I- Days Festival: incanto, visione e ispirazione con i Sigur Rós

Sigur Rós live @ I-Days Festival - Autodromo Nazionale Monza

Sigur Rós live @ I-Days Festival – Autodromo Nazionale Monza

Un’ esperienza unica, irripetibile e totalizzante. Il live degli islandesi Sigur Rós, evento di punta dell’I-Days Festival, all’Autodromo Nazionale di Monza, ha realmente incantato il numeroso pubblico accorso da ogni parte d’Italia. La musica di Jónsi Birgisson e compagni va oltre il post- rock, le loro composizioni oniriche e struggenti non si possono paragonare a nessun’altra realtà, la loro lingua inventata è l’hopelandic ed è un richiamo dal fascino ipnoticamente mistico a cui è difficile resistere.

Sigur Rós live @ I-Days Festival - Autodromo Nazionale Monza

Sigur Rós live @ I-Days Festival – Autodromo Nazionale Monza

Partecipare ad un concerto dei Sigur Rós non è solo ascolto è anche visione a tutto campo: i visuals che propongono sono a loro volta delle opere d’arte comprensive di ulteriori richiami e riferimenti capaci di catapultare lo spirito in universi sconosciuti. Il religioso silenzio del pubblico è quanto di più irreale e suggestivo possa esserci ad un concerto. L’estensione e la potenza dell’ugola di Jónsi è riuscita persino a colmare la debolezza con cui la formazione in trio ha affrontato alcuni dei brani proposti in scaletta. Partendo dalla nebulosa di una foresta lugubre ed incantata, i Sigur Rós hanno tracciato traiettorie audio-visive ricche di intrecci, un crescendo sonoro ed emotivo in grado di colpire il cuore e la psiche in modo romanticamente violento.

Sigur Rós live @ I-Days Festival - Autodromo Nazionale Monza

Sigur Rós live @ I-Days Festival – Autodromo Nazionale Monza

Un’ora e mezza di musica senza confini in cui la travolgente batteria, ora elettrica, ora acustica di Orri Páll Dýrason, l’implacabile archetto per violoncello sulla chitarra di Jónsi, gli ipnotici giri di basso di Georg Holm hanno reso l’insieme un’esperienza a tratti surreale e sognante, a tratti violenta e rabbiosa fino ad un finale liquido e luminoso in grado di regalare al pubblico una preziosa sensazione di appagamento psico-fisico.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST:
Óveður
Starálfur
Sæglópur
Glósóli
Vaka
Ný Batterí
E-Bow
Festival
Yfirborð
Kveikur
Hafsól

BIS:
Popplagið

 

La sensualità modulare dei Tame Impala al Market Sound

Tame Impala live @ Market Sound

Tame Impala live @ Market Sound

Dopo averli a lungo attesi gli australiani Tame Impala si sono esibiti sul palco del Market Sound 2016  per una ventata di freschezza e di godimento puro in una calda serata meneghina. Kevin Parker alla voce e chitarra (vero e proprio sciamano dello psychic-pop nonché deus ex machina della band), Jay Gumby Watson alle tastiere synth, Dominic Symper alle chitarre e synth, Cam Avery al basso e Julian Barbagallo alla batteria hanno ammaliato il pubblico creando un’atmosfera surreale, liquida, rarefatta, ipnotica grazie al loro sound etereo ed amabilmente vintage.

Tame Impala live @ Market Sound

Tame Impala live @ Market Sound

Un’esperienza sonora e visiva completa e totalizzante in cui lo schizofrenico passaggio da momenti e melodie di onirico pop, alla psichedelia inglese ’60 al più moderno blues acido ha decisamente fatto la differenza. Distorsioni prolungate, jam e suite strumentali, riverberi di voci e di chitarre, proiezioni lisergiche, sorrisi e coriandoli a pioggia si sono alternati in un caleidoscopio di emozioni vive e pulsanti. Da segnalare l’intensa potenza sensuale della combo Elephant/The Less I Know The BetterFeels Like We Only Go Backwards.

 Raffaella Sbrescia

La travolgente energia dei Caravan Palace arriva in Italia. Intervista

Caravan-Palace- ph Antoine Delaporte

Caravan-Palace- ph Antoine Delaporte

Apprezzati per l’originalità e la contagiosa energia delle esibizioni dal vivo, grazie all’impronta gitana ed ai ritmi pulsanti delle performance, i Caravan Palace arrivano per la prima volta a Milano lunedì 11 luglio con l’unica data italiana del tour estivo, in programma al Circolo Magnolia di Segrate (MI) per una serata nel nome dell’elettro-swing più vivace ed elegante. Band di sette elementi con base a Parigi, i Caravan Palace porteranno sul palco del Circolo Magnolia <I°_°I>  (conosciuto anche come Robot Face), il terzo album in studio pubblicato lo scorso ottobre; il disco segue l’omonimo esordio del 2008 Caravan Palace, entrato presto nella Top 20 degli album più venduti in Francia, ed il secondo album Panic, del 2012. Le sonorità dei Caravan Palace, che si ispirano ad artisti disparati come Django Reinhardt, Vitalic, Cab Calloway, Justice e Daft Punk, mescolano in ottica retro-futurista swing, jazz, manouche ed elettronica, attingendo dal passato per scrivere la musica del domani ed oltre.

Intervista

Il vostro terzo album in studio s’intitola <I°_°I> ovvero “Robot Face”. Come descrivereste l’anima di questo lavoro? Quali sono state le suggestioni, le aspettative e le emozioni che avete provato durante questo processo?

You just put out you third studio album, titled <I°_°I>  colloquially referred to as  “Robot Face”.
Could you describe us the disk soul? Which were the suggestions, the expectations and the emotions you felt during the processing?

Il nostro nuovo album viene dalla voglia di provare cose nuove con l’obiettivo di offrire una nuova esperienza ai nostri fan e a chi ci ascolta. All’interno della tracklist potete trovare tracce più vicine allo swing altre più elettroniche, alcune più vicine al nostro modus operandi tradizionale altre ancora influenzate dalla Trap e dalla Deep House. Tutto questo è perfetto da riproporre quando siamo sul palco, ci permette di fare tante variazioni e funziona davvero molto bene!

Our new album come from the need to try new stuff in order to offer some new experience for our listeners and fans. You can find some swing house or electro rockabilly tracks , in a traditional way we’ve done before, but also some news forms influenced by Future Bass, Trap or Deep House music. With slower tempo and heavy bass. It’s perfect on stage, because now we can play a set with a lot of variations in tempo and mood. It works very well !

La vostra musica è uno spumeggiante cocktail di swing, hip hop, jive e house. Come descrivereste la vostra formula?

Your music is a bubbly cocktail of swing, hip hop, jive e house. Could you explain in a detailed way your sophisticated music formula?

Per noi è tutto molto naturale. Si tratta dell’unione delle nostre influenze, ci piacciono cose vecchie e cose nuove e i Caravan Palace ci danno la possibilità di mischiare tutto senza una ricetta precisa. A volte cominciamo a lavorare ad una traccia con un beat o un giro di basso molto moderno poi finisce che ci aggiungiamo qualche elemento vintage. Succede anche di incidere brani usando il classico pianoforte o di partire da una base realizzata con la chitarra acustica o di scrivere un testo tradizionale per poi buttare via tutto e ricominciare da zero.

It’s kind of natural for us. Just a blend of our all influences. Like everybody, i think, we like old stuff and new stuff. Caravan Palace gives us the chance to mix both worlds together. But there’s no recipe. Sometimes we start a track with a hard beat and bass, very modern, then we add the more vintage stuffs on it. But we can also start a track with a classic piano or guitar acoustic idea, construct a song in a traditional way, with verse and chorus, then destroy everything in a sampler to go further.

Durante i vostri concerti, il vostro pubblico balla e si scatena come se facesse parte di una vera e propria comunità. Come vivete questo fenomeno?

During your performances more than half the crowd dances like a community. How do you feel about this phenomenon?

Pensiamo che quando riesci a vedere e a sentire che il pubblico si muove insieme a te sulle note della tua musica allora hai raggiunto il top. La cosa più bella del nostro pubblico è la loro correttezza, la loro dolcezza e la loro pacatezza; non abbiamo mai visto disordini tra la folla. Gran parte delle volte riceviamo i complimenti da parte dei promoter dei vari posti in cui suoniamo proprio per questa ragione, lo troviamo molto soddisfacente.

We think it’s a highlight in a musician life, when you can feel the crowd moving all together on your music. With a huge grin on their faces. It’s totally moving. Something great with our public is their kindness and politeness. Despite the fact, everyone is bouncing and dancing, we never saw any clash or fight in the crowd. Most of the time, people from the venue or the local concert promoter tell us how great our public is. Very pleasant, We must say.

CaravanPalace ph Jeremie Bouillon

CaravanPalace ph Jeremie Bouillon


La vostra presenza scenica è travolgente.
Di solito vi muovete molto, interagite tra di voi, con gli strumenti e con il pubblico offrendo una vera e propria performance. Come riuscite a rendere felici le persone che vi seguono?


Your stage presence is very eventful. You dance, you move between instruments interacting with the crowd…One of yours recently said that “It’s important for us to give a good experience to the public”. How do you make people happy?

Beh, con una grande dose di energia e di generosità. Pensiamo di dover dare tutto quello che possiamo al pubblico. Chiaramente dipende anche da quale genere musicale facciamo ma la nostra musica è in gran parte festa ed energia per cui riusciamo abbastanza facilmente nel nostro intento.

With a big load of energy and happiness. Generosity is very important too. You have to give everything you can to the public. Of course it depends of the musical genre, but our music is mostly about party and energy, so we got to take the public with us as much as we can.

La vostra bellissima cantante Zoé [Colotis] è anche un’attrice. La cosa influisce nella teatralità dei vostri live?

Your beautiful singer Zoé [Colotis] is an actress as well as a singer. Do you put in theatrical aspects into the concerts?

Yes, and she likes to do it by herself. She’s always having a lot of ideas to give new fun to the public. Making each show different. Sometimes she can bring some people on stage to create new interactions, improvising a dance and stuffs like that. Always having new ideas to surprise us as well !

Sì, lo è le piace farlo da autodidatta. Le vengono sempre in mente un sacco di idee che rendono il nostro concerto sempre diverso e che riescono sempre a far divertire il pubblico. A volte riesce a portare delle persone sul palco per creare nuovi tipi di interazione, magari improvvisando un balletto o cose simili.

Siete riusciti a trovare il giusto equilibrio tra suoni tradizionali e suoni nuovi senza sforzo. Come pensiate possa evolvere la vostra musica in futuro?

You found the right balance between the old and the new sound effortless. Which would be the evolution of your music in the future?

In effetti sono in molti a chiederci come sarà il nostro prossimo album ma, a dirla tutta, non lo sappiamo ancora. Il cambiamento ci piace e ci siamo spinti molto verso l’elettronica. A questo punto ci chiediamo se non sia il caso di muoverci nella direzione opposta e tornare ad un mood più acustico… Magari potremmo organizzare un referendum tra i fan (ride ndr)…

Of course, everybody is asking about our future album. To be honest we don’t know yet. Changing is interesting, and so far, we’ve been further on the electronic side. So why not going in the other direction, and sound more acoustic in the future? We should organize a “fan” referendum maybe… or not.

Che aspettative avete in merito al concerto che terrete in Italia il prossimo 11 luglio?

How do you feel about the concert you will hold in Italy in July?

Non ci capita spesso di suonare in Italia per cui non vediamo l’ora che accada. Non c’è bisogno di dirvi quanto amiamo il vostro paese, d’altronde chi è che non lo ama?! (ride ndr)… Forse considerando che non abbiamo suonato molto qui, i nostri fan saranno in fibrillante attesa. Dal canto nostro, ve lo promettiamo, non resterete affatto delusi!

We didn’t play that much in Italy so far, so we’re very exciting about coming here. No need to say we love your country, who doesn’t? Maybe considering we didn’t play that much here, our fans will really look forward seeing us live. And We can promise, they will not be disappointed.

Raffaella Sbrescia

Video: Wonderland

Pooh live a San Siro per “Reunion – L’ultima notte insieme”: l’epilogo trionfale di una band vincente

Pooh - Reunion - Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Pooh – Reunion – Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Roby, Dodi, Red, Stefano e Riccardo, ovvero i Pooh, chiamano a raccolta il pubblico allo Stadio San Siro di Milano per i primi due appuntamenti di “Reunion – L’ultima notte insieme”; l’ultima avventura live prima di mettere definitivamente la parola fine alla loro lunghissima storia fatta di palchi, sorrisi, sudore e infinite emozioni. La produzione dello show, targata F&P, è davvero imponente: il palco copre oltre i 600 metri quadrati e, come sempre, da 50 anni a questa parte, i Pooh hanno scelto di portare sul palco tutte le innovazioni tecniche possibili insieme ad effetti speciali come gli effetti pyro, scritte calandrate a mano e pedane rotanti a 180°. Più di 50mila persone hanno affollato lo Stadio, pronte a lasciarsi cullare da canzoni e melodie senza tempo. Scegliendo ben 50 canzoni da un repertorio di diverse centinaia di brani, i Pooh scandiscono le tappe di un cammino che, se per qualcuno, equivale a ripercorrere le tappe salienti della propria vita, per qualcun altro rappresenta la preziosa occasione di conoscere i tasselli della nostra storia musicale e socio-culturale.

Un tuffo in quegli anni ’70 che tanto hanno significato per l’Italia e per il Mondo. Canzoni che spesso non potevano nemmeno essere passate in radio e che, invece, parlano di vita vissuta e di temi assolutamente di primo piano. Un grande ruolo, in questo senso, fu svolto dal grande Valerio Negrini, prontamente omaggiato dai Pooh e dal pubblico con una emozionante standing ovation: «A lui dobbiamo tutto. Valerio è riuscito a raccontare cose con un linguaggio nuovo ma semplice e diretto, mettendo insieme il pop, la canzone popolare, e storie importanti, non facili per l’epoca. I nostri brani parlavano di prostituzione, omosessualità, temi scottanti.», hanno sottolineato i Pooh, durante l’incontro con la stampa avvenuto poche ore prima del concerto a San Siro. Il live, ripreso da 15 telecamere, con la regia di Roberto Cenci, per uno speciale che sarà contenuto in un Dvd (in uscita il 16 settembre insieme al disco Reunion, disponibile in diverse versioni) e che andrà in onda su Canale 5, non ha voluto solo offrire al pubblico il meglio di una produzione artistica sconfinata bensì lasciare una testimonianza tangibile del grande affiatamento e della invidiabile grinta con cui i Pooh hanno letteralmente incendiato il palco.

Pooh - Reunion - Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Pooh – Reunion – Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Altro che effetti speciali, le cose che davvero lasciano senza fiato gli spettatori sono gli sguardi complici, la tenuta del palco, la professionalità, la passione e la scintilla che tiene amalgamati questi cinque uomini e musicisti. Uomini fatti di una pasta diversa, che hanno scelto di consacrare la propria vita personale alla musica senza riserva alcuna. Uomini che, dopo 50 anni trascorsi sui palchi del mondo, riescono ancora ad emozionarsi come ragazzini. Uno degli aspetti più importanti di questo nuovo progetto, è il rinnovamento di alcuni arrangiamenti ed i cambi strutturali apportati con l’arrivo di Riccardo Fogli: «Ciascun pezzo scelto per il live ci riporta a un periodo particolare, in cui vivevamo magari in alte città, con altre persone. Abbiamo cercato di fare uno spaccato della nostra storia personale e di quella del paese. Negli anni abbiamo avuto tanti modi diversi di fare musica ed in questo concerto li riproporremo tutti. Ci sarà una grande rivisitazione dei nostri brani e con l’arrivo di Riccardo, abbiamo dato un impostazione sonora diversa alla band. Con Riccardo è cambiato proprio l’approccio alle canzoni. La sua chitarra e il suo intervento umano hanno dato una caratteristica peculiare a questo live». Particolarmente emozionato il diretto interessato: «Ho passato sette anni meravigliosi coi Pooh. Suonando Piccola Katy anche in Russia e in America.  Mi sono messo a studiare tutto il repertorio della band, ho i calli alle dita! (ride ndr). Ancora non mi sembra vero di essere qui con loro, dopo tutti questi anni. Ora tengo duro, ogni tanto mando giù il magone ma devo ancora imparare a gestire la fortissima emozione».

Pooh - Reunion - Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

Pooh – Reunion – Stadio San Siro -Milano ph Francesco Prandoni

In effetti, la ritrovata alchimia, insieme alle rinnovate vesti rock dei brani si sentono tutte con assoli di chitarra e di batteria a fare da padroni sul palco. A questo proposito è doveroso evidenziare la grande verve con cui Stefano D’Orazio ha affrontato questa importante prova: «Avevo già appeso le bacchette e la batteria al chiodo e invece rieccomi qui. Pensavo fosse davvero finita ma oggi sento di dover ringraziare i miei compagni che hanno tanto insistito per coinvolgermi. Abbiamo fatto le prove ieri sera con lo stadio completamente vuoto, immaginarlo pieno mi ha fatto venire la pelle d’oca. Ho dovuto rifarmi il fiato per riuscire a cantare e suonare come una volta ma alla fine ce l’ho fatta».

Senza cedere un secondo alla stanchezza, i magnifici cinque solcano decenni come impavidi cavalieri tra scenografie di grande impatto. Tra i brani più cantati: “Dammi solo un minuto”, “Piccola Katy”, “Amici per sempre”, Pierre”.  Molto intenso il brano strumentale “Viva” anche se l’apoteosi del concerto è arrivata con il sopraggiungere di “Parsifal”, pietra miliare della storia musicale dei Pooh che, ancora oggi, risplende di folgorante luce propria. Rovente l’ultima parte dello show con alcune delle più grandi hits della band: si va da “Uomini soli” a “Dimmi di sì”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Tanta voglia di lei” a “Chi fermerà la musica” e alla potentissima “Pensiero”.

La sorpresa finale è un inedito “Ancora una canzone, un singolo che, proprio come un sigillo, testimonia la potenza di un legame che non conosce ostacoli. «Vorremmo che la nostra musica potesse continuare a vivere al di là di noi», si augurano i Pooh, e così sarà; inevitabilmente. Il tour estivo toccherà anche gli stadi di Roma e Messina, poi sarà la volta dell’Arena di Verona fino ad arrivare nei palazzetti di tutta Italia per poi confluire nell’ultimo atto, previsto per il 31 dicembre 2016.

Raffaella Sbrescia

Piano City Milano: un magico tramonto in Gae Aulenti con le note di Remo Anzovino

Remo Anzovino @ Piano City Milano 2016

Remo Anzovino @ Piano City Milano 2016

«La musica cambia a seconda di dove la fai», cita Remo Anzovino, richiamando un passo tratto dal libro di D. Byrne, intitolato “Come funziona la musica”, in occasione del suggestivo concerto tenutosi nel campo di erba medica a Milano in piazza Gae Aulenti per la nuova edizione del Piano City Milano. «Per me che vengo da Pordenone, questo concerto in mezzo all’erba circondata dal cemento rappresenta l’occasione perfetta per richiamare l’attenzione al rispetto nei confronti della natura», ha spiegato l’artista agli spettatori. Riconosciuto, con merito e ragione, come uno dei pianisti compositori più originali della scena nazionale, Anzovino si esibito in uno speciale piano solo emozionando un pubblico particolarmente attento e raccolto. Coadiuvato dalle speciali luci del primo tramonto estivo milanese, il pianista pordenonese ha proposto i suoi più grandi successi e alcune composizioni inedite che faranno parte del suo quinto album di inediti, attualmente in registrazione tra Tokyo, Parigi e Londra e che vedrà la luce il prossimo autunno. Sinceramente colpito dal silenzio rapito e dagli sguardi sognanti di ciascuno, Anzovino ha spaziato tra le composizioni più note del suo repertorio ricordando che «Il compito di scrive la musica è che essa diventi degli altri». Sulla scia di questo ragionamento, il compositore ha voluto eseguire in assoluta anteprima ben 3 dei brani che saranno inclusi nel suo nuovo album: il sognante ed enigmatico “Galilei”, la cosmopolita “Instanbul – Hypno” e la struggente “Estasi – Full Moon”.  Particolarmente scenografico l’omaggio a Buster Keaton, tra i maestri del periodo del cinema muto classico per un piacevolissimo mutuo scambio di emozioni.

Raffaella Sbrescia

 

“Se avessi un cuore”: la svolta elettronica di Annalisa. Intervista e live report dell’anteprima milanese

Cover Annalisa_Se avessi un cuore

“Se avessi un cuore” (Warner Music) è il titolo del nuovo album di Annalisa e vedrà la luce il 20 maggio 2016. In questo nuovo progetto discografico l’artista ha scelto di mettersi in gioco a 360 gradi, sia per quanto riguarda la scrittura, in qualità di autrice in tutti i 12 brani contenuti nell’album, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti intrisi di sonorità elettroniche, frutto del lavoro di ricerca operato insieme a Fabrizio Ferraguzzo, Luca Chiaravalli, Diego Calvetti e l’emergente MACE.

Live report del concerto al Teatro Nazionale di Milano

Due ore piene, intense, sorprendenti. Annalisa cambia volto e si reinventa con un concerto innovativo, ricco di spunti e contaminazioni al passo con le migliori realtà musicali internazionali e lo fa presentando i brani del suo nuovo album in anteprima. Un modo tutto speciale di raccontarsi e raccontare i nuovi passi della sua carriera in divenire. In effetti l’aspetto più sorprendente sta proprio nell’ aver saputo creare uno show audio-visivo compatto e solido, merito non solo dell’ormai conclamato talento di Annalisa ma anche della sua ottima band. Ecco perché abbiamo scelto di chiedere a Lapo Consortini, chitarrista e direttore musicale della band, di spiegarci tutti i passaggi che hanno portato a questa nuova vincente formula: «Il mio compito è stato quello di riuscire a tradurre dal vivo tutto quello che c’è in “Se avessi un cuore” senza stravolgere nulla. Il nuovo album di Annalisa non è un classico disco pop con basso, chitarra, batteria, pianoforte e archi: gli arrangiamenti sono molto contaminati, c’è tanta elettronica e, proprio per questo, meno strumenti acustici. Grazie ad un ascolto attento noterete tanti elementi evocativi come cori, brusii di voci, elementi ambient. La più grande sfida che abbiamo cercato di vincere è stata quella di suonare e riprodurre in tempo reale ogni singola sfumatura delle molteplici pulsazioni tipiche della musica elettronica. Tra uso misto di batteria acustica ed elettronica, uso di chitarra tradizionale e suoni super effettati, abbiamo cercato, in sintesi, di unire l’anima delle canzoni vecchie e nuove di Annalisa con l’obiettivo di creare un sound omogeneo». Un risultato che, a nostro dire, è stato ampiamente raggiunto.

 Intervista ad Annalisa

Come mai hai scelto di pubblicare questo album un po’ di tempo dopo il Festival di Sanremo e perché?

Si tratta di una scelta ragionata. L’idea è sempre stata quella di portare a termine un’operazione di passaggio. “Il diluvio universale” rappresenta il perno di collegamento tra il passato e “Se avessi un cuore”. Il brano sanremese ha sempre avuto un’accezione di opera unica perché ha il peso e l’importanza necessaria per esserlo. Per questa ragione considero “Se avessi un cuore”, il primo vero singolo del disco.

Cosa ti ha portato a sviluppare questo cambiamento di sonorità?

 In verità le ho sempre amate, fin dall’inizio ho spinto in questa direzione, ho fatto un percorso graduale con due punti di approdo: il primo è quello relativo alla scrittura e al mio ruolo di autrice, il secondo è relativo all’immersione in un mondo sonoro non facile, ho fatto un passo alla volta cercando di non fermarmi mai.

Quanto senti tuo questo lavoro?

Tutte le cose che ho fatto le sento mie ma è altrettanto vero che l’ultima cosa che fai è quella a cui vuoi più bene. Mi sono sempre sentita cantautrice, fin da quando mi sono avvicinata alla musica, l’ho sempre fatto seguendo l’idea di scrivere le mie canzoni. Ho provato tante strade e ho trovato la prima occasione di venir fuori attraverso un talent, da lì in poi ho imparato tante cose, ho preso coscienza di avere tanto lavoro da fare e di dover migliorare. Anche quando ho fatto l’interprete non sono mai riuscita a cantare cose che non fossero totalmente affini al mio modo di comunicare, ho sempre usato questo tipo di sensibilità. Sono molto orgogliosa di queste canzoni, ne vado fiera, mi rappresentano appieno e andrò sempre di più in questa direzione.

Tra le parole chiave del disco c’è “leggerezza”. Come declini questa parola all’interno della tua quotidianità personale e artistica?

In effetti la leggerezza è un punto chiave e arriva da un brano presente nel disco, intitolato “Leggerissima”. Il mio intento è cercare di dare valore alla leggerezza in quanto capacità di lasciarsi alle spalle qualcosa, mollare la presa senza smettere di lottare. La leggerezza pervade tutto il disco perché anche quando dico cose importanti e dal contenuto forte mi piace usare l’ironia.

Come sei cambiata in questo ultimo anno?

Non me rendo mai conto. Crescendo ti succedono delle cose che ti fanno cambiare, trovare nuovi modi di reagire, diventare più consapevole. Dal mio canto posso dire di essere più decisa e più focalizzata su quello che faccio. Dal punto di vista lavorativo sono in grande fermento, scrivo tantissimo e, dato che con questo album mi sono avvicinata molto a quello che intendo fare, sono galvanizzata.

Cosa ascolti di solito?

Ascolto parecchio e di tutto. Le cose che produco io non le ascolto mai da sola, in ogni caso il tentativo è quello di porre l’accento sui testi, ho cercato un universo sonoro moderno, vicino alla scena pop mainstream americana eppure ci sono tante sfaccettature da tenere in considerazione. La peculiarità di questo progetto è il contenuto.

Come ti vedi nelle vesti di autrice per altri colleghi?

Nel momento in cui scrivo lo faccio per una mia esigenza e in modo personale. Non è semplice fare in modo che la propria sensibilità incontri l’istinto di qualcuno altro. Bisogna trovare il momento e la concentrazione giusta.

Come sei riuscita a collaborare con Dua Lipa?

Ci siamo incontrate in Warner ed è nata subito una forte sintonia; ci siamo trovare e raccontate diverse cose. In un secondo momento lei mi ha mandato questa canzone, scritta insieme al suo team, me l’ha fatta ascoltare e da lì è partita la collaborazione. In seguito ho rivisto la produzione, ho scritto il testo in italiano, Dua Lipa nel frattempo seguiva da lontano tutte le fasi ed è stata felice del risultato che abbiamo ottenuto.

Cosa ci dici della copertina del disco e del relativo booklet?

Partiamo dal presupposto che a me piace tenere tutto sotto controllo. Mi piace che niente venga lasciato al caso. Questo progetto grafico è stato realizzato insieme a Laura Battista, in copertina guardo in basso perché osservo la zona intorno al cuore. Il percorso prevede che ogni canzone rappresenti un tassello per costruire una coscienza in grado di affrontare la diversità dagli altri.

E la partnership con Mace?

Lui è un autore Warner Chapell come me, organizziamo spesso delle writing sessions in cui ci ritroviamo, fin da quando l’ho incontrato avevo capito che poteva succedere qualcosa di interessante. Quando gli ho proposto il pezzo “Le coincidenze” ho voluto che lui vi imprimesse la propria impronta, si tratta di una sperimentazione che mi ha entusiasmato.

Annalisa

Annalisa

“Quello che non sai di me” è il tuo brano più intimo….

Questo pezzo è una sorta di confessione. Cerco di raccontare quei momenti in cui sono da sola e nessuno mi vede, mi sono resa conto che nessuno conosce quell’insieme di piccole cose che sono solo mie per cui deciso di provare a raccontarle in una canzone speciale.

Qual è la tua concezione di tour?

Ho scelto di proporre i brani del nuovo album in due anteprime (una a Roma e una a Milano) operando in controtendenza. Questa scelta è dovuta a una ragione precisa: credo nell’esperienza della musica, vorrei che la musica raccontasse una magia che è sempre difficile trasmettere, le prime due date sono decisamente singolari, le altre arriveranno tra l’estate e l’autunno e avranno come obiettivo quello di avvicinare le persone alla musica.

Come hai vissuto i giorni di allestimento del tour?

Sono stati giorni davvero molto intensi, seguo tutto, ci tengo che ogni cosa possa fare la differenza, sono molto soddisfatta dal lavoro svolto dal mio staff e non vedo l’ora che tutti possano apprezzarlo e condividerlo con noi.

Raffaella Sbrescia

Ecco la tracklist dell’album “SE AVESSI UN CUORE”: “Se avessi un cuore”, “Leggerissima”, “Noi siamo un’isola”, “Coltiverò l’amore”, “Uno”, “Potrei abituarmi”, “A cuore spento”, “Inatteso”, “Le coincidenze”, “Quello che non sai di me”, “Il diluvio universale”, “Used to you”.

Annalisa incontrerà poi i fan negli store delle principali città italiane. Ecco le date:

20 maggio ROMA – Feltrinelli Via Appia, 427 – ore 17.30

21 maggio  MILANO – Mondadori Duomo – ore 17.00

22  maggio BOLOGNA – Mondadori Via D’Azeglio – ore 17.00

23 maggio MARGHERA – Mondadori c. c. Nave de Vero – ore 17.00

24  maggio FIRENZE – Galleria Del Disco – ore 17.30

25 maggio CURNO (BG) – Mediaworld – ore 18.00

26  maggio GENOVA – Mondadori Via XX Settembre- ore 17.30

27 maggio TORINO – Lingotto Mediaworld – ore 17.30

28  maggio NAPOLI - Mondadori – Piazza Vanvitelli ore 17.30

29  maggio BRINDISI - Feltrinelli ore 18.00 – LECCE Feltinelli ore 20.00

30  maggio – RIMINI – Mediaworld Shopping Center Romagna – ore 17.30

31 maggio – VILLESSE – cc Tiare Shopping – Mediaworld – ore 17.30

1 giugno-  BASSANO DEL GRAPPA – Mediaworld – Shopping center Il Grifone– ore 17.30

Dopo le due anteprime di Milano e Roma del SE AVESSI UN CUORE TOUR, Annalisa partirà con un tour durante l’estate che toccherà tutta Italia. Queste le prime date confermate: 11 giugno al Festival Amore di Stabio (Svizzera), l’ 8 luglio alla Sala Roof Casino di Sanremo(Imperia), il 31 luglio a Cava di Roselle (Grosseto), il 7 agosto in Piazza Kennedy a Pagliare del Tronto (Ascoli Piceno), l’ 11 agosto alla Beach Arena di Lignano Sabbiadoro (Udine), il 16 agosto in Piazza Ara dei Santi di Collelongo (L’Aquila).

I biglietti sono disponibili su Ticketone, punti vendita e prevendite abituali (info: www.fepgroup.it).

 

Drones World Tour: lo show definitivo dei Muse

Muse -Drones World Tour -Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Muse -Drones World Tour -Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Riconosciuto all’unanimità come uno degli show più belli e più completi dell’anno in corso, il Drones World Tour, l’ultima creatura live dei Muse, entra nel vivo della residency italiana al Mediolanum Forum di Assago. Trovandoci alla quarta delle sei date sold out previste nel capoluogo meneghino, diventa difficile poterne dire di più. Nel corso di due tiratissime ore, i Muse mettono in scena la paura e l’angoscia ma anche la speranza ed il desiderio di rivolta. Muovendosi a metà strada tra realtà e fantascienza, la band accende delle spie di allarme nelle coscienze, pone il pubblico di fronte ad una questione chiave: siamo marionette subordinate al sistema? La risposta arriva da una scaletta che pesca un po’ da tutto il trascorso della band con il preciso intento di costruire un racconto per veicolare il concetto di “human technology”; ovvero un mondo distopico dominato dalla tecnologia, dove la disumanizzazione pare essere l’unica prospettiva possibile.

Muse -Drones World Tour -Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Muse -Drones World Tour -Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Il concerto si apre con la perturbante danza dei droni, il Forum si trasforma in una culla di pensieri e aspettative traghettando lo spirito in un universo iperuranico attraverso una potenza audio-visiva in grado di accentrare energie e attenzioni. Grazie alla  sapiente fusione tra musica tirata, metallica, ferrosa, dirompente e contenuti di spessore, i Muse scavano nelle coscienze, percuotono le fibre muscolari, detonano nelle orecchie, sconvolgono i sensi operando una vera e propria terapia d’urto.

Muse -Drones World Tour -Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Muse -Drones World Tour -Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Se“Drones, brano di chiusura dell’omonimo album che dà anche il titolo al tour, appare come una sorta di cantico, The Handler, preceduta dall’inquietante The 2nd Law: Isolated System, diventa uno dei momenti più spettacolari e sconvolgenti del concerto: grandi mani robotiche con fili quasi raggiungono i musicisti trasformandoli in vere e proprie marionette. Tra i climax della serata segnaliamo i molteplici tuffi nel passato con Supermassive Black Hole e Starlight, “Hysteria, “Time is Running Out e Uprising, che con il coro di “we will be victorious”, rappresenta il momento più felice e liberatorio di un concerto che, seppur breve, è veramente ricco, intenso, travolgente da ogni punto di vista. The Experience.

Raffaella Sbrescia

Milano riabbraccia Mariah Carey: la diva è apparsa in particolare stato di grazia al Forum di Assago

Mariah Carey live @Mediolanum Forum - Assago ph Francesco Prandoni

Mariah Carey live @Mediolanum Forum – Assago ph Francesco Prandoni

Milano ha riabbracciato una delle pop star internazionali più amate di sempre: stiamo parlando di Mariah Carey che, in occasione dell’unica data italiana del suo Sweet Sweet Fantasy Tour, ha chiamato a raccolta fan italiani e mitteleuropei al Mediolanum Forum di Assago. Con un trionfale ingresso su un portantina, in stile Cleopatra, la glitteratissima Mariah ha salutato il pubblico sulle note del remix di “Fantasy”. Pur scortata da un quintetto di ballerini, la diva americana ha comunque voluto puntare sulla sua inimitabile voce riportando alla luce diversi successi della sua importante discografia. Particolarmente suggestivi i primi potentissimi vocalizzi che la cantante ha sfoderato sulle note di “Emotions”. Zero sforzi ma tanta energia per Mariah la cui cifra stilistica è stata un acclarato punto di riferimento per tante di quelle che oggi sono riconosciute come le pop star del nuovo millennio. Intensa l’interpretazione di “My All”, ancora più sentita quella di “Always be my baby”, dedicata ai figli Moroccan e Monroe, che la Carey ha avuto quattro anni fa dal ballerino Nick Cannon. Spettacolare il breve tributo ai Jackson Five ottenuto duettando con il suo storico corista Trey Lorenz, il quale ha completato l’omaggio a Michael Jackson sulle note di “Rock with you”.

Mariah Carey live @Mediolanum Forum - Assago ph Francesco Prandoni

Mariah Carey live @Mediolanum Forum – Assago ph Francesco Prandoni

Il concerto ha raggiunto l’apice con il medley dei successi più celebri degli anni 2000 tra fresche ventate di groove in stile R’n’B e seducenti coreografie. Un ‘ispiratissima Mariah Carey ha commosso i presenti con i suoi gorgheggi impeccabili quanto gli innumerevoli outfit sfoggiati in soli 90 minuti di concerto. L’ultima parte dello show è dedicata agli anni ’90: Mariah ha riproposto il successo di Phil Collins “Against all odds”, “One sweet day” un tempo interpretata con i Boyz II Men e, a sorpresa, ha omaggiato l’indimenticabile Whitney Houston con “When you believe”, con tanto di video originale riproposto sui maxi schermi.  Lo show si è concluso con una serie di pezzi da 90: la dolcissima “Hero”, la melancolica “We belong together” e la leggendaria “Without you”. Piccole gemme ritrovate nel forziere dei tesori custoditi da una Mariah Carey in particolare stato di grazia.  

Raffaella Sbrescia

SETLIST:
Fantasy (Remix)
Emotions
My all

Always be my baby

I’ll be there (cover dei Jackson Five)
Rock with you (cantata da Trey Lorenz, cover di Michael Jackson )
Touch my body
I know what you want
Obsessed
It’s like that
Shake it off
Loverboy
Heartbreaker (mash up)

Against all odds (Cover di Phil Collins )
One sweet day
When you believe
Hero
We belong together

Without you

Butterfly

Chinasky e Cristicchi in “Gentaglia” al Modo di Salerno. Le foto

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

Giovedì 14 aprile il Modo di Salerno ha ospitato Simone Cristicchi e Cinasky in “Gentaglia”. Ha fatto tappa anche in città il tour che vede i due artisti insieme in maniera totalmente informale e libertaria per dar vita a un recital di canzoni in cui sia Vincenzo Costantino alias Cinasky che Simone si alternano in letture, monologhi e canzoni accompagnati da una chitarra e un pianoforte. Sul palco con loro infatti ci sono Riccardo Corso e Riccardo Ciaramellari. La verità delle emozioni e l’indignazione spontanea sono oggi sintomo di cattiva educazione? Raccontare queste verità emotive ed esprimere l’indignazione fanno di noi dei cattivi maestri perchè una cattiva maestra abbiamo seguito, ovvero la vita così com’è. Quando non si sa invecchiare ci si ammala di gioventù. Un popolo si può creare, come è stato fatto, nutrirlo di surrogati, istruirlo, addomesticarlo e viene fuori la gente che si incontra, che è gentaglia, è appartenenza con codici di vita, è gente che condivide e non fa elemosina. La gente non si crea, la gente siamo noi e la gente sceglie, contratta ma sa essere anche gentile

 Photogallery a cura di: Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

"Gentaglia"Chinasky e Cristicchi - Modo - Salerno ph Anna Vilardi

“Gentaglia”Chinasky e Cristicchi – Modo – Salerno ph Anna Vilardi

The 1975 live al Fabrique di Milano: quando l’eterogeneità di suoni genera brillantezza

The 1975 live @ Fabrique Milano

The 1975 live @ Fabrique Milano

Ci eravamo lasciati a fine febbraio 2015 con l’entusiastica recensione di “I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it”, il nuovo album del quartetto inglese THE 1975 composto da Matty Healy, Adam Hann (chitarra), Ross MacDonald (basso) e George Daniel (batteria). Ci ritroviamo all’indomani del concerto, sold-out, tenutosi lo scorso 12 aprile al Fabrique di Milano. Il gruppo indie-rock rivelazione ha proposto al pubblico un concerto della durata di un’ora e mezza spaziando tra indie-pop, r’n’b, elettronica e sonorità anni Ottanta, a testimonianza di una netta predilezione per un’estetica musicale compatta eppure eterogenea. Completamente avulsi da generi ed etichette, i The 1975 trovano in Matty Healy il loro naturale punto di riferimento eppure il contributo energetico di ciascuno si rivela fondamentale per l’alchimia di gruppo. A sostenere la band in area Vip anche i The Kolors, particolarmente carichi ed entusiasti di poter ballare sulle note di una delle loro band di riferimento.

Supporter di big come Muse e Rolling Stones, i The 1975 calibrano energie e setlist, l’obiettivo è lasciar confluire desiderio, immaginazione ed energia nell’ultima parte del concerto che, di fatto, risulta particolarmente tirata e travolgente. L’aspetto più convincente della band è il suono: vibranti riff di chitarra si alternano a profondi giri di basso mentre una sottile e variegata coltre di suoni elettronici s’incunea nelle fitte trame di canzoni incentrate su temi post-adolescenziali, spesso di ispirazione autobiografica. Il risultato è una formula fresca, mai veramente pesante, pronta ad individuare il feedback di giovani privi di baricentri fissi. L’investimento emotivo è minimo, sarà forse per questo che i The 1975 hanno veramente capito cosa serve per staccare la spina per un paio d’ore.

 Raffaella Sbrescia

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