Camp di Scrittura creativa 2014: tutte le novità

Roberto Mancinelli Ph Niko Giovanni Coniglio

Roberto Mancinelli Ph Niko Giovanni Coniglio

Si terrà fino al 17 maggio il Camp di Scrittura creativa 2014 targato Sony/ATV. L’iniziativa, della durata di una settimana, riunirà i migliori talenti del parco autori di Sony/Atv nello studio di registrazione “Angelo Studio” di Ron, a Garlasco, in provincia di Pavia, al fine di permettere a ciascun  autore di portare sempre più in alto l’asticella della creatività, che si esalta quando i talenti si mischiano e si influenzano a vicenda.

Gli autori selezionati sono: Mario Cianchi (fra gli altri autore di Valerio Scanu), Antonio Filippelli ( fra le altre cose bassista dei Vanilla Sky e appena uscito con i Loren, Alessandra Flora (compositrice di alcuni successi di Gianni Morandi, Noemi e Nina Zilli), Claudia Franchini (nota al pubblico in coppia con Luca Serpenti), Ermal Meta (fra gli altri autore di alcuni brani dell’ultimo album di Marco Mengoni, Giusy Ferreri..), Piero Romitelli (autore tra gli altri di Marco Mengoni e del gruppo Dear Jack di Amici 2014), Virginio Simonelli artista e co-autore dei singoli “Limpido”  e “Dove resto solo io” di Laura Pausini) e Vicio (bassista dei Subsonica).

Molto entusiasta dell’edizione di quest’anno è Roberto Mancinelli, A&R Creative Director di Sony/ATV Italia: “Il camp di scrittura è  sempre uno dei momenti più importanti dell’anno. In una settimana il mix di talenti,  personalità artistiche e stili di scrittura ha il tempo di fermentare e restituire risultati impensabili – dichiara Roberto Mancinelli – E’ inoltre una bellissima occasione umano-artistica che nel nostro lavoro troppo spesso manca. La storia della canzone, d’altra parte dimostra che i più grandi capolavori son nati da spontanee collaborazioni”.

Ospite della giornata finale, prevista per il 17 maggio, sarà Francesca Michielin.

Rita Pavone in concerto a Napoli: the “small wonder” is back

Rita Pavone RITA IS BACK Live2014 (2)

Rita Pavone

“Small wonder” ovvero piccolo portento. Lei è l’inimitabile Rita Pavone. L’artista è tornata a Napoli lo scorso 13 maggio in occasione del concerto che si è svolto presso il Teatro Augusteo. Un live della durata di due ore e mezza, senza intervalli, animato dalla travolgente carica di Rita e dall’ottima musica della band guidata da Enrico Cremonesi, che l’ha accompagnata lungo un viaggio pieno di ricordi ma anche, e soprattutto, di nuove cose. Visibilmente emozionata e carica di autentica gratitudine verso un affezionatissimo ed entusiasta pubblico, Rita Pavone si è lasciata trasportare dallo sconfinato amore per la musica coinvolgendo giovani e meno giovani in un magico e mutuo scambio di energia. Ad inaugurare il concerto un video introduttivo con immagini inedite e di repertorio sulle note di “Ripartirò da me”, seguito da “All nite long”. Entrambe le canzoni sono tratte da “Masters”, l’album che Rita Pavone ha pubblicato nei mesi scorsi, in cui l’artista ha racchiuso gran parte dei brani che più ha amato durante la sua fanciullezza. La Pavone ha dimostrato di amare molto i brani di questo disco perché ognuno di essi rappresenta un ricordo speciale, un passo della propria crescita, il ramo di un ceppo di radici da cui è impossibile sradicarsi. L’aspetto più sorprendente dell’esibizione di Rita è il suo modo totalizzante di cantare, il suo sorriso sereno, la felicità, e la conseguente energia, che traspaiono da ogni singolo movimento sul palco. Rita è felice anche quando legge la scaletta ed introduce un brano, è felice quando il pubblico le dedica almeno 5 standing ovation, è felice quando sul palco, con lei, ci sono amici come Leopoldo Mastelloni, per duettare sulle note de “La vie en rose“, Enzo Gragnaniello con cui Rita ha omaggiato l’indimenticabile Mia Martini cantando “Donna”. «Mia, ovunque tu sia, ricordati che ci manchi e che ti vogliamo bene», ha sottolineato la Pavone che, per l’occasione, si è anche messa alla prova con una splendida versione acustica  di “Maruzzella”, accompagnata dalla chitarra “sensuale, arrabbiata, triste, nostalgica” di Fausto Mesolella, con cui la cantante ha anche interpretato il brano di Bob Dylan intitolato “I’ll Be Your Baby Tonight “, e da Raiz.

Rita Pavone

Rita Pavone

Il live di Rita Pavone vuole essere tutto fuorchè nostalgico, è lei stessa a dire: “Faccio tanti salti indietro ma non sono salti di nostalgia, ho i piedi ben saldi per terra e amo quello che faccio”. La scaletta è, infatti, molto varia; si passa da “Mi vendo” di Renato Zero a “Per tutta la vita”, passando per il super pezzo rock “I want you with me” e “Non è facile avere 18 anni” fino all’apprezzatissimo medley comprensivo di “Che m’importa del mondo”, “Alla mia età”, Come te non c’è nessuno” e “La partita di pallone”, il tutto ampiamente rivisitato senza perdere lo smalto della versione originale. “Quando una canzone ha una sua melodia non ci sono anni che tengano”, spiega Rita, introducendo “Where is the one”. Questo è proprio il caso delle sue canzoni che, come quelle di altri grandi interpreti, riescono a sedimentarsi nell’animo di un popolo, resistendo al tempo e ai relativi cambiamenti. Sentimenti eterni, come quello dell’amore, si rivestono di nuova luce, di nuovo fascino, riacquisendo una valenza preziosamente speciale. Il concerto prosegue, Rita lascia la giacca paiettata per una più classica giacca nera senza, tuttavia, rinunciare ad una spavalda coda di cavallo. “Se potessi amarti ancora”, “Ma lei è lei”, What’s a matter”, “Questo nostro amore”, “Un buffo dettaglio”, e una strepitosa versione di “Proud Mary”, hanno costituito le tappe musicali della seconda parte del concerto, che si è conclusa con il medley composto da “Il ballo del mattone”, “Amore twist” e “Datemi un martello”.

Molto ampia è stata, invece, la parentesi che l’artista piemontese ha dedicato al periodo della sua carriera in cui interpretò Gianburrasca. Curiosità, aneddoti e omaggi al noto compositore Nino Rota: “Arrivò lui”, “Stasera sogno”, “Tigrotti”, “Nostalgia di casa”, “1909”, “Addio Giornalino” e, ovviamente, “Viva la pappa col pomodoro” incantano e ipnotizzano il pubblico. Rita è inarrestabile e, dopo Gianburrasca, si lancia con irriducibile grinta nell’ultima parte del concerto: “Fortissimo”, Rainin’”, “Lazy River, “Cuore” sono gli ultimi colpi in canna prima della toccante “Ho tolto il make up”, il brano scritto per lei da Enrico Ruggeri:  ”Che grandioso mestiere e’ il mio/ non vorrei fare altro io / e di questo ringrazio Dio .. “, canta Rita, concludendo il concerto con il ballo cult del “Geghege”,  prendendosi, infine, i sorrisi, i baci, i fiori e gli applausi a cui per 9 lunghi anni aveva rinunciato e di cui, ora, non potrebbe e non vorrebbe mai più fare a meno.

Raffaella Sbrescia

“L’Equazione”, l’ironia cantautorale di Antonio Maggio

antonio maggio“L’Equazione” è il titolo del nuovo album di Antonio Maggio. L’artista salentino arriva a questo secondo lavoro discografico (Universal Music) con le idee chiare e con la voglia di divertire e divertirsi senza, tuttavia, perdere i punti di riferimento basilari. Presente in ogni fase della produzione del disco, Antonio si lascia andare ad una serie di sonorità che, pur richiamando la tradizione della musica italiana, si aprono ad uno sperimentale utilizzo dell’elettronica con risultati, spesso, curiosi. Forte del proprio carisma caratteriale, Antonio riesce a fare in modo che la propria originalità traspaia con una certa frequenza tra le strofe di questi 11 brani nuovi di zecca. Sarcasmo e ironia sono i marchi di fabbrica della penna di Antonio che, seppur burlescamente, riesce a mantenere una riverente attenzione verso l’uso del linguaggio e delle parole.

maggio 2Il disco si apre con “Lo sai che lo so”: catene di rime con la vocale “e” si intrecciano in una fitta trama di intelligenti autocritiche nazional-popolari. La titletrack “L’Equazione” si destreggia tra il tempo degli schemi, “il tempo dei tanti in cui già parlano in troppi” e “il tempo dei matti in cui ci perdono in troppi”; un’equazione la cui soluzione è, paradossalmente, molto semplice: basta affidarla ai bambini, l’eterno tesoro del mondo. “Nell’Etere” è la ballad del disco: “Arrotolo a fatica il mio sintetico coraggio”, coraggio di parlare, di pensare, di sognare, di agire in un presente in costante degrado. “Un posto fisso lo han trovato solamente le paure/Ci è rimasto solamente il cielo senza più una stanza”, canta Antonio, rivelando un’anima fragile e consapevole al contempo. In “Stanco”, l’artista di Squinzano duetta con il rapper Clementino, il testo è dissacrante e sarcastico al punto giusto; il brano su cui puntare per l’estate. “Genesi (Mal D’amore)” è un monito estemporaneo a vivere “hic et nunc” ma in questo disco c’è anche spazio per una storia ispirata al reale disagio e isolamento di “Pirindiffi”, lo sfortunato compaesano morto suicida sui binari del treno. L’irriverente filastrocca di “Santo lunedì” concede il sacrosanto diritto di replica ad un’insana cronaca mentre il pianismo nevrotico della brillante “La canzone della mosca” offre un esaustivo saggio della vena creativa di Antonio Maggio, il quale si concede anche degli omaggi di un certo prestigio. Si tratta di “Pompe funebri da Lucrezia”, un dissacrante divertissement con evidente richiamo a “Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè e l’omaggio in dialetto salentino a Domenico Modugno con un’irresistibile versione, in presa diretta, de  ”La donna riccia”.

Raffaella Sbrescia

Video: “L’Equazione”

“Al Monte”, il viaggio dantesco di Alessandro Mannarino

Mannarino_al_monte_b (2)“Al Monte” (Leave srl/Universal Music) è il titolo del terzo atteso disco del cantautore romano Alessandro Mannarino. Sono 9 le canzoni che compongono questo album che si presenta  ricco, ricco di idee, di messaggi, di note, di fascino, insomma ricco da ogni punto di vista. Presentando il disco come una sorta di viaggio dantesco, Mannarino lascia per un attimo l’istinto da parte per dedicarsi ad un racconto concettuale in grado di immetterci sul sentiero di un percorso musicale e spirituale. Un cammino di ricerca, di indagine interiore che possa aiutarci a trovare qualche risposta convincente ad una miriade di domande. Alessandro sceglie di cantare in un modo diverso dal solito, sceglie di parlare di cose importanti in modo pacato, contornando testi, parole e personaggi con una splendide cornice strumentale, perlopiù acustica. Il fascino dell’ambientazione folk, così veracemente autentico, si arricchisce di notevoli fiati, in grado di conquistare l’animo nel profondo. La voce delicatamente roca di Alessandro è un sensuale ed irresistibile richiamo all’ascolto. Intensamente carnale ed antropologicamente godereccia, la vocalità del cantautore si presta in maniera egregia al racconto di questo viaggio che, come un antico pellegrinaggio medievale, parte da una situazione esistenziale oscura per ritrovare, metaforicamente, la migliore chiave interpretativa della vita. Le canzoni di “Al Monte” non sono d’evasione, sono i capitoli di una ricerca in cui vari personaggi si susseguono: il  militare, il carcerato, l’imperatore, la signorina sono uomini e donne che affrontano le sovrastrutture concettuali e sociali per svelare le regole del nostro vivere sociale, in nome dell’amore e della libertà di essere.

Alessandro Mannarino Ph Simone Cecchetti

Alessandro Mannarino Ph Simone Cecchetti

Parole per immagini, metafore, similitudini disegnano i tratti di un mondo che ha perso la lucidità di analisi, la nobiltà d’animo e l’eleganza del saper vivere con onestà. Lo sguardo antropologico di Mannarino è subito acuto in “Malamor”, il protagonista del testo è un uomo che porta la divisa: “l’uomo si fa bestia quando non riceve amore”, canta Mannarino, tra giorni sempre vuoti e sempre uguali. L’ironia del cantautore, spietata e pungente, trova il naturale seguito in “Deija”, una nuova divinità che spinge l’uomo in un fossato, che ride delle lacrime di un coro onirico e travolgente e che rimane indifferente alle strazianti urla di un uomo che si chiede il perché dei mali del mondo nonostante il fatto che nasciamo tutti uguali. “Cambiano i governi ma non cambiano gli schiavi”, scrive e canta Mannarino, nel singolo intitolato “Animali” mentre noi, pesci del mare,  cerchiamo di districarci tra la luce delle stelle e da quella delle lampare, da cui è il nonno dello stesso Mannarino a metterci in guardia. Tra le carte dei tarocchi mannariniani spunta anche il cardinale de “L’Impero”, autore di leggi che lasciano segni indelebili e dolorosi sulla pelle di ciascuno di noi. Il viaggio prosegue e, lungo il cammino di questo “Grand Tour”, c’è spazio anche per la dura vita di un carcerato, uccello migratore di palude, mostro in una cella mentre nell’armadio ci sono le divise dei secondini assassini. In un tripudio di percussioni e fiati, “Gente” è, invece, il luogo metaforico in cui i cuori diventano croci. “Forse basta questa lacrima d’amore / a riempire un gran deserto e farci il mare” si domanda Mannarino in “Signorina”, la risposta è piuttosto difficile da trovare; servono attenzione, riflessione e conseguente azione. Il viaggio sta per concludersi, arriviamo “Al Monte”, un brano che racchiude l’evoluzione dell’uomo e la promessa del viaggio verso la vita, quella vera. Il disco si conclude con “Le stelle”, voce, piano e contrabbasso conferiscono un tocco lunare e sofisticato ad un brano che rappresenta l’ideale punto di arrivo di un percorso di crescita individuale: “faccio finta che tutto va bene perché conviene, a volte mi riduco come un animale per non pensare dove va a finire il profumo delle stelle che da qui non si sente”. Il messaggio è chiaro: la vita sa essere davvero dura, forse anche troppo, eppure non possiamo smettere di provare e riprovare, fino alla fine dei nostri giorni.

Raffaella Sbrescia

Alessandro Mannarino – Al Monte Tour 2014

3 luglio VILLAFRANCA, Castello Scaligero di Villafranca (data zero)
6 luglio TOLENTINO, piazza della Libertà
20 luglio ROMA, Foro Italico – Il Centrale Live
14 luglio GENOVA, Porto Antico – Arena del mare, GoaBoa Festival
15 luglio MILANO, Ippodromo, Alfa Romeo City Sound
16 luglio GRUGLIASCO (TO), Le Gru
30 luglio MARINA DI PIETRASANTA, Teatro La Versiliana
10 agosto PESCARA, Teatro D’Annunzio
13 agosto LECCE, piazza Libertini
14 agosto LOCOROTONDO, Cantina Sociale, Locus Festival

Zanko El Arabe Blanco, la recensione di #PowerPopuli

powerZanko El Arabe Blanco è Zudi Fahle, un rapper nato a Milano da genitori siriani, pioniere del rap multilingue e dello Human Beatbox in Italia. Musicalmente attivo dal 2004, l’artista ha pubblicato lo scorso 28 gennaio un album intitolato “#PowerPopuli”, pubblicato per l’etichetta indipendente Latlantide. Il progetto rappresenta un concept album, cantato in italiano, arabo e spagnolo e vede la partecipazione di numerosi artisti tra cui  ESA aka El Presidente, Jack the Smoker, Marya, Asher Kuno, Easyone. Sfruttando le peculiarità compositive proprie del rap e della cultura hip-hop, Zanko scompone e ricompone le parole, unisce linguaggi e diversifica pensieri rivelando doti espressive di un certo spessore. Il filo conduttore del disco è la connessione digitale, un tentativo di unificazione globale. Lo stesso titolo del disco “#PowerPopuli” si concentra su due lingue, esprime il potere al popolo che, pur essendo formato da singoli, può creare una potente moltitudine. Il disco di Zanko è, inoltre, patrocinato dal festival Voci x la Libertà e da Amnesty International, che hanno sposato il progetto, per l’interesse verso le tematiche affrontate, e hanno deciso di destinare una parte degli incassi a Medici Senza Frontiere, in sostegno ai profughi siriani.

zankoInguaribile ottimista, Zanko si ispira alla storia, al ragionamento, alla riflessione culturale per insistere sul concetto di pace e di unificazione tra i popoli. Anche se viviamo in modo un po’approssimativo, canta il rapper, il mare non separa, unisce. Suona incredibilmente attuale  “#Powerpopuli” che attinge materiali e parole da destini intrecciati perché il passato è legato al doppio filo al nostro destino. Nel brano intitolato “Fi nas alet la” (Che gente che ha detto no), Zudi ci dice che “la storia ci insegna che non esiste un per sempre, quando la gente di qualsiasi paese alza la testa e prende il destino in mano, e dice no, o così, oppure no”. Parole forti, pungenti, che non fanno sconti sono quelle de El Arabe Blanco, il quale sottolinea con fermezza che prima di tutto viene il rispetto. Rispetto una parola dal significato così pieno e potente da rendere superflua qualsiasi altra specificazione. Questo è il rap che ci piace, il rap che ci dice qualcosa di giusto e sensato.

Raffaella Sbrescia

Intervista a Ylenia Lucisano: “Vi racconto il mio Piccolo Universo”

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

Ylenia Lucisano è una giovane cantautrice di origini calabresi. Abbiamo già avuto modo di imparare ad apprezzare la raffinatezza della sua voce in “Quando non c’eri”. Oggi Ylenia aggiunge un nuovo importante tassello all’interno del proprio percorso artistico con il disco d’esordio intitolato “Piccolo Universo”. Composto da dieci brani, di cui due a firma di autori (e cantautori) di rilievo come Pacifico e Daniele Ronda, e uno con la collaborazione della pianista Giulia Mazzoni, questo album offre un interessante e variegato spaccato della personalità di Ylenia. Candidata tra gli artisti selezionati per il “Music Awards – Next Generation 2.0”, fino al  28 Maggio, Ylenia Lucisano rientra gli emergenti più apprezzati nel panorama musicale italiano.

Con “Piccolo Universo” coroni il sogno di pubblicare il tuo primo album. Cosa racconta di te e della tua visione musicale questo disco?

“Piccolo Universo” racchiude tutti i passaggi di questi ultimi anni, in cui ho fatto il possibile per la realizzazione del disco. Per quanto riguarda i contenuti di questo lavoro, posso sicuramente dire che si tratta di un album spontaneo, i testi sono diretti come me e ho colto questa opportunità per passare attraverso vari generi musicali. Si va dalla musica dalla musica pop cantautorale al folk, senza tralasciare vari riferimenti elettronici. Non mi sono voluta soffermare su un solo genere, anche perché, trattandosi del mio primo disco, non volevo autolimitarmi e ho voluto sperimentare per capire quale fosse la direzione musicale migliore da prendere e per farmi conoscere dal pubblico a 360 gradi.

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

La title track “Piccolo Universo” è scritta da Pacifico. Com’è avvenuto questo incontro artistico e qual è il tuo commento ad un brano tanto intenso?

Si tratta di una canzone che parla di un aspetto molto importante dell’amore, ovvero la fiducia. Il messaggio è un invito a lasciarsi andare e a vivere il rapporto vivendo l’attimo. Sono molto contenta della collaborazione con Pacifico, che non aveva mai scritto per artisti emergenti, questa cosa che mi rende portatrice di una certa responsabilità e mi fa proprio piacere.

“A mot e luna”, “Jett u Sal”, “Movt Movt”rappresentano le tue origini calabresi e un aspetto molto importante della tua personalità. Quanto conta per te la tradizione e come cambia il tuo approccio al canto durante brani come questi?

Quando canto in dialetto mi sembra di tornare un po’ bambina. Avendo lasciato la Calabria da ormai sei anni, anche se solo fisicamente, questo è anche un modo per ricordare e non perdere mai  modi di dire e tradizioni. Sicuramente in questi brani c’è una carica emotiva diversa anche per queste ragioni. Naturalmente questo è anche un modo per omaggiare e ringraziare la mia terra per avermi trasmesso la passione per la musica.

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

In “Riscoprirmi” il cantautore Daniele Ronda ti affida il delicato compito di dare voce ad un tabù tutto femminile, qual è l’autoerotismo. Come interpreti il testo e qual è, più in generale, il senso di questa canzone?

Sicuramente il brano non si riferisce ad un discorso legato alla carnalità, d’altro canto il tema del brano si rifà all’autoerotismo come ad un modo per riscoprire noi stesse, per conoscerci e per dare spazio a degli aspetti reconditi della nostra personalità.

Ti senti sposa della musica, come canti in “Marylin Monroe”?

Il finale del brano, in questo senso, vuole intendere un’altra cosa: per me l’attesa di cui si parla nel testo è l’attesa di una sposa davanti all’altare… Visto che io non ho una visione del matrimonio tradizionale ma sogno, bensì, di sposarmi a Las Vegas e travestirmi da Marylin Monroe, un pensiero che ho sin da quando ero piccola, mi piacerebbe trovare un’anima gemella che condivida questo mio pensiero bizzarro. Dato che, inoltre, in questo periodo della mia vita non penso al matrimonio, ho paragonato questa attesa a quella prima dell’esibizione sul palcoscenico.In ogni caso lo spirito del brano è assolutamente libero alle più svariate interpretazioni.

Lo specchio è un nemico o un compagno per te?

Beh, tutt’e due…Dipende da come ci si sente! A volte lo specchio può aiutare a risollevarci in un momento critico o a guardarci in modo diverso. Nel brano, quest’oggetto è pensato più come un amico, qualcosa in cui ci riflettiamo senza falsità.

Ci parli de “Il silenzio della neve”?

Ho scritto questo brano un po’ di tempo fa pensando a una persona con cui adesso non ho più rapporti. Il testo parla di persone molto speciali che, anche se lontane, ci lasciano comunque un segno. Proprio queste persone restano attraverso profumi, sensazioni, colori e suoni che ritroviamo durante il giorno.

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

Ylenia Lucisano Ph Angela Caterisano

Quali suggestioni hanno ispirato te e Giulia Mazzoni per la costruzione di un brano così intenso come “Un angelo senza nome”?

Il brano è stato scritto un bel po’ di tempo fa e lo tenevo chiuso nel cassetto… mi è venuto spontaneo scriverlo quando, da lontano, avevo visto delle persone che operavano in un contesto molto difficile. Solo in un secondo momento l’ho fatto ascoltare a Giulia, lei si è emozionata e le ho chiesto di un’interpretazione strumentale che desse rilevanza ad un testo molto delicato, che non necessitava di un arrangiamento invasivo. Il risultato è stato molto naturale e spontaneo, abbiamo registrato tutto con un solo take.

Il prossimo 11 luglio parteciperai al Ravello Festival… Quali sono i tuoi pensieri e le tue aspettative a riguardo?

Intanto mi sto preparando ai concerti che terrò nel prossimo periodo… le date saranno ovviamente comunicate sui miei canali ufficiali. Mi esibirò in trio: voce, chitarra classica e percussioni; ho pensato ad una formazione elegante e sintetica, grazie al fatto che i brani si prestano a degli arrangiamenti abbastanza semplici. Poi ci sarà ovviamente la data di Ravello, un Festival a cui prenderanno parte artisti di tutto il mondo e io, in quanto artista emergente, dovrò dimostrare ad un pubblico esigente che ho qualcosa da dire a livello artistico…proprio per questo mi sto preparando nel miglior modo possibile.

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Ylenia Lucisano e Alessadra Bosi di Parole e dintorni per la disponibilità

Video: “Movt Movt”

Sagi Rei live @ Casa della Musica, la fotogallery del concerto

Lo scorso 10 maggio il cantautore israeliano Sagi Rei, noto per la fortuna e riuscita rivisitazione in chiave acustica di alcuni dei più grandi successi della musica dance anni’90, ha tenuto un concerto presso la Casa della Musica Federico II di Napoli. Ad inaugurare il live, la raffinata pianista e cantautrice parmense Roberta Di Mario, reduce dalla pubblicazione del nuovissimo album intitolato “Lo stato delle cose”.

Fotogallery e tracklist a cura di: Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

 Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

 Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

 Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

Sagi Rei Ph Luigi Maffettone

 

Roberta di Mario Ph Luigi Maffettone

Roberta di Mario Ph Luigi Maffettone

 

Tracklist:

  • Duel
  • Smalltown Boy
  • Old and wise
  • Freed from Desire
  • Shout
  • Cherish
  • Rhytm is a dancer
  • Missing
  • Sweet Dreams
  • Baby Boy
  • Show me love
  • What is love
  • Your loving arms
  • Don’t you want me
  • Maniac
  • L’amour toujour
  • Human Nature

 

“Un’altra ancora”, il nuovo singolo dei Nobraino

NOBRAINO 2Il fascino dei Nobraino continua a mietere vittime. “Un’altra ancora” è, infatti, il nuovo singolo della scatenata band indie rock. Tratto dall’album “L’ultimo dei Nobraino”, il brano si avvale di un testo brillantemente dissacrante, una canzone d’amore al contrario in grado di svelare un’anima allergica alla quotidianità di un rapporto a due. Il protagonista del brano è uno spirito vagabondo abituato a trotterellare di fiore in fiore per carpirne ogni più piccolo segreto prima che esso inevitabilmente sfiorisca. “Ora che ti parlo senza farti cadere, Ora che ho capito con chi faccio l’amore, Io con te potrei Dormire….  Ora che ho capito tutto quanto di te, ora che mi piace tutto quanto di te, puoi andartene per la tua strada io troverò un’altra ancora tutta da scoprire così … Io troverò un fiore ancora tutto da fiorire”; lo spiazzante testo si accompagna alla consolidata forma canzone a metà strada tra cantautorato impegnato e ironico folk-rock che, forte di un rodaggio di oltre un migliaio di concerti, rappresenta un inespugnabile marchio di fabbrica per i Nobraino. Lorenzo Kruger e soci sono lontanissimi da qualsivoglia etichetta o schema pre-impostato, il loro repertorio è in grado di variare in lungo e in largo senza mai perdere la credibilità artistica che fa di questo gruppo una delle realtà più interessanti dello scenario musicale italiano.

 Raffaella Sbrescia

Queste le prossime date del tour:

 11/05/2014         Pisa, Aspettando Metarock

21/05/2014         Padova, Cerebration Fest

 22/05/2014         Parma, Ex Carcere San Francesco

24/05/2014         Rimini, Velvet

 30/05/2014        Bologna, Biografilm Festival

31/05/2014         Segrate (Mi), Magnolia

07/06/2014         Castiglione del Lago (Pg), La Darsena Live Music

11/06/2014         Bergamo, Festa delle Cooperative

14/06/2014         Senigallia (An), Mamamia

21/06/2014         Sassocorvaro (Pu), Indietamo Festival

 26/06/2014         Monteprandone (Ap), Festa della Birra

27/06/2014         Bucine (Ar), Nostop Festival

28/06/2014         Jelsi (Cb), Piazza Valiante

04/07/2014         Ome (Bs), Somenfest

Video: “Un’ altra ancora”

“Curtain Call”: il rock esterofilo dei The Citizen

the citizen 2“Curtain Call” è il titolo del nuovo progetto discografico della rock band made in Salerno The Citizen. Sonorità di forte impatto richiamano subito l’immaginario alle grandi band del momento… I The Citizen fanno subito sul serio, gli 8 brani che compongono questo full lenght sono cantati tutti in inglese e, in effetti, questo gruppo ha molto poco a che fare con la musica italiana. Ace (Ciro Amoroso) alla voce, chitarra e synth, Franco Amoroso al basso e back vocal, Roberto Coscia alla batteria e percussioni e Noam Radetich alla chitarra, pianoforte e synth hanno già lanciato sul web il singolone “Curtain call”, il brano descrive il richiamo ancestrale del palcoscenico, dà il nome al disco, di prossima uscita e che sta riscuotendo consensi e attenzioni anche oltreoceano, ad ulteriore testimonianza di una cifra stilistica di concezione esterofila.

the citizen 1Ritmo incalzante e tematiche intimistiche trovano una riuscita via di incontro attraverso una formula semantica e strumentale strutturata con cura. Il disco prosegue sulle note di “You and I”, il brano si fa ascoltare con piacere, grazie ad un crescendo sonoro che cerca di non strafare. Il tema del brano è incentrato su un rapporto a due da costruire e cementare, sforzo e impegno saranno le chiavi di volta di un rapporto destinato a durare. Doppio è il livello sintattico di “This time”: un primo passaggio determinato dal dialogo tra chitarra acustica ed elettrica, si abbina ad una svolta hard rock che sorprende e convince. Il più bel brano dell’album è “The way you change” “You will not surreder to the way you change”, i The Citizen cantano l’evoluzione identitaria del singolo  tessendo fitte trame chitarristiche dal forte impatto emotivo, per un risultato assolutamente ottimale.  L’immancabile ballad è “Something left”: “when all the games are done, what remains is just last tear”, eppure non tutto è perduto, anche in questo caso la vena compositiva dei The Citizen è in grado di virare repentinamente verso un mood più rock, stemperando vivacemente i toni. “Relax, and take your time. What you’ve lost, just stays behind”, il testo di “Relax” scorre veloce tra percussioni e chitarre in picchiata fino ai synth finali mentre “Panik Attack” è una scarica elettrica che si serve di bugie, domande e paure per alienare la mente da uno spirito dannato. Il disco si chiude con un “Outro” strumentale dall’effetto perturbante, proprio come lo è la concezione del bello.

Raffaella Sbrescia

Video: “Curtain Call”

Ligabue, “Il muro del suono”: la recensione del singolo e del video

Luciano Ligabue

Luciano Ligabue

“Il muro del suono” è il nuovo singolo di Luciano Ligabue. Il brano è tratto dall’album “Mondovisione” e, grazie al forte impatto di un testo pensato per indurci a riflettere, l’ambientazione del videoclip in un ex polo industriale di Reggio Emilia risulta piuttosto azzeccata. Prodotto da G. Battista Tondo, per Eventidigitali Films, e diretto da Riccardo Guernieri, con la fotografia di Fabrizio La Palombara e il disegno luci di Jo Campana, il videoclip abbina le parole del testo a riprese di scritte particolarmente significative: “Fa male la memoria a breve termine”, “Solo questione di prospettive”, “Coincidenza un cazzo”, questi gli sfoghi umani impressi tra le mura in putrefazione di un imponente polo industriale, abbandonato e in rovina. “Sotto gli occhi sempre distratti, comunque distratti del mondo, Ligabue elenca gli ultimi colpi di spugna consumata di una democrazia in grave deterioramento. Ad ogni angolo ci si barcamena tra chi si nutre di speranza, tra chi, invece, dispera e chi, infine, riesce comunque a poggiare in ogni caso la testa sul cuscino.

Sotto gli occhi annoiati e distratti del mondo si consumano i peggiori crimini ma, chissà per quale motivo, ci si concentra solo sulle pallottole in canna dei media. Ligabue ne ha per tutti, anche per quella giustizia in cui confidiamo fiduciosi ma che, troppo spesso, si muove in ritardo, appesantita da un sistema reso paralitico dalla burocrazia e da avvocati che si sentono Dio. Nonostante un quadro tragico, il rocker di Correggio riesce, tuttavia, a trovare un modo per smantellare la sottile filigrana grigiastra che ci sovrasta: “C’è qualcuno che può rompere il muro del suono mentre tutto il mondo si commenta da solo, il cerino sfregato nel buio fa più luce di quanto vediamo”, canta Luciano, ed è vero: un piccolo cerino, un oggetto quasi in via d’estinzione, in assenza di luce, ci risulta comunque indispensabile per tracciare un piccolo sentiero che non ci faccia finire nel burrone.

Un arrangiamento, impeccabilmente energico e sfrontato, regala a questo singolo una verve travolgente e carismatica, in grado di conquistare tempo e attenzione in qualsivoglia contesto. “Chi doveva pagare non ha mai pagato per la carestia, chi doveva pagare non ha mai pagato l’argenteria, chi doveva pagare non ha mai pagato” e continua a non farlo, aggiungiamo noi. La vita ci impone di acquisire virtù come pazienza, diplomazia, arte del compromesso ma, tra tutti i rassegnati distratti del mondo, ci sarà sempre quel cerino pronto ad accendere un focolaio di speranza nei nostri cuori maledetti.

Raffaella Sbrescia

Video:  ”Il muro del suono “

MONDOVISIONE TOUR – STADI 2014”

30 maggio  ROMA      Stadio Olimpico   SOLD OUT

31 maggio   ROMA     Stadio Olimpico                           

6 giugno     MILANO  Stadio San Siro   SOLD OUT

7 giugno     MILANO   Stadio San Siro   SOLD OUT

11 giugno    CATANIA  Stadio Massimino   SOLD OUT

12 giugno    CATANIA  Stadio Massimino

12 luglio      PADOVA    Stadio Euganeo

16 luglio      FIRENZE   Stadio Artemio Franchi

19 luglio      PESCARA   Stadio Adriatico

23 luglio      SALERNO  Stadio Arechi

6 settembre  TRIESTE  Stadio Nereo Rocco    NUOVA DATA

9 settembre    TORINO   Stadio Olimpico        NUOVA DATA

13 settembre   BOLOGNA  Stadio Dall’Ara      NUOVA DATA

20 settembre   BARI          Arena Della Vittoria   NUOVA DATA

 

Previous Posts Next Posts