La Nutella, la crema di nocciola più famosa al mondo, l’icona del marchio Ferrero, ha compiuto 50 anni e, per festeggiare degnamente questo mezzo secolo di vita, i festeggiamenti, in grande stile, si sono tenuti presso Piazza Plebiscito a Napoli. Fin dalle prime ore del mattino, intere famiglie si sono riversate in piazza per gustare una fetta di pane e nutella e godere delle iniziative di intrattenimento organizzate per l’occasione.
Col sopraggiungere del pomeriggio, l’attesa maratona musicale ha preso il via con l’intensa carica mediterranea di Raiz e gli Almamegretta per poi proseguire con la classe, la moderata sensualità e trasparenza della voce di Simona Molinari ed il sax del leggendario James Senese, fervido rappresentante di quel Neapolitan Power di cui c’è ancora tanto bisogno.
Ad intervallare i vari settaggi del palco l’animazione piuttosto discutibile degli speaker di Radio Dimensione Suono, forse tramortiti da una presenza di persone tanto massiccia. A rappresentare il Comune di Napoli è stato l’Assessore alle Politiche giovanili Alessandra Clemente la quale ha entusiasticamente annunciato l’imminente partenza della nuova edizione di “Giugno dei giovani”.
Alle 19.15 è Arisa a salire sul palco: poco prima del suo intervento musicale, l’artista accenna, simbolicamente, qualche verso dell’eterna “Reginella” con un risultato non propriamente all’altezza così come si rivelano a tratti inappropriate le scelte degli arrangiamenti dei brani in scaletta: da “Malamoreno” a “Sincerità”, insolitamente rivisitata in chiave reggae”, passando per una poco convincente versione di “Personal Jesus” dei Depeche Mode, seguita da “La notte”, “Cuccurucu” di Battiato”, la sanremese “Controvento” ed il nuovo singolo intitolato “Quante parole che non dici”.
Il tempo scorre implacabile, l’attesa per il concerto di Mika cresce di minuto in minuto ma prima di lui c’è il re delle cover, ovvero Giuliano Palma che, in un attimo, fa ballare la piazza, ormai gremita da ore, sulle note di “La mia solitudine sei tu”, il festivaliero “Così lontano”, “Che cosa c’è”, in salsa ska, l’immancabile “Tutta mia la città” e una bella versione di “Messico e nuvole”.
I tecnici sono in fermento, l’intrattenimento è ormai fiacco, non c’è tempo da perdere, alle 21.30 in punto arriva il clou della festa cioccolatiera: Mika sale sul palco per l’unico concerto estivo di questo 2014 al giro di boa. Effervescente, brillante ed energico, l’artista libanese conquista il pubblico con la sua verve sorniona. Il falsetto, ormai suo marchio di fabbrica, si associa ad una buona parlata italiana di cui l’artista fa sfoggio da qualche mese, grazie alla recente partecipazione al Reality show X Factor.
Lo show inizia sulle note di “Relax, Take it Easy”, una dedica a chi, come sempre, sfrutta questi grandi eventi, come occasione per parlare a vanvera, a torto, a ruota libera. Lo show prosegue con “Grace Kelly”, “Blue Eyes”, l’amatissima “Rain” e la versione italiana di “Stardust”, cantata in duetto con Chiara Galiazzo, ospite a sorpresa della serata.
Il re delle hit è scatenato, non si ferma un attimo, salta in lungo e in largo e sottolinea più volte il suo entusiasmo per il fatto di suonare per la prima volta a Napoli. In effetti un pizzico di incredulità la si può osservare anche negli occhi dei tantissimi ragazzi accorsi in uno dei luoghi più vissuti della città. Il concerto prosegue con “Billy Brown”, “Blamelt on the Girls”, “Big girl”, “Underwater”, accompagnata da un tripudio di luci di cellulari, fotocamere e tablet. L’aria è elettrica e Mika sa come entusiasmare il pubblico con “Celebrate”, “The Origin Of love”, in un’inedita versione italiana cantata in duetto con Chiara.
“A little bit of love”, canta Mika in “Happy Ending”, suggellando il momento più speciale del concerto. Il tempo è tiranno, l’incantesimo sta per spezzarsi non prima che l’artista si scateni ancora un po’ sulle note di “Love Today”, e “Lollipop”, anch’essa italianizzata per l’occasione e cantata in compagnia della Galiazzo, ormai da tempo nelle grazie della star mondiale. Il concerto volge al termine, “We are golden” è l’ultima canzone in scaletta, fiumi umani di persone lasciano inerme Piazza Plebiscito, spogliata di sogni e vestita di bottiglie di vetro e cartacce. Ci piacerebbe davvero che eventi così possano ripetersi molto più spesso per far sì che Napoli torni a splendere e che non sia solo una zucca raramente travestita da carrrozza.
Raffaella Sbrescia
Fotogallery a cura di: Roberto Panucci