Intervista con contributo di Caterina Caselli

Marianne Mirage

Marianne Mirage

Marianne Mirage con “Le canzoni fanno male” è tra gli otto finalisti di Sarà Sanremo e si esibirà in gara sul palco dell’Ariston nella categoria “Giovani” del Festival di Sanremo 2017. L’abbiamo incontrata negli uffici della Sugar a Milano; a darle tutto il sostegno possibile anche Caterina Caselli per un lungo e piacevole incontro informale. Ecco com’è andata.

«Marianne è venuta qui in ufficio da noi due anni fa e ci ha ammaliato. Il suo modo di fare non è da tutti. Durante il percorso intrapreso insieme, Marianne si è impegnata con tutta se stessa, ha agito con umiltà mettendosi in gioco e questo ci ha fatto capire che potevamo fare affidamento su di lei. Tutta l’azienda si sente coinvolta, crediamo molto in lei e la sua personalità ci induce a lavorare per lei con un piacere ancora maggiore. Nel suo ep abbiamo quindi raccolto due anni e mezzo di esperienze personali ma anche di conoscenza reciproca» – ha raccontato Caterina Caselli. «Visti i tanti impegni da fronteggiare ogni giorno – ha aggiunto la signora- non ho idea di come lavorino le altre case discografiche. Di sicuro noi non abbiamo cambiato il nostro metodo di lavoro: la Sugar lavora non solo sul brano ma anche sulla carriera e sul repertorio degli artisti. Per questa ragione quando abbiamo iniziato a lavorare con Marianne, lo abbiamo fatto pensando alla carriera, siamo editori-artigiani».

In effetti è particolare Marianne, con la sua inconfondibile capigliatura e quei tratti somatici così peculiari. Italiana doc, Marianne Mirage incarna lo spirito cosmopolita per eccellenza. Con il pallino per Londra e una giovinezza sdoganata da qualunque standard, Marianne Mirage ha fatto incetta di avventure per l’Europa, colleziona playlist dal taglio unico e ricercato e lavora personalmente alle musiche e a i testi del suo prossimo lavoro discografico intitolato “Le canzoni fanno male”, prodotto da Tommaso Colliva e Riccardo Damian. Nel pieno rispetto della sua poliedricità, Marianne esprime la sua creatività anche come regista dei suoi videoclip e come disegnatrice, curando anche artwork del disco e visual dei suoi concerti. La sua formula musicale è raffinata e graffiante grazie a quel pizzico di fascino grezzo che non guasta mai.

Intervista

Partiamo da “Le canzoni fanno male”: il brano scritto da Francesco Bianconi e Kaballà è una grintosa ballad soul che racconta l’amore perduto con uno sguardo obliquo e disincantato.

Questo brano non è stato scritto da me e non ho voluto metterci mano perché era già perfetto quando l’ho sentito. Bianconi è stato molto carino con me, abbiamo trascorso diversi giorni ad ascoltare musica insieme dopo questa mia interpretazione del brano. Sono convinta che da questo nascerà qualcos’altro perché ci siamo trovati veramente bene nel lavorare insieme.

In che senso hai lottato per averlo?

In verità non avevo in mente di andare a Sanremo perché avevo già pubblicato un disco e questo per me era il punto d’arrivo principale. In un secondo momento ho sentito questa canzone e ho voluto subito cantarla e fargliela avere perché me ne sono praticamente innamorata. Penso che questo brano sul palco di Sanremo sarà un pezzo importante.

Con quale spirito arrivi al Festival di Sanremo?

Spero di trovare il mio posto anche se nel frattempo sto vivendo un piccolo sogno. Sugar mi sta dando la possibilità di portare me stessa su quel palco, oggi non è così così per tutti. Molti hanno bisogno di partecipare a un talent prima di raggiungere certi traguardi ma magari nel talent può succedere che si possa essere snaturati da quello che si era originariamente. Qui si è lavorato su di me, la mia proposta è quella di chi non guarda le tendenze altrui, faccio quello che mi viene spontaneo. So che questa non sarà la strada più facile. Con questa canzone mi sento molto uomo, sarà perché è stata scritta da un uomo, sento un’energia molto forte ma non ho voluto saperne molto.

Cosa vorresti che trasparisse di te?

Spero sempre si veda la passione che metto nel mio lavoro, i miei progetti non nascono mai da soli e hanno sempre bisogno di un ottimo team che capisce il progetto e ne capisce il valore. Questo ep parla di me, canto in italiano ma, così come succedeva negli anni ’60, propongo un tipo di musica che non è prettamente italiana. Tengo a specificare questa cosa perché fin da piccola i miei ascolti si rifanno al mondo soul, al jazz, al blues.

Marianne Mirage

Marianne Mirage

Che rapporto hai con la tua famiglia?

Mio padre mi diceva spesso: “Tu non potrai mai fare la cantante perchè non sei nera”. Avevo 12 anni, componevo le mie canzoni con la chitarra poi però ho scoperto Edit Piaf, mi sono appassionata alla musica francese e ho capito che c’erano altre possibilità. I miei genitori non hanno mai guardato a me pensando all’idea di una cantante, adesso sono abbastanza emozionati ma gli ho chiesto di non venire a Sanremo perchè sono molto indipendente nelle mie cose di lavoro. La passione del viaggio l’ho ereditata proprio da mio padre, che è un pittore ma anche un velista. Anni fa aggiustava le barche a vela e poi le riportava ai proprietari con lunghe traversate in mare in cui portava anche me e mia madre. In ogni caso i miei non mi hanno mai imposto nulla.

Perché il nome d’arte Marianne Mirage?

Ho sempre pensato che sul palco si dovesse essere qualcosa di diverso rispetto a ciò che siamo nella vita reale. Mi piaceva anche rifarmi all’idea di Marianne, simbolo della libertà in Francia e poi sono fan di Marianne Faithfull.

Che ne pensi del rap?

Mi piace molto il rap, ascolto molti rapper e non a caso ho fatto un featuring con LowLow in “Io ti ammazzerei” e ci siamo trovati veramente in sintonia. Mi piace mettere insieme nelle mie canzoni i miei ascolti e penso che la musica di oggi abbia bisogno di questo tipo di miscela. Nel mio nuovo ep comunque non troverete del rap perché volevo concentrarmi sul mio lato soul.

Marianne Mirage e Caterina Caselli

Marianne Mirage e Caterina Caselli

Cosa ci dici dei tuoi studi?

Tornata da Londra volevo soltanto cantare ma mio padre mi ruppe la chitarra per spingermi a laurearmi. Oggi penso che un titolo di studio in Lettere e Filosofia abbia rappresentato un mio arricchimento personale per maturare la capacità di scrittura e la mia sensibilità, nonché la mia passione per la fotografia.

Senza dimenticare la tua esperienza di attrice…

La uso molto dal vivo, ho molta coscienza di quello che deve succedere sul palco. Ho studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia a Milano.

Per quanto riguarda la tua veste di autrice: come lavori alle tue canzoni, quali sono i temi che ti ispirano e in che modo ci lavori?

Non riesco a non essere autobiografica, è più forte di me. Tutto quello che racconto ha a che fare con quello che penso, infatti anche la canzone di Sanremo la sento come se l’avessi scritta io perché parla di me. Non ho una tecnica, a volte nasce prima la musica, altre volte nascono prima le parole, di solito nascono in inglese o in francese. Non sono solita scrivere in italiano, scrivo in inglese poi faccio tutto un lavoro di adattamento testuale. Nell’ep c’è ad esempio il brano “Corri”, scelto da Pupi Avati per un film che andrà in tv intitolato “Il fulgore di Dony”, che in realtà si chiama “Slowly”.

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Come hai lavorato con il produttore Tommaso Colliva?

Lui ha soltanto ascoltato le canzoni, non ha modificato nulla, non c’erano references. Abbiamo lavorato senza strafare e con le idee molto chiare, il nostro obiettivo era raggiungere un buon equilibrio tra la resa vocale ed il mondo musicale dentro cui volevamo mantenerci.

In “Un’altra estate” collabori con Cassandra Raffaele, un’artista molto particolare…

Sì, Cassandra è davvero molto brava, le sue canzoni sono diverse dal solito. Abbiamo legato molto, sono andata a conoscerla di persona e ci siamo trovate benissimo. Le mie canzoni hanno un percorso molto lungo, ho bisogno di conoscere realmente le persone con cui lavoro, non potrei fare diversamente.

 Come vivi il live?

Il live è la cosa più bella per me. Le canzoni vivono sul palco, è lì che si consuma la musica. Sono nata suonando per strada e con i soldi che facevo dormivo sui divani, stavo via dei mesi senza dire dov’ero e con chi ero. Vengo da una famiglia molto umile, ho fatto un milione di lavori perché non ho mai sentito l’Italia come la mia unica casa per cui per me era fondamentale viaggiare.

Raffaella Sbrescia

Francesco Gabbani: dal successo di “Amen” all’ album “Eternamente ora”. Intervista

Gabbani

Dopo aver vinto la 66° edizione del Festival di Sanremo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, Francesco Gabbani, attualmente impegnato con un tour promozionale in giro per l’Italia per presentare il suo disco  “Eternamente ora”, continua a riscuotere un grande successo di pubblico e di critica e il video di “Amen”  (http://vevo.ly/fCdDwW ), brano in programmazione su tutti i principali network radiofonici e in vetta alle classifiche airplay radio, ha già superato 2 milioni e 500 mila visualizzazioni. Ritratti di note ha incontrato il cantautore a Napoli, in occasione della promozione del disco.

Intervista

Francesco, primo a Sanremo 2016 nelle Nuove Proposte, Premio della Critica Mia Martini e Premio come Miglior Testo per la canzone “Amen”…

E chi più ne ha, più ne metta… si, è stato uno scenario incredibile, non mi aspettavo di ricevere tutti questi premi, per me hanno un doppio valore, sono un po’ una ricompensa di tutto il percorso che ho alle spalle. Oggi ho 33 anni e scrivo canzoni da quando ne avevo 12; un po’ di strada ne ho fatta e devo dire che questo è un momento fantastico.

Scrivi canzoni sin da quando eri giovanissimo, ma in realtà sei nato tra gli strumenti musicali…

Si, è proprio il caso di dirlo. Da quando sono nato e ancora tutt’oggi, mio padre possiede un negozio di strumenti musicali a Massa Carrara, la mia città. Sono nato quindi davvero tra la musica. Molte persone magari crescendo hanno un rifiuto per le cose nelle quali sono nate, per me non è stato così, anzi questo è servito a farmi capire che la musica sarebbe stata la mia forma d’espressione.

Citiamo anche Fabio Ilacqua, l’autore di “Amen”

Assolutamente, senza di lui non sarebbe nata questa canzone…

“Amen” è una canzone ed una parola che ha una duplice chiave di lettura; esprime una serena accettazione e un input al cambiamento.

Sì, proprio così, “Amen” esprime da una parte una accettazione consapevole delle cose, dall’altra parte, in maniera sarcastica, ci consiglia di fare il contrario, di impugnare le nostre vite e capire che noi stessi siamo gli artefici del nostro destino.

Oltre ad “Amen”, il disco contiene sette probabili singoli, ma io faccio il tifo in particolare per la canzone “Software”; il ritornello “Lampadina accenditi” ti entra subito nella testa…

Mi fanno piacere le tue parole, in realtà anche io sono molto legato a questa canzone; parla un po’ del rapporto che abbiamo con la tecnologia. Oggi grazie al web, ai software, alla tecnologia, abbiamo tante facilitazioni; nonostante questo lato positivo però, è anche vero che dovremmo tornare a vivere in maniera più consapevole, senza illuderci che queste cose possano farci cambiare completamente. Nella canzone dico “rimango dell’dea che serva un’idea”, ecco quello che conta sono le idee…

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Francesco, “Eternamente Ora” è un album che offre tanti spunti di riflessione…

Si, dal punto di vista musicale il sound elettronico dell’album ti fa ballare, muovere, ma dal punto di vista dei testi, offre spunti di riflessione su tante sfaccettature della nostra vita; nell’album si parla del concetto di paura sociale, del rapporto tra individualità e  collettività, ma anche di sentimenti e d’amore.

Nel disco c’è una canzone che si intitola “La Strada”. Che cosa vede Francesco Gabbani al momento sulla propria strada?…

Al momento mi cerco sulla strada, proprio come nella canzone. Ognuno di noi si cerca sulla propria strada; siamo individui perennemente in viaggio e la strada passo dopo passo ti fa capire chi sei…

Un altro pezzo dell’album che voglio citare  è “In equilibrio”, del quale è autore tuo fratello Filippo Gabbani.

Si, Filippo sarà il batterista nel tour, mi fa contemporaneamente da coautore e road manager e cosa più importante, da fratello. La canzone è stata mixata da Luca Pretolesi a Las Vegas. Devo ringraziare per questo anche il produttore artistico del disco Pat Simonini.

“Eternamente Ora” è anche un invito a “cogliere l’attimo”…

Si certo. S tratta di un invito a vivere profondamente il presente senza le paure del passato e senza preoccuparsi troppo del futuro. Viviamo pienamente il presente.

Progetti di live imminenti?…

I live dovrebbero partire a maggio. Per essere aggiornati seguitemi sui social e sul sito www.francescogabbani.com

Giuliana Galasso

Acquista su iTunes

Video: Amen

“Eternamente Ora” – Tracklist

1 La strada

2 Amen

3 Per una vita

4 Software

5 Eternamente ora

6 In equilibrio

7 Prevedibili

8 Il vento si alzerà

 

Enrico Ruggeri racconta il suo “viaggio incredibile” in attesa del tour nei teatri. Intervista

Foto Ruggeri

L’8 Marzo 2016, Ritratti di Note ha incontrato  Enrico Ruggeri a Giugliano, in provincia di Napoli, in occasione del firmacopie del nuovo album “Un viaggio incredibile”. Dopo il grande successo di pubblico e critica ottenuto al Festival di Sanremo, dove si è piazzato al 4° posto con il brano “Il Primo Amore Non Si Scorda Mai”, Enrico Ruggeri tornerà ad esibirsi live con un nuovo tour che prenderà il via il 2 aprile e vedrà al centro il progetto discografico “Un Viaggio Incredibile”: il doppio cd appena uscito composto da 9 inediti, alcuni tra i suoi più amati successi scelti dal repertorio discografico che va dal ‘86 al ’91, e 4 cover di David Bowie.

Intervista

“Un viaggio incredibile” è il tuo nuovo album, un doppio cd nel quale hai proposto nove inediti, una cover, quattro bonus track, tuo omaggio al grande David Bowie, e i tuoi successi del quinquennio 1986/1991.

Beh, finalmente qualcuno a cui non devo spiegare nulla e che ha citato perfettamente il contenuto dell’album… Si, l’album precedente “Pezzi di vita” conteneva un cd con le canzoni del quinquennio 1980/1985, quest’album  invece pezzi che vanno da “Rien ne va plus” , “Il portiere di notte” a “Quello che le donne non dicono”, “Peter Pan” e tanti altri. La cover è ‘A Canzuncella degli Alunni del Sole, la canzone che ho cantato anche a Sanremo nella serata dedicata alle cover, e che è un omaggio a Paolo Morelli, leader di questa band, che a mio avviso è stato un artista sottovalutato e forse anche un pò  dimenticato. Le quattro canzoni di David Bowie rappresentano un po’ i primi amori, quelli che non si scordano mai, per citare la canzone in gara a  Sanremo. Bowie, con Lou Reed è tra gli artisti che ho ascoltato, poi è arrivato il Punk, la voglia di cambiare e tutto questo ha influenzato me ma un po’ tutti. Nel primo cd, proprio come dicevi tu, ci sono i nove inediti, tra cui “Il primo amore non si scorda mai”.

 “Un viaggio incredibile” può essere un viaggio reale, un volo su Vienna, o un viaggio in mondi immaginati dal finestrino di una metro, come nella canzone “Il cielo di ghiaccio”.

Si, “Il cielo di ghiaccio” parla proprio di questo, di un viaggio immaginario. Io vivo in una città come Milano  proverbialmente piovosa e nebbiosa, il clima non è la cosa migliore di questa città e spesso  vedo persone con lo sguardo rivolto da un’altra parte mentre magari sono in tram o metro. In questa canzone c’è il contrasto tra questi pensieri, queste facce, e una musica un po’ caraibica. Ho immaginato persone che vogliono magari tornare nelle loro terre d’origine, Cuba, Sudamerica, Caraibi, Asia, ma non possono, magari perché lì non c’è lavoro. E poi c’è il volo su Vienna, che è un viaggio diverso; celebra una follia degli inizi del secolo; l’idea mi è venuta quando sono stato a casa di D’Annunzio, al Vittoriale, dove ho tenuto un concerto e ho visto questo aereo, fatto di  pezzi di ferro, dei tubi con dei lenzuoli, un aereo che noi non prenderemmo nemmeno per fare pochi metri. Eppure D’Annunzio, senza strumenti, è partito con  questo aereo per andare in fondo a fare uno scherzo. E’ arrivato a Vienna e ha buttato dei volantini per prendere un po’ in giro gli Austriaci che avevano perso la Prima Guerra  Mondiale, ha girato l’aereo e mentre gli sparavano è ritornato in Italia. Una grande avventura che è diventato il terreno ideale per scrivere una canzone.

Enrico Ruggeri

Enrico Ruggeri

Un’altra voce evocativa si unisce a quella di Enrico Ruggeri in questo disco; è la voce di Francesco Pannofino nella canzone “La linea di meta”.

Si, questa è una canzone sul Rugby; non che io segua il Rugby tutti i giorni, ma questo è uno sport particolare, uno sport in cui si vince tutti assieme, non ci sono grandi star, devono essere tutti forti, si deve fare fronte comune, e questa è una cosa affascinante. Avevo bisogno di una voce narrante e il mio amico Francesco Pannofino, la voce del cinema per eccellenza, è venuto a darmi una mano…

Dal 2 Aprile parte anche il tuo nuovo tour, che ti riporterà a Napoli il 19 Aprile al Teatro Delle Palme. Puoi già anticiparci qualcosa sul concerto?

Ti confesso che ancora non ho iniziato le prove, ma l’idea è presumibilmente quella di suonare le canzoni del nuovo album e le canzoni che immagini la gente voglia sentire. Devo ancora costruire il tutto ma tra pochi giorni si inizia a provare. Sarò in concerto a Napoli il 19 Aprile;  tra l’altro è anche il giorno del compleanno di mio figlio ma gli ho detto: “Napoli chiama e io devo andare”…

Enrico, non celebriamo ma citiamo l’8 Marzo. Tu hai scritto una canzone meravigliosa che è “Quello che le donne non dicono”. Dove vanno a finire le parole che le donne non dicono?…

A volte finiscono negli errori che fanno gli uomini; il mondo femminile è un mondo al quale molto spesso gli uomini non si sanno adeguare; spesso non c’è rispetto e ci sono incomprensioni che talvolta sfociano nelle tragedie. Nonostante questo, uomo e donna  sono due universi che hanno bisogno l’uno dell’altro, che devono convivere remando dalla stessa parte.

Video:Il primo amore non si scorda mai

La canzone che hai portato a Sanremo “Il primo amore non si scorda mai” parla del cambiamento, linfa vitale dell’esistenza…

Si, parla del cambiamento, del fatto che noi siamo quello che ci è capitato, quello che abbiamo vissuto: il primo amore, ma anche il primo concerto che abbiamo visto, la prima volta che abbiamo dormito fuori casa, tutta una serie di emozioni che sono poi quelle che ci hanno forgiato l’anima…

Giuliana Galasso

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Un Viaggio Incredibile – Tracklist

      CD 1

Il primo amore non si scorda mai

Il Volo su Vienna

La linea di meta

La Badante

Non c’è pace

Il cielo di ghiaccio

La nostalgia del futuro

Dopo di me

Un viaggio incredibile

‘A canzuncella

Bonus Track – Tributo a David Bowie

Life On Mars?

The Jean Genie

All The Young Dudes

Diamond Dogs

      CD 2

1) Rien ne va plus

2) Il portiere di notte

3) Non finirà

4) La canzone della verità

5) Quello che le donne non dicono

6) Giorni randagi

7) Lettera dal fronte (ta-pum)

8) I dubbi dell’amore

9) Marta che parla con Dio

10) Ti avrò

11) Punk prima di te

12) Notte di stelle

13) Trans

14) Prima del temporale

15) Peter Pan

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Queste le prime date del tour confermate: il 2 aprile a MAIOLATI SPONTINI – AN (Teatro Spontini); il 4 aprile a LEGNAGO – VR(Teatro Salieri); l’11 aprile a TORINO (Teatro Colosseo); il 19 aprile a NAPOLI (Teatro delle Palme); il 20 aprile a FIRENZE (Teatro Puccini); il 27 aprile LUGANO (Palazzo dei Congressi); il 28 aprile a BERGAMO (Teatro Creberg); il 30 aprile a MESTRE – VE (Teatro Toniolo); il 4 maggio a ROMA (Auditorium Parco della Musica); il 6 maggio a MILANO (Teatro Nazionale). Biglietti disponibili su ticketone.it e prevendite abituali.

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