“Figli di nessuno” è il decimo album di inediti di Fabrizio Moro. Un album diretto e senza filtri in cui l’artista ha voluto esprimersi ancora una volta in tutta la propria sincerità esponendo la propria sfera più intima. Un disco scritto e prodotto in pochi mesi, durante i quali Fabrizio e i suoi musicisti hanno avuto modo di restare chiusi in studio a curare ogni dettaglio relativo alla costruzione di arrangiamenti ricchi di richiami e influenze musicali . L’antifona era già stata subito chiara con il singolo di lancio “Ho bisogno di credere”: oggi non mi spezzo e non abbasso mai lo sguardo e se sono così forte lo devo solo al mio passato, ho fede in te e ho fede nel colore. Questo suo modo di scrivere in modo urgente, necessario, arrabbiato convive dunque con la speranza, la fiducia, la forza di volontà. Fabrizio spera, crede, rivela, risana, scava e scova a fondo nel passato, nelle cose, nelle persone e sopratutto non dimentica. Ogni frame della vita diventa risorsa a cui fare riferimento quando lo si ritiene più necessario. Fabrizio Moro è e rimane un combattente, l’artefice della propria salvezza, un uomo che nel suo essere rimasto coerente ha saputo mantenere intatta la propria sensibilità e la propria creatività senza mai scendere a compromessi. La sua attitudine rock continua a esistere e svilupparsi anche in “Figli di nessuno” ed è proprio qui che sgorga la sua voglia di rivalsa, di dimostrare a chi lo ha umiliato, disprezzato, ostacolato. Fabrizio ce l’ha fatta e ci svela che gli artefici della nostra salvezza siamo proprio noi stessi.
Tra i brani più importanti del disco c’è “Filo d’erba” dedicata a suo figlio Libero: un brano tanto intenso quando scomodo per Fabrizio che ammette la sua responsabilità nei confronti delle fragilità di un bambino che vive la separazione dei genitori. Un modo per mettere a nudo certe verità che fanno male ma che al contempo possono rappresentare un punto fermo da cui ripartire. C’è poi “Non mi sta bene niente”, un brano manifesto, molto vicino alla descrizione di una personalità complessa, irrequieta, genuina e autentica come la sua. La piccola perla del disco è il brano “Me ‘nnamoravo de te”, un capolavoro di testo e poesia in cui il punto di vista di due bambini che si innamorano è l’espediente metaforico per rivivere e percorrere gli ultimi cinquant’anni della Repubblica Italiana. Un’epopea ferma ad un punto di stallo che ci fa struggere e che stimola lo spirito combattivo di chi sente il fuoco degli ideali bruciare dentro. Bravo Fabrizio, sii te stesso sempre, continueremo ad essertene grati.
Raffaella Sbrescia
Tracklist
1. Figli di nessuno 2. Filo d’erba 3. Quasi 4. Ho bisogno di credere 5. Arresto cardiaco 6. Come te 7. Non mi sta bene niente 8. Me’ nnamoravo de te 9. Per me 10.#A 11. Quando ti stringo forte
Da oggi, Fabrizio Moro incontrerà i fan per presentare il nuovo album di inediti “Figli di nessuno” con un instore tour: il 12 aprile a Roma (Discoteca Laziale in Via Mamiani, 62 – ore 18.00); il 13 aprile a Bari (La Feltrinelli c/o C.C. “Mongolfiera Santa Caterina” in Strada Santa Caterina, 19 – ore 18.00); il 14 aprile a Milano (Mondadori Megastore in Piazza Duomo, 1 – ore 18.00); il 16 aprile a Salerno (C.C. “Maximall” di Pontecagnano Faiano, Salerno in Via Pacinotti, snc – ore 18.00); il 17 aprile a Napoli (La Feltrinelli della Stazione Centrale Piazza Garibaldi – ore 18.00); il 18 aprile a Catania (C.C. “Etnapolis” di Belpasso, Catania in Contrada Valcorrente, 23 – ore 18.00); il 19 aprile a Palermo (C.C. “La Torre” in Viale Michelangelo – ore 18.00); il 23 aprile a Bologna (SEMM Music Store & More in Via Oberdan, 24F – ore 18.00); il 24 aprile a Gorizia (C.C. “Tiare
Shopping Center” di Villesse, presso Località Maranuz, 2 – ore 18.00); il 27 aprile a Torino (Mondadori Bookstore in Via Monte di Pietà 2 ang. Via Roma – ore 18.00); il 28 aprile a Limbiate – MB (C.C. “Carrefour” di Limbiate, Monza-Brianza presso Ex SS 527 angolo Via Garibaldi – ore 18.00); il 2 maggio a Taranto (Mondadori Bookstore in Via Giuseppe de Cesare, 35 – ore 18.00); il 3 maggio a Foggia (C.C. “Gargano” di Monte Sant’Angelo, Foggia presso Contrada Pace – Loc. Macchia – ore 18.00); il 4 maggio a Latina (La Feltrinelli in Via A. Diaz, 10 – ore 18.00); l’8 maggio a Firenze (la Feltrinelli RED in Piazza Della Repubblica, 26 – ore 18.00); il 9 maggio a Padova (C.C. “Piazzagrande” di Piove di Sacco, Padova in Via Fratelli Sanguinazzi, 1 – ore 18.00).
Il Festival di Sanremo numero 2018 si è concluso con la vittoria di Ermal Meta e Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente”. Secondo il collettivo de Lo Stato Sociale con “Una vita in vacanza”. Terza Annalisa con “Il mondo prima di te”. A Ron il premio della critica Mia Martini per “Almeno pensami” di Lucio Dalla. Lo share di ascolti è stato il più alto degli ultimi 16 anni, la media è stata del 52.27%.
Le dichiarazioni della conferenza stampa. Ermal Meta: Mi ero convinto che saremmo arrivati terzi. Stavolta, dopo tre anni ho saltato l’abbonamento (ride). Sono molto felice non tanto per la classifica ma per quello che rappresenta la canzone. Ci abbiamo messo coraggio e speranza per divulgare questo messaggio nella città dove tutto è nato. Se avessimo pensato ai pronostici, non avremmo vinto. Non abbiamo vissuto particolari momenti di ansia, solo mercoledì (ovviamente) siamo rimasti in tensione. Dedico questo premio alla Mescal che ha creduto in me quando nessun’altro lo faceva. Fabrizio Moro: La cosa più bella è che ho trovato un nuovo grande amico, questa è la vittoria più grande. Dedico questo premio a mio figlio Libero. Ci siamo sentiti attaccati ingiustamente, poi è andato tutto al suo posto, già dopo il chiarimento in sala stampa. Adesso c’è talmente tanta gioia che non c’è spazio per altro. Sia io che Ermal siamo abituati a superare gli ostacoli e a trasformarli in rabbia positiva. Questo ci servirà per interpretazioni musicali ancora più sentite.
Parteciperete all’Eurovision Song Contest?
Se l’Italia lo vuole, lo faremo con grande onore e lo faremo in italiano.
Temi sociali e politici hanno battuto l’amore. Sta cambiando il vento?
Moro: Ho cercato spesso di fare fotografie del contesto storico che stiamo vivendo. Non è la prima volta che cerco di esorcizzare un disagio che vedo. Sanremo è un palco importante, che fa paura ma quando sali su un palco fai semplicemente quello che sai fare. Io e Ermal abbiamo suonato tantissimo, personalmente suono da quando avevo 16 anni. Abbiamo cercato di dare il massimo senza pensare ad altro.
Ermal tu sei un un uomo di frontiera, quanto influisce questo elemento nelle tue canzoni?
Questa è una canzone d’amore nei confronti dell’umanità. Quando scrivo i miei testi ci vedo sempre uno sguardo doppio. Alcuni pensieri mi vengono in italiano, alcuni in albanese, Il pensiero ha una risonanza dentro di noi. Nel momento in cui si varca un confine si diventa stranieri, in realtà siamo semplicemente persone.
Lo Stato Sociale: Avete presente quando volete fare uno scherzo bellissimo e non sapete come farlo? Ecco, è andata così. Non avevamo alcuna velleità di competizione. Volevamo arrivare penultimi e siamo arrivati penultimi al contrario. In ogni caso non abbiamo mai creduto che questa cose potesse accadere. Per quanto riguarda il testo: noi veniamo da un contesto nazional- popolare, se fossimo andati a Sanremo con una canzone d’amore, avremmo lanciato un messaggio stranissimo.
Annalisa: Non so cosa dire, sono tanto felice. Questo stato d’animo riassume tutto quello che è successo e che ho provato questa settimana. Grazie a chi ha lavorato insieme a me e che mi ha sempre sostenuto.
Ron: Questo premio compensa perfettamente la vittoria. Lucio Dalla non ha mai amato le grandi vittorie bensì quelle che contano davvero. Sono davvero felice, per me è un riscatto rispetto allo scorso anno. Oltre a questa canzone, ci sono altri brani inediti nel suo studio. Il brano che ho portato in gara risale al 2011, gli eredi di Lucio lo hanno consegnato a Baglioni che voleva farlo uscire in qualche modo e che pertanto mi ha invitato a cantarlo al Festival.
Era un brano incompiuto?
Sì, si trattava di un provino con suoni elettronici, molto ritmico. Sono stato io a volerla portare molto più vicina a me perchè sono io che la devo cantare. Ho preferito una ballad per dare più luce al testo.
La classifica di Sanremo 2018:
1) Ermal Meta/ Fabrizio Moro
2) Lo Stato Sociale
3) Annalisa
4) Ron
5) Ornella Vanoni/Bungaro/Pacifico
6) Max Gazzè
7) Luca Barbarossa
8) Diodato/Roy Paci
9) The Kolors
10) Giovanni Caccamo
11) Le Vibrazioni
12) Enzo Avitabile/Peppe Servillo
13) Renzo Rubino
14) Noemi
15) Red Canzian
16) Decibel
17) Nina Zilli
18) Roby Facchinetti/Riccardo Fogli
19) Mario Biondi
20) Elio e le Storie Tese
Tutti i premi:
Premio della critica Mia Martini: Ron “Almeno pensami”
Premio sala stampa Lucio Dalla: Lo Stato Sociale
Premio Sergio Endrigo Miglior Interpretazione: Ornella Vanoni
Premio Sergio Bardotti Miglior Testo: Mirkoeilcane
Premio Giancarlo Bigazzi Migliore composizione musicale: Max Gazzè
Premio Tim Music: Ermal Meta /Fabrizio Moro
Fabrizio Moro fa parte di quella tipologia di artisti a cui ti capita di legarti in modo assolutamente spontaneo e naturale. Il motivo di questa affermazione è semplice: le sue canzoni mettono insieme le coordinate della vita di ciascuno di noi. Nello scrivere di sé e nello scacciare i propri demoni, Fabrizio lo fa in modo universale così che, come all’interno di un processo di osmosi, possa accadere che ad un suo concerto ci si possa sentire parte di un tutt’uno.
Questo è quanto, ad esempio, è accaduto durante il concerto che il cantautore ha tenuto al Carroponte di Sesto San Giovanni lo scorso 6 settembre per due ore di raccoglimento, condivisione e compartecipazione.
Fabrizio Moro appare sereno, pieno di vita e di energia, domina il palco come di consueto sì, ma il suo sguardo brilla di una luce nuova e la sua voce graffiata si rimpolpa di autentica emozione ad ogni inizio di canzone. A coadiuvarlo una band obiettivamente preparata, fatta di gente che conosce il suono e ama costruirlo. Belle davvero le intelaiature rock messe su per questo tour che, in effetti, ha riscontrato ottimi feedback un po’ in tutta Italia.
Video: “Portami via” @ Carroponte
Non si tratta di rinnovata consapevolezza o di maturità artistica, bensì di serenità. Il tormento rimane sicuramente una componente importante del repertorio di Moro ma i contenuti del suo ultimo album di inediti “Pace”, frutto della sua appagante esperienza di padre, conferiscono un delicato equilibro ad una scaletta lunga, varia e godibile. Tra i momenti migliori del concerto segnaliamo: “Pace” (che non ho), “La felicità”, “Giocattoli”, “Sono anni che ti aspetto”, la bellissima versione acustica di “Un’altra vita” e “Parole, rumori giorni”.
Fabrizio Moro live @ Carroponte – Pace tour
Fabrizio Moro c’è e il suo cuore è vivo e pulsante come non mai. Immaginare il pubblico godere di questa linfa vitale e creativa, darà quasi l’impressione di un’immagine parassitaria, invece no, tutto questo è il fermo immagine di uno scambio schietto, autentico e sincero.
Dopo essersi conquistato il disco d’oro e la “Menzione Premio Lunezia per Sanremo” come miglior testo in gara nella sezione Campioni al 67esimo Festival di Sanremo con l’emozionante brano “Portami via”, Fabrizio Moro presenta “PACE”(Sony Music Italy), il nuovo disco di inediti in uscita il prossimo 10 marzo. Dopo 20 anni di carriera, l’artista si rimette in gioco attraverso 11 tracce dal mood intimo e autobiografico scegliendo di renderci partecipi di una nuova fase della sua vita, del raggiungimento di un inedito momento di serenità interiore nonché di nuovi piccoli bilanci messi nero su bianco con la sua inimitabile scrittura.
Intervista
“Pace” è un disco meno arrabbiato e più equilibrato. In queste nuove canzoni racconti molto più di te e meno del disagio circostante. Come mai?
Negli ultimi due anni sono successe tante cose e questo si è riflesso nelle canzoni. Da “Pensa” ad oggi sembra siano passati 50 anni. Ho la percezione di aver costruito un’eredità musicale importante e questo mi ha dato serenità. A questo si aggiunge l’esperienza della paternità: per la prima volta ho iniziato a vivere la quotidianità in maniera normale e a fare da solo cose che non avevo mai fatto. Avevo difficoltà a relazionarmi con l’esterno ora sento una pace interiore. Sicuramente questo sentimento non mi accompagnerà per sempre, a causa del mio carattere e della mia personalità ho sempre bisogno di una nuova meta da raggiungere. La pace è una sensazione che cerco ma che continua a sfuggirmi perché ho sempre una battaglia da combattere.
Ascoltando il disco pare quasi che la tracklist possa essere suddivisa in tre parti con un lieto fine, è così?
In effetti sì. Questo disco è stato terapeutico ma me ne sono reso conto solo quando l’ho ascoltato in fase di missaggio con tutti i brani assemblati insieme. La parola che ricorre più spesso è “paura” e questo testimonia che questo lavoro ha scavato molto dentro di me. Ho iniziato a lavorarci con timore, non sapevo a cosa stavo andando incontro, poi però durante le registrazioni ho cominciato ad avere delle conferme. In virtù di tutto questo potrei descriverlo come un concept album delle mie emozioni.
Come mai hai scelto di duettare con Bianca Guaccero in “E’ più forte l’amore”?
Inizialmente la tracklist era composta da 10 brani, il brano con Bianca è arrivato per caso. Lei mi aveva contattato per chiedermi un brano per un film a cui stava lavorando. In quell’occasione ho scoperto che sapeva cantare e anche molto bene, questo è il motivo per cui ho deciso di coinvolgerla in questo lavoro.
Uno dei temi affrontati in questo lavoro è anche quello dell’infanzia…
Sì, mio figlio Libero mi assomiglia molto dal punto di vista caratteriale, proprio attraverso questo confronto costante ho ritrovato il Fabrizio bambino. La paternità ha risvegliato diverse cose che erano rimaste assopite. Ora che i miei figli stanno crescendo riesco ad interagire di più con loro. Li vedo poco ma quando sto con loro finisco per viziarli un po’. Libero è un super appassionato di calcio mentre Anita è innamorata della musica. Con lei sento di avere un legame a doppio filo da prima che nascesse. Fin da quando avevo 15 anni ho sempre avuto il desiderio di diventare padre di una donna forse perché non ho mai avuto una relazione duratura.
Questo è quello che racconti in “Giocattoli”?
Da piccolo parlavo più con Jeeg Robot che con le persone, per questo ho scritto questo pezzo.
Quali sono i pezzi a cui ti senti più legato?
Sicuramente “Portami via” è quello a cui voglio più bene poi ci sono anche “Giocattoli e “Sono anni che ti aspetto” in cui parlo della parte di me che mi è sempre piaciuta di meno.
Cosa cambierà nel nuovo tour?
Dopo due tour molto simili tra loro, ci saranno tanti nuovi arrangiamenti a cui stiamo lavorando già da qualche mese. Ci sarà l’anteprima live il 20 aprile al Fabrique di Milano, poi un po’ di promozione del disco e l’inizio del vero e proprio tour il 26 e 27 maggio (Nuova data) al Palalottomatica di Roma. Nel frattempo abbiamo chiuso gli accordi per nuovi concerti in 20 città italiane, a breve vi dirò le date!
A proposito di suoni, anche in “Pace” si sente una forte ventata di novità…
A differenza dei miei precedenti album, questa volta mi sono affidato ad Antonio Filippelli e Fabrizio Ferraguzzo per la totale produzione del disco. Ho portato la mia band conservando la matrice di sempre con chitarra, basso e batteria registrando tutto in presa diretta. Il fatto è che con due produttori provenienti da un mondo completamente diverso dal mio doveva per forza crearsi un conflitto di interessi, il risultato è questo sound che mi piace molto di più. Finalmente avevo i mezzi per poterlo ottenere.
E tu “i mezzi” hai imparato a costruirteli a suon di canzoni che spesso hai donato a tanti artisti di grande successo.
Fin da quando ho scritto “Sono solo parole”, il percorso di autore ha sempre cercato di far fronte alla mancanza di compromesso con le multinazionali. Dopo quel brano, ho collaborato con tanti altri artisti ma tengo a sottolineare che ho sempre scritto per me stesso. I miei pezzi raccontano la mia vita, con i proventi dei diritti d’autore ho finanziato la mia etichetta e la produzione dei miei album. L’univa volta che ho scritto per un altro artista è stata per Fiorella Mannoia con due testi presenti nel suo album “Combattente”.
Come è andato questo Sanremo?
Beh, direi che è andato nel mondo inverso a quello che mi aspettavo. Credevo che mi sarei classificato molto più in alto e che il pezzo avrebbe avuto un percorso lento. Reputavo “Portami via” un diesel, l’ho cantato anche male perché per tutta la settimana sanremese ho avuto un groppo in gola che non sono riuscito a sciogliere. Questa è stata la volta in cui ho avuto più paura, mi aspettavo delle conferme da me stesso, così come se l’aspettavano le persone che mi seguono.
Curioso che ti sentissi così, ormai il tuo canzoniere parla chiaro
Sentivo una certa ansia da prestazione, in realtà sono rimasto lontano dai riflettori per anni proprio per questo motivo. Penso che avessi paura di mettermi in gioco, questo è un limite che mi ha frenato spesso, il confronto con la realtà dei fatti mi ha sempre intimorito e, visto che il palco di Sanremo è il riflettore più grande in Italia, sentivo questa paura in modo più forte. Ho sempre temuto di perdere quello che avevo costruito, questa cosa mi succede anche quando pubblico un nuovo lavoro.
Alla luce di questi ragionamenti, come hai vissuto l’esperienza di insegnante ad Amici?
Questo programma lo affronto con serenità, trasparenza e lealtà nei confronti di me stesso. Anche “Amici” è stato terapeutico, mi ha aiutato ad aprirmi di più e a confrontarmi con tante persone tutte insieme. Maria De Filippi mi ha cercato per due anni ma mi spaventava confrontarmi con le critiche. Quando sbagli, i riflettori non perdonano eppure sto cercando di fare pace anche con questo fatto. Io faccio quello che posso, il resto lo lascio al destino.
Che rapporto hai con la libertà?
C’è stato un periodo in cui ho lavorato a “Sbarre”, un programma girato dentro al Piccolo teatro del carcere d Rebibbia, a pochi chilometri dal paese in cui ho vissuto da piccolo. Sono stato lì per un mese, entravo alle 10 e uscivo alle 18, parlavo con molti coetanei e con ragazzi più piccoli di me che erano lì per reati più o meno gravi. Ogni volta che uscivo mi mettevo nel traffico, prendevo l’aria in faccia e mi rendevo conto di quanto fossi fortunato. In quel momento mi sentivo in pace con il mondo circostante riuscendo a percepire cosa fosse davvero importante per me.
Raffaella Sbrescia
Il 10 marzo partirà l’instore tour durante il quale Fabrizio Moro presenterà il nuovo disco con un mini live, accompagnato al pianoforte dal maestro Claudio Junior Bielli,e incontrerà i fans. Ecco le date aggiornate:
10 marzo a La Feltrinelli di Roma (Via Appia Nuova, 427 – ore 20.00)
11 marzoa La Feltrinelli di Napoli(Via Santa Caterina a Chiaia, 23 angolo Piazza Dei Martiri – ore 17.00)
13 marzo a La Feltrinelli di Milano (Piazza Piemonte, 2 – ore 18.30)
15 marzo a La Feltrinelli di Bari (Via Melo, 119 – ore 18.30)
18 marzo a La Feltrinelli di Torino (Stazione di Porta Nuova – ore 17.00)
20 marzo a La Feltrinelli di Bologna (Piazza Ravegnana, 1 – ore 18.00)
Questa la tracklist dell’album:“Pace”, “Tutto quello che volevi”, “Giocattoli”, “Semplice”, “Portami via”, “La felicità”, “L’essenza”, “Sono anni che ti aspetto”, “Andiamo”. “È più forte l’amore”(con Bianca Guaccero), “Intanto”.
Ritratti Di Note ha incontrato Fabrizio Moro in occasione del concerto all’Arenile di Napoli, tenutosi lo scorso 18 Giugno. L’artista ha raccontato delnuovo live, dei prossimi progetti e della lavorazione al nuovo album.
Fabrizio, sei tornato nuovamente all’Arenile di Napoli per un concerto; tra l’altro so che tu ami molto questa città…
Ero stato in concerto all’Arenile di Napoli già due anni fa, ma ci avevano riservato il palco piccolino. Quest’anno ho suonato sul palco centrale, direttamente sulla spiaggia, a pochi metri dal mare e questa è stata una esperienza bellissima. Tra l’altro, a proposito dei live, io dico sempre che il concerto lo fa il pubblico, poi noi ci mettiamo tutta l’energia e l’amore possibile. Quello di Napoli è stato il quarto appuntamento di questo Tour 2016, dopo i concerti al Palalottomatica di Roma e all’Alcatraz di Milano, e il concerto di Maida (CZ). Continuerò per tutta l’estate a suonare in giro per l’Italia, fino ad Ottobre. Tutte le date sono sui miei social e sul mio sito. Comunque Napoli è una città eccezionale, dal grande calore umano; ci torno sempre con piacere.
Da sempre nella tua musica c’è la compresenza di due elementi: una osservazione attenta e lucida della realtà che ci circonda ma anche uno sguardo profondo sull’individuo, sui suoi limiti e le sue paure. “Sono anni che ti aspetto” è una canzone che parla anche di questo…
Sì, soprattutto negli ultimi due album, e in particolare in “Via Delle Girandole 10”, l’album uscito lo scorso anno, ho messo al centro dell’attenzione la mia vita, i miei amori, i miei affetti, tutto quello che è successo negli ultimi dieci anni, anni molto importanti non solo a livello artistico ma anche a livello umano. Le cose che sono cambiate, l’equilibrio che sono riuscito a ritrovare da qualche anno, tante belle sensazioni che ho cercato di mettere in musica. La musica è stata una valvola di sfogo fondamentale e attraverso questi due ultimi album sono riuscito ad esprimere a 360 gradi quello che è successo al mio stato psico-fisico. Per la prima volta sono riuscito a mettere al centro dell’attenzione la mia vita, cosa che non ero mai riuscito a fare prima. Essere un cantautore è tante cose; ci sono momenti in cui riesci a fotografare gli aspetti positivi e negativi della realtà che ti circonda e poi ci sono momenti in cui hai voglia magari di parlare solo di te e della tua vita. Io ho voluto esprimere agli altri quello che avevo nella testa e nel cuore. Essendo una persona intimista riesco a fare questo solo con la musica. Ecco perché oggi all’età di 41 anni continuo a farmi sempre la stessa domanda “Perché ho scelto di fare questo percorso?” La risposta è forse perché non credo di riuscire a comunicare in altri modi.
Fabrizio Moro live @ Arenile – Bagnoli ph Stefano Cicala
Questa è una di quelle domande che nella vita torna parecchie volte…
Le domande bisogna sempre continuare a farsele. Alcune volte si trovano le risposte, altre volte no. Io spesso mi sono detto “Ma davvero voglio trovare una risposta?”, anche perché sembra che quando hai trovato la risposta a questa e ad altre domande, qualcosa irrimediabilmente finisca, si spenga. Io sono un fan delle vigilie. Quando stai vivendo un momento, soprattutto un momento bello come la nascita di un figlio, il tuo compleanno, la pace ritrovata, è bello viversi il momento che precede il tutto, l’attimo intermedio. Forse è per questo che ho amato sempre di più l’autunno e la primavera rispetto all’estate e all’inverno. Io sono nato il 9 Aprile ma per me il giorno più bello è stato sempre l’8 Aprile. L’attesa è quella cosa che mi ha sempre permesso di cercare e di scavare… Quando poi arriva il momento bello e tutte le sensazioni finiscono, devi ricominciare a cercare. Mi si dice sempre che io non riesco a godermi il momento, forse è così, ma io mi godo le vigilie…
“Sono anni che ti aspetto” è il pezzo che prelude ad un nuovo album. Puoi darci qualche notizia su quello che sarà il nuovo lavoro?
Sono in fase di pre-produzione già da molti mesi. Sto scrivendo tantissimo. Ho già registrato una ventina di brani e a settembre passeremo a definire meglio quale sarà la vera entità di questo album. Ho fatto sempre dischi diversi l’uno dall’altro nella mia carriera. So solo che per questo nuovo album voglio tornare un po’ alle origini, ed intendo dal punto di vista della produzione e dell’essenza primaria del disco, degli arrangiamenti e del sound. Mi sto ispirando molto al rock degli anni ’80, alla musica con la quale sono cresciuto. Sto riascoltando tutti i dischi di Ligabue, di Vasco. Vorrei ritornare alla chiave di chitarra, basso e batteria e lasciare meno spazio al folk che ha caratterizzato “Via Delle Girandole 10”. Sarà un disco di matrice rock, questo è sicuro…
Fabrizio Moro live @ Arenile – Bagnoli ph Stefano Cicala
Fabrizio Moro autore per altri artisti; vorrei ricordare tra le tante, “Sono solo parole” scritta per Noemi, le canzoni scritte insieme a Gaetano Curreri degli Stadio, “Finalmente Piove” scritta per Valerio Scanu, “Un’altra vita” per Elodie…
Sì, devo dire che lo scrivere per altri mi ha dato anche la possibilità di produrmi i miei primi album. Questo ultimo anno poi è stato particolarmente proficuo. Ho scritto, come hai citato tu, il brano per Valerio Scanu, che poi è diventato “Disco D’Oro”; il brano per Elodie “Un’altra vita”; un brano per Fiorella Mannoia, che credo uscirà a fine anno. Con il pezzo scritto per Fiorella tra l’altro, ho realizzato un grandissimo sogno, quello di scrivere per una delle più grandi interpreti italiane, se non la più grande, senza offendere le altre. Tra l’altro, sono curioso di ascoltare il pezzo perché è ancora in produzione. Continuerò con la mia attività di autore per altri perché è una cosa che mi ha dato sempre grandi soddisfazioni. In questo periodo sto producendo anche un gruppo, insomma non mi faccio mancare niente…
Fabrizio, le tue “attese” e le tue “vigilie”, mi hanno fatto pensare alla canzone “Un giorno senza fine”, che è una canzone che amo molto, e che tu hai portato al Festival di Sanremo nel 2000. Probabilmente i tuoi giorni sono sempre “senza fine”…
Questa è una bella sorpresa, perché in pochi conoscono quel pezzo, e sono felice che tu lo conosca. E’ un pezzo che ho scritto quando avevo 20 anni. Faccio un po’ fatica a riascoltare quella canzone e l’album del quale faceva parte (“Fabrizio Moro” n.d.r.), perché non mi piace mai “rivedermi”, però in tanti mi hanno chiesto di riarrangiare e riprodurre quel disco. Magari riproporrò il pezzo riarrangiato l’anno prossimo, con il nuovo tour. Non posso ancora svelare nulla ma stiamo preparando un grande evento…
Tutto pronto per il LazioWave festival, una rassegna di musica live avviata nel 2008 che si svolge ogni anno, toccando le venue più importanti della capitale e del Lazio. La manifestazione, patrocinata dal Comune di Frosinone, si terrà per la prima volta all’interno della Villa Comunale Di Frosinone. Francesco de Gregori, Morgan, Verdena, Simona Molinari, Enrico Rava, Almamegretta, Marlene Kuntz sono stati alcuni dei nomi che hanno contraddistinto un programma di ampio respiro artistico che abbraccia lo scenario della musica nazionale ed internazionale nelle sue molteplici sonorità. Anche l’edizione 2015 vedrà grandi nomi all’interno della line up: Fabrizio Moro, Giovanni Caccamo, Gino Paoli, Hevia, Alessandro Mannarino e molti altri big. Si inizia il 25 giugno con Violetta Zironi, direttamente da X-Factor. Il 26 giugno sarà la volta di Fabrizio Moro: il cantautore presenterà il suo nuovo disco “Via delle Girandole 10” riproponendo anche i suoi brani più amati. Protagonista del 27 giugno sarà il promettente cantautore raguusano Giovanni Caccamo. Il 28 giugno spazio ai Full Attack Band una delle migliori live band in circolazione. Le loro performance coinvolgenti, la loro energia ed il suono intercontinentale li ha favoriti in molti dei più grandi festival di tutta Europa, mentre il giorno dopo, il 29 giugno, sul palco frusinate si esibirà uno dei mostri sacri della canzone italiana: Gino Paoli. Rita Ciancio, la giovanissima compositrice e pianista italiana, reduce dal grande successo riscosso a Berlino con il suo live e Rondeau de Fauvel che con le loro note ci faranno rivivere le tradizioni del mondo Bretone e dei Minnesänger del basso medioevo, saranno i protagonisti del concerto in programma il 30 Giugno. Per tutti gli appassionati di musica celtica invece, il 1 luglio ci sarà Hevia, il “piper della cornamusa elettronica”, che dopo il sold-out ottenuto nella sua ultima data capitolina al Brancaccio, delizierà il pubblico del frusinate con un concerto a base di cornamusa, canzoni ballabili e allegria basato su un repertorio di ben cinque album dal 2007 a oggi. Il 2 luglio sarà la volta di Morgan, musicista raffinato e giudice di X-Factor che presenterà “ Il Libro di Morgan dal vivo” uno spettacolo teatrale inedito che si muove tra parole, immagini e perfomance live. Il 3 luglio spazio ai Marlene Kuntz la migliore rock band alternative italiana di tutti i tempi, emersi sulla scena rock italiana verso la metà degli anni novanta, stilisticamente avvicinabili alla fusione tra rumore e forma canzone operata dai Sonic Youth e alle sonorità dei gruppi di noise rock in generale, pur mantenendo una forte vena cantautorale. A chiudere le dieci serate, il 4 luglio, sarà Alessandro Mannarino il cantautore romano che nel giro di pochi anni è stato consacrato performer da sold out per tutta Italia e personaggio di spicco della scena musicale romana.
Il Festival, pertanto, è diventato un appuntamento irrinunciabile per tutti, non solo per il suo incredibile programma, grazie al quale poter ascoltare il meglio della musica pop, rock, jazz, soul ed etnica ma anche perché rappresenta un’importante vetrina per i giovani artisti o band indipendenti che desiderano esibirsi e far conoscere la propria musica ad un pubblico più vasto. Attraverso un contest parallelo dedicato agli emergenti (LazioWave Contest), il Festival offre quella visibilità che oggi è sempre più difficile raggiungere nei circuiti non legati a realtà major. Alle band emergenti verrà data l’opportunità di esibirsi nei numerosi eventi annuali, sia come opening act di artisti più noti, sia nelle serate dedicate agli indipendenti selezionati dal Contest. Inoltre le band iscritte possono aggiudicarsi uno dei 5 premi, tra cui una produzione discografica con incisione di un disco in Italia e relativa promozione. L’attenta programmazione artistica e la conseguente attenzione mediatica rendono questo Festival uno strumento di grande visibilità e un trampolino di lancio per i big del domani!
Il LazioWave sposa anche la causa umanitaria grazie ad una profonda collaborazione con AMREF ITALIA che da anni si occupa di portare aiuti alle popolazioni africane attraverso la costruzione di nuovi pozzi per l’acqua, l’assistenza sanitaria, pediatrica e scolastica.
Info line: info@laziowave.it – 0775.821012 Info tickets: tickets@laziowave.it – 334.8010033 Sito ufficiale:LazioWave Festival
“La libertà è sacra come il pane”, canta Fabrizio Moro, in una delle sue canzoni ed oggi, 25 aprile, a poche ore di distanza dal suo bellissimo concerto tenutosi al Teatro Dal Verme di Milano, risulta particolarmente importante fare un’attenta riflessione su come certi temi appaiano spesso inflazionati nonostante siano assolutamente essenziali per il felice proseguimento della nostra esistenza. Lo sa bene Fabrizio che, della libertà, ne ha sempre fatto un manifesto personale e oggi che il suo “tour delle girandole” teatrale sta seminando una serie di meritati sold out, si gode ogni istante di un inaspettato stato di grazia artistico. Con questa nuova avventura live, iniziata subito dopo l’uscita dell’ultimo album di inediti (il settimo registrato in studio), dal titolo «Via delle girandole 10», Fabrizio si è dedicato ad una scrittura più intima, acustica, folk riversando una nuova e fresca linfa creativa nelle sua già nutrita discografia.
Nell’intima cornice del Teatro Dal Verme di Milano, l’artista ha coinvolto spettatori di tutte le età muovendosi tra vecchi e nuovi successi, melodie soft e ritmi scatenati con due ore di musica intense e coinvolgenti. Accompagnato da una pregevole band composta da ottimi musicisti come Marco Marini (chitarra), Danilo Molinari (chitarra), Alessio Renzopaoli (batteria), Fabrizio Termignone (basso), Claudio Bielli (tastiere) e Andrea Di Cesare (violino), Fabrizio spazia in lungo e in largo toccando tematiche socio-culturali particolarmente delicate senza trascurare il prisma delle variopinte emozioni umane. Ad aprire il concerto è il brano strumentale “Ciao Zì”, seguito dalla toccante “Buongiorno Papà”, in cui l’artista ripercorre il rapporto con suo padre dando vita ad uno show ad alto tasso emozionale, arricchito da un’intensa espressività e dalla sua inconfondibile timbrica vocale.
Fabrizio Moro live ph Roberta Gioberti
Canzone dopo canzone cresce e si fortifica l’intima sintonia tra l’artista ed il pubblico, in particolare durante il Medley Unplugged, in cui Moro, accompagnato solo dall’ottimo violino di Andrea di Cesare e dalle tastiere del bravissimo Claudio Junior Bielli, canta i suoi cavalli di battaglia: “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Pensa”, “Libero”, “Non importa”, “Sono solo parole”, “Acqua”. Il picco emotivo si raggiunge sulle note de “La partita”, dedicato, scritto, pensato in nome di un concetto semplice ma di grande importanza: Pace negli stadi. Guardare sullo schermo le immagini di Ciro Esposito e Gabriele Sandri, morti proprio a causa di una inspiegabile violenza in contesto sportivo, stringe il cuore in una morsa di dolore.
Il concerto prosegue e Fabrizio stempera i toni con episodi tratti da “L’inizio”, il disco pubblicato nel 2013. Molto belle anche “Io so tutto”, brano incentrato sulla figura di Giulio Andreotti, “L’Italia è di tutti”, accompagnata dall’affettuosa scenografia dei fans, armati di palloncini tricolore, “I remember you” che indirizza il sound verso una venatura più rock. “Da una sola parte” e “Parole, rumori e giorni” sono i brani che, forse più altri, lasciano un segno più profondo sulla pelle, lasciandoci in balìa dello stupore e della meraviglia per cotanta profonda sensibilità. A chiudere questa bellissima festa di volti, voci, note ed emozioni è un’ultima dolcissima dedica, si tratta di “Babbo Natale esiste”, brano che Fabrizio ha scritto per suo figlio e che lascia nei nostri cuori la ferma sensazione che questo cantautore ha davvero raggiunto uno stadio di maturità tale da consentirgli, di diritto, l’accesso nel mondo dei grandi della musica italiana.
Raffaella Sbrescia
SETLIST:
“Buongiorno papà”
“Tu”
“Respiro”
“E’ solo amore”
“Io so tutto”
“L’illusione”
“Alessandra sarà sempre più bella”
“Sei andata via”
“L’eternità”
Medley acustico: “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Libero”, “Pensa”, “Non importa”
“Sono solo parole”
“Acqua”
“La partita”
“L’Italia è di tutti”
“I remember you”
“Da una sola parte”
“Un’altra canzone per noi”
“Parole, rumori e giorni”
ENCORE:
“L’inizio”
“Sono come sono”
“Il vecchio”
“Babbo Natale esiste”
Lo scorso 19 settembre Fabrizio Moro ha concluso “L’inizio tour” con un concerto tenutosi presso l’Arenile Reload di Bagnoli. Un’atmosfera intima e raccolta ha accompagnato l’ultimo step di un percorso pieno di soddisfazioni per il cantautore che, nelle sue canzoni, riesce a dedicare spazio sia ai temi politici e alla denuncia sociale che ai sentimenti e all’amore, una scrittura versatile e attenta che, da anni, gli consente di interagire empaticamente anche con un pubblico molto giovane. Accompagnato dalla sua band, l’artista ha ripercorso le tappe salienti della propria discografia senza trascurare i brani tratti dal suo ultimo lavoro “L’inizio”.
Fabrizio Moro @Arenile Reload
Carico e grintoso, Fabrizio si è divertito a coinvolgere il fedelissimo pubblico accorso sottopalco con “L’indiano”, “Fermi con le mani”, “Soluzioni”, “Respiro”, “Io so tutto” dando risposte a domande che fanno paura e fornendo spunti per potersi porre nuovi urgenti interrogativi. “Banale spiegazione”, “L’eternità”, “Non è una canzone” è la triade di canzoni che ha preceduto la parentesi acustica del concerto, dedicata a “Il senso di ogni cosa”, “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Sono solo parole”: cuori e voci si sono strette le une alle altre regalando una bella suggestione pacifica e romantica.
Fabrizio Moro @Arenile Reload
Per il rush finale Fabrizio ritorna a parlare alle problematiche sociali con “Sono come sono”, “Da una sola parte”, “Libero”, la celeberrima “Pensa” e “Parole, rumori e giorni”, canzoni che, attraverso il piglio rock della carica interpretativa di Moro e gli arrangiamenti caratterizzati da lunghe e potenti scariche di chitarra, hanno lasciato una traccia tangibile ed un importante messaggio di riscatto sia individuale che collettivo.
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