EsserEPerfetto Music Contest: al via le iscrizioni per la seconda edizione

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Dopo il successo dello scorso anno, sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione dell’EsserEPerfetto Music Contest, il concorso per band e artisti emergenti organizzato dall’associazione culturale barese  OWT Studio e dalla storica etichetta  Otium Record, in collaborazione con Bohemièn Jazz CafèRadio Città Futura (Media partner del contest) e Brescia Management. Le iscrizioni si potranno effettuare online oppure recandosi allo stand di OWT Studio all’interno del Medimex dal 30 ottobre all’ 1 novembre, termine ultimo per l’adesione al concorso. Il vincitore del contest si aggiudicherà la produzione di un EP ( composto da 5 Brani) oltre all’apertura di uno dei concerti previsti dal cartellone de L’acqua in testa.

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Tutte le band selezionate parteciperanno anche ad un format dedicato, in onda in fm su Radio Città Futura il giorno prima dell’esibizione. Per il gruppo che si aggiudicherà il “Premio giuria popolare” ci sarà in palio la realizzazione di un brano inedito e l’apertura di uno dei concerti previsti dal cartellone di “Aquavitae”. Il gruppo vincitore del “Premio della Critica”, invece, si aggiudicherà un mini tour promosso da OWT Studio e Brescia Management con almeno 5 concerti. Infine le 8 band finaliste parteciperanno direttamente alla prima edizione del “Premio Morris Maremonti”, in memoria del cantante ed autore della storica band One Way Ticket, che avverrà al termine del concorso.

Info:  www.owtstudio.it

Karel Music Expo: al via l’ottava edizione

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La città di Cagliari conferma sempre più la propria vocazione musicale. Si terrà dal 2 al 4 ottobre  2014 l’ottava edizione del Karel Music Expo, la rassegna porterà in scena alcune meritevoli proposte della musica italiana e internazionale ma offrirà al pubblico una vasta scelta di eventi culturali, enogastronomia ed arte seguendo un obiettivo preciso: valorizzare appieno la bellezza del territorio coinvolto. Il Ghetto Ebraico, il Teatro Civico, il Bastione S.Remy ed il Teatro S.Croce  saranno le location coinvolte nel ricco programma dell’evento che, nell’arco di tre giorni, spazierà dal cantautorato all’elettronica, dal folk al blues. L’Italia sarà rappresentata dai Bud Spencer Bud Explosion, dal progetto parallelo di Andy dei Bluvertigo Fluon e dalla pesarese Maria Antonietta. Ci sarà anche il progetto Bologna Violenta, capitanato da Nicola Manzan, insieme a Giovanni Truppi, Jack Jaselli, Jules Not Jude e The Traveller. A fare gli onori di casa saranno, invece, i sardi Saffronkeira, Trees Of Mint, Stefano Cerchi e Fabio Canu. Gli ospiti internazionali saranno, infine, gli headliner The Orb, i tedeschi Mouse on Mars con le loro miscele di ambient, kraut-rock, techno e pop. Dall’Australia arriveranno gli Oh Me My e Damen Samuel, dal Portogallo la cantautrice Rita Redshoes e dall’Inghilterra i Lilies on Mars e Duke Garwood.

Prevendite
Teatro Civico di Castello | Tel: 070 6777660
www.vivaticket.it | Tel: 89 24 24
www.boxofficesardegna.it | Tel: 070 657428

Info
www.voxday.com | Tel: 070 840345 | voxdaycagliari@hotmail.com

“Migranti. Napoli è mille colori”: Marco Zurzolo & band colorano il Mar Mediterraneo con note di pace

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

“Un giorno diverso, una tregua musicale all’insegna della fratellanza e della spensieratezza”, così il noto sassofonista partenopeo Marco Zurzolo introduceva sul suo profilo Facebook l’atteso concerto tenutosi lo scorso 28 settembre all’interno della Mostra d’Oltremare di Napoli, nello spazio antistante l’Arena Flegrea, nell’ambito del Forum Universale delle Culture. L’evento, ad ingresso gratuito, intitolato “Migranti. Napoli è mille colori”, racchiude un gioco di parole immaginifico e di particolare interesse socio-culturale.

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Grazie all’impostazione multiculturale dell’evento, Marco Zurzolo Sax Alto; Piero De Asmundis – Pianoforte; Diego Imparato – Basso; Gianluca Brugnano – Batteria, insieme al Coro delle Voci Bianche Multietnico della Scuola Spazio ZTL, diretto da Manuela Renno, hanno deliziato il pubblico con una scaletta finalizzata alla valorizzazione della  profonda stratificazione che da sempre interessa la cultura partenopea. Colori, influenze, contaminazioni ritmiche e sonore hanno creato una suggestiva atmosfera interculturale senza trascurare le bellissime striature dettate dalle coinvolgenti improvvisazioni di Marco Zurzolo, considerato uno dei più valorosi musicisti partenopei.

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

Una parentesi distesa, un’oasi pacifica e rilassata, popolata di volti e sorrisi, di note e di parole che, nella loro diversità, hanno messo insieme i pezzi di uno stesso puzzle. Ospiti della serata Ibrahim Drabo, Laye Ba e Francesca Zurzolo, artisti scelti per completare un percorso solidale, arricchito dal contributo di numerose associazioni operanti sul territorio campano,  in grado di dimostrare anche ai più scettici che Napoli può ancora essere un centro culturale aggregante.

 Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

 

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

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“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

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“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

"Migranti. Napoli è mille colori" ph Luigi Maffettone

“Migranti. Napoli è mille colori” ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a Michele Mangano: “Vi racconto il mio amore per la tarantella”

Michele Mangano Ph Pietro Armiento

Michele Mangano Ph Pietro Armiento

Michele Mangano è un ballerino, maestro e coreografo di fama mondiale, che ha fornito un importante contributo alla diffusione della cultura popolare centro meridionale in tutto il mondo, insieme alla sua associazione e compagnia di danza e musica popolare La Bella Cumpagnie – Cultura Etnica Popolare Garganica.  Insignito dalla Regione Puglia del riconoscimento di Ambasciatore del Folk Pugliese nel Mondo, Michele si è raccontato in questa lunga intervista con l’obiettivo principale di avvicinare  le giovani generazioni, non solo alla danza e alla tarantella, ma soprattutto alla conoscenza delle proprie radici storiche, culturali, musicali.

Michele hai dedicato la tua vita alla danza e alla musica popolare… come ti sei avvicinato a questo tipo di realtà musicale e cosa ha alimentato nel corso degli anni la tua passione?

Partirei da quando avevo 14 anni, il momento in cui sono stato folgorato da questa forma d’arte quale è la tarantella. Nasco a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia, nel territorio del Gargano, un luogo particolarmente noto per il culto micaelico di San Michele Arcangelo, attorno al quale si concentra anche il folklore locale. Quando cominciai quest’avventura fui da subito entusiasta, ero il ragazzo più piccolo e mi accontentavo di portare anche solo le borse. A quei tempi i festival dedicati al folklore erano molto importanti, in particolar modo le rassegne folkloristiche internazionali, e giravo tantissimo insieme ai ballerini. Un giorno mi fecero entrare come riserva in un gruppo folk in cui sono rimasto fino all’’82. Già all’epoca avevo voglia di andare oltre, il professor Campanile, antropologo e docente di Filosofia e Pedagogia, mi diede l’importante incarico di condurre la compagnia per un anno e di fare il capogruppo. Per due anni ho portato avanti quel progetto, poi mi sono distaccato ed ho creato una mia compagnia di musica e danza popolare “La bella Cumpagnie”, in cui ho messo da parte il termine folklore ed ho tirato in ballo le musiche di tradizione popolare addentrandomi nella ricerca di una dimensione nuova. Nel frattempo mi sono iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Foggia, provengo da una famiglia di decoratori di chiese a cappella e ho seguito un po’ anche la carriera di mio padre e mio nonno. Per quanto riguarda la mia avventura individuale, nulla è stato facile, anzi! Ho trovato intoppi di ogni tipo, ostruzionismo, gelosie, ma sono stato testardo e sono andato avanti dandomi molto da fare.

Michele Mangano Ph Luigi Maffettone

Michele Mangano Ph Luigi Maffettone

Che ruolo svolge la danza nel contesto socio-culturale contemporaneo?

 Mi è sempre piaciuto interagire con gli anziani, essi rappresentano le nostre radici e la loro saggezza ci tramanda la nostra identità e la nostra memoria. In un’epoca in cui manca la conoscenza del proprio territorio e  di tutto quello che concerne la tradizione popolare è importante tenersi in contatto con tutte quelle persone in possesso di un bagaglio socio-culturale di grandissima rilevanza. L’importanza fondamentale di capire ciò che facciamo, ci consente di preservare e trasmettere il nostro patrimonio culturale alle nuove generazioni. Spesso alla notte della Taranta le persone non sanno cosa stanno ballando e perché, oltre a non conoscere  i nostri strumenti popolari. Io facevo parte dell’Arci, un contenitore culturale in cui si parlava anche e soprattutto di cultura. In quel contesto ci spiegavano cos’era il mandolino, l’arpa, la zampogna, la cornamusa, la chitarra battente, la chitarra acustica, il tamburello, le loro differenze, i suoni e i ritmi. Grazie a questo percorso, mi sono fatto un bagaglio culturale che oggi i giovani non hanno. Premettendo che a 51 anni non sono da considerare vecchio, mi sento di dire che giovani d’oggi hanno difficoltà ad ascoltare, sembra che non vogliano capire e parlare del pentagramma. Recentemente ho organizzato l’”Umbra Forest Folk – Gargano Porta di Pace”, un’iniziativa che mi ha portato sia in piazza che nelle scuole. L’idea di andare dai ragazzi mi ha fatto capire da vicino che le nuove generazioni sono all’oscuro delle nostre antiche dominazioni, dei nomi, delle fattezze e degli utilizzi degli strumenti musicali e che c’è davvero tanto bisogno di attirare l’attenzione dei più giovani.

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Per quanto riguarda un discorso più strettamente legato alla tarantella, così come tutte le altre danze, quello che io chiedo è considerazione e rispetto. Qualcuno mi ha accusato di andare oltre il patrimonio tradizionale, a questo io rispondo dicendo che attingo dalla tradizione ma cerco di guardare anche all’innovazione. Perché non si può sperimentare con la tarantella? Con la tammurriata? Con la pizzica? I ritmi possono fondersi insieme. La tarantella può essere rappresentata, esportata e insegnata in ogni luogo. Così come è successo con le altre danze, anche la tarantella deve sopravvivere, deve diventare materia viva contaminabile.

Hai avuto tante esperienze importanti anche in tv…come ti sei fatto notare dalla Rai?

Nel 94’ mandai una lettera alla Rai in cui parlavo di un progetto incentrato sui prodotti tipici della mia terra e sul pane di Monte Sant’Angelo. Partecipai ad Uno Mattina, così per divertimento, ma quel momento ha sancito anche la svolta della  mia vita artistica. La regista mi consentì di diventare autore di un progetto sempre ad Uno Mattina e dal 1994 al 2004 ho collaborato a tanti programmi, sempre in veste di autore: Bella Italia, Sereno Variabile, Geo &Geo, Domenica In…ormai ero di casa. La visibilità della Rai mi ha aiutato molto con i concerti e con gli spettacoli. Ci fu un susseguirsi di cose importanti, conobbi tanti artisti, su tutti Eugenio Bennato, Carlo D’Angiò, Nando Citarella, Goran Bregovic, Franco Battiato, Teresa De Sio.

Michele Mangano Ph Luigi Maffettone

Michele Mangano Ph Luigi Maffettone

Hai tenuto delle lezioni a New York? Che riscontro hai avuto?

Dopo aver portato le lezioni di tarantella nelle scuole a Carpino, dove poi nacque il Carpino Folk Festival. La Comunità montana del Gargano ha sponsorizzato questo progetto dal 2000 al 2007. Finito il 2007 proposi di tenere lezioni di tarantella a New York agli emigranti italiani. All’epoca volevo iniziare a recuperare la terza e quarta generazione dei figli dei nostri emigranti ed anche questo progetto andò a lieto fine. A distanza di 7 anni questo progetto è ancora vivo. Vado in America 3 volte all’anno e  questa attività viaggia in parallelo con la scuola che ho qui in Puglia.

Michele Mangano

Michele Mangano

Quali sono le attività della Danza Nova Folk Ballet?

Negli anni 2000 è nata una nuova realtà, la Danza Nova Folk Ballet in cui io ed i miei ragazzi raccontiamo qualcosa di diverso dal solito folk, ci muoviamo tra tradizione ed innovazione e, grazie a tanti seminari ed incontri che organizziamo la compagnia è sulla cresta dell’onda. Abbiamo realizzato una tammurriata particolare, sullo stile folk-rap con Raiz e Pietra Montecorvino mettendoci in gioco e rischiando per farci capire anche dai giovani. Noi non vogliamo allontanarci dal mondo antico ma vogliamo anche guardare al futuro, creando un equilibrio. Abbiamo creato anche un’ Accademia, giunta al quarto anno di attività, a cui aderiscono bambini, ragazzi, adulti e anziani.

Michele Mangano Ph Luigi Maffettone

Michele Mangano Ph Luigi Maffettone

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Fino alla fine di settembre siamo all’Oktober Fest di Monaco di Baviera, il 20 di ottobre terremo uno spettacolo a Montecarlo per un premio letterario ed il 27 novembre ripartiremo per New York.

 Raffaella Sbrescia

Andrea Pozza Trio meets Dick De Graaf: l’eleganza del jazz al Forum Universale delle Culture

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

La classe, l’esperienza e la competenza di Dick De Graaf (sax) e di Andrea Pozza (pianoforte) vivono, da ormai un decennio, all’interno di un felice connubio artistico, foriero di note racchiuse in ben due dischi realizzati insieme. A dare prova di una sintonia così pronunciata sono stati gli stessi musicisti jazz che, lo scorso 11 settembre, si sono esibiti in concerto alla Mostra d’Oltremare di Napoli nell’ambito del Forum Universale delle Culture, a cura del Live Tones con la Direzione Artistica di Alberto Bruno e la Direzione Organizzativa di Ornella Falco.

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Una serata all’insegna della qualità e dell’eccellenza in cui De Graaf e Pozza, accompagnati da Aldo Zunino (contrabbasso) e Nicola Angelucci (batteria) hanno proposto al pubblico un repertorio incentrato sulla tradizione musicale europea occidentale, caratterizzato da ampie incursioni strumentali più propriamente jazzistiche. Un concerto che, rispettando le linee guida di scambio interculturale e di internazionalità, ha rappresentato l’occasione ideale per avvicinare l’anima all’ascolto di sonorità naturalmente predisposte ad intrecci sonori e semantici estemporanei.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

 

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

 

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

 

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

 

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

Andrea Pozza e Dick De Graaf @ Forum Universale delle culture by Live Tones ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lezioni di rock: alla scoperta dei Pink Floyd

pink floyd

Nell’ambito di Torino Milano – Festival Internazionale della Musica si è tenuto lo scorso 8 settembre il primo incontro del ciclo “Lezioni di rock” a cura di Ernesto Assante e Gino Castaldo. Pensato in occasione della grande mostra “The Pink Floyd Exhibition -  Their Mortal Remains”, che celebra i quarant’anni dall’uscita del celebre album “The Dark side of the Moon”, l’incontro ha rappresentato una preziosa occasione per approfondire e conoscere nel dettaglio l’epopea straordinaria di una delle band che, tra psichedelia, genio e sregolatezza, ha cambiato la storia del rock. In una affollatissima aula dell’Università degli Studi di Milano di Via Del Perdono, il giornalista di Repubblica Gino Castaldo ha accompagnato il pubblico lungo le tappe salienti della folgorante carriera dei Pink Floyd. Partendo dalla fine di questa pazzesca storia, il critico musicale è risalito alle origini di un gruppo che, pur venendo da Cambridge e senza appartenere alla categoria dei working class heroes,  è riuscito a lasciare il segno in maniera indelebile segnando una svolta epocale non solo in ambito musicale ma anche socioculturale. Dapprima ispirati dal genio visionario dell’angelo caduto Syd Barrett, i Pink Floyd intrapresero il proprio cammino proponendosi come una realtà sperimentale senza rendersi conto del notevole apporto che furono in grado di portare all’interno dello scenario musicale mondiale.

Pink+Floyd

Attraverso una serie di rari reperti storici, video inediti e preziosi aneddoti, frutto di alcune interviste realizzate dallo stesso Castaldo, il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere le esatte dinamiche interne al gruppo: dall’abuso di LSD di Barrett alla sua esplosione psicotica fino alla definitiva estromissione dal gruppo. Gli anni e gli album di passaggio, la deresponsabilizzazione dal carico visionario portato dall’ex leader, il progressivo ingrandimento delle scenografie sul palco. Lontanissimi dal culto legato alla visibilità di massa, i Pink Floyd lasciavano confluire le proprie energie nella ricerca del suono, nelle sfumature degli accordi, nella voglia di impiantare i germi di nuovi discorsi  e nuove possibilità strumentali. Passando dalla colonna sonora di “More” a “Meddle”, al leggendario “The Dark Side of the Moon” a “The Wall”, i Pink Floyd hanno affrontato l’esistenza a 360 gradi: il tempo, il denaro, la follia, l’amore, la morte. Bellissimi i focus su “The Great Gig in the Sky”, “Wish you were here”, “Shine on you crazy diamond”, vere e proprie pietre miliari che, inevitabilmente, ci pongono di fronte ad una serie di punti interrogativi che, proprio come piccoli pungoli, ci spingono a reagire alle difficoltà della vita senza rinunciare ad un indispensabile tocco di follia.

Raffaella Sbrescia

Intervista al compositore Emiliano Palmieri: “Festeggio Charlot e sogno di lavorare ad un film della Disney”

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Emiliano Palmieri è un autore e compositore romano. Dedito allo studio del pianoforte fin dalla giovanissima età, Emiliano ha sviluppato una naturale versatilità compositiva sia in ambito classico che contemporaneo. Il suo debutto artistico risale al 2005 e, da allora, è riuscito ad affermarsi, con successo, sia in ambito musicale che teatrale e televisivo. Autore delle musiche dello spettacolo intitolato “Zakharova Super Game”, in scena al prestigioso Teatro Bolšoj di Mosca nel 2009, Emiliano Palmieri si è distinto anche per il suo spiccato senso solidale. Tra i vari progetti benefici a cui l’artista ha preso parte, ricordiamo il passo a tre per il gala di beneficenza organizzato da Emergency “A step for Africa” e l’inno dell’associazione “Angel Onlus”. Il prossimo 13 settembre al Piccolo Teatro Grassi di Milano andrà in scena “Buon compleanno Charlot”, nell’ambito del circuito MITO Settembre Musica. Lo spettacolo è stato interamente musicato da Emiliano Palmieri e, in questa lunga intervista, il compositore ci ha parlato anche di questa gratificante esperienza lavorativa.

Sei autore, compositore e musicista… come ti sei avvicinato alla musica e cosa scopri in lei giorno dopo giorno?

Il mio approccio alla musica è stato del tutto casuale. Come molti, ho iniziato a studiare musica alle scuole elementari con la famosa diamonica, una tastierina collegata ad un tubicino di plastica in è necessario soffiare per produrre il suono in corrispondenza della nota che si pigia. Mi ricordo che uno degli esercizi che mi diede il mio insegnate fu quello di provare a scrivere un breve motivetto, naturalmente feci un disastro ma quello fu il mio primo momento da “compositore”. Il percorso successivo fu quello di prendere lezioni di piano e armonia e in questo fui molto fortunato perché trovai un insegnante molto capace, che mi fece appassionare sia alle opere classiche sia alle composizioni moderne, lasciandomi libero di scegliere a seconda del mio umore. Per questa ragione, durante i primi anni di studio, lezione dopo lezione, passavo con disinvoltura dalla classica al pop.

Ci spieghi quali sono le differenze tra il comporre per la discografia, per il teatro e per la tv?

Comporre non è difficile, sono convinto che tutti noi abbiamo una sensibilità innata e la utilizziamo a seconda delle cose che facciamo, dallo scrivere musica al cucinare… si tratta si capire e trovare il giusto equilibrio tra le parti. Scrivere per il teatro, per la tv o per la discografia è semplice se riesci a capire cosa vuoi dire, il resto è tecnica e tanto lavoro. Una cosa che ho imparato con il tempo è che bisogna sempre mettersi in discussione per fare un buon lavoro, la cosa più importante è sempre quella che devi ancora scrivere.

La versatilità artistica rappresenta uno dei tuoi maggiori punti di forza ma, se dovessi scegliere, quale sarebbe l’ambito più vicino alle tue naturali attitudini?

Non credo di avere un genere nel quale io mi sento più a mio agio. Avendo la possibilità di spaziare tra tanti contesti musicali, riesco a non essere saturo di uno solo; quando finisco di scrivere un nuovo spettacolo per il teatro, mi sento completamente svuotato e sono cosciente del fatto che in quel momento non sarei in grado di scrivere un tema classico ed orchestrarlo, quindi passo alle canzoni e mi dedico a qualche progetto più pratico per ricaricare le pile in vista del lavoro successivo.

Sei il primo compositore italiano ad aver composto, dopo 100 anni, una Premiere messa in scena nel tempio della danza internazionale in Russia…come hai vissuto questo importante traguardo professionale?

“Zakharova Supergame” è stato il mio primo lavoro internazionale, andò in scena al Teatro Bolshoi nel 2009, inutile dire che è stato del tutto inaspettato. Avevo appena partecipato alla Biennale di Venezia di Danza con lo spettacolo intitolato “Il mare in catene” ed il coreografo con il quale lavoro da molti anni, Francesco Ventriglia, mi chiese di scrivere per un Galà internazionale di danza in favore dell’Africa. Il tema musicale aveva un forte impatto emotivo e colpì l’attenzione di molti, la sorte volle che all’evento ci fosse anche la prima ballerina Russa Svetlana Zakharova, considerata una delle più grandi ballerine di sempre. Fu proprio lei a rimanere colpita dal mio stile e qualche mese dopo mi fu chiesto di scrivere i temi dello spettacolo. Non so come ma, nei tre giorni successivi, scrissi i cinque temi che fanno parte dello spettacolo e li consegnai al coreografo. Naturalmente erano una sorta di “bozza” ma si intuiva che erano perfetti per il tipo di spettacolo che avremmo messo in scena pochi mesi dopo. La sera della prima eravamo tutti emozionatissimi, all’evento c’era anche il presidente Putin e le più alte cariche dello stato Russo, è stata un’ esperienza incredibile. Una cosa che mi ha colpito molto è stato l’atteggiamento e la fiducia degli addetti ai lavori nei miei confronti… non mi piacciono le polemiche ma notai una grande differenza culturale e di pensiero con il movimento artistico italiano e sono passato da “troppo giovane per fare cose importanti nei teatri d’opera italiani” a “così giovane sei arrivato a comporre per uno dei teatri più importanti del mondo”.

Nel corso degli anni hai lavorato con tanti giovani, spesso provenienti dal mondo dello spettacolo e dai talent televisivi… tra tutti ricordiamo Manuel Foresta e Claudia Casciaro. Qual è il tuo pensiero a riguardo e come ti sei interfacciato con loro?

Lavorare con i giovani è fantastico hanno una voglia di arrivare e una determinazione pazzesca. Nello specifico negli ultimi anni ho collaborato con diversi talent, che ormai da un po’ dettano le regole del mercato, e devo dire che il livello è alto. Purtroppo oggi non basta avere solo una bella voce, quello che conta è il brano giusto che valorizzi le qualità di chi lo indossa. Personalmente mi piacciono gli artisti che in studio, durante la registrazione di un inedito, rappresentano un valore aggiunto, quelli che sanno capirti al volo e si lasciano dirigere ma che, allo stesso tempo, hanno un istinto musicale che li porta a fare delle cose a cui io non avrei pensato.

Tra i tuoi più stretti collaboratori c’è l’autrice Anna Muscionico, di cui hai spesso musicato i testi… Com’è nato questo feeling artistico tra voi?

Anna Muscionico per me è talento allo stato puro, nei suoi testi riesce a farti vedere le immagini di quello che racconta e lo fa con una semplicità a dir poco disarmante. Conobbi Anna nel 2004, in quel periodo stavo lavorando a quello che fu per me un battesimo musicale, ovvero il singolo “M’ama o M’amerà”, un tormentone radiofonico e televisivo mentre contestualmente stavo ultimando l’album d’esordio di Mariangela. A quel tempo Anna non era interessata al discorso musicale ma sapevo che scriveva molto bene perché avevo letto dei suoi spunti, così le chiesi di provare a collaborare con me. Purtroppo, a causa dei numerosi impegni la cosa non andò in porto ma, quando mi chiesero di provare a scrivere la sigla della fiction “Un medico in famiglia”, per associazione di idee, la prima persona che mi venne in mente fu proprio Anna… il resto è storia.

Hai preso parte anche a diverse iniziative a sfondo benefico…che significato hanno avuto per te?

Mi piace l’dea di restituire con il mio lavoro qualcosa indietro e, per questo, quando mi viene chiesto, partecipo e scrivo sempre volentieri per iniziative benefiche! Nei vari anni ho collaborato con “Save the Children” per l’africa , con la “Onlus A.n.g.e.l” per sensibilizzare la comunità internazionale sulle vittime dei bambini in guerra, con la “Cifa” per le adozioni dei bambini Cambogiani.

Il prossimo 13 settembre sarà in scena “Buon Compleanno Charlot” al Piccolo Teatro Grassi di Milano…Uno spettacolo creato per piccoli musicisti e ballerini, che potranno partecipare alla costruzione di una fiaba musicale e trascorrere una giornata di gioia con MITO, tra bombette, baffetti e bastoni in omaggio a Charlot. Ci parli di questo progetto più nel dettaglio? Chi ci ha lavorato, con quali prospettive e con quali obiettivi?Per quanto riguarda te, come hai lavorato alle musiche dello spettacolo?

Questo, per me, è un momento professionale importante “Buon compleanno Charlot” è un lavoro a cui tengo moltissimo. Volevo scrivere su Chaplin da molto tempo e, quando mi è stato proposto, ho accettato immediatamente; avrò anche la fortuna di potermi avvalere di un orchestra formata da 40 giovani musicisti e naturalmente non poteva mancare la danza con la presenza di 40 ballerini sul palco. Lo spettacolo rappresenta un omaggio al personaggio di Charlot, di cui si festeggia il centenario, ed è composto da un atto unico, che ripercorrerà in quattro momenti, la vita di Charlie Chaplin, uno dei più grandi geni che il mondo dell’arte abbia mai conosciuto.

Sei impegnato anche in altri progetti? Se sì, puoi anticiparci già qualcosa?

Cosa bolle in pentola? Posso solo dire che a breve usciranno diversi album di artisti già conosciuti, che interpreteranno dei miei inediti. Poi ci saranno il teatro, la tv ed una web serie, che mi vedranno coinvolto come compositore tra gennaio e maggio. Infine sarò impegnato in una insolita e stimolante collaborazione con il mondo dello sport ma non posso ancora svelarvi di cosa si tratta…

Hai mai pensato di pubblicare un tuo lavoro discografico con composizioni inedite?

Mi piace di più l’idea di essere dietro le quinte, adoro assistere alle prove di un nuovo spettacolo seduto in poltrona e vedere l’arte di qualcun altro esprimersi, partendo dal punto in cui io ho finito, per dar vita ad una magia… Un sogno nel cassetto però ce l’ho ed è quello di lavorare ad un film d’’animazione per la Disney, sono sicuro che mi divertirei moltissimo.

Raffaella Sbrescia

Le irresistibili parodie di Lino D’Angiò in “Da grande voglio fare il sindaco”

Lino D'Angio @Maschio Angioino Ph Fiorella Passante

Lino D’Angiò @Maschio Angioino Ph Fiorella Passante

Grande successo per lo show di Lino D’Angiò, intitolato  “Da grande voglio fare il sindaco”, andato in scena lo scorso 31 agosto al Maschio Angioino di Napoli, nell’ambito del Festival del teatro comico e del Caberet e della rassegna “Ridere”, organizzata dall’Associazione Bruttini Ridere e dal Teatro Totò. Attraverso una esilarante riflessione sui vizi della società contemporanea, il celebre comico partenopeo ha divertito la platea attraverso delle irresistibili parodie di alcuni importanti personaggi come Crescenzio Sepe, Giorgio Napolitano, Aurelio De Laurentiis, Rafa Benitez, Nino D’Angelo, Gennaro D’Auria, Luigi De Magistris, Vincenzo De Luca, Peppino Di Capri, Massimo Ranieri e l’immancabile Pulcinella. La caricatura delle personalità più in voga del momento, stravolta e rivisitata secondo le naturali attitudini di un professionista di lungo corso quale è Lino D’Angiò, ha offerto al pubblico la possibilità di fare il punto sulla città col sorriso sulle labbra. Cosa più unica che rara.

Fotogallery a cura di: Fiorella Passante

Lino D'Angio @Maschio Angioino Ph Fiorella Passante

Lino D’Angio @Maschiò Angioino Ph Fiorella Passante

 

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Gino Rivieccio, “Stiamo freschi” in scena al Maschio Angioino

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

Sul palco del Maschio Angioino di Napoli, il  28 ed il 29 agosto, lo spettacolo teatrale del cabarettista e attore italiano Gino Rivieccio, intitolato “Stiamo Freschi”. Lo show, inserito nella rassegna “Ridere”, nell’ambito della 25 ma edizione del Festival del teatro comico e del cabaret, intende mettere in evidenza le qualità artistiche di Rivieccio che, accompagnato dal violino di Lella Viscardi e dal pianoforte di Mario Messina, ha divertito ed intrattenuto il pubblico con i suoi più noti cavalli di battaglia, insieme a numerosi omaggi agli storici esponenti della tradizione canora italiana, su tutti Domenico Modugno, per una piacevole serata da vivere all’insegna del divertimento garbato ed elegante.

Fotogallery a cura di: Fiorella Passante

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Noa e Mira Awad live: messaggi di pace al Negro Festival di Pertosa

Noa @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Dal cuore delle Grotte di Pertosa-Auletta, nel salernitano, si è levato un messaggio di pace per il Medioriente. Sul palco della seconda giornata del Negro Festival, incentrato sulla valorizzazione delle “terre di mezzo”, intese come luoghi d’incontro tra culture diverse, dove parole come confine, bandiera, patria e appartenenza vengono scardinate da intrecci artistici e musicali, due grandi protagoniste dello scenario musicale internazionale: Noa, celebre cantante israeliana e Mira Awad, nata nel Rameh villaggio della Galilea. Le due artiste sono stata anche omaggiate con un gioiello, creato come  simbolo e auspicio di fratellanza, per dare  ”un segnale tangibile della validità e dell’importanza della donna araba nella società”, in un luogo simbolico, le Grotte, fatto di millenni di storia e silenzio, che ora parlano al mondo per chiedere il silenzio della Pace, al posto del fragore delle bombe.

Noa & Mira Awad @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Tornata di recente sulla scena discografica (dopo quattro anni di lavorazione al fianco di Gil Dor, da sempre suo chitarrista e direttore musicale) Noa ha, da poco, dato alla luce un nuovo album intitolato “Love Medicine”, al quale ha preso parte anche Pat Metheny, il celebre chitarrista che, per l’occasione, ha scritto per lei il brano “Eternity in beauty”. Fra i  brani che l’artista ha proposto al pubblico di Pertosa ci sono “Little star”,  in cui l’artista israeliana affronta per la prima volta l’argomento della Shoah, l’intensa ballata intitolata “Shalom”, la felice “Happy song”, scritta da da Bobby McFerrin. A seguire “Pokeach” il brano che ha visto Noa  impegnata alle percussioni.

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

 Concentrata e travolgente l’artista ha snocciolato, ad una ad una, le perle contenute in  “Love medicine”, definito una medicina per il cuore e per l’anima. Il momento clou del concerto è racchiuso nel duetto tra Noa e Mira che, insieme, hanno cantato“Will you dance”, seguita da una canzone della Awad, “A word” e dalla toccante “There must be another way”.  Nei bis l’immancabile omaggio di Noa alla musica italiana con alcuni brani della tradizione napoletana come “Era de maggio” e “Santa Lucia luntana” e “Alla Fierra” fino all’irrinunciabile “Beautiful that way”, che è valsa all’artista una meritatissima standing ovation.

Fotogallery a cura di: Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

 

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

 

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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