Storie Sepolte… Herculaneum Ph Errico Sarmientos
Distruggere, creare, vivere e morire sono i grandi atti che attraversano, da sempre, il flusso dell’evoluzione del genere umano. “Storie sepolte” rappresenta, dunque, l’opportunità di compiere un’esperienza di incontro, approfondimento e conoscenza di luoghi, vicende e territori che, nel corso dei secoli, non hanno smesso di affascinare, inquietare ed ammaliare l’uomo. Quella che vi proponiamo oggi è la descrizione della passeggiata notturna, arricchita da racconti storici, suggestioni di luce, performance teatrali e musicali, avvenuta lo scorso 16 agosto, presso gli scavi archeologici dell’antica Ercolano. Con il coordinamento generale della società Scabec e della Regione Campania Assessorato al Turismo, il progetto si avvale del contributo del Mav, responsabile del video in 3D, proposto al pubblico nella sala didattica adiacente alla biglietteria degli Scavi, e dell’illuminazione notturna del sito archeologico. Un filmato della durata di 13 minuti circa, attraverso il quale è stato possibile vivere in maniera virtuale l’esperienza dell’eruzione del Vesuvio, con particolare riguardo alla terribile eruzione pliniana del 79 d.C.
Quattro secondi per morire, quattro secondi in cui una immensa nuvola di gas e materiale piroclastico ha messo fine alla parola vita, quasi senza che gli abitanti di Ercolano potessero rendersi conto di quanto stesse avvenendo. Sette secoli di quiescenza avevano reso, infatti, il Vesuvio una montagna qualsiasi, incoscientemente ignorata da un popolo che cominciava a beneficiare dei grandi fasti dell’impero romano. A raccontare al pubblico i giorni di spensieratezza e di benessere di quell’epoca è l’attrice Antonella Romano, nei panni di una donna di piacere, divenuta improvvisamente cieca, accompagnata dal flauto di Lello Settembre. Un’emozionante performance teatrale, prodotta dal teatro Le Nuvole, con testo inedito di Fabio Cocifoglia e la consulenza scientifica di Maria Laura Chiacchio, ambientata tra le porte delle fornici, dove i calchi di 300 scheletri sono ancora lì a ricordarci il dramma di una fuga mai avvenuta, l’attesa dei soccorsi mai arrivati, la pericolosa vicinanza del mare, oggi allontanato dalle idrovore. Attraverso le parole della bravissima Antonella emergono le luci, i profumi, i colori, la bellezza di un luogo straordinariamente fertile e ricco. “Splendi, finche vivi”, “Non affiggerti, la vita è breve ed il tempo esige sempre il suo tributo”, questo è il monito finale con cui l’attrice ha congedato i visitatori, i quali sono stati, infine, accompagnati dall’archeologa, all’interno delle abitazioni più in vista dell’epoca, alla scoperta di usi, costumi, tradizioni ancora ubriache di vita, sotto un suggestivo cielo di stelle, in una calda notte di agosto, ancora una volta alle pendici del temibile Vesuvio.
Raffaella Sbrescia
Fotogallery a cura di: Errico Sarmientos
Storie Sepolte… Herculaneum Ph Errico Sarmientos
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