Subsonica live a Milano: il racconto dell’emozionante rituale per l’ultimo atto de la Bolla tour.

La seconda serata di Cuori Impavidi 2024 - la rassegna di MI AMI Festival e Circolo Magnolia  all’Idroscalo di Milano- vede protagonisti i Subsonica che, uno alla volta salgono sul palco, come in un rituale, per l’ultimo atto de la Bolla tour. La band torinese si stringe e travolge il pubblico, ormai vera e propria comunit,  in un live tiratissimo della durata di più di due ore in cui è palpabile è l’emozione vissuta dai nostri cinque. D’altronde lo avevano già spiegato mesi fa, questo tour è stato molto speciale in quanto è stata l’occasione per i Subsonica per ritrovarsi e risplendere di rinnovato fulgore.

Il pubblico queste cose le percepisce e restituisce questo entusiasmo in forma di energia, movimento e propulsione. Una sorta di circuito virtuoso in cui entrambe le parti si sentono un tutt’uno forte e vibrante. La prima parte del concerto vede in primo piano alcuni estratti dal decimo disco della band “Realtà aumentata”: Cani umani, Mattino di luce, Pugno di sabbia, Africa su Marte sono già parte della ricca antologia dei Subsonica, il cui suono si conferma dinamico, ricco di infinite sfumature e capace di insediarsi nelle viscere e nella testa. Samuel è lo sciamano che invoca occhi, orecchie e voci del pubblico, raccontando questo ultimo periodo che ha felicemente travolto la band. La scaletta prosegue suadente nei più profondi meandri della tana dei Subsonica con: Veleno, Aurora sogna, Liberi tutti, il tutto con i bellissimi visuals del collettivo High Files Visuals.

A me tocca la parte romantica della serata dice Boosta: “Sembra una storia triste ma è ricca di gioia … quando abbiamo iniziato a scrivere il decimo album, non avremmo immaginato  di aver ancora il privilegio di essere sul palco. Essere qui a festeggiare insieme a voi è un regalo enorme, promettiamo che se tutto va come deve andare torneremo veramente molto presto”.

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Si continua a ballare con l’immancabile Discolabirinto,  a seguire Nuvole rapide, L’Eclissi, Grandine, Universo. Lo scienziato Boosta, l’ufficiale sommozzatore Vicio, l’ufficiale pilota Max e l’ingegnere elettronico Ninja fluttuano voluttuosi sul palco insieme al super frontman Samuel; poi tutti insieme accolgono il rapper Ensi, fedele compagno di questo tour, sulle note de Il Cielo su Torino. Subito dopo arriva anche un altro amico, si tratta di Willie Peyote con cui servono al pubblico Scoppia la bolla.

Ensi e Willie cantano insieme Numero uno, brano ricco di significato, scritto proprio da Ensi.

Molto significativo l’omaggio  a tre voci al genio di Neffa con il suo brano Aspettando il sole. “Stare sul palco con dei fratelli è impagabile e loro due sono nostri  fratelli sono da sempre”, dice grato ed emozionato Samuel. Molto intenso il  successivo momento di Giungla nord.

Il pubblico è ancora pronto a dare tutto, ecco quindi incedere il rush finale dello show: riappare in scaletta, dopo tempo immemore, Istrice. Max Casacci è protagonista di un importante monologo in cui chiarisce l’importanza e l’urgenza del senso di comunità come antidoto per questi tempi malati, ringrazia le realtà che ancora, non senza fatica, promuovono la musica dal basso, ricorda le stragi di morti nel Mediterraneo introducendo, a ragion veduta, il brano Nessuna colpa.

“Il fottuto pubblico dei Subsonica è ancora in forma”, evidenzia e sottolinea Samuel, ecco perché il quartetto: Diluvio, Lazzaro, L’odore, Tutti i miei sbagli si rivela incandescente. Cadono spontanee le lacrime di commozione sulla closing song Strade: “Grazie a ognuno di voi per aver preso ognuno la propria strada ed essere venuto qui stasera”, ringrazia ancora Samuel. Chiudendo al meglio il rituale tra gli applausi a scena aperta. Di lì a poco, mentre qualcuno va via, un nuovo flusso della notte arriva per l’aftershow, un’ ultima cerimonia notturna in cui i nostri cinque si avvicendano alla consolle in un flow di influenze, rimandi e spunti che, siamo certi, sarà ancora linfa vibrante per cose nuove che saremo ovviamente pronti a vivere e ascoltare.

Raffaella Sbrescia

Il MI AMI Festival fa tendenza tra il glam dei Baustelle e l’hype di Liberato

Un MI AMI FESTIVAL in linea con le tendenze è quello del 2017. Alla luce del grande affollamento registrato lo scorso 26 maggio possiamo tranquillamente affermarlo. A confermarlo le gesta dei protagonisti del palco Dr Martens. La serata è iniziata con il set di Giorgio Poi: una formazione a tre per un pop elettronico di stampo cantautorale. Interessanti le intuizioni e i richiami tra generi, glamour l’effetto vintage della voce, aderenti alla mentalità dei giovanissimi i testi. La proverbiale timidezza di Giorgio non limita l’energia di una performance in crescendo. Da tenere sotto’occhio, soprattutto dopo il successo dell’album “Fa niente”.

Baustelle live @ Circolo Magnolia - MI Ami Festival 2017

Baustelle live @ Circolo Magnolia – MI Ami Festival 2017

Alle 23.15 il main stage s’illumina della brillantezza Made in 70’s dei Baustelle. Snob, antipatici e pessimisti cosmici, secondo Bianconi. Eleganti, ispirati e dannatamente affascinanti, diciamo noi. Sì, affascinanti ma perché? Forse per un evidente contrasto che amalgama le parti: da un lato un emaciatissimo Francesco Bianconi che, nell’esprimere il suo costante disagio, mette in evidenza un animo particolarmente sensibile e insofferente, dall’altro una definitiva fioritura di Rachele Bastreghi: sempre più completa ed empatica con il pubblico. A definire i contorni di questo peculiare insieme, è una formula pop che scava a piene mani dal passato rendendolo assolutamente glamour e attuale. Un’apertura alla musica “leggera” che, in realtà, è solo apparente. Attraverso una scaletta secca e concisa, i Baustelle aprono il tour estivo mettendo in primo piano i brani tratti dall’ultimo album “L’amore e la violenza” senza tuttavia mettere da parte tutti i caposaldi della loro discografia. Non è più il momento di commuoversi nel pieno di qualche crisi di autocommiserazione, adesso è il momento di reagire, di puntare alla discontinuità previa velleità dell’istinto. Il metodo ci viene mostrato dai Baustelle che, attraverso una anticonvenzionale fusione tra sacro e profano, conservano credibilità e autorevolezza.

Video: “Tu t’è scurdat’ ‘e me’

Alle ore 1.22 della notte, il palco Dr Martens raggiunge il picco assoluto di presenze: il motivo è l’annunciato esordio live di Liberato: ormai un vero e proprio caso all’interno dello scenario musicale italiano. Dopo il grande successo di “Nove maggio” e di “Tu t’è scurdat’ ‘e me’”, l’ignoto rapper napoletano di stampo neomelodico, era tra i più attesi ospiti della giornata. Curioso constatare l’hype generato da un linguaggio, una scrittura, una mentalità che solo fino a pochi anni fa, prima del clamore generato dalla serie tv “Gomorra”, fosse relegata ai peggiori quartieri di periferia di Napoli. Di fatto, però, anche i più insospettabili fruitori di musicale del nord Italia si sono appassionati alle tematiche e al dialetto di questo artista di cui si sa sempre meno. Di fatto, a differenza di quanto ci si aspettasse, dopo l’evento al MI AMI Festival è tutto ancora più incerto. Sul palco ieri sera si sono presentati Calcutta, Izi, Priestess e Shablo. Il più credibile dei quattro si è rivelato Calcutta, quindi in molti hanno annunciato la “più grande trollata dell’anno”. La verità, però, è ben altra, i quattro artisti di chiara provenienza non campana, si sono semplicemente prestati all’interpretazione dei testi di Liberato, la cui identità non è ancora stata resa nota. Un’operazione di marketing veramente notevole, con dei numeri già importanti per un progetto appena nato che rilancia un modo di concepire la musica in maniera viscerale. Rimane ora da capire chi o cosa sia Liberato, se gli artisti che hanno partecipato al MI Ami facciano realmente parte del progetto e in che modo. Il mistero continua, intanto il boom mediatico è stato raggiunto.

Raffaella Sbrescia

Flussi di note e di suggestioni con i Dardust al Circolo Magnolia

Dardust live @ Circolo Magnolia

Dardust live @ Circolo Magnolia

Motivi pianistici classicheggianti, romantici archi immersi in atmosfere elettroniche e travolgenti parentesi alle percussioni racchiudono l’ossatura dello strumentalismo onirico dei Dardust, il progetto parallelo di Dario Faini, conosciuto come uno dei più affermati autori della scena musicale italiana, e del co-produttore Vanni Casagrande.  Sul palco del Circolo Magnolia di Segrate, in occasione della prima serata della rassegna Magnolia Estate, i Dardust hanno semplicemente ipnotizzato il popolo della note con un concerto veramente spettacolare seguendo l’intento di offrire un’esperienza multisensoriale completa ed appagante.

Dardust live @ Circolo Magnolia

Dardust live @ Circolo Magnolia

A determinare il nucleo del concerto, le sonorità impresse in  “Birth”, seconda parte di una trilogia inaugurata l’anno scorso con “7”, registrata a Reykjavik in Islanda. Celesta, xilofono, glockenspiel sono gli strumenti usati per ottenere melodie e ritmicità enigmatiche ed immaginifiche al contempo. Bello anche il remix del brano realizzato con The Bloody Beetroots.  L’ascolto di questo strumentale che si evolve lentamente nelle orecchie e nella mente crea un universo emotivo sfaccettato, un flusso semantico di rara bellezza.

 Raffaella Sbrescia