Lavinia Mancusi, la dea Afrodite della musica in concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lo scorso 23 maggio, nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, Lavinia Mancusi e Gabriele Gagliarini, insieme con l’orchestra di musica greca Evì Evàn, hanno dato voce alle armonie e ai ritmi che abitano il bacino del Mar Mediterraneo. Un omaggio personalissimo ed originale alla storia di un territorio che, anche dopo millenni, continua ad emanare fascino e a trasudare bellezza. Vento, acqua, terra, fuoco sono ancora gli elementi chiave per interpretare le sfumature del calderone di storie che, artisti di tutto il mondo ci raccontano, cullando sogni, ricordi e speranze.

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

“L’uomo è diventato stanziale ma la musica è rimasta nomade e noi e la nostra cultura siamo i frutti di tale movimento”, questo è il messaggio racchiuso in “Semilla”, il lavoro discografico che Lavinia Mancusi cantante, violinista e percussionista ha creato insieme a Gabriele Gagliarini, percussionista di origini peruviane, tessendo le trame di un interessante percorso di ricerca strumentale, inseguendo contaminazioni fra tradizioni centenarie e sensibilità contemporanee.

Gabriele Gagliarini @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Gabriele Gagliarini @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Termine derivato dallo spagnolo e indicante la “semina”, “Semilla” sparge semi musicali che, pur nella loro diversità, germogliano vicini e ci parlano di un’umanità nomade e poetica.Il disco si apre con “Angela Rè” un brano scritto da un anonimo napoletano del XVIII secolo e arricchito da un suggestivo e coinvolgente arrangiamento, perfetto per mettere in evidenza l’intensa e potente vocalità di Lavinia.

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Davvero molto riuscita è “Alba (da Durazzo ad Otranto)”, la pizzica ospita  il violino di Olen Cesari creando un amalgama sonoro di pregevole qualità. “Omenaje A Rosa (Bottana De To’ Ma)” e “Omenaje A Rosa (Cu’ Ti Lu Dissi)” sono grida di dolore a cui è impossibile rimanere indifferenti.  La malinconia impressa ne la “Tarantella del Bosforo” ritrova lo stesso mood anche nello struggente  “Fado Romanesco ”. Il disco presenta una struttura ciclica, il brano di chiusura è, infatti, “O Sole ‘E Pulecenella”: dopo essersi spinta, in lungo e in largo, attraverso le culture del sud del mondo, Lavinia Mancusi ritorna al luogo di partenza piena di tesori e ricchezze da reinvestire nella prossima tappa di una carriera destinata a brillare.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

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Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi @Auditorium Parco della Musica Roma Ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

“Maestri distorti”, la filosofia rock degli Occhioterzo

Occhioterzo Copertina Ufficiale (2)“Maestri distorti” è il progetto discografico, pubblicato nel 2013, dagli Occhioterzo, il trio nato nel 2009 che riunisce Giampiero De Leonardis, Antonello Nitti e Francesco Maria Antonicelli. Il disco, pubblicato su etichetta One More Lab e Don’t Worry Records, racchiude 13 brani caratterizzati da un anima genuinamente rock. Immediatezza, istintività e attenzione per la parola scritta sono i dettagli su cui è importante concentrarsi per capire che, oltre l’emozione e la dirompente energia, c’è un contenuto, frutto di una riflessione. Come detto, gli arrangiamenti si concentrano tutti sul genere rock, le chitarre degli Occhioterzo picchiano duro con la precisa intenzione di graffiare quanto basta per lasciare un segno nitido.

Occhioterzo

Occhioterzo

Tra le tracce più interessanti, citiamo “Mangiando Eva”, un brano che si destreggia tra “chi non dice, chi non sa, chi non è, chi non ci sta”. L’irriverente testo de “La Rivoluzione delle Scimmie parlanti” ci mette con le spalle al muro tra desideri privi di cuore e l’amore che conviene.  La scia nebulosa e confusionaria di “Marasma” si accompagna all’enigmatica filosofia di “Babilonia”. La destabilizzante scarica strumentale di “Nella torma” trova esaurienti risposte di denuncia ne “L’Impero”, un testo pregno di considerazioni sulla nostra attualità. Il disco si conclude con “Meglio quando smetti”: 10 minuti di musica in cui gli Occhioterzo spaziano tra l’italiano e l’inglese, il presente ed il passato storico, offrendo un esauriente campionario aperto alla ricerca e alla sperimentazione. Da approfondire con un attento ascolto dal vivo!

 Raffaella Sbrescia

Mercoledì Note: cultura, musica e intrattenimento al Caffè Letterario Intra Moenia

Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Nel cuore di Piazza Bellini, uno dei più rinomati ritrovi culturali del centro storico di Napoli, sono ritornate le serate musicali del Caffè Lettarario Intra Moenia, organizzate all’interno della rassegna di concerti estivi, intitolata “Mercoledì Note”. Dalle 21.00 a mezzanotte di ogni mercoledì, si terranno, infatti, degli appuntamenti musicali di elevata caratura qualitativa e ad ingresso gratuito.

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

L’ultimo seguitissimo evento, in ordine di tempo, si è tenuto lo scorso 21 maggio e ha visto la partecipazione del compositore e sassofonista Daniele Sepe, accompagnato dalla vellutata e preziosa voce di Floriana Cangiano e da Tommy De Paola (tastiere), Davide Costagliola (basso), Paolo Forlini (batteria).

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

La serata ha rappresentato il culmine di una serie di laboratori iniziati proprio all’Intra Moenia e proseguiti all’Ex Asilo Filangieri di Napoli e allo Jarmusch Club. Gli artisti hanno ripercorso insieme le tappe musicali di questo viaggio artistico proponendo al pubblico un’eterogenea miscellanea: Mingus, Monk, Coltrane, Rollins, Hancock, Corea, Evans, Jarrett, Zawinul, Shorter, Pascoal, Barbieri, Zappa, Davis, Gershwin, Cole Porter sono alcuni dei grandi nomi al centro di una performance che ha racchiuso la summa di un processo di studio, analisi e ricerca, mirato al completo coinvolgimento del pubblico.

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

L’appuntamento con i “Mercoledì Note” continuerà sino a metà ottobre: mercoledì 28 maggio toccherà agli Slivovitz con il “PS3″, (Pietro Santangelo trio); mercoledì 4 giugno sarà la volta degli Speak Easy con la loro musica jazz; mercoledì 11 giugno suoneranno gli Anima Nova la formazione che offre una coinvolgente bossa nova; mercoledì 18 giugno sarà all’insegna della musica popolare con il gruppo vesuviano dei Rareca Antica.

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Una lunga serie di serate in compagnia della buona musica che vedranno una naturale continuazione nei mesi successivi e che avranno la medesima finalità: coinvolgere i cittadini in un percorso formativo in grado di intrattenerli in maniera colta e raffinata senza per questo recare disturbo e ledere le legittime esigenze di tranquillità dei residenti della piazza.

“FolkRockaBoom”, il viaggio nel deserto de il Pan Del Diavolo

cover_pdd“FolkRockaBoom” è il terzo album de il Pan Del Diavolo. Il duo Folk /Rock’ n’ Roll formato da Pietro Alessandro Alosi (chitarra, grancassa e voce) e Gianluca Bartolo (chitarra e voce) si è immerso nel polveroso deserto dell’ Arizona e, tra immense distese e selvagge atmosfere western, ha dato vita ad un progetto discografico verace ed energico. Registrato insieme ad Antonio Gramentieri (Sacri Cuori) e mixato da Craig Schumacher, l’album, su etichetta La Tempesta Dischi, sarà pubblicato il prossimo 3 giugno. Le 12 tracce che lo compongono spaziano tra folk, country e rock. I tre generi si fondono all’interno di un’infuocata lotta esistenziale senza esclusione di colpi.

Polvere, furia, vento e schitarrate sono il companatico de Il Pan Del Diavolo che, con l’obiettivo di trasferire nei loro stessi brani lo spirito avventuriero che ha contraddistinto la fase di realizzazione del disco, hanno registrato l’album in presa diretta. Forza, istinto, ragione e ribellione sono gli elementi chiave per interpretare lo spirito di “FolkRockaBoom”, la cui title track è anche la traccia d’apertura: senza capi né professori, ci si difende da soli, aspettando, pazientemente, la fine del nemico.

La costante penombra in cui si muovono i Pan Del Diavolo in questo lavoro si incontra e si scontra con il piglio energico della ritmica scelta, simile ad una furiosa cavalcata in terre aride. “Da quando sono nato ho sempre viaggiato, stavo cercando il mio posto nel mondo”, così inizia “Mediterraneo”, la colonna sonora di chi vive con la sabbia tra le mani e i piedi nudi per terra, di chi non conosce la parola pace, di chi vive in una fetta di mondo che tutti vogliono spartirsi. Lì, lungo le rive del Mediterraneo, le teste ruzzolano, annegano, spariscono ma “questo non è l’oceano, questo è il Mediterraneo”, ogni morte tornerà a distruggere l’assassino.

Inquietudine e angoscia attraversano le parole di “Vivere fuggendo”… “Chi sta sbagliando cosa? Chi è la spina, chi è la rosa?” Un Amletico interrogativo, destinato a rimanere senza risposta. Desiderio e spavento, si rifugiano nella melodia, nella follia e nelle ombre de “Il meglio” mentre tutto il pathos emotivo riemerge nella grintosa parte strumentale relegata alla fine del brano.

“Cattive idee” è uno dei testi più intensi del disco: “Il tempo passa, io oggi resto”, scrivono e cantano i Pan Del Diavolo, lasciando che la nostra mente si barcameni tra “Saggi consigli, ispirazioni, cattive idee, cattive azioni, cieli grigi e scuri”. Intenso e potente è il mantra di “Io mi do”:Io non mi curo degli altri, non penso a quello che faccio, la regola è essere positivo, io mi metto sempre in gioco”, un flusso di coscienza libero e coinvolgente che si scontra con una scarica di NO nel finale: da brivido!

“Devo spremere la vita almeno in un’avventura che valga la pena vivere”, questo il messaggio centrale di “Nessuna certezza”. Tra grida incessanti e la ricerca di canzoni si arriva a “Mezzanotte”, il momento in cui la stanchezza del giorno non ci lascia la forza di parlare ma ci permette di convivere con la consapevolezza di quello per ci serve per sopravvivere.

La ribelle crudezza selvaggia dello strumentalismo magnetico di “Aradia”, il brano realizzato in collaborazione con Andrew Douglas Rothbard, rappresenta una scarica adrenalinica dall’effetto purificante. La tappa necessaria per affrontare “Il Domani”, la traccia di chiusura del disco che coinvolge i Sacri Cuori e che ci traghetta in un dolce mondo fatto di sogni, dove le canzoni conteranno più dei soldi se ci saranno le stelle. Sono i sogni del mondo a popolare le allucinazioni di un viaggio nel deserto che, giunto alle ultime drammatiche battute, ci riporta alla nostra inquietante realtà.

 Raffaella Sbrescia

Video: “FolkRockaBoom”

Intervista a Dante Brancatisano “Sono ancora qui”

DANTE_cover SONO ANCORA QUI (2)Dante Brancatisano è un cantautore calabrese che dopo “Via Gleno”, ha pubblicato lo scorso 20 maggio il nuovo album intitolato “Sono ancora qui”, anticipato in radio dal singolo “Così come sei”. Questo lavoro, prodotto dall’etichetta indipendente Eden Music, segna una nuova fase del percorso artistico di Dante e contiene 9 brani in cui il cantautore  racconta la propria  quotidianità, avvalendosi della collaborazione di grandi musicisti del panorama italiano come il batterista Alfredo Golino, il bassista Paolo Costa, il tastierista Matteo Fasolino e i chitarristi  Andrea Braido e Luca Colombo. Abbiamo raggiunto Dante al telefono per farci raccontare questo album e per scoprire come procedono le numerose attività che egli sta portando avanti già da tempo.

“Sono ancora qui” è il titolo del tuo nuovo album in cui racchiudi in maniera diretta la tua quotidianità. Cosa racconti in queste canzoni e qual è il messaggio che vorresti trasmettere al tuo pubblico?

In questo lavoro racconto momenti di vita vissuti e i sentimenti di tutti i giorni: rabbia, delusione, tristezza, amore. In questo lavoro c’è un po’ tutto quello che rappresenta la vita a 360 gradi. Il messaggio è piuttosto forte ed immediato…Non bisogna arrendersi mai, concentriamoci sul fatto che dopo il buio arriva sempre la luce!

Qual è il brano a cui ti senti più legato?

 “Cosa ce ne frega”. Nella vita abbiamo tutti i nostri piccoli o grandi difetti ma tendiamo sempre a nasconderci e a lasciar emergere solo i nostri tratti migliori. Io invece penso che anche le imperfezioni siano parte integrante di ciascuno di noi e questo brano parla proprio di questo.

Come mai hai scelto “Bella Ciao” come ghost track dell’album?

“Bella Ciao” è una canzone che nessuno dovrebbe dimenticare per ricordare da dove veniamo, quello per cui i nostri antenati hanno combattuto e sono morti regalandoci  la libertà. La libertà, una parola tanto usata ma davvero poco rispettata. “Bella Ciao” non è solo la canzone dei comunisti, è la canzone di un popolo in lotta.

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Dante

I testi sono nati tutti spontanei, velocissimi. In quel periodo mi sono sentito come un fiume in piena, dovevo dire la mia su tutto, sentivo dentro di me la voglia di scaricare tutto quello che avevo sopportato e la gioia di aver ritrovato la vita di tutti i giorni. Con i musicisti si è instaurato subito un rapporto molto bello, basato sull’amicizia e sul rispetto comune. Ho lavorato con dei veri professionisti che hanno fatto la storia della musica e ciascuno ha aggiunto qualcosa di personale nel disco.

Come procedono le attività della tua scuola “Il villaggio della musica”?

Si tratta di un’iniziativa a sostegno di talenti emergenti con la collaborazione di tantissimi professionisti dello spettacolo, persone che hanno capito lo spirito del progetto e che lo stanno appoggiando. Ci stiamo anche allargando, presto apriremo una sede a Pescara… Amo molto questo progetto perché adoro guardare questi ragazzi nei cui occhi sono racchiusi tutti i sogni del mondo. Attraverso i loro occhi, rivivo anche io le loro emozioni.

Dante

Dante

Che riscontri hai avuto dalla pubblicazione del tuo libro intitolato “Vita straordinaria di un uomo ordinario?

Il libro sta andando piuttosto bene anche se nell’ultimo periodo mi sono concentrato soprattutto sulla musica… Più avanti riprenderò a seguire la promozione di questo lavoro perché esso vuole essere la testimonianza diretta di una storia che potrebbe essere quella di chiunque. Ho gridato la mia innocenza, la griderò ancora e dimostrerò in qualunque sede la mia completa estraneità a tutti i fatti di cui sono stato ingiustamente accusato.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni live?

Ci sono i miei manager che hanno chiuso delle date a Milano e a Bologna ma stanno arrivando anche altre richieste… Vorrei poter tenere conto anche delle esigenze dei ragazzi della mia band, sarebbero tutti orgogliosi di prendere parte anche alla dimensione live del mio progetto , un live con tutti loro sarebbe un’esperienza davvero eccezionale!

Si ringraziano Dante Brancatisano e Tatiana Corvaglia per Parole e Dintorni

Raffaella Sbrescia

Video: “Così come sei”

“Me. I Am Mariah…The Elusive Chanteuse”, la recensione del nuovo album di Mariah Carey

mariah carey“Me. I Am Mariah…The Elusive Chanteuse” è il discusso e controverso titolo del nuovo album di inediti di Mariah Carey, in uscita il prossimo 27 maggio in tutto il mondo. Alle prese con svariate collaborazioni artistiche tra cui spiccano quelle con R.Kelly, Mary J.Blige, Nas, Fabolous, Wale e Miguel, la cantante americana ha cercato di rimanere fedele e sé stessa. I testi, piuttosto omogenei nella tematica, soprattutto di natura amorosa, sono stati confezionati con cura ma, salvo poche eccezioni, il risultato non è poi così innovativo e convincente come si sperava. Il disco, versione standard, è già di per sé lungo e anche per questo motivo l’ascolto può essere soggetto a distrazione e noia. Elementi letali per un lavoro pensato per rilanciare l’immagine di un’artista dotata di una voce unica e speciale come Mariah. Tra le canzoni più riuscite del disco c’è la traccia d’apertura “Cry” che mette subito in evidenza la profondità e la bellezza della voce della “Elusive Chanteuse”, senza ulteriori ricami e ghirigori. Anche “#Beautiful” è tra le tracce da evidenziare per il gusto e la coinvolgente ritmica dell’arrangiamento proposto. Fresca e catchy, la canzone potrebbe rappresentare un filone da continuare a sviluppare in futuro. Molto meno riuscita è, invece, “Thirsty”, così come “Supernatural”, in cui risulta francamente incomprensibile il campionamento della voce di un neonato. La collaborazione con Wale regala un certo movimento piacevole a “You don’t want what to do”, il brano che, dall’apertura classica iniziale si apre ad una coinvolgente ambientazione disco dance che non dispiace. La delicatezza e l’eleganza gospel di “Camouflage”, insieme al sound by New Orleans di “Money” Feat. Fabolous e al sorprendente assolo all’armonica di Stevie Wonder sulle note di “Make it look good”sono i tratti più interessanti dell’ ultima parte del disco che, nella versione standard, si chiude con ‘‘Heavenly (No Ways Tired/Can’t Give Up Now)”, il brano che ospita l’intero coro gospel del reverendo James Cleveland, in cui Mariah finisce per strafare con delle urla decisamente inappropriate ed eccessive. In sintesi, questo disco non aggiunge e non toglie nulla a quanto Mariah ha costruito nella sua carriera. Nel tentativo di aggiornarsi alle nuove produzioni, la cantante si è dispersa nel marasma delle possibilità sonore che aveva a disposizione, forse dimenticando che il più bel suono è proprio quello autentico della sua stessa voce.

 Raffaella Sbrescia

Video: ” #Beautiful” Ft. Miguel

“Evviva la deriva”, l’esordio dei Dagomago

Cover Evviva la deriva (2)“Evviva la deriva” è l’emblematico titolo dell’album d’esordio dei Dagomago, un progetto giovane nato alla fine del 2012 e che vive attraverso le intuizioni artistiche di Matteo Buranello, Andrea Pizzato e Luca Buranello. Il disco, di chiara ispirazione anglosassone, è prodotto dall’etichetta indipendente Vina Records e, partendo da uno sgangheratissimo quadro dell’attualità che ci circonda, costruisce un’originale cornice testuale che, invece di sporgere denuncia, cammina sul marcio, realizzando un irriverente elogio all’instabilità e all’indeterminatezza del nostro vivere quotidiano.

Dagomago

Dagomago

I Dagomago escono dalla rabbia dei racconti del giornali in “Male” per immergersi nei tempi di delirio e populismo di “Cucinami se vuoi”. L’innata attitudine punk del trio si sposa con sonorità elettriche ed elettroniche creando volume e movimento. L’ironia dissacrante de “La fuga del cervello”, accompagnata da un esilarante videoclip,  racconta il disagio esistenziale senza cadere nei clichè a cui ci siamo ormai abituati. “Che tristezza i profeti di provincia”, cantano i Dagomago, in “La vita acida” salvo poi descrivere, con lucida disillusione, lo status de l’ “Apprendista a tempo interminato”: una condizione esistenziale avvilente, deturpante, ingiusta, indecorosa, inaccettabile.  Tra vizi privati e virtù pubbliche, proviamo a riprenderci quello che ci hanno rubato, scrivono e cantano i Dagomago in “Maninalto”. Inserimenti elettronici di bassi sintetici e tastiere che pescano dalla new wave impregnano il testo di “10CNR” , l’ode ad un fantomatico commercialista a cui il gruppo racconta di come abbiamo imparato a vivere senza grosse pretese senza nessun rimorso in ogni caso. Atmosfere oniriche e sognanti, caratterizzano, invece, il mood di ”Tenera è la notte”, la traccia che anticipa la chiusura del disco, affidata a “Non fa male”: l’intro da tipica ballad malinconica sorprende con un’apertura strumentale centrale, perfetta per descrivere il terrore, il tremolio ed il lucido ma impotente delirio di una folla di burattini in marcia verso la fine di un lunghissimo tunnel. Nichilismo tutto da godere.

Raffaella Sbrescia

Video: La fuga del cervello

“Mannucci incontra a teatro”, il Tirso de Molina si riempie di note e di emozioni

Stefano Mannucci e Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Stefano Mannucci e Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Senza filtro, senza freno, senza ritrosie ed antagonismi. Gli incontri in musica organizzati dal giornalista de Il Tempo Stefano Mannucci, presso il Teatro Tirso de Molina di Roma, giungono all’ultimo appuntamento stagionale con una serata particolarmente ricca da ogni punto di vista. Ricca di emozioni, di note, di racconti, di artisti come Jack Savoretti, Zibba, Fabrizio Moro, Raiz & Fausto Mesolella e Alessandro Mannarino.

Fausto Mesolella e Zibba Ph Roberta Gioberti

Fausto Mesolella e Zibba Ph Roberta Gioberti

In un’atmosfera intima, raccolta, oseremmo dire familiare, ognuno degli artisti presenti ha messo a nudo il proprio amore per la musica, raccontando un’ Italia musicale diversa, avulsa dalle logiche commerciali, abituata a ragionare sui testi e sulle possibilità espressive di un’arte, troppo spesso svilita e ridotta a puro business.

Fabrizio Moro e Stefano Mannucci Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro e Stefano Mannucci Ph Roberta Gioberti

Sul palco del Tirso, nel cuore di Roma, si sono alternati, incrociati, abbracciati artisti che, attraverso la propria esperienza, hanno voluto contribuire alla costruzione di un circuito destinato a crescere ed ad insediarsi in tutta Italia per provare a riconcentrare l’attenzione sull’aspetto più puro e più verace del mondo legato alla musica.“Umiltà, semplicità, pochi mezzi e tanta passione”, sono questi gli ingredienti svelati dallo stesso Mannucci che, questa mattina, ha raccontato a chi c’era e a chi avrebbe voluto esserci, di come questo e gli altri incontri che egli è solito organizzare presso il  N’importe Quoi Libreria Caffe di Roma servono a restituirci “il diritto di ascoltare e riconoscere la bellezza che ci circonda e l’energia per affrontare la vita con vigoria e rinnovato entusiasmo”.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Jack Savoretti Ph Roberta Gioberti

Jack Savoretti Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Raiz Ph Roberta Gioberti

Raiz Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro Ph Roberta Gioberti

Zibba Ph Roberta Gioberti

Zibba Ph Roberta Gioberti

Fausto Mesolella Ph Roberta Gioberti

Fausto Mesolella Ph Roberta Gioberti

Il pubblico del Teatro Tirso de Molina Ph Roberta Gioberti

Il pubblico del Teatro Tirso de Molina Ph Roberta Gioberti

“Mannucci incontra a Teatro”  Setlist

Jack Savoretti:
1) Not worthy
2) Broken Glass
3) Changes
4) Sweet Hurt

Savoretti, Zibba, Fausto Mesolella:
5) Ancora tu

Zibba, Mesolella:
6) E se domani

Zibba:
7) Senza pensare all’estate
8) Dove i sognatori sono librai
9) Nu’ jorno buono (frammento)
10) Senza di te

Mannarino:
11) Scendi giù

Mannarino, Mesolella:
12) Fatte bacià

Raiz & Mesolella:
13) Lacreme Napulitane/Immigrant punk
14) Maruzzella (in ebraico)
15) Carmela/I’m your man
16) Third stone from the sun/ O’ surdato ‘nnamurato/Black or White/Give me love
17) Arrivederci Roma

Fabrizio Moro
18) Medley: Libero/Pensa/Sono solo parole
19) Babbo Natale esiste
20) Fermi con le mani
21) L’Italia è di tutti

Giorgia in concerto a Napoli: la regina del soul è “Senza Paura”

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

“Ho intitolato questo tour Senza Paura, così come si chiama il mio ultimo disco, ma, già mentre ero in viaggio verso Napoli, ho abbassato le barriere e le difese perché dove c’è bellezza, dove c’è sensibilità, non c’è paura. Qualcuno è invidioso, qualcuno cerca di distruggere la bellezza che avete insita dentro di voi ma, ogni volta che vengo qui, si crea un legame invisibile che c’è, che si sente e chiude un cerchio che ci unisce. Per ricambiare tutto questo, posso solo cantare”.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Questa è la bellissima dedica d’amore che Giorgia ha fatto al pubblico del Teatro PalaPartenope di Napoli durante il concerto che si è svolto lo scorso 20 maggio, nell’ambito del suo “Senza Paura Tour”. Elegante, raffinata, solare e umile, Giorgia Todrani rappresenta l’emblema del talento puro. La sua voce è un miracolo della natura e, anche se a volte potrebbe sembrarci di esserci abituati al successo delle sue canzoni, l’esperienza dell’ascolto dal vivo della sua voce, rimane, ancora oggi, un evento magico. Pulita, limpida, trasparente, brillante, la voce di Giorgia non conosce limiti e può essere ampiamente associata a quella delle più grandi interpreti femminili della storia musicale.

Ad affiancarla sul palco Sonny T.  (Thompson) al basso, Giorgio Secco alla chitarra, Gianluca Ballarin alle tastiere, Claudio Storniolo al piano e Mylious Johnson alla batteria, una band che, alla luce del prezioso contributo strumentale offerto,  vale la pena citare per intero.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Ad inaugurare il live “Quando una stella muore”, “Non mi ami”, “Come saprei”, “Spirito libero”: fiaba, sogno, magia, mistero, amore, rabbia, dolore, riflessione sono i sentimenti cantanti da Giorgia che, avvolta da un magnetico fascio di luci, è una gemma preziosa nel bulbo di un fiore di note. Il pubblico è attivo e partecipe per tutto il tempo; cosa rara nell’era di chi, invece di godersi il concerto, posta foto e video sui social network. Questo tipo di attenzione, quindi, non è da dare per scontata, va bensì sottolineata per rendere il giusto merito ad un’artista in grado di appassionare il proprio pubblico. Il concerto prosegue con “Sembra impossibile”, “Girasole”, un accenno di “Quello che sei per me” dei 99 Posse e l’incredibile bellezza di “Gocce di memoria”, un capolavoro assoluto.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Subito dopo Giorgia scende tra il pubblico ed esegue un lungo medley su una pedana posizionata in fondo al parterre del Teatro: “Nasceremo”, “Come Thelma &Louise”, Infinite volte”, “Parlo con te” sono i brani scelti da Giorgia per il contatto ravvicinato con occhi, cuore e orecchie innamorati di lei e della sua voce.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

“Il mio giorno migliore”, “Per fare a meno di te”, “La gatta”, “Pregherò”, Chiara luce” e poi, ancora, “Vivi davvero”, “Marzo”, “La mia stanza”, “Tu mi porti su”, “Di sole d’azzurro” (con parte del testo cantata in inglese) sono i pennelli con cui Giorgia dipinge il proprio autoritratto artistico in un saliscendi di emozioni.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Divertente la parentesi dedicata al momento “Joke” in cui l’artista ha ripercorso, a grandi linee, quel lontano e fortunato 1994, l’anno di “E Poi”, forse l’unico brano più lungo del concerto, eseguito con calma e particolareggiata cura per ogni singolo dettaglio, senza trascurare, infine, la grinta di “Io fra tanti”, il brano che chiude la scaletta e non a caso. “Prima inter pares”  Giorgia Todrani conserva l’umiltà di venti anni fa ma è, a tutti gli effetti, la regina indiscussa del soul.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Alcuni membri della band @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Alcuni membri della band @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

 

 

I The Vamps presentano “Meet The Vamps Italian Edition”

the vampsThe Vamps è una  boy band inglese, formatasi nel 2012 e composta da Connor Ball, Tristan Evans, James McVey e Bradley Simpson. Il gruppo ha pubblicato, proprio oggi 20 maggio, una versione dell’album intitolato “Meet The Vamps”, dedicata ai fan italiani,  comprensiva di DVD, dandole il titolo di “Meet The Vamps Italian Edition”.

Questa speciale edizione contiene 15 brani inediti e un poster con le  foto inviate dai fan italiani, realizzate nel corso del Vamparty di Roma, tenutosi lo scorso febbraio. In attesa dell’appuntamento che li vedrà a Milano, il prossimo 21 maggio, cerchiamo di scoprire che tipo di musica propongono questi ragazzi così amati in Italia e nel mondo. Pezzi come “Wild Heart”,  “Can we dance” e “Last Night” sono considerate ormai delle hit e, a giudicare da quanto ascoltato, ci sarebbe da dire che la formula del loro successo è racchiusa in una ricetta ormai consolidata: sonorità orecchiabili, melodice catchy e non troppo impegnate, fisionomie rientranti negli standard dei canoni della bellezza 2.0

Ad onor del vero bisogna aggiungere, però, che questi 4 ragazzi sono tutti musicisti, e, pur auspicando un ampio margine di migliorabilità, è giusto dare loro atto del fatto che scrivono e suonano le loro cose da soli. Tra guizzi folk e lunghe immersioni nel power pop, nel loro disco spuntano le parentesi più acustiche di “Another World”, “Risk it all” e “She was the one”. “Move My Way”  e “High Hopes” prendono chiara ispirazione dallo stile dei colleghi McFly. Sebbene sia comprensibile la stima e l’ammirazione dei The Vamps verso la tipologia di approccio al “nu pop” del gruppo britannico, questa forte somiglianza potrebbe andare a loro stesso discapito. Quel che è giusto dire, allora, è che, nonostante un primo progetto contenente del buon materiale, i The Vamps sono ancora talmente giovani da avere non solo il diritto ma anche, e soprattutto, il dovere di osare, ricercare, capire, sperimentare e mettersi alla prova per costruire un percorso che possa essere durevole nel tempo.

Raffaella Sbrescia

Video: “Last Night”

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