“Highway to Hell”: Panini Comics & Italian job presentano una storia horror

Highway to Hell-Panini Comics

Highway to Hell-Panini Comics

Si è tenuta alle 12.00 di questa mattina, presso la Sala Metropolis del Napoli Comicon, il salone internazionale del Fumetto, la presentazione di “Highway to Hell”, il nuovissimo progetto a fumetti, promosso da Panini Comics, e nato dalla collaborazione tra il creative tank romano Italian Job Studio e Davide “Boosta” Dileo, scrittore, conduttore televisivo e membro fondatore dei Subsonica. Presenti all’incontro tutti coloro che hanno preso parte al progetto, nato due anni e mezzo fa, ispirato ad un racconto inedito di Dileo intitolato “Il Tramontatore”: Riccardo Burchielli, Giuseppe Camuncoli, Stefano Caselli, Francesco Mattina, Diego Malara che, insieme allo sceneggiatore americano Victor Gischler, hanno dato vita ad una storia nera, un viaggio, un thriller, un horror, un thorror.

Highway to Hell-Panini Comics

Highway to Hell-Panini Comics

La creatività italiana incontra le cittadine dell’East Cost statunitense: crocicchi, sfasciacarrozze, fessure e spioncini sono le tappe di una storia che puzza di benzina e carcasse. “Anche un viaggio di mille miglia inizia con un primo passo”. Questa l’entusiastica citazione di Lao Tzu che Marco M. Lupoi, Publishing and Licensing Director del gruppo Panini,ha voluto fare per sintetizzare il lungo cammino che quest’opera avrà davanti a sé.

Highway to Hell-Panini Comics

Highway to Hell-Panini Comics

L’indiano Jayesh Michandani e l’irlandese Isaac Brew sono i due detective che proveranno a cercare il pericoloso serial killer mascherato Dasker, lungo la leggendaria Route 5. Il lavoro si ispira alla grande tradizione americana, è scritto in italiano ma la lingua madre è l’inglese, quella del nostro immaginario, quella dei film intrisi di sangue, budella e musical heavy metal. La serie, di cui il primo numero avrà 48 pagine  (32 di fumetto più contenuti extra), avrà un costo compreso tra i 3 euro ed i 3 euro e 50, vedrà un debutto internazionale, tra le altre tappe spunta quella del Messico, e si sta muovendo lungo un binario artistico parallelo a quello della serie “True Detective”. Insomma ne vedremmo delle “belle” e ci sarà ben poco da ridere.

Raffaella Sbrescia

 

 

 

“Graphic Novel is Dead”, Davide Toffolo si racconta al Napoli Comicon

Davide Toffolo

Davide Toffolo

Lo scorso 2 maggio il Napoli – Comicon, Salone Internazionale del Fumetto, ha ospitato nella sala Cartoona Italia Davide Toffolo, tra i maggiori autori italiani di graphic novel e membro del gruppo rock Tre Allegri ragazzi morti. L’artista ha introdotto la sua opera, pubblicata lo scorso 15 gennaio per Rizzoli Lizard, mettendo a frutto le proprie abilità di entertainer sfruttando la sua proverbiale verve comica. Al centro del suo lungo intervento la propria identità: uguale fra gli uguali, Davide si è trasformato in Eltofo, il cantante yeti che, prima di disegnare se stesso e capire il mondo, ha cercato di scoprirlo.

Davide Toffolo All’interno dello speciale set unplugged organizzato per l’occasione, Toffolo ha offerto al pubblico alcuni dei maggiori successi del repertorio dei  Tre Allegri ragazzi morti: “La tatuata bella”, “La mia vita senza te”, “Puoi dirlo a tutti”, “Alle anime perse”, “Il mondo prima”, “La faccia della luna”, “Sono morto” e “Occhi bassi” nel finale a sorpresa. Autore libero e spregiudicato, Davide Toffolo si è persino cimentato in una partita a tennis con la Wii. Perfettamente a proprio agio, l’artista si è poi dedicato ad un significativo racconto fotografico della propria esistenza e del mondo a lui circostante tra individui descritti come alieni, gli ecomostri di Taranto, le brutture architettoniche di Pordenone e provincia, il tutto distrincandosi tra i quadri e gli animali morti conservati in freezer, le tavole dei suoi lavori esposte sul muro di casa e i piccoli dettagli della propria vita, fino alla concretizzazione del suo percorso artistico e la mutazione in Eltofo. Un percorso costruito per tasselli, anche microscopici, mirati alla definizione di un individuo completo.

Davide Toffolo All’interno di “Graphic Novel is Dead” ci sono anche altri personaggi chiave come Andy Kaufman, oracolo personale di Eltofo, e Pepito, la sua “spalla comica”, un piccolo pappagallo domestico, che lo accompagna nel suo viaggio interiore e in un passato talvolta doloroso e che offrirà alla fine del racconto un divertente colpo di scena.
Il lavoro ha visto anche la collaborazione della fotografa Cecilia Ibanez, che lo ha seguito nell’ultimo tour negli stadi con Jovanotti e al Comicon di Napoli. Il colore e la supervisione del lavoro sono a cura di Alessandro Baronciani, il risultato è un’autobiografia assolutamente non definitiva perché, come disse il leggendario Joe Strummer “Il Futuro non è scritto”.

Raffaella Sbrescia

 

 

Intervista al flautista Pino Porsia: “La mia nuova avventura con i Joy’s Celtic Connection”

Pino Porsia

Pino Porsia

I Joy’s Celtic Connection radunano in un unico gruppo tre musicisti di lunga esperienza musicale in un inedito progetto folk, ispirato alla tradizione celtica: Pino Porsia (voce, flauti e ukulele), Rosario Le Piane (chitarra e percussioni) e Antonio Tuzza (basso e voce) torneranno ad esibirsi, al Joy’s Pub (C.so Sonnino 118/D – Bari – ore 21.45) per il “St. Patrick Day Revival”. Per l’occasione abbiamo raggiunto Pino Porsia al telefono per lasciarci conquistare dalla sua sconfinata passione per la musica irlandese e per il flauto, uno degli strumenti più affascinanti della storia.

Pino, il tuo percorso musicale è iniziato quando eri soltanto un adolescente… qual è stato il motore che ha innescato in te la passione per la musica antica e per quella celtica in particolare?

Ho iniziato suonando e ascoltandoaltra musica poi, ad un certo punto, sono stato in viaggio in Irlanda e da lì mi sono innamorato della cultura e della musica di quella terra. Da lì è iniziato un percorso che mi ha portato a scoprire altre la musica antica, quella medievale e quella rinascimentale, anche se la mia grande passione rimane la musica celtica e quella irlandese in particolare.

Cosa significa per te suonare il flauto? Qual è la storia che accompagna questo tipo di strumento e quali tipologie di flauto suoni?

Questo strumento è generalmente associato a feste pagane. Il flauto è uno degli strumenti più antichi che l’umanità conosca. Il primo strumento musicale mai rinvenuto dagli archeologi è stato proprio un flauto, sin dagli albori dell’umanità si cercava di far musica suonando dentro tubi di ossa, pezzi di canne di bambù o di legno, già questo è un fatto di per sé affascinante, inoltre questo strumento ha avuto una storia molto interessante perché ogni epoca ha prodotto flauti differenti. Il flauto è, dunque, uno strumento che si adatta sia ai tempi che ai posti in cui viene suonato e questa è una cosa davvero affascinante. Io suono prevalentemente flauti di origine irlandese, i thin whistle in latta. Oggi esistono anche flauti in plastica tipologie di strumento più evolute, più intonate, che rispondono meglio al suono. Poi suono i flauti traversi irlandesi, in legno e a volte suono anche il flauto traverso moderno, un po’ meno espressivo per questo tipo di musica, però alle volte può essere utile.

Hai mai preso parte alle leggendarie sessions di musica irlandese nei pub locali?

Sì certo! Ho fatto vari viaggi in Irlanda proprio per per partecipare alle sessions dei pub. Questo tipo di evento non è rappresenta solo un momento di gioia musicale ma anche, e soprattutto, una preziosa occasione di studio. Vado lì per conoscere nuovi brani, nuovi musicisti, ho avuto anche la fortuna di poter suonare con Matt Molloy in una di queste sessions. Matt è il più grande flautista irlandese, fondatore dei The Chieftains, uno dei gruppi folk più famosi, e io ho avuto l’onore di suonare anche con lui ed è una cosa molto bella.

E i Festival?

Naturalmente ho partecipato a tantissimi festival! Sono talmente tanti che diventa difficile anche citarne solo qualcuno… Tieni conto che durante il periodo con i Folkabbestia abbiamo girato l’Europa intera, i Festival di musical folk li abbiamo girati quasi tutti. Quelli erano anni in cui non si stava fermi nemmeno per un giorno!

Per un po’ di anni hai fatto parte del gruppo del Folkabbestia. Quali ricordi conservi di quel periodo?

Certamente conservo dei bellissimi ricordi. L’esperienza con i Folkabbestia non è nata tanto come esperienza musicale quanto come esperienza umana. Eravamo e siamo ancora molto amici, un vero gruppo formato da amici a cui piaceva anche suonare insieme. Abbiamo condiviso tanta strada e tanta musica, ho suonato con loro per tantissimo tempo fino a quando poi le strade si sono naturalmente divise per esigenze diverse. Spesso, però, amiamo continuare a suonare insieme, ogni tanto mi chiamano a suonare e siamo sempre in contatto sia umanamente che musicalmente.

Joy's celtic connection_Locandina (2)Che tipo di repertorio affronti con i Joy’s Celtic Connection?

In realtà questo progetto è nato per gioco. Abbiamo deciso nell’ambito del Joy’s Pub, il locale che ci ospiterà anche stasera (2 maggio), di provare a suonare insieme e devo dire che sta funzionando bene. Insieme a Rosario Le Piane (chitarra e percussioni) e ad Antonio Tuzza (basso e voce) abbiamo iniziato a suonare per fare un concerto il giorno di San Patrizio lì nel pub. In quell’occasione ci siamo divertiti così tanto che abbiamo pensato di continuare e di non lasciare che si trattasse di un episodio isolato. In seguito siamo stati invitati a suonare alle Giornate Federiciane ad Altamura, lo scorso 26 aprile, ed è stato un bellissimo concerto con tante persone che si sono divertite con noi. Tutti questi avvenimenti ci hanno incoraggiato ad andare avanti, il repertorio abbraccia la tradizione irlandese e scozzese: musica da danza, allegra e divertente anche se suonata in maniera non propriamente tradizionale. Tenendo conto del fatto che l’ ”irlandofilo” della situazione sono io, ci sono spunti di apertura ad altri generi musicali perché Antonio e Rosario non hanno mai suonato musica folk per cui in quello che stiamo facendo si fondono un po’ le esperienze di tutti noi.

Ci saranno dei vostri brani inediti in futuro?

Per ora direi che si tratta di un discorso prematuro, ci stiamo concentrando molto nel cercare un linguaggio comune per avvicinare i nostri tre linguaggi musicali però non è escluso che prima o poi inizieremo a lavorare su dei brani originali.

 Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Pino Porsia e Roberta Ruggiero per la disponibilità

Palazzo Venezia, ‘Il Sabato degli Aperitivi Musicali’

incontri maggio-giugno (2)Sabato 3 maggio alle ore 11.00 a Palazzo Venezia Napoli (via B.Croce n.19, I Piano) l’ Ass. Palazzo Venezia Napoli e l’ Accademia Musicale Europea terranno il primo dei tre appuntamenti musicali previsti all’interno della rassegna intitolata ‘Il Sabato degli Aperitivi Musicali’. Gli eventi si terranno durante  il mese di maggio e saranno diretti musicalmente dal M° Luciano Ruotolo.

Ad esibirsi nel primo appuntamento la pianista Angela Picco ed il violoncellista Adriano Ancarani.

Ad accogliere gli ospiti nelle sale storiche un aperitivo di benvenuto al quale seguirà il concerto all’interno della suggestiva Casina Pompeiana. La giornata si concluderà con la visita guidata agli altri ambienti di Palazzo tra i quali il Giardino Pensile.
In programma la Sonata op. 65 in sol minore di F.Chopin, Fantasiestuke op. 73 di R.Schumann e Introduction et Poloneise brillante op. 3 di F. Chopin

Contributo organizzativo 5 euro (Concerto, visita guidata, aperitivo)

Prenotazione entro venerdì 2 maggio al seguente numero telefonico:

Tel. 081.552.87.39 (h.9,30 – 13,30/15,30 – 19,00)

I prossimi appuntamenti della rassegna:

Sabato 10 Maggio ore 11.00
‘Duo Souvenir’
Carla Senese-Mandolino, Riccardo Del Prete-Chitarra

Sabato 31 Maggio ore 11.00
Concerto allievi del Corso di Pianoforte del M° Luciano Ruotolo

L’intervista a Mario Restagno, direttore artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino

sfa_2013_0196_bMario Restagno, Direttore Artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino e regista del musical “Excalibur– La Spada nella Roccia”, apre le porte dell’Accademia e della Scuola di formazione dell’attore. Un progetto, quest’ultimo, ideato dall’Accademia dello Spettacolo per promuovere attivamente il valore della formazione artistica e scommettere sulle capacità dei giovani. In occasione degli open days, che si terranno in tre giornate, dal 25 al 27 aprile, Mario Restagno ci ha parlato delle possibilità offerte da questa importante scuola con un ampio approfondimento del programma multidisciplinare e del percorso didattico offerto, attraverso lo studio delle tre arti sceniche: canto, danza e recitazione.

Quando nasce e quali sono gli obiettivi principali dell’Accademia dello Spettacolo di Torino?

Alla fine degli anni 80 in Italia si cominciò a parlare di musical. Subito si evidenziò un problema: non c’erano attori in grado di esprimersi nelle tre arti. Cominciai a studiare un percorso per formare una nuova  generazione di artisti.

Quali sono le linee guida del percorso formativo offerto?

Gli anni dedicati allo studio della didattica e dei metodi formativi mi hanno portato alla creazione di un modello che si ispira alle scuole anglosassoni (ArtsEd di Londra su tutti), ma conserva anche una sua peculiarità.
Innanzitutto l’impostazione di livello universitario è una caratteristica peculiare della SFA che si traduce in un’attenzione agli aspetti culturali, spesso trascurati nelle scuole private di arti sceniche in Italia: su un piano di studi di 1000 ore annue, oltre 200 sono dedicate alle materie culturali come Storia del Teatro, Psicologia, Anatomia. In secondo luogo, il programma in tre anni consente all’allievo un’esperienza a grande raggio nel settore delle arti sceniche: teatro di prosa, cinema, musical, teatro danza, teatro di strada, teatro sperimentale..

Ci parla degli ultimi progetti realizzati e i riscontri ottenuti?

L’attenzione al mondo della scuola ha sempre ispirato il lavoro di Accademia dello Spettacolo. Da alcuni anni creiamo opere teatrali che produciamo in dvd e distribuiamo gratuitamente in tutte le scuole italiane: nel 2013 è stata la volta di “Scrooge, Canto di Natale” (oltre 30.000 copie diffuse). Sono spettacoli che gli insegnanti possono realizzare localmente con le classi di allievi: la nostra associazione fornisce le basi musicali e tutto il supporto didattico perché nelle scuole italiane si faccia teatro a partire dalle elementari. I riscontri a questo impegno sono per esempio gli oltre 250 istituti che solo nel 2013 hanno messo in scena un nostro lavoro. É qualcosa che succede su tutto il territorio nazionale in silenzio, senza tanta pubblicità, come una foresta che cresce, ma succede. Sull’esempio di quanto si fa in Australia noi crediamo che educare i bambini e i giovani a fare teatro è l’unica via per avere in futuro artisti e pubblico più qualificati.

sfa_2013_053_bLa Scuola di Formazione dell’Attore è un progetto no profit ideato proprio dall’Accademia dello Spettacolo… quali sono le attività svolte durante il triennio e quali garanzie offre questo percorso ai giovani allievi che decidono di iscriversi?

É no profit perché le rette non coprono i costi di gestione della scuola. La SFA ha fatto una scelta importante di qualità sull’esempio di quanto viene fatto a Londra in istituti come l’ArtsEd. La qualità ha un costo: significa concretamente non avere classi troppo numerose per poter seguire bene ogni singolo allievo, avere spazi adeguati, a norma e dedicati esclusivamente alla scuola, rispettare un codice etico che abbiamo pubblicato sul nostro sito. Una scuola così impostata costa oltre 10.000 euro all’anno (la retta dell’ArtsEd  è di 14.000 sterline). Accademia dello spettacolo, per ogni allievo avvia un “programma di sostegno economico” che va a coprire oltre il 60% dei costi.

Quali macro aree comprende il piano didattico?

Il piano didattico della SFA è diviso in 5 aree:

  • culturale (Storia del Teatro, Storia del Musical, Storia della Musica, Psicologia, Anatomia…)
  • espressiva (Dizione e Fonetica, Recitazione Teatrale, Recitazione Cinematografica, Improvvisazione,…)
  • musicale (Solfeggio, Tecnica Vocale, Canto Corale, Canto Moderno, Interpretazione Musical)
  • coreutica (Danza Classica, Jazz, Contemporanea e Tip Tap)
  • integrativa (Arti Marziali, Balli da Sala, Combattimento Scenico,…)

E per quanto riguarda  il programma?

Ogni anno la direzione attiva corsi complementari e stage che completano un programma già intenso. La SFA offre elevate garanzie sul programma: per esempio le lezioni sono garantite (materie, numero di ore, docenti), neppure le scuole di Stato arrivano a tanto. Questo consente di assicurare la continuità nello studio. La scuola non può garantire sulle capacità e sulle motivazioni di un candidato: la scuola mette tutto lo staff al servizio dell’allievo, ma spetta a quest’ultimo fidarsi, applicare con rigore i metodi, studiare. Noi amiamo citare una scena del film Karate Kid: “Passa la cera, togli la cera… passa la cera, togli la cera…”. La proposta SFA si ispira a valori che forse non sono tanto di moda: chi cerca scorciatoie o pensa già di sapere non si troverà bene alla SFA, chi ha pazienza e si fida avrà il meglio per realizzare il proprio progetto.

Diventare famosi? Non siamo in grado di prometterlo. Bravi sì.

Recentemente avete prodotto il Musical “Excalibur – La Spada nella Roccia”. Il protagonista, Jacopo Siccardi, è stato proprio un allievo della scuola… qual è il bilancio di questa produzione?

In realtà il vero protagonista è Merlino interpretato da gipeto, in seconda battuta Morgaine, l’antagonista, poi c’è Ginevra e infine Artù. Excalibur è un’opera con diversi piani di lettura che vuole invitare i giovani a riflettere sul proprio destino e sulle relazioni familiari, un tema tanto caro ai drammaturghi che da sempre hanno scritto di padri, madri e figli. Jacopo Siccardi è un allievo che ha completato con successo il triennio professionale nel 2012 e sta ancora studiando per migliorarsi ulteriormente. Excalibur è stato scritto mentre Jacopo frequentava con i suoi compagni l’ultimo anno dell’Accademia. Un piano di lettura dell’opera è il rapporto Merlino, Artù e Ginevra: non è un caso che nel secondo atto, quando Ginevra viene baciata da uno sconosciuto evocato da Merlino, quest’ultimo dica: “É un’immagine, un esempio… come attori che per finzione si baciano!”. In Excalibur confluiscono riflessioni che sono state oggetto delle lezioni in accademia: per gli esterni è difficile capire, ma per gli allievi della SFA (almeno i più intuitivi) il rapporto tra Merlino e i due giovani è una similitudine del rapporto docente-allievi SFA. In definitiva Artù e Ginevra sono due allievi dell’accademia.

Excalibur è un’opera destinata alle scuole, in linea con quanto Accademia dello Spettacolo fa da quasi 10 anni. In questo caso non ci si è voluti fermare alla realizzazione del dvd da distribuire perché, vedendo la situazione generale di crisi del settore spettacolo, l’associazione ha voluto offrire un segnale positivo ai giovani.
Così è nato il progetto di far diventare Excalibur un spettacolo da inserire nel circuito professionale per dare un’opportunità lavorativa ai giovani esordienti. Il bilancio di questa prima tornata di date è positivo, nonostante tutto.

Quali difficoltà avete incontrato?

La difficoltà maggiore incontrata è la diffidenza rispetto ad un’operazione che non ha seguito il meccanismo dei soliti nomi o del “nome televisivo”: da più parti, continuamente ed ossessivamente, viene richiesto un nome che attragga perché questa la legge del mercato. Il nome garantisce visibilità, protegge da critiche distruttive, tranquillizza i teatri e fa lavorare in serenità i distributori. La filosofia che ispira il nostro modo di lavorare mal si collima a questa impostazione visto che noi amiamo rischiare sul nuovo e sull’inedito… tuttavia qualche compromesso si dovrà fare anche per il bene dei giovani. Vedremo…

sfa_oreste_0234_bDal 25 al 27 aprile ci saranno gli Open Day della Scuola di Formazione dell’attore… a chi si rivolgono queste giornate? Quali sono i requisiti per entrare a far parte dell’organico? Chi sono i docenti? E per quanto riguarda i costi?

Partiamo dai costi. La scuola è molto cara. Gli studenti versano una retta annuale di 4.000 euro, che copre il 40% dei costi: Accademia dello Spettacolo interviene poi con un programma di sostegno economico.
Per questo motivo la scuola è molto severa: detto in breve non basta pagare per andare avanti. Lo studente che non rispetta il Regolamento o il cui rendimento non è all’altezza dell’investimento che viene fatto a suo favore non può proseguire l’iter formativo.

Accademia dello Spettacolo offre l’opportunità di entrare alla SFA a giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni che siano seriamente motivati a diventare attori secondo il metodo globale: cioè studiando tutte le discipline delle arti sceniche, la recitazione, il canto e la danza.

L’open-day è un momento importante per conoscere direttamente la scuola, i docenti e ottenere una valutazione.
Requisiti fondamentali per accedere ala SFA sono sana e robusta costituzione, maggiore età compiuta entro il 31 dicembre 2014, conoscenza della lingua italiana.

Lo staff è composto da oltre 20 docenti: qui possiamo citare il sodalizio con l’ArtsEd che ci consente di avere direttamente da questo istituto londinese docenti che vengono a tenere le lezioni a Torino sia per l’aggiornamento dei docenti sia per la formazione dei nostri studenti.

Per partecipare è necessario compilare il modulo on-line (www.scuoladimusical.org/candidatura-online) allegando una foto a figura intera. La Scuola di Formazione dell’Attore si impegna ad assegnare a ciascun studente che si iscrive al triennio un programma di sostegno economico che copre il 60% della retta annuale (per maggiori info 011/4347273).

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano il Dottor Mario Restagno e Sara Bricchi per Parole e Dintorni per la disponibilità

Red Bull Music Academy Culture Clash a Milano

culture clashArriva in Italia il Red Bull Music Academy Culture Clash, l’evento ispirato alla tradizionale cultura giamaicana del sound clash, che celebra la cultura del sound system e della sua influenza nel mondo dell’hip hop, della dancehall e della dance music. Si tratterà di una sorta di battaglia musicale che avrà luogo in Piazza della Regione Lombardia a Milano il prossimo 24 maggio. A contendersi la vittoria saranno quattro delle più note crew italiane, in rappresentanza di 4 generi diversi e che si sfideranno da 4 diversi palchi disposti in oltre 4000 mq di spazio. Queste le crew in gara: Elastica Records, tra le prime ad aver portato la drum and bass in Italia, Macro Beats, legata alla musica black, Roccia Music, nel cui roster annovera vecchie e nuove leve del rap e Lucky Beard Rec, che affonda le proprie radici nella bass music. Le realtà coinvolte si sfideranno nel corso di  4 round in cui ogni sound system avrà un tempo limitato per sfidare l’avversario, proponendo il maggior numero di brani, alcuni registrati in esclusiva per l’evento, e conquistare il pubblico!

Per maggiori info sull’evento e l’acquisto dei biglietti:

http://www.redbull.it/cultureclash

Arnaldo Pomodoro alla Scala: un volume per il maestro del teatro scolpito

Arnaldo Pomodoro

Arnaldo Pomodoro

“L’opera, quando trasforma il luogo in cui è posta, ha veramente una valenza testimoniale del proprio tempo, riesce ad improntare di sé un contesto, per arricchirlo di ulteriori stratificazioni di memoria”. Questa è la visione artistica di Arnaldo Pomodoro, uno dei più illustri scultori del nostro tempo che, attraverso la sua grande passione per il teatro, ha inventato forme, materiali e macchine per un totale di 44 progetti scenici dal 1972 ad oggi.

60-AD)-Teneke-p (2)

“Teneke” foto Marco Brescia © Teatro alla Scala

Nell’omaggio che, Vittoria Crespi Morbio e l’Associazione Amici della Scala, hanno inteso rendere all’operato dell’artista  nel volume “Pomodoro alla Scala”, presente all’interno della collana “Gli artisti dello spettacolo alla Scala”, traspare tutto il rigoroso impegno con cui Arnaldo Pomodoro ha contribuito allo sviluppo e alla crescita artistica italiana. Nato a Montefeltro nel 1926, Pomodoro comincia a lavorare in campo teatrale intorno agli anni Cinquanta, si trasferisce a Milano nel 1957 ed instaura uno speciale rapporto di collaborazione artistica con Giorgio Gaslini e Fabio Vacchi.  Negli allestimenti di Pomodoro anche gli abiti di scena appaiono come sculture in movimento; la sua idea scenografica dello spazio assorbe ed ingloba tutti gli elementi scenici per la realizzazione di una visione d’insieme: il teatro scolpito. Con Fabio Vacchi, lo scultore debutta al Teatro alla Scala nel 2007, nell’opera “Teneke”: la tragedia di una terra perduta, lo smarrimento degli esuli, pietre, acqua e fango entrano nell’immaginario collettivo, animandosi.

foto Marco Brescia © Teatro alla Scala

foto Marco Brescia © Teatro alla Scala

 Esigente e scrupoloso, Arnaldo Pomodoro ha saputo farsi forte della sua tempra volitiva per regalare all’elemento scultoreo una forma di vita propria. Il miracolo del movimento a vista costituisce, infatti, l’elemento centrale  dell’impegno fisico e della fatica psicologica che contraddistinguono ogni produzione di Pomodoro, i cui studi e carteggi sono custoditi negli archivi della Fondazione Arnaldo Pomodoro, nata nel 1995.

Raffaella Sbrescia

“Vera Marzot alla Scala”, una monografia per la signora italiana dell’eleganza.

Vera Marzot e Tirelli Gennaio 1982

Vera Marzot e Tirelli Gennaio 1982

“Vera Marzot alla scala” è una preziosa monografia, che rientra nella collana intitolata “Gli artisti dello spettacolo alla Scala”. Curata da Vittoria Crespi Morbio e dall’Associazione Amici della Scala la collezione di volumi è dedicata al grande lavoro svolto da scenografi, pittori, scultori e artisti che, nel corso degli anni, hanno contribuito ad accrescere la fama ed il prestigio del Teatro alla Scala di Milano in tutto il mondo. L’autrice del volume realizza, nello specifico, un agile e coinvolgente ritratto di una grande professionista quale fu Vera Marzot.

Abito di Radames per Pavarotti © Francesco Maria Colombo

Abito di Radames per Pavarotti TAV VII © Francesco Maria Colombo

Considerata, a ragione, la “signora italiana dell’eleganza” Vera firmò e partecipò alla realizzazione di un ingente numero di abiti per importanti produzioni teatrali e cinematografiche. Tra le tante ricordiamo “Il Gattopardo”, “La caduta degli dèi”, “Gruppo di famiglia in un interno”, “Aida”, “Fetonte”, “Guglielmo Tell”, “Oberon”, “Tosca”. Sensibilità estetica, umiltà caratteriale e immensa forza di volontà furono gli elementi indispensabili che la resero un importante punto di riferimento nell’ambiente artistico di quegli anni. Vittoria Crespi Morbio fornisce dati precisi, preziosi bozzetti di disegni, progetti, fogli rari e fotografie dei più begli abiti mai realizzati dalla Marzot.

CARDINALE - TAV C © Francesco Maria COlombo

Cardinale – TAV C © Francesco Maria Colombo

Con l’esordio al fianco del maestro Pietro Tosi prima, e con le storiche collaborazioni con Luchino Visconti e Luca Ronconi poi, Vera, severa nell’aspetto, ma piena di spirito, riesce ad imporre la propria personalità stilistica, senza mai rinunciare ad un inconfondibile, ed inaspettato, tocco di dolcezza. La chiave del suo successo fu sicuramente la contaminazione: “ogni abito era il risultato di fusioni, coagulazioni, trasfigurazioni”, scrive Crespi Morbio e, in effetti, guardando le bellissime testimonianze fotografiche dei lavori di Vera, non è facile resistere al fascino di un lusso, ormai difficile da ritrovare. La complicità, sospesa sul filo di una costante imprevedibilità, caratterizzò la collaborazione tra Vera e Visconti mentre molto più burrascoso fu il sodalizio artistico della costumista con Ronconi.

Lo studio di Vera Marzot TAV CII  © Marzio Marzot

Lo studio di Vera Marzot TAV CII © Marzio Marzot

L’attitudine per l’eleganza, l’ironia, il rigore e il gusto per la scoperta di Vera determinarono il successo di tanti spettacoli messi in scena al Teatro alla Scala. Oggi, nostalgia e rimpianto sono compagni fedeli di chi avuto modo di vivere appieno quegli anni d’oro ma, l’importante contributo di enti come l’Associazione Amici della Scala può sicuramente fornire indispensabili elementi di studio da cui poter ripartire.

Raffaella Sbrescia

ROCK!4: A Napoli una mostra internazionale per raccontare i linguaggi del rock

rock 1Si è svolta alle 11.30 di questa mattina l’inaugurazione di “ROCK!4”, la mostra internazionale che fino al 6 aprile 2014 sarà a disposizione del pubblico presso il PAN-Palazzo delle arti di Napoli. Il percorso che Carmine Aymone e Michelangelo Iossa, ideatori, organizzatori e direttori culturali della mostra, giunta al quarto anno di vita, hanno inteso creare con questo allestimento è una sorta di viaggio temporale che parte idealmente dal 1954, con l’uscita del primo singolo di Elvis Presley “That’s all right, Mama” e di “Rock Around the Clock” di Bill Haley & his Comets, fino ai giorni nostri.

Entusiasta il saluto di rito dell’Assessore alla cultura di Napoli Nino Daniele:« Questa mostra è una festa, il rock ha sempre avuto un grande ruolo nella dimensione soggettiva dell’individuo e, proprio per questo, ha spesso avuto un effetto liberatorio, costituendo un forte stimolo al ritrovamento di una dimensione autentica e libera. Il rock è il rifiuto delle gerarchie, non è mai rassegnazione, non lo è mai stato e mai lo sarà. E allora ai giovani dico: agitatevi! Abbiamo tanto bisogno della vostra energia!». Alle sue parole hanno fatto eco quelle del console generale degli Stati Uniti d’America a Napoli, Colombia A. Barrosse:« Rock in inglese vuol dire “scuotere” ma anche “pietra”, sintetizzando i due termini il risultato che ne verrebbe fuori sarebbe un scuotimento di corpi, di schemi, di coscienze. Oggi siamo qui, non solo “just to have fun”, ma anche per dire “let’s rock’n’roll”!». Inteso in questo senso il rock rappresenta, dunque, uno stimolo a vivere la vita a 360 gradi senza sconti e senza scorciatoie, detto in un’era in cui la corruzione ed il conflitto di interessi ci attendono al varco in ogni situazione importante, pare quasi una frase buttata lì a caso ma la verità è che non ci si può arrendere, non si può cedere all’idea che le cose debbano irrimediabilmente rimanere così come sono, e questa mostra si presenta proprio come una risposta tangibile a questo monito di reazione.

Lello Arena

Lello Arena

25 appuntamenti, 12 aree tematiche, tanti incontri con i protagonisti della scena musicale internazionale, migliaia di memorabilia, gadgets, vinili, documenti audiovisivi, fotografie, manifesti d’epoca e strumenti musicali provenienti da alcune prestigiose collezioni private sono solo alcune delle attrattive offerte al pubblico. Basti pensare che, a dimostrazione della trasversalità che caratterizza il linguaggio musicale del rock,  un’intera sala del secondo piano è stata completamente dedicata a Massimo Troisi. A proposito di questo, anche l’ attore Lello Arena è brevemente intervenuto alla conferenza stampa per ribadire con forza questo concetto aggiungendo anche altro: «Mi pare ormai chiaro noi napoletani siamo destinati a regalare cose belle al mondo senza chiedere nulla in cambio… e, se questo è il nostro destino, cerchiamo di realizzarlo con allegria!».

Tra le altre aree tematiche della mostra segnaliamo, inoltre, quella dedicata ai fotografi con gli scatti di Guido Harari, Henry Ruggeri, Riccardo Piccirillo, Dino Borelli, Giuseppe D’Anna, Dario Di Silvestro e Stefania Furbatto e poi, ancora, la sezione “rock fantasy”, dedicata al rapporto tra il linguaggi del rock, il fumetto e i cartoons, suddivisa nelle due sottosezioni, rispettivamente intitolate Rock’n’comics e Rock’n’Cartoons e “Baby Rock”, l’appuntamento, realizzato in collaborazione con il British Council, che ogni sabato mattina darà ai bambini la possibilità di apprendere la lingua inglese.

Lino Vairetti riceve il premio Rock! Legend

Lino Vairetti riceve il premio Rock! Legend

Ampio spazio anche alle cosiddette “rock legends”: su tutti l’omaggio della città di Napoli a Lou Reed, l’angelo nero del rock, e i premi Rock! Legend. Il primo è stato consegnato proprio stamattina a Lino Vairetti, frontman dello storico gruppo degli Osanna che, a sua volta, ha dedicato il premio a Francesco Di Giacomo, cantante e voce solista del Banco del Mutuo Soccorso, scomparso ieri sera a causa di un incidente stradale. I premi sono realizzati da Dario Scotto, su pietra lavica e legno, e verranno consegnati anche a Mark Wilkinson, Fish (Marillion), Uli Jon Roth (Scorpions) e alla Principessa Elettra Marconi Giovannelli, figlia di Guglielmo Marconi. A chiudere l’evento di inaugurazione il trascinante blues del leggendario basso di Nathaniel Peterson.

 Raffaella Sbrescia

Album fotografico conferenza stampa e aree tematiche:

http://www.flickr.com/photos/116113666@N07/sets/72157641359323613/

Piazza delle Arti: Francesca Cavallin si trasforma in mecenate

piazza delle artiContinua a riscuotere consensi la piattaforma web www.piazzadellearti.it: con 800 artisti iscritti e 4000 opere caricate, l’iniziativa, che si prefigge l’obiettivo di dare visibilità e spazio alle opere di artisti emergenti, è destinata a diventare un successo di notevoli dimensioni. L’idea alla base di questo ambizioso progetto è, come detto, quella di esaltare il talento ottimizzando le risorse a disposizione di tutti coloro che vorranno mettersi in gioco  in nome della cultura. Con “Piazza delle Arti” tutti possono diventare mecenati mettendo a disposizione il proprio ufficio, il proprio giornale, la propria attività commerciale e, perché no, la propria casa. Per fare tutto questo non servono soldi, servono, bensì, passione e un pizzico di spensieratezza.

FRANCESCA CAVALLIN (2)

Francesca Cavallin

I potenziali mecenati possono registrarsi sul sito www.piazzadellearti.it, dove potranno visionare tutte le opere caricate (fotografie, dipinti, dischi, sculture, disegni, fumetti, collezioni, e qualunque altra forma d’arte) e mettersi in contatto con gli artisti per creare, così, mostre collettive o personali. A dare il buon esempio, in qualità di mecenate, sarà l’attrice Francesca Cavallin che, forte di una laurea in Storia dell’arte contemporanea, selezionerà, il prossimo 28 febbraio, una delle opere caricate su www.piazzadellearti.it e le darà visibilità ospitandola in casa propria.

Previous Posts Next Posts