Pianoforte, chitarra e canto lirico sono le specialità di Roberta Di Lorenzo, una giovane cantautrice dalle velleità compositive particolarmente sviluppate. Lo scorso 17 gennaio l’artista ha pubblicato il singolo “Esaurimento da Web”, una divertente fotografia del rapporto dei giovani con i social network e di come questo influenzi la loro quotidianità. In questa intervista Roberta racconta le sue esperienze da autrice, la sinergia con Eugenio Finardi e presenta la tourneè teatrale con Milena Vukotic.
“Esaurimento da web” è il tuo nuovo singolo. Di cosa parla il brano e in che modo il videoclip rende, in forma visiva, il senso delle tue parole?
Si tratta di una parodia del mondo dei social network, una caricatura su tipologie di persone che ne fanno uso. Non è affatto una denuncia o un attacco a Facebook bensì una riflessione sull’uso esagerato che a volte se ne fa e che indiscutibilmente ha cambiato i rapporti interpersonali. Il videoclip, diretto da Andrea Ferrante, presenta cinque personaggi, compresa me stessa, che scorrono in rotazione, esasperati dall’apparire, dal condividere e postare commenti. Mi sono messa in gioco, con autoironia, ed è stato divertente, le immagini spiegano bene il senso del testo e per questo vorrei che vi si facesse particolare attenzione.
Che rapporto hai con i social networks e in che modo pensi che il loro utilizzo possa rivelarsi un’arma a doppio taglio?
Sono una frequentatrice dei social, ma non maniaca ossessiva, li uso per comunicare, fare ricerche da condividere e per diffondere buona musica.Trovo che il rischio di cadere nella dipendenza da network sia dietro l’ angolo. Spesso ci si imbatte in persone stravaganti, gente fanatica e perditempo, perciò ripeto: bisogna dosare l’uso che se ne fa, spesso ci si trova a vivere una realtà virtuale, illusoria.
La tua pluriennale esperienza in qualità di autrice ti ha consentito di interagire con tanti colleghi. Cosa si prova a scrivere una canzone pensando di donarla a qualcuno?
Scrivere per un interprete è un atto di fiducia, sai che dovrai interpretare una voce e un pensiero attraverso la tua musica e le tue idee. Si tratta di un’esperienza che arricchisce ed è fatta di lavoro attento e premuroso. Amo le collaborazioni, amo poter crescere in questo modo, si tratta di un atto meno narcisistico, più umile, rispetto allo scrivere per sè stessi. Quando ho scritto i testi destinati all’ultimo album dei Sonohra, ad esempio, ho cercato di capire la loro volontà, le intenzioni che avevano rispetto al lavoro da fare, quando ci si pone in una condizione di ascolto, nascono inaspettate sinergie.
Ci parli della sintonia e del rapporto sinergico che hai avuto e hai, tuttora, con Eugenio Finardi?
La cultura musicale e l’esperienza di Eugenio Finardi hanno alimentato la mia crescita personale. Il fatto che mi abbia guidata verso la conoscenza di me stessa, ha fatto sì che oggi io possa continuare da sola senza dimenticare gli insegnamenti e il passato. Eugenio trasmette una grande carica energetica, sul palco e fuori dal palco, la sua dote è quella di riuscire a portare un musicista a superarsi. Nel 2012 quando interpreto’ la mia canzone, intitolata“E tu lo chiami Dio” al Festival di Sanremo, capìì che un maestro è colui che, arrivato ad un certo punto, ti lascia andare e ti lascia proseguire la tua personale esperienza.
Che tipo di rapporto ti piace instaurare con il pubblico quando sei sul palco?
Ai miei concerti, non trascuro una sola persona. Guardo tutti, voglio tutti, e se c‘è qualcuno che è distratto, è per lui che canto, finchè non rientra nella bolla con me.
Nella bolla…
Sì, quando si è sul palco ci si trova in una bolla, in una dimensione sacra, anche se si suona il rock. La tua vita reale smette di esistere e comincia quella dei sogni, del “ qui e ora” dove tutto è possibile. Poi ai miei concerti parlo con il pubblico, sono una gran chiacchierona, fossi in televisione…mi sfumerebbero!
Quali saranno le prossime fasi che scandiranno il tuo percorso e che progetti vorresti realizzare a breve termine?
A maggio mi aspetta una tourneè teatrale con Milena Vukotic, attraverso un reading, dal titolo “ Moderato Cantabile”, daremo voce ad uno dei personaggi più carismatici della letteratura francese: Marguerite Duras. Cantare la vita di questa donna attraverso le mie rappresenta un appuntamento a cui tengo molto. Infine prima di maggio aspettatevi un nuovo singolo…molto probabilmente anticiperà il mio terzo album!
Raffaella Sbrescia