Francesco Loccisano Ph Roberta Gioberti
Francesco Loccisano è un musicista italiano che ha incentrato la sua intensa carriera su uno strumento in particolare: la chitarra battente. Competenza, talento e originalità sono gli elementi che gli hanno consentito di svolgere un’intensa attività concertistica, dapprima al seguito di Eugenio Bennato con i Taranta Power e in seguito da solista. Ricerca, studio e composizione sono i passaggi che accompagnano costantemente il percorso artistico di Francesco che, dopo la pubblicazione di “Battente Italiana” e “Mastrìa”, si appresta al completamento della scrittura di un terzo album. Spesso protagonista di lezioni-concerto e masterclasses, Loccisano si è raccontato in questa approfondita intervista lasciandoci entrare nel suo mondo fatto di note e di emozioni senza tempo.
A 10 anni eri già un polistrumentista…come hai capito che sei nato per fare musica?
Da bambino seguivo l’istinto facendo ciò che più mi piaceva, senza avere alcuna costrizione. Poi da grande mi sono accorto che tutte queste cose le ho fatte non perchè qualcuno me le aveva imposte ma perché davvero mi piaceva stare a contatto con la musica. Avevo 14 anni quando decisi di fare il musicista e da allora non mi sono più fermato.
Hai definito la chitarra battente “il vestito perfetto per le tue giornate” cosa intendevi dire?
Visto che cercavo l’originalità in quello che facevo, ho trovato in uno strumento della mia terra il canale espressivo che mi avrebbe reso, a mio modo, unico agli occhi del resto del mondo.
Francesco Loccisano Ph Roberta Gioberti
Ci racconti, in breve, le origini di questo strumento e le sue particolarità sonore?
La chitarra battente è uno strumento che ha un’origine ben precisa, deriva dalla chitarra barocca che, a sua volta, nasce in Spagna e ha cinque corde doppie in budello. La chitarra battente si differenzia nel fatto che, pur avendo le stesse corde e la forma un po’ allungata, ha le corde in metallo, quindi per via della tensione delle corde stesse, il suono dello strumento cambia. Subendo questa piccola modifica, lo strumento ha preso il nome di chitarra battente perché viene percosso con la mano destra su tutta la lunghezza delle corde creando un suono omogeneo che richiama molto la risacca del mare, diventando in questo modo, un po’ caratteristico del Sud Italia. Le prime tracce della chitarra battente sono presenti a partire dal 1500, su tutto il territorio nazionale, ed era uno strumento di origine colta. Il primo sviluppo avvenne nel Nord Italia, grazie ai fratelli Matteo e Giorgio Sellas anche se fu solo grazie alle popolazioni del Centro e del Sud che questo strumento riuscì a sopravvivere nel tempo e a mantenere il proprio ruolo sociale. La battente, infatti, fu adottata dal mondo contadino come strumento di accompagnamento al canto tradizionale. A ridare lustro allo strumento è stato il lavoro della famiglia De Bonis (Bisignano, Cs) ed in particolare di Nicola e Vincenzo che, a partire dal 1950, hanno riproposto un modello di chitarra battente d’autore. Una tradizione che prosegue oggi grazie all’impegno dei fratelli Costantino e Vincenzo, che tramandano la loro esperienza all’unica “erede” di questa famiglia, Rosalba.
In che modo hai personalizzato questo strumento?
Per 400 anni la chitarra battente è stato uno strumento di accompagnamento al canto poi pian piano ha cominciato a conquistarsi un ruolo da solista. Per quanto riguarda me, nel 2005 sono stato in tournèe con Eugenio Bennato e lui cominciò subito a spronarmi perché vedeva in me la possibilità di dare un valore aggiunto allo strumento, dato che riuscivo a dare un tocco personale e inedito al suono della chitarra battente. Ho, quindi, pensato di aggiungere dei tasti in più sulla tastiera dello strumento per avere un range di frequenze alte e un maggior numero di note, non c’è stato alcun snaturamento nel suono. Nelle composizioni gioco molto sul suono battente, inoltre con l’arpeggio, che di solito non si usa sulla battente, accade qualcosa di meraviglioso: se chiudi gli occhi non ti rendi conto se si tratta di un’arpa o di una chitarra. Spesso ai concerti mi vengono a chiedere se ho altri strumenti nascosti, visto il suono molto ricco dello strumento. Ho inoltre intitolato il mio primo album “Battente Italiana” per evidenziare l’origine dello strumento e marcare la sua appartenenza alla nostra tradizione che, mentre il nord Italia ha tirato fuori, il Sud mantiene viva e porta avanti…in questo senso l’Italia, spesso divisa sotto tanti punti di vista, è stata unita ed inconsciamente coerente.
Quali storie, quali protagonisti e quali suoni proponi in “Mastría”, l’album pubblicato nel 2013?
In questo album c’è una consapevolezza maggiore. Mentre il primo l’ho registrato a rate perché ero molto impegnato con la tournèe di Eugenio, in questo caso ho deciso, invece, di fermarmi, di lasciare la tourneè con Eugenio e Taranta Power per dedicarmi esclusivamente alla chitarra battente. Per questa ragione la scrittura del disco è molto più consapevole, più pensata e poi ho voluto produrre questo disco dentro casa mia, senza uscire mai per mesi. Per poter suonare la chitarra battente, disse un mio amico musicologo, ci vuole Maestria, e ripensando alle sue parole, intitolai così l’album.
Francesco Loccisano Ph Roberta Gioberti
Hai tenuto più di 550 concerti con Eugenio Bennato…cosa ti ha insegnato e cosa ricordi di quel periodo?
Questo è stato uno dei periodi più importanti della mia vita, grazie ad Eugenio ho riempito il passaporto di bolli… abbiamo suonato in Etiopia, Sudafrica, Madagascar, Algeria, Libano e tantissimi altri paesi del mondo…tutto questo mi ha forgiato perché suonare senza sosta, dormire negli aeroporti, stare sempre a contatto con la gente ti fortifica molto. La concezione del fare l’artista con Eugenio la si apprende bene perché la musica non ti lascia né scampo, né spazio. Per fare musica devi lavorare e soffrire molto.
Un’altra collaborazione importante è quella con Vinicio Capossela…
Vinicio venne in Calabria per fare un concerto al Politeama di Catanzaro, una giornalista mia amica, che era stata al concerto per intervistarlo, mi disse che l’artista voleva conoscermi perché aveva sentito parlare del suono particolare del mio strumento. Riuscimmo ad incontrarci al Petruzzelli di Bari, mi invitò nel suo camerino, s’incuriosì molto e facemmo delle prove. Da allora la nostra collaborazione si è consolidata nel tempo. Abbiamo fatto dei concerti insieme a Cosenza, Diamante, Bari…Vinicio ha anche comprato una chitarra battente un pò sgangherata e ho dovuto rimettergliela apposto. Lui è uno di quelli che non si fermano un attimo, sta scrivendo tantissime cose per preparare un disco nuovo.
Tieni anche corsi di insegnamento?
Mi piace molto tenere lezioni-concerto e masterclasses in cui faccio conoscere il mio stile. Ogni volta è bello spiegare come si suona un certo brano, approfondire gli aspetti tecnici dello strumento, come si considera la chitarra battente in certe occasioni etc… Questo tipo di interazione con il pubblico è linfa vitale per noi musicisti.
Francesco Loccisano Ph Roberta Gioberti
Inciderai a breve un nuovo album?
Sto lavorando al terzo disco, sono a metà strada ma la composizione è un’attività che non mi lascia mai… se non componi, non tiri fuori quello che hai dentro. L’intento sarà quello di fare sempre meglio con l’obiettivo di emozionare l’ascoltatore… ciò da cui traggo ispirazione è quello che vivo.
Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?
Agosto sarà un mese davvero carico di appuntamenti che potrete scoprire consultando il mio sito internet http://www.francescoloccisano.it/ e sulla mia pagina Facebook. Poi il primo di settembre terrò una lezione in un camping di tedeschi a Sellia Marina, dal 26 al 28 settembre sarò a Cremona Mondo Musica, dove sarà installato un guitar village e, darò vita ad un endorsement con il liutaio Sergio Pugliesi, in arte Oliver, il quale ha costruito una chitarra battente apposta per me, utilizzando tecniche moderne e legni selezionati, lo strumento sarà in vendita a partire da settembre.
Raffaella Sbrescia
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Video: “La Tarantella di Zio Nicola”