Dopo la pubblicazione di “Madhitation” (Sony Music), per Marco Cappai, in arte Madh, arriva un’altra avventura, forse la più importante: il live tour legato a quest’ultimo importante progetto. Grazie alla sua musica ricca di energia, contaminazione e contenuti, il giovane artista sardo sta ottenendo ottimi riscontri in termini di pubblico e critica. Muovendosi dal pop al rap, dall’Hip Hop al Reggae, dalla Drum and Bass alla Dancehall, Madh apre la sua musica a molteplici e disparate interpretazioni. Ecco le foto del concerto che l’artista ha tenuto alla Casa della Musica Federico I di Napoli lo scorso 7 novembre.
«Se mi chiedessero di tenermi una sola sera, sceglierei questa». Queste le parole con cui Max Pezzali ha riassunto la valanga di emozioni che l’hanno travolto in occasione della prima delle due date consecutive al Mediolanum Forum di Assago per il suo Max Tour Live 2015. Gremito in ogni ordine di posto, il palazzetto ha raccolto le lacrime, i sorrisi e i balli scatenati di un pubblico caldo, generoso e pronto ad emozionarsi. Accompagnato da Sergio Maggioni, chitarra solista e cori; Giorgio Mastrocola, chitarra ritmica; Sergio Carnevale alla batteria; Ernesto Ghezzi, tastiera e percussioni elettroniche; Davide Ferrario, sintetizzatore e programmazione; Luca Serpenti al basso, Max ha ripercorso tutta la sua carriera in una sorta di “ritorno al futuro accompagnando il pubblico lungo i sentieri di un immaginario il cui input iniziale parte sempre da un approccio “casalingo”. Il punto di osservazione di Max è a misura d’uomo e la sua capacità più grande è mettere nero su bianco questo tipo di pensieri in canzoni che, nel corso del tempo, sono diventati piccoli manifesti generazionali. Se la nostalgia è il sentimento principale che accarezza la spina dorsale delle canzoni di Max, immediatezza e spontaneità incorniciano con grazia le composizioni del cantautore. L’aspetto più sorprendente è la disarmante facilità con cui Pezzali riesce a stabilire una profonda empatia con il pubblico senza l’ausilio di effetti speciali.
Descrivendo usi, costumi e luoghi comuni che trafiggono lo scorrere del tempo, Pezzali colleziona sold-out mantenendosi fedele a se stesso e al suo modo di essere. Forse è questa la sua chiave vincente: «La cosa più bella, per le persone come me, è scrivere una canzone che abbia un certo significato e trasmetta determinate emozioni. E’ bellissimo avere la possibilità di cantare le proprie canzoni davanti al pubblico. Ma un’emozione ancora più forte è quando, a distanza di tanti anni dall’uscita di una canzone, arrivi in un palazzetto come questo e trovi tante persone che cantano a te la tua canzone». Il viaggio emozionale inizia poco dopo le 21.00 sulle note di “Come Bonnie & Clyde”, “E’ venerdì”, “Rotta x casa di Dio”, “L’universo tranne noi” protraendosi per circa due ore senza trascurare i successi storici ma senza neanche togliere spazio alle nuove canzoni contenute in “Astronave Max”, l’ultimo album di inediti che Pezzali ha pubblicato lo scorso maggio per Warner Music.
Particolarmente apprezzati anche i “Mixmax”, i due momenti in cui sono stati proposti i remix di alcune delle canzoni più famose degli 883. Si parte dalla combo “S’inkazza/6 1 sfigato/Non ci spezziamo/Non me la menare/” si bissa con “Nella notte/ La donna, il sogno e il grande incubo/ Viaggio al centro del mondo/ Bella vera/ La lunga estate caldissima/ Bello non ti passa più”. Non solo festa ma anche autentica magia: sulle note di “Ti sento vivere”, il bollente “catino” di Assago s’illumina a giorno con le torce dei cellulari del pubblico e ogni volta non si può non rimanere con il fiato sospeso. “Il tempo passa per tutti lo sai, nessuno indietro lo riporterà neppure noi”, canta Max, restituendoci il valore intrinseco del ricordo inteso come balsamo dei nostri giorni presenti, passati e futuri.
Raffaella Sbrescia
Scaletta Max Tour Live 2015:
1. Come Bonnie & Clyde
2. È venerdì
3. Rotta X Casa di Dio
4. L’Universo tranne noi
5. Gli anni
6. La dura legge del gol
7. Col senno di poi
8. Sopravviverai
9. Sei fantastica
10. Sei un mito
11. Hanno ucciso l’uomo ragno
12. MixMax: S’inkazza/ 6 1 sfigato/ Non ci spezziamo/ Non me la menare
13. Fallo tu
14. Come deve andare
15. Lo strano percorso
16. Sempre noi
17. MixMax: Nella notte/ La donna, il sogno e il grande incubo/ Viaggio al centro del mondo/ Bella vera/ La lunga estate caldissima/ Bello non ti passa più
18. Il mondo insieme a te
19. Una canzone d’amore
20. La regola dell’amico
21. Ti sento vivere
22. Come mai
23. Nessun rimpianto
24. Nord Sud Ovest Est
25. Tieni il tempo
26. Medley voce-chitarra-pubblico: Se tornerai / Nient’altro che noi / Io ci sarò / Eccoti
27. Niente di grave
28. Con un deca
The Musical Box è il titolo della suite che apriva “Nursery Cryme,” il terzo album dei Genesis, pubblicato nel 1971. La scelta non è casuale: The Musical Box è, difatti, anche il nome della formazione canadese di virtuosi che negli ultimi vent’anni si è completamente dedicata alla riproposizione di una stagione ben delimitata nella storia dei Genesis, quella compresa tra il 1969 e il 1975. Lo scorso 1 novembre 2015 al Palapartenope di Napoli i Musical Box, dopo il grande successo di ‘The Lamb Lies Down on Broadway’ dell’anno scorso, hanno proposto lo show di ‘Selling England by the Pound’, basato sul disco che rese grandi in tutto il mondo i Genesis e che oggi celebra il 40° anniversario della data di pubblicazione. Per riuscirci, The Musical Box hanno lavorato sui disegni e i bozzetti originali dello stesso Peter Gabriel, gli schizzi degli scenografi, i progetti dei tecnici coinvolti all’epoca. Hanno studiato attentamente il materiale video disponibile e centinaia di foto di scena analizzando costumi, fondali, luci, strumentazione e, a giudicare dal riscontro del pubblico, il risultato è veramente notevole.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
The Musical Box live @Palapartenope ph Luigi Maffettone
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
Cala il sipario sull’Estathé Market Sound, il festival più lungo di sempre, che ha rilanciato l’area dei Mercati Generali di Milano. La kermesse ci ha accompagnato per sei lunghi mesi, dal 30 aprile al 31 ottobre, gli stessi di Expo 2015, con un cartellone ricco e variegato. Ideatori della sorprendente manifestazione sono i fondatori di Punk for Business: Tomaso Cavanna, Simona Muti e Massimo Babini. Tre menti assolutamente eccelse e fuori dall’ordinario che, in pochissimo tempo, sono riuscite a mettere in piedi un progetto visionario e rivoluzionario al contempo. Con il closing party di Halloween, denominato Monsterland, progetto ideato e creato da Unconventional Events, giunto alla settima edizione, l’Estathè Market Sound si è trasformato in un mini Expo della dance: cinquanta artisti italiani e internazionali si sono esibiti sui sette palchi allestiti, sia dentro che all’esterno dello spazio di Via Cesare Lombroso 54. Migliaia di persone hanno affollato fino alle prime luci dell’alba la grandissima area allestita ad hoc per l’occasione.
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
On stage musica per tutti i gusti: dall’hip-hop di Don Joe dei Club Dogo all’edm di Lush&Simon, Merk&Kremont, Marnik e Blasterz, dal revival anni ’90 con gli Eiffel 65 e i Datura fino alla techno di Paul Ritch e Sossa e la musica elettronica di Reset. Sul palco anche Max Brigante e Andrea Pellizzari, Carl Ewart, Max Cioffi, Simon Spencer (Fashion Clubbers / Il Milanese Imbruttito), Reneè La Bulgara, Chiara Robiony e Alberto Remondini di radio m2o.
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
Zombie, streghe, fantasmi provenienti da tutto l’hinterland milanese sono stati accolti con gadgets e omaggi di ogni tipo: cibo, bevande, preservativi gratis, alcohol test e tanto divertimento all’insegna della sicurezza. Un successo tanto inaspettato, quanto insindacabile. Salutiamo e ringraziamo l’Eastathè Market Sound rinnovando l’appuntamento al prossimo anno, probabilmente per un periodo più breve ma sicuramente intenso e ricco di sorprese.
Raffaella Sbrescia
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
Monsterland Halloween Festival – Estathè Market Sound
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Lo scorso 2 ottobre è uscito l’ultimo omonimo album de “Il Teatro degli Orrori” (La Tempesta Dischi / Artist First). Un disco che fin da subito ha fatto parlare molto di sé e che è stato definito dalla stessa band come un lavoro nato per essere suonato dal vivo. Un album irrorato di ironia e sarcasmo ma anche di rabbia viscerale e struggente disincanto per una miscela rock che mira al cuore delle persone e scardina i luoghi comuni. Un lavoro che si scontra con una società dedita al piacere, disinteressata e indifferente nei riguardi del proprio stesso futuro. Dodici canzoni che affrontano, criticano e demoliscono i modelli sociali imposti dai media e dei loro disvalori. Il tutto con una nuova line up che vede ora la presenza di Kole Laca alle tastiere e Marcello Batelli alla chitarra elettrica, insieme a Francesco Valente: batteria e percussioni Giulio Ragno Favero: basso elettrico, Gionata Mirai: chitarra elettrica, Pierpaolo Capovilla: voce. Registrato e mixato presso il Lignum Studio dallo stesso Giulio Ragno Favero, e masterizzato da Giovanni Versari, presso La Maestà, “Il Teatro degli Orrori”, ci accompagna per mano nell’incubo sociale in cui versano i nostri tempi.
Ecco cosa ci ha raccontato Giulio Ragno Favero.
Intervista
Partiamo dalla realizzazione dei suoni di quest’album…
Il disco è stato registrato in uno studio vicino casa mia in un contesto un po’ più casalingo. Abbiamo optato per questa soluzione perché era quella che ci mancava. Siamo contenti del risultato raggiunto, questo è l’album che suona meglio di tutti. Il gruppo è molto più a fuoco, sia dal punto di vista sonoro sia per quanto riguarda le scelte compositive. In questo disco ci avvaliamo della collaborazione di Kole Laca e Marcello Batelli. Quando abbiamo concluso il nostro ultimo tour, abbiamo deciso di fare una prova per vedere che succedeva in sei e, in tre giorni, abbiamo scritto tre pezzi di cui “Benzodiazepina” e “Una donna” sono finiti nel disco esattamente così come erano venuti fuori durante le prove. Diciamo che quando accadono queste cose tra artisti c’è un matrimonio vero. Ognuno si è concentrato sul proprio strumento e credo che dal risultato finale si evinca una compattezza maggiore. Non c’è niente fuori posto, almeno secondo noi.
La scrittura del disco è stata pensata per il live?
Mi piace dire che il disco è iniziato in studio ma finirà sul palco. Ognuno ha pensato alla propria parte per trasmettere meglio la nostra entità sonora dal vivo. Il disco è anche molto incazzato, più diretto. Per quanto riguarda il linguaggio, ho invitato Paolo a fare un passo in più verso la gente e a cambiare un po’ la sua poetica per una scrittura meno letteraria ma capace di parlare al cuore delle persone.
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Queste canzoni sono davvero 12 pugni in faccia?
Alcuni sono dei buffetti, di sicuro c’è qualche sberla. Non abbiamo voglia di mandarle a dire, non l’abbiamo mai fatto, non ci appartiene. L’incazzatura che passa attraverso le nostre parole è quello che ci sentiamo di essere in questo periodo. Ci fa schifo il mondo in cui viviamo così come ci schifa l’immobilismo delle persone che si fermano a guardare impotenti. Il problema è che quando alzi la voce sei subito fuori luogo. Questa è una critica che ci hanno mosso in tanti, anche amici e persone che lavorano nel settore. Credo che forse la società della poltrona e dell’agire poco si sia sentita infastidita. A noi, in ogni caso, è sempre piaciuto dare fastidio, abbiamo sempre infilato il dito nella spina fin dal primo disco. Certo, costringiamo il pubblico ad un tipo di ascolto particolare ma a noi questo disco non sembra così esagerato.
“Cazzotti e suppliche” affronta un discorso esistenziale ma è anche un brano fortemente politico…
Qui parliamo dell’ esser stanchi di farsi portar via delle cose e della rinuncia a se stessi. Il brano è un grido di disperazione indotta. Il fatto di dover sopportare continuamente una vita che ti spinge ad essere un prodotto, e non più una persona, il tutto per arrivare a fine mese, va sottolineato aldilà della possibile retorica. Il sistema capitalistico non porterà ad una crescita reale, si tratta semplicemente dello sviluppo legato ai consumi e non della civiltà. Siamo parte di una catena di montaggio in cui siamo semplicemente un ingranaggio.
Molti hanno criticato anche “Lavorare stanca”. Perché?
Forse perchè con tutta la disoccupazione che c’è hanno pensato che non fosse giusto mettersi a parlare del fatto che il lavoro distrugge la vita all’uomo. Noi parliamo di un sacco di gente che si fa un culo così per niente, che passa la vita a spaccarsi la schiena avendo soddisfazioni futili come può esserlo una vacanza di 15 giorni. Molti meccanismi possono essere modificati; in sostanza vale sempre il motto: lavorare meno, lavorare tutti.
“Slint” tratta di un tema importante come quello del TSO.
Mi piace pensare al corto circuito che crea questa canzone. Gli Slint me li ha fatti scoprire una persona che di TSO ne ha subiti 7 o 8. Quando ho letto il testo mi ha colpito un sacco . Non siamo delle macchine, legandoci ad un letto non si risolvono i problemi, questa tecnica è barbara, non ha niente a che vedere con la cura, è semplicemente una forma di tortura. Nel momento in cui ci si mette a limitare la libertà di un essere umano, per quanto in una condizione di crisi, si fa una cosa inconcepibile.
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Warner Chapell Music è il vostro nuovo editore?
Per i dischi precedenti era Universal, ora è Warner. Il loro ruolo è quello di recuperare la parte editoriale del diritto d’autore. C’è un impegno comune nel cercare di far finire un pezzo in un film, ad esempio. A noi fa comodo perchè essendo un gruppo piccolo non facciamo grossi numeri e non abbiamo tanti passaggi mediatici. Questi soldi, che in ogni caso non sono tantissimi, ci servono per fare un disco, per preparare il tour etc. Ci interessa il fatto che una major s’interessi a gruppi come noi. Sono contenti di lavorare con noi per quello che siamo, non per quello che potremmo essere e che non diventeremo comunque mai.
Nell’introdurre un workshop che terrai a novembre hai detto che spiegherai l’importanza di avere coscienza di sé come musicisti ed interpreti in uno studio di registrazione. In che senso?
Mi è stato chiesto di tenere un workshop e ho pensato che, nonostanteio sia un autodidatta, so che quello che serve è capire come si fa ad inserire la propria essenza artistica in un disco. In linea di massima c’è poca attenzione alla cura del proprio suono, alle proprie composizioni, a quello che si sente. Ad un gruppo va sostanzialmente insegnato a capire chi è, non a fare il disco del secolo. Questo percorso va fatto nel modo giusto e per farlo bisogna imparare a camminare sulle proprie gambe. Si tratta di un viaggio nuovo per me, vediamo che succede.
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Cosa ne pensi di Stromae?
Sono innamorato di questo artista. Quando ho sentito “Formidable” sono rimasto veramente molto colpito dalla sua dialettica, dal modo in cui canta e da quello che canta. I suoi testi parlano al cuore delle persone con una facilità che in Italia al momento non esiste. Per contenuti importanti dobbiamo nominare Gaber, Conte, De Andrè, Ciampi. Stromae in una mossa sola ha messo insieme tre fattori: contenuti, musica (radici africane a favore del beat e della ritmica mantenendo intatte le armonie europee) e poi ha messo i suoni che piacciono ai ragazzini; il tutto condito da una maestria vocale con pochi eguali. Uno che riesce a fare i numeri che fa parlando del cancro in una canzone per me passerà alla storia. Il cantautore del 2015 deve fare esattamente questo: deve parlare al popolo di cose importanti usando le parole della gente con una musica attuale.
“Disinteressati e indifferenti”, “La paura”, “Lavorare stanca”, “Bellissima”, “Il lungo sonno (lettera aperta al Partito Democratico)”, “Una donna”, “Benzodiazepina”, “Genova”, “Cazzotti e suppliche”, “Slint”, “Sentimenti inconfessabili” e “Una giornata al sole”.
Video: Lavorare stanca
Photogallery a cura di: L. Maffettone. Gli scatti risalgono al concerto de Il Teatro degli Orrori tenutosi lo scorso 30 ottobre presso La Casa della Musica -Federico I di Napoli
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Teatro degli Orrori live @ Casa della Musica ph L. Maffettone
Gli Havana D’ Primera sono la band cubana più conosciuta al mondo. Diretta e fondata da Alexander Abreu nel 2008, ampiamente riconosciuto come uno dei più grandi trombettisti della sua generazione, la band è stata formata selezionando i migliori musicisti cubani in circolazione. La loro musica è una affascinante fusione ritmica e musicale di salsa, jazz, funk e sonorità afro-cubane. Il 12 ottobre gli Havana D’ Primera hanno iniziato un tour europeo che in un solo mese li vedrà protagonisti nelle città più importanti di Spagna, Inghilterra, Scozia, Svizzera, Francia, Olanda, Polonia e Italia.
Ecco le foto del live tenutosi lo scorso 29 ottobre alla Casa della Musica di Napoli a cura di Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Dopo il grande successo in Spagna, Francia, Portogallo, Belgio e Polonia il tour di Lodovica Comello si chiude a Napoli. La nuova star della musica pop, insieme ad una grande band, ha portato dal vivo sia i brani del suo disco d’esordio“Universo” sia quelli del suo nuovo disco “Mariposa”, uscito il 3 febbraio e prodotto da MAS e distribuito da Sony Music, in Italia e in altri 10 paesi. Dopo aver raggiunto una celebrità planetaria grazie alla serie tv “Violetta”, Lodovica Comello si è affermata non solo come cantante ma anche ballerina e attrice. Presto potrete apprezzarla anche nelle vesti di conduttrice nella nuova edizione di “Italia’s Got Talent”, lo show in onda dal prossimo marzo su Sky Uno. Attualmente Lodovica è al lavoro ad un nuovo album di inediti in uscita nel 2016 per Sony Music.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
Lodovica Comello live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone
La strategia vincente alla fine è quella di non vedere la crescita come uno sradicamento progressivo, ma come un evolversi ogni giorno. Hegel affermava che la tesi, l’antitesi e la sintesi si succedono logicamente e ogni giorno è necessario contraddirsi. Penso che la forza degli artisti risieda proprio nel fatto di essere inquieti. D’Annunzio diceva “Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”, la cosa che riesco a fare meglio, nonostante tutto, è la musica”. Sono queste le nuove inderogabili consapevolezze da cui Francesca Michielin parte per presentare “di20” (Sony Music), un album di inediti che arriva a tre anni di distanza dal disco d’esordio. Un lavoro importante, intimo, ben lavorato, arricchito dalla produzione artistica di Michele Canova Iorfida e che vanta le collaborazioni di Fortunato Zampaglione, Ermal Meta, Fausto Cogliati, Matteo Buzzanca, Federica Abbate, Colin Munroe, April Bender, Viktoria Hansen e Negin Djafari. Undici brani in cui Francesca mostra se stessa senza filtri ed è bello scoprire una giovane donna di grande intelligenza e di invidiabile maturità. «Mi sono concessa tre anni di esperimenti e collaborazioni. I dischi si fanno con calma, pensando, ragionando cogliendo l’istinto della scrittura. Finché non si capisce che cosa si vuol dire si può anche stare in silenzio. Non bisogna sovraesporsi», racconta la giovane cantautrice esponendo una filosofia in netta controtendenza con le logiche contemporanee.
«Questo album è un completo featuring con me stessa. “Di20” racconta molto di me, il mio percorso di crescita in musica, la mia visione della vita e del mondo che mi circonda. C’è stata anche una crisi, un continuo interrogare me stessa alla ricerca di qualcosa di vero da dire. Nel processo, di fatto, non ho distrutto niente di quello che ero all’inizio: nella sintesi c’è molta sincerità. In queste canzoni credo moltissimo e c’è molta coerenza. Dopo XFactor ho vissuto in maniera traumatica questo inizio, avevo paura. Mi sentivo cambiata, non capivo. Quando hai sedici anni qualsiasi cosa canti non sei credibile, a sedici anni di cosa puoi parlare? Pian piano ho imparato a scoprirmi e alla fine posso dire di essere contenta di aver iniziato così giovane, nessuno potrà dire fra un anno la Michielin è finita perché, in realtà, ho una vita davanti per continuare a dimostrare musicalmente qualcosa», spiega Francesca, mostrandosi timida eppure risoluta nelle sue affermazioni di spessore.
Francesca Michielin live @ Unicredit Pavilion – Francesco Prandoni
«Per quanto riguarda il titolo e la copertina del disco abbiamo scelto “di20” per esprimere il concetto di diventare. Poi c’è l’icosaedro con venti facce, venti lati di me, che rappresentano le mie tappe da 0 a 20 anni. E’ un disco ricco di simboli, dall’occhio di “Battito di ciglia” al prisma di “L’amore esiste”. Le illustrazioni sono state realizzate da Anna Neudecker in arte LaBigotta». Parlando della lavorazione del disco Francesca ha spiegato: «Mi sono presentata a Michele Canova appena ventenne con le idee un po’ ribelli ma soprattutto con la paura dello scontro, invece ho trovato una persona meravigliosa. Lui ha abbracciato con entusiasmo questo progetto e mi ha lasciato molto spazio. Questo è un album in cui mi sono messa molto in gioco nei testi. Mi ha fatto crescere ancor più la voglia di fare questo mestiere. Ho scritto, e scrivo, brani sia in inglese sia in italiano (in verità amo molto anche il francese…) solamente perché alcuni pezzi suonano meglio in una lingua o nell’altra. Un caso particolare è il brano Almeno tu, che è nato in inglese e poi l’ho tradotto in italiano, e non è stato facile! La vera sfida è essere originali rimanendo comprensibili e vorrei sforzarmi a fare sempre più cose in italiano, che una lingua legnosa ma ricca e interessante. Questo disco è un featuring con me stessa, a me piace fare duetti perché ti permettono di crescere e ampliare la visione della musica ma voglio far conoscere anche quello che faccio e che ho fatto prima dei featuring. Non sono state inserite nell’album le versioni estese di “Cigno nero”, perché non ho ancora scritto il testo giusto e di “Magnifico”, di cui esiste invece una versione che sembra la risposta della ragazza a quello che canta Fedez nel suo brano. Il disco si chiude con “25 febbraio”, un pezzo molto complesso. Si tratta di una sorta di dialogo tra la me nella pancia della mia mamma e la Francesca di ora, un racconto tra la me stessa che deve nascere e quella che sono adesso», racconta Francesca lasciando intravvedere tutta la cura, l’impegno e la dedizione con cui ha lavorato ad un album di respiro internazionale e che mette in risalto la sua nuova maturità artistica.
Francesca Michielin live (scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista)
Subito dopo l’incontro con la stampa, Francesca Michielin si è esibita in uno speciale concerto all’interno dell’Unicredit Pavilion di Piazza Gae Aulenti nell’ambito dell’MTV Music Week. In scaletta tutti i brani del nuovo disco ma anche i successi tratti dall’album d’esordio. Una prova live intensa, arricchita da un’acustica eccellente e da sontuosi arrangiamenti intrisi di suoni elettronici. Convincente dal punto di vista vocale, Francesca Michielin ha dimostrato di essere anche una brava musicista polistrumentista e siamo sicuri che nel corso del tempo potrà fare sempre meglio.
L’amore esiste Battito di ciglia Tutto questo vento Almeno tu Distratto Io e te Amazing Honey Sun 25 febbraio Sons And Daughters Sola Un cuore in due DiVento Lontano Magnifico Tutto quello che ho
Lo scorso 22 ottobre la cantante belga Selah Sue è tornata a Milano, questa volta ai Magazzini Generali, per uno straordinario concerto organizzato nell’ambito dell’MTV Music Week. L’intima ricercatezza delle sue canzoni di Selah, unita all’ appassionante e struggente fascino della sua potente vocalità, hanno reso il live un’esperienza davvero ricca e soddisfacente. Energica e femminile al contempo, Selah viaggia attraverso gli strati del soul e del reggae con grazia ed eleganza. Pronta ad incantare il pubblico italiano presentando dal vivo i brani del suo ultimo album “Reason”, uscito la scorsa primavera e stabile ai vertici delle classifiche in Belgio, Francia e Olanda, Selah spazia tra generi diversi ignorando limiti ed etichette. Selah Sue sa smuovere i contenuti degli angoli più bui dell’anima con spontaneità e straordinaria efficacia, le sue parole sono dardi scoccati mirando direttamente al cuore, la sua musica è balsamo per le orecchie. Passando dalle acustiche melodie di “Reason” e “I Won’t Go for More” fino alle sonorità hip hop della dichiarazione d’amore di “Toghether” al sinuoso ritmo di “Crazy Sufferin”, Selah si mette in gioco scardinando qualsiasi preconcetto e il risultato è di quelli che rimangono impressi nella mente.
Il leggendario Blue Note di Milano festeggia il dodicesimo anniversario di vita all’insegna della grande musica di un padrino d’eccezione: Armando Chick Corea, uno dei più importanti pianisti del jazz moderno torna, infatti, sul palco meneghino, così come fece nel 2003, testimoniando un legame speciale con il noto jazz club milanese. L’occasione, celebrata con quattro spettacoli (due per sera, alle 21 e alle 23.30), vede Corea insieme a The Vigil, la band che lo accompagna dal 2013 e che comprende Tim Garland ai fiati, Charles Altura alla chitarra, Hadrien Feraud al basso e Marcus Gilmore alla batteria. Vincitore di ben ventuno Grammy in tutta la sua carriera, Corea rinsalda il rapporto con l’Italia, dopo aver preso parte all’ultima edizione di Umbria Jazz Festival e lo fa con un concerto tanto ricco quanto variegato.
Chick Corea ph Roberta Gioberti
Suoni classici e suoni informali, suoni neolatini alternati a linguaggi sperimentali e ricercati si fondono nelle mani e nel genio di Corea nonché dei suoi ottimi musicisti. Tra brani nuovi e reprise di suoi grandi classici, Chick ha inaugurato il concerto delle ore 21.00 con un pezzo ad improvvisazione aperta in cui l’estro di Tim Garland ed il portentoso tecnicismo del bassista Feraud hanno subito portato il live ad un livello di eccellenza assoluta. Tra i cinque brani proposti spicca “Anna’s tango”, un brano che si sviluppa in un lungo crescendo ritmico fino ad un travolgente exploit da godere fino all’ultima nota. Sublime anche la nuova versione di “Portals”, arricchita da modulazioni di suono metallico e da ancestrali richiami percussivi. Ludico e coinvolgente il richiestissimo bis: con una latin jazz session e continui cambi di ritmo, accompagnati dai complici vocalizzi del pubblico, Chick Corea rappresenta la tangibile testimonianza che si può essere leggenda vivente senza perdere la spontaneità e la leggerezza che incantano l’anima e riscaldano il cuore.
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