Irama torna sul palco dell’Ariston per la terza volta dopo aver partecipato nel 2016 con “Cosa Resterà” nella sezione nuove proposte e nel 2019 con il brano “La Ragazza Con Il Cuore Di Latta” (Doppio disco di Platino). Irama ha pubblicato nell’estate 2020 l’EP “Crepe” (Warner Music), un lavoro che rispecchia appieno la sua ecletticità mentre al Festival di Sanremo porterà il brano intitolato “La genesi del tuo Colore”.
irama @ Nicolò Parsenziani
“La genesi del tuo colore” è un brano che rappresenta un inno alla vita. A volte, nei momenti di sofferenza, quando rischiamo di perdere tutto, nasce qualcosa dentro di noi che fa scoppiare il colore e fa tornare a scorrere la vita. Il colore per me rappresenta la vita, con le sue tante e diverse sfumature che scorrono dentro di noi come il sangue nelle vene. La canzone ha degli elementi uptempo ma il tema è malinconico. Mi ha ispirato una scena molto toccante di un video in cui un ragazzo rade i capelli alla ragazza mentre piange e subito dopo si rasa anche lui. Ho trovato questo messaggio così potente che mi ha messo freddo alle ossa, mi ha scavato dentro. Da lì sono nate le parole della canzone che, per questo motivo, possiede due anime da cogliere. Ho voluto incorniciare un uptempo con un concetto malinconico, sono sempre stato molto attratto da questo contrasto tra gioia e dolore, è un incrocio difficile, il più difficile che ci sia. La genesi del tuo colore non è nato come un brano sanremese. In generale tendo a seguire un impulso creativo, la canzone è nata a cappella, la scrittura è nata in modo spontaneo e ho pensato che potesse avere suscitare un flusso di vibrazioni sul palco di Sanremo. Con Dario (Dardust ndr) è nato un bel rapporto di stima reciproca. Quando ho iniziato a mettere giù la melodia del brano ho pensato che lui sarebbe stato in grado di racchiudere al meglio questo tipo di vibrazione. Con lui è nato un connubio sincero, abbiamo creato qualcosa che si sposa e che si abbina perfettamente.
Il brano non è di cronaca, non è condizionato dal contesto che stiamo vivendo, sono un lupo solitario, il lockdown non ha influito sul processo creativo. Pochi mesi fa sono uscito con un ep, per ora sarà solo un pezzo che aprirà un capitolo nuovo, sono in piena fase creativa e sto tracciando quello che verrà. Il brano sanremese aprirà il resto. Per il resto cerco di sopravvivere agli eventi che mi bombardano, a volte le cose mi capitano così velocemente che mi sfuggono. Il vero momento per vivere è guardarti indietro, in questi mesi difficili non mi sono mai fermato, ho continuato a creare e a lavorare molto ai progetti futuri. Mi piace pensare di superarmi nella speranza di arrivare a sempre più persone possibili. Vivo un po’ nel mio mondo. Quando ottengo dei risultati ne sono molto orgoglioso e festeggio con chi lavora con me. La parola verità è una parola chiave che ho fatto mia fin da quando ero piccolo. La grandezza della musica è arrivare, essere veri e sinceri.
Partecipare al Festival significa più consapevolezza. Noi artisti cresciamo non solo da un punto di vista artistico ma anche anagrafico. Ad oggi sento una maggiore responsabilità, il bello di chi fa arte è che ogni volta che ci si approccia a una nuova nuove esperienza, lo si fa con un’idea creativa differente. Io nel mio piccolo sto costruendo qualcosina, mi sto rimboccando ancora una volta le maniche e sento di avere tanto da dare come se fosse un nuovo inizio. Vivrò questa opportunità in modo genuino. Essendo giovane non mi guardo indietro, la percezione reale che ho io è data dalle persone che cantano una mia canzone. Da un punto di vista tecnico ho ancora tanto da dimostrare, ci sarà ancora tanto da imparare e raccontare ancora”.
Irama tornerà dal vivo nei palazzetti per due date speciali prodotte da Vivo Concerti:
Sabato 9 ottobre 2021 || Roma @ Palazzo dello Sport
Mercoledì 27 ottobre 2021 || Assago (MI) @ Mediolanum Forum
I biglietti sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali.
Alla 69esima edizione del Festival di Sanremo, Motta presenta “Dov’è l’Italia”, brano scritto e composto interamente da lui. Disincanto, smarrimento e perdizione fanno capolino all’interno di un testo intenso e dirompente.
Motta, coerente e fedele alla sua poetica, non ha mai avuto il timore di schierarsi, e ha deciso di portare al Festival di Sanremo un brano che nasce dall’urgenza di raccontare il disorientamento di fronte a quello che sta accadendo oggi nel suo Paese e il timore che si possano perdere i principi di umanità e civiltà che dovrebbero costituire le fondamenta per una convivenza possibile.
Dopo essersi aggiudicato il premio per il miglior duetto insieme a Nada a Sanremo, l’artista prosegue la sua strada all’insegna della verità e dell’impegno sia artistico che civile.
Qui la videointervista completa a cura di: Raffaella Sbrescia
Dario Faini, in arte Dardust, è Direttore d’orchestra a Sanremo 2019 con Mahmood, in gara con “Soldi”. In queste ore Mahmood ha ricevuto anche il Premio Enzo Jannacci di NUOVOIMAIE, il riconoscimento dedicato alla migliore interpretazione tra i vincitori di Sanremo Giovani. Cogliamo l’occasione per incontrare Dario che, tra l’altro è autore di spicco all’interno del panorama musicale italiano, compositore di brani inediti e produttore artistico (solo per citare uno degli ultimi lavori, nominiamo “Love” dei The Giornalisti.
Qui una approfondita videointervista a cura di: Raffaella Sbrescia
In gara al Festival di Sanremo 2018 con il brano “Il mondo prima di te”, scritto insieme a Davide Simonetta e Alessandro Raina, Annalisa vive una nuova fase artistica a ridosso dell’uscita del nuovo album di inediti “Bye Bye” che vedrà la luce il prossimo 16 febbraio. L’album è prodotto da Michele Canova su etichetta Warner Music e contiene 13 canzoni che rappresentano un saluto grato al passato. D’altronde il primo singolo “Direzione la vita” parlava già chiaro a questo proposito. Ogni traccia testimonia, in sintesi, un capitolo di un cambiamento sia esistenziale che artistico che Annalisa dichiara di stare vivendo.
Intervista
Sul palco del Festival hai mostrato una nuova veste di te stessa. Come motiveresti questa scelta?
Sto crescendo, sto cambiando e continuerò a farlo. Mi piace che quello che faccio artisticamente rispecchi il mio cambiamento umano. Più in generale, mi sento più forte, più scura, più donna.
Come ti sei accorta di questa transizione?
Sono alla fine di un ciclo della mia vita. MI sono riscoperta diversa, ho capito che ho cambiato modo di pensare e di esprimermi. Scelgo parole diverse per raccontare, vivo tutto in modo molto più tranquillo, più maturo, mi sento completa adesso. Probabilmente sarà un fatto legato all’età che vivo.
Come hai lasciato che tutto questo confluisse nel nuovo album?
Il senso del mio nuovo disco è racchiuso nel fatto che mi sono resa conto di voler salutare in modo grato le mie esperienze fatte prima, ora è il momento di partire e vedere cosa mi riserva il futuro.
Come stai vivendo questa avventura sanremese?
Il Regolamento di quest’anni ci consente di esibirci di più. Mi sento parte di qualcosa di bello, le mie alte aspettative non sono state disattese.
Stasera duetterai con Michele Bravi. Come mai hai scelto lui?
Sono felice di cantare con Michele perchè sto molto bene con lui, non ved l’ora di farvi sentire la nostra versione de “Il mondo prima di te”.
Raffaella Sbrescia
A maggio Annalisa sarà in concerto con due anteprime live del suo “Bye Bye live” il 10 maggio a Roma (Atlantico Live) e il 14 maggio a Milano (Alcatraz). I biglietti sono disponibili su Ticketone e presso i punti di vendita e prevendite abituali. Per maggiori informazioni: www.fepgroup.it.
Track List:
1. Bye Bye
2. Direzione La Vita
3. Il mondo prima di te
4. Bianco nero e grigio
5. Le parole non mentono
6. Un domani (feat. Mr.Rain)
7. Illuminami
8. Ogni festa
9. Dimenticherai
10. Il prossimo weekend
11. Specchio
12. Superare
13. Dov’è che si va
Renzo Rubino è tornato sul palco dell’Ariston con “Custodire” brano nel quale immagina due genitori che, dopo anni di silenzi e incomprensioni, si ritrovano a dialogare, soli in una stanza. Il brano, scritto musica e testo da Rubino, è stato prodotto da Giuliano Sangiorgi.
“Custodire”, insieme ad un secondo brano inedito dal titolo “Difficile”, sarà contenuto nel repack del suo ultimo lavoro “Il Gelato dopo il Mare” (Warner Music) in uscita venerdì 9 febbraio e prodotto da Taketo Gohara. Un lavoro molto privato, in una dimensione musicale ricca che nei suoi contrasti cromatici suona come un inno alla vita, e nei testi tra dinamismo emotivo e vena letteraria.
Intervista a Renzo Rubino
Raffaella Sbrescia
In occasione dell’uscita del disco, Renzo Rubino sarà impegnato con un tour instore. Queste le prime date confermate:
13 febbraio – Roma – Feltrinelli via Appia Nuova – ore 18:00
14 febbraio – Bari – Feltrinelli di via Melo – 14/02 – ore 18:30
15 febbraio – Lecce 1 – Feltrinelli di via Templari – ore18:30
16 febbraio – Napoli – Mondadori di Piazza Vanvitelli – ore 18:30
21 febbraio – Milano – Feltrinelli di piazza Duomo21/02 – ore 18:30
Il nuovo tour, organizzato da OTRlive, prenderà il via a maggio. Rubino sarà in concerto il 21 maggio a Roma, all’Auditorium Parco della Musica (Sala Sinopoli ), e il 24 maggio a Milano al Teatro Dal Verme. I biglietti dei concerti saranno disponibili da oggi in prevendita su www.ticketone.it. A breve verranno rese note le altre date del tour.
Esce domani “Peter Pan” il nuovo album di inediti di Ultimo, all’anagrafe Niccolò Moriconi, classe 1996. Il vincitore del Premio Lunezia 2018 pubblicherà un lavoro contenente 15 brani inediti, oltre a “Il ballo delle incertezze” (brano in gara al Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte), che risalta e analizza le fragilità dell’uomo.
Intervista Cosa proporrai al tuo pubblico con il nuovo album “Peter Pan”?
“Peter Pan” è un album introspettivo con un sound cantautorale. Ero uscito con “Pianieti” ad ottobre ma un repack sembrava riduttivo, in poco tempo ho scritto altri 16 brani e li ho registrati. Il disco parte da fuori per arrivare dentro, si basa sulle cose che le persone non hanno e che vorrebbero avere. Questo lavoro mette in evidenza la mia parte cantautorale, ci sono infatti diverse imperfezioni vocali perchè cerco di rendere la musica non macchinosa. Metto l’istinto musicale al primo posto.
Cos’è un cantautorap?
Ho sempre fatto uno studio classico della musica per poi arrivare ad ascoltare l’hip hop, un genere che merita rispetto. Ho fatto un cocktail per creare un ibrido. Peter Pan sarà molto più cantautorale che pop, ci sono tante nuove sfaccettature da scoprire. L’empatia che cerco di instaurare con chi mi ascolta nasce dalla voglia di creare un vestito che possa essere indossabile da molti. La musica va indossata e capita.
Che ruolo ha la fantasia nelle tue canzoni?
La fantasia è una risorsa spesso sottovalutata, l’immaginazione è l’unica forza che ci rimane. Nella musica c’è la possibilità di evadere, scappare dalla quotidianità.
Da cosa nasce questo nome d’arte?
Ultimo è una condizione che vivo, qualcosa che mi porto dentro più che un nome d’ arte. Sono molto fragile come persona però della mia musica sono molto sicuro. Come sicuro sono del fatto che nelle mie canzoni troverete sempre cose che scrivo e che curo io in prima persona. Sono davvero molto pignolo!
Mirkoeilcane, all’anagrafe Mirko Mancini, già vincitore del Premio Bindi e di Musicultura 2017, dal 6 al 10 febbraio sarà in gara per la 68° edizione del Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” con il brano “Stiamo tutti bene”, prodotto da Steve Lyon (già produttore di Paul McCartney, Depeche Mode, The Cure). In questi giorni che precedono il festival della musica italiana, il cantautore romano è stato selezionato tra i tre finalisti del Premio Enzo Iannacci del NuovoImaie, il riconoscimento dedicato alla migliore interpretazione per la categoria Nuove Proposte al 68° Festival di Sanremo.
Mirkoeilcane canta, con tono narrante, il racconto tratto da una storia vera di un bambino migrante evocando l’innocenza di uno sguardo che non ha abbastanza strumenti per capire ma inizia a comprendere la realtà che gli si svela davanti.
Intervista Ciao Mirko, il testo del tuo brano è di grande impatto emotivo. In verità il tuo obiettivo artistico si discosta dal forte legame con l’attualità.
Faccio fede alla musica d’autore. Visto chene sono io stesso un grande appassionato, mi piacerebbe se potesse tornare in auge. Trovo che una canzone per definirsi tale debba avere un messaggio, un testo scritto in una forma bella e compiuta. Il senso è raccontare una storia dall’inizio alla fine altrimenti non si parla di canzoni ma di “cose per accompagnare lo shopping”.
A proposito di racconto, la tua è una canzone parlata. Ti sei chiesto come possa accogliere il pubblico questa tipologia di forma canzone?
Ero perplesso nel proporre questo tipo di canzone in effetti. Il fatto è che il tema portante del brano richiedeva una forma diversa dalla canzone normale. Avevo bisogno di trattare una questione delicata, raccontandola nei dettagli per evitare di sfociare nelle banalità e negli stereotipi imperanti.
Che posto avrà questa forma canzone nell’album di prossima uscita “Secondo me”?
Mi prodigo sempre di scrivere canzoni parlate perchè mi piace l’idea di poter inserire le parole di cui ho bisogno nelle canzoni. Mi trovo molto a mio agio anche se certamente tutto questo va a discapito della radiofonicità di ciò che scrivo.
Qual è il modo migliore per riuscire ad entrare in connessione con il tuo mondo?
Amo suonare dal vivo e guardare le persone negli occhi, anche se la radio è decisiva nel sancire certe dinamiche di mercato, una volta che le persone ti conoscono e ti seguono, il ritornello catchy diventa una cosa a sè stante.
Video: Stiamo tutti bene
Com’è Mirko nella vita di tutti i giorni?
Provo a circondarmi di persone come me che si soffermano sulle cose e sui piccoli dettagli. Sarà difficile vedermi in discoteca. Il mio divertimento sta nel parlare, nello scoprire, nel conoscere le storie delle persone, nel chiacchierare di fronte a un bicchiere. Mi piace l’idea che ci sia uno scambio umano tra le persone.
Da venerdì 9 febbraio sarà disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e in tutte le piattaforme streaming “Secondo Me”, il tuo secondo album. Cosa ci troveremo al suo interno?
Mi rammarico di fronte a tanta superficialità in giro. Sia chiaro, non sono nessun professore, anche io ho lo smartphone e gioco ai videogicohi con gli amici, non mi piace però vedere che tante persone vivano in funzione di queste cose, lo ritengo uno spreco. Ci sono talmente tanti interessi, così tanta arte chiusa in qualche museo che invece meriterebbe di essere vissuta. Nelle mie canzoni cerco di portare avanti un modo per vivere la vita con più significato.
Leonardo Monteiro, in gara alla 68° edizione del Festival di Sanremo nella sezione “Nuove Proposte” , porta sul palco del Teatro Ariston il brano “Bianca”(Nar International), scritto da Vladi Tosetto. Ballerino, figlio di ballerini, Leonardo ha la musica nel sangue ma sente che solo attraverso il canto, le sue emozioni possono essere trasmesse e condivise al meglio.
Intervista
Visto che il tuo percorso è molto variegato e ti avvicina all’arte in più modi, chi è oggi Leonardo e come si presenterà al pubblico sanremese?
Il presente è il momento in cui cerco di focalizzarmi di più. Spesso viviamo pensando al passato o mirando al futuro perdendoci il qui e ora. Per quanto mi riguarda sono sempre lo stesso di prima, spesso esperienze importanti possono cambiare drasticamente una persona, io sono felicissimo di far parte del Festival di Sanremo, il palco dell’Ariston è un palco importantissimo però c’è una cosa che mi son detto: evolversi è giusto ma io voglio sempre rimanere me stesso. Non sarà una telecamera a cambiarmi, io sono una persona semplice, tranquilla, che ama l’essere umano. L’incontro umano è la chiave di tutto.
La danza ti ha portato molto, sia dal punto di vista umano che professionale, sui grandi palchi come il Teatro alla Scala di Milano e altri importanti palcoscenici all’estero. Come mai hai spostato il tuo focus sul canto?
Esco da una comunità educativa per ballare a La Scala di Milano, quando ero ragazzo ero spesso vittima di bullismo . Tutto quello che ho vissuto in quel periodo mi ha fatto scattare dentro la voglia di vivere qualcosa di più grande. Ho iniziato a studiare danza a Montecatini, ho fatto un provino per entrare a La Scala e ho ballato per alcuni anni lì, volevo provare poi il mondo della televisione. Effettivamente ho riscontrato che si trattava di un mondo completamente diverso anche se si trattava pur sempre di spettacolo. Amici è stata un’esperienza di grande crescita, subito dopo sono andato all’estero. Ballavo certo, ma ho sempre avuto un grande amore per il canto. Vivevo ad Harlem , in cui c’erano tantissime Chiese Gospel. Succedeva quindi che tornavo dalla compagnia di danza e mi lasciavo trascinare da quel mondo. A New York ho raggiunto il massimo della mia soddisfazione personale come ballerino nel mio piccolo, quindi mi son detto che potevo accostare per un po’ la danza e dedicarmi al 100% alla musica. Ho voluto tornare in Italia perchè mi mancava, ho studiato canto e pianoforte, ho formato due band esibendomi nei club di Milano, ho fatto il solista in un coro gospel e poi è arrivata l’avventura di Sanremo.
Due band?
Sì i White Corner sono stati il mio o gruppo, mi esibevo insieme a 5 ragazzi: Steve, Marco Arrighi, Matteo Fratocchi, Dario Cassaro e Antonio Bove. Abbiamo girato i locali di Milano, era un periodo nuovo, non avevo mai fatto concerti con altri musicisti, ho vissuto il periodo rock della mia vita,. La seconda band era più seria, si chiamava Five for Funk, suonavamo con più gavetta alle spalle, erano tutti musicisti professionisti. Lavorare con una band mi ha insegnato che avere dei musicisti alle spalle per me è fondamentale, mi dà la possibilità di esprimermi al completo.
Come si passa dalla danza al canto?
Anche da ragazzo volevo cantare però fare una scuola importante quella de La Scala ti porta a dire: “ormai sono qui, vado avanti”. Quando poi ho cominciato a crescere come musicista, ho capito che il modo in cui riesco ad esprimere meglio le mie emozioni è il canto. Spero che il pubblico lo recepisca insieme a me.
Quindi possiamo dire che hai scelto?
Sì, assolutamente. La danza avrà sempre un posto nel mio cuore però il canto è il massimo per me.
Senti di poterti proporre anche come autore?
Certo, scrivo e compongo. Lo studio del pianoforte è nato proprio per comporre dei brani miei che troverete nell’album che uscirà dopo il Festival.
Video: Bianca
Perchè al Festival di Sanremo hai scelto di proporti da interprete?
Durante i provini di Area Sanremo ho avuto l’onore di conoscere Vladi Tosetto che è anche l’autore di “Come saprei” (Giorgia). Mi sono sentito onorato del fatto che si sia fidato di me. Mi piace l’idea di far sentire al pubblico le cose che ho da raccontare, sia dal punto di vista musicale che testuale, però mi è sempre piaciuto anche interpretare e dare vita alle cose scritte da altre persone. L’interpretazione può essere di grande impatto emotivo.
Ascoltando il brano “Bianca” si sente comunque la tua impronta black.
“Bianca” parla della storia di due persone che si lasciano a causa di un tradimento. Ho scelto questo brano perchè mi dava la possibilità di inserire il mio mondo musicale e perchè dava spazio ad un messaggio di speranza e possibilismo: le ferite hanno bisogno di tempo per essere rimarginate, subito dopo però rimangono le cose belle. Mi piace vedere l’aspetto positivo delle cose, ribaltarne i lati negativi.
Come vivi il rapporto con la tua vocal coach Dariana Koumanova?
Ci siao conosciuti alla fine dell’estate durante un mio periodo down. Alcuni amici mi hanno sostenuto e incoraggiato. Dariana è violinista da 20 anni, io e lei abbiamo un rapporto molto inteso anche se non ci conosciamo da molto tempo. Sono contento che lei mi diriga perchè è bravissima e ha alle spalle una grande gavetta musicale. Quando ho fatto le prove con l’orchestra di Sanremo per me è stato pietrificante, non ci volevo credere quasi. Un’emozione indimenticabile. Nel mio futuro prossimo spero di fare più concerti possibili, per me sarà fondamentale guardare negli occhi le persone che verrano con la voglia di ascoltarmi.
Sì, lo sappiamo. Nessuno crede veramente al fatto che gli Elio e le Storie Tese si scioglieranno per davvero. Saranno almeno due anni che annunciano un concerto d’addio ma stavolta pare proprio che sia così. D’altronde, attenzione, sciogliersi non vuol dire smettere di esistere e in questo i Pooh insegnano (eccome).
Alla vigilia del concerto al Mediolanum Forum di Milano, previsto per domani 19 dicembre, (sold out in prevendita), gli Elii hanno indetto una conferenza stampa per mettere le cose in chiaro e delineare in maniera più nitida i loro prossimi mesi.
«Lo scorso marzo 2017, da un palco di un teatro di Londra, abbiamo annunciato il nostro scioglimento per vari scazzi occorsi durante il tour. Nessuno ci ha filato mesi, poi la notizia è stata ripresa da Le Iene e siamo improvvisamente stati inondati dall’affetto di chiunque. A dispetto di quanto annunciato, dunque, quando F&P, nella persona di Ferdinando Salzano, ci ha proposto di suonare per altre date, abbiamo accettato di buon grado. Giacchè ci siam sempre contraddistinti per un grande rispetto nei riguardi dei nostri fan, specifichiamo che per tutti coloro che hanno acquistato un biglietto per la data del Forum, potranno riutilizzarlo (gratuitamente) per venirci a sentire anche nella rispettiva città in cui saremo in tour prossimamente».
Rispondono piccati e per le rime gli Elii a chi insinua che questo annuncio sia un fake. D’altronde è plausibile che un caso tanto unico quanto originale come il loro giunga ad una sorta di capolinea per fare spazio a nuove idee. In ogni caso il percorso di commiato di Elio e soci non sarà affatto breve. Oltre ai concerti (da consumarsi entro e non oltre il 30 giugno 2018), la band parteciperà al prossimo Festival di Sanremo con il brano intitolato “Arrivedorci”: «La chiamata è arrivata direttamente da Claudio Baglioni che ci ha chiesto di presentare una canzone pochissimi giorni fa. Abbiamo preparato il pezzo davvero in poco tempo. Ci piace l’idea di salutare il pubblico da un palco importante come quello di Sanremo a cui siamo molto affezionati. La nostra è una storia molto originale, sicuramente strana ma altrettanto unica. Volevamo evidenziare questi aspetti davanti ad un grande pubblico, anche quello che non ci segue. Non siamo in credito con il festival, arrivare al secondo posto per 2 volte è stato un errore del pubblico, noi andiamo lì per fare cose strane, ci piace stare su quel palco, questa qui è una bella occasione per scrivere fine a una bellissima storia, magari potrà non piacervi, ma è sicuramente unica». Questo è quanto spiegano gli Elii che sottolineano: «La band è in grande forma, abbiamo una forte potenza comunicativa, vorremmo lasciare intatta la fotografia di artisti e musicisti ancora in grado di tenere il palco al massimo della forma». E proprio a questo proposito, in merito alla mancanza di eredi, dichiarano: «Il fatto di suonare sul palco cose difficili è roba in estinzione, inventarsi cose complicate solo per il gusto di farlo non è un fatto frequente. Ci sarebbe da lavorare nelle scuole per aggiustare il tiro. Sembra un discorso da vecchi ma è la pura verità».
Non solo Sanremo in programma, in ogni caso, gl Elii hanno in cantiere anche un album: «Non siamo mai stati organizzanti tanto da pensare cosa sarebbe arrivato poi. Stiamo incidendo da un po’ di tempo una serie di cose che ci piacciono. Faremo le cose nel nostro stile ma non vi anticipiamo nulla per non rovinarvi la sorpresa». A proposito di effetto wow c’è da aspettarsi grandi cose per il concerto di domani sera: «Il concerto sarà veramente lungo, chi verrà a sentirci farà il pieno di note, il piatto musicale sarà completo di caffè e ammazza caffè».
Se tutto andrà bene, non c’è da escludere il finalone allo Stadio San Siro: «Ci piacerebbe fare una data molto speciale, grazie del suggerimento!».
Raffaella Sbrescia
Dal 20 aprile saranno in tour in tutta Italia con il Tour d’Addio, per raggiungere tutti i fan che non sono riusciti a partecipare al Concerto d’Addio.
Queste le date: 20 aprile al Pala George di Montichiari (BS), 21 aprile alla Kioene Arena di Padova, 3 maggio al Pala Alpitour di Torino, 5 maggio al Nelson Mandela Forum di Firenze, 8 maggio all’RDS Stadium di Genova, 10 maggio all’Unipol Arena di Bologna, 12 maggio al Pala Lottomatica di Roma, 14 maggio al Palapartenope di Napoli, 17 maggio al Pal’Art Hotel di Acireale (CT), 19 maggio al Pala Florio di Bari e 23 maggio all’RDS Stadium di Rimini
I biglietti in prevendita saranno disponibili online su Ticketone.it da mercoledì 20 dicembre dalle ore 16.00 e nelle prevendite abituali da venerdì 22 dicembre dalle ore 16.00.
“Il secondo cuore” è il nuovo album di inediti di Paola Turci. Prodotto da Luca Chiaravalli su etichetta Warner Music Italy, il nuovo progetto discografico della cantautrice romana arriva dopo la trionfale partecipazione della cantautrice romana al 67esimo Festival di Sanremo e rispecchia un momento molto bello della sua vita. Le 11 tracce realizzate in co-scrittura con Giulia Ananìa, Marta Venturini, Fabio Ilacqua, Niccolò Agliardi, Enzo Avitabile, lo stesso Chiaravalli e Fink testimoniano una lavorazione fatta di incontri felici e ispirati. Paola Turci fa pace con la parte più inquieta di sé, si lascia finalmente andare e ce lo racconta lei stessa.
Intervista Ciao Paola, il tuo ritorno discografico è tra i più attesi di questa stagione. Come ti senti?
Questo è il disco che non ho mai fatto, è il frutto della realizzazione di me stessa. La musica mi riappacifica con me stessa, mi dà stimoli nuovi. Questo è un album di co-scrittura, un ‘esperienza che mi fa sentire forte, che mi ha permesso di avere un confronto affermando anche me stessa al contempo. Prima avevo difficoltà nell’affrontare persone, pensieri, caratteri, personalità diverse da me. Qui ho avuto la fortuna di avere confronti molto aperti, gentili, costruttivi con persone che mi amano e che mi vogliono bene. Uscita dal limbo e presa di coscienza sono i movimenti che fanno da filo conduttore un po’ a tutti i brani di questo album. In ogni canzone c’è la mia storia, mi sono finalmente lasciata andare, ho riaperto le chiusure, ho superato le paure che avevo nello scrivere. Insomma questo è un disco felice che afferma il mio stato d’animo, la mia situazione attuale.
Tutto nasce dalla tua prima canzone in dialetto “Ma dimme te”
Sì, questa è la prima canzone che ho realizzato per questo disco ed è anche la miccia che ha acceso il tutto. Quando ho ritrovato la Warner Chapell, mi sono stati fatti i nomi di alcuni autori con cui poter lavorare e mi sono scoperta subito entusiasta di lavorare in co-scrittura. Nello specifico ho lavorato con Giulia Ananìa e Marta Venturini. Visto che Giulia abita vicino a casa mia, un giorno mi è venuta a prendere a casa e, mentre ero in macchina con lei per andare in studio, abbiamo cominciato a parlare dell’idea di scrivere una canzone in romanesco, si trattava di una cosa che volevo fare da diverso tempo. Ho pensato a Gabriella Ferri, Anna Magnani, Chavela Vargas, quindi ci siamo messe a scrivere. Io ero con la mia chitarra, lei era al pc e in un paio d’ore è venuta fuori questa canzone che ho subito cantato e registrato. Ero un fiume in piena, sono partita da un semplice la minore, così come si sente nel disco. Questa canzone rappresenta un po’ quello che è per me la musica: impatto emotivo fortissimo, un rapporto viscerale con le mie radici. Scriverla è stato facile perché ho attinto alla vita, ad un’icona che mi ricorda mia nonna, a quel tipo di donna forte che ha sofferto nella vita. La canzone è nata da una poesia di Giulia Anania, intitolata “L’amore è un accollo” e subito mi sono immaginata un interlocutore, ho pensato a un rappresentante della romanità con un fascino di quelli da playboy e ho subito contattato Marco Giallini perché secondo me era perfetto.
Un ruolo chiave l’ha svolto Luca Chiaravalli…
Luca Chiaravalli è stata la scoperta della mia vita, ha una vitalità, un’energia, una gioia di vivere che mi hanno contagiata. Ci siamo parlati tantissimo e ci siamo sentiti molto uniti. Ho sempre amato le persone che hanno fatto delle loro difficoltà un punto di forza, le persone grate alla vita, Luca è così e anche io sono così. Penso che tutto quello che arriverà da adesso in poi sarà un grande regalo. Per ora aver fatto pace con la me più inquieta è un grande regalo. In questo disco ho cantato come non ho mai cantato, ci siamo emozionati insieme, è stato un incanto dopo l’altro, non smettevamo di sorprenderci di come stessero venendo fuori queste canzoni dirompenti anche per noi.
In che senso hai cantato come non hai mai fatto?
Luca ha messo in evidenza quella parte di me che è emersa quando ho cantato “Ma dimme te”. La prima volta che ho cantato “Fatti bella per te” nella tonalità che ha scelto lui temevo mi andasse via la voce, il giorno dopo in uno studio affittato al volo di domenica a Roma, ho cantato con poca voce ma Luca era felicissimo e quella voce è rimasta. Nel disco ci sono molte take che hanno una voce alla buona la prima.
Paola Turci ph Luisa Carcavale
Cosa ci racconti di “Ci siamo fatti tanti sogni” scritta insieme a Diego Calvetti?
Questa canzone mi ha sorpreso molto perché voleva raccontare una cosa ma ha finito per raccontarne un’altra. Il fulcro è una storia che non riusciva a risolversi e che ho vissuto in prima persona. Con Calvetti l’idea iniziale era più legata al sociale.
Come mai hai scelto di inserire la cover di “Un’emozione da poco” anche nell’album?
Questa canzone mi è venuta in mente dopo “Fatti bella per te”, ho pensato a una canzone che avesse grinta, che fosse struggente ma che mi permettesse anche di esprimere le mie capacità interpretative. Canto spesso certe canzoni che uno non si aspetta che io canti.
Sfrecciano i ricordi tra grovigli di emozioni nel testo de “La vita che ho deciso”…
Questa canzone è dedicata alla musica e ripercorre un po’ delle immagini di me piccola, di me in crescita. Man mano che scorrono le immagini il cuore e fulcro di tutto rimane sempre la musica. La musica davanti al mare di Porto Ercole, la spiaggia dove sono sempre andata, dove ho cominciato a suonare è un’immagine che mi porto dentro ed è la più bella che ho, quella che mi fa sognare davvero.
Una delle canzoni più vicine alla tua storia è “Combinazioni”
Dopo anni io e Niccolò Agliardi siamo riusciti a scrivere insieme. Lo conosco fin dai miei esordi, veniva ai miei concerti e poi diventato un grande autore. Stavolta ha fatto centro probabilmente grazie al libro che ho scritto e alla storia che ho reso pubblica. Nel testo ci sono dei precisi rimandi alla mia vita tra imprevisti, coincidenze e sliding doors.
Come è nata la collaborazione con Fink?
Questa è l’ultima canzone che abbiamo scritto in questo disco. Anche qui c’è stata una combinazione felice: ho conosciuto Fink un paio di anni fa, l’ho visto in concerto a Roma, sono andata a salutarlo in camerino e in quell’occasione mi ha proposto anche di fare qualcosa insieme chiedendomi se cantavo anche in inglese. Successivamente ho fatto un disco antologico quindi ho lasciato stare fino a quando un giorno in studio Luca Chiaravalli mi ha parlato proprio di lui. Un attimo dopo ho scritto a Fink proponendogli di venire a Roma per un paio di giorni per provare a fare qualcosa insieme liberamente. Lui ha subito accettato, è arrivato in studio e abbiamo cominciato a scrivere il pezzo firmandolo in 4. Sublime è un aggettivo altissimo che a me fa molto effetto.
A proposito di incontri, molto importante è stato quello con Enzo Avitabile
L’incontro con Avitabile è stato determinante perché ha fatto sì la mia più grande passione diventasse il titolo del disco che è tratto proprio dal suo testo “Nel mio secondo cuore”. Dopo i miei esordi, io ed Enzo ci eravamo persi, gli scrissi un tweet quando ascoltai “Lotto infinito”, lui lo lesse e mi cercò dichiarandomi la sua stima; un fatto reciproco che ci ha dato la voglia di fare le cose insieme. Questo, per noi, è un anello di congiunzione.
Cosa è cambiato all’interno del tuo percorso?
Tutto è successo in un breve lasso di tempo che a me è sembrato lunghissimo. La scrittura del libro “Mi amerò lo stesso” mi ha aperto una nuova prospettiva. Poi il ritorno in scena con il monologo ha segnato l’avvio di un vero e proprio percorso.
Qual è stato l’ostacolo più grande per te?
Togliermi i capelli dalla faccia. Nascondermi mi ha fatto soffrire fino a quando non ho trovato il coraggio di dichiararlo.
Come hai vissuto questo Festival di Sanremo?
Quando scrivi una canzone è inevitabile che il punto di partenza sia l’autoriferimento. “Fatti bella per te” contiene un messaggio preciso, mostra il mio sentire e il mio essere. Sarà per questo che il pubblico ha recepito in maniera forte la mia credibilità, la mia storia sostiene la canzone, in ogni caso non mi aspettavo una reazione così forte e così bella. A Sanremo ero molto concentrata. Ho voluto godermi il momento e fare le cose al meglio per poter trasmettere questo mio momento di equilibrio. A 53 anni mi sento più a fuoco, più forte e più leggera di prima.
Il prossimo 11 aprile ti esibirai sul palco del Teatro Manzoni a Bologna, a favore della Fondazione Francesca Rava NPH Italia insieme a Paolo Fresu. Cosa stai preparando?
Ho incontrato la Fondazione grazie a mia sorella Francesca che opera da anni al suo interno. Mi ha portato 3 volte ad Haiti e ogni volta che mi chiede di fare qualcosa, rispondo sempre con grande slancio. Stavolta abbiamo coinvolto anche Fresu. Mentre 4 anni fa facemmo un concerto a Firenze improvvisando tutto il tempo, questa volta faremo qualcosa di più strutturato. Paolo ha un grande cuore, è venuto anche lui ad Haiti e faremo qualcosa di molto speciale.
Come ti trovi a cantare senza chitarra?
La chitarra è sempre stata la mia coperta di Linus. Ai primi tempi della mia carriera quando suonavo senza strumento mi sentivo agitata, mi muovevo in continuazione, oggi invece sento tanta forza e, anche da ferma, percepisco una carica che mi travolge e che mi spinge verso il pubblico. Non vedo l’ora di suonare sul palco e sprigionare tutta questa intensità.
Raffaella Sbrescia
Dal 31 marzo Paola Turci incontrerà i fan negli store delle principali città italiane : il31 Marzo a ROMA (Feltrinelli, Via Appia Nuova, 427 – h. 18.00), l’1 Aprile a FIRENZE (Feltrinelli Red, Piazza della Repubblica – h. 17.00); il 2 Aprile a BOLOGNA (Mondadori, Via Massimo D’Azeglio, 34,a – h. 18.00), il3 Aprile a TORINO (Mondadori, Via Monte di Pietà, 2 ang. Via Roma – h. 18.00); il 4 Aprile a MILANO(Feltrinelli, Piazza Piemonte, 2 – h. 18.30); il 5 Aprile a NAPOLI (Feltrinelli, Piazza dei Martiri – h. 18.00); il 6 Aprile a BARI (Feltrinelli, Via Melo, 119 – h. 18.30); e il 7 Aprile a PALERMO (Mondadori – Via Ruggero Settimo, 16 -h. 18.00).
Da maggio Paola Turci sarà in tour per importanti eventi live:
SABATO 6 MAGGIO – TODI – Teatro Comunale (data zero)
MARTEDI’ 9 MAGGIO – Roma, Auditorium Parco della Musica
MARTEDI’ 16 MAGGIO – Fermo, Teatro Dell’Aquila
MERCOLEDI’ 17 MAGGIO – Trento, Auditorium Santa Chiara
LUNEDI’ 22 MAGGIO – Milano, Auditorium La Verdi -Fondazione Cariplo
MARTEDI’ 23 MAGGIO – Reggio Emilia, Teatro Valli
MERCOLEDI’ 24 MAGGIO – Vicenza, Teatro Comunale
DOMENICA 2 LUGLIO – Torino, Festival d’Estate c/o Piazzetta Reale
VENERDI’ 11 AGOSTO – Marina di Pietrasanta (LU), Teatro La Versiliana
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Per altre infoclicca qui . Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok