De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla. Il report e le foto del concerto

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

Alla notizia di un tour De Gregori/Zalone, il primo impatto è stato lo stesso che può generare la proposta, in un menù, di una pasta e vongole condita con scaglie di parmigiano. Il fatto è che non potremo mai dire che è buona o non lo è fino a quando non la assaggiamo. E’ quindi con grande curiosità e con altrettanto circostanziate aspettative che abbiamo accolto questo esperimento, varato alle Terme di Caracalla il 5 giugno scorso.

E forse l’errore è stato nell’aver coltivato aspettative inadeguate.
Due date sold out a Caracalla per presentare il lavoro più originale e anche più discusso della nostrana stagione discografica d’autore, danno l’esatta misura di quanto il pubblico sia curioso di “assaggiare” questa insolita accoppiata di sapori melodici, sapori improbabili da legare: ed è proprio il collante che probabilmente difetta perché in realtà, oltre qualche condivisione di battute, condotta anche molto bene da Zalone, non si è andati.

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

Battute alla Zalone, cui il Principe, meravigliando probabilmente i più, fa da spalla: battute a nostro avviso divertenti (se non avessimo apprezzato la comicità spesso incompresa di Zalone non avremmo avuto tanto desiderio di assistere al concerto), ma quell’alchimia che avrebbe potuto creare effetti stupefacenti, almeno al debutto, non è scattata.
Di fatto abbiamo assistito a una carrellata di performamces dell’uno e dell’altro, totalmente scollegate tra loro, a parte un momento davvero molto commovente in cui, sull’incipit, è stato intonato il tema di Pinocchio. Ecco, probabilmente se lo spettacolo si fosse svolto tutto sulla base di quell’imprinting, sarebbe davvero riuscito a segnare una pietra miliare nella storia della canzone italiana d’autore. A De Gregori l’encomio per aver voluto Zalone al suo fianco: un gesto quasi provocatorio verso un certo comparto d’ascolto che si reputa tanto sofisticato da criticare l’iniziativa solo perché, a suo parere, non sufficientemente autoriale. A Zalone quello per aver accettato, a condizione di restare Zalone, di non stravolgere la sua comicità apparentemente così accessibile da sembrare addirittura puerile, a chi non sa leggere tra le righe. Perché, se si ha avuto modo di vedere i suoi film, Zalone di cose ne dice assai e nient’affatto ingenue o puerili e probabilmente questo aspetto Francesco de Gregori lo ha colto, altrimenti un tour non glielo avrebbe mai proposto.
Il Principe a certi particolari connubi non è nuovo: uno tra tutti, il concerto con Baglioni di qualche anno fa, che però, almeno su chi scrive, ha avuto tutt’altro impatto.

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

Definire il concerto di Caracalla brutto, no, non è assolutamente veritiero, perché non lo è stato. Del resto, quando sul palcoscenico ci butti La Donna Cannone, o Sempre e per Sempre beh, una standing ovation, giustamente, te la porti a casa.
Però ci saremmo aspettati qualcosa di diverso, un’opportunità sviluppata diversamente, una maggiore integrazione delle due visioni tanto del mondo musicale quanto della compagine sociale, storica e culturale che fa loro da supporto e questa magia, ci duole dirlo, non c’è stata. Si è avuta più la sensazione di uno spettacolo portato avanti a compartimenti stagni, con qualche momento di condivisione.

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

De Gregori e Zalone alle Terme di Caracalla ph Robert Gioberti

Tuttavia bisogna considerare che si tratta di un work in progress, che l’esperimento è audace, che probabilmente le critiche servono anche a questo, per dare loro un senso e non relegarle ad uno sterile esercizio di stile: e che, comunque, tanto divertono i testi di Zalone, quanto commuovono quelli di De Gregori. E’ stato il debutto e, come spesso accade ai debutti, è perfettibile. Ci auguriamo che nel corso della stagione la coppia trovi il giusto affiatamento per riuscire a portare al pubblico, insieme, le stesse emozioni che riesce a far vivere individualmente. Sarà sicuramente così, ma se non fosse, rimarrà sempre e comunque un apprezzabile tentativo.

Roberta Gioberti

la scaletta:

Deborah’s theme (Ennio Morricone) – De Gregori + Zalone + Band

Piano bar (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Il cuoco di Salò (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone

Storia di Pinocchio (Nino Manfredi) – De Gregori + Zalone

Rimmel (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone

Alejandro (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone

Titanic (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone

La leva calcistica della classe ‘68 (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Sento il fischio del vapore (Francesco De Gregori – Giovanna Marini) – De Gregori + Band

Il vestito del Violinista (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band

I matti (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band

Due zingari (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band

Numeri da scaricare (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band

Giusto o sbagliato (Francesco De Gregori – Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

Culu piattu (Checco Zalone) – Zalone + Band

Poco ricco (Checco Zalone) – Zalone + Band

Patriarcato (Checco Zalone) – Zalone + Band

Immigrato (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

La prima Repubblica (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

Pittori della domenica (Paolo Conte) – De Gregori + Zalone + Band

Atlantide (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Gli uomini sessuali (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

Pezzi di vetro (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Buonanotte Fiorellino (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Sempre e per sempre (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Bucchinhu Rigatu (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

Angela (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

Battiato (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band

La donna cannone (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band

Venditti & De Gregori live allo Stadio Olimpico di Roma: 50 anni di emozioni. Il report del concerto

Certi amori non finiscono, e sicuramente dopo cinquant’anni è rimasto intatto l’amore verso Venditti e De Gregori, da parte di un pubblico che, seppure a volte diviso nel dichiararsi più a favore della scrittura dell’uno o dell’altro, ieri sera si è trovato ad applaudirli, cantarli, ringraziarli, in totale sintonia.
L’attesa per l’evento, annunciato già da tempo e poi sospeso a causa del lockdown, è molta. I due artisti cominciarono a suonare insieme e condividere note e versi, cinquant’anni fa al Folk Studio, in una situazione all’epoca di grande fermento per il cantautorato in Italia.
Insieme, cinquant’anni fa, incisero un LP che, pur senza un grande riscontro di vendite, ha rappresentato un punto di svolta nel mondo della canzone d’autore: Theorius Campus.
Un lavoro dai contenuti importanti, ricercato, decisamente di altissima qualità, in cui i brani delle due giovani promesse del mondo musicale si alternavano, dando vita a una proposta innovativa e ambiziosa.
Dopo di allora le strade dei due artisti si divisero. Tuttavia, nel pubblico, è sempre rimasto vivo il ricordo del sodalizio iniziale, e forse per questo trovarli insieme sul palco dell’Olimpico ha acceso l’entusiasmo di ben 44.000 persone. Un concerto di dimensioni sicuramente importanti.
Venditti & D Gregori ph  Canitano

Venditti & D Gregori ph Canitano

Una trentina di canzoni, 32 per l’esattezza, scritte nell’arco di un cinquantennio, e restituite con sonorità ricche ed attuali, rese da una band che, composta dai musicisti che fanno solitamente da accompagnamento ai due artisti, ha suonato in perfetta sintonia.
L’esordio del concerto è musicalmente ambizioso: Richard Strauss – Also Sprach Zarathustra, il tema di Odissea nello Spazio, introduce il brano di Venditti che, in qualche modo, racconta gli inizi della loro storia, ossia “Bomba o non Bomba”. E a Roma ci sono arrivati, ci sono in questo preciso istante, di fronte a un pubblico in delirio.
Nel seguito del concerto, Venditti e De Gregori continueranno ad incrociarsi per cantare, scambiandosi spesso le voci, brani che sono nel cuore di tutti noi: “La leva calcistica della classe ’68”, “Modena” “Generale”, “Che fantastica storia è la Vita”, “La Donna Cannone”, “Unica”, “Sempre e per sempre” (che resa dalla voce di Venditti, va detto, acquista un fascino ancora più intenso), “Pablo”, introdotta dall’incipit di Shine on You Crazy Diamond, con De Gregori alla chitarra, “Ricordati di me”, cui sempre De Gregori regala un sentito assolo di armonica, e poi ancora “La Storia”. Unico accenno all’ esordio discografico di cinquant’anni or sono, “Dolce Signora che Bruci”, eseguita a due voci.
Un sentito omaggio a Lucio Dalla, che, va ricordato, ha a lungo collaborato con De Gregori, con l’esecuzione di “Canzone”.
Circa i riferimenti all’attuale situazione internazionale e all’interpretazione e al peso che ritenevano di dare a determinati brani, è proprio De Gregori, in conferenza stampa, a chiarire che ogni canzone assume un significato aderente alla realtà in cui si vive, e che il loro repertorio sarebbe stato eseguito al riguardo senza enfasi particolari, lasciando ai sentimenti di ognuno la personale interpretazione. Certo, “Generale” è un brano contro la guerra, ma lo è da quando fu scritto, ed è da sempre presente nel repertorio live del cantautore romano. Il fatto che in questo momento storico possa risultare ancora più significativo non lo contestualizza necessariamente; resta un brano contro la guerra, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, senza demagogia.
Venditti esegue al pianoforte “Buonanotte Fiorellino”, che diventa un valzer molto elaborato e dalle sfumature lievemente gitane.
Nello scambiarsi versi e note, è particolarmente sentita la partecipazione di Venditti ai brani dell’amico, e De Gregori, che notoriamente dà del suo repertorio un’interpretazione sempre diversa e personale durante i live, rispetta questa volta senza muovere una nota, le scritture di Antonello.
Pochi brani (“Sara”, “Ci vorrebbe un amico”, “Notte prima degli esami”, “Rimmel”, “Titanic”) i due artisti li riservano a un’esecuzione individuale, personale e classica, ciascuno con la propria peculiare e riconoscibile espressione.
Sul finale un brivido. Sì, perché è universalmente conosciuta la dedizione ai colori della maglia giallorossa di Venditti, come lo è pure quella di De Gregori. Pertanto intonare “Grazie Roma” in uno stadio, l’Olimpico, stracolmo sicuramente non solo di Romanisti, ma anche di cugini Laziali, di parecchi Juventini e via dicendo, potrebbe voler dire rischiarsela. Ma “questa notte è ancora nostra”, è di tutti, proprio come Roma è di tutti. La partecipazione è commovente, e, personalmente, ritengo che questo sia stato un vero e indicativo segnale di pace e distensione, oltre ogni demagogia.
Roberta Gioberti