L’essenza della libertà, il dogma della seduzione, il fascino del mistero; questo e molto altro può essere racchiuso in una partitura. Lo sa bene Giovanni Sollima, celebre violoncellista italiano, noto per aver radicalmente cambiato il modo di suonare il violoncello, uno strumento dal design autorevole ma non ingombrante, capace di incantare con suoni sensuali e fraseggi struggenti. Forza fisica, postura armoniosa ed una pregevole capacità di improvvisazione sono le affilate armi di Sollima, un musicista borderline , testimone tangibile della sintesi tra accademia e contemporaneità. Intrecci, rimandi, innesti conferiscono una particolare forza ritmica ed espressiva alle sue esecuzioni rendendolo davvero simile ad un musicista rock. Portato oltre l’urlo, il suo violoncello diventa uno strumento elettrico, un oggetto ligneo dalla voce suadente e carnale capace di divenire il mistico tramite di un’ esperienza da godere.
Per la prima ed unica esecuzione di “Terra con variazioni, per violoncello e orchestra”, la suite da cui è estratto il logo sonoro per gli eventi del megacartellone di Expo in Città, eseguita presso il Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 30 aprile, Sollima, accompagnato dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali e diretto dal Maestro Carlo Boccadoro, apre ancora le vie della comunicazione tra classicismo e sperimentazione: si va dal titolo, anticonvenzionale e criptico, alla partitura disseminata di frasi ampie e toccanti, un continuo botta e risposta tra gli strumenti in un crescendo emotivo travolgente. Fortemente marcata anche la cadenza virtuosistica, intenso il saliscendi tra consonanze, asimmetrie e figurazioni. Trascinante, ipnotico, inconfondibile Giovanni Sollima è sicuramente uno dei migliori violoncellisti al mondo, capace di passare dai grandi classici ai miti del rock attraverso emozionanti dialoghi e illuminanti improvvisazioni.
Ammirato da migliaia e migliaia di spettatori, il compositore ed interprete siciliano ha convinto ancora una volta tutti spiazzando anche i più rigidi detrattori. Se a questo aggiungiamo le Variazioni su un tema rococò op.33 di Pëtr ll’iĉ Čaikovskij, possiamo solo crogiolarci tra i virtuosismi e le tenere ed eleganti incursioni aggiunte nel lontano 1876 dal violoncellista tedesco Wilhelm Fitzenhagen. Sette brillanti variazioni susseguenti alla Serenata n.1 op.11 di Johannes Brahms, lunga quasi 45 minuti ma abbastanza ricca di piccoli e sontuosi dettagli capaci di ispirare una felice e spensierata idea di libertà.
Raffaella Sbrescia