Ore 21.30. Castello Visconteo di Pavia. Sedie ordinate e file distanziate. L’imbrunire è ormai prossimo e anche le ultime zanzare stanno per lasciarci tregua. Tutto è pronto: Fausto e Francesca, aka Coma_Cose salgono sul palco e l’atmosfera si fa stregata. In total denim e con lo stretto necessario, i due si raccontano e traghettano il pubblico in “Mille tempeste”. Sarà che qui si è abituati a essere sospesi tra la città e la provincia, tra tangenziali e strade sterrate circondate da campagne e sorvolate da cieli stellati e intrisi di gracchiare di rane; l’effetto del brano di apertura è subito dirompente.
Coma_Cose @ Castello Visconteo – Pavia
Vita vissuta, critica sociale, irriverenza, ironia e poi, certo, nost(r)algia : “Deserto”, “Jugoslavia”, “Via Gola” e poi l’evocativa “La canzone dei lupi” si avvicendano mettendo in luce una emotività ruvida, senza filtri, intima, diretta. Fausto e Francesca si muovono, si sfiorano, si incrociano, veleggiano molleggiando tra antiche fantasie e nuove certezze. Raccontano a mezza voce delle difficoltà affrontate ma i loro sguardi brillano di amore e nuove consapevolezze. Il pubblico è vivo, vibrante e partecipe, si sta in piedi sul posto, ci si sbraccia e si canta un po’ con la mascherina e un po’ no. Fino all’arrivo delle vecchie glorie: “Anima lattina” e “Mancarsi” e alla riflessione sulla musica live di Fausto per introdurre “Discoteche abbandonate”. Sempre intenso lo stream of consciousness de “La rabbia”, che lascia il posto alla ruvidezza sempre troppo attuale di “Cannibalismo” e “Golgota”. Tempo di nostalgia melensa con “Beach boys distorti”, la pietra miliare “Guerre Fredde”, “Novantasei”. Momento di raccoglimento per il successo sanremese “Fiamme negli occhi” per continuare a perdifiato tra le immagini e le note di “Pakistan” e poi “Ho cambiato mille case, poi mille lavori. Facevamo i commessi come gli errori” di “Nudo integrale” fino alla struggente “Zombie al Carrefour” suonata in punta di dita da Fausto e cantata con voce irrorata di emozioni contrastanti da Francesca.
Coma_Cose @ Castello Visconteo – Pavia
“Lametta”, “Granata”, “Post concerto” scorrono in successione fino alla brutale mazzata di “Squali” che ci restituisce una nitida fotografia di un momento socio-culturale non facile, dove ci sforziamo di essere empatici ma ci ritroviamo a farci a pezzi. C’è bisogno di più amore e lo sanno bene i Coma Cose che, richiamati a gran voce dal pubblico pavese, regalano una romantica versione acustica di “Fiamme negli occhi” alle anime lattine che, solo alla fine, hanno “rotto gli argini” riversandosi sotto palco per due minuti di saluti “cuore a cuore” a questi due lupi che, fuori dal branco, macinano applausi e sold-out.
NOSTRALGIA è il nuovo album dei Coma_Cose in uscita per Asian Fake/Sony Music. Nuove canzoni per uscire da un tempo sospeso con rinnovate consapevolezze. Ogni nota è una pagina e ogni canzone un capitolo della storia di rivalsa di Francesca e Fausto; una storia che li ha visti passare dalla rassegnazione di dover rinunciare alla musica, al riuscire a renderla il centro della propria vita. La loro è una favola dai protagonisti improbabili che nel momento in cui si ritrovano a lavorare come commessi scelgono di non rinunciare alla propria fiamma, la loro passione per la musica e con un percorso umano ed artistico si sostengono l’un l’altro fino al palco dell’Ariston.
NOSTRALGIA, prodotto dai Mamakass, come Fiamme Negli Occhi e molti altri brani della band, è un viaggio alla scoperta di ambientazioni e temi nuovi, tradizionalmente assenti o trascurati dalla musica leggera. Meno spazio alla città, alla vita all’aria aperta, molto invece alla solitudine, alla periferia, all’introspezione e all’autoanalisi. Questi sei brani inediti sono l’installazione sonora cresciuta nel corso di un anno anomalo, l’occasione per fermarsi un attimo, scavare a fondo nei ricordi e nelle emozioni del passato per fissarle nel presente.
NOSTRALGIA è un punto tracciato sulla linea continua della vita, un bilancio che passa necessariamente per la parola Nostalgia -per le fasi della vita che non torneranno- e per la parola Perdono, perdonare sé stessi per lasciare andare tutto ciò è stato motivo di afflizione. L’ascolto inizia con “Mille tempeste”, track dalle atmosfere dark e a tratti psichedeliche. Francesca e Fausto sono qui testimoni e cantori di una realtà sottosopra, in attesa di un chiaro segnale di cambiamento, perché nonostante tutto rimane forte la speranza di non vivere più sospesi, sotto la volta celeste. Il racconto introspettivo di Nostralgia prosegue con “La canzone dei lupi”, scritto a quattro mani da Fausto Lama e California che, in un mondo in cui tutto si addomestica e tutto si disintegra, si difendono quella sfacciata libertà di cui solo i lupi sono fieri custodi. “Discoteche abbandonate” è invece un monologo dedicato alle cattedrali del divertimento, in cui oggi risuona una triste eco di serate non vissute e cocktail mai bevuti. “Fiamme negli occhi”, portata sul palco di Sanremo, è la piccola istantanea di una storia grandissima, d’amore e di rivalsa, quella dei Coma_Cose. La struttura di “Novantasei”poggia su un’impalcatura rock-alternative/grunge per un’annata che stravolto gli equilibri di molti. “Zombie al Carrefour” è il brano che chiude il disco ma anche un viaggio emotivamente impegnativo. Il congedo avviene con una passeggiata solitaria all’alba, tra gli scaffali che accolgono un amaro che finisce con il bis e una pastiglia che comincia con la x.
coma_cose ph Mattia Guolo
Intervista:
“Il disco si intitola “Nostralgia” perché parla di noi in modo molto intimo e racconta le nostre storie prima che ci conoscessimo. Per poter scrivere qualcosa che avesse un valore reale, siamo andati a scavare indietro nel tempo e ad analizzare la vita passata con gli occhi del presente. Questo disco si discosta dal nostro solto, le canzoni hanno un sound e un’anima che si differenzia dal passato. Siamo reduci dall’ esperienza del Festival di Sanremo, una bella deviazione dal nostro percorso. Siamo contenti di come sia andata questa avventura importante e gratificante. La canzone è stata accolta bene dal pubblico e dalle radio. Abbiamo un po’combattuto per portarla al Festival e siamo contenti che sia andata bene.
“Nostralgia” è un racconto pervaso dalla sensazione di sospensione che ha intriso la penna e l’ispirazione. Il contesto è la situazione di mezzo tra l’essere ragazzi e l’essere adulti. C’è fragilità e tanta intimità che abbiamo cercato di salvaguardare tra pensieri, pennellate e sensazioni. Anche il viaggio musicale è a sé stante mentre il file rouge è il fuoco: quello che infiamma l’infanzia che ci muove per cambiarci e metterci in gioco per costuire la vita da adulti. Il rischio è che questo fuoco possa essere in qualche modo circoscritto e si possa diventare disillusi, ecco perché in “Nostralgia” promettiamo a noi stessi di mantenerci integri, coerenti, puri e ispirati da quello che ci piace, ovvero il lato nascosto delle cose. Il brano sanremese trova una perfetta collocazione pop e solare all’interno di un quadro che racconta le fasi e le sensazioni che abbiamo vissuto nella nostra vita. Questo è un album vero e ci teniamo molto a difenderlo, ecco perché speriamo che il pubblico possa ritrovarcisi. Nel nostro lavoro ci sono dei chiaroscuri, questo è un tratto distintivo della nostra narrativa. Il nostro è un percorso fatto di cadute e risalite e questo elemento fa sempre capolino nei nostri brani. “La canzone dei lupi” racconta l’amore in un modo ancora più profondo e completo ed è forse l’unica, vera, canzone d’amore che abbiamo scritto. La più difficile da cantare è “Zombie al Carrefour”, tutte le volta che la sentiamo ci emozioniamo, ha un pathos che ci distrugge.
Video: Fiamme negli occhi
Siamo due persone molto diverse di base con opinioni contrastanti su tutto. Francesca è più impulsiva, Fausto è più riflessivo e pragmatico, queste caratteristiche ci portano a smussarci un po’ e a trovarci nel centro. Non ci piace ripeterci, né essere scontati. Del passato ci portiamo dietro tutto e niente, la scrittura del disco è un modo per mettere un punto a certe cose che abbiamo fatto per perdonarci un po’. Solitamente la mente cerca di ricordarti solo le cose belle, in realtà a noi succede di ricordare quelle brutte, la funzione del disco è quella di auto analizzarci e farci prendere coscienza del fatto che tutto ti fa crescere e serve per diventare quello che sei. Prima di una coppia, siamo una band, questo disco quindi non va a indorare la pillola, parla alla pancia e ha anche dei lati ruvidi. L’atmosfera di mezzo permea l’intero racconto e nel suo senso trova l’incertezza e il dubbio, ecco perché questo è anche un disco di passaggio. Abbiamo anche cambiato modo di cantare, abbiamo detto basta ai giochi di parole, non volevamo essere male interpretati. Ci siamo stancati di questo modo di scrivere e per questo il disco procede su altri mondi lessicali. Un’altra grande protagonista di questo lavoro è la provincia: entrambi siamo scappati ma, per quanto la si odi, la provincia alla fine rimane dentro di noi e non te la togli. Nascere in provincia è come nascere al mare. Prima o poi ci ritorni. Quest’anno non abbiamo vissuto la città e non volevamo ripeterci, siamo a Milano Sud e se passeggi dietro casa è facile ritrovarsi in un contesto simile a quello di provincia, quella che ti ricorda da dove arrivi.
Ci auguriamo che qualcuno possa approfondire la nostra conoscenza dopo aver visto il lato leggero sanremese e ricomporre il vaso Coma_Cose. Diciamo no a tante cose che non ci fanno sentire a nostro agio. Non è facile seguire questa via dove gli altri invece prendono corsie velocissime. Alla fine quando si spegne tutto e siamo noi due davanti al piatto di pasta asciutta, capiamo che stiamo facendo bene, siamo noi stessi e siamo felici. Ci vogliono nervi saldi e speriamo di mantenerli.
Per quanto riguarda i concerti dal vivo, aspettiamo risposte certe. Abbiamo una decina di date in calendario ma non abbiamo avuto ancora modo di prepararci. A breve cominceremo a mettere su lo spettacolo e, comunque vada, ci faremo trovare pronti. Possiamo suonare il disco anche in una dimensione meno festaiola perché si presta benissimo anche in una situazione più dimessa. Appena si potrà, sicuramente faremo la nostra parte”.
Si chiamerà Nostralgia ed uscirà il 16 aprile il nuovo album dei Coma_Cose che contiene Fiamme negli occhi, il brano in gara alla settantunesima edizione del Festival di Sanremo. Nostralgia, il loro nuovo lavoro è un viaggio alla scoperta di temi ed ambientazioni nuove tradizionalmente assenti dalla musica leggera.
Se Fiamme negli occhi è una fotografia, un istante fissato su carta, Nostralgia sarà la prima occasione per guardarsi indietro con un linguaggio ed un suono futuristico. Il brano sanremese racconterà il desiderio di prendersi cura della propria fiamma e passione, l’album tutto ciò che si è scaldato accanto a questo fuoco per qualche istante.
Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli, in arte Coma_Cose si conoscono quattro anni fa. Il destino è subito chiaro: Francesca lavora in un negozio, Fausto è alla fine di un progetto cantautorale naufragato. Lui è sfiduciato, lei è ignara di quanto e come la sua vita cambierà e di quanto il suo contributo sarà importante per riportare in carreggiata lui. I due lavorano insieme in un negozio di accessori, vengono licenziati e decidono di provare a mettersi in gioco in tutto e per tutto, investendo pochi denari, tante risorse e tanti sogni per un tempo limitato: 6 mesi. Sulle prime Francesca propone a Fausto alcune sue amiche con la passione per il canto, lei è ancora all’oscuro delle sue potenzialità e preferisce rimanere defilata. Poi, un feedback dopo l’altro la convincono a provarci sul serio ed è tutto un susseguirsi di piccoli grandi traguardi fino all’approdo all’Ariston.
Coma_Cose
Intervista:
“Fiamme negli occhi” è una canzone d’amore ma ci piacerebbe che la nostra storia arrivasse in toto. Qui si vede il compimento di un viaggio durato 4-5 anni, un percorso faticoso, costellato di sogni ed è per questo che vorremmo che potessero rivedersi in noi le persone che hanno dei sogni legati all’arte.
Mi sono ritrovato a dire “è finita” a 35 anni, ho iniziato a fare il commesso, Coma_Cose era qualcosa da fare a tempo perso la sera. Forse è valido quel ragionamento secondo il quale le cose fatte con più animo e senza paura di rischiare o di perdere niente sono quelle che funzionano di più. Incontrare Francesca è stata una chiave di svolta sia umana che professionale. Sono cambiato tanto, prima ero disilluso, cervellotico, mi sono rimesso in gioco senza mai dare niente per scontato”, racconta Fausto. “Prima di trovare una forma di espressione propria ci vuole tempo. Il lavoro duro porta a una summa personale. Naturalmente ci vuole anche tanta vita da raccontare, ascoltare tanta musica, fare esperimenti, sporcarsi le mani con gli strumenti e aspettare a buttare tutto fuori subito. Se non si ha qualcosa di importante da raccontare, si viene percepiti come superficiali. Bisogna affinare tanto la personalità. Nel mio caso ho vissuto tanto prima di mettermi a scrivere canzoni e ho tante cose fa raccontare e buttare fuori”.
Video: Fiamme negli occhi
Sulla stessa linea d’onda Francesca: “Bisogna rendersi conto delle proprie debolezze e comprendere che se c’è qualcosa che non va, basta cambiare un po’ il tiro per migliorare. A livello musicale andiamo molto d’accordo, abbiamo gli stessi gusti. Ci siamo plasmati a vicenda. Sul resto invece no, è tutto uno scontro, litighiamo 3-4 volte al giorno ma non ci portiamo rancore. Stare sul palco insieme ci aiuta anche nella vita di tutti i giorni. Sanremo non l’abbiamo mai cercato veramente. Questo palcoscenico porta con sé quella sorta di importanza che si dà a una carriera. Ci piaceva l’idea che questo nostro progetto potesse arrivare ad un pubblico più ampio possibile. Quando abbiamo scritto questa canzone ci è sembrata perfetta perché parla di noi e volevamo presentarci per quello che siamo nella nostra essenza. Abbiamo scritto ben altre canzoni, certo, ma ogni tanto ci troviamo “ingabbiati” nelle canzoni d’amore e mai come in questo caso ci è sembrato perfetto così.
Per quanto riguarda la cover abbiamo scelto“Il mio canto libero” di Battisti, perché fa da sempre parte del nostro mondo e lo avevamo omaggiato in modo ancora più plateale con “Anima Lattina”. Ci accompagna da sempre e ci ispira. Battisti era molto moderno e lo troviamo perfetto per il nostro balance.
Il mio canto libero parte in modo intimo e poi si apre in un climax, le persone che si parlano aprono il raggio d’azione racchiudendo varie emozioni come felicita e liberazione; è una canzone quasi onomatopeica”.
Infine Fausto e Francesca ci regalano qualche anticipazione sul nuovo album in arrivo: “Il brano sanremese non è rappresentativo del disco né come sound, né come forma canzone. Lo è forse nell’attitudine. “Nostralgia” è un disco corto, tutt’altro che commerciale; ci sono 6 brani e uno strumentale e contiene tutta la poetica possibile. Ci sono testi intensi, il significato è fermarsi a guardare al passato e perdonarsi cercando di non giudicarsi troppo. Si tratterà di un concept disco piccolo, un po’ vintage, ma che segna un momento di cambiamento. Una serie di cose ci hanno fatto crescere, sono cambiati i pensieri e le responsabilità, siamo a un giro di boa come artisti e come persone. Per il futuro, vorremmo realizzare uno spettacolo più suonato. Meno fumi e laser e più sostanza. Il budget va ottimizzato, daremo più valore ai musicisti, vorremmo passare da 5 a 8 e per questo asciugheremo molto lo spettacolo dal punto di vista scenografico”.
“Comunque vada l’inizio alla fine saremo solo io e te con i nostri mostri e sentimenti. Quindi non preoccuparti se hai paura”, questa la premessa di “Hype Aura”( leggasi Hai paura” il nuovo album di Coma_Cose, il duo formato da Fausto Lama e California. Rap e cantautorato si fondono in un progetto liquido, intriso di fotogrammi tratte dalla routine quotidiana e citazioni di illustre calibro, sempre e comunque rielaborate attraverso la caratteristica sintassi dei Coma_Cose. Lo sfondo costante è Milano e tutto il circondario anche periferico. Un conglomerato dii flashback, contesti più o meno inflazionati alternati a case di ringhiera e agglomerati di edifici più o meno glamour.
Navigli, Porta Genova, Darsena sono le muse ispiratrici di una poesia urbana inaspettata. Il risultato è un immaginario crepuscolare, denso di immagini in movimento fissate in riflessioni intime e pungenti. I Coma_Cose curano ogni dettaglio, scrivono e dirigono anche i propri video proprio per dare giusta resa a testi pregni di giochi di parole e altrettante citazioni: Battiato, Jodorowsky, beat generation, Jack Kerouak, De Chirico i punti di riferimento per questi nove pezzi inediti, anticipati dai singoli “Granata” (Mai una gioia tranne la fermata prima di Centrale) e ” Via Gola”.
Per darvi un esempio di quanto si sta cercando di descrivere, ecco un estratto dal brano “Mancarsi”: Con la nebbia i lampioni disegnano liane di luce in una giungla di cemento. Ci hanno dato tutto, ci hanno tolto tutto, poi ci hanno detto lascia un commento. Ci hanno detto vivere è una corsa quindi corri, lo capirai solo al traguardo. Ci hanno dato un cuore in mezzo alle gambe ma senza le istruzioni per usarlo. Ci hanno dato il piombo, ci hanno dato il fango ci hanno chiesto: “Quando diventate grandi?” E nonostante tutto abbiamo ancora gli occhi rossi come quelli dei conigli bianchi. Ci hanno detto niente dura per sempre tranne la musica, quella rimane. Ma per fortuna io ho incontrato te che mi ricordi casa come le campane.
L’impressione netta è che qui si è difronte a dei brani manifesto di disagio ma anche di resilienza, l’arte e la creatività sono le risorse con si riesce a fare fronte al cinismo dilagante. La riprova di questa consapevolezza sta in “Beach Boys distorti”: Nuovi cantanti, io agli opposti. Loro tarocchi, Jo-dorowsky. Loro tutto fumo e mai arrosti. Io poeta, Majakowskij. C’è poi l’amore, mai smielato, mai evidente, eppure vivo e vibrante in “A lametta”: Sabato non si incomincia quasi mai una rivoluzione e soprattutto in due, in due. Fuori l’edera soffoca il muro è l’estate che si vendica. Due colpi di tamburo due euro di prevendita. Uscire dalla porta, voi dopo cosa fate paura di camminare come i cani sulle grate. Andare ai concetti capire i concerti. Laurearsi in problemi e regalare i confetti. Questo è il lavoro del cantante come nel circo i trapezzisti. Anagrammo: trastipezzi C’è la mia vita scritta nei dischi.
I Coma_cose in qualche modo ricordano anche i Baustelle nella loro maniera personalissima di raccontare emozioni, vibrazioni e disagi interiori, il risultato non è mai scontato. Esattamente come possiamo constatare anche nel brano “San Sebastiano”: La critica sociale, la politica, la povertà, il disagio umano. Vorrei approfondire ma penso che il mio vero nemico sono io quando ho un telefono in mano. Oppure in “Mariachidi”: La solitudine costa fatica mi salvi sul telefono e mai nella vita”. Infine un ultima tappa di questo viaggio metropolitano è “Squali”: Noi che al massimo arriviamo al fine settimana Infondo siamo pescecani. E anche se a Milano non c’è il mare Noi restiamo squali. Una fotografia splatter di un momento storico buio, che effettivamente ci fa paura e dal quale in qualche modo proviamo a difenderci facendo capo ai più reconditi caposaldi della nostra anima imbruttita.
Raffaella Sbrescia
Il tour
30.03 Padova, Hall
01.04 Firenze, Tuscany Hall (ex-Obihall)
02.04 Milano, Alcatraz
05.04 Nonantola (Mo), Vox
07.04 Senigallia (An), Mamamia
08.04 Torino, Teatro Della Concordia
12.04 Napoli, Casa Della Musica
13.04 Modugno (Ba), Demodè Club
15.04 Roma, Atlantico
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