Coinquilini: Dimartino e Colapesce incantano il pubblico del CarroPonte

Antonio Di Martino

Antonio Di Martino

“Per un po’ di tempo abbiamo rischiato di dover dividere un appartamento. Non è successo, ma abbiamo pensato che sarebbe stato comunque carino abitare il palco”. Con queste parole Colapesce e Di Martino, due dei più interessanti cantautori attualmente presenti all’interno dello scenario musicale italiano, hanno introdotto lo speciale concerto tenutosi lo scorso 9 settembre sul palco del CarroPonte di Sesto San Giovanni. “Conquilini” è, infatti,  il titolo di questo live in cui i due artisti siciliani hanno condiviso note, spazi ed emozioni. Entrambi protagonisti, con le rispettive band, di due set distinti, i due hanno infine dato vita ad un finale collettivo all’insegna della creatività e della fratellanza artistica. Ad inaugurare il concerto è il set di Antonio Di Martino che, pur attingendo dai capisaldi della canzone d’autore, è contraddistinto da una scrittura moderna e ricercatissima. “Sarebbe bello non asciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile”, canta Antonio, proseguendo il suo live con brani evocativi ed immaginifici che mordono il cuore e attanagliano la mente. Con le canzoni tratte dall’ultimo album di inediti “Un paese ci vuole”, Di Martino parla di una condizione umana in estinzione, uno status mentis che pian piano sta scomparendo ma risulta ancora necessario per vivere in modo autentico. “Come Una Guerra La Primavera”, “Niente Da Dichiarare”, “L’Isola Che C’è”, “Le Montagne”, “Calendari”, “Maledetto Autunno”,  “Cercasi Anima” e “Non Siamo Gli Alberi” dimostrano le ottime qualità di Antonio Di Martino sia dal punto di vista musicale che autorale.

Colapesce ph Laura Lo Faro

Colapesce ph Laura Lo Faro

Non è da meno il bravissimo Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, il cui tour accompagna l’uscita invernale dell’album “Egomostro”. Grazie alle sonorità assortite e arricchite da una sezione ritmica più marcata e da un buon contributo elettronico, gli arrangiamenti creano un vibrante tappeto per parole che toccano l’anima da vicino. Con il suo morbido cantato, dai chiari rimandi battistiani, Colapesce incentra i suoi testi sul mondo interiore e questa introspezione appare come una vera e propria sublimazione del vissuto personale. Le code di riff che scandiscono la fine di alcuni brani scuotono di tanto in tanto un’atmosfera sognante. “Entra pure”, “Egomostro”, “Sottocoperta”, Un giorno di festa”, “Brezsny”, “Reale”, “L’altra guancia”, Satellite”, “Maledetti italiani”, “Restiamo in casa” e “Bogotà” sono le canzoni che Colapesce ha scelto per emozionare il pubblico del CarroPonte. Gran finale con il rientro di Antonio Di Martino sul palco per concludere al meglio un concerto come non se ne sentivano da un pò di tempo con “Ormai siamo troppo giovani”,  ”Da cielo a cielo”, “Le foglie appese”, “Stati di grazia”,  ”Copperfield”.

Raffaella Sbrescia

John De Leo in concerto al CarroPonte: “La mia musica è immaginazione ed evita approdi consolatori e telefonati”

John De Leo ph Elisa Caldana

John De Leo ph Elisa Caldana

Unicità, talento, sperimentazione sono le parole in cui è racchiusa l’essenza di John De Leo, una delle voci più particolari della scena musicale italiana. Il poliedrico musicista-cantante-compositore-autore è da ascriversi a pieno titolo in quella scia di grandi pionieri della strumentazione e della sperimentazione della voce. L’artista sarà questa sera sul palco del CarroPonte (Sesto San Giovanni) per presentare “Il Grande Abarasse”, il disco che segna il ritorno di De Leo sulle scene a sette anni di distanza dal suo ultimo progetto discografico,  un concept album ambientato in un ipotetico condominio all’interno del quale ogni brano corrisponde ad uno dei suoi appartamenti.

Intervista

Nel 2014 pubblicavi “Il Grande Abarasse”, un lavoro che ha richiesto molto impegno ed una lunga gestazione. Qual è il percorso che questo album ha compiuto fino ad oggi?

Se parliamo di viaggio, posso dire che “Il Grande Abarasse” ha percorso quanto meno l’Italia. Siamo inaspettatamente riusciti, io e i ragazzi della banda, piuttosto cospicua, a portarlo in giro in diversi concerti. Dico inaspettatamente perché questi ultimi tempi  di crisi consigliano di ridurre sempre di più le formazioni e i relativi costi. Come antidoto a questa crisi, ho pensato di premere l’acceleratore in senso opposto, soprattutto riflettendo su esigenze musicali che implicavano un numero importante di musicisti.

Come è stato possibile portare avanti questo tipo di discorso live così complesso e chi ti accompagna in questa avventura?

In effetti sono tutti musicisti molto bravi, in tutto siamo nove e siamo anche affiatati aldilà delle scene. Ho sempre pensato che dovesse essere necessario poter condividere qualcos’altro aldilà del lavoro; forse sono invecchiato però ho bisogno anche di una certa tranquillità dal punto di vista umano.

La scelta di una band numerosa in qualche modo vuole rendere merito ad un lavoro che ha richiesto uno  sforzo creativo importante?

Senz’altro. Questa formazione vorrebbe restituire il suono del cd, in cui ha collaborato un’orchestra vera e propria composta da una trentina di elementi. L’occasione è stata possibile grazie al contributo di Arci che ha supportato tutta l’operazione sia dal punto di vista economico  che promozionale. Per restituire quella massa sonora, tutti gli arrangiamenti e tutti i contrappunti che sono stati pensati,  ho scelto di portare più persone in tour, riducendo comunque il tutto all’osso con una piccola rappresentanza delle varie sezioni.

Per quanto riguarda il Ghost album, cosa hai pensato per valorizzarlo?

Sono lieto del riferimento a questo lavoro. Ai tempi della presentazione credetti che con questo album nascosto, che si può sentire dopo le tracce ufficiali, avrei potuto spaventare i giornalisti. Questo è il mio lato più sperimentale, limito la mia vocalità, che forse fino ad oggi è stata anche la mia fortuna, proprio per misurarmi con quella che forse è la mia passione parallela ed identica all’aspetto vocale che è, per l’appunto, la musica. Più che cantanti io ascolto soprattutto composizioni strumentali.

Quali?

Ascolto molti compositori di musica classica del ‘900. Di certo non mi metto minimamente a confronto però posso dire che rappresentano un grandissimo stimolo per me. Cito Musorgskij, un compositore che trovo ancora geniale perchè tende non spettacolarizzare una musica comunque densa di esplosione.

A proposito di questo, tempo fa hai dichiarato: “Non canto quello che la gente si aspetta, il rispetto per il pubblico non sta nell’accontentarlo”. Un punto di vista in netta controtendenza con l’attualità…

Questo non è solo il mio motto, è il mio credo. Credo di aver parafrasato il discorso del pittore Baziotes che in altri termini ha detto qualcosa di simile. Da ascoltatore, mi piace essere sorpreso da quello che ascolto ed essere traghettato dove non prevedevo sarei finito. La mia musica va verso questa direzione: evita approdi consolatori e telefonati.

Infatti uno degli obiettivi che si pone la tua musica è proprio quello di innescare domande…

Mi metto sempre nei panni dell’ascoltatore, essendo io stesso tale, nonché un grande appassionato di musica. Mi piace poter ricreare l’opera che sto ascoltando e fantasticare in modo arbitrario e personale rispetto alle volontà del compositore. Quando il compositore dà l’opportunità di fare questo esercizio in modo naturale per me la composizione è perfetta.

È vero che molte idee che dovevano confluire in questo album compiute o quasi?

Nonostante siano passati sette anni dall’ultima pubblicazione, di cui quattro sono stati necessari per il compimento di questo album, tante idee sono rimaste fuori mentre altre cose che ho pubblicato le vedo ancora come incompiute. Menomale che c’è qualcuno che dice basta ed evita che si esca  direttamente con un disco postumo (ride ndr). Altre idee incompiute, o che non sono confluite qui, serviranno certamente  per un prossimo album perché “Il mercato vuole che si sia sempre presenti con dei prodotti nuovi”.

John De Leo ph Elisa Caldana

John De Leo ph Elisa Caldana

Per quanto riguarda la dimensione live, come presenteresti un tuo concerto? Per esempio quello che terrai questa sera al CarroPonte di Sesto San Giovanni (Mi)?

Al CarroPonte si cercherà di portare a casa il concerto nel senso che non siamo in un teatro e lo dico anche felicemente.  Sarà bello misurarci con un pubblico diverso da quello che ci si aspetta in teatro. Di contro la scaletta sarà più misurata verso l’impatto anche se non tradirò me stesso e cercherò di immettere tra i brani più facilmente ascoltabili, anche delle inserzioni astruse.

La tua è anche arte estemporanea…

Sì, ci sono diversi momenti di improvvisazione, cerco di condensare alcuni aspetti di due linguaggi come quello del jazz e della psichedelia nel rock. Apro delle parentesi  improvvisate sempre nuove che cambiano in base alla location e al pubblico che, in questo senso, ha in mano le redini del concerto.

Tutto parte dell’amore per il dettaglio?

Senz’altro. Spesso l’idea narrativa nasce proprio da un dettaglio, altre volte la canzone stessa parla di un dettaglio. Quello che mi indigna è che la cultura è pregna dei linguaggi modificati dalla crisi del mercato.  Per quel che mi riguarda cerco di non mortificarmi, non posso e non ci riesco, in virtù  dell’amore delle cose che ascolto, aldilà delle mie. Non so posso suonare o raccontare qualcosa il cui fine sia semplicemente quello di accattivare qualcuno.

Raffaella Sbrescia

 

Carmen Consoli in concerto al CarroPonte, rock d’autore al femminile

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Carmen Consoli sale sul palco del CarroPonte di Sesto San Giovanni con un power trio tutto al femminile, completato da Luciana Luccini al basso e Fiamma Cardani alla batteria. Grazia ed eleganza sono i plus che accompagnano la voce potente e voluttuosa di Carmen che, dopo 20 anni di carriera, continua a fare scuola con le sue canzoni che profumano di autenticità. La cantautrice apre il concerto con una portentosa interpretazione di “Casta diva”, eseguita a luci ancora spente. Subito dopo è la volta di “Geisha”, “Mio zio”, “Sentivo l’odore”,  “L’abitudine di tornare”, “Ottobre”, “La signora del quinto piano”, canzoni, queste ultime, che toccano temi importanti in punta di piedi ma che, attraverso la travolgente potenza delle taglienti chitarre di Carmen, acquisiscono una forza vorticosa a cui è difficile resistere. Forte, sicura, autorevole, la Consoli si muove con sicurezza stemperando la proverbiale timidezza a suon di travolgenti riff.  “Matilde odiava i gatti”, “Per Niente Stanca”, “Fino all’ultimo”, “Sintonia imperfetta, “AAA cercasi” testimoniano l’irriverenza della sua penna  schietta ed immediata.

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Il concerto non conosce pause “Esercito silente”, “Fiori d’arancio”, “Contessa miseria”, “Venere”  scivolano via tutte d’un botto fino alla lunga parentesi noise irrorata di rivide, sporche e maschie distorsioni. Energia e malinconia viaggiano su binari destinati ad incontrarsi, Carmen fonde situazioni agli antipodi restituendo loro un significato specifico e personale in cui è comunque possibile rispecchiarsi. Per il gran finale l’artista sceglie “Oceani deserti” e grandi classici come “Parole di Burro”, “Confusa e felice”, “Quello che sento”, “L’ultimo bacio”. Nel buio di Milano l’aria è già fredda, l’estate è alle spalle ma il cuore è pieno di riconoscenza e caldo per l’emozione. Grazie Carmen.

Raffaella Sbrescia

 

Museica Tour II – The Exhibition: Caparezza conquista il Carroponte con il suo concerto intelligente

 

Caparezza live ph Luigi Maffettone

Caparezza live ph Luigi Maffettone

Coloratissimo, curatissimo e, più di ogni altra cosa, intelligente. Il Museica Tour II – The Exhibition è  il viaggio ideato e costruito da Caparezza, approdato al Carroponte di Sesto San Giovanni lo scorso 4 settembre, per introdurci nel suo mondo  offrendoci l’audioguida  e, dunque lo strumento interpretativo perfetto, delle sue visioni messe in mostra. Con i pezzi tratti dall’ultimo disco “Museica”, ispirato al mondo dell’arte, i brani tratti dai due album precedenti e le chicche provenienti dai primi dischi, Michele Salvemini  realizza un insieme compatto, coerente e assolutamente coinvolgente. Gag,  presentazioni e scenografie impattanti impreziosiscono uno show che, nel suo essere maestoso e spettacolare, non tralascia neanche per un momento argomentazioni serie. Ad affiancare Caparezza in questa immaginifica avventura sono Rino Corrieri (batteria), Diego Perrone (voce), Gaetano Camporeale (tastiere), Alfredo Ferrero (chitarra) e Giovanni Astorino(basso) per due di concerto non è mancato nulla.

Caparezza live ph Luigi Maffettone

Caparezza live ph Luigi Maffettone

Caparezza sa come mantenere alta l’attenzione del pubblico attraverso una serie ininterrotta di input che colpiscono lo spettatore portandolo non solo verso la riflessione ma anche il piacere dello studio, della scoperta e della bellezza. Tutto questo  avviene grazie ad un sapiente uso dell’ironia, lo strumento che Caparezza sceglie indagare, sezionare, spiegare, commentare, deridere la realtà contingente in modo lucido, essenziale e geniale al contempo.

Raffaella Sbrescia

Scaletta

Mica Van Gogh

Abiura di me

Sono il tuo sogno eretico

Teste di Modì

Nessuna razza

Follie preferenziali

Comunque Dada

Il dito medio di Galileo

(Finale esteso)

Cover

China Town

Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche)

Argenti vive

Ilaria condizionata

Non me lo posso permettere

La fine di Gaia

Vieni a ballare in Puglia

Avrai ragione tu (Ritratto)

(Presentazione band e ringraziamenti)

Encore:

Vengo dalla luna

Fuori dal tunnel

Goodbye Malinconia

Outro

(Troppo politico)

Le Corde di Alessandro Mannarino intrecciano i cuori del CarroPonte per Emergency

MANNARINO_Corde2015_bassa

In una molle serata di inizio luglio, l’aria ferma ed afosa di Milano si anima di  felici brusii di voci, cuori palpitanti e caldi rivoli di sudore. L’occasione è di quelle preziose: il concerto di Alessandro Mannarino a completamento del primo dei due Emergency Days ospitati dal CarroPonte di Milano. Decine di piccoli stand rimpinguano la cornice creata da centinaia di piccole bandiere in cui il rosso, colore del sangue e della resistenza, la fa da padrone. Alle 21.30 una pediatra, attiva da anni al fianco di Emergency, riassume gli obiettivi della raccolta fondi da destinare alla Sierra Leone poi è Alessandro Mannarino a districare l’affascinante giungla di corde che compone il nuovo asset di questo nuovo “Corde 2015″, il tour estivo dell’artista romano.

Pezzi di legno, pelle, corde si incastrano solleticano, accarezzano, dilaniano i sentimenti  traducendo la più intima essenza dell’anima in suono. Le chitarre affidate a Tony Canto e Alessandro Chimienti contornano il contrabbasso suonato da Nicolò Pagani, affiancate dal violoncello, sega sonora, percussioni suonate da Francesco Arcuri e dalle seducenti  ritmiche del percussionista e polistrumentista Daniele Leucci. Al violino, tamburo battente e cori la splendida Lavinia Mancusi che, dopo  un crescente percorso artistico ed il successo dell’album “Semilla”, al fianco di Mannarino trova un pubblico nuovo e pronto ad applaudirla con sincera ammirazione.

Suoni vivi e potenti  si librano nell’aria affollata di sapori, odori e umori contrastanti. La voglia di sogno e sublimazione del pensiero si alterna a quella del sordido divertimento caciarone. Il concerto si apre con la cavalcante intro “Osso di seppia”, la profondità semantica de “Le cose perdute”, la vibrante energia di “Rumba magica”. Il pubblico è carico ed elargisce vivaci cariche di entusiasmo, Mannarino accoglie l’energia e la somatizza attraverso un’intensa interpretazione di canzoni che, seppur frutto del suo stesso pugno, acquisiscono di volta in volta una forza ed una pregnanza sempre maggiore. Voci sottili, gravi, ispirate, stonate, alterate cantano sogni, speranze, ricordi, illusione e delusioni. Alessandro Mannarino raccoglie le emozioni e le riversa nelle dita, nella voce e nello sguardo fiero. Particolarmente intensa la coda sussurrata di “Deija”, la verità carnale di “Maddalena”, la spietata violenza di “Scendi giù”, la truce bestialità di “Malamor” e il sempiterno fascino del “Bar della Rabbia”.

“La vita è come na bottiglia che se scola”, canta l’artista romano, in “Statte zitta”, suscitando un silenzio riflessivo sulle note di “Serenata silenziosa”. “L’amore nero”, “Gente”, “Quando l’amore se ne va” rappresentano il filone dell’amore doloroso eppure il pubblico è un insieme d’anime dannate in una bolgia di lacrime e sudore. Dopo una breve pausa Mannarino rientra sul palco inserendo nella scarna scenografia lo striscione di protesta con su scritto “No Muos”: “Visto che sono state lasciate da sole dalla sinistra, tutte le resistenze italiane sono ben accette, spiega il cantautore mentre, un attimo dopo, richiama l’attenzione del pubblico per una comunicazione di servizio: “ Due cani sono stati lasciati in auto al chiuso, ecco il numero di targa, andateli a recuperare”. Sarà, ma a noi è metaforicamente sembrato che le due comunicazioni fossero in qualche modo connesse tra loro.

A seguire due canzoni defaticanti: “Le stelle”, brano impreziosito dal suono demiurgico e spirituale della sega sonora e “Signorina”: “Bevi vino, bevi pioggia, parla amaro hai perduto ciò che avevi di più caro nelle vene per un somaro”. “Tever Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Gli animali” scandiscono i minuti dell’ultima parte di uno spettacolo totalizzante. Bellissima la scelta di cantare “Fatte bacià”: una preghiera d’amore fatta ai tempi della “Generazione Boh”. “Quello di Emergency è l’unico rosso presente in Italia, spiega poi l’artista, tornando a parlare e toccando temi delicati come quello dell’immigrazione e delle frontiere europee, ammonendo il pubblico: “Non pensate che la sinistra ci ritenga tutti uguali. In fondo loro sono cattolici e, in quanto tali, ritengono che chi è battezzato sia migliore di chi non lo è” chiosando a suon di note con la meravigliosa “Vivere la vita”.

Ad uno ad uno i musicisti lasciano il palco per poi rientrare con la veracità carnale di “Scetate Vajò”, “Me so m’briacato” e l’eterea bellezza filosofica di “Al monte”, brano che Mannarino sceglie per chiudere il concerto seguendo una precisa linea di pensiero. Una scelta apparentemente controcorrente che, lascia l’amaro nella bocca dei carnascialeschi fan del cantautore ma che, invece, sancisce in maniera tangibile la forza, la sensibilità e la coerenza artistica di uno degli ultimi poeti della canzone italiana.

Raffaella Sbrescia

John Hiatt in concerto in Italia, il CarroPonte come Indianapolis. Il live report dell’evento

John Hiatt live @ CarroPonte - Sesto San Giovanni

John Hiatt live @ CarroPonte – Sesto San Giovanni

CarroPonte come Indianapolis per l’unica data italiana del leggendario cantautore statunitense John Hiatt. Sangue, sudore e passione strabordano dalle corde di chitarre che hanno girato il mondo per raccontare storie dal fascino eterno. Sessant’uno anni di vita e ventidue dischi in carriera fanno di Hiatt e della sua penna un punto di riferimento per  sognatori di tutte le età. La fascinazione insita nelle terre country bluesy a lui tanto care detiene un ampio margine di ricoscimento universale. In scaletta i successi storici, spesso rivisitati dalle più grandi leggende musicali al mondo, ma anche i brani contenuti nell’ultimo “Terms of my surrender”, la tangibile testimonianza di una passione che va oltre il tempo e le convenzioni. Accompagnato da The Combo, ensemble composto da Doug Lancio (chitarra, banjo e mandolino), Nathan Gehri (basso), Kenneth Blevins (batteria) e John Coleman (tastiere), Hiatt  dimostra di essere davvero in ottima forma.

La sua voce, graffiata e sottile arrotola storie, pensieri, gioie e guai mentre è la sua chitarra a dirci tutto quello che le parole non possono. Flussi di riff, ballate strappacuore e raffinati pezzi blues colorano ogni attimo di una notte speciale:  Perfectly good Guitar, Detroit Made, Let’s give this away, Face of God, Real fine love e, ancora, Tennessee Plates, Crossing muddy waters, Cry Love, Long time comin’, I want your love inside of me sono solo alcune delle canzoni che fondono pezzi di storia Americana e frammenti di vita vissuta. Lacrime e cicatrici, segni sul cuore e nella mente che, riportati alla luce, librano il bruciore del ricordo e la calda emozione che altera il flusso del sangue in circolo ed inumidisce gli occhi, troppo spesso inariditi dall’insipido tran tran quotidiano. Grazie John.

Raffaella Sbrescia

Emergency days: 11 e 12 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni. Il programma

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Ancora una manciata di giorni e poi sarà la volta degli Emergency Days, la grande manifestazione in cui Emergency incontra la città di Milano per promuovere i propri programmi umanitari in Italia e all’estero. Quest’anno i festeggiamenti si terranno al Carroponte di Sesto San Giovanni con una due giorni davvero molto intensa. Gli eventi di punta saranno il concerto di Alessandro Mannarino “Corde 2015” e lo spettacolo teatrale di Ascanio CelestiniRacconti d’estate – fiabe per adulti che volevano essere bambini cattivi”.

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Ci saranno naturalmente anche tante altre attività come la biciclettata che attraverserà i luoghi della resistenza, una grande corsa serale a cura dell’Associazione a Piede Libero. Non mancheranno le attività rivolte ai più piccini in uno spazio attrezzato, dalla clowneria ai gonfiabili e diversi tornei. Spazio anche gli approfondimenti con la conferenza intitolata “Spezzare il circolo della Guerra” con relatori Francesco Vignarca della Rete Italiana Disarmo e Chicco Elia di Emergency. Saranno presenti anche i banchetti informativi e di raccolta fondi per sostenere gli interventi di Emergency che, nel caso specifico di questa iniziativa, saranno destinati ai progetti di Emergency in Sierra Leone

Il programma:

 SABATO 11 LUGLIO

10.00: Corsa non competitiva “Memorial Franco Ganzaroli”.
11.00: Mr Bloom on the street. Spettacolo di Antonio Brugnano, mimo attore, clown.
12.00 – 17.30: Area ristoro.
14.30: “Bike Tour” al Parco Nord con visite guidate presso i luoghi della Resistenza Sestese.
18.00: “Draghi Volanti”, spettacolo a cura di Teatro in scatola.
21.30: @ Mannarino per EMERGENCY @ CarroPonte Sesto San Giovanni - EMERGENCY Days 2015

 DOMENICA 12 LUGLIO

9.30 – 11.30: Fit Walking.
10.00: “Do you speak bau”: impariamo a conoscere i cani giocando.
10.00: 3° Torneo di Green Volley Solidale.
12.00 – 17.30: Area ristoro.
18.00: Ludobus, ludoteca itinerante a cura dell’associazione “Il Tarlo”.
18.00: “Spezzare il circolo della guerra”: conferenza con Francesco Vignarca (Rete Italiana per il Disarmo) e Chicco Elia (EMERGENCY).
21.00: Estrazione premi della lotteria.
21.30: Ascanio Celestini per EMERGENCY @ CarroPonte Sesto San Giovanni - EMERGENCY Days 2015

Sia sabato che domenica, inoltre:
– 1914 – 1918 – Cento anni di guerra, la nuova mostra di Corvo Rosso dedicata alla Grande Guerra (e a quelle che ne sono seguite),
– Vermi di Rouge presenta “Dis(d)egnare la guerra”,
– gonfiabili, scacchi giganti, palloncini, truccabimbi e tanta magia con i ClownS on The Bus, biliardino, mostra fotografica a cura del Circolo Fotografico “Lo Scatto”, vendita vintage, gadget di EMERGENCY, punto RID, informazioni…

I fondi raccolti saranno destinati ai progetti di EMERGENCY in Sierra Leone (per saperne di più: http://goo.gl/u6OV3x).

Indirizzo: Via Granelli 1, Sesto San Giovanni

Lo charme delle CocoRosie illumina di iridiscente magia il Carroponte

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Il Carroponte di Sesto San Giovanni si è colorato di iridescente magia e surreali tonalità musicali grazie all’atteso live di Sierra e Bianca Casady, in arte CocoRosie, per una delle due uniche date italiane del duo, a due anni di distanza dall’ultima trasferta tricolore. Con un inedito look  ispirato al mondo dei clown con tanto di parrucche, cappellini, trucco e calzettoni da pagliaccio, le due eccentriche artiste hanno catalizzato l’attenzione del pubblico con le loro canzoni immaginate nel loro casolare/studio nel sud della Francia tra vintage toys e vecchi strumenti, per un ritorno a un approccio musicale più acustico, impreziosito da percussioni e giocattoli ripescati dal loro folgorante disco d’esordio “La Maison de Mon Rêve”.  A renderle seducenti e spettacolari, la loro peculiare originalità, la verve e lo stile sui generis, proprio come si trattasse di un’installazione vivente. Ad accompagnarle sul palco Takuya Nakamura (tastiere e tromba) ed il bravissimo beatbox parigino Tez.

Se ad aprire il concerto, a metà strada tra fiaba e sogno, è la giovane e brava cantautrice torinese Cecilia, con brani tratti dal suo debut album “Guest”, la premessa è già di quelle buone per liberarsi da pensieri e preoccupazioni seguendo il flusso di note che profumano di altrove. Da “Tales of a GrassWidow” arrivano “Far Away”, “End of Time”e “Tears For Animals”, brano realizzato in collaborazione con Antony Hegarty (Antony and The Johnsons), mentre da “Grey Oceans” le CocoRosie eseguono “R.I.P. Burn Face” e “Lemonade”.

Squarci di luce illuminano il cielo lombardo e  i volti di chi ascolta con devozione mentre l’ipnotico fascino ancestrale della voce di Sierra accarezza la sottile vocalità di Bianca; tutt’intorno si fanno spazio esperimenti d’elettronica e hip-hop che, se da un lato ci offrono il meglio del passato discografico delle sorelle Casady, dall’altro ci traghettano nell’immediato futuro di un duo che risplende di grazia e luce propria.

Raffaella Sbrescia

Pop-Hoolista Summer Tour: l’irriverente party di Fedez & Friends al Carroponte di Sesto San Giovanni

Fedez

Fedez

“Per quanto potrai guadagnare le tue debolezze resteranno un lusso che non ti potrai mai permettere di ostentare”, canta Fedez in “L’hai voluto tu”, una delle canzoni più intense e più intime del suo irriverente repertorio, proposta al pubblico anche in occasione del concerto sold out dello scorso 23 giugno al Carroponte di Sesto San Giovanni. Giunto a ridosso di un periodo piuttosto complesso per Fedez, il live lombardo ha rappresentato un banco di prova particolarmente importante per il controverso artista. A testimoniarlo le  sue lacrime di commozione a fine concerto e la massiccia presenza di ospiti con lui sul palco. L’amico e socio in affari J Ax, on stage per cantare “Maria Salvador” con Il Cile; Malika Ayane protagonista del duetto sulle note di “Sirene”, l’habituèe Francesca Michielin per dare vita alle amate hits “Magnifico” e “Cigno Nero” e il giovane Madh, che ha presentato al pubblico l’originale brano intitolato “Gong”, preludio del nuovo album in uscita.

Aprendo le porte del suo show agli amici, Fedez amplia anche una prospettiva più esaustiva sulla contemporaneità musicale e socio-culturale del nostro paese. A dispetto del fatto che il suo pubblico sia composto da tanti bambini e adolescenti, le sue canzoni e soprattutto le parentesi parlate del suo Pop-Hoolista Summer Tour contengono riferimenti, tematiche e ragionamenti che lasciano trasparire intelligenza, arguzia e audacia. Con un live davvero molto simile a quello proposto durante la fortunata trance di concerti tenuti nei palazzetti italiani, Fedez ripercorre le tappe della propria discografia arricchendole di spunti, approfondimenti, vistosi accenni polemici ed invadenti scenografie. L’intento di Fedez è quello di far ragionare il pubblico attraverso una cascata di rime non sempre comode. Il suo esporsi è sintomatico di un’onesta intellettuale difficilmente riscontrabile altrove e, per questo, meritevole del nostro plauso.

Raffaella Sbrescia

Setlist

Pop-Hoolista

Generazione Bho

Cardinal Chic

Pensavo Fosse Amore

Love Cost

Voglio Averti Account

Olivia Oil

Amore Eternit

Sirene Ft Malika

Medley Blink 182

Non c’è Due Senza Trash

Look at Me Now (special Vivian)

Alfonso Signorini

Vivere in Campagna Pubblicitaria

L’hai Voluto Tu

Si Scrive Schiavitù

Faccio Brutto

Polaroid

Magnifico ft. Francesca Michielin

Cigno Nero ft. Francesca Michielin

Maria Salvador   J Ax feat Il Cile

Gong Madh

Ti porto Con Me

L’arte di Accontentare

Cristina Donà inaugura il tour estivo al Carroponte di Sesto San Giovanni. Il live report del concerto

Cristina Donà

Cristina Donà

Con il primo concerto della tournèe estiva al Carroponte di Sesto San Giovanni Cristina Donà torna sulle scene e lo fa in grande stile. La delicata potenza della voce dell’artista e la sua inimitabile verve istrionica hanno subito creato un’atmosfera di forte empatia con il pubblico: “Che bella rappresentanza di pubblico c’è stasera, hanno fatto una selezione all’ingresso?”, scherza la cantante, riuscendo a tenere saldamente per mano gli spettatori tra le montagne russe della sua musica fatta di piccole e grandi emozioni.  Dopo il lungo tour che ha visto come protagonista l’ultimo album “Così Vicini” nei club, negli auditorium e nei teatri italiani con numerosi sold-out dall’ottobre 2014 sino a fine aprile, Cristina inaugura la versione estiva del suo show con “Tregua”, brano tratto dal primo album pubblicato nel ’97. In scaletta tantissime canzoni del suo vasto repertorio, arrangiate per l’occasione, da una formazione di musicisti dalle grandi capacità espressive. La line-up è quella che ha accompagnato Cristina Donà nello “Special Electric Tour” invernale: Saverio Lanza, polistrumentista e produttore di “Così Vicini”, Emanuele Brignola al basso (al fianco di Cristina dal 2007 ) e Cristiano Calcagnile, batterista e percussionista che l’ha accompagnata nei tour dei primi tre album.

Cristina Dona_vert_lg

Interprete, autrice e cantautrice di spessore, Cristina Donà non lascia nulla al caso. Tutto delle sue canzoni lascia trasparire cura, attenzione, dedizione. Dagli arrangiamenti particolareggiati ai virtuosismi vocali, la Donà lascia ampi spazi all’ironia e allo scherzo completando una personalità forte e coinvolgente, emotiva ed emozionante. “Proteggi la tua testa da pensieri inutili”, canta Cristina, in “Un esercito di alberi” ricordandoci “ quanto è bello essere vivi” ne “Il tuo nome”. Fiumi d’amore in “Stelle buone” e scariche rock in “The Truman show”, eseguita di getto senza tante prove alle spalle. Intensa e godibilissima “Goccia”. Occhi chiusi e ricordi d’infanzia alla mano per la “Così vicini”, un brano di grande grazia e delicatezza. E poi, ancora “Dove sei”, “Miracoli”, “Giapponese” e la tormentata “Torno a casa a piedi”. Cristina presenta i musicisti, racconta aneddoti, interagisce con il pubblico, scherza con i tecnici senza mai perdere tonicità e la completa padronanza del palco che sembra non voler lasciare mai. ”Il senso delle cose” è racchiuso anche in questa magia che, nonostante gli alti e bassi della vita, non ci abbandona mai e che, per fortuna, artisti come Cristina Donà riescono ancora a creare, donandoci dei sogni.

Raffaella Sbrescia

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