La rabbia non ti basta: BigMama al Festival di Sanremo con un flow di emozioni tutte da vivere. Intervista

Marianna Mammone, in arte BigMama, sarà in gara al Festival di Sanremo 2024 con il brano “La rabbia non ti basta”. La rapper ventitrenne ha alle sue spalle un percorso di vita tortuoso che l’ha già messa più volte a dura prova forgiandone personalità e repertorio. Vittima di bullismo da bambina, BigMama ha iniziato a scrivere canzoni a 13 anni e, se all’inizio, di fronte all’odio altrui, ha cercato di difendersi reagendo con l’odio, oggi l’intento è quello di cercare di scrollarsi il peso del giudizio altrui dalle spalle per affermare con orgoglio un’identità forte e tenace.  Rap e dance si alternano in questo brano che crea al suo interno un corto circuito destinato a innescare nuova energia:

“Ritengo sia importante trasmettere un messaggio importante. Per prima cosa, in quanto donna, mi sento molto legata alla necessità di sfruttare l’opportunità di dire qualcosa di intelligente e usare parole che magari gli altri hanno paura di usare. Il mio pezzo a Sanremo chiude un cerchio e rappresenta la sensazione di rivalsa che cercavo. Il brano è dedicato alla me stessa bambina e contiene un messaggio preciso: non avere paura di credere in te stessa. Non credere troppo a quello che dicono gli altri, metti al primo posto la proiezione che hai di te nel futuro, pensa a quello che vuoi fare da grande e a come vuoi farlo, senza lasciarti condizionare da ciò che c’è intorno. Il pezzo è venuto fuori in una sessione unica, è il frutto di uno sfogo velocissimo venuto fuori per andare a scusarmi con la me bambina. Sono orgogliosa di coronare il sogno di potare questo pezzo sul palco più importante, era quello che desideravo. Anche quest’anno ho presentato un brano per Sanremo Giovani ma ne ho presentato anche uno per la gara dei big. Amadeus si lega tantissimo ai pezzi, lui li ascolta davvero e li valuta. L’anno scorso non gli sono piaciuta e non mi ha preso, quest’anno invece ha deciso di prendermi direttamente in gara e quando lo ha annunciato io davvero non sapevo nulla. Mi sono emozionata tantissimo.

La prima prova con l’orchestra è andata bene, avevo molta paura e temevo che ci fossero dei pregiudizi su chi fossi e perché fossi lì. Appena ho sentito i violini ho iniziato a piangere, sono molto emotiva per cui doveva succedere, ma allo stesso tempo ho finalmente capito che quel posto me lo merito ed è lì che devo stare.

Ho sempre avuto problemi con la socialità, ho subito bullismo che spesso sfociava in violenza fisica, non sono mancate violenze sessuali e a 20 anni ho scoperto di avere il cancro, ho fatto 12 chemioterapie e tutti questi momenti mi sono serviti per capire se voglio fare qualcosa, posso riuscirci. Sono veramente felice di poterlo urlare su quel palco.

In riferimento al concetto di rabbia, invece, se da piccolo vedi che il mondo intorno a te ti odia, non hai un posto sicuro e non sai dove collocarti, rispondi all’odio con l’odio; perciò ho iniziato a odiare il mondo, gli altri e me stessa, il mio primo vettore era la rabbia, quando qualcuno mi diceva qualcosa ero proprio arrabbiata. A partire da 13 anni scrivevo testi struggenti,  parlavo di autolesionismo e suicidio, cose che un bambino non dovrebbe conoscere, sfogavo la rabbia anche su me stessa, con questo brano voglio dire che tutta quella rabbia non basta, devi fare molto di più, ho capito che quelle energie negative dovevo trasformarle in positive, anche avere vergogna del mio fisico non mi serviva, non dovevo nascondermi, ho cambiato la visone di me stessa.  Un mio problema è quello di dare troppo retta agli altri, si tratta di traumi che è difficile togliersi dalle spalle, mi frega meno del giudizio del persone ma non potrà mai essermi indifferente, ascolto gli altri e, in base a quello, mi definisco come persona, sono abituata a farlo da sempre, è difficile togliermelo dalle spalle. Ho una grande intelligenza emotiva e non riesco  a scansare le brutte cose.

Grazie ai social la gente è più aperta parlare di bullismo e disturbi mentali. I miei non mi capivano, la colpa era sempre mia, non potevo parlare con nessuno, i miei non mi hanno mai aiutato da questo punto di vista e questa è una pecca di cui hanno fatto un po’ mea culpa in seguito. Una figlia che perde chi la vuole avere? Ero convinta che i miei si mettessero a pensare che non mi volesse nessuno, non volevo dargli dispiacere, da un lato non avevo il coraggio ma neanche la spinta emotiva; i miei non erano miei amici, mio padre tornava la sera tardi, mia madre con 4 figli aveva 100 cose da fare, lei è figlia unica, perse la madre per lo stesso cancro che ho avuto io, non si è mai fatta curare per questo trauma perciò non era così aperta nell’ ascoltare gli altri, ci ha sempre lasciati da soli in questo. A maggior ragione ritengo importante condividere queste storie per aiutare i genitori a capire i figli e viceversa. Nel 2000 le persone grasse che andavano in tv erano i pagliacci della situazione, anche io stessa avevo sviluppato una autoironia tossica, ero la pagliaccia del gruppo. Oggi pensare di poter essere un riferimento mi fa veramente piacere, quando conosco i bambini e mi parlano delle loro storie, piango immediatamente quando mi dicono di voler diventare come me.

BIGMAMA2

Se ti ami poco, le persone ti amano poco, se ti presenti in maniera insicura anche gli altri vedranno quella versione di te, se non hai paura di esistere, le persone ti vedranno in modo diverso, ho attraversato un vero e proprio life change. Mi sono costruita da sola da una famiglia non benestante, sono grassa, queer, i miei messaggi voglio che arrivino in maniera universale in quanto non parlo di minoranze specifiche, non parlo solo di corpo, bensì dell’essenza di ciò che è successo e dell’importanza di credere nei sogni.  

Ciò che mi contraddistingue è il fatto che non ho mai avuto paura di parlare, ho sempre usato la musica come mezzo per dire le cose e le dico in tranquillità. I miei testi spesso sono stati giudicati come troppo diretti, taglienti ma lo dico senza paura di dover rispettare certe sensibilità, musica voglio essere ciò che sono davvero. Non ho paura, penso anche se quella cosa può essere fraintesa o rigirata contro di me, non mi pento di dire le cose e penso che continuerò a farlo, mi sono presa tanta merda per delle cose che ho detto  sia per difendermi che per difendere altre persone e continuerò a farlo.

Avere i riflettori puntati addosso è una cosa bella ma anche brutta allo stesso tempo; se fai un passo buono lo  notano tutti ma se ne fai uno sbagliato, lo notano più che tutti. Ho paura di steccare o di deludere me stessa, sto studiando tanto, sono molto studiosa, la mia paura è deludere le mie stesse aspettative.

Per la serata dei duetti e delle cover, porto tre donne sul palco con me per interpretare il brano Lady Marmalade. In un contesto musicale dove è evidente una forte maggioranza maschile, per me è fondamentale far vedere la presenza scenica delle donne sul palco e  dimostrare che tre donne giovani possono sfondare su quel palco. Siamo tutte amiche, creeremo sinergia e mostreremo che l’unione fa la forza. Ho scelto quel pezzo apposta, è tutto molto compatto e non è una scelta casuale. Potevo portare l’artista x di turno e rimanere nella mia bolla ma voglio dare visibilità a delle ragazze magari più emergenti e dimostrare che possono salire su quel palco e fare qualcosa di bello che funziona. La versione che mi ha influenzato è quella di Cristina Aguilera ma ovviamente ci saranno anche barre inedite, ho sempre amato pezzi dove ci sono più donne, e per organizzare questa performance abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca, non è stato semplice, la maggior parte delle donne presenti in playlist sono già Sanremo quest’anno. Ci tengo a portare donne giovani come me anche se i miei pilastri sono Fiorella Mannoia, Noemi e Annalisa: le rosse della musica italiana. Per un certo periodo partecipavo a tutti i karaoke della zona e avevo tutti i loro CD. Da ragazzina la mia wave era il pop americano, un giorno mio fratello mi ha fatto andare ad un concerto rap al Giffoni Film Festival con Salmo, Ensi e Clementino: da quel momento sono diventata super fan di Salmo, è sempre stato il mio mentore per quanto concerne flow e metrica.

Elodie mi ha scritto per complimentarsi con me quando è uscita la notizia, mi ispiro molto a lei quando faccio le prove, rappare non mi preoccupa, lo faccio a occhi chiusi. Sanremo è un palco che sogno anche di notte e io mi ispiro alla leggerezza e alla disinvoltura di Elodie per calmarmi. Lo styling che ho scelto mi rispecchierà al 100%, compresa la tematica queer, ho scelto brand molto inclusivi, desidero arrivare in modo forte su più fronti. L’idea del patriarcato è radicata nel nostro inconscio, io posso provare a far sentire la mia voce  e spero che questo tipo di sensibilizzazione prima o poi porterà a qualcosa. Non ho la saccenza di pensare di cambiare il mondo, io faccio la mia parte ma bisogna farlo insieme e su più fronti”.

 Raffaella Sbrescia

Ritratti di Sanremo 2021- Le pagelle della terza serata

 Ritratti di Sanremo 2021- Le pagelle della terza serata

sanremo 2021

sanremo 2021

Noemi con Neffa – Prima di andare via (Neffa)

La falsa partenza di Neffa con una scalinata in solitaria e il fuori sync rovinano quello che sulla carta doveva essere uno dei migliori duetti.Noemi fa il possibile per recuperare in corsa ma non basta. Voto: 4,5

Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci – Penso positivo (Jovanotti)

L’intento è fortemente ironico, la riuscita dell’interpretazione non è all’altezza delle aspettative ma l’intervento di Lundini e la dirompente energia di Roy Paci aggiustano il tiro. Voto: 6

Francesco Renga con Casadilego – Una ragione di più (Ornella Vanoni)

Un duetto veramente male assortito e la scelta di un brano assolutamente non adatto alle possibilità vocali di Renga in questo Sanremo. Casadilego troppo emozionata disperde la sua incredibile voce. Tutto sbagliato. Voto: 3

Extraliscio e Davide Toffolo con Peter Pichler – Rosamunda (Gabriella Ferri):

Quanta energia ma soprattutto quanta personalità. Questo è lo spirito giusto con cui affrontare una cover: farla propria divertendosi. Ben fatto! Voto: 7,5

Fasma con Nesli – La fine (Nesli)

Il microfono di Fasma è off e dopo un’altra falsa partenza, l’esibizione ricomincia. Dispiace per Nesli e per la sua canzone meravigliosa, Fasma non è riuscito a entrare nel brano e soprattutto non era assolutamente allineato con quella sua voce effettata dal vocoder. Voto: 4

Bugo con Pinguini Tattici Nucleari – Un’avventura (Lucio Battisti)

Chi troppo vuole, nulla stringe. Bugo alza la posta in gioco e prova a misurarsi con Battisti ma è una debacle. L’energia e la freschezza dei Pinguini Tattici Nucleari salvano la situazione ma il danno è ormai fatto. Voto: 5,5

Francesca Michielin e Fedez – Le cose che abbiamo in comune (Calcutta, Del Verde, Daniele Silvestri, Baldi, Jalisse)

Fedez molla gli ormeggi e si lascia andare insieme alla Michielin in un surreale viaggio prog trash. Premio alla simpatia Voto: 6

Irama – Cyrano (Francesco Guccini)

Irama da remoto fa meglio di molti altri colleghi. La sua interpretazione di Guccini è credibile e sentita. Voto: 6,5

Maneskin con Manuel Agnelli – Amandoti (CCCP di Giovanni Lindo Ferretti)

Che combo micidiale. Gli allievi riabbracciano il proprio mentore con un brano intenso, proprio come la loro esibizione curata in ogni particolare. Rock, bellezza, energia, arte. Voto: 9

Random con The Kolors – Ragazzo fortunato (Jovanotti)

Nessuno tocchi Jovanotti, soprattutto se ci si chiama Random e non si ha voce. Dispiace per i The Kolors che hanno davvero provato a fare il possibile senza riuscirci. Voto: 4,5

Willie Peyote con Samuele Bersani – Giudizi Universali (Samuele Bersani)

Willie Peyote dimostra una volta in più smisurata intelligenza. Lascia all’autore lo spazio necessario per dare lustro a una delle sue più belle canzoni. I suoi interventi sono pochi e misurati ed è giusto così. Voto: 7,5

Orietta Berti con Le Deva – Io che amo solo te (Sergio Endrigo)

Un grande classico per una cantante senza tempo come Orietta. In questo Sanremo sta insegnando parecchie cose ai più giovani, prima di tutto a cantare. Carina la combo con Le Deva. Voto: 7

Gio Evan con i cantanti di The Voice Senior – Gli anni (883)

Commovente il contributo dei cantati di The Voice Senior, Gio Evan prova a fare del suo meglio ma l’animo nostalgico della versione originale si perde inevitabilmente. Voto: 6-

Ghemon con Neri per Caso – Medley: Le ragazze, Donne, Acqua e sapone, La canzone del sole.

Ma che ne sanno i 2000. I Neri per Caso sono freschi come il primo giorno e anche Ghemon è galvanizzato dalla loro energia. Bravissimi Voto: 8

La Rappresentante di Lista con Donatella Rettore – Splendido Splendente (Donatella Rettore)

Abbiamo letteralmente adorato. Voce, grinta, energia, sano diverimento. Voto: 7,5

Arisa con Michele Bravi – Quando (Pino Daniele)

In punta di cuore, Arisa dà il bentornato a Michele che con un sussurro delicato rende omaggio all’immortale Pino Daniele. Commoventi. Voto: 7

Madame – Prisencolinensinainciusol (Adriano Celentano)

Le intenzioni di fare bene c’erano, l’energia pure ma a questa esibizione è mancata l’anima. Forse il paragone con l’originale ne smorza a prescindere le possibilità ma di fatto non ci ha sconquassato. Voto: 5,5

Annalisa con Federico Poggipollini – La musica è finita (Ornella Vanoni)

Un bel duetto. La voce pulita e cristallina di Annalisa incontra la potente e struggente chitarra di capitan Poggipollini. Belli e bravi. Voto: 7

Lo Stato Sociale con Sergio Rubini e I Lavoratori dello Spettacolo – Non è per sempre (Afterhours)

Molto apprezzato il messaggio impegnato de Lo Stato Social a favore dei lavori dello spettacolo. Giusto, necessario, fondamentale. Fosse anche solo per questo il voto è 7

Gaia con Lous and the Yukuza – Mi sono innamorato di te (Luigi Tenco)

Originale il tentativo di fare proprio l’immenso Luigi Tenco e provare a dare una nuova forma a questo indimenticabile classico. Questa volta premiamo il coraggio e l’umiltà. Voto: 6

Colapesce e Dimartino – Povera Patria (Franco Battiato)

Quanta attualità in questo brano e quanta infinita emozione nella voce e negli occhi di questi due artisti. Voto: 6,5

Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass – Il mio canto libero (Lucio Battisti)

Molto tirata l’interpretazione di Fausto e Francesca. Peccato, conoscendolin avrebbero potuto fare molto meglio. Voto: 5

Max Gazzè con la Magical Mistery Band – Del Mondo (Csi di Giovanni Lindo Ferretti)

Max Gazzè porta con sé all’Ariston Daniele Silvestri, Roberto Angelini e una band piena di grandi musicisti. Per molti ma non per tutti e va bene così. Voto: 7,5

Malika Ayane – Insieme a te non ci sto più (Caterina Caselli)

Brava Malika che riesce sempre a cucirsi le canzoni addosso. Interprete sopraffina. Voto 7,5

Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra – Caruso (Lucio Dalla)

Questa era la punizione al 93’per Ermal e ha fatto direttamente goal riuscendo a misurarsi con un brano intoccabile o quasi. Voto: 7,5

Aiello con Vegas Jones - Gianna (Rino Gaetano)

Il coraggio in questo caso non è bastato. C’è da curare molto l’interpretazione e il dosaggio della voce. Peccato Voto: 5,5

 Raffaella Sbrescia

Ermal Meta a Sanremo con “Vietato morire”, un grande successo che arriva da lontano: “Sono un operaio della musica”

Ermal Meta

Ermal Meta

Ermal Meta è tra i grandi favoriti del 67esimo Festival di Sanremo. Conosciuto sia come autore che cantautore, l’artista ha appena conquistato il premio per la migliore cover con “Amara terra mia” di Domenico Modugno con un’interpretazione di grande impatto emotivo. Il brano che porta in gara s’intitola, invece, “Vietato Morire” così come l’album in uscita oggi per Mescal Music, di cui segnaliamo il brano si chiusura “Voce del verbo”.  Il disco sarà in vendita insieme ad “Umano” che invece sarà in omaggio. Ecco cosa ci ha raccontato l’artista.

Intervista

Come ci si sente a portare se stessi e tutta la propria sensibilità sul palco?

Quando si sale sul palco si è nudi ma è ancora meglio quando ti togli completamente anche la pelle perché così puoi raccontare meglio una storia nei dettagli.

Qual è l’obiettivo di “Vietato morire”?

La cosa più importante per me è che la canzone diventi un messaggio perché nel momento in cui le parole rimangono nel campo del personale, esse si trasformano nell’esaltazione dell’io. Il messaggio, nello specifico, è imparare a capire quando è il momento di dire no. Disobbedire è importante e necessario.

 “Vietato morire” prende ispirazione da “Lettera a mio padre”?

Sì. “Lettera a mio padre” era più rivolta verso l’interno: serviva soprattutto a me. “Vietato morire”, invece, ha più a che fare con l’espansione di un messaggio: vorrei dire qualcosa e vorrei che venisse percepito non come “Ah, che vita di merda”, se fosse stato così non lo avrei raccontato. Come diceva De Andrè: io non scrivo canzoni per dirvi perché le ho scritte. La cosa più importante è vedere cosa diventa la canzone. Nessuno osserva mai cosa diventa il seme quando germoglia, la stessa cosa avviene con le storie.

Ermal Meta

Ermal Meta

La tua sensibilità riesce ad essere colta e interpretata, ovviamente in maniera diversa, da tanti colleghi anche molto diversi tra loro. Cos’è che secondo te attrae della tua scrittura?

Non so cosa attragga però posso dire cosa attrae me nel modo di fare le cose: a me attrae la verità, non amo gli artifizi, li rigetto in ogni contesto, anche in fase di scrittura. Mi danno fastidio perché la vita è altro e cerco di riportare questa cosa nei miei testi. Per me questo è fondamentale perché altrimenti non riuscirei a riconoscermi. Chi si guarderebbe in uno specchio distorto? Ecco, l’artifizio è questo: uno specchio distorto. Un’opera, seppur breve, seppur brutta, deve rispecchiare qualcosa di reale.

Qual è una delle domande che ti fai più spesso?

Ci sono un sacco di persone pronte a odiare chiunque ed è una cosa che mi sconvolge. Quello che mi sconvolge non è l’odio che uno è pronto a lanciare gratuitamente bensì il fatto che la cosa passi totalmente inosservata. Mi chiedo perchè in tv vediamo violenza totale a qualsiasi ora con descrizioni minuziose di qualsiasi delitto, c’è del feticismo nei confronti della radice. Se due persone si baciano nessuno si gira, se due si picchiano tutti si fermano a guardare e nessuno interviene. Perchè ignoriamo la bellezza e ci concentriamo sull’orribile? Perché questo accada non so spiegarmelo ma posso fare in modo di lasciarmi travolgere dalla domanda senza avere una risposta e cercare di scrivere delle cose.

Video: Vietato Morire:

Hai ricevuto la notizia della partecipazione al Festival di Sanremo mentre eri in studio?

Sì, stavo scrivendo un pezzo completamente inedito che non vedo l’ora di registrare.

Quanto è fisiologico il tuo legame con gli strumenti e con lo studio di registrazione?

In realtà sono in studio anche senza starci fisicamente, anche in questo momento sto raccogliendo materiale per scrivere ma non ce ne accorgiamo. Per me la vita è una grande scuola. Quasi tutte le canzoni di “Vietato morire” le ho scritte in giro per gli hotel, successivamente le ho ovviamente realizzate in studio.

Sei particolarmente ricettivo dunque…

Beh, cerco di tenere le antenne ben ritte…

A proposito di antenne, ti sei sintonizzato sulle frequenze di Elisa e di Luca Vicini (Vicio dei Subsonica)…

Con Vicio abbiamo scritto un pezzo e l’abbiamo arrangiato insieme con il suo contributo al basso. Il brano è dedicato ai musicisti e s’intitola “La vita migliore”. Il duetto con Elisa è pazzesco perché è lei ad esserlo e ad averlo reso tale.

Ermal Meta

Ermal Meta

Che collegamento c’è tra i pezzi di “Umano” e quelli di “Vietato morire”?

I pezzi sono collegati l’uno con l’altro dal punto di vista emotivo. Non c’è una connessione verticale ma orizzontale. Confrontando le rispettive tracklist si possono tracciare delle linee tra i pezzi… provate a cercare i nessi nei testi!

Come vivi la dimensione live?

Amo raccogliere passione e calore ricambiando con altrettanta passione. Mi sento un operaio della musica e mi piace sporcarmi le mani.

Tra i tuoi ascolti più recenti c’è anche l’ultimo album di Brunori Sas?

Sì, certo! Trovo che sia un album stupendo, mi ha colpito l’uso delle voci e dei cori, lo trovo molto interessante. Per il resto, sono anni che Dario dimostra di saper fare molto bene ciò che fa.

Raffaella Sbrescia

I saluti Ermal Meta:

Ascolta qui l’album:

Sanremo 2017: le pagelle della terza serata.

Ermal Meta - vincitore del premio Cover - Sanremo 2017

La terza serata del 67esimo Festival di Sanremo conquista il 49,7% di share nonostante sia stata la più lunga in assoluto perché comprensiva della sfida tra gli altri 4 degli 8 giovani in gara, le 16 cover dei Big e l’esibizione dei sei Big a rischio eliminazione. Sempre affiatatissimi Carlo Conti e Maria De Filippi, tenero l’omaggio al Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, suggestiva l’esibizione dell’Orquesta reciclados de cateura sulle celeberrime note di “Libertango”. Sempre più intrattenitore trasversale, Mika è stato il primo superospite della serata dispensando leggerezza e poesia, come un Willy Wonka della musica. Sempre più irriverente e libero, Crozza: le sue copertine sono ormai un appuntamento irrinunciabile. Relegata all’1 di notte, LP incanta il pubblico con “Lost on you” e “Other People” mostrandosi in tutto il suo splendore vocale. Per quanto riguarda il discorso gara: Maldestro e Lele conquistano la finale mentre il premio per la migliore cover se lo aggiudica, più che meritatamente Ermal Meta con “Amara terra mia” di Domenico Modugno (seguito dalla grintosa Paola Turci che ha cantato “Un’emozione da poco” di Anna Oxa e da Marco Masini che ci ha restituito “Signor Tenente”, una delle più belle perle di Giorgio Faletti. In chiusura i primi eliminati tra i Big: Nesli e Alice Paba insieme a Raige e Giulia Luzi lasciano il Festival testimoniando che i duetti costruiti a tavolino non funzioneranno mai.

Pagelle

Giovani

  • Maldestro: In “Canzone per Federica” la personalità dell’artista veicola al meglio il fascino di una canzone d’autore intensa e coinvolgente Voto 7.5
  • Tommaso Pini: “Cose che danno ansia” scimmiotta in modo sconclusionato una quotidianità difficile  Voto 3
  • Valeria Farinacci: La richiesta di sacrificio per tornare ad apprezzare l’importanza dei rapporti interpersonali è apprezzabile ma Valeria è ancora acerba sul palco.  Voto 4.5
  • Lele: “Ora mai” è un  r’nb melodrammatico che ci invita a non accontentarci voto 6

Big

  • Chiara: “Diamante” racchiude un doppio omaggio a due grandi della musica italiana. Il plus è l’accompagnamento del Maestro Mauro Pagani voto 6
  • Ermal Meta: con una straordinaria interpretazione di “Amara terra mia”, un grande cantautore dimostra di essere anche un appassionato interprete. Voto 10 con lode.
  • Comello: Per interpretare Mina ci vuole un coraggio immenso ma, in questo caso, più che di coraggio si è trattato di un suicidio. La versione de “Le mille bolle blu” di Lodovica è scadente e banale. Voto 2
  • Al Bano: “Pregherò”: il potere del classico vibrato non è abbastanza 5.5
  • Fiorella Mannoia: “Sempre e per sempre” descrive l’amore più vero, fedele a se stesso qualunque cosa accada. Fiorella canta De Gregori con classe, bravura ed eleganza. Voto 8
  • Alessio Bernabei: “Un giorno credi” cantata dalla nemesi di Bennato con un arrangiamento sbagliato voto 3
  • Paola Turci: grintosa e convincente la sua versione di “Un’emozione da poco” voto 7.5
  • Gigi D’Alessio: Un bell’arrangiamento realizzato da Pennino sposa la vocalità di Gigi D’Alessio ne “L’immensità”. Voto 6-
  • Gabbani con “Susanna” canta Celentano senza prendersi sul serio voto 6-
  • Marco Masini rende giustizia a “Signor Tenente” di Faletti con un ottimo arrangiamento ed una sentita interpretazione del testo. Voto 8.5
  • Michele Zarrillo: “Se tu non torni” diventa quasi uno stornello voto 4.5
  • Elodie: “Quando finisce un amore”. Nonostante la somiglianza della sua voce con quella di Emma, Elodie trova una propria chiave di lettura al brano.  Voto 6-
  • Samuel: “Ho difeso il mio amore” feat. Linea 77. Voce e carisma non sono mai mancati a Samuel, ecco perché viene da chiedersi perché abbia scelto questo brano poco adatto a lui. Il risultato non soddisfa le aspettative. Voto 4
  • Sergio Sylvestre: “Vorrei la pelle nera” feat. Soul System è fresco e divertente nonostante i problemi tecnici voto 7-
  • Fabrizio Moro: Appassionata e verace la sua interpretazione de “La leva calcistica del ’68” anche se Fabrizio si è preso un po’ troppe libertà rispetto all’originale. Voto 5
  • Michele Bravi: Con “La stagione dell’amore” di Battiato,  Michele Bravi cerca di fare leva sull’impatto emotivo. Voto 6

 Raffaella Sbrescia

 

 

Francesco De Gregori: esce oggi “Backpack” con tutti i 32 album ufficiali

Francesco De Gregori

Francesco De Gregori

Oggi, venerdì 2 dicembre, esce “BACKPACK” (Sony Music Italy), un box i con tutti i 32 album ufficiali, di studio e dal vivo, di FRANCESCO DE GREGORI, rimasterizzati e riprodotti con le loro copertine originali. “Backpack” contiene anche un libro di 268 pagine che racconta la storia degli album con schede scritte da Enrico Deregibus e corredate da foto storiche ed inedite.

Questi tutti i dischi presenti in “Backpack”“Theorius Campus” (1972), “Alice non lo sa” (1973), “Francesco De Gregori” (1974), “Rimmel” (1975), “Bufalo Bill” (1976), “De Gregori”(1978), “Banana Republic” (1979), “Viva l’Italia” (1979), “Titanic” (1982), “La donna cannone” (1983), “Scacchi e tarocchi” (1985), “Terra di nessuno” (1987), “Mira Mare” (1989),“Catcher in the sky” (1990), “Musica leggera” (1990), “Niente da capire” (1990), “Canzoni d’amore” (1992), “Il bandito e il campione” (1993), “Bootleg” (1994), “Prendere e lasciare” (1996), “La valigia dell’attore” (1997), “Amore nel pomeriggio” (2001), “Fuoco amico” (2002), “Il fischio del vapore” (2002), “Pezzi” (2005), “Calypsos” (2006), “Left & Right” (2007), “Per brevità chiamato artista” (2008), “Pubs and clubs live @ The Place” (2012), “Sulla strada” (2012), “Vivavoce” (2014), “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto” (2015).

FRANCESCO DE GREGORI ha da poco concluso il suo AMORE E FURTO tour 2016”, durante il quale ha presentato live nelle principali città italiane l’ultimo disco “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto”.

Inoltre, De Gregori ha recentemente pubblicato “Passo d’uomo” (Laterza), conversazione con Antonio Gnoli, dove per la prima volta l’artista si racconta attraverso una serie di conversazioni tra pensieri, ricordi ed emozioni.

Festival di Sanremo: gli Stadio stravincono, i Pooh emozionano, grande delusione per l’esclusione di Miele

Stadio

Stadio

La terza serata del Festival di Sanremo è dedicata alle cover, ovvero il rifacimento di brani storici rivisti ed interpretati dai concorrenti della categoria “Campioni” della kermesse. Lo spirito con cui si intende effettuare questa operazione è quella di riportare alla luce piccole e grandi perle della canzone italiana seguendo un gusto ed una logica contemporanea nel rispetto dell’entità originale dei brani scelti. A giudicare da quanto visto e giudicato, direttamente dalla sala stampa del Roof del Teatro Ariston di Sanremo, è emersa una prima grande verità: la canzone napoletana detiene saldamente un ruolo primario nonostante lo scorrere del tempo ma procediamo con ordine.

La serata si apre con l’attesa sfida tra gli altri quattro degli otto giovani in gara: i primi ad affrontarsi sono Miele che ha proposto al pubblico la sua magica “Mentre ti parlo” con un’’esibizione elegante, intensa, struggente. La melodia catchy di Gabbani  per “Amen” non regge il confronto ma, alla fine, il destino beffardo si frappone tra Miele e la finalissima: il meccanismo di votazione in sala stampa non funziona, viene chiesta la certificazione dei voti e si decide di ripetere l’operazione. Molti giornalisti rivotano secondo coscienza, altri, dispersi tra bagno e bar, non riescono a recuperare il voto ed il risultato viene clamorosamente ribaltato. Un sincero dispiacere per Miele, per l’ingiustizia che ha subito e per l’onesta convinzione che Manuela Paruzzo, il vero nome dell’artista, meritasse davvero di essere in finale. La seconda sfida è tra il tenore italo-australiano Michael Leonardi, in gara con “Rinascerai”, di cui apprezziamo meglio la versione in inglese, e Mahmood che, si aggiudica la manche con “Dimentica” caratterizzato da echi di groove provenienti dalle nuove metropoli mediterranee.  Suggestiva la performance dell’attore Marc Hollogne che ci traghetta in un mondo onirico e ricco di immagini brillanti.

Subito dopo si inizia con le cover: il primo gruppo è capitanato da Noemi che, con un’energica interpretazione di “Dedicato” della Bertè, si aggiudica anche la vittoria della sessione. Convincono poco i Dear Jack con “Un bacio a mezzanotte” del Quartetto Cetra, ancora meno gli Zero Assoluto con “Goldrake”. Pulita ma poco incisiva la versione di “Amore senza fine” di Pino Daniele scelta da Giovanni Caccamo e Deborah Iurato. Il secondo gruppo viene introdotto da Patty Pravo che, insieme al rapper Fred De Palma, rivisita un suo stesso storico brano come “Tutt’al più”: leggenda vivente. Bernabei sceglie di farsi accompagnare dai giovanissimi Benji & Fede sulle note di “A mano a mano”, il risultato è godibile ma assolutamente niente di speciale. Sensuale, accattivante, travolgente la performance di Dolcenera, protagonista di una potente versione electro-dubstep di “Amore disperato” di Nada. Sinceramente emozionante la versione di “Don Raffaè” dell’indimenticabile De Andrè che Clementino canta con piglio ed incisività. La parentesi amarcord della serata è tutta dedicata alla storica reunion dei Pooh i quali, in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di carriera, ritrovano Riccardo Fogli e inaugurano un anno speciale, costellato di eventi che si sussegueranno fino al prossimo 31 dicembre:  la testimonianza  che si può essere davvero amici per sempre, soprattutto con più di 3000 concerti alle spalle. La gara delle cover ricomincia con Elio e Le Storie Tese  e “Quinto ripensamento” (versione italiana di Fifth of Beethoven). Sempre più convincente Arisa che anche con “Cuore” di Rita Pavone, testimonia un ulteriore passaggio di qualità.

Annalisa

Annalisa

Autentico animale da palcoscenico Rocco Hunt che, con “Tu vuò fa l’Americano”, riesce a far scatenare il pubblico dell’Ariston nella sua interezza conquistando la vittoria della manche. Stilosa, originale e convincente anche Francesca Michielin, protagonista di una bella versione de “Il mio canto libero”. Ancora uno slot di cover mette in luce “O’ Sarracino”  di Neffa feat. The Bluebeaters, sorprende l’intimismo essenziale di Scanu, che si aggiudica la vittoria della sessione in oggetto,sofisticato l’arrangiamento portato da Irene Fornaciari. Blasfema, ma forse anche per questo ancora più affascinante, la versione de “La lontananza” concepita dai Bluvertigo, di cui mettiamo in risalto l’’immaginifica bellezza del sax di Andy. L’ultimo gruppo vede susseguirsi sul palco Lorenzo Fragola, troppo impreciso sulle note de “La donna cannone”, una dimenticabile performance di Enrico Ruggeri che si cimenta nuovamente con il napoletano di “’A Canzuncella”. Diverso il discorso per Annalisa: luminosa, sensuale, oggettivamente godibile la sua “America”. Il plus ultra dell’arrangiamento in questione sono le chitarre impreziosite da un effluvio di conturbanti distorsioni. L’emozione più forte è regalata dagli Stadio che omaggiano l’immenso Lucio Dalla con “La sera dei miracoli” portando sul palco anche Nicky Portera e Fabio Liberatori. La loro vittoria della manche e della serata è meritata perché il loro tributo è stato il più sentito ed è riuscito a mettere d’accordo davvero tutti. Gran finale con un super ospite d’eccezione: stiamo parlando di Hozier. Il suo successo mondiale, intitolato “Take me to church”, ripristina con classe e raffinatezza il nostro barometro emotivo messo a dura prova da una lunga e tormentata serata intrisa di sentimenti ed emozioni contrastanti.

Raffaella Sbrescia