“Da sule nun se vence maje”, il nuovo singolo dei Foja

foja“Da sule nun se vence maje” è il nuovo singolo dei Foja. Il testo è il frutto della collaborazione tra la band ed il noto attore e regista napoletano Alessandro Siani. Il brano rispecchia, in tutto e per tutto, l’anima  e l’ormai riconoscibile cifra stilistica dei Foja che, all’interno del proprio sound, riescono a coniugare brillantemente elementi della tradizione classica napoletana con la più avanguardistica innovazione. Questo progetto rappresenta un nuovo incoraggiante passo di una formazione musicale consolidata che, forte di un background culturale molto radicato all’interno del proprio dna artistico, riesce ad attingere anche da altre culture nel mondo, creando una miscela musicale immeditata ed efficacemente incisiva. Un tripudio incalzante di chitarre acustiche ed elettriche, sposa il fascino e la musicalità della tradizione classica, attraverso il mandolino di Luigi Scialdone, senza mai rinunciare ad una texture semantica qualitativamente elevata.

Foja

Foja

L’uso della lingua napoletana conferisce un valore aggiunto al contenuto dei testi, così come avviene in quello che ci accingiamo ad approfondire. “Simme ’na cartulina maje mannata, ’sti panne spase ormaje se so’ asciuttate, e je nun sogno cchiù e je nun sogno cchiù”: poche parole riescono a racchiudere immagini, storie, vite vissute. Il linguaggio figurato è più espressivo che mai, sogni, vizi e virtù prendono vita lasciandoci addentrare nel ritornello della canzone: “Ma po’ ce staje tu e je nun penso a niente cchiù, si po’ ce staje tu ca me truove quanne saje, ca me lieve ’a mieze ’e guaje pecché da sule nun se vence maje”: Ma poi ci sei tu ed io non penso più a niente, se poi ci sei tu, che mi trovi nei momenti che solo tu sai riconoscere, tu che mi togli dai guai perchè da soli non si vince mai.

Sì, da soli non si vince mai, la grande verità racchiusa in questa frase che, tra l’altro, dà anche il titolo al brano, rappresenta, in realtà, la chiave di volta per comprendere cosa non funziona più della nostra umanità ripiegata su se stessa, tesa all’annichilimento e all’egocentrismo distruttivo. L’unione delle menti, dei cuori, degli spiriti, degli intenti, degli obiettivi è quanto di più forte possa esserci e i Foja hanno saputo raccontare questa necessità con grazia ed originalità. Seguendo il file rouge di questo intento anche nel videoclip del brano, con la regia di Dario Calise, c’è la partecipazione attiva dei fan, che hanno cantato il ritornello su una base postata sul profilo facebook dei Foja. Prodotto da Graf srl – Mad Entertainment 2014 e pubblicato da Full Heads, il video è un prodotto visuale creativo e d’impatto: a ulteriore conferma della “doppia vita” artistica del frontman Dario Sansone, che alla sua attività di cantante vede affiancata quella di affermato disegnatore,  le immagini sono state elaborate come se si trattasse di disegni e, insieme al testo della canzone sincronizzato con le immagini, e ai riquadri con i fan, il risultato è un  bel patchwork di volti e sorrisi.

Un altro importante tassello artistico per la carriera dei Foja che, con il loro brano intitolato “’A malia”, tratto dall’ultimo disco “Dimane Torna ‘o sole” sono anche in concorso per il Premio David di Donatello 2014 come miglior canzone contenuta all’interno della colonna sonora del film “L’arte della felicità” di Alessandro Rak. Una realtà musicale davvero originale e incoraggiante per quanti abbiano ancora voglia di mettersi in gioco e credere nelle proprie potenzialità.

Crediti

Voce e chitarra: DARIO SANSONE / Chitarra elettrica: ENNIO FRONGILLO / Mandolino: LUIGI SCIALDONE; Basso: GIULIANO FALCONE / Batteria: GIOVANNI SCHIATTARELLA / Cori: GNUT

Raffaella Sbrescia

Video: “Da sule nun se vence maje”

 

Mercoledì Note: cultura, musica e intrattenimento al Caffè Letterario Intra Moenia

Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Nel cuore di Piazza Bellini, uno dei più rinomati ritrovi culturali del centro storico di Napoli, sono ritornate le serate musicali del Caffè Lettarario Intra Moenia, organizzate all’interno della rassegna di concerti estivi, intitolata “Mercoledì Note”. Dalle 21.00 a mezzanotte di ogni mercoledì, si terranno, infatti, degli appuntamenti musicali di elevata caratura qualitativa e ad ingresso gratuito.

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

L’ultimo seguitissimo evento, in ordine di tempo, si è tenuto lo scorso 21 maggio e ha visto la partecipazione del compositore e sassofonista Daniele Sepe, accompagnato dalla vellutata e preziosa voce di Floriana Cangiano e da Tommy De Paola (tastiere), Davide Costagliola (basso), Paolo Forlini (batteria).

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

La serata ha rappresentato il culmine di una serie di laboratori iniziati proprio all’Intra Moenia e proseguiti all’Ex Asilo Filangieri di Napoli e allo Jarmusch Club. Gli artisti hanno ripercorso insieme le tappe musicali di questo viaggio artistico proponendo al pubblico un’eterogenea miscellanea: Mingus, Monk, Coltrane, Rollins, Hancock, Corea, Evans, Jarrett, Zawinul, Shorter, Pascoal, Barbieri, Zappa, Davis, Gershwin, Cole Porter sono alcuni dei grandi nomi al centro di una performance che ha racchiuso la summa di un processo di studio, analisi e ricerca, mirato al completo coinvolgimento del pubblico.

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

L’appuntamento con i “Mercoledì Note” continuerà sino a metà ottobre: mercoledì 28 maggio toccherà agli Slivovitz con il “PS3″, (Pietro Santangelo trio); mercoledì 4 giugno sarà la volta degli Speak Easy con la loro musica jazz; mercoledì 11 giugno suoneranno gli Anima Nova la formazione che offre una coinvolgente bossa nova; mercoledì 18 giugno sarà all’insegna della musica popolare con il gruppo vesuviano dei Rareca Antica.

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Una lunga serie di serate in compagnia della buona musica che vedranno una naturale continuazione nei mesi successivi e che avranno la medesima finalità: coinvolgere i cittadini in un percorso formativo in grado di intrattenerli in maniera colta e raffinata senza per questo recare disturbo e ledere le legittime esigenze di tranquillità dei residenti della piazza.

“FolkRockaBoom”, il viaggio nel deserto de il Pan Del Diavolo

cover_pdd“FolkRockaBoom” è il terzo album de il Pan Del Diavolo. Il duo Folk /Rock’ n’ Roll formato da Pietro Alessandro Alosi (chitarra, grancassa e voce) e Gianluca Bartolo (chitarra e voce) si è immerso nel polveroso deserto dell’ Arizona e, tra immense distese e selvagge atmosfere western, ha dato vita ad un progetto discografico verace ed energico. Registrato insieme ad Antonio Gramentieri (Sacri Cuori) e mixato da Craig Schumacher, l’album, su etichetta La Tempesta Dischi, sarà pubblicato il prossimo 3 giugno. Le 12 tracce che lo compongono spaziano tra folk, country e rock. I tre generi si fondono all’interno di un’infuocata lotta esistenziale senza esclusione di colpi.

Polvere, furia, vento e schitarrate sono il companatico de Il Pan Del Diavolo che, con l’obiettivo di trasferire nei loro stessi brani lo spirito avventuriero che ha contraddistinto la fase di realizzazione del disco, hanno registrato l’album in presa diretta. Forza, istinto, ragione e ribellione sono gli elementi chiave per interpretare lo spirito di “FolkRockaBoom”, la cui title track è anche la traccia d’apertura: senza capi né professori, ci si difende da soli, aspettando, pazientemente, la fine del nemico.

La costante penombra in cui si muovono i Pan Del Diavolo in questo lavoro si incontra e si scontra con il piglio energico della ritmica scelta, simile ad una furiosa cavalcata in terre aride. “Da quando sono nato ho sempre viaggiato, stavo cercando il mio posto nel mondo”, così inizia “Mediterraneo”, la colonna sonora di chi vive con la sabbia tra le mani e i piedi nudi per terra, di chi non conosce la parola pace, di chi vive in una fetta di mondo che tutti vogliono spartirsi. Lì, lungo le rive del Mediterraneo, le teste ruzzolano, annegano, spariscono ma “questo non è l’oceano, questo è il Mediterraneo”, ogni morte tornerà a distruggere l’assassino.

Inquietudine e angoscia attraversano le parole di “Vivere fuggendo”… “Chi sta sbagliando cosa? Chi è la spina, chi è la rosa?” Un Amletico interrogativo, destinato a rimanere senza risposta. Desiderio e spavento, si rifugiano nella melodia, nella follia e nelle ombre de “Il meglio” mentre tutto il pathos emotivo riemerge nella grintosa parte strumentale relegata alla fine del brano.

“Cattive idee” è uno dei testi più intensi del disco: “Il tempo passa, io oggi resto”, scrivono e cantano i Pan Del Diavolo, lasciando che la nostra mente si barcameni tra “Saggi consigli, ispirazioni, cattive idee, cattive azioni, cieli grigi e scuri”. Intenso e potente è il mantra di “Io mi do”:Io non mi curo degli altri, non penso a quello che faccio, la regola è essere positivo, io mi metto sempre in gioco”, un flusso di coscienza libero e coinvolgente che si scontra con una scarica di NO nel finale: da brivido!

“Devo spremere la vita almeno in un’avventura che valga la pena vivere”, questo il messaggio centrale di “Nessuna certezza”. Tra grida incessanti e la ricerca di canzoni si arriva a “Mezzanotte”, il momento in cui la stanchezza del giorno non ci lascia la forza di parlare ma ci permette di convivere con la consapevolezza di quello per ci serve per sopravvivere.

La ribelle crudezza selvaggia dello strumentalismo magnetico di “Aradia”, il brano realizzato in collaborazione con Andrew Douglas Rothbard, rappresenta una scarica adrenalinica dall’effetto purificante. La tappa necessaria per affrontare “Il Domani”, la traccia di chiusura del disco che coinvolge i Sacri Cuori e che ci traghetta in un dolce mondo fatto di sogni, dove le canzoni conteranno più dei soldi se ci saranno le stelle. Sono i sogni del mondo a popolare le allucinazioni di un viaggio nel deserto che, giunto alle ultime drammatiche battute, ci riporta alla nostra inquietante realtà.

 Raffaella Sbrescia

Video: “FolkRockaBoom”

Intervista a Dante Brancatisano “Sono ancora qui”

DANTE_cover SONO ANCORA QUI (2)Dante Brancatisano è un cantautore calabrese che dopo “Via Gleno”, ha pubblicato lo scorso 20 maggio il nuovo album intitolato “Sono ancora qui”, anticipato in radio dal singolo “Così come sei”. Questo lavoro, prodotto dall’etichetta indipendente Eden Music, segna una nuova fase del percorso artistico di Dante e contiene 9 brani in cui il cantautore  racconta la propria  quotidianità, avvalendosi della collaborazione di grandi musicisti del panorama italiano come il batterista Alfredo Golino, il bassista Paolo Costa, il tastierista Matteo Fasolino e i chitarristi  Andrea Braido e Luca Colombo. Abbiamo raggiunto Dante al telefono per farci raccontare questo album e per scoprire come procedono le numerose attività che egli sta portando avanti già da tempo.

“Sono ancora qui” è il titolo del tuo nuovo album in cui racchiudi in maniera diretta la tua quotidianità. Cosa racconti in queste canzoni e qual è il messaggio che vorresti trasmettere al tuo pubblico?

In questo lavoro racconto momenti di vita vissuti e i sentimenti di tutti i giorni: rabbia, delusione, tristezza, amore. In questo lavoro c’è un po’ tutto quello che rappresenta la vita a 360 gradi. Il messaggio è piuttosto forte ed immediato…Non bisogna arrendersi mai, concentriamoci sul fatto che dopo il buio arriva sempre la luce!

Qual è il brano a cui ti senti più legato?

 “Cosa ce ne frega”. Nella vita abbiamo tutti i nostri piccoli o grandi difetti ma tendiamo sempre a nasconderci e a lasciar emergere solo i nostri tratti migliori. Io invece penso che anche le imperfezioni siano parte integrante di ciascuno di noi e questo brano parla proprio di questo.

Come mai hai scelto “Bella Ciao” come ghost track dell’album?

“Bella Ciao” è una canzone che nessuno dovrebbe dimenticare per ricordare da dove veniamo, quello per cui i nostri antenati hanno combattuto e sono morti regalandoci  la libertà. La libertà, una parola tanto usata ma davvero poco rispettata. “Bella Ciao” non è solo la canzone dei comunisti, è la canzone di un popolo in lotta.

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Dante

I testi sono nati tutti spontanei, velocissimi. In quel periodo mi sono sentito come un fiume in piena, dovevo dire la mia su tutto, sentivo dentro di me la voglia di scaricare tutto quello che avevo sopportato e la gioia di aver ritrovato la vita di tutti i giorni. Con i musicisti si è instaurato subito un rapporto molto bello, basato sull’amicizia e sul rispetto comune. Ho lavorato con dei veri professionisti che hanno fatto la storia della musica e ciascuno ha aggiunto qualcosa di personale nel disco.

Come procedono le attività della tua scuola “Il villaggio della musica”?

Si tratta di un’iniziativa a sostegno di talenti emergenti con la collaborazione di tantissimi professionisti dello spettacolo, persone che hanno capito lo spirito del progetto e che lo stanno appoggiando. Ci stiamo anche allargando, presto apriremo una sede a Pescara… Amo molto questo progetto perché adoro guardare questi ragazzi nei cui occhi sono racchiusi tutti i sogni del mondo. Attraverso i loro occhi, rivivo anche io le loro emozioni.

Dante

Dante

Che riscontri hai avuto dalla pubblicazione del tuo libro intitolato “Vita straordinaria di un uomo ordinario?

Il libro sta andando piuttosto bene anche se nell’ultimo periodo mi sono concentrato soprattutto sulla musica… Più avanti riprenderò a seguire la promozione di questo lavoro perché esso vuole essere la testimonianza diretta di una storia che potrebbe essere quella di chiunque. Ho gridato la mia innocenza, la griderò ancora e dimostrerò in qualunque sede la mia completa estraneità a tutti i fatti di cui sono stato ingiustamente accusato.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni live?

Ci sono i miei manager che hanno chiuso delle date a Milano e a Bologna ma stanno arrivando anche altre richieste… Vorrei poter tenere conto anche delle esigenze dei ragazzi della mia band, sarebbero tutti orgogliosi di prendere parte anche alla dimensione live del mio progetto , un live con tutti loro sarebbe un’esperienza davvero eccezionale!

Si ringraziano Dante Brancatisano e Tatiana Corvaglia per Parole e Dintorni

Raffaella Sbrescia

Video: “Così come sei”

“Mannucci incontra a teatro”, il Tirso de Molina si riempie di note e di emozioni

Stefano Mannucci e Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Stefano Mannucci e Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Senza filtro, senza freno, senza ritrosie ed antagonismi. Gli incontri in musica organizzati dal giornalista de Il Tempo Stefano Mannucci, presso il Teatro Tirso de Molina di Roma, giungono all’ultimo appuntamento stagionale con una serata particolarmente ricca da ogni punto di vista. Ricca di emozioni, di note, di racconti, di artisti come Jack Savoretti, Zibba, Fabrizio Moro, Raiz & Fausto Mesolella e Alessandro Mannarino.

Fausto Mesolella e Zibba Ph Roberta Gioberti

Fausto Mesolella e Zibba Ph Roberta Gioberti

In un’atmosfera intima, raccolta, oseremmo dire familiare, ognuno degli artisti presenti ha messo a nudo il proprio amore per la musica, raccontando un’ Italia musicale diversa, avulsa dalle logiche commerciali, abituata a ragionare sui testi e sulle possibilità espressive di un’arte, troppo spesso svilita e ridotta a puro business.

Fabrizio Moro e Stefano Mannucci Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro e Stefano Mannucci Ph Roberta Gioberti

Sul palco del Tirso, nel cuore di Roma, si sono alternati, incrociati, abbracciati artisti che, attraverso la propria esperienza, hanno voluto contribuire alla costruzione di un circuito destinato a crescere ed ad insediarsi in tutta Italia per provare a riconcentrare l’attenzione sull’aspetto più puro e più verace del mondo legato alla musica.“Umiltà, semplicità, pochi mezzi e tanta passione”, sono questi gli ingredienti svelati dallo stesso Mannucci che, questa mattina, ha raccontato a chi c’era e a chi avrebbe voluto esserci, di come questo e gli altri incontri che egli è solito organizzare presso il  N’importe Quoi Libreria Caffe di Roma servono a restituirci “il diritto di ascoltare e riconoscere la bellezza che ci circonda e l’energia per affrontare la vita con vigoria e rinnovato entusiasmo”.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Jack Savoretti Ph Roberta Gioberti

Jack Savoretti Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Raiz Ph Roberta Gioberti

Raiz Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro Ph Roberta Gioberti

Zibba Ph Roberta Gioberti

Zibba Ph Roberta Gioberti

Fausto Mesolella Ph Roberta Gioberti

Fausto Mesolella Ph Roberta Gioberti

Il pubblico del Teatro Tirso de Molina Ph Roberta Gioberti

Il pubblico del Teatro Tirso de Molina Ph Roberta Gioberti

“Mannucci incontra a Teatro”  Setlist

Jack Savoretti:
1) Not worthy
2) Broken Glass
3) Changes
4) Sweet Hurt

Savoretti, Zibba, Fausto Mesolella:
5) Ancora tu

Zibba, Mesolella:
6) E se domani

Zibba:
7) Senza pensare all’estate
8) Dove i sognatori sono librai
9) Nu’ jorno buono (frammento)
10) Senza di te

Mannarino:
11) Scendi giù

Mannarino, Mesolella:
12) Fatte bacià

Raiz & Mesolella:
13) Lacreme Napulitane/Immigrant punk
14) Maruzzella (in ebraico)
15) Carmela/I’m your man
16) Third stone from the sun/ O’ surdato ‘nnamurato/Black or White/Give me love
17) Arrivederci Roma

Fabrizio Moro
18) Medley: Libero/Pensa/Sono solo parole
19) Babbo Natale esiste
20) Fermi con le mani
21) L’Italia è di tutti

Giorgia in concerto a Napoli: la regina del soul è “Senza Paura”

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

“Ho intitolato questo tour Senza Paura, così come si chiama il mio ultimo disco, ma, già mentre ero in viaggio verso Napoli, ho abbassato le barriere e le difese perché dove c’è bellezza, dove c’è sensibilità, non c’è paura. Qualcuno è invidioso, qualcuno cerca di distruggere la bellezza che avete insita dentro di voi ma, ogni volta che vengo qui, si crea un legame invisibile che c’è, che si sente e chiude un cerchio che ci unisce. Per ricambiare tutto questo, posso solo cantare”.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Questa è la bellissima dedica d’amore che Giorgia ha fatto al pubblico del Teatro PalaPartenope di Napoli durante il concerto che si è svolto lo scorso 20 maggio, nell’ambito del suo “Senza Paura Tour”. Elegante, raffinata, solare e umile, Giorgia Todrani rappresenta l’emblema del talento puro. La sua voce è un miracolo della natura e, anche se a volte potrebbe sembrarci di esserci abituati al successo delle sue canzoni, l’esperienza dell’ascolto dal vivo della sua voce, rimane, ancora oggi, un evento magico. Pulita, limpida, trasparente, brillante, la voce di Giorgia non conosce limiti e può essere ampiamente associata a quella delle più grandi interpreti femminili della storia musicale.

Ad affiancarla sul palco Sonny T.  (Thompson) al basso, Giorgio Secco alla chitarra, Gianluca Ballarin alle tastiere, Claudio Storniolo al piano e Mylious Johnson alla batteria, una band che, alla luce del prezioso contributo strumentale offerto,  vale la pena citare per intero.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Ad inaugurare il live “Quando una stella muore”, “Non mi ami”, “Come saprei”, “Spirito libero”: fiaba, sogno, magia, mistero, amore, rabbia, dolore, riflessione sono i sentimenti cantanti da Giorgia che, avvolta da un magnetico fascio di luci, è una gemma preziosa nel bulbo di un fiore di note. Il pubblico è attivo e partecipe per tutto il tempo; cosa rara nell’era di chi, invece di godersi il concerto, posta foto e video sui social network. Questo tipo di attenzione, quindi, non è da dare per scontata, va bensì sottolineata per rendere il giusto merito ad un’artista in grado di appassionare il proprio pubblico. Il concerto prosegue con “Sembra impossibile”, “Girasole”, un accenno di “Quello che sei per me” dei 99 Posse e l’incredibile bellezza di “Gocce di memoria”, un capolavoro assoluto.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Subito dopo Giorgia scende tra il pubblico ed esegue un lungo medley su una pedana posizionata in fondo al parterre del Teatro: “Nasceremo”, “Come Thelma &Louise”, Infinite volte”, “Parlo con te” sono i brani scelti da Giorgia per il contatto ravvicinato con occhi, cuore e orecchie innamorati di lei e della sua voce.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

“Il mio giorno migliore”, “Per fare a meno di te”, “La gatta”, “Pregherò”, Chiara luce” e poi, ancora, “Vivi davvero”, “Marzo”, “La mia stanza”, “Tu mi porti su”, “Di sole d’azzurro” (con parte del testo cantata in inglese) sono i pennelli con cui Giorgia dipinge il proprio autoritratto artistico in un saliscendi di emozioni.

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Divertente la parentesi dedicata al momento “Joke” in cui l’artista ha ripercorso, a grandi linee, quel lontano e fortunato 1994, l’anno di “E Poi”, forse l’unico brano più lungo del concerto, eseguito con calma e particolareggiata cura per ogni singolo dettaglio, senza trascurare, infine, la grinta di “Io fra tanti”, il brano che chiude la scaletta e non a caso. “Prima inter pares”  Giorgia Todrani conserva l’umiltà di venti anni fa ma è, a tutti gli effetti, la regina indiscussa del soul.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Alcuni membri della band @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Alcuni membri della band @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro  PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

Giorgia @ Teatro PalaPartenope Ph Luigi Maffettone

 

 

Intervista a Marco Sbarbati, un cantautore #Inviaggio

Marco Sbarbati - Se_b (2)Marco Sbarbati è un giovane cantautore marchigiano che sta provando ad affacciarsi sullo scenario musicale italiano proponendo una musica che spazia tra dolce delicatezza e sofisticata intensità espressiva. Il suo ep, onomimo, si compone di 5 brani, a cavallo tra italiano e inglese, ed è stato prodotto da Corrado Rustici. Al fine di conoscere più a fondo questo progetto discografico, abbiamo raggiunto Marco Sbarbati al telefono anche per raccogliere le impressioni e i commenti del cantautore in merito alla sua recentissima avventura live, intitolata #InViaggio, che l’ha portato nelle piazze delle più importanti città d’Italia.

Com’è andato questo tour nelle piazze d’Italia e che riscontri hai avuto?

E’ stata un’esperienza veramente molto bella, sicuramente stancante ma va benissimo così! Ho girato in tanti posti e ogni piazza è diversa, anche nell’approccio con il pubblico… un percorso molto intenso e gratificante.

Ci sono anche degli input compositivi?

In questo tour sono stato sempre in movimento e mi sono mosso così velocemente che ho preferito memorizzare i posti e le sensazioni.

Hai portato il quaderno delle dediche con te?

Quello purtroppo no perché si trovava nella custodia di un’altra chitarra, la prossima volta lo porterò. In ogni caso, ogni tanto c’era qualcuno che mi lasciava dei bigliettini per dirmi che ha apprezzato la mia musica, un pensiero molto carino.

Quali sono i temi del tuo ep e come hai lavorato con Corrado Rustici?

Ho lavorato con Corrado in California, lo seguo da tempo e mi piace il suo approccio internazionale alla musica. Nel mio ep ci sono brani che ho scritto durante l’università e che rappresentano quella parte della mia vita in cui mi sono trasferito dal mio paesino a Bologna. Si tratta, quindi, di un lavoro che mi rappresenta, sono canzoni piuttosto intime.

Nel video di “Se”, il regista Tiziano Russo ha raccontato di essersi concentrato sugli attimi e sulla gestualità dei protagonisti… Tu come hai vissuto le riprese del video? Ti rispecchi in questa chiave interpretativa?

Ho scelto il soggetto di Tiziano tra altri che mi erano arrivati, l’ho scelto perché, mentre l’ho letto, ho sentito subito una sensazione positiva e simile a quella che intendevo lanciare con la mia canzone. Il fatto di aver girato il videoclip a Bologna con un team di miei amici è stato un surplus ultra perché quando lavori con persone che conosci, e con cui ti senti a tuo agio, viene sempre fuori qualcosa di bello.

Nel tuo lavoro due canzoni sono in italiano e tre in inglese… qual è la lingua a cui ti senti musicalmente più vicino?

Marco Sbarbati (2)

Marco Sbarbati

Ho scelto i brani che mi piacevano di più, anche insieme a Corrado Rustici e sono stato super contento del fatto che, sebbene io gli abbia mandato diversi brani, lui abbia scelto gli stessi che anche io volevo registrare. Ci siamo trovati in tutto e per tutto sulla scelta delle canzoni. Sono partito con la scrittura in inglese però poi mi sono fermato un attimo e mi son detto: “Sono nel mio paese, abbiamo una lingua bella perché non provare a scrivere in italiano?”… Sto cercando di trovare un equilibrio tra suono, genere e linguaggio.

Qual è il brano a cui sei più legato di questo Ep?

Sicuramente “Ocean”, l’ultimo brano. Anche se i miei amici dicono che questo è quello che apprezzano di meno,  io ci sono affezionato perché è quello che, più di altri, rappresenta un periodo della mia vita che ho descritto anche  inconsciamente in questo brano.

Che repertorio stai offrendo al pubblico in questo periodo?

Naturalmente canto le canzoni del mio ep per promuoverle però continuo anche a fare delle cover perché, quando sono per strada, ci sono delle regole, anche non scritte, necessarie per conquistare il pubblico. Ci sono delle perle del mio repertorio che amo cantare e che attirano l’attenzione come “Hallelujah” di Leonard Cohen, “A Case of You” di Joni Mitchell, tanti brani dei Coldplay e altre piccole gemme musicali.

Come mai la scelta di lanciare l’hashtag #inviaggio su Instagram?

Io sono un amante dei viaggi e, visto che ho iniziato a suonare per strada, ho pensato di provare a promuovere questo ep partendo proprio dal mio mondo. Per annunciare i miei live in piazza e in giro nei vari locali ho sempre usato i social networks e quindi ho unito le due cose. Ci sono molti ascoltatori attivi anche su Instagram che mi scrivono e mi incoraggiano ad andare avanti.

Quali saranno i prossimi passaggi del tuo percorso artistico?

Parteciperò al Busker Festival di Ferrara il 23 e 24 agosto, poi ad un festival nelle Marche a Morrovalle a luglio e, naturalmente, non appena arriveranno altre novità le posterò subito sui miei canali social.

Si ringraziano Marco Sbarbati e Sara Bricchi per Parole e Dintorni

Raffaella Sbrescia

Video: “Se”

L’Arenile Reload compie 20 anni con Enzo Avitabile

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Vent’anni fa Bagnoli conosceva una nuova ed originale realtà: L’Arenile di Bagnoli, oggi Arenile Reload, nato da un progetto di Umberto Frenna e dell’Associazione Culturale Nesis, ovvero dalla bonifica di una ex discarica a mare. Da una zona completamente distrutta dal fallimento di una bruttura industriale quale è, ancora oggi, l’ex Italsider di Bagnoli è nato quello che oggi rappresenta a tutti gli effetti un indispensabile punto di riferimento per l’impresa, per la musica, la cultura, il tempo libero e l’intrattenimento partenopeo; una location unica nel suo genere in grado di offrire alla cittadinanza campana una vasta scelta.

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Inaugurato nel 1994, il villaggio è, a pieno titolo, uno dei pochi luoghi che ancora attira, ogni anno, un flusso di centinaia di migliaia di persone. Forte di una direzione artistica consolidata e competente, l’Arenile Reload è una realtà imprenditoriale amata, in grado di offrire nuove e necessarie risorse alla città di Napoli e al martoriato quartiere di Bagnoli.

Alla luce di quanto detto, in occasione del ventesimo anniversario dell’Arenile Reload, il noto cantante, compositore e saxofonista partenopeo Enzo Avitabile ha tenuto, proprio all’Arenile, un affollatissimo concerto insieme ai Bottari di Portico. Un evento, tenutosi lo scorso 17 maggio, che si è svolto nel segno della tradizione, della continuità e del futuro e che ha trovato spazio nell’ambito della nuova edizione della prestigiosa rassegna musicale denominata “Drop”.

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Con una scaletta pregna di contenuti attuali, profondi ed ispirati Enzo Avitabile ha spaziato tra la musica soul, il jazz ed il blues: “Ruglio”, “Sigla”, “Paisà”, “Tutt eguale”, “Trittico”, e poi, ancora, “Salvamm ‘o munno”, “Canta Palestina”, “Nunn’è giusto”, “Chest è l’Africa”. Sono questi i brani con cui Avitabile ha cantato il male del mondo, senza tralasciare temi drammatici come la guerra, la solidarietà, l’uguaglianza tra gli uomini. Intrattenimento sì, ma con criterio, l’artista riesce a mettere tutti d’accordo proseguendo con “Mane e mane”, “Abballacummè”, “Don Salvatore”. Immancabile la trascinante “Soul Express”, seguita da “O’ Munno se move”, “Paisà II”, “Aizamme na mana”. L’ultima trance del concerto si svolge sulla note di “Votta votta” e l’inimitabile “Black Tarantella”.

La notte dell’Arenile Reload è, però, ancora giovane e al popolo della luna non rimane che scatenarsi con la flash dance dell’amatissimo resident selector DJ Cerchietto.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile @ Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Made in London Tour, Noemi strega Napoli

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Il “Made In London Tour” di Veronica Scopelliti, in arte Noemi, è arrivato al Teatro Augusteo di Napoli e la carica espressiva della cantautrice romana non ha deluso le aspettative dei tanti fan accorsi all’evento. Padrona del palco, emozionata ed entusiasta, Noemi ha costruito, traccia dopo traccia, un empatico flusso sinergico con il pubblico, attingendo fascino dalla recente esperienza londinese e rivestendo di un nuovo magnetismo anche i successi tratti dai primissimi dischi. Accompagnata da Bernardo Baglioni (chitarre), Marcello Surace (batteria), Gabriele Greco (basso) e Michele Papadia (tastiere/hammond) e dalle brave coriste Sara Jane Olog e Marta Capponi, Noemi ha inaugurato la scaletta con “Acciaio”, a seguire il nuovo singolo “Don’t Get me wrong”.

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Noemi non smette di incitare il pubblico e, in un attimo, sono tutti in piedi a ballare e a sorridere. I brani tratti da “Made in London” profumano, come sempre, di emozione e riflessione ma, stavolta, c’è un elemento in più, si percepisce che queste canzoni sono il frutto di un periodo di ricerca, si sente una costruzione musicale diversa. Lo spettacolo prosegue con “Passenger”, “Se tu fossi qui”, “Un uomo è un albero”: Noemi è sicura, spigliata, disinvolta. Colpisce il completo riarrangiamento pianistico di “Per tutta la vita” e l’intensità introspettiva di “Vuoto a perdere”, Noemi è ormai una donna, consapevole dei propri mezzi e delle proprie scelte artistiche.

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Senza mai cedere alla spavalderia, la cantante romana è fiera del proprio percorso e, forte dei traguardi ottenuti, riesce a vivere l’esperienza live a 360 gradi e questo rappresenta un ottimo modo per instaurare un contatto emotivo viscerale e diretto con il pubblico. Il concerto va avanti con “Per cosa vivere”, una bella versione blues-funky di “Briciole” e poi, ancora, “Un fiore in una scatola”, “Tutto l’oro del mondo” e la sempre bellissima “L’amore si odia”. Simpatico il remix tra “Odio tutti i cantanti “ e “Money money money” di Jessie J, seguito da “Musa” e la sempre intensa “Sono solo parole”. Il pubblico si riversa, quasi per intero, sottopalco sulle note di “Sempre in viaggio”, uno dei brani più amati di “Made in London”.

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Noemi @ Teatro Augusteo Ph Errico Sarmientos

Il concerto si avvia alle battute finali con “Alba”: “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”. Con la citazione di H.Gibran, Noemi lancia il suo personale messaggio di incoraggiamento al suo amato pubblico, salvo poi scatenarsi sulla versione rock di “Vuoto a perdere” e l’immancabile hit sanremese “Bagnati dal sole”, completando uno show solidamente costruito e pensato per offrire allo spettatore un’istantanea fedele del percorso artistico di una performer destinata a far parlare di sé.

Raffaella Sbrescia

“Il Signor G e l’Amore”, Rossana Casale canta l’amore secondo Gaber

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Pubblicato lo scorso 6 maggio, “Il Signor G e l’Amore” (Artist First) è il sentito tributo che Rossana Casale ha realizzato, con il patrocinio della Fondazione Giorgio Gaber, per omaggiare l’intramontabile genio cantautorale  e la meravigliosa penna di un artista indimenticabile quale è, ancora oggi, Giorgio Gaber. Rossana sceglie un tema delicato, spesso inflazionato, eppure in qualche modo sempre nuovo come l’amore. Dopo un’attenta, accorata, scrupolosa, rispettosa selezione di testi intimi, preziosi ed intrisi di ragionamento, la Casale ha messo insieme 13 tracce in grado di rappresentare una, seppur piccola, parte di un repertorio di infinito valore sociale, culturale, artistico, emotivo.

Il disco comprende due straordinari inediti, rispettivamente intitolati “Sostiene l’amore” e “Piove”, scritti da Sandro Luporini che, per oltre trent’anni, ha collaborato alla scrittura delle canzoni e dei testi degli spettacoli teatrali messi in scena da Giorgio Gaber. Un regalo da custodire con infinita cura e che Rossana ha rivestito con le note di  Vittorio Cosma cercando di prestare l’anima ai contenuti di questi brani che analizzeremo più avanti.

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

La scelta di abbinare un genere musicale così intimo ed elegante come il jazz a questi brani si è rivelata assolutamente felice: l’impronta originale dei brani è rimasta intatta, così come il nome degli accordi e, avvalendosi dell’insita natura creativa posta in essere nel jazz, Rossana Casale ha mantenuto fede all’obiettivo di tributare con rispettosa originalità un tassello importante di un repertorio unico. Il pensiero critico del cantautore milanese è lo strumento con cui Rossana Casale rilancia il risultato di un’analisi lucida e cosciente, intrisa di ironia ed ispirazione e che, attraverso l’alternanza di canzoni e monologhi, conquista e monopolizza dolcemente l’attenzione del pubblico.

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

 In “Signor G e l’amore”, Rossana Casale parte da “Il Desiderio”: l’emozione del presente, il sentimento che ci salva dalla noia, lo stimolo interiore, l’unico motore che muove il mondo e lo abbina ad una splendida ed elegante cornice di archi e fiati che trasportano subito l’ascoltatore in un’atmosfera avulsa da volgarità e faciloneria contemporanea. La sarcastica e pungente autoironia de “Il corpo stupido” rappresenta, invece, la dissacrante condanna delle istruzioni d’uso per l’amore e per il sesso in particolare. “Sostiene l’amore” è, come dicevamo, il primo dei due inediti presenti nell’album. Rossana si immerge nel pensiero gaberiano e nella scrittura di Luporini cantando il sentimento che illumina la vita, l’interludio tra le parole t’amo, dando voce ad un botta e risposta a sentimenti discordanti, rivestiti di umanità e vita propria, come l’orgoglio, la prudenza, la ragione e la paura.  “Amore difficile amore” è uno dei brani più strumentali dell’album, un importante contrabbasso ed un vorticoso conglomerato di fiati dà vita ad un intenso dramma emotivo. Indimenticabile è la fascinosa e suadente simpatia sorniona di “Torbedo blu”, seguita da “Chissà dove te ne vai”; uno straziante punto interrogativo di un uomo innamorato. Prepotenza e fragilità di un uomo bambino animano i pensieri e le parole di “Quando sarò capace di amare” mentre la profondità emotiva de “I soli” irradia di autentica e verace poesia tutto il mondo circostante. Gli dei del caso, gli eroi del nuovo mondo coraggioso affrontano la solitudine senza malinconia perché un uomo solo è sempre in buona compagnia.

Parzialmente anacronistica è la sottile delicatezza di “Non arrossire”, una gemma rara e preziosa, da maneggiare con estrema cautela. Nel secondo inedito di Sandro Luporini, intitolato “Piove”, Rossana Casale descrive una pioggia culturale che si abbatte su un amore distrutto, sul sogno più bello, sulla malinconia, sui governi ladri, sulla pubblica opinione, sui sindacati, lavando via passato e futuro senza lasciare molti pensieri al presente. Dolce prudenza resta con me, canta Rossana in “Un’emozione”: lo struggente arrovellamento mentale di un uomo terrorizzato dall’idea di cedere all’emozione, privandosi di ogni difesa. Tristezza, cinismo e disillusione sono, invece, i sentimenti racchiusi in “Ora che non sono più innamorato” mentre “Ma pensa te” è l’espressione incredula di un uomo che non riconosce più la persona di cui si era innamorato una volta.

Un ritratto complesso, e completo al contempo, di un sentimento immortale come l’amore che, nonostante lo scorrere del tempo, riesce a trovare sempre nuove emozionanti declinazioni.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti. Scatti realizzati in occasione del concerto tenutosi lo scorso 16 maggio presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Ad accompagnare  Rossana Casale i seguenti musicisti:

Emiliano Begni (pianoforte), Francesco Consaga (sax alto e soprano), Ermanno Dodaro (contrabbasso).

 

Emiliano Begni,  Francesco Consaga, Ermanno Dodaro, Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Emiliano Begni, Francesco Consaga, Ermanno Dodaro,
Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

Rossana Casale @Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

@Auditorium Parco della Musica di Roma Ph Roberta Gioberti

 

 

 

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