Intervista a Gianluca Chiaradia: un cantautore “Seriamente ironico”

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Gianluca Chiaradia è un cantautore veneziano, classe 1991. Grande estimatore della cultura orientale, Gianluca ha approfondito anche la conoscenza della musica angloamericana e, attraverso lo studio della chitarra acustica, è giunto ad una scrittura musicale essenziale ed introversa. Nel suo album d’esordio intitolato “Seriamente ironico”, Gianluca racconta il suo mondo fatto di attente osservazioni e radicate passioni letterarie, musicali  e cinematografiche. Scopriamo cosa ci ha raccontato in questa intervista.

“Seriamente ironico” è il tuo primo disco in cui hai raccontato molto di te…come hai vissuto la lunga gestazione di questo lavoro e quali sono i messaggi che vorresti arrivassero al pubblico?

La scrittura del disco è il frutto di un processo fisiologico durato 3 anni. Le canzoni sono piuttosto omogenee, per quanto riguarda i contenuti, e hanno qualcosa che le accomuna. Questa caratteristica è riconducibile al titolo “Seriamente ironico”, il quale, a sua volta, racchiude l’intento di rilasciare un po’ di ironia amara nelle canzoni.

In “Tutto al caso” ti ispiri ad una visione della vita senza schemi precostituiti? Di chi è la voce femminile nel brano?

La voce è della cantante jazz Enrica Bacchia che ha una voce molto giovanile e delicata pur avendo 60 anni! Per quanto riguarda il brano, non c’entra con la trama ma a me piace molto “Match Point”, il film di Woody Allen in cui ritroviamo tutta una serie di casualità e che, pur non essendo collegato alla trama del brano, rappresenta qualcosa da cui ho preso ispirazione. Poi Allen è un jazzista, ha una sua band, mi piacerebbe anche andarlo a sentire e penso di essere riuscito a ricreare anche l’atmosfera jazzy di alcuni suoi pezzi.

Come hai lavorato al disco e con quali persone hai collaborato?

C’è stata tutta una serie di prove con dei musicisti molto bravi, abbiamo arrangiato i brani tutti insieme, tutto il processo è stato molto naturale e abbiamo registrato il disco in soli quattro giorni presso lo studio Artesuono di Stefano Amerio.

Gianluca Chiaradia

Gianluca Chiaradia

“Facile a parole” racchiude la sindrome del provinciale?

Mi piace pensare che il mondo sia un po’ tutto un paese e ci scherzo molto su. Ho scritto questo brano in giovane età, sottolineando le differenze tra chi vive in provincia e chi in città e, anche se col tempo certe problematiche si metabolizzano e i punti di vista cambiano, quando si è giovani tutto si vive in maniera molto più amplificata.

Qual è il brano a cui sei più legato?

Credo sia  “Il patto”, il brano che chiude il disco e che più di altri rappresenta uno sforzo di sincerità.

Sei appassionato delle espressioni artistiche giapponesi e coreane come le coltivi? Pensi che potranno mai confluire nelle tue scelte musicali?

Certo, confluiscono per quanto riguarda i concetti di essenzialità che mi piace riportare nei suoni  più che nelle tematiche. Seguo tutti registi particolari, soprattutto coreani, che hanno una visione particolare di alcuni aspetti della vita che mi piacerebbe approfondire nel prossimo disco.

Quali saranno le prossime fasi del tuo percorso?

Abbiamo già fatto qualche concerto di presentazione e stiamo programmando qualche live per promuovere al meglio questo lavoro. Il concerto sarà acustico e riprenderà lo spirito dei brani, inoltre io ho sempre trovato più semplice suonare in acustico perché ti attacchi e vai e non ci sono troppe variabili. Mi piace il genere e ho le mie fisse.

 Raffaella Sbrescia

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“Tutto t’orna”, Fabio Cinti raccoglie il meglio dei suoi brani in una preziosa raccolta

Tutto t'orna Cover“Tutto t’orna” è il titolo del quarto album del cantautore Fabio Cinti, il secondo per Mescal, in uscita il prossimo 24 giugno. In queste due parole l’artista racchiude due importanti concetti: “tutto torna” e “tutto ti orna”; un gioco di parole semplice ma di grande efficacia semantica, in grado riportare l’attenzione alle principali dinamiche della nostra esistenza. Con questa bellissima raccolta di 11 brani, tratti dai tre album precedenti “L’Esempio delle Mele”, “Il Minuto Secondo” e “Madame Ugo”, Fabio Cinti regala una nuova preziosa veste alle sue poesie che, in versione acustica, avevano riscontrato un grande calore da parte del pubblico.

Fabio Cinti Ph Piero Martinello

Fabio Cinti Ph Piero Martinello

Registrato presso lo Studio 2 da Francesco Bruni, in presa diretta, “Tutto t’orna” è, dunque, un progetto ambizioso, realizzato con cura artigianale attraverso la direzione del Maestro Carlo Carcano e la collaborazione di  Matteo Panetta, alla guida di un quartetto d’archi che ha intessuto sottili e pregiate trame sonore per brani già pregni di contenuti profondi e ragionati.  Undici tracce che alternano ballate e canzoni d’amore, che affrontano temi importanti, questioni intime, delicate, spesso dolorose come la conoscenza di sé e dell’altro. Struggente e malinconico, Cinti riesce a non farci pensare con nostalgia ai grandi cantautori del passato; in questo suo universo fatto di attente riflessioni musicate in maniera magistrale, Fabio ci catapulta al nocciolo delle questioni, affrontandole con semplice trasparenza. Si parte dallo scorrere del  tempo e dalle relative suggestive immagini narrate ne “L’antidoto” ed esemplificate in “Sweet sorrow” tra un presente che toglie il respiro e i pensieri che ci trascinano in un andirivieni di sbalzi di umore.

Fabio Cinti Ph Piero Martinello

Fabio Cinti Ph Piero Martinello

Sentimenti, ragionamenti, pensieri e riflessioni riempiono i calici di “Vuoto mimato” mentre il ritmo country di “Days like this” rappresenta una distensiva parentesi finalizzata ad introdurre “Dicono di noi”: “ci hanno uccisi, derisi, bruciati, confinati”, canta Fabio Cinti, ma la bellezza e la verità ci terranno in vita per l’eternità. Le mille storie di Fabio, citate in “La distrazione”, attraversano i cancelli delle dita e l’ottusità di coloro che finiscono puntualmente con lo scambiare il senso delle cose con la banalità e se con “Silent workship” Cinti ci regala la sensazione di tornare indietro nel tempo, quando idee e valori avevano tutto un altro peso, in “Amore qualunque” ci catapulta al centro di un vortice di incertezza e caducità: “Un passo ti porta lontano, un altro ti sposta più in là” mentre “Questo strano abisso” ci ricorda che “Dove c’è tutto nessuno si aspetta di trovare niente” mentre noi, in “Tutto t’orna” abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta: c’è tanto da ascoltare, da amare e da condividere.

 Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist di “Tutto t’orna”:

01. L’antidoto

02. Bow house

03. Sweet sorrow

04. Questo strano abisso

05. Vuoto mimato

06. Days like this

07. Dicono di noi

08. La distrazione

09. Silent worship

10. L’amore qualunque

11. Che ci posso fare

Video: ” Questo strano abisso”

Classifica FIMI: Dear Jack e Deborah Iurato i più venduti

dear jackI Dear Jack rimangono saldamente in vetta alla classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con “Domani  è un altro film”, seguiti, proprio come la scorsa settimana, da Deborah  Iurato con l’ep omonimo. Balzo dalla 50ma alla  terza posizione per “Mercurio” di Emis Killa mentre in quarta posizione ci sono i Coldplay con “Ghost Stories”.  Debutta al quinto posto “Selfie”, il nuovo album di inediti di Mina mentre alle sue spalle ci sono i Kasabian con il nuovo lavoro intitolato “48:13”.  Scendono in settima posizione Gemitaiz /Madman con “Kepler” mentre Michele Bravi debutta in un buon ottavo piazzamento con l’album intitolato “A passi piccoli”. Alle sue spalle c’è Biagio Antonacci con “L’amore comporta” , seguito da Ligabue che chiude la top ten con il multiplatino “Mondovisione”.

Intervista a Cassandra Raffaele: ” In Adesso posso dirti (Fottiti) uso una parola esaustiva con sana ironia”

Cassandra Raffaele

Cassandra Raffaele

 

Cassandra Raffaele è una “cantora”, arrangiatrice e musicista indipendente, laureata in Tecniche di Neurofisiopatologia a Catania. Il suo temperamento naif e sopra le righe si unisce ai temi eterogenei e immediati che contraddistinguono i testi delle sue canzoni. A metà strada tra denuncia e ironia, il suo album di debutto “La valigia con le scarpe” ha già ottenuto un notevole riscontro da parte del pubblico, anche grazie alla scelta di location non convenzionali da parte di Cassandra che, attraverso il nuovo singolo intitolato “Adesso posso dirti (Fottiti)” ci lancia all’interno del suo mondo fatto di attente riflessioni mitigate da sonorità coinvolgenti

 “Adesso posso dirti (Fottiti)” è il titolo del singolo estratto dal tuo primo album “La valigia con le scarpe”. Cosa racconti in questo brano e cosa intende comunicare il suo emblematico titolo?

È un brano liberatorio rivolto a chi rende la nostra vita difficile. Una sorta di brano pocket, da tenere in tasca e da utilizzare quando incontri la persona “giusta” che si merita un bel “fottiti”, perché altre parole non sono esaustive come questa. Ma il tutto sussurrato con tanta sana ironia.

Nel video hai utilizzato una serie di selfie cantati, un linguaggio inteso come “metterci la faccia”… che tipo di feedback sta riscontrando questo strumento comunicativo?

Credo sia il linguaggio piu’ immediato e in linea con il nostro tempo. Si sente il bisogno di esprimersi, e di dire “Ehi, ci sono” e la gente ha colto con molto entusiasmo il mio invito in rete, a tal proposito.

Il tuo stile musicale è atipico e molto personale… quali sono le correnti musicali a cui ti ispiri e quali sono, invece, i tuoi punti di riferimento?

Adoro le voci calde del nu jazz come Madelein Peyroux, Stacy kent ma anche le atmosfere dei Gold Frapp. La visceralità di Ben Harper, la musica dei cantautori folk nostrani come Brunori. I Beatles restano una fucina di ispirazione. Insomma, elementi diversi ma che amo “cucire” attraverso i miei sensi nei miei vestiti musicali.

Suoni il pineapple ukulele, la chitarra e la batteria… qual è lo strumento a cui sei più legata?

L’ukulele

Quali sono i contenuti e i messaggi dell’album “La valigia con le scarpe”?

La consapevolezza del viaggio che scegli di fare, parte già nel momento stesso in cui cominci a preparare la valigia. Cosa portare? Ognuno sceglie cosa, e poi si parte.

Cassandra Raffaele

Cassandra Raffaele

Perché hai definito i brani “ 13 transizioni emotive in movimento”?

Perché nulla esiste se non è permeato da emozioni e le canzoni ne sono piene, e come valigie, ti seguono fedelmente.

Sei laureata in Tecniche di Neurofisiopatologia… un titolo di studio importante e che ti sarà costato tanti sacrifici…cosa ti ha spinto a lasciare il posto di lavoro e in che modo senti di poter sfruttare le competenze acquisite nel campo medico all’interno del contesto artistico?

Ho lasciato il lavoro in ospedale, nel momento in cui ho iniziato a scrivere canzoni e ho capito che potevo diventare “artigiana” di quello che facevo con la musica. La neurologia mi accompagna in questo lavoro, a tratti sognante, poetico, ma molto cerebrale.

Hai avuto un ruolo da protagonista in alcune delle manifestazioni più prestigiose all’interno del cantautorato italiano: Premio Bindi, Premio Bianca d’Aponte, Mei, Musicultura, Premio Fabrizio De Andrè, Premio Ninfa d’Argento… come ti sei sentita in questi contesti e cosa credi abbia colpito di te gli addetti ai lavori?

Mi sono sentita come una “bambina” il primo giorno di scuola. Ho tenuto gli occhi ben aperti per guardare, le orecchie per ascoltare e imparare il più possibile da chi c’era ai premi, dai presenter illustri, ai colleghi, insomma tutta gente che ha fatto della musica la propria esistenza. Oltre ad essere stato un momento di confronto, é stato anche un momento d’orgoglio personale. Mi sono messa in gioco da subito con quello che scrivevo e sono stata premiata per questo.

Sei ideatrice del Buzz Tour, un tour virtuale acustico… ci racconti questa esperienza?

Scelgo location poco convenzionali, riprendo dei video mentre canto delle canzoni e poi condivido in rete il tutto come se fosse la tappa di un tour. La musica arriva alla gente nei posti più impensabili. Importante è condividere, naturalmente, e fare buzz, cioè diventare uno sciame che diffonde musica.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e impegni live?

In estate sarò impegnata in alcuni Festival e farò tappe della valigia, da nord a sud. E poi parteciperò a degli eventi molto importanti e prestigiosi che vi racconterò presto, naturalmente attraverso i miei canali.

 Raffaella Sbrescia

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Video: “Adesso posso dirti (Fottiti)”

“Sole cuore alta gradazione”, il nuovo singolo de Il Cile. La recensione

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A due anni dalla pubblicazione del suo album d’esordio, intitolato “Siamo Morti A Vent’Anni”,  Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, torna con un nuovo progetto discografico, la cui pubblicazione è prevista a settembre, su etichetta Universal Music. Il nuovo album di inediti è anticipato da un singolo piuttosto distante dalla precedente produzione musicale del giovane cantautore. Stiamo parlando di “Sole Cuore Alta Gradazione”, un brano “spensierato ma non troppo, ironico ma aggressivo, divertente ma deviato… come me”, ha spiegato Il Cile, che sceglie di mostrare un lato di se stesso più espressamente giovanile e disinvolto. Anche il videoclip che accompagna il brano si apre con una dissacrante scena in cui Nicola Nocella, il Jim Belusci de noantri, sfascia la chitarra de Il Cile gettando via i “sogni appassiti” e le “domande esistenziali irrisolte” del passato. Candidato a diventare la colonna sonora dell’estate 2014 “Sole cuore alta gradazione” racchiude gli ingredienti essenziali della stagione più calda. Solare, movimentata ed estrosa la canzone non è, tuttavia, esente dalle tipiche punzecchiate ciniche de Il Cile tra “cuori capaci di intendere poco e volere troppo” e “brucia la testa, brucia la sabbia, siamo noi una tribù che traballa”.

Il Cile

Il Cile

Simile ad un rituale a metà strada tra sogno e disastrosa realtà, il testo si muove tra “coreografie da rianimazione”, molto fedeli a quelli che ci siamo abituati ad osservare frequentando “la gioventù che traballa”, pronta a scatenarsi per dimenticare tutto il resto. In attesa di scoprire quali saranno i temi e le corde che Lorenzo saprà toccare con i suoni nuovi brani, lasciamoci, dunque, travolgere da questo  singolo diversamente leggero: “Perchè io, bambina, sono il diavolo del lessico. Sono Freddy Krueger in una villa in Messico. Arrivo nei tuoi incubi e ti offro tequila/Passeremo la notte a scaldarci la vita”.

Raffaella Sbrescia

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“L’Ala tornante”, ancora una poesia di Roversi tra gli inediti degli Stadio

Roberto Roversi

Roberto Roversi

“L’Ala tornante” è una piccola cascata di sogni e parole che l’indimenticabile poeta e scrittore Roberto Roversi, collaboratore di Lucio Dalla e autore di tanti testi degli Stadio, teneva chiusa in una cartelletta intitolata “Canzoni per gli Stadio”, così come raccontato da Antonio Bagnoli, editore Pendragon. Musicato da Gaetano Curreri e Saverio Grandi, il brano rientra all’interno di un progetto composto da 11 canzoni, una per ogni ruolo di una squadra di calcio e non è escluso, dunque, che in futuro possa esserci un seguito musicale per questi scritti realizzati da un uomo che, nell’arco della sua vita, ha saputo leggere il cuore della gente e diventare un punto di riferimento per poeti, scrittori, artisti e cantautori. Lui che, seppur scomparso nel 2012, attraverso le sue parole, potrà ancora dare voce al nostro oggi e al nostro domani.

Stadio

Stadio

“L’Ala tornante” è, intanto, stata scelta come sigla di “Caterpillar”, il programma in onda su Radio 2 Rai) per il periodo dei mondiali di calcio 2014. Le parole della canzone veleggiano leggere come i ricordi d’infanzia e i sacrifici fatti per i primi campionati di calcio da dilettanti. Quante domeniche e quante date da segnare, quante emozioni, quante vittorie e altrettante sconfitte. Diatribe, dibattiti e sfide sul campo. Che sia un terzino, un portiere o un attaccante, un calciatore è un piccolo “eroe” da incoraggiare a fare del suo meglio in nome di un sogno: “bene, bravo, bis”. Gli Stadio presenteranno il brano durante la prossima edizione del Premio Ischia e continueranno, intanto a tenere i concerti organizzati in occasione dell’ “Immagini del nostro amore Tour 2014″, conseguente all’omonima raccolta discografica, pubblicata lo scorso 19 novembre.

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#PRONTOACORRERESPAIN: Marco Mengoni alla conquista della Spagna

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Non si esaurisce l’ondata di grande successo che ha investito “#PRONTOACORRERE”, l’album ormai  multi platino di Marco Mengoni. Pubblicato lo scorso 10 giugno, l’ep “#PRONTOACORRERESPAIN”, contenente alcuni brani estratti dall’album e tradotti completamente in spagnolo come “Incomparable” (L’Essenziale), “No me detendré” (Pronto a correre) e “Nunca se irá” (Non passerai), senza dimenticare il particolare arrangiamento in versione acustica, e inedito, di “Nunca se irá” (Non passerai). Gli adattamenti dei tre brani sono di David Santisteban, un musicista madrileno che ha egregiamente riletto l’essenza di testi già di per sé dotati di una potente carica espressiva. Primo su iTunes Italia, l’ep sta ricevendo un ottimo riscontro anche all’interno del mercato iberico ed è per questo che abbiamo ritenuto opportuno approfondire le sfumature semantiche e strumentali  di questo lavoro attraverso il quale Marco offrirà nuovi spunti di apprezzamento della sua particolare e versatile vocalità.

Marco Mengoni Ph Giovanni De Sandre

Marco Mengoni Ph Giovanni De Sandre

Si parte da “Incomparable”, la versione spagnola de “L’Essenziale”. Il brano, vincitore dell’edizione 2013 del Festival di Sanremo, è una delle canzoni più apprezzate dal pubblico di Marco Mengoni. Eletto a più riprese come inno di condivisione durante l’”Essenziale tour”, questo testo si arricchisce con nuovi sostantivi e aggettivi volti ad esprimere un comune desiderio di speranza, una collettiva esigenza di salvezza spirituale: “Así se apaga el sol y la ùltima esperanza de los hombres /nos quedará un abril para desdibujar las estaciones/ No quiero un alma de papel nì venerar la estupidez.  Aunque el mundo cae en pedazos/ yo mantengo un sueño a salvo nuevo y frágil que solo pertenece a ti. Aunque el mundo se deshace y el milagro es màs difícil/ hoy nos sentimos màs frágiles regresando a nuestro ayer, siempre fuiste para mi incomparable”, canta Marco, mentre il secondo brano è “No me detendrè”, la versione spagnola della title track di “#PRONTOACORRERE”: energico, incalzante e positivo, questo brano conserva, intatto, un contagioso spirito di rivalsa, fedelmente trasmesso anche dall’immutato arrangiamento pensato per una stabile permanenza in contesto internazionale: “Gracias por haberme roto el alma ya sé hacerme libre” e poi, ancora, “Contigo era una estatua de sal, y ahora tu adiós va recordándome  que sobreviviré”, un messaggio netto e deciso, che non ammette repliche. Tutt’altro registro, invece, in “Nunca se irá”:  “Me siento presa fácil, un absurdo mártir, solo ante el temor. Tuvimos la manera y una vida entera, eramos tú y yo/ Y subo una montaña de fe, porque ahí estabas tú.Hoy me siento como el alma de un pez, entre la multitud. Mi corazón ya no se rinde, ante tu huella que resiste/Porque sé que es imposible borrar. Nunca se irá… Nunca te irás”: essere in due davanti alle paure della vita è una grande fortuna che può repentinamente trasformarsi in una fonte di spaesamento, afflizione e dolore, nel momento in cui questo legame si spezza.

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Che sia frutto di amore, amicizia o fratellanza umana, la condivisione rappresenta un’importante risorsa su cui poter fare affidamento. Tra la versione con l’arrangiamento già utilizzato in “#PRONTOACORRERE” e quella in  chiave acustica, quest’ultima possiede un indiscutibile fascino dettato dal piano di Gianluca Ballarin e dal doppio colpo sulla gran cassa della chitarra acustica di Peter Cornacchia, nonché, ovviamente, dalla carica espressiva della voce di Marco che, ancora una volta, ha saputo scegliere il vestito più bello per una canzone davvero molto amata dal pubblico che potrà incontrare il proprio beniamino su Twitter. Proprio così, il prossimo 16 giugno, dagli uffici di Twitter a Madrid, Marco Mengoni sarà protagonista di un incontro “virtuale”, voluto da lui stesso, per festeggiare insieme ai suoi fedelissimi fan l’uscita dell’album in Spagna. Dalle ore 19 il cantautore sarà disponibile per l’iniziativa #askmarcomengoni, durante la quale Mengoni risponderà  tutte le domande che “l’Esercito” vorrà fargli.

Raffaella Sbrescia

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Video: “La Valle dei re”

Intervista agli EtruSka –Jazz: “La nostra musica vi farà scatenare!”

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

Gli EtruSka –jazz sono una giovane compagine musicale del centro Italia che, attraverso una formula musicale innovativa e coinvolgente, uniscono lo ska ed il jazz, due generi musicali inizialmente legati tra loro. Abbiamo ascoltato il gruppo, attualmente composto da Luigi Zitano,  Sharon Moran, Daniele Giusto,  Alessandro Marchetti, Giulio Cruciani e  Marco Parisi, durante l’opening act del concerto dei 99 Posse, tenutosi lo scorso 7 giugno, durante l’Eutropia Festival a Roma, e abbiamo deciso di approfondire la conoscenza di una realtà musicale dinamica e molto interessante.

 “EtruSka-jazz” è il nome del vostro gruppo ma racchiude anche la vostra essenza artistica… raccontateci i tratti caratteristici della vostra musica

In effetti il nostro nome racchiude diversi significati: il termine Etruska indica sia l’area geografica del centro Italia, in cui la maggior parte di noi è nata (siamo quasi tutti romani mentre il tastierista è di Terracina ed il sassofonista è leccese), sia la nostra  formula musicale: Ska-Jaz è una miscela dei due generi, lo Ska, in particolare, è il principale genere musicale che suoniamo.

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

Da dove nasce l’idea di unire la musica Ska con il jazz? Che punti hanno in comune questi generi secondo voi?

Anche se sono in tanti a non saperlo, questi due generi sono strettamente legati tra loro. La musica Ska nasce alla fine degli anni 50 in Giamaica, in concomitanza con la liberazione dal dominio coloniale inglese. I più grandi jazzisti jamaicani dell’epoca, tra tutti il grande chitarrista Ernest Ranglin, che erano soliti suonare le opere delle più grandi e famose big band jazz americane, iniziarono a personalizzare il Jazz, reinterpretandolo con nuovi ritmi, molto più caraibici, solari e festosi, fino a dare origine al nuovo genere musicale chiamato Ska. Lo Ska si è poi evoluto nel reggae ed in varie forme più moderne, perdendo però lo spirito originario e cioè lo spirito gioioso di grandi artisti capaci di improvvisare, senza mai smettere di generare  allegria e voglia di danzare.

Avete pubblicato dei brani inediti? Cosa presentate nel vostro repertorio live?

Nei nostri concerti live presentiamo dei brani inediti, attualmente una decina scarsa, nei quali ci siamo divertiti a mescolare e sperimentare non solo fusioni tra jazz e ska, ma anche reggae, funky e musica balcanica. Tutti questi generi si sposano, secondo noi, con l’idea di far divertire la gente facendola danzare. Le altre canzoni che presentiamo nei nostri concerti sono per lo più delle reinterpretazioni di famosi brani jazz del passato, riletti in chiave ska. Infine proponiamo anche alcune cover di brani registrati negli anni 60 in Giamaica.

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

Quali sono stati i passaggi chiave del vostro percorso artistico e come gestite gli equilibri all’interno del gruppo?

Il gruppo è nato all’interno di una scuola di musica nella quale Giulio (contrabbassista) Daniele (chitarrista), Marco (batterista) e Alessandro Marchetti (tastierista) studiavano e frequentavano i laboratori di jazz. Quasi subito la passione per la musica giamaicana di Giulio e Marco ha preso il sopravvento e sono iniziati i primi esperimenti di fusione tra i due generi ottenendo dei risultati più che incoraggianti. Nel tempo si sono susseguiti diversi strumentisti ai fiati fino alla formazione attuale, con sax, trombone e voce. Fortunatamente il gruppo è super equilibrato e c’è ben poco da gestire! Ogni volta che ci si incontra, che sia per un concerto, una prova o una pizza in compagnia, è sempre una gran festa.

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

Che tipo di concerto il vostro e qual è il riscontro da parte del pubblico nei vostri confronti?

Anche se il nostro nome può trarre in inganno, il nostro è un concerto ska, non un concerto jazz, il pubblico si scatena e rimane sempre molto entusiasta mandandoci ottimi feedback. Un altro pregio della musica ska jazz, è che, anche chi proprio non vuol ballare, può starsene comodamente seduto e sentirsi dei bellissimi assoli e virtuosismi, come accade nei veri e propri concerti jazz… In questo modo riusciamo a conquistare sia un pubblico di ballerini scatenati, sia un pubblico a cui lo ska ed il reggae non vanno molto a genio.

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

Come è andato l’opening act del concerto dei 99 Posse durante l’Eutropia Festival a Roma?

E’ stata una magnifica esperienza per noi, abbiamo una grandissima esperienza di concerti live, ma raramente su palchi di quelle dimensioni ed in una cornice così bella come quella della Città dell’Altra Economia. I 99 Posse  poi, s degli eroi per noi: essendo stati tra i primi a portare in Italia delle particolari forme musicali, di reggae e di protesta; aprire il loro concerto ha significato la realizzazione di un piccolo grande sogno.

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

Quali sono le vostre prospettive e quali sono, invece, i vostri programmi attuali?

La nostra idea principale è sempre quella di divertirci suonando, facendo divertire la gente che ci ascolta. Non è facile ottenere visibilità in Italia, ma, pian pianino, speriamo di arrivare sempre con maggior frequenza su palchi grandi, come quello dell’Eutropia Festival

Ci sono progetti discografici in vista? Date dal vivo? Progetti paralleli, anche singoli?

Per quanto riguarda la realizzazione di un album discografico ci stiamo lavorando, abbiamo diversi brani in cantiere, alcuni già pronti, altri appena abbozzati… la realizzazione del nostro primo album è uno dei propositi da realizzare subito dopo l’estate. Le prossime date già confermate sono il 27 giugno in spiaggia a Capocotta (Torvajanica), nello stabilimento Zion Bech. La festa della birra di Mirabella Eclano (AV) che avrà luogo venerdì 11 luglio e un altro importante opening act di Jovine, il 26 luglio alla manifestazione Roma Vintage.

 Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

 

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

EtruSka Jazz Ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Repubblica delle Idee: il concerto di chiusura con Enzo Avitabile

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Il ritmo di Enzo Avitabile, la travolgente energia dei Bottari di Portico e la grinta di Fiorenza Calogero hanno travolto Piazza del Gesù in occasione del concerto di chiusura de La Repubblica delle Idee, la manifestazione che si è svolta a Napoli dal 5 all’8 giugno.

Tutti coloro che hanno preso parte almeno una volta ad un concerto di Enzo Avitabile potranno capire a fondo la forte empatia che l’artista riesce a creare con il suo pubblico, tutti gli altri potranno cercare di immaginare un contesto, quasi magico, in cui le note e le parole si fondono in un’irresistibile rituale collettivo. Alle danze e ai suoni antichi dei Bottari, Avitabile aggiunge parole dalla valenza universale, messaggi di fratellanza, sequenze di beat, impennate strumentali, intrise di groove, unite da un unico filo conduttore ripetuto come un mantra mistico: “messaggiamm ‘o ritmo e abballamm ‘o messaggio”.

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

“Le mani scandiscono il ritmo del cuore”, spiega Avitabile, che, con la Black Tarantella Band e con i Bottari è riuscito a trovare la formula perfetta un rituale di pace e di divertimento assoluto.

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Se a tutto questo, aggiungiamo la coinvolgete voce di Fiorenza Calogero, riconosciuta come una delle interpreti più accreditate e più devote alla musica tradizionale napoletana, il risultato non può che essere un clamoroso successo.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile e Fiorenza Calogero Ph Luigi Maffettone

I Bottari di Portico Ph Luigi Maffettone

I Bottari di Portico Ph Luigi Maffettone

I Bottari di Portico Ph Luigi Maffettone

I Bottari di Portico Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

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Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

Enzo Avitabile Ph Luigi Maffettone

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 Ph Luigi Maffettone

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I Bottari di Portico Ph Luigi Maffettone

I Bottari di Portico Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sta tornu”, il nuovo album dei Sud Sound System è la “Megghiu medicina”

sud coverVentitre anni di musica e non sentirli, i Sud Sound System pubblicano “Sta tornu”. Il  nono  album del gruppo salentino è stato registrato al Salento Sound Studio di San Donato di Lecce, mixato da Riccardo Rinaldi “Ohm Guru” e da Sandro Nozza del One Drop Studio e masterizzato all’Exchange Studio di Londra. Fedeli alle proprie radici e alle inconfondibili sonorità reggae del proprio repertorio, i Sud Sound System pubblicano questo disco a 4 anni di distanza dal precedente album di inediti, un periodo durante il quale i salentini non hanno mai lasciato i palcoscenici di tutta Italia, continuando a macinare km di strada e anni di esperienza.

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Sud Sound System

In barba a tutti i detrattori del dialetto salentino, i Sud Sound System rappresentano uno dei punti di riferimento in Italia e nel mondo. Il loro studio è considerato la Giamaica d’Italia e, proprio in questo magico contesto, sono stati numerosi i musicisti che hanno partecipato al progetto del gruppo. Si va dalla Bag A Riddim Band, alla tromba di Cesare dell’Anna, al sax di Luca Manno alle prestigiose collaborazioni come quella con il leggendario singjay Capletone e con i giovani talenti di Kingstone Leftside aka Dr Evil e Alozade.

Nelle 19 tracce che compongono “Sta tornu”, il filo conduttore è un importante messaggio di speranza, una sensazione di positività e di rinascita possibile. Impegno sociale, denuncia e voglia di riscatto sono gli elementi attraverso cui risalire la china e recuperare il proprio futuro. I collaudati ritmi dancehall, contaminati da hip hop, dubstep, funk e rhythm & blues trovano nuove formule di combinazioni sonore, accompagnando parole che, come sempre, toccano le corde del cuore. I Sud Sound System hanno definito la loro musica come una “medicina”.

Sud Sound System

Sud Sound System

Nel disco si va dalla ballata d’amore “Do Parole”, arricchita da un arrangiamento d’altri tempi e squisitamente black. La title track “Sta Tornu” racconta il riscatto di chi è partito e, grazie ai propri sacrifici, può permettersi di tornare nella terra d’origine come esempio di libertà. Parole di condanna per gente senza scrupoli che all’avidità non mette limiti in “Man in pasta” mentre il monito è quello di impegnarsi quotidianamente e cercare la gioia in ogni giorno in “Day by day” feat. Capleton. “Fumo nell’anima” è l’emblematico titolo di uno dei brani più intensi dell’album: il fumo delle fabbriche è anche il fumo della falsità che annebbia la vista e uccide inesorabilmente. “Herbman” rappresenta, invece, un vero e proprio inno alla marijuana: il testo racchiude una serie di riflessioni incentrate sulla mancanza di chiarezza e trasparenza in merito all’utilizzo di questa sostanza. Un testo che desterà sicuramente numerosi dibattiti. “Nazione strana” è una canzone in cui i Sud Sound System ragionano sul fatto che l’Italia ha finito con l’allontanare i propri figli, cancellando una cultura millenaria. In netta contrapposizione con il suddetto brano c’è “Roja”, un canto d’amore, in lingua spagnola, dedicato alla nostra terra sfruttata e venduta per pochi spiccioli. Davvero molto toccante è l’intro  di “Mito da Sfatare”. Ad ogni modo la musica rimane “La Megghiu Medicina”, in grado di tramutare in melodia parole, pensieri e stadi d’animo altrimenti impossibili da decifrare con altrettanta lucidità e capacità di condivisione. L’ultimo brano è “Sorge il sole”: non ti fermare davanti a niente che ti faccia esitare”, cantano i Sud Sound System, incoraggiandoci a reagire, a lottare senza mollare mai la presa.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Do parole”

Ecco le prime date confermate del ”Sta Tornu” Tour:

15.06 TRINITA’ D’AGULTU (SS) – FESTA PATRONALE
21.06 FERMO – INDICASATIVA TRADE
27.06 MONTERONI (LE) – NOTTE BIANCA
28.06 CASTEL VOLTURNO (CE) – LIDO FIORE
04.07 LECCE – ANFITEATRO ROMANO (orchestra Tito Schipa feat. Sud Sound System)
12.07 APANI (BR) – TORRE REGINA GIOVANNA
15.07 GENOVA – GOA BOA FESTIVAL
16.07 ROMA – EUTROPIA FESTIVAL
18.07 VILLANOVA (SPAIN) – NOWA REGGAE (Dj Set)
25.07 SESTO SAN GIOVANNI (MI) – CARROPONTE
02.08 TREMITI (FG) – ISOLA BACARDI (Dj Set)
05.08 CROTONE – REBEL WAY FEST
11.08 GALLIPOLI (LE) – PARCO GONDAR
29.08 VENEZIA – VENICE SUNSPLASH

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