Contaminazioni: la Scuola Popolare di Musica di Testaccio sposa la tradizione con il futuro. L’intervista a Franca Renzini

Parafonè @ Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Parafonè @ Scuola Popolare di Musica di Testaccio

La Scuola Popolare di Musica di Testaccio presenta la 12° rassegna di concerti  Contaminazioni. L’edizione del 2014 sta spostando la sua attenzione anche alle musiche del centro Italia con il gruppo umbro dei Sonidumbra e il gruppo marchigiano Lu Trainanà, entrambi molto attivi sia nelle rispettive regioni che in tutto il territorio nazionale. Altri graditi ospiti di questa edizione sono stati i Parafonè. Ultimo incontro con l’OrchestraBottoni e i suoi organetti, capitanati da Alessandro D’Alessandro, in un viaggio tra la tradizione mediterranea e l’etnojazz. Questi interessanti esperimenti musicali rappresentano  un terreno fertile su cui la scuola ama confrontarsi. A parlarci della rassegna e di tutte le attività della scuola è il Direttore Artistico Franca Renzini.

La rassegna “Contaminazioni” giunge alla sua dodicesima edizione. Quali sono gli obiettivi di quest’anno?

Contaminazioni non prevede obiettivi, si tratta più di una sorta di check up, un modo piacevole per scoprire dove sta andando la musica popolare. Uno sguardo curioso sulle possibili trasformazioni e interazioni.

Pensando a quanto fatto fino ad oggi, cosa rappresenta il punto di forza di questo nuovo appuntamento musicale e culturale?

L’appuntamento di quest’anno sposta la sua attenzione anche alla musica del centro Italia, forse un po’ meno frequentata nelle ultime edizioni di Contaminazioni. Probabilmente il prossimo anno esploreremo anche il nord!

Commistioni di generi e sperimentazioni a partire da una comune matrice popolare tradizionale popolano i concerti di quest’anno, qual è l’area musicale su cui si concentra il palinsesto?

Se per area musicale intendiamo intendiamo l’area geografica stiamo spaziando dal sud con i calabresi Parafonè alle Marche con Lu Trainanà. Se intendiamo il genere, ovviamente restiamo nell’area popolare e quest’anno non avremo incursioni di nessun tipo né jazz o rock, tanto per fare un esempio. Potremo definire uno sconfinamento  verso la “musica d’autore”, anche se le definizioni spesso risultano un po’ strette…

Cosa ha offerto al pubblico workshop dedicato ai canti umbri di Barbara Bucci?

Il workshop con Barbara Bucci ha previsto una parte teorica sulla polivocalità nei repertori tradizionali umbri e cioè i canti alla mietitora, a malloppo, i vatocchi…tutti canti ormai non più in uso e che rischierebbero di perdersi. Durante il workshop ne sono stati esaminati alcuni, eseguiti  a due voci dai partecipanti.

Parafonè @ Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Parafonè @ Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Ci parla delle forme polivocali umbre e di un loro possibile utilizzo?

Come dicevamo questi canti sono qualcosa che ci resta ma che ormai non è più legato alla funzione, come per esempio alla mietitura, e quindi si vanno perdendo. Sono forme bivocali che hanno dei forti legami con le prime forme di discanto medievale e spesso l’armonia non è tonale. I Sonidumbra utilizzano  queste forme di espressione nel loro repertorio concertistico con delle voci bellissime e intense inserendoli tra un saltarello, una ballata o un brano originale con una fluidità imprevedibile permettendo a chi ascolta di riassaporare i suoni di un tipo di cultura che va scomparendo.

Come si può progettare il futuro senza dimenticare le radici, la storia, il patrimonio del passato?

Il patrimonio del passato è quello che ci resta delle vite già vissute. Qualcosa di cui a volte non abbiamo coscienza ma che appartiene a tutto quello che facciamo o che siamo. A un gesto, un modo di sentire, a una melodia che ci colpisce e non sappiamo perché, a un desiderio per qualcosa che non abbiamo vissuto, di cui forse abbiamo solo sentito parlare ma che era il quotidiano dei nostri genitori, dei nostri nonni e ancora più indietro e che ha determinato quello che ora siamo. Diverso e lontano ma anche così vicino. Parte della terra e delle stagioni che sono ancora parte della nostra vita. Ecco, la musica e il ballo sono modi per non dimenticare il patrimonio del passato; essi  veicolano storie, pensieri, desideri e aspettative. Sono l’anello di collegamento tra passato e futuro, oltre che una fonte di piacere e di divertimento!

Cosa proporranno al pubblico i marchigiani “Lu Trainarà”?

I ragazzi de Lu Trainanà proporranno il loro repertorio di brani a ballo (soprattutto saltarelli), canti di questua, storie d’amore e stornelli a tempo di saltarello. Nel pomeriggio prima del concerto sarà possibile partecipare a una serie di incontri: sul tamburello marchigiano, sugli stornelli, sull’organetto e uno sui balli popolare marchigiani.

E “L’Orchestra Bottoni”?

L’Orchestra Bottoni è un’orchestra di organetti con una batteria percussiva e una voce. Il repertorio spazia dalla tradizione all’etno jazz. Di tutta la rassegna sono forse i più contaminati perché toccano più stili: classico, contemporaneo, funky, reggae, afrobeat…

Quali sono le attività quotidiane della Scuola di musica di Testaccio?

La Scuola Popolare di Musica di Testaccio svolge una densa attività di alfabetizzazione. Ogni giorno è previsto almeno un corso di teoria musicale (introduzione alla musica) o di solfeggio ritmico (esercitazioni ritmiche). Sono previsti  anche corsi di ascolto guidato e soprattutto laboratori di musica insieme che sono moltissimi e a vari livelli. Chiunque studia uno strumento può trovare spazio per suonare con gli altri nelle varie orchestre, nei laboratori di improvvisazione jazz, nei gruppi di musica da camera…dalle 10,00 di mattina a mezzanotte!

Parafonè @ Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Parafonè @ Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Quanto e come coinvolgete i giovani nei vostri progetti?

La Scuola coinvolge  i giovani non appena sono in grado di suonare uno strumento. E per giovani intendiamo anche i bambini! Infatti abbiamo un’orchestra di musica insieme che li vede coinvolti dai 7 anni in poi. Per i ragazzi dai 14 anni sono previste più situazioni: l’orchestra under 18, i piccoli gruppi di improvvisazione jazz, effetto gruppo (completamente virato al rock), front line (gruppo che si occupa di jazz) e comunque quando sono più grandi cominciano a “mischiarsi” con gli adulti e così vengono coinvolti nelle bande, nelle big band e così via. La scuola è aperta a tutti, dai 3 anni in su…

Quali saranno i prossimi eventi in programma? Ci saranno iniziative simili o con contenuti differenti? 

Oltre a Contaminazioni la scuola prevede un fitto calendario di incontri e concerti. Si parte dal concerto di apertura in un teatro di Roma, una specie festa di inizio anno. Poi si alternano le varie rassegne con programmi molto diversi tra loro, a testimoniare le varie anime che convivono all’interno della scuola. Così troviamo lo spazio Freon con una serie di incontri e concerti dedicati alla musica contemporanea. Testaccio classica, già ben definita dal titolo…il SAT che è lo Spazio Aperto Testaccio e cioè uno spazio mensile dove si convogliano i progetti originali degli allievi ma anche degli insegnanti  o degli amici. Una sorta di festa-concerto conviviale. La rassegna Musica & Musica ospita invece progetti di stampo Jazz, Rock ed anche sperimentazione. I concerti per bambini (in genere a febbraio) sono pensati per il pubblico dei piccoli e il genere è abbastanza vario. Rimane poi l’imprevisto e la possibilità di ospitare altre nuove idee nel corso dell’anno e ampliare così la possibilità di ascoltare con piacere sempre nuova musica!

Raffaella Sbrescia

 

“Il suono della voce”: Tosca scalda Milano con il suo viaggio in musica

Tosca @ Teatro Manzoni Milano

Tosca @ Teatro Manzoni Milano Ph Cristina Bonalumi

Tiziana Tosca Donati torna in concerto al Teatro Manzoni di Milano, dopo ben 15 anni di lontananza dalla capitale meneghina. Padrona del palcoscenico nonostante una fortissima emozione, l’artista ha accompagnato il pubblico ed i numerosi amici e colleghi giunti ad applaudirla, lo scorso 17 novembre, lungo i confini e sconfini di un viaggio in musica, frutto del recentissimo “Il suono della voce” (Sony Classical), l’ultimo bellissimo lavoro discografico di Tosca.  Da “Tunisi a Lisbona a Mergellina” l’artista valica i confini del mondo cantando nei più disparati idiomi: Yiddish, Portoghese, Francese, Rumeno, Giapponese, Libanese, italiano, romanesco, napoletano, Zulu. Capace di ipnotizzare il pubblico grazie alla sua speciale potenza espressiva, Tosca interpreta con maestria molteplici stati d’animo e sentimenti come dolcezza, passione, rabbia, timidezza, paura, speranza mettendo ogni singolo elemento di se stessa al servizio della musica. Ad accompagnarla sei eccellenti musicisti in grado di esaltare al meglio la voce dell’artista ma anche di cambiare registro strumentale con naturalezza, bravura e grande competenza. Con la regia di Massimo Venturiello, “Il suono della voce” si presenta al pubblico come una forma alternativa del teatro-canzone. Particolare attenzione viene data agli elementi scenici: una nutrita serie di microfoni di diversa tipologia, proiezioni e un mirato disegno di luci coinvolgono lo spettatore in un percorso visionario fra molteplici etnie in un tourbillon di canzoni, parole, sogni, riflessioni e suggestioni. Il treno del corpo di affaccia su volti, gesti, strade mentre melodie consolatrici massaggiano il cuore. La voce potente, nitida, seducente di Tosca rappresenta il balsamo perfetto per curare le ferite dell’animo: “Ibrahim”, “Succar Ya Banat”, la bellissima “Marzo”, il suggestivo e coinvolgente “Coro delle lavandaie”, l’energia de “Il porto” ed il baccanale strumentale de “La voz” introducono un tuffo tra terre e culture europee con “L’annunciazione”, “Shtetl”, “Train de vie”, “Nina se voi dormite”, “Dieses Mein Herz”, “I Love Paris”. Tosca canta il sud delle cose, dove vivere costa meno solo al pensiero, scovando i paesaggi insiti in noi stessi.  Instancabile e sorniona, la cantautrice balla, canta e suona, completamente avvolta dal vortice delle note: “Cicale e chimere”, “Ti guarderò nel cuor”, “Pajarillo”, “Miagete goran yoru no hoshi wo”, “Nongqongpo”, la sublime “Via Etnea”, l’esplosiva “Rumania Rumania”, l’esilarante versione di “Prisencolinensinainciusol”, “Lume Lume” e la magnetica title track “Il suono della voce”, scritta da Ivano Fossati, chiudono il viaggio cosmopolita di Tosca che, dopo i numerosi ringraziamenti di rito, offre una brillante e divertente interpretazione del brano “Miao”. Inaspettati ed apprezzatissimi  anche i bis: “Gelosamente mia voce”, l’indimenticabile “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, l’immaginifica “Il terzo fuochista” scaldano la gelida notte di Milano lasciando nel cuore la sensazione di aver appena ricevuto un dono da custodire con cura.

 Raffaella Sbrescia

Napoli Jazz Winter: live doppio con Mirko Signorile e Mattia Cigalini trio

Mirko Signorile @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Mirko Signorile @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Classe, creatività ed eccellenza. Questi i tratti essenziali del terzo appuntamento musicale offerto dalla rassegna ideata e diretta da Michele Solipano “Napoli jazz Winter”. Lo scorso 13 Novembre, sul palco dell’Auditorium Salvo D’Acquisto, si sono esibiti, infatti, due talenti della scena jazzistica italiana, si tratta del pianista pugliese Mirko Signorile, protagonista del suo live in piano solo dal titolo “Soundtrack Cinema”, ispirato alle più belle colonne sonore del cinema italiano e internazionale, e del sassofonista Mattia Cigalini, accompagnato da Gianluca Di Ienno al pianoforte e Nicola Angelucci alla batteria, per presentare in anteprima assoluta il nuovo progetto musicale intitolato “Astrea”. Leggende del pentagramma internazionale e composizioni inedite si sono alternate all’interno di un concerto doppio, adatto a soddisfare le esigenze musicali e le sensibilità più disparate, confermando, ancora una volta, la proverbiale versatilità di un genere apprezzatissimo nel mondo quale è il jazz.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

Mattia Cigalini @ Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

 Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

 Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

 Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

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 Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

 Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

Napoli Jazz Winter Ph Luigi Maffettone

 

 

 

Mannucci incontra: Dolcenera inaugura gli incontri al N’Importe Quoi Libreria Caffe

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Riprendono gli attesi appuntamenti del “Mannucci incontra” sulle magiche mattonelle del N’Importe Quoi Libreria Caffe di Roma. A confrontarsi con il pubblico e con il giornalista de Il Tempo Stefano Mannucci è Dolcenera, una cantautrice dotata di grande energia, potenza vocale ed intraprendenza creativa. In un contesto intimo, a stretto contatto con volti e sguardi pronti a cogliere ogni minimo dettaglio, l’artista ha saputo svelare la propria intima essenza semplicemente raccontandosi, ora attraverso le sue canzoni, ora attraverso i propri racconti di vita vissuta pensando a scrivere, comporre, creare. Note, parole, emozioni, sussulti, sospiri, sguardi d’intesa, sorrisi, applausi; eccoli gli ingredienti di un piccolo grande incantesimo pronto a rinnovarsi aldilà dei confini spazio-temporali. “Non si sa mai dove si v,  qual è la strada, il meglio che si può si dà comunque vada”, canta Dolcenera, in “Accendi lo spirito”, il brano che insieme alla hit “Niente al mondo”, introduce il nuovo album di prossima uscita, scritto, prodotto ed arrangiato dalla stessa cantautrice salentina, un lavoro che, già dai presupposti, rappresenta un importante punto di arrivo all’interno del percorso artistico di una donna abituata a smuovere cuori e “scheletri”.

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Stefano Mannucci @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Stefano Mannucci @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

 

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

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Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

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Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

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Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

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Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

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Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

Dolcenera @ N’Importe Quoi Libreria Caffe Ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

Amal Murkus live: Napoli Dea Madre all’insegna della pace e della fratellanza

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Continua il viaggio sonoro di “Napoli Dea Madre”, il progetto musicale coordinato da Fiorenza Calogero nell’ambito del Forum Universale delle culture e ideato dall’associazione Antares con il sostegno del Ministero per lo sviluppo economico, dell’Unesco, della Regione Campania e del Comune di Napoli. A scaldare il palco del Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli, nel corso del concerto tenutosi lo scorso 10 novembre, l’artista palestinese Amal Murkus. Attivista e simbolo di un canto pacifista, radicale, suadente e materno, Amal ha presentato un concerto incentrato sulla tradizione mediterranea ed il tipico e folklore palestinese.

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Attraverso un fitto percorso tra i titoli degli album “Shauq”, “Baghani (I Sing)” e l’omonimo “Amal”, la cantante, che ha avuto diverse esperienze teatrali e cinematografiche e che ha collaborato con Robert Wyatt, Mercedes Sosa, gli Stadio, Enzo Avitabile, Noa e Joan Baez,  ha deliziato il pubblico con un mix antologico supportata da Firas Zreik (kanon), Naseem Dakwar (violino e oud),  Nizar Khater (pianoforte) e, a sorpresa, dal coinvolgente contributo di Enzo Avitabile. Con la sua voce dotata di particolare tempra e carica emotiva, Amal costruisce le sue canzoni conferendo loro un elevato contenuto socio-culturale con il dichiarato scopo di smuovere le coscienze dall’interno e, a giudicare dal riscontro del pubblico, la sua missione può considerarsi ampiamente riuscita.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

 

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

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Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

Amal Murkus live @ Napoli Dea Madre ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

Napoli Dea Madre: la regina del fado Cristina Branco incanta il pubblico

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: un progetto, un percorso all’insegna della bellezza, intesa nel senso più alto del termine. Tre donne, tre signore della musica, cantanti-donne e figlie di un mare-madre s’incontrano incrociando voci, sguardi, linguaggi e culture alla ricerca di una comune dimensione espressiva. Sul palco del Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli arrivano Cristina Branco [Portogallo], Amal Murkus [Palestina], Fiorenza Calogero [Italia], cantante e coordinatrice della manifestazione, con tre esclusivi concerti gratuiti organizzati nell’ambito del Forum Universale delle Culture, ideati dall’associazione Antares con il sostegno del Ministero per lo sviluppo economico, dell’Unesco, della Regione Campania e del Comune di Napoli, assecondando la radice di gea, altrimenti detta grande madre. Simbolo/culto che risale al ciclo iniziale in cui la donna, emblema della Terra poiché madre, anch’essa muore e si rigenera attraverso il passare dei mesi.

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Protagonista della prima serata, in programma lo scorso 9 novembre, è stata Cristina Branco, dea del fado contemporaneo, fiera nella ricerca di una dimensione futuribile della musica portoghese. Attraverso lo spettacolo intitolato “Idealist”, l’artista ha proposto al pubblico un viaggio sperimentale seguendo il linguaggio della tradizione, eseguito con approccio naif e audace, molto vicino alla dimensione espressiva di una jazz-singer. Senza mai rinunciare all’essenza poetica dei versi narrati sul palco, Cristina ha inserito in repertorio numerose canzoni da “Tango”, “Histórias do tempo” a “Meu Amor è Marinheiro”” e “Bomba Relógio”. Accanto alla Branco, valenti musicisti come Ricardo Dias (piano e accordion), Bernardo Couto (chitarra portoghese) e Bernardo Moreira (contrabbasso). Rispettando l’obiettivo di dare una nuova dignità alla tradizione, Cristina canta ed ipnotizza il pubblico con enfasi, dote radicale del suo lavoro, dedicando particolare attenzione a sentimenti come la sofferenza, il desiderio e l’impotenza che proviamo di fronte al destino.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

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Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

 

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

 

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

 

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

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Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

Napoli Dea Madre: Cristina Branco live ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sognando Cracovia Tour: Immanuel Casto e Romina Falconi conquistano l’Alcatraz di Milano

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Irriverente, originale, dinamico e spiazzante. Il concerto tenuto dal re del porn groove Immanuel Casto e dalla cantautrice Romina Falconi all’Alcatraz di Milano, nell’ambito del “Sognando Cracovia Tour”, lo scorso 29 ottobre, ha fatto registrare un’abbondante ed entusiasta presenza di pubblico, accorso in massa per ballare e godersi un show originale e coreografico, arricchito dai numerosi e anticonvenzionali videoclip realizzati dallo stesso Immanuel nel corso di lunghi anni spesi a costruire con instancabile energia creativa quello che, ad oggi, rappresenta un filone musicale unico nella scena discografica italiana. All’interno della serrata scaletta proposta al pubblico, i due artisti, amici ed affiatati partner musicali, hanno inserito i propri brani ritagliandosi spazi e momenti ad hoc costruendo un dinamico “do ut des”. Non c’è spazio per equivoci: il tema delle canzoni è principalmente il sesso, raccontato, mitizzato, esaltato in tutte le sue forme. Nella prima tranche del live si va dall’inequivocabile intro di “Je t’aime”, alla triade composta da “Crash”, “Zero carboidrati”, “Touche” fino all’istrionica “Circe”.

Il pubblico esplode sulle note di “Sexual navigator”, ormai considerato un classico della discografia di Casto. Bando alle etichette, alle barriere, alle discriminazioni sessuali : Casto e Falconi celebrano l’amore a 360 gradi tra fiumi di elettronica, in pieno stile anni ’80. Eclettici e padroni della scena, i due proseguono il proprio personalissimo live con “Freak & Chic”, “Anal Beat”, “Stupida pazza” e l’imprevedibile rivisitazione di “Fever”. “Fist fucking” e “Anus, mouth, hand” mettono in evidenza le buone doti da ballerino di Immanuel Casto, opportunamente affiancato dal corpo di ballo delle The Beat Girls. Ottima l’interpretazione di Romina Falconi della sua “Attraverso”, la giovane cantante ha ancora una volta saputo mettere il luce la grande potenza  della propria voce, senza mai trascurare la notevole presenza scenica che la caratterizza. Decisamente in sintonia nel duetto proposto con “Eyeliner”, Casto e Falconi hanno incentrato l’ultima parte del concerto su alcune delle canzoni forse più distanti dal repertorio conosciuto come “Non la do/Io la do”, “Il mio prossimo amore”, “Da quando sono morto”. Destabilizzante il testo e la versione acustica di “Che bella la cappella”, un brano a metà strada tra sacro e profano, al limite del blasfemo, con un’ironia davvero molto tirata. Intenso e struggente “Lista nera”, l’inedito che Romina Falconi includerà nel suo prossimo Ep intitolato “Un filo d’odio” e che l’artista ha inserito in scaletta a sorpresa.

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Riservato al gran finale il successone “Tropicanal” con il suo testo che non lascia adito a dubbi: “Alle Hawaii prima lo prendi e poi lo dai”, canta, Immanuel Casto, con un inappuntabile aplomb. Il concerto giunge alle battute conclusive con un encore ovviamente dedicato a “Sognando Cracovia”, il brano che dà il titolo al tour celebrando il sogno di un amore senza tempo. La degna conclusione di un concerto leggero, divertente e spassoso, un’occasione per vivere e affrontare il tema dell’amore senza pregiudizi.

Raffaella Sbrescia

I colori del jazz: Alessandro Lanzoni e Barbara Casini in concerto. Il live report

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Emozioni autentiche e profonde quelle vissute dal pubblico partenopeo in occasione di “Uma Mulher”, il raffinato concerto che la meravigliosa Barbara Casini, nota per la sua capacità di interpretare il repertorio brasiliano d’autore, ed il talentuoso pianista jazz Alessandro Lanzoni hanno tenuto lo scorso 23 ottobre presso il Teatro Mediterraneo di Napoli, nell’ambito della rassegna “I Colori del Jazz. Culture in Musica”, a cura del Live Tones, con la Direzione Artistica di Alberto Bruno e la Direzione Organizzativa di Ornella Falco, progettata secondo le finalità del Forum degli scambi culturali e dell’internazionalità. Al centro del live concepito dai due musicisti, i brani che hanno segnato le tappe salienti del lavoro di compositrice della Casini, a partire da brani del suo primo disco del ’97 fino alle canzoni inedite che faranno parte di un prossimo progetto discografico.

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

A curare gli arrangiamenti e a delineare i tratti peculiari delle melodie, il sofisticato Alessandro Lanzoni, vincitore dell’importante e prestigioso riconoscimento Top Jazz 2013. A completare la scaletta, una serie di selezionatissimi omaggi a importanti autori brasiliani, tra tutti: Edu Lobo, Chico Buarque, Ivan Lins. Artisti che hanno segnato il percorso musicale di Barbara influenzand profondamente il suo modo di cantare e che, associati alla potente verve interpretativa di Lanzoni, hanno offerto al pubblico una serata musicale all’insegna della qualità.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Appunti di viaggio”, immensa Lina Sastri al Teatro Brancaccio di Roma

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

“La musica ha avuto molto spazio nella mia vita. Se l’è preso, io non gliel’ho dato…..io sono un’ Attrice”.

Così, nel giorno del commiato della centosettenne principessa Brancaccio, è avvenuto il debutto nell’omonimo teatro romano dell’icona femminile della scena partenopea, con il suo spettacolo “Appunti di viaggio”. Un percorso, senza canovaccio, attraverso l’esperienza artistica e umana di Lina Sastri, che, elegantemente e appassionatamente, ce ne fa dono. A partire dalla prima volta, con Patroni Griffi, attraverso il Masaniello di Roberto de Simone, fino alle più recenti avventure cinematografiche con Pupi Avati. Il canto materno, che accompagnava i movimenti delle quotidiane faccende domestiche, è un ricordo dolce e commovente. Ed è proprio con la registrazione della voce della madre che Lina introduce la sua esperienza canora. Arrivata tardi, ma esplosa in tutta la sua sonorità teatrale da subito. Che la Sastri non canta, interpreta. E ogni volta che lo fa, il pubblico si scalda, le urla “sei divina, splendida, meravigliosa…..” Lina raccoglie, con naturalezza e quel bel sorriso che fa da cornice ad una vita che lei stessa definisce fortunata per aver incontrato il teatro, per le opportunità che ha saputo cogliere e che ne hanno da subito messo in evidenza il talento. Tanti ne cita, di colleghi e maestri, tanti e a tutti noi cari. Uno fra tutti, sembra quasi superfluo farne il nome: Eduardo. E la voce si incrina un poco, ma è un attimo, che subito riparte, e via, tra citazioni in prosa e i più bei brani della tradizione napoletana, accompagnata da cinque musicisti di prim’ordine: Filippo D’Allio, Gennaro Desiderio, Giovanni Minale, Salvatore Piedepalumbo e Luigi Sigillo.

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

“Reginella”, “Malafemmina”, “Torna a Surriento”, “Guapparia”, “Era de maggio”, per finire con Pino Daniele e la sua “Napule è”. Delicata e toccante in uno dei cavalli di battaglia della Ferri, “Gracias a la vida”, energica e grintosa sulle note di una tammurriata veramente ben arrangiata, confezionata per lei come un abito da cerimonia. Il primo spettacolo scritto e diretto, “Cuore mio”, e le sue scenografie, e l’ultimo, dal titolo piuttosto significativo di Linapolina. E tra un brano ed un racconto, chi ha memoria e l’età per averla, sente riaffiorare i ricordi di splendori artistici ed eccellenze di talenti che non vorremmo mai aver dovuto confinare al passato. Un racconto destrutturato, lo definisce. Destrutturato ma con una tale potenza di coinvolgimento emotivo, che il pubblico nemmeno canticchia. E’ lì, incantato dal fascino artistico, interpretativo e femminile di questa splendida donna; che guardò alle scene a soli 17 anni quando ha visto per la prima volta un palcoscenico, e ha pensato che il teatro sarebbe stata la sua vita , e nell’arte la sua libertà di essere.

Roberta Gioberti

Antonio Faraò Quartet in concerto al Blue Note di Milano. Il live report

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Proseguono all’insegna della classe e dell’eleganza gli appuntamenti musicali della nuova stagione del Blue Note a Milano. Lo scorso 15 ottobre il pubblico meneghino ha, infatti, potuto deliziarsi con il concerto dell’Antonio Faraò Quartet. Considerato dalla critica di settore come uno dei più interessanti pianisti jazz dell’ultima generazione, Antonio Faraò nasce in una famiglia dalle radici musicali ben salde. Ad accompagnarlo sul palco il bravissimo e particolarmente ispirato Mauro Negri al sax, il raffinato Marco Ricci al contrabasso e l’effervescente Gene Calderazzo alla batteria. I quattro musicisti hanno ipnotizzato gli spettatori con un concerto di circa due ore passando con disinvolta maestria da brani originali ed estrosi agli immancabili standard, ormai veri e propri ever green di settore.

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Con un’ introduzione timida e sussurrata, il quartetto ha scelto di conquistare il pubblico muovendosi in punta di piedi, creando un vortice emotivo e strumentale realizzato in crescendo. Il ritmo veloce ed implacabile del piano di Faraò costruisce e ricama le strutture dei brani proposti in scaletta con veemente vigoria trovando nel sax di Mauro Negri un valido punto di riferimento. La potenza immaginifica dei brani è tanto forte da catapultare l’immaginario nei più disparati contesti. Si va dai bistrot parigini, ai quartieri di New Orleans. Uno battito di ciglia è più che sufficiente per balzare repentinamente da un luogo all’altro. Pathos, malinconia e romanticismo sono i cardini lungo i quali si muovono le fila strutturali di un concerto pensato per accarezzare l’anima smuovendola dall’interno.

Raffaella Sbrescia

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