“Pianefforte ‘e notte”: Tosca e Massimo Venturiello mostrano le nuove sfumature di Napoli

Tiziana Tosca Donati @Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Lo scorso 11 settembre il teatro all’aperto di Casamarciano (Na) , in località di Santa Maria del Plesco, ha ospitato lo spettacolo intitolato “Pianefforte ‘e notte”, nell’ambito della Rassegna teatrale Nazionale del teatro “Borghi e castelli in scena”. Protagonisti del palcoscenico la cantante Tiziana Tosca Donati e l’attore Massimo Venturiello, un duo di autentici professionisti che, attraverso un repertorio incentrato sulla tradizione classica partenopea,  ha saputo accompagnare per mano un nutrito pugno di anime in cerca di emozioni autentiche.

Massimo Venturiello @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

In un contesto socio-culturale alienante ed omologato è importante sottolineare l’importanza di eventi come questo in cui ogni sfumatura acquisisce un significato peculiare. Attraverso il raffinato canto di Tosca e la magistrale recitazione di Venturiello,  le note d’autore di vecchi spartiti napoletani di inizio ’900 si sono animati di nuova vitalità e di nuovi sviluppi semantici donando al pubblico un nuovo vigore interpretativo grazie al fascino di emozioni senza tempo.

Massimo Venturiello -Tosca@ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 Fotogrammi di volti, storie, amori e guai s’inseguono ancora oggi tra i vicoli e i quartieri del cuore della città di Napoli, tanto bella quanto dannata. Un piccolo universo unico al mondo che, raccontato con classe ed intelligenza, può ancora infiammare il cuore ed inumidire gli occhi.

Fotogallery a cura di: Anna Vilardi

Tosca @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Tosca @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Nu pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Nu pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Nu pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “‘Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

Massimo Venturiello -Tosca in “Pianneforte ‘e notte” @ Casamarciano Ph Anna Vilardi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Volo in concerto a Napoli: i golden boys conquistano l’Arena Flegrea

Il_Volo_Xmas13_1566_v04_0

Sui gremiti spalti dell’Arena Flegrea di Napoli si è tenuto l’atteso concerto dei ragazzi de Il Volo. Sono passati 5 anni da quando Piero Barone (tenore), Ignazio Boschetto (Tenore) e Gianluca Ginoble (baritono) conquistarono gli schermi italiani con il talent show, targato Rai 1, “Ti Lascio una canzone”. Guidati dal manager Michele Torpedine e dal produttore Tony Renis, i tre giovanissimi artisti sono riusciti a conquistare un’ampia fetta del pubblico internazionale esibendosi dal vivo in tutto il mondo ed instaurando durature amicizie e collaborazioni con alcuni dei più prestigiosi esponenti dello scenario musicale mondiale. Grazie all’eterno fascino del repertorio proposto, con brani della tradizione classica italiana, soprattutto quella napoletana di primo ‘900, Il Volo si muove in netta controtendenza rispetto alle mode musicali del momento ed è forse anche per questo che il loro concerto rappresenta l’occasione per avvicinare il pubblico più giovane alla tradizione musicale italiana.

Il_Volo_Xmas13_1268_v05_0

Dopo ben 8 tour internazionali, il primo tour italiano sta portando i golden boys in giro per la penisola e dopo aver incantato le platee di Taormina e Pescara, i 3 giovanissimi interpreti sono, dunque, approdati a Napoli cantando con classe e notevole padronanza scenica alcuni evergreen della canzone italiana, famosi brani tratti da musical e operistici, spaziando moltissimo tra generi musicali diversi con uno stile e degli arrangiamenti moderni, finemente eseguiti dall’Orchestra Sinfonica Campana, diretta dal Maestro Leonardo Quadrini.  Cantando in italiano, inglese, spagnolo, tra incessanti applausi e piccole standing ovations, Gianluca, Ignazio e Piero hanno subito proposto dei cavalli di battaglia: “Un amore così grande” di Mario Del Monaco e “Granda” del reuccio Claudio Villa, per poi passare all’elegante “Tous les visages de l’amour” di Charles Aznavour e alla loro “We are Love”. Tributo di Piero Barone a Placido Domingo con “No puede ser”, poi di nuovo con Ignazio e Gianluca per “Caruso” di Lucio Dalla.

Diversi i momenti dedicati alle esibizioni singole, grazie alle quali il pubblico ha avuto modo di apprezzare ciascuna delle tre diverse voci che compongono il trio. In scaletta anche “Quando l’amore diventa poesia” di Massimo Ranieri, “Io che non vivo” di Pino Donaggio, cantata in trio e col pubblico, “Cant’ help falling in love” di Elvis Presley, interpretata da Gianluca, e poi, ancora, “Nel sole”, “Memory” di Barbara Streisand (con cui sono stati recentemente in tour) feat. Gianni Guarracino alla chitarra. Suggestiva l’interpretazione de “Il canto” di Pavarotti, che i tre ragazzi hanno voluto dedicare a Davide Bifolco, il ragazzino tragicamente scomparso pochi giorni fa a Napoli. A seguire  ”Smile” di Charlie Chaplin, la celeberrima “Mamma” di Beniamino Gigli,  “Anema e core” con il maestro James Senese al sax, una particolare versione di “Beautiful Day” degli U2 e l’omaggio a Napoli con “Malafemmena”.

Chiusura in grande stile con dei classici di portata monumentale: “Torna a Surriento”, “Il mondo” di Jimmy Fontana e l’irrinunciabile “‘O Sole mio” sono i brani che Gianluca, Ignazio e Piero, ormai giovani uomini, sicuri di se stessi e delle proprie potenzialità, hanno scelto per congedarsi dall’entusiasta pubblico napoletano tra applausi scroscianti.

Raffaella Sbrescia

“Stanza 223″, la recensione del nuovo album dei Titoli di Coda

Titoli di Coda_foto 1-

I Titoli di coda sono Marco D’Anna (cantautore, autore, chitarra), Irene Scarpato (voce, autrice) e Alberto Santaniello (autore, chitarra); un trio di artisti partenopei che, nel corso di quattro anni, hanno lavorato parallelamente in studio e all’interno dello scenario musicale nazionale,  affermandosi come una interessante realtà cantautorale in grado di proporre testi ricercati e melodie ispirate al mondo del cinema. “Stanza 223” rappresenta, dunque, il loro approdo all’universo discografico su etichetta Full Heads, con distribuzione a cura di Audioglobe. Il disco, composto da 11 tracce eterogenee e complesse, racchiude e mescola atmosfere e armonie della musica moderna passando con disinvoltura dal jazz alla fusion senza trascurare una certa dose di elettronica, avvalendosi del contributo di numerosi musicisti campani e non.

foto tdc

Il fascino imprevedibile del fato permea il testo di “Hotel Roma”, la traccia d’apertura di “Stanza 223”, seguita da “Se poi cadesse il mondo”, un brano intimo e delicato, irradiato dalla leggerezza di un’atmosfera sonora tipica di un pomeriggio autunnale trascorso sulle rive della Senna. L’eleganza jazz de “L’equilibrio” emerge attraverso parole forti, che lasciano trasparire una profonda sensibilità: “Sono in equilibrio su un oceano di vita o poco più e galleggio stabile in attesa di cadere nel profondo blu” e poi, ancora, “In questo mondo liquido si ha ancora l’esigenza di cacciarsi in mezzo ai guai”, canta Irene Scarpato con la sua voce leggera e sottile. Suadente è il rimo del tango in “Via da me”, un brano appassionato incentrato sul tema dell’amore combattuto.

titoli di coda

La voce di Marco D’Anna anima le parole di “Mediterraneo”: intense note blues intarsiano “pochi metri di pensiero” mentre la versione jazz di “Non è Francesca” di Lucio Battisti precede la bellissima ballad intitolata “L’odore della pioggia”, un riuscito esercizio testuale, una originale texture di parole,perfetta per descrivere l’essenza di un legame sbagliato. Appassionata e significativa è la trama di “Veramente”, in assoluto il brano più interessante dell’album: “Provo a darmi un’occasione buona per vivere una vita tutta intera, qualcosa che non assomigli necessariamente al lamento costante che compiace la gente”, canta Irene, mentre archi e pianoforte danno vita al dolore amoroso di “Vernice fresca”. Luoghi, ricordi, parole e ostacoli affollano le note di “Se ci fosse l’amore” mentre il brio folk de “La felicità” chiude “Stanza 223” all’insegna della speranza e della positività.

Raffaella Sbrescia

Acquista Stanza 223 su iTunes

 Video: “Se poi cadesse il mondo”

The Kooks, la recensione di “Listen”

THE KOOKS_Cover album_Listen_300CMYK_m

 “Listen” è il quarto album dei The Kooks. Il gruppo britannico composto da Luke Pritchard (voce e chitarra), Hugh Harris (chitarra),  Pete Denton (basso) e Alexis Nunez (batteria) ha rivoluzionato il proprio suono attraverso una fusione di sonorità vicine al funk, al soul, al gospel. Il risultato è una miscela musicale curiosa ma convincente. Scritto e co-prodotto da Luke Pritchard e il giovane artista hip hop Inflo, “Listen” rappresenta un progetto decisamente innovativo per la band di Brighton. L’album si apre con “Around town”: batterie e percussioni s’innescano in un’atmosfera tipica da club in cerca di connessione tantrica con il genere umano, bella anche la linea di basso in perfetta sintonia con l’ oscuro utilizzo dell’elettronica in dissolvenza. Fresco ed accattivante il ritmo di “Forgive & Forget”, arricchito dal caldo fascino delle percussioni e dalla battuta di basso nel finale. “Westside” racconta una storia d’amore ai tempi del nuovo millennio, un connubio tra anime perse eppure desiderose di buttarsi a capofitto in una nuova avventura familiare. Sullo sfondo una serie di accordi e di sonorità legate al synth-pop anni ’70. Decisamente differente il registro di “See me now”, una tenera ed intensa ballad, piano e voce, in cui Luke Prichard si rivolge al padre prematuramente scomparso: “If you could see me now, if you could see my smile, see a little boy oh, would you be proud?”, canta l’ormai adulto Luke, mentre un coro gospel accresce e sviluppa la linea melodica del bel brano.

2014_Kooks_High_RES-0741_m

Notevoli le aperture strumentali contenute in “It was London”: chitarre, basso e batterie si fondono in un vortice selvaggio e più incline alle atmosfere underground tipicamente britanniche. L’intro a cappella di “Bad Habit” si sviluppa lungo gli irresistibili giri di batteria e le chitarre distorte proposte nelle strofe successive del brano, dedicato alla ricerca di qualcuno da amare con una forza emotiva quasi perturbante. Straniante lo scivolone che The Kooks compiono in “Down”, il brano più banale presente nella track-list dell’album. Lontani echi beatlesiani riecheggiano in “Dreams”, caratterizzata da un più ampio uso dell’elettronica, ancora più presente in “Are we electric”, uno dei testi più significativi del disco: “Are we really moving, are we really here? Are we just electric or something enginereed? Are we a simulation, do we really feel?Are you searching for the answers?”, cantano Luke e compagni, ponendoci repentinamente di fronte ad una serie di interrogativi seri ed inquietanti. Inaspettati sono i ritmi latineggianti presenti in “Sunrise”, un mix sonoro inedito per The Kooks che, grazie alla travolgente carica delle percussioni, non dispiace affatto. La versione standard di “Listen” si conclude con “Sweet emotion”, una canzone appassionata, incentrata su una vera e propria fissa per una femme fatale, scandita da un suadente giro di batteria e da sensuali incursioni al pianoforte. Nella versione deluxe si aggiungono i brani, rispettivamente intitolati “Murderer”, “Icons”, “Keep Your Head Up”, “Backstabber” e il video ufficiale di “Down” a completamento di un progetto che avrà molto da offrire al pubblico, soprattutto dal vivo.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Listen” su iTunes

Video: “Around town”

Classifica FIMI: Ensi, Maroon 5 e Coldplay sul podio della top ten

ensi-rocksteady-cover

Ensi debutta in cima alla classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con “Rock Steady”. Al secondo posto ci sono i Maroon 5 con “V” mentre i Coldplay slittano al terzo posto con “Ghost Stories”. In quarta posizione ritroviamo i Moda con “Gioia non è mai abbastanza”, seguiti in quinta posizione da Francesco Renga con “Tempo Reale”. Biagio Antonacci è sesto con “L’Amore comporta” mentre Ligabue è settimo con il multiplatino “Mondovisione”. Retrocedono in ottava posizione i Dear Jack con “Domani è un altro film” mentre a chiudere la top ten sono due new entries; si tratta di “Scusate per il sangue” di Lowlow & Mostro e “In Cile Veritas”, il nuovo album di Lorenzo Cilembrini.

Lezioni di rock: alla scoperta dei Pink Floyd

pink floyd

Nell’ambito di Torino Milano – Festival Internazionale della Musica si è tenuto lo scorso 8 settembre il primo incontro del ciclo “Lezioni di rock” a cura di Ernesto Assante e Gino Castaldo. Pensato in occasione della grande mostra “The Pink Floyd Exhibition -  Their Mortal Remains”, che celebra i quarant’anni dall’uscita del celebre album “The Dark side of the Moon”, l’incontro ha rappresentato una preziosa occasione per approfondire e conoscere nel dettaglio l’epopea straordinaria di una delle band che, tra psichedelia, genio e sregolatezza, ha cambiato la storia del rock. In una affollatissima aula dell’Università degli Studi di Milano di Via Del Perdono, il giornalista di Repubblica Gino Castaldo ha accompagnato il pubblico lungo le tappe salienti della folgorante carriera dei Pink Floyd. Partendo dalla fine di questa pazzesca storia, il critico musicale è risalito alle origini di un gruppo che, pur venendo da Cambridge e senza appartenere alla categoria dei working class heroes,  è riuscito a lasciare il segno in maniera indelebile segnando una svolta epocale non solo in ambito musicale ma anche socioculturale. Dapprima ispirati dal genio visionario dell’angelo caduto Syd Barrett, i Pink Floyd intrapresero il proprio cammino proponendosi come una realtà sperimentale senza rendersi conto del notevole apporto che furono in grado di portare all’interno dello scenario musicale mondiale.

Pink+Floyd

Attraverso una serie di rari reperti storici, video inediti e preziosi aneddoti, frutto di alcune interviste realizzate dallo stesso Castaldo, il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere le esatte dinamiche interne al gruppo: dall’abuso di LSD di Barrett alla sua esplosione psicotica fino alla definitiva estromissione dal gruppo. Gli anni e gli album di passaggio, la deresponsabilizzazione dal carico visionario portato dall’ex leader, il progressivo ingrandimento delle scenografie sul palco. Lontanissimi dal culto legato alla visibilità di massa, i Pink Floyd lasciavano confluire le proprie energie nella ricerca del suono, nelle sfumature degli accordi, nella voglia di impiantare i germi di nuovi discorsi  e nuove possibilità strumentali. Passando dalla colonna sonora di “More” a “Meddle”, al leggendario “The Dark Side of the Moon” a “The Wall”, i Pink Floyd hanno affrontato l’esistenza a 360 gradi: il tempo, il denaro, la follia, l’amore, la morte. Bellissimi i focus su “The Great Gig in the Sky”, “Wish you were here”, “Shine on you crazy diamond”, vere e proprie pietre miliari che, inevitabilmente, ci pongono di fronte ad una serie di punti interrogativi che, proprio come piccoli pungoli, ci spingono a reagire alle difficoltà della vita senza rinunciare ad un indispensabile tocco di follia.

Raffaella Sbrescia

“Songs of Innocence”: la recensione del nuovo atteso album degli U2

10639573_10153383233601686_3662216875775304470_n

Gli U2 tornano, a sorpresa, con “Songs Of Innocence”, un album contenente 11 brani, presentato lo scorso 9 settembre in contemporanea con i nuovi iPhone ed iWatch. Grazie ad uno multimilionario accordo tra la stessa Apple e gli U2, il nuovo album della band è stato reso immediatamente disponibile nella libreria musicale di tutti gli utenti di iTunes Store Music e sarà a disposizione degli utenti in maniera completamente gratuita fino al 13 ottobre, giorno in cui il disco uscirà in edizione tradizionale su etichetta Island Records. Un’efficace e sbalorditiva operazione di marketing che ha significato un notevole ritorno di immagine per il gruppo anche se non sono mancate numerose critiche. A far luce sui dettagli dell’accordo è stato lo stesso Bono in una lettera scritta di suo pugno: «L’album è gratis per tutti gli iscritti di U2.com e per chiunque abbia iTunes, grazie ad Apple. Per celebrare il decimo anniversario dell’iPod brandizzato U2, hanno deciso di fare questo regalo a tutti i loro utenti. Gratis per voi, ma qualcuno ha pagato. Perché se nessuno pagasse nulla per questo lavoro, non saremmo sicuri che la musica “free” sarebbe realmente “free”. Normalmente l’arte ha un costo. È una questione che ha grosse implicazioni, non per gli U2, ma per i futuri musicisti e la loro musica… tutte le canzoni che devono essere scritte dai talenti del futuro… che hanno bisogno di una vita per poterle scrivere».

10514535_759246797467858_2188451425187686210_n

“Songs of Innocence”, ad ogni modo, rappresenta il lavoro discografico più personale degli U2 sia per quanto riguarda le tematiche scelte, sia per gli evidenti riferimenti alle prime influenze musicali della band spaziando dal rock e punk-rock anni ’70 alla prima elettronica e musica ambient anni ’80. Registrato a Dublino, Londra, New York e Los Angeles con i produttori Danger Mouse, Paul Epworth, Ryan Tedder, Declan Gaffney e Flood, “Songs of Innocence” avrà anche una versione deluxe contenente una sessione acustica di brani selezionati dall’album più quattro canzoni inedite: “Lucifer’s Hands”, “The Crystal Ballroom”, “The Troubles” (Alternative version), “Sleep Like A Baby Tonight” (Alternative Perspective Mix by Tchad Blake).  Il disco appartiene, inoltre, ad un progetto musicale più ampio, intitolato “Songs of Experience”: «Stiamo lavorando con Apple su del buon materiale da sviluppare in un paio di anni, novità che trasformeranno il modo di ascoltare e di vedere la musica. Vi terremo aggiornati. Se Songs of Innocence vi piace restate con noi per Songs of Experience. Dovrebbe essere pronto abbastanza presto..», ha spiegato Bono.

10660341_759246604134544_6658154575959230760_n

Entrando nello specifico di “Songs of Innocence” è importante sottolineare che ogni singola traccia si ispira ad un episodio importante per il percorso umano ed artistico degli U2. Il primo brano contenuto nell’album è The Miracle (of Joey Ramone), un testo che affonda le proprie radici nei lontani anni ’70, in cui la ricerca stilistica di Bono è scandita dalle potenti chitarre di Edge, al centro di una melodia energica e convincente. “Abbiamo un linguaggio per comunicare, la religione per amare e per odiare, la musica per ampliare le nostre pene e dare loro un nome”, canta Bono, definendoci pellegrini del nostro cammino e gettandoci al centro di un turbinìo di sentimenti senza età. “Every Breaking wave” è una ballad mistica che, attraverso un linguaggio figurato, riesce a rendere fedelmente l’idea di anime perse lungo un cammino difficile e tortuoso. Inaspettato è, invece, il tributo ai Beach Boys in “California (There is No End to Love), un brano che racchiude i ricordi e le impressioni relative al primo viaggio del gruppo in California nei primi anni ’80. Dolcissima, tenera ed intensa è “Song for Someone”, una romantica dedica di Bono a sua moglie Ali: “If there is a light you can’t always see and there is a world we can’t always be. If there is a dark that we shouldn’t doubt and there is a light don’t let it go out”, canta Bono, in un crescendo di suoni e di emozioni che, come dardi infuocati, colpiscono al centro del cuore. Sulla stessa linea d’onda è “Iris (Hold Me Close)”, un brano dedicato a Iris Hewson, madre di Bono, morta quando il cantante aveva soltanto 14 anni. Una perdita grave che l’artista rivive e racconta con gli occhi di un cinquantenne, che ha imparato a vivere nel ricordo di una figura indispensabile per qualunque uomo. Il cambio di ritmo e di registro avviene con “Volcano” e soprattutto con “Raised by Wolves”, la traccia più oscura del disco, ispirata ad un grave episodio di cronaca avvenuto a Dublino durante l’adolescenza di Bono. “The worst things in the world are justified by belief”, canta l’artista, decretando l’ennesima grande verità che si nasconde dietro ai peggiori atti di violenza e terrore al mondo.  I ricordi riaffiorano vividi anche in “Cedarwood Road”, un brano potente, irradiato dall’energia di una chitarra imperante e da infiniti giri di batteria. Sarcastico e pungente è, invece, il testo di “Sleep Like a Baby Tonight”, un brano contenente una serie di sottili e dolorose frecciatine indirizzate al politico di turno. Ispirato al concerto dei Clash del 1977, il testo di “This Is Where You Can Reach Me” racchiude la propria anima semantica in parole come “Complete surrender/The only weapon we know”. In attesa di conoscere le tracce che andranno a completare la versione deluxe di “Songs of innocence”, “The Troubles” è il brano che chiude il disco e vede in Lykke Li l’unica ospite dell’album. Con un messaggio incentrato sull’autostima e sulla capacità di far fronte ai propri problemi in maniera attiva e propositiva, “The Troubles” ci mette con le spalle al muro ponendoci di fronte alla nostra più intima essenza. In definitiva “Songs of innocence” è un album basato su suggestioni, impressioni, ricordi, emozioni che, pur rifacendosi a precisi episodi del passato, rilancia la band nel presente riportandola più vicino ai cuori dei comuni mortali che, in certe atmosfere cosparse di paure e di incertezze, hanno imparato a barcamenarsi in cerca di piccoli barlumi di serenità.

Raffaella Sbrescia

Scarica “Songs of Innocence” su iTunes

Sha’ Dong live alle Terme di Agnano: sogni elettronici tra i vapori dei Campi Flegrei

Sha' Dong @Terme di Agnano

Sha’ Dong @Terme di Agnano

Metti una domenica sera di fine estate tra amici nelle calde acque delle Terme di Agnano a Napoli, accompagnati dall’invitante odore di panini preparati al momento e dalle elettriche note degli Sha’ Dong. Sono questi gli ingredienti chiave della magica formula proposta da Bob Gallino e dallo staff del noto Goodfellas di Napoli, nell’ambito della rassegna estiva denominata GoodSunday. Un’iniziativa originale, pensata per i più giovani ma gradevole anche per chi è ormai negli –enta già da un po’.  Come accennato in apertura, protagonisti del palcoscenico sono stati gli Sha’Dong, una realtà musicale campana decisamente interessante, sia al punto di vista contenutistico che puramente scenico. A fare da cardine al gruppo, reduce da una fortunata tourneè estiva, che li ha visti anche al fianco di Tony Esposito, è Paolo (Ryo) Di Ronza, voce e frontman degli Sha’ Dong (Paolo “LK” Convertito – Chitarra, sintetizzatori, Lino “Link” Cappabianca – Basso, Gianluca “Ynno” Borrelli – Batteria). Con la sua vocalità sottile ed estesa, al contempo, Paolo si avvale di una forza carismatica fuori dal comune, riuscendo, in questo modo, a coinvolgere il pubblico in una dimensione assolutamente unica e speciale.  Malizioso e voluttuoso, a tu per tu con l’asta microfonica, Paolo ipnotizza i suoi interlocutori, catturandoli in un turbinio di emozioni contrastanti.

Sha' Dong @Terme di Agnano

Sha’ Dong @Terme di Agnano

In scaletta ci sono alcuni dei più grandi successi tratti dai dorati anni ’80 ma anche molti brani provenienti dagli ultimi lavori discografici autoprodotti dalla band. “Specchi”, “La malinconia”, “Solo Rumore”, La notte”, “Mi ami o no” rappresentano il frutto tangibile ed il marchio di fabbrica di un gruppo abituato a vivere il pubblico in maniera intima e ravvicinata. Alternati con grandi successi dei Depeche Mode come “Enjoy the silence” e “Personal Jesus” o l’indimenticabile colonna sonora di Flashdance “Maniac”, i brani inediti degli Sha’Dong acquisiscono un’accentuata identità sperimentale ed acuiscono la curiosità dell’ascoltatore in maniera immediatamente partecipe. Forti di una lunga gavetta e di centinaia di concerti tenuti nelle più svariate location d’Italia, gli Sha’ Dong si apprestano, infine, ad una nuova importante fase del proprio percorso artistico: un nuovo produttore ed un nuovo lavoro discografico potranno dunque determinare una fondamentale svolta nella vita di ragazzi capaci, appassionati e talentuosi.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery:

Sha' Dong @Terme di Agnano

Sha’ Dong @Terme di Agnano

Sha' Dong @Terme di Agnano

Sha’ Dong @Terme di Agnano

Sha' Dong @Terme di Agnano

Sha’ Dong @Terme di Agnano

Sha' Dong @Terme di Agnano

Sha’ Dong @Terme di Agnano

 

 

 

 

Patti Smith ritira il Premio Ortega 2014 e strega il pubblico di Scario con un concerto esclusivo

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

La nona edizione della rassegna Equinozio d’Autunno si è conclusa con l’unica data italiana di Patti Smith and Her Band. Il concerto si è svolto, in esclusiva nazionale, lo scorso 8 settembre presso il Piazzale del Porto di Scario in Cilento ed è stato preceduto dalla consegna del prestigioso Premio Ortega 2014 alla nota artista americana, considerata a pieno titolo una vera e propria leggenda del rock. Dopo aver collezionato innumerevoli successi a livello mondiale, Patti Smith conserva ancora uno sguardo fanciullesco nei confronti della vita e, attraverso l’interpretazione sempre nuova e sempre fresca dei suoi storici successi, è possibile intravvedere la sua innata capacità di comunicare empaticamente con il pubblico. Dopo oltre quarant’anni di carriera, Patti si esibisce con la stessa grinta e con lo stesso impatto emotivo di sempre, accrescendo, di volta in volta, i consensi e gli apprezzamenti nei riguardi di quelle che, ad oggi, rappresentano imprescindibili pietre miliari della musica mondiale.

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Accompagnata da Tony Shanahan (basso), Lenny Kaye (chitarra e voce), Jay Dee Daugherty (batteria), Jack Petruzzelli (chitarra), l’artista ha proposto al pubblico i più noti brani del proprio repertorio, confessando, commossa, di essere diventata nonna da pochissimo tempo. Con uno show in versione elettrica, Patti ha emozionato i numerosissimi spettatori accorsi all’evento gratuito con “People Have The Power”, “Gloria” (cover del brano dei Them di Van Morrison), “Dancing Barefoot” , “Because The Night” (scritta insieme a Bruce Springsteen) ma anche con “April Fool”, “Free Money”, “Distant fingers”, “Beneath the Southern Cross”, “Easter Rising” e tanti altri successi che hanno scandito un’esistenza umana, considerata fonte di ispirazione per generazioni anche distanti tra loro segno, quest’ultimo di una trasversalità artistica davvero unica al mondo.

Fotogallery a cura di: Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d'Autunno Ph Anna Vilardi

Patti Smith and her Band @ Equinozio d’Autunno Ph Anna Vilardi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuliano Palma in concerto: all’Arenile Reload è festa

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Dopo la pausa estiva, L’Arenile Reload di Bagnoli ha riaperto i battenti con il concerto di Giuliano Palma che, con il suo Old Boy Tour, ha fatto tappa a Napoli, nell’ambito di Drop, la prestigiosa rassegna musicale la quale, da anni ormai, regala al pubblico partenopeo il meglio della musica dal vivo. Una vera e propria fiumana di persone ha partecipato all’evento, free entro le 22.00, affollando non solo l’area antistante al palcoscenico ma anche tutti gli spazi circostanti. Un’atmosfera di festa e spensieratezza alimentata dal repertorio offerto da Giuliano Palma che, al centro di un nuovo percorso da solista, ha offerto al pubblico il meglio dei suoi storici successi. Accompagnato da Fabio Merigo (Chitarre), Marcello Ag Marson (Basso e Contrabasso), Paolo Inserra (Batteria), Matteo Pozzi (Pianoforte), Enrico Allevana (Trombone), Marco Scipione (Sax), Luigi Giotto Napolitano (Tromba), Giuliano Palma si è subito calato nelle vesti di mattatore della serata con un lungo show, durato ben due ore.

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Con le sue canzoni a metà strada tra swing e jazz e le ormai note rivisitazioni di alcuni grandi successi d’oltreoceano, Giuliano Palma è riuscito ad ottenere unanimi consensi, grazie alla sua collaudata formula musicale leggera e orecchiabile. “Ufo”, “Testardo io”, “Così lontano”, “Nuvole rosa”, “Musica di musica”, Be young, Be Foolish, Be Happy” sono i brani che l’artista ha proposto in apertura di concerto creando subito un clima di diffusa leggerezza in un contesto assolutamente in linea con questa idea. A seguire “Come ieri”, “Domani” e l’immancabile “Che cosa c’è”: le onde del mare, la luna quasi piena e una leggera brezza notturna hanno accompagnato volti divertiti e sguardi sognanti mentre mani e corpi si sono incontrati, scrutati, cercati.

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

 

Il fascino vintage dei suoni e dei brani proposti da Palma in brani come “Pensiero d’amore”, “Un grande sole” “Always Something There To Remind Me”, “Re senza trono”, “Un bacio crudele” e l’evergreen “Tutta mia la città” hanno scandito la seconda parte di un concerto intenso e divertente, un’oasi sgombra dalle nuvole della routine quotidiana, una boccata d’ossigeno per distendere i nervi. Nonostante una lunga serie di tarantolate coreografie Giuliano Palma ed i suoi scatenati musicisti hanno mantenuto intatte le energie per il rush finale: “Wonderful life”, “Se ne dicono di parole” e l’irrinunciabile “Messico Nuvole” hanno, infatti, chiuso il concerto tra gli scoscianti applausi del pubblico. L’autunno può arrivare, all’Arenile è sempre estate.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Giuliano Palma @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Previous Posts Next Posts