Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band in “Area Mediterranea”

Vi proponiamo una nutrita fotogallery dell’evento che si è svolto lo scorso 9 maggio presso  l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Area Mediterranea

con

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band
con la partecipazione del World Spirit Orchestra
special guest: Rodolfo Maltese

Dal ‘melòs’ delle loro radici legate al Mediterraneo, all’Atlantico della musica americana (nord e sud) questi due percorsi paralleli, attraverso il mare, si incontrano ed ecco che nasce la presentazione comune di due progetti discografici apparentemente lontani ma che si sono sviluppati in un contesto culturalmente omogeneo.

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

 

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

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Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Arb Trio e Mario Donatone & Giò Bosco Band Ph Roberta Gioberti

Gnut in concerto: una scorta di poesia

Gnut

Gnut

Il Suo.Na, la rassegna di concerti organizzata da Ufficio K, in collaborazione con Bulbartworks e Wasabee,  giunge al termine. L’ultimo appuntamento musicale della stagione invernale ha avuto luogo lo scorso 9 maggio presso la Sala 3 del Duel Beat di Agnano. Protagonista del palcoscenico il folk singer napoletano dall’anima nomade Claudio Domestico, in arte Gnut. Accompagnato da musicisti esperti nonchè amici fraterni come Piero Battiniello (basso), Marco Capano (batteria), Luca Carocci (chitarra acustica), Daniele Mr Coffee Rossi (tastiere e loop) e Mattia Boschi (violoncello), Gnut riesce subito a conquistare la platea del freaky friday attraverso la sua verve di chansonnier distante da qualsiasi limitazione spazio- temporale.

Gnut

Gnut

Il concerto, primo appuntamento del nuovo tour dell’artista, si apre con i brani pubblicati in “Prenditi quello che meriti”, il terzo e ultimo album del cantautore. Le parole del singolo “Non è tardi”, infondono coraggio e forza prima di immergersi nelle torbide e, tuttavia, dolci acque di “Fiume lento”. Ipnoticamente affascinante la ritmicità semantica e strumentale di “Prenditi quello che meriti”: Prenditi quello che meriti e dona a chi merita quello che puoi, canta Claudio, mentre sorrisi e sguardi complici, sopra e sotto il palco, diffondono una sottile trama di energia positiva nei cuori di persone desiderose di vita e di emozioni. Assolutamente toccante, sia dal vivo che nel cd, è “Solo una carezza”, la storia che, in poco più di due minuti, racconta il dramma della violenza e la speranza della rinascita individuale. In “Foglie di Dagdad” Gnut racconta di un’intima connessione con gli spazi e i ritmi naturali così come avviene in “Estate in Dagdad”: profumi, parole, odori, spazi e sapori si rincorrono in un giocoso andirivieni di ricordi. In “Dimmi cosa resta” il frutto di un forte scontro padre-figlio si trasforma in un verace flusso di coscienza che trova la sua naturale conclusione in “Ora che sei”.

Gnut e Dario Sansone

Gnut e Dario Sansone

Gnut, dall’alto della sua gracile figura, si fa forte del retrogusto selvaggio della propria vocalità diventando il rappresentante ideale di una vita trascorsa perennemente in giro, seguendo il flusso delle note e della passione per la musica. Il manifesto di una gavetta fatta con amore e dedizione è “Torno”, la descrizione di un migliaio, un milione di ritorni, cantata ad occhi chiusi e a cuore aperto. Dal folk ci si sposta ad un più complesso blues che trova i primi sprazzi espressivi in “Universi” e che si riproporrà, poco dopo, in “Gospel 1840” un brano dedicato sia alla madre terra che alla madre fisiologica. Il tutto accade non prima di aver ascoltato la magica rivisitazione di “Passione” di Libero Bovio, un brano in cui Claudio è capace di riversare tutto l’amore che è in grado provare… il risultato è magico, ipnotico, incantatore.

Gnut e la band

Gnut e la band

Nella seconda parte del concerto c’è spazio per la disillusione di “Credevo Male”, alternata a “L’importante è ca staje buono”, primo singolo dei Tarall & Wine, che Claudio ha cantato proprio insieme a Dario Sansone (Foja), ospite della serata. L’ultima trance del concerto assume, se possibile, una piega strumentale ancora più interessante: gli ultimi brani in scaletta: “Esistere”, “Solo con me”, “Delirio” e “Controvento” si rivestono di un movimento musicale vorticoso e libero da vincoli. Corpi, voci e note trascendono la malinconia narrata nei testi delle canzoni regalandoci, ancora una volta, una preziosa dose di poesia.

Raffaella Sbrescia

Maggio della Musica: Michele Campanella, David e Diego Romano omaggiano Čajkovskij

 Michele Campanella (al centro) con i fratelli David e Diego Romano Ph Flaviana Frascogna

Michele Campanella (al centro) con i fratelli David e Diego Romano Ph Flaviana Frascogna

Continuano i prestigiosi appuntamenti musicali del Maggio della Musica. Lo scorso 8 maggio, nella splendida veranda Neoclassica di Villa Pignatelli a Napoli, si è tenuto il concerto in omaggio al compositore russo Petr Čajkovskij. Al pianoforte il direttore artistico della rassegna Michele Campanella, accompagnato dai fratelli Davide e Diego Romano, rispettivamente al violino e violoncello e fiori all’occhiello dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. I tre solisti hanno dedicato le proprie energie ai tortuosi pentagrammi del Trio in la minore op.50, il penultimo capolavoro che il celebre compositore russo scrisse mentre si trovava a Roma nel 1882, in memoria dell’amico fraterno suicida Nikolai Grigor’evič Rubinštejn. Davvero particolare la scelta di Čajkovskij di comporre un trio per pianoforte e archi, genere che l’autore aveva sempre detto di detestare, così come aveva fatto anche in una lettera destinata alla sua benefattrice Nadezca von Meck: «I miei organi uditivi sono fatti in modo tale da non poter assolutamente ammettere alcuna combinazione con un violino o un violoncello. Per me i diversi timbri di questi strumenti si combattono e la loro unione mi sembra una tortura». Nonostante questa forte ritrosia il maestro ci ripensò, si mise alla prova, sfido le sue stesse paure componendo questo ampio lavoro compositivo che, articolandosi, in due momenti, riveste anima e atmosfera di intesa malinconia. Tinte forti, quasi tragiche, attraversano una composizione che non dà tregua ai nervi e ai sentimenti.

Nell’introdurre il concerto, il maestro Campanella entra subito nel vivo del brano, spiegandone i punti chiave: «Per questo concerto, che celebra il compleanno di Čajkovskij, eseguiremo una sola composizione. Il brano è lungo ed esaustivo per noi e per voi, aggiungendo qualunque cosa avremmo appesantito il tutto. Come avrete modo di notare, in questo lavoro non c’è nulla di italiano, benché abbia visto la propria genesi nella città di Roma, continua Michele Campanella. Quello che manca è una visione serena, in questo brano la scrittura è oscura, depressa. La fase compositiva, della durata di un mese, non è stata immediata, Čajkovskij era contrario all’idea di un Trio, era convinto che questi tre elementi insieme non stessero bene ma alla fine diede vita a questa battaglia tra il pianoforte ed i due archi. La scrittura non è da Trio, racconta il Maestro, il pezzo è del tutto anomalo all’interno della musica da camera e presenta una forte bulimia di note. Mai, come in questa occasione, vita e arte si fondono in un unico percorso inscindibile, incentrato su un’intima e malinconica confessione autobiografica, a metà strada tra tormento e disperazione. Ad aprire il concerto un Pezzo Elegiaco, moderato assai. Allegro giusto, seguito da un Tema andante con moto e tutta una serie di variazioni declinate in undici diverse mutazioni, in grado di attraversare tanto il pentagramma quando gli aspetti dell’animo umano. Volti, gesti e righe di sudore si accompagnano alle note che avvolgono la sala in un’atmosfera plumbea e solenne al contempo. Il ritmo è nemico dell’esitazione, il tempo scorre implacabilmente veloce fino alla vibrante ed intensissima variazione finale e Coda con archi alternati in “piangendo” ed il pianoforte in pianissimo “poco  a poco morendo” fino allo spegnimento conclusivo; sublime.

Nell’immancabile bis Campanella, David e Diego Romano offrono un molto più breve estratto dal Trio opera 100 di Schubert  in cui l’ Andante con moto assume subito il significato di valore aggiunto. Una marcia sottotraccia  al pianoforte accompagna e scandisce gli altisonanti picchi degli archi che, fino all’ultimo istante, sprigionano l’essenza della vita.

Raffaella Sbrescia

Pausilypon, tutto sulla VI edizione di “Suggestioni all’Imbrunire”

Suggestioni all’imbrunire

Giunge alla VI edizione “Pausilypon Suggestioni all’imbrunire” la rassegna artistica ideata e curata dal Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica di Napoli ed il Patrocinio di Regione Campania e Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Una vera e propria opera di mecenatismo ambientata in una location unica nel mondo quale è il Parco Archeologico del Pausilypon, finalizzata all’incontro tra archeologia, natura, musica e teatro. «Nell’anno del bimillenario dalla morte di Augusto, spiega il responsabile della Soprintendenza del Pausylipon G. Vecchio, “Suggestioni all’Imbrunire” si arricchisce di un nuovo e più profondo significato, diventando rassegna stabile all’interno di un contesto incantato».

Ad introdurre il nuovo cartellone, in una dettagliata conferenza stampa tenutasi questa mattina presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, M. Simeone ha ripercorso i progressi e le numerose iniziative che hanno portato al pieno recupero di un’ area ambientale ed archeologica di assoluta importanza: «Nell’arco di 10 anni abbiamo impiegato risorse, competenze ed energie per ridare lustro a questo importante sito archeologico. Ora, grazie alla direzione artistica di Stefano Scognamiglio e Francesco Capriello, il centro studi Pausilypon diventa ancora più interdisciplinare. Naturalmente, anche per questa edizione, rimane invariata la scelta di “non invasività” del luogo, non ci saranno allestimenti scenici, elettronici ed infrastrutturali che potranno in qualunque modo alterare il fascino naturale del sito archeologico. Gli artisti che hanno accettato questa nostra scelta, si esibiranno sfruttando le già perfette condizioni di luce e di acustica del sito, nel totale rispetto di uno dei luoghi più belli del nostro pianeta. Questo per dimostrare che la rassegna si adatta al sito e non il contrario! Un doveroso ringraziamento, aggiunge Simeone, va al nostro main sponsor Cupiello che, in funzione dell’amore per l’arte, ci consente di reinvestire i proventi della rassegna in progetti di ricerca, recupero e valorizzazione del sito. Il progetto in corso riguarda il “CALIDARIUM” del Pausylipon, scoperto nel 1913 da R.T Gunther e mira alla restituzione del sito alla cittadinanza».

Presente alla conferenza anche Stefano Scognamiglio, direttore artistico della sezione teatrale della rassegna: «Il progetto parte dal territorio e costituisce una lente di ingrandimento su una realtà che non è figlia di alcuna parte politica e che, anzi, è il frutto di sacrifici di persone che intendono mettersi al servizio della città. Dopo cinque edizioni, questa rassegna sta cominciando ad attirare pubblico e, francamente, credo ci siano tutti i presupposti affinchè essa possa diventare un evento di rilevanza internazionale. Vorrei inoltre sottolineare che la nostra realtà è aperta ad altre istituzioni sul territorio, dal prossimo anno lavoreremo in sinergia con il Palazzo delle Arti di Napoli perché crediamo che i vasi comunicanti, specialmente nel nostro ambito, possano creare grandi cose.  Tornando, invece, a “Suggestioni all’imbrunire”, crediamo che lavorare per sottrazione, nell’allestimento scenico degli eventi in programma, ci possa far ottenere un risultato migliore. Ricordo, infine, che ogni appuntamento sarà preceduto da una visita guidata al sito che accompagnerà gli ospiti in un crescendo di suggestioni, dall’imponente Grotta di Seiano fino all’incontro con gli artisti presso l’area dei teatri. Alla fine di ogni spettacolo sarà offerto un piccolo rinfresco di qualità ed una degustazione di vini delle eccellenze enologiche campane».

Suggestioni all'imbrunire

Suggestioni all’imbrunire

A seguire l’intervento di Francesco Capriello, responsabile della sezione musicale della rassegna: « Ad inaugurare il cartellone sarà il pianista Ivano Leva con un piano solo, arricchito da improvvisazioni su svariate tematiche. Il 17 maggio sarà la volta dell’ensemble acustico La Mescla, che ci porterà al centro di un viaggio mediterraneo, tema che ricorrerà anche nella perfomance di Alana Sinkëy in “Minha Terra”. Altri spunti interessanti saranno offerti dall’Orchestra acustica del Pausylipon Afrocubatà: musicisti di età compresa tra i 18 ed i 37 anni ci coinvolgeranno in una sfida compositiva e strumentale molto interessante».

A promuovere la rassegna, che avrà luogo da 10 maggio al 15 giugno, sarà il marchio Cupiello, la cultura del gusto”, rappresentato in conferenza stampa dal dottor Alfio Schiatti: «Questa iniziativa rispecchia i valori su cui lavora, da anni, la famiglia Simeoli: cultura, sostenibilità, concretezza e visione internazionale».

Sulla stessa linea d’onda Emilio Scano per l’Associazione Ager Campanus che curerà, quest’anno, la selezione delle cantine: «Abbiamo accettato di buon grado la proposta artistica e culturale che ci è stata offerta e, a modo nostro, abbiamo agito nel rispetto dello spirito con cui la rassegna è stata ideata. Ogni spettacolo vedrà la partecipazione di una cantina del territorio campano con delle degustazioni pensate ad hoc».

Ivano Leva

Ivano Leva

 L’intervista a Ivano Leva:

 Protagonista della serata di apertura il prossimo 10 maggio sarà il pianista Ivano Leva in “Piano Solo”, un’esibizione in cui il musicista attingerà alla sua grande esperienza ed inventiva presentando una performance totalmente improvvisata. Abbiamo chiesto maggiori dettagli all’artista, presente in conferenza stampa.

Che tipo di live proporrà il prossimo 10 maggio?

Pur provenendo da una formazione classica, contestualmente, mi dedico anche alla forma espressiva propria dell’improvvisazione, si tratta di qualcosa che mi ricongiunge  alla mia indole. Sento, infatti, che l’improvvisazione faccia parte di tutta la mia storia. Fin da bambino, quando mi regalavano i giocattoli la prima cosa che facevo era smontarli e rimontarli a mio piacimento. Per quanto riguarda il concerto farò delle improvvisazioni sfruttando dei materiali tematici già noti, non per un discorso di facile presa, ma solo come pretesto per attuare il giro di colori che prediligo. Tra le varie personalità multiple che convivono nella mia persona, ce n’è una dedita alla scrittura, un’altra dedita all’improvvisazione. Non si tratta di una prima, anzi, ho tenuto uno spettacolo simile qualche mese e fa parte di progetto che porto avanti per mostrare la mia quotidianità, in sintesi, il messaggio è: Vi apro le porte della mia stanza, accomodatevi ed ascoltate”.

Ci sono dei progetti paralleli in corso?

Certo, mi sto dedicando a progetti jazzistici e non. Tra le altre cose mi sto occupando di un progetto che fa capo al batterista Leonardo De Lorenzo, senza tralasciare la partecipazione a svariati Festival e allo spettacolo teatrale di Enzo De Caro, improntato sulla biografia di Chet Baker, intitolato “Chet c’è”. Di recente ho collaborato anche con Antonio Onorato in un altro progetto dal vivo.

 Per quanto riguarda l’aspetto compositivo, è in fase di scrittura?

Naturalmente ho dei dischi miei, comprensivi di brani originali composti da me e ne sto maturando altri. Visto che non ho ne necessità commerciali ne una produzione alle spalle che mi obbliga ad avere tempi di realizzazione per vendere, mi prendo delle pause tra un disco e l’alto, anche pluriennali. Il tutto mi serve per raccontare delle cose piuttosto che altre…quello che sto scrivendo adesso è un disco  per orchestra e pianoforte e non credo che lo realizzerò prima della seconda metà di quest’anno se non per l’anno prossimo.

Prevendite: www.etes.it

Ingresso con visita guidata dalle 17,30 alle 18,20 – ingresso solo spettacoli dalle 18.20 alle 18,40, (contributo 15,00 euro).

Info 0812403235 info@gaiola.org www.gaiola.org - www.suggestioniallimbrunire.org

Raffaella Sbrescia

Video: “Pausilypon Suggestioni all’imbrunire”

Maggio della Musica: Javier Girotto e l’Atem Saxfon Quartet incantano Napoli

Javier Girotto

Javier Girotto

Si è tenuto lo scorso 3 maggio, presso la Veranda Neoclassica di Villa Pignatelli a Napoli, nell’ ambito della rassegna di concerti organizzati dall’Associazione culturale Maggio della Musica, il concerto del maestro argentino Javier Girotto (sax soprano, sax baritono, flauti andini), accompagnato dall’Atem Saxfon Quartet composto da David Brutti (sax soprano), Matteo Villa (sax contralto), Davide Bartelucci (sax tenore) e Massimo Valentini (sax baritono). Incentrato sull’eccellenza e sulla qualità del dettaglio, il concerto, durato circa un’ora e mezza, ha rappresentato una preziosa occasione di conoscenza artistica e culturale; un viaggio sonoro pregno di contaminazioni e virtuosismi strumentali estremamente suggestivi. In scaletta brani tratti dai due lavori discografici che Girotto ha realizzato insieme al quartetto di sassofoni: « Tutto è nato durante un periodo in cui stavo scrivendo musica per sassofono, avevo intenzione di girare il mondo con vari quartetti ma poi ho scelto l’Atem Saxfon Quartet per una collaborazione più stabile e da lì è nato tutto. Il primo disco “Suix” l’ho arrangiato tutto io mentre il secondo, intitolato “Araucanos”, l’ha arrangiato il baritono Massimo Valentini, sempre su brani miei originali», ha poi spiegato Girotto che, grazie alle sue brillanti intuizioni compositive, è riuscito ad integrare la passione e la tradizione argentina all’interno dei più introversi meccanismi jazz per un risultato stilistico unico e coinvolgente.

Atem Saxfon Quartet

Atem Saxfon Quartet

In apertura quattro brani di fila: in primis “La poesia”, il battito teso e concentrato dell’intro, trova subito un approccio empatico ed immediato, il tempo è incessante fino ad un intenso crescendo lirico, in cui ciascun musicista riesce a sedimentare il proprio suono in un unico interstizio emotivo, richiuso da un assolo del maestro Girotto, dal sapore malinconicamente crepuscolare. A seguire “Il senso della vita”: il ritmo è subito incalzante, corpi, suoni e strumenti veleggiano spediti verso un altrove guidato dal fascino ipnotico del flauto andino di Girotto: un richiamo magico ed ancestrale. Sulla stessa linea d’onda è la scia introduttiva di “Nahuel” (che nella lingua indigena della Patagonia significa puma), il flauto è il vero protagonista di una leggenda che si districa tra velocissimi ed impressionanti dialoghi tra tocchi e respiri. Il quarto brano, eseguito di fila, è “Morronga la Milonga”: la concreta realizzazione dell’incontro tra tango e jazz. Un brano di indiscutibile fascino, dettato da un’impressionante carica strumentale ed emotiva: lo spettacolo nello spettacolo.

Javier Girotto & Atem Saxfon Quartet

Javier Girotto & Atem Saxfon Quartet

Dopo la prima parentesi parlata di Girotto, dedicata alle presentazioni di rito, si ritorna all’ascolto ed è la volta di “Suix”, un brano composto al pc e completamente riarrangiato dall’Atem Saxfon Quartet con un pregevole bilanciamento tecnico, finalizzato alla valorizzazione delle ineccepibili capacità tecniche ed espressive di ciascuno dei musicisti coinvolti. “Che querido “Che” è una composizione solenne, ispirata ad un leggendario personaggio che, ancora oggi, è un’icona universale. «La mia ricerca stilistica nel tempo è cambiata… Tanti anni fa mi dedicavo sicuramente molto al jazz, poi pian piano sono tornato un po’ alle mie origini cercando di contaminare il jazz con le sonorità che richiamano l’atmosfera e lo spirito tipico della musica argentina», ha raccontato Javier Girotto, dopo il concerto. Uno dei brani che risponde al meglio a questi intenti è “Araucanos”: un’introduzione epica si allaccia ad un accompagnamento lieve e delicato fino all’ultimo respiro. Molto sfizioso e divertente l’aneddoto legato alla rivalità calcistica tra Argentina e Brasile, rimarcato dal brano “Maradona è meglie ‘e Pele”, irresistibili e goderecci latinismi strumentali ammorbidiscono tensioni e pensieri. In conclusione “La luna”, la composizione ispirata ad una delle poesie di Jorge Luis Borges: un vortice strumentale, dapprima incessantemente incandescente, poi più pacato e soffuso, costruisce una parabola emotiva di indiscutibile impatto.

Interprete di note e sogni, Girotto si conferma ancora una volta un virtuoso della contaminazione musicale: «Proprio insieme a Michele Campanella, direttore artistico del Maggio della Musica a Napoli ed autorevole virtuoso della musica classica, sto lavorando ad un disco su brani del repertorio di Maurice Ravel per un lavoro ricco di contaminazioni stilistiche», la promessa di un nuovo viaggio fatto di sogni.

Raffaella Sbrescia

Intervista al flautista Pino Porsia: “La mia nuova avventura con i Joy’s Celtic Connection”

Pino Porsia

Pino Porsia

I Joy’s Celtic Connection radunano in un unico gruppo tre musicisti di lunga esperienza musicale in un inedito progetto folk, ispirato alla tradizione celtica: Pino Porsia (voce, flauti e ukulele), Rosario Le Piane (chitarra e percussioni) e Antonio Tuzza (basso e voce) torneranno ad esibirsi, al Joy’s Pub (C.so Sonnino 118/D – Bari – ore 21.45) per il “St. Patrick Day Revival”. Per l’occasione abbiamo raggiunto Pino Porsia al telefono per lasciarci conquistare dalla sua sconfinata passione per la musica irlandese e per il flauto, uno degli strumenti più affascinanti della storia.

Pino, il tuo percorso musicale è iniziato quando eri soltanto un adolescente… qual è stato il motore che ha innescato in te la passione per la musica antica e per quella celtica in particolare?

Ho iniziato suonando e ascoltandoaltra musica poi, ad un certo punto, sono stato in viaggio in Irlanda e da lì mi sono innamorato della cultura e della musica di quella terra. Da lì è iniziato un percorso che mi ha portato a scoprire altre la musica antica, quella medievale e quella rinascimentale, anche se la mia grande passione rimane la musica celtica e quella irlandese in particolare.

Cosa significa per te suonare il flauto? Qual è la storia che accompagna questo tipo di strumento e quali tipologie di flauto suoni?

Questo strumento è generalmente associato a feste pagane. Il flauto è uno degli strumenti più antichi che l’umanità conosca. Il primo strumento musicale mai rinvenuto dagli archeologi è stato proprio un flauto, sin dagli albori dell’umanità si cercava di far musica suonando dentro tubi di ossa, pezzi di canne di bambù o di legno, già questo è un fatto di per sé affascinante, inoltre questo strumento ha avuto una storia molto interessante perché ogni epoca ha prodotto flauti differenti. Il flauto è, dunque, uno strumento che si adatta sia ai tempi che ai posti in cui viene suonato e questa è una cosa davvero affascinante. Io suono prevalentemente flauti di origine irlandese, i thin whistle in latta. Oggi esistono anche flauti in plastica tipologie di strumento più evolute, più intonate, che rispondono meglio al suono. Poi suono i flauti traversi irlandesi, in legno e a volte suono anche il flauto traverso moderno, un po’ meno espressivo per questo tipo di musica, però alle volte può essere utile.

Hai mai preso parte alle leggendarie sessions di musica irlandese nei pub locali?

Sì certo! Ho fatto vari viaggi in Irlanda proprio per per partecipare alle sessions dei pub. Questo tipo di evento non è rappresenta solo un momento di gioia musicale ma anche, e soprattutto, una preziosa occasione di studio. Vado lì per conoscere nuovi brani, nuovi musicisti, ho avuto anche la fortuna di poter suonare con Matt Molloy in una di queste sessions. Matt è il più grande flautista irlandese, fondatore dei The Chieftains, uno dei gruppi folk più famosi, e io ho avuto l’onore di suonare anche con lui ed è una cosa molto bella.

E i Festival?

Naturalmente ho partecipato a tantissimi festival! Sono talmente tanti che diventa difficile anche citarne solo qualcuno… Tieni conto che durante il periodo con i Folkabbestia abbiamo girato l’Europa intera, i Festival di musical folk li abbiamo girati quasi tutti. Quelli erano anni in cui non si stava fermi nemmeno per un giorno!

Per un po’ di anni hai fatto parte del gruppo del Folkabbestia. Quali ricordi conservi di quel periodo?

Certamente conservo dei bellissimi ricordi. L’esperienza con i Folkabbestia non è nata tanto come esperienza musicale quanto come esperienza umana. Eravamo e siamo ancora molto amici, un vero gruppo formato da amici a cui piaceva anche suonare insieme. Abbiamo condiviso tanta strada e tanta musica, ho suonato con loro per tantissimo tempo fino a quando poi le strade si sono naturalmente divise per esigenze diverse. Spesso, però, amiamo continuare a suonare insieme, ogni tanto mi chiamano a suonare e siamo sempre in contatto sia umanamente che musicalmente.

Joy's celtic connection_Locandina (2)Che tipo di repertorio affronti con i Joy’s Celtic Connection?

In realtà questo progetto è nato per gioco. Abbiamo deciso nell’ambito del Joy’s Pub, il locale che ci ospiterà anche stasera (2 maggio), di provare a suonare insieme e devo dire che sta funzionando bene. Insieme a Rosario Le Piane (chitarra e percussioni) e ad Antonio Tuzza (basso e voce) abbiamo iniziato a suonare per fare un concerto il giorno di San Patrizio lì nel pub. In quell’occasione ci siamo divertiti così tanto che abbiamo pensato di continuare e di non lasciare che si trattasse di un episodio isolato. In seguito siamo stati invitati a suonare alle Giornate Federiciane ad Altamura, lo scorso 26 aprile, ed è stato un bellissimo concerto con tante persone che si sono divertite con noi. Tutti questi avvenimenti ci hanno incoraggiato ad andare avanti, il repertorio abbraccia la tradizione irlandese e scozzese: musica da danza, allegra e divertente anche se suonata in maniera non propriamente tradizionale. Tenendo conto del fatto che l’ ”irlandofilo” della situazione sono io, ci sono spunti di apertura ad altri generi musicali perché Antonio e Rosario non hanno mai suonato musica folk per cui in quello che stiamo facendo si fondono un po’ le esperienze di tutti noi.

Ci saranno dei vostri brani inediti in futuro?

Per ora direi che si tratta di un discorso prematuro, ci stiamo concentrando molto nel cercare un linguaggio comune per avvicinare i nostri tre linguaggi musicali però non è escluso che prima o poi inizieremo a lavorare su dei brani originali.

 Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Pino Porsia e Roberta Ruggiero per la disponibilità

Meeting del Mare 2014: il meglio della musica italiana sulle rive del Cilento

Meeting del Mare 2014 (2)Esiste un evento musicale in grado di coniugare accessibilità globale e ottima musica ad una location da sogno? La risposta è sì, si tratta del Meeting del Mare. La diciottesima edizione del festival ideato da don Gianni Citro, si terrà dal 30 maggio al 2 giugno a Marina di Camerota (Salerno) e riunirà alcuni grandi nomi della musica italiana e internazionale con giovani promesse della scena indipendente per un cartellone pronto a soddisfare tutti i gusti.

Tema cardine della XVIII edizione del festival campano, che anticipa i grandi raduni open air estivi, sarà l’origine. ”Rintracciarla, imparare ad amarla. Sarà come poterla vedere e toccare. L’Origine di noi, di questo mondo, di questa vita, di questo giorno, di questo mare, di ogni parola, di tutti gli sguardi, dei nostri pensieri. Ora che siamo qui, per nessuna ragione, rinunceremo a capire da dove siamo partiti. La nostra Origine, ovunque essa sia, ci accompagnerà per sempre”. Queste le parole introduttive di don Gianni Citro, parroco della cittadina cilentana che, dal 1997 porta avanti questo ambizioso progetto, ospitando il meglio della musica italiana.

rocco-hunt-a-verita (2)L’apertura della kermesse è prevista per  venerdì 30 maggio e sarà affidata al giovanissimo rapper salernitano Rocco Hunt. Vincitore del Festival di Sanremo nella sezione nuove proposte, Rocco presenterà il suo nuovo lavoro discografico intitolato “‘A verità”.
Il giorno seguente sarà la volta del cantautore ferrarese Vasco Brondi, meglio noto come Le Luci della Centrale Elettrica che, grazie al successo dell’album “Costellazioni”, ha fatto registrare una serie di concerti sold out in tutta Italia. Per l’occasione, l’artista sarà accompagnato on stage da Ettore Bianconi e Sebastiano De Gennaro dei Baustelle e da Andrea Faccioli e Daniela Savoldi.

Franco Battiato (2)Domenica 1 giugno i protagonisti del palco saranno i Gogol Bordello che, attraverso il  travolgente combo gipsy-punk guidato da Eugene Hutz, presenteranno i brani dell’ultimo lavoro “Pura Vida Conspiracy”. Il gran finale del festival avrà luogo lunedì 2 giugno con il ritorno di Franco Battiato al Meeting del Mare, dopo il live del 2006. Il compositore e regista  siciliano, che nel 2012 ha pubblicato il suo trentunesimo album “Apriti Sesamo”, si esibirà con Carlo Guaitoli al pianoforte, Angelo Privitera alle tastiere e programmazione, il Nuovo Quartetto Italiano e Davide Ferrario.

Sul palco del Meeting del Mare anche i Sangue Mostro, Foja, Pennelli di Vermeer, the Shak & Speares, Gnut e decine di artisti emergenti, tutti desiderosi di condividere la propria musica con il pubblico.

La novità assoluta di quest’edizione sarà il “JAM Camp”, una factory musicale all’aperto dove ulteriori 30 band suoneranno, si confronteranno e parteciperanno a incontri esclusivi con i protagonisti del festival e dell’industria musicale. Una sorta di jam session d’idee ed esperienze con  l’obiettivo di mettere insieme artisti, addetti al settore, start-upper, ricercatori, giornalisti e produttori, per costruire un grande “cervello collettivo” che ragioni sullo stato della musica in Italia.

Il Meeting del Mare intende aprirsi all’arte a 360 gradi concedendo ampi spazi a spettacoli di danza, incontri, presentazioni di libri e mostre, il tutto rigorosamente ad ingresso gratuito.

Musica, arte ma anche solidarietà civile: per l’edizione di quest’anno, verrà esposta una croce realizzata con il legno dei relitti di Lampedusa, in segno di rispetto e solidarietà con i migranti e simbolo di amicizia tra i popoli.

Giornata Internazionale del Jazz: Gegè Telesforo riunisce i jazzisti italiani a Roma

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International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

Lo scorso 30 aprile, in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale del Jazz, si è svolto presso l’Auditorium Antonianum di Roma, un prestigioso evento musicale impreziosito dalla presenza di una folta rappresentanza di musicisti jazz italiani. Attraverso una breve performance di dieci minuti, ogni artista ha reso il proprio personale omaggio ad un genere musicale dal fascino immutevole. Tempo, storia, evoluzione non hanno infatti scalfito la proprietà insita in questo genere musicale che, pur nascendo oltreoceano, ha saputo sedimentarsi nell’identità e nello spirito dei popoli del mondo.

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

Promossa da Jazzit, in collaborazione con Groovemaster Edition e con il patrocinio dell’Unesco,  l’iniziativa, a sfondo benefico, ha visto il coordinamento artistico di  polistrumentista, vocalista, compositore, conduttore e autore di programmi radiofonici e televisivi di indiscutibile fama.

International Jazz Day © Roberta Gioberti

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

Presenti all’evento: Danilo Rea, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso, Maria Pia De Vito, Rosario Giuliani, Dino Piana, Dario Deidda, Massimo Nunzi, Giorgio Rosciglione, Gegè Munari, Enzo Pietropaoli, Giovanni Tommaso, Amedeo Ariano, Fabio Zeppetella, Alfonso Deidda, Pasquale Innarella, Gianni Sanjust, Fabio Mariani, Domenico Sanna, Giuseppe Bassi, Leonardo Corradi, Greta Panettieri, Dario Germani, Arnaldo Santoro, Roberto Pistolesi, Luca Fattorini, Marco Valeri, Francesco Diodati, Ermanno Baron, Matteo Bortone, Mauro Gubbiotti, Gianludovico Carmenati, Mauro Cimarra e tanti altri artisti che, attraverso anni di esperienza, incontri, studi e ispirazioni, hanno dato vita al folto manto di note che arricchisce il vasto repertorio jazzistico italiano.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

International Jazz Day © Roberta Gioberti

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International Jazz Day © Roberta Gioberti

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foto da aggioungere

International Jazz Day Roma © Roberta Gioberti

 

 

 

 

Concerto Primo Maggio Roma: il cast definitivo e le storie

primo maggioAccordi e disaccordi delle nostre radici, della nostra memoria e del nostro domani”. Sarà questo il tema artistico dell’edizione 2014 del concerto del Primo maggio, che si terrà in Piazza San Giovanni a Roma. Condotto dal regista e attore Edoardo Leo, la giornalista e scrttrice Francesca Barra e Dario Vergassola, l’evento sarà trasmesso in diretta tv su Rai 3 dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 24. Si tratterà di un omaggio alla storia del nostro Paese attraverso la musica di grandi artisti e la voce di importanti ospiti tra cui Aldo Cazzullo, Carlo Petrini, Giancarlo De Cataldo, Federica Sciarelli e Gildo Claps, Max Paiella, Nino Frassica (che sarà protagonista anche di un set musicale), Gherardo Colombo, Maurizio Maggiani, Paola Minaccioni, Livia Travia e Paolo Tumolo, Marzia Ercolani. Gli ospiti saranno accompagnati dai solisti Mimmo Epifani, Alfredo Verdini, Giuliano Gabriele, Lucia Cremonesi, Fabrizio Bosso, Francesco Loccisano, Attilio di Giovanni per raccontare delle storie speciali.

Sul palco tanti rappresentanti della musica italiana: Clementino, Bandabardò, Piero Pelù, Rocco Hunt, Riccardo Sinigallia, Tiromancino, Modena City Ramblers, Stefano Di Battista e 50 sax del Conservatorio di Santa Cecilia, Velvet, Orchestraccia con Sabrina Impacciatore, Agricantus, Statuto, L’Orange, Francesco Di Bella, Taranproject con Daniele Ronda, Perturbazione, Brunori Sas, Enrico Capuano, P- Funking, Levante, Alberto Bertoli, Piotta, Kachupa, Crifiu. Per il contest 1MFESTIVAL, nato in difesa e a sostegno delle musica dal vivo con l’utilizzo della rete, sul palco anche i finalisti Bastian Contrario, Kutso e Disco Sock.

 Di seguito tutte le storie che troveranno spazio nel corso della lunga maratona musicale e che, come accennato sopra, saranno interpretate dai numerosi ospiti invitati:

Il combattente

Lo scrittore Giancarlo De Cataldo racconterà la funambolica evasione dal carcere di Sandro Pertini durante la guerra. Sarà accompagnato dai mandolini di Mimmo Epifani e Giuseppe Grassi che suoneranno un brano ispirato alla colonna sonora del film “Il mandolino del Capitan Corelli”. Il ritratto di Pertini prenderà forma dalle mani della sand-artist Silvia Emme che lo rappresenterà con la sabbia.

Freedom

Gherardo Colombo in “Freedom… Imparare la libertà” con Sara Colombo, Dj Neelo e Cosimo Damiano Damato e performance live di Tommaso Piotta. In scena Gherardo Colombo ci ricorda il professor John Keating de “L’attimo fuggente”, racconta la libertà con la stessa passione e guitto poetico di Robin Williams. Colombo si rivolge al suo “Todd”, un giovane ragazzo disincantato (Cosimo Damiano Damato) che cerca di capire il valore della libertà in un mondo di “diritti negati”. A scandire lo spettacolo la performance live del rapper Piotta. Colombo racconta anche la bellezza e la poesia della Costituzione che in scena assume le sembianze di una giovane ragazza (Sara Colombo) regalandoci pagine di grande poesia civile.

Livia Travia e Paolo Tumolo

Livia e Paolo si sono conosciuti sul posto di lavoro. Un grande hotel romano dove Paolo ha messo la sua esperienza di cameriere di sala al servizio della tirocinante Livia. Da lì è nata un’amicizia, un’amicizia che ha superato con naturalezza gli ostacoli delle diversità. (Da questa esperienza è nato anche il programma televisivo Hotel 6 Stelle)

Ritorno al lavoro

Edoardo Leo e Francesca Barra raccontano la storia di Marcello e di tanti lavoratori in mobilità come lui che grazie ai corsi di formazione finanziati da Fondimpresa hanno trovato un nuovo posto di lavoro. La storia è tratta dal libro“Dal Fondo in poi. Storie di rinascita in tempo di crisi”. Fondimpresa, il Fondo per la formazione continua di Confindustria Cgil Cisl e Uil, ha finanziato finora l’aggiornamento e la riqualificazione di 3 milioni di lavoratori sui temi essenziali per il lavoro: dall’innovazione tecnologica alla sicurezza. Alcune iniziative sono state dedicate ai lavoratori in mobilità: la storia di Marcello è la storia di altre 8mila persone rimaste senza lavoro che hanno trovato, nella formazione mirata, una nuova possibilità di futuro. Il racconto sarà accompagnato dalle percussioni di Alfredo Verdini (hang drum) che suonerà una sincronizzazione ritmica ispirata a “Koyaanisqatsi” di Philip Glass. Il “ritorno al lavoro” prenderà forma visivamente dalle mani della sand-artist Silvia Emme.

Sono qui per mio padre

“Sono qui per mio padre”, suggestiva rievocazione di un primo maggio di 50 anni fa, scritta e letta dall’autore, Maurizio Maggiani. Un Primo Maggio dove lui bambino con il vestito buono viene preso per mano dal padre e portato in un corteo dei lavoratori come “Un re e il suo principino”. Il testo è un inedito e verrà accompagnato dall’organetto di Giuliano Gabriele e la viola di Lucia Cremonesi che suoneranno “L’Inno dei lavoratori” scritto nel 1886 da Filippo Turati. La sand-artist Silvia Emme rappresenterà con la sabbia questo Primo Maggio di tanti anni fa.

Elisa Claps

La giornalista Federica Sciarelli intervista Gildo Claps, il fratello della giovane Elisa scomparsa a Potenza, la sua città natale, il 12 settembre 1993 a soli sedici anni. Per sedici anni ne sono state perse le tracce finché il suo cadavere è stato rinvenuto nel sottotetto di una chiesa del capoluogo lucano il 17 marzo 2010. L’omicidio di Elisa Claps è un fatto di cronaca nera che ha interessato e continua a interessare opinione pubblica e media, divenendo uno dei casi simbolo del femminicidio. A raccontare sul palco del Primo Maggio la storia di Elisa il fratello Gildo che ne tiene viva la memoria. Il volto di Elisa Claps verrà rappresentato dalla sand-artist Silvia Emme che con la sabbia ne realizzerà il ritratto. Seguirà l’esibizione musicale del gruppo di Potenza Musicamanovella.

L’avventura di due sposi

“L’avventura di due sposi” racconto di Italio Calvino, tratto dalla raccolta “Gli amori difficili”. Due sposi, operai con inconciliabili turni in fabbrica, si incontrano solo per brevi momenti. Lettura di Edoardo Leo e Paola Minaccioni, accompagnata da Fabrizio Bosso alla tromba.

I due sindaci

Max Paiella porterà in piazza “i due sindaci” e canterà “I want to break free” (Rivoglio la DC) dei Queen, accompagnato da Attilio Di Giovanni alla tastiera.

Eroine

Il giornalista Aldo Cazzullo ricorderà le eroine partigiane che hanno lottato e perso la vita per la nostra libertà. La chitarra battente di Francesco Loccisano farò da sottofondo al racconto e la sand-artist Silvia Emme rappresenterà con la sabbia questo momento importante della nostra storia.

10.000 orti in Africa

Giornalista, scrittore, gastronomo, fondatore e presidente di Slow Food, Carlo Petrini sarà ospite del Concertone per raccontare il progetto della Fondazione Slow Food per i 10.000 in Africa. Realizzarli significa garantire alle comunità locali cibo fresco e sano, ma anche formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura. In conclusione i Kachupa suoneranno “Siamo tutti africani” che è l’inno ufficiale di “Terra Madre 2014”.

Omaggio a Alda Merini

L’attrice Marzia Ercolani e il chitarrista Stefano Scarfone intrecceranno voci, suoni e melodie per omaggiare la grande poetessa Alda Merini portando sul palco un estratto del loro spettacolo tratto dal suo libro “L’altra verità: diario di una diversa”. La sand-artist Silvia Emme concluderà la performance scrivendo sulla sabbia “Anche la follia merita i suoi applausi”.

Nino Frassica

Nino Frassica leggerà la poesia di Ignazio Butitta che ricorda un primo maggio di tanti anni fa, il primo maggio del 1947, quando nella vallata di Portella della Ginestra vennero uccise undici persone. Il suo racconto verrà  accompagnato dal chitarrista Tony Canto.

Omaggio a Gabriel García Márquez

Edoardo Leo userà le parole di uno dei più grandi maestri del racconto, Gabriel Garcia Marquez, per sottolineare quanta forza può avere una storia. Ricorderà lo scrittore appena scomparso leggendo un suo racconto e Maurizio Filardo lo accompagnerà con la chitarra.

Alberto Bertoli

Alberto Bertoli tiene accesa la memoria del padre mettendo in contatto le loro canzoni, figlie a loro volta di un unico percorso che passa per le terre dell’Emilia e l’inquinamento e il terremoto che l’hanno colpita. Alberto canterà sul palco del Primo Maggio con le sue parole e con quelle di suo padre Pierangelo Bertoli.

Si rinnova anche quest’anno la collaborazione tra Radio2  e il Concertone del Primo Maggio:

Radio2 sarà la radio ufficiale dell’evento e sarà presente in Piazza San Giovanni con una diretta che inizierà alle 16:00 e terminerà a mezzanotte dell’1 maggio. Alla conduzione radiofonica e al commento della maratona musicale si alterneranno Lorenzo Scoles, Pier Ferrantini, Carolina Di Domenico, Massimo Cervelli, Nicoletta Simeone, Filippo Solibello e Marco Ardemagni.

Non mancheranno interventi dal backstage con interviste ai protagonisti della giornata. Radio2 Speciale Primo Maggio è a cura di Roberto Buttinelli e Rupert Bottaro.

Caparezza, “Museica” è l’album più venduto della settimana

La recensione di Museica, il nuovo album di Caparezza

La recensione di Museica, il nuovo album di Caparezza

Caparezza debutta subito in cima alla classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con l’album di inediti intitolato “Museica” scalzando “L’amore comporta” di Biagio Antonacci. Chiude il podio Davide Van De Sfroos con “Goga e Magoga”, seguito da Paolo Nutini ed il suo “Caustic love”. Stabile al quinto posto c’è Moreno con “Incredibile” mentre alle sue spalle c’è il pluripremiato “Mondovisione” di Ligabue. Al settimo posto si posiziona Mondo Marcio con l’album “Nella bocca della tigre” mentre ritroviamo Stromae ed il suo “Racine Carrèe” soltanto in ottava posizione. Scivola al nono posto Rocco Hunt con “’A Verità” mentre Giorgia risale dalla 16ma alla decima posizione chiudendo la top ten con “Senza Paura”

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