Amedeo Minghi torna sulle scene con un nuovo progetto editoriale e discografico intitolato “Suoni tra ieri e domani”. L’artista ha racchiuso alcuni dei più bei brani scritti da lui ed interpretati dai nomi storici della musica italiana in un elegante cofanetto comprensivo di un cd audio, un bellissimo brano inedito “Io non ti lascerò mai”ed un libretto di 64 pagine in cui il cantautore ha ricordato aneddoti, artisti, poeti, musicisti, arrangiatori, produttori che hanno segnato le tappe salienti della sua lunga carriera artistica. Rilette e riarrangiate insieme al maestro Gangarella, le canzoni vivono una nuova identità e, nella loro essenzialità piano e voce, si aprono con stupefacente facilità a nuove coinvolgenti interpretazioni. In questa intervista Amedeo Minghi si è soffermato a lungo non solo su questo importante progetto ma anche su numerosi aspetti strettamente collegati alla dimensione musicale contemporanea.
Così come ha spiegato nel libretto che accompagna il suo nuovo lavoro discografico “Suoni tra ieri e domani”, la scelta di pubblicare questa selezione di brani del suo repertorio è consequenziale ad una “spinta sociale”… ci spiega come le è venuta la voglia di recuperare queste gemme dal suo personale forziere di parole?
In questo album ci sono 10 brani che ho selezionato e che in passato ho affidato a miei colleghi interpreti. In realtà questo lavoro è una sorta di testimonianza di un modo di concepire la musica diverso da quello contemporaneo, un mondo in cui i grandi compositori, i cantanti, i musicisti avevano una forte apertura verso gli altri, verso la collaborazione, non c’era l’individualismo che c’è oggi. Racconto un mondo in cui c’erano meno sovrastrutture, i cantanti non erano chiusi in torri d’avorio. Noi eravamo abituati a sperimentare, ricominciando ogni volta quasi daccapo. In ogni canzone c’è, inoltre, un piccolo aneddoto che svolge la funzione di collegamento tra brani composti in un arco temporale piuttosto lungo.
Tra tutti gli episodi citati, particolarmente emozionante è quello relativo alla registrazione del brano intitolato “Ma sono solo giorni” con Mia Martini…cosa ha reso quel momento così memorabile?
Mimì era considerata da tutti noi dell’ambiente musicale la numero uno in assoluto. Lo dico con molta chiarezza, noi musicisti abbiamo amato moltissimo Mimì per cui, quando mi chiamarono per scrivere questo brano per lei, si trattò per me di un vero e proprio salto di qualità. Scrivere per lei fu qualcosa di molto importante e lo fu anche il modo in cui avvenne: io nel box con la chitarra, lei al microfono. Eravamo da soli, tutto era sulle mie spalle. Il brano era anche molto difficile da suonare, non c’erano click, non c’era niente. Per me quello è un ricordo straordinario.
Nella presentazione del disco e del relativo volume, lei parla anche della crisi della discografia e della distribuzione musicale… quanti danni ha causato l’avvento del digitale?
Beh, il digitale ha sicuramente causato gravi danni soprattutto alle giovani generazioni perché magari un ragazzino potrebbe pensare che l’unico modo per ascoltare musica sia soltanto attraverso il pc, non si rende conto di quale sia la reale produzione di un album. A questo aggiungerei un problema tutto italiano: mentre in Germania per scaricare un brano paghi 4 euro, in Italia lo stesso brano costa 0.99 centesimi, un intero album in Germania però costa 7 euro qui, invece, viene 9.99 euro. Si tratta di un problema di impostazione. In casi come questo, in cui un artista propone un libro, il racconto di un percorso di vita, quello che offriamo diventa qualcosa di diverso, pensato per aggirare l’ostacolo: siamo sul digitale ma saremo anche nelle librerie e cercheremo di dare la giusta visibilità ad un lavoro importante e per certi versi addirittura utile per i ragazzi. Lo stesso libretto è stato realizzato dagli studenti dell’Università La Sapienza di Roma, che hanno voluto realizzarlo in maniera del tutto volontaria e sono stato davvero molto entusiasta di collaborare con loro.
Amedeo Minghi
Quale sarà, dunque, il futuro del supporto fisico?
Ci sono alcuni segnali secondo cui il vinile potrebbe riprendere vita, anche perché con i mezzi che abbiamo a disposizione si potrebbe riuscire ad ottenere un disco in vinile con dei costi molto più ridotti. Se si potesse togliere il 4% di iva, come avviene già con i libri, sarebbe un’altra storia. Non siamo ancora riusciti a convincere il governo del fatto che la musica è cultura, se ci riuscissimo potremmo ottenere la realizzazione di lavori fruibili, concreti, tangibili, da vivere e toccare con mano.
A proposito di impostazione del sistema, il suo lavoro sarà presto protagonista di un grande evento organizzato presso l’Università La Sapienza di Roma… cosa dovrà aspettarsi il pubblico?
Anche per me sarà una grande sorpresa! Il 30 ottobre scoprirò cosa hanno organizzato i ragazzi che, tra l’altro, hanno realizzato un bellissimo videoclip e anche questo libretto. Insieme ai suddetti progetti è venuta fuori anche questa cosa del tutto inaspettata, quel giorno saranno presenti tantissimi ragazzi e numerosi gruppi, che hanno realizzato delle cover version di brani miei, rivisitati in maniera del tutto spontanea. Ovviamente faremo una ripresa audio e video di quest’evento in cui ci saranno rock, pop, jazz, hip hop, rap, reggae, un balletto ispirato alla musicoterapia , un altro ispirato alle musiche di “Fantaghirò”, insieme a delle coreografie classiche. Io sarò ovviamente in prima fila a godermi tutto dall’inizio alla fine, adoro stare con i giovani!
Cantare è d’amore?
Certo, tutti cantano d’amore! Alcuni si sono forse celati dietro altre cose, magari buttandosi sul sociale, ma alla fine l’amore è anche politica.
“In ogni giorno ci sei per sempre. Io non ti lascerò mai, non ti lascerò mai. Quel respiro leggero che hai, l’onda del petto che scende e che sale e mentre sogno ti penso e fa male . Un’altra vita eravamo oramai e adesso sì che sto imparando a stare nel mondo…ancora qui per noi”. Il suo ultimo inedito è una dedica d’amore incondizionato…
Avevo già iniziato a scrivere questa canzone prima che mia moglie se ne andasse, lei l’aveva ascoltata e le piaceva davvero molto per cui ho lavorato molto su questo testo. Alla luce di tutto questo è importante rileggere il video pensando che i riferimenti al mito di Orfeo ed Euridice e alla poesia di Ungaretti sono pensati per dare un senso all’ amore che è più forte di tutto, anche della morte.
Perché il titolo della raccolta “Suoni tra ieri e domani” presenta un riferimento al futuro?
Il brano “Io non ti lascerò mai” è proiettato al futuro. Io canto canzoni del passato ma le sto eseguendo come in un probabile futuro .
Come ha lavorato con Cinzia Gangarella agli arrangiamenti?
Cinzia ha fatto un lavoro enorme, ha lavorato per mesi scorporando gli arrangiamenti originali per riarrangiare i brani e costruire un’architettura sonora straordinaria.
Hai rimpianti o rimorsi particolari?
Sì, ci sono state occasioni perse ma fa parte della vita. La maggior parte delle volte che fai progetti non ti riescono poi magari ti capitano delle cose strepitose, completamente inaspettate. Il rimorso si può anche avere ma alla fine è completamente inutile perché la vita ti dà quello che vuole lei. Il caso ha un’importanza clamorosa nelle nostre esistenze.
Come saranno i live che presenterà a breve al pubblico il 29 novembre a Bologna, il 21 dicembre a Torino ed il 22 dicembre al Teatro Nuovo di Milano?
La prima parte del concerto sarà con il maestro Gangarella mentre nella seconda parte coinvolgerò il pubblico in un viaggio nel nostro comune passato.
Raffaella Sbrescia
Acquista “Suoni tra ieri e domani” su iTunes
Video: “Io non ti lascerò mai”