Caparezza: Catanzaro premia il Museica Tour come “Miglior Live d’Autore dell’Anno”

Caparezza Ph Massimiliano Natale

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Lo scorso 6 agosto l’Arena Magna Graecia di Catanzaro Lido ha ospitato l’unica tappa calabrese del Museica Tour, il nuovo live che Caparezza sta portando in giro per l’Italia riscuotendo ovunque consensi e successi. Definito a più riprese un vero e proprio ‘capolavoro’, il concerto di Caparezza a Catanzaro è stato premiato come “Miglior Live d’Autore dell’Anno” con il “Riccio d’Argento” del celebre orafo calabrese Gerardo Sacco, principale riconoscimento di “Fatti di Musica Radio Juke Box Estate 2014”, la ventottesima edizione della rassegna del live d’autore, ideata e diretta da Ruggero Pegna. Esauriente e assolutamente pregnante la motivazione del premio:  “Col suo stile unico Caparezza presenta un live straordinario per originalità e contenuti artistici e musicali, ricco di suoni, storie, visioni, richiami al mondo dell’arte, pensieri e punti di vista. Museica, ispirato all’omonimo album, è un concerto che esalta la creatività della canzone d’autore italiana e la capacità di fondere musica, parole, immagini e testi in modo geniale, con uno sguardo sempre attento al sociale e un allestimento da grande evento musicale, coinvolgente e sorprendente: un concerto entusiasmante che l’estro di Caparezza trasforma in un autentico spettacolo d’autore”.

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

Caparezza Ph Massimiliano Natale

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Caparezza Ph Massimiliano Natale

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Afterhours in concerto a Palmi (RC): quando il live diventa un evento di culto

Afterhours Ph Massimiliano Natale

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Lo scorso 5 agosto l’Anfiteatro Comunale di Palmi in Calabria ha ospitato gli Afterhours, band culto del rock italiano che, dopo il tour primaverile, ha portato l’ormai celebre reloaded and remastered di “Hai Paura del Buio” ancora una volta in giro per lo Stivale italiano, anche in virtù degli importanti e prestigiosi riconoscimenti di cui l’album è stato insignito dalla stampa specializzata. Carica, adrenalina, passione e compiacimento psicofisico hanno accompagnato il pubblico durante le fasi di quello che rappresenta un concerto nel concerto, un memorabile evento, una rara opportunità di godere e beneficiare della prestanza scenica e strumentale della band milanese. Vestiti di tutto punto, così come all’epoca, gli Afterhours hanno subito infilato, come perle di una preziosa collana artigianale, i brani contenuti in “Hai paura del Buio”, riproducendo la stessa scaletta stilata durante il tour che seguì l’uscita del disco nel ’97. Concentrati, completamente immersi cuore e anima al centro della più intima essenza delle proprie canzoni, gli Afterhours riescono ancora a creare uno speciale legame simbiotico con il pubblico che, rapito, segue le parole, le note e i movimenti di ciascuno dei membri della band all’interno di un magico scambio extrasensoriale.

Afterhours Ph Massimiliano Natale

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Affamati di emozioni, gli spettatori si lasciano andare con trasporto alla propria voracità emotiva fornendo, così, agli Afterhours, la materia prima necessaria per dare tutto e anche di più, adesso come allora. A racchiudere il fulcro del live nel live i successi contenuti in “Padania” a “Strategie”, due dei lavori più rappresentativi della recente storia musicale del gruppo. Dai  pezzi pop, a quelli eseguiti al piano sino al cantato post punk di quelli più tirati, gli Afterhours agiscono con estrema precisione ed efficacia senza mai trascurare il legame e la compartecipazione del pubblico veracemente, violentemente, animatamente presente. D’altronde l’opportunità di lasciare l’anima sottopalco non è una cosa che avviene di frequente ormai, e quando accade di potersi dedicare corpo e anima ad un sogno fatto di note, bisogna cogliere l’occasione al volo strizzando ogni singolo muscolo fino al limite.

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

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Intervista a Jimmy Ingrassia: “Per votarmi scrivi sì” è il preludio al mio nuovo album

 jimmi ingrassia foto

Jimmy Ingrassia è un cantante di origine siciliana da sempre in contatto con il mondo della musica. Dopo una serie di esperienze che l’hanno visto protagonista di trasmissioni tv come Domenica In e The Voice, oltre ad una lunga serie di concorsi canori e collaborazioni artistiche, Jimmi è giunto ad una nuova cifra stilistica ed una maturazione tangibile attraverso le note di  “Per votarmi scrivi sì”, un brano che ironizza sul televoto, inteso come un male, sempre meno una reale espressione di preferenza e di talento e che anticipa il nuovo album di inediti del cantautore. Scopriamo insieme cosa ci ha raccontato a tal proposito l’artista in questa intervista.

Il tuo percorso con la musica è iniziato quando avevi soltanto 11 anni, cosa rappresenta per te il canto e qual è la tua cifra stilistica?

In verità ad 11 anni ho cominciato a strimpellare con una pianola giocattolo della Bontempi e da lì mi sono avvicinato alle prime note accorgendomi che mi piaceva suonare. Per questa ragione, i miei mi hanno iscritto a delle lezioni private di pianoforte. Le cose hanno cominciato a farsi serie quando a 17 anni ho partecipato ad un concorso canoro per accompagnare una persona che doveva cantare, in quel caso il direttore artistico di quella manifestazione mi invitò a cantare, cosa che io non avevo mai fatto prima, e mi resi conto che quella era la mia vera vocazione. Ho quindi abbandonato un po’ l’attività di musicista e mi sono concentrato sul canto. Il mio stile si destreggia tra pop e cantautorato. Il nuovo singolo, infatti, ha questa matrice, al cui interno ci sono anche degli spunti folk.

“Per votarmi scrivi si” è il tuo ultimo singolo… con uno stile ironico ed un arrangiamento orecchiabile, realizzato da Francesco Musacco e scritto con Matte con Sperandeo parli, tra le altre cose, del male del televoto… Qual è il messaggio che intendi comunicare al pubblico? Come hai scelto la location del video “Baglio Vecchio”? C’è qualche legame con il discorso di ecocompatibilità sostenuto dalla Steel Rose?

Il tema del brano si concentra sul fatto che ormai qualsiasi cosa si faccia, dal piccolo concorso alla trasmissione televisiva, chiunque chiede di essere votato. Questo meccanismo svilisce e ridicolizza il valore artistico della musica. Ho scritto questo brano un pò di anni fa ma ho deciso di farlo uscire adesso perché è più attuale che mai. Lo scrissi dopo aver partecipato ad un concorso legato al Festival di Sanremo. Dopo quella esperienza io e Matteo decidemmo di scrivere questa canzone incentrata sul sistema del televoto. Alla regia del video c’è Marco Gallo, un giovane promettente, mentre alla produzione c’è la Steel Rose Records, una realtà che armonizza la musica con l’ambiente, in cui mi trovo a mio agio. La location del video è una piccola frazione di Dattilo, in provincia di Trapani con 900 abitanti, comprese le pecore. In questo luogo io ho vissuto la mia infanzia perché ci abitavano i miei nonni. Tutte le estati si andava lì da loro e sono quindi molto legato a questo posto, tanto è vero che quando scrissi questo brano, pensando ad un eventuale videoclip, avevo già in mente dove girarlo.

Jimmy Ingrassia

Jimmy Ingrassia

Come hai vissuto il tuo percorso a “The Voice” nel team Noemi e cosa ti ha insegnato?

Nel 2005/2006 feci il primo programma importante con un primo contratto serio… si trattava di Domenica In. A quel tempo pensavo, stupidamente, di aver compiuto il passo decisivo passando dal settore amatoriale e quello professionale invece, nonostante i contratti e le produzioni, è importante avere le spalle coperte. Forse proprio perché vengo dal basso, ho capito che non si è mai arrivati, soprattutto in quest’epoca non c’è niente di certo, ogni volta devi essere sempre attento a come mantenerti e stare con i piedi per terra. Finita l’esperienza a Domenica In io non sapevo perché non arrivavano altre chiamate del genere e sono tornato a cantare nei locali come facevo prima. The Voice è stata un’ulteriore esperienza in cui mi sono messo in gioco. The Voice è un programma che ti dà una bella visibilità con tutti i pro e contro annessi. Si tratta di una trasmissione televisiva che non sempre coincide con la musica, nel senso che bisogna portare avanti quello che è lo spettacolo, spesso a discapito dell’identità musicale di un artista. Prima di andarci, comunque, io ero al corrente di tutto, così come tutti gli altri, e, in ogni caso, è giusto dire che un talent show, oggi come oggi, rappresenta comunque un’’importante opportunità da cogliere al volo.

Hai cantato in coro e da solista davanti a Papa Francesco in occasione dell’evento “Le società sportive con Papa Francesco”….che emozioni hai vissuto in quel contesto?

Si è trattata di una bellissima giornata, di certo non capita tutti i giorni di cantare davanti al Papa! Ho vissuto questa emozione insieme ad altri coristi, tutti amici, e devo dire che anche se ero molto  stanco, giacchè avevo fatto i salti mortali per esserci e avevo dormito in tutto due ore, sono stato davvero felicissimo di partecipare.

Prendendo in considerazione l’Ep “Indifesa” cosa porteresti avanti  di quel progetto e cosa, invece, vorresti modificare, cambiare, evolvere pensando ad un lavoro discografico?

Spesso mi è capitato di produrre dei lavori che poi si bloccavano, non per mio volere. Le canzoni che fanno parte di  “Indifesa”, uscito un anno e mezzo fa, sono brani che avevo già scritto e arrangiato e che per alcune ragioni non erano stati pubblicati. Quando è uscito l’Ep non lo sentivo più mio perché, nel frattempo, ero già passato a fare qualcosa di diverso. Ovvero il genere cantautorale che adotto adesso in stile ironico, con matrice folk. Ora finalmente sono arrivato a fare quello che desideravo e l’album, attualmente in lavorazione, sarà l’espressione di quello che sono oggi.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Per Votarmi Scrivi Sì”

Dock Of Sounds: intrecci di voci e di emozioni con Maria Nazionale e Marina Mulopulos

Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

Maria Nazionale @ Dock of Sounds Ph Fiorella Passante

Lo scorso 2 Agosto la Rotonda Diaz di Napoli ha ospitato due grandi talenti femminili nell’ambito della rassegna “Dock Of Sounds- Napoli incontra i suoni del mondo”, inclusa nel programma del Forum delle Culture. Protagonista della calda ed emozionante serata musicale Maria Nazionale, artista dotata di una voce potente e limpida, capace di coniugare la tradizione della musica popolare con la modernità delle sonorità contemporanee. Dall’alto della sua lunga e inarrestabile carriera, Maria Nazionale ha saputo evolvere la propria cifra stilistica incarnando l’essenza della veracità e della vitalità partenopea in maniera elegante e raffinata. Ad inaugurare la serata è stata Marina Mulopulos, cantante e artista poliedrica di origine greca, dotata di una rara e suggestiva vocalità.Volti, voci, melodie e ritmi si sono, dunque, intrecciati tra loro con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico in un travolgente intreccio culturale e artistico.

Fotogallery a cura di: Fiorella Passante

Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Marina Mulopulos @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

Marina Mulopulos @ Dock of Sounds Ph Fiorella Passante

 

Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Marina Mulopulos @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Maria Nazionale @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Marina Mulopulos @ Dock of Sounds  Ph Fiorella Passante

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Le Diverse Mode: Tra “Pioggia d’Estate”, un nuovo album e musica ecocompatibile

le diverse mode

Anni di live e una vita dedicata alla musica hanno forgiato la musica de Le Diverse Mode, la band tarantina composta da Giuseppe Cavallo (voce), Giovanni Pagliaro (chitarra), Andrea Manco (basso), Daniele Manco (batteria). Il gruppo pubblicherà a breve un nuovo album di inediti, anticipato dal singolo “Pioggia d’estate”, un brano dalle sonorità semplici eppure incisive: suoni acustici, dal fascino retrò, s’imprimono nella mente seguendo il flusso evolutivo di una storia d’amore dal corso breve. A curare i progetti discografici de Le Diverse Mode è la Steel Rose Records, un’etichetta musicale indipendente, caratterizzata da un’impronta dichiaratamente ecologista, finalizzata ad un nuovo modo di approcciare alla musica con progetti a impatto zero, volti a ridurre le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone, eventi, aziende e organizzazioni. In questa intervista è Giuseppe Calvallo, frontman de Le Diverse Mode a parlarci del percorso artistico della band e dei nuovi importanti passi artistici che determineranno una svolta considerevole per il gruppo.

Perché il nome della Band è “Le Diverse Mode”? Qual è la cifra stilistica del gruppo ed il target di pubblico a cui si rivolge?

Le Diverse Mode nascono come tutte le band emergenti in Italia, abbiamo cominciato a fare delle cover italiane e a fare musica per il gusto di stare insieme. Il nome è la conseguenza del fatto che tutte le persone che hanno cominciato a seguirci erano incuriosite dal nostro modo di fare musica, di stare sul palco, di stare tra la gente….eravamo un po’ diversi, per l’appunto… Non abbiamo un prototipo a cui ci ispiriamo, il nostro genere è un british pop che spazia da sonorità datate come quelle dei Beatles fino ad arrivare ai Blur, agli Oasis.

Siete tutti molto giovani ma da sempre legati alla musica…cosa vi ha dato fino ad oggi il vostro percorso insieme?

Nel tempo abbiamo fatto davvero molti sacrifici e abbiamo suonato nei posti più strani (in riferimento ai quali potremmo aprire un capitolo a parte). La tournèe l’abbiamo fatta perché avevamo fame di farci ascoltare e di suonare la nostra musica il più possibile. Certo, è stato difficile ma non ci sono mancate delle belle esperienze come Area Sanremo, Sanremo Social Day (scelti nei primi 30 dal web), abbiamo fatto un bel po’ di gavetta ma la cosa più importante è non fermarsi mai e non avere limiti, non sentirsi appagati e stare sempre sul campo per lavorare e produrre. Soprattutto adesso che abbiamo dato forma alla nostra musica e alle nostre idee e abbiamo un direttore artistico che lavora a Roma ma che è di Taranto, si tratta di Francesco Basile che cura la direzione artistica del progetto e che ha dato il là a quello che può rappresentare un nuovo inizio per Le Diverse Mode.

La vostra etichetta discografica è la Steel Rose, una realtà molto attenta all’ ecosostenibilità…come vi siete uniti a questa tipologia di discorso?

Abbiamo sempre fatto musica portando avanti le nostre idee anche a Taranto, una città dove c’è una situazione ambientale veramente delicata. Siamo attivi da tempo sul nostro territorio ed è stato molto bello incontrare Christian Gentile, fondatore della Steel Rose, che aveva un po’ le nostre stesse idee e voleva fare una musica ecosostenibile perseguendo un abbinamento tra musica e ambiente. Ritrovandoci in sintonia con queste intenzioni è nata questa collaborazione. Spiegare l’ecosostenibilità in musica è facile: ci riferiamo all’ambiente a 360 gradi, dalla scrittura del brano nei posti più belli che abbiamo, alla produzione del video che può mettere in evidenza la terra in cui viviamo. Nel video di “Pioggia d’Estate”, ad esempio, mettiamo in evidenza gli ulivi, il mare, la spiaggia.

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“Pioggia d’estate” è il vostro nuovo singolo… di cosa parlate in questo brano e in che modo intende rappresentare il preludio al nuovo album?

Questo brano, in effetti, è il singolo che anticipa l’album…la storia del brano è particolare, abbiamo deciso di pubblicarla appena l’abbiamo scritta. Eravamo a Taranto, in fase di pre-produzione e, mentre sceglievamo i brani, abbiamo cominciato a scrivere le prime parole. Insieme a Daniele Loreti, collaboratore della nostra etichetta, abbiamo scritto prima il riff, poi il ritornello. Si tratta di una canzone pop ed è incentrata sull’amore.

Cosa ci anticipi di questo nuovo imminente lavoro?

L’album avrà tante sonorità, la cosa particolare è che anche il packaging del disco sarà realizzato con materiali ecologici, come cartone riciclato… Al suo interno ci saranno anche i semi di una piantina da coltivare, porteremo un po’ di ambiente nelle case delle persone che vorranno conoscere la nostra  musica. Il disco parlerà sicuramente delle esperienze nostre e della gente che vive nella nostra terra, dei sorrisi, della felicità, qualcosa che sarà leggero da ascoltare e che in qualche modo potrà rappresentare il nostro trampolino di lancio e che speriamo potrà lasciare il segno.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Pioggia d’Estate” su iTunes

Video: “Pioggia d’Estate

Intervista a Mimmo Cavallo: “Vi racconto cosa significa stare dalla parte delle Bestie”

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“Dalla parte delle bestie” è il titolo del nuovo album di inediti di Mimmo Cavallo, un lavoro ricco di ritmi etno-rock e suoni innovativi, accompagnati da testi ricercati ironici e pungenti, intensi sguardi alla vita e al suo tempo, passaggi attenti dal linguaggio schietto ma anche carezzevole e intimista. Edito da “Suoni dall’Italia”, un’etichetta discografica nuova nata su impulso della cantautrice Mariella Nava, l’album rappresenta un nuovo importante passo artistico per Mimmo Cavallo, considerato da più di vent’anni come uno dei cantautori più interessanti del  sud Italia e non solo. Nel dare voce ai bastian contrario, ai perdenti e ai sofferenti, Mimmo opera un atto di diversificazione e di difesa dell’uomo nelle sue più diverse accezioni. Una rivolta che parte dalle parole e che si oppone alla politica del fast. Di seguito vi proponiamo l’intervista in cui l’artista ha approfondito le tematiche racchiuse nell’album.

“I perdenti, i contrari, gli esclusi” sono i protagonisti del suo nuovo lavoro discografico intitolato “Dalla parte delle Bestie”. In che modo dà loro voce in questo album?

Attraverso quello che scrivo. Non creo personaggi reali però attraverso i concetti e le parole riesco a trasmettere le emozioni di chi le vive per davvero. In un periodo di alta omologazione, in cui il potere cerca di omologarci tutti, le diverse realtà esistenti in Italia rappresentano una ricchezza da preservare. A questo tentativo di omologazione ognuno risponde con i propri mezzi, con le proprie idee. Io scrivo canzoni e in questo senso, questo è un album di rivolta.

Nel brano intitolato “Rebellion” che tipo di ribellione auspica?

La ribellione è quella di coloro che non riescono ad essere considerati all’interno di un sistema come il nostro. Anche a livello musicale, conosco un sacco di ragazzi che fanno musica e che sono molto interessanti però la discografia si è fossilizzata sulle realtà che fanno leva sulle ragazzine che comprano gli album e non c’è molto altro. Secondo me, invece, ci sono tanti autori, cantautori che soffrono e di questa sofferenza noi intendiamo parlare. Ognuno cerca di dire la sua, di gridare all’etere la propria esistenza.

Lei è autore di molti altri brani di successo, come si approccia alla veste prettamente autorale?

Quando scrivo, lo faccio innanzitutto per me, non penso mai di fare un pezzo per darlo a qualche collega. Naturalmente a volte capita di incontrare, conoscere e scambiare opinioni musicali con tanti artisti… è stato così con Zucchero, Mia Martini, Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Gianni Morandi, Al Bano. Magari passando una serata insieme, è capitato di scambiarsi gli ascolti di qualche pezzo e, quando un artista si innamora di un mio brano, mi fa piacere che lo canti; si tratta di una grande soddisfazione e gratificazione. Nel caso di Zucchero con “Vedo nero” siamo anche riusciti ad arrivare primi in classifica… è ovvio che in questi casi, oltre alla gratificazione artistica c’è anche quella economica, il che non guasta mai.

Mimmo Cavallo (scatto tratto dalla pagina Facebook dell'artista)

Mimmo Cavallo (scatto tratto dalla pagina Facebook dell’artista)

“Basta con le donne tailleurs e sorriso”…

La visione di donna vincente ci viene propinata a piè sospinto ma in questo brano io intendo parlare della sofferenza delle donne che, invece, sono ancora costrette a stare nelle cantine a fare lavori umili e umilianti.C’è ancora da lottare, da scrivere, da capire su questo tema. Non bisogna mai abbassare la guardia.

E per quanto riguarda il singolo “Dalla parte delle bestie”?

Questo brano ha dato il titolo al cd. Queste parole intendono leggere la sofferenza degli esclusi, dei bastian contrari, degli ultimi, dei reietti. Io parlo di quelli che non ci stanno, che dicono no. Però anche ne “La voce della Taranta” si parla di sofferenza. La Taranta è una danza  diversa da come viene intesa oggi, la vera essenza di questa danza è insita  nella sofferenza millenaria dei contadini. Nel Salento alto, che fa capo a Taranto, la taranta ha ancora una valenza pagana. Come tutti i balli pagani che, ad un certo punto sono stati inglobati dalla Chiesa e dalla religione, anche in questo caso il tarantolato viene salvato da un Santo, ovvero Santu Paolu invece nel tarantino, fino agli anni 50-60, ancora non c’era questa ingerenza della Chiesa. Io parlo della nostra grande madre mediterranea, la dea della terra, verginizzata da un dio guerriero, depotenziata e messa da parte. Nelle canzoni, inoltre, bisogna sempre cercare il non detto, quello che c’è oltre, nei testi ci sono dei germi di discussione di cui si potrebbe parlare per ore. Il non detto è molto più importante di quello che si dice, è come la materia oscura che compone l’universo.

Cosa significa essere meridionali nel 2014?

Significa portare avanti un’idea di mediterraneità, così come era intesa durante l’era d’oro della Magna Graecia. Gli effetti conseguenti alla mancanza di tolleranza hanno portato alla cancellazione della parte femminile insita in ciascuno di noi, a favore di una visione maschile del mondo. Non sono uno che vive nel passato ma penso che la ricerca dello sviluppo non debba avvenire trascurando l’ecologia, l’ecosistema, gli equilibri naturali del nostro universo. Questa voglia di arricchimento perenne, questa corsa che non si ferma mai si oppone in tutto e per tutto all’esatta concezione della mediterraneità che, invece, presuppone la capacità di sapersi fermare, guardare il mondo con occhi diversi. La lentezza è la chiave di lettura più poetica del mondo e che ha tenuto insieme delle grandi culture in maniera pacifica.

Raffaella Sbrescia

 Acquista “Dalla parte delle bestie” su iTunes

Color Fest 2, chiusura col botto: Marlene Kuntz e Perturbazione protagonisti della seconda serata

Marlene Kuntz @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marlene Kuntz @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Si è tenuta lo scorso 2 agosto la serata conclusiva del Color Fest, la rassegna musicale ambientata nella bellissima Oasi naturale del Parco Mitoio di Lamezia Terme, all’interno di un anfiteatro immerso in 250 ettari di macchia mediterranea e terme naturali. Intenso ed emozionante anche questo nuovo appuntamento i cui protagonisti principali sono stati i Marlene Kuntz e i Perturbazione. La band di Cristiano Godano ha concentrato la propria essenza rock in un’ora e mezza di musica “elettrica, impetuosa, pansonica, fragorosa” facendo letteralmente scatenare le circa 2000 persone assiepate in ogni angolo dell’anfiteatro. Reduci dalla pubblicazione del loro nono disco in studio, intitolato ”Nella tua luce”, uscito lo scorso agosto per Sony, i Marlene Kuntz hanno proposto al pubblico una scaletta comprensiva di tutti i più grandi successi della loro carriera in un’atmosfera calda e coinvolgente.

Perturbazione @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Perturbazione @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Come accennato in apertura del pezzo, gli altri grandi protagonisti della serata sono stati i Perturbazione, al centro del loro tour estivo, denominato “Musica per l’estate”. Dopo una tournèè invernale davvero molto intensa e ricca di soddisfazioni Tommaso Cerasuolo  e compagni continueranno a far ballare e cantare le più più belle platee d’Italia almeno fino a fine agosto, soprattutto sulle note dei brani contenuti nel loro album “Musica X”. Il bilancio di questa seconda edizione del Color Fest è, dunque, davvero molto più che positivo; una realtà giovane, che sogna e che lavora, si sta affermando nel panorama musicale italiano delineando i tratti di un nuovo orizzonte fatto di traguardi e sfide da vincere.

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

Marlene Kuntz @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Marlene Kuntz @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Marlene Kuntz @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marlene Kuntz @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Perturbazione @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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MessApp Coast Festival: Maldestro, James Senese e Mannarino incantano il Cilento

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Si terrà questa sera la serata conclusiva del “MessApp Coast Festival”, la rassegna musicale in programma dall’1 al 3 agosto ad Agropoli (Salerno), una delle mete turistiche più apprezzate e frequentate del Cilento. Non sono musica, dunque, ma anche mare, sole e divertimento, ingredienti, questi ultimi che vanno ad aggiungersi alle mostre, ai dj set, ai reading e alle visite guidate presso i più rinomati siti di interesse artistico e naturalistico. Diretto da Peppe Macchia e patrocinato dal Comune di Agropoli, il Festival ha proposto al pubblico un variegato cartellone in grado di soddisfare i gusti e le esigenze di un pubblico eterogeneo: reggae, folk, dub, pop, elettronica, jazz-rock hanno, infatti, animato gli spalti ed il prato dello  stadio comunale della cittadina alle porte del Parco nazionale del Cilento. Alborosie, Mannarino, Motel Connection,Raiz & Almamegretta, James Senese & Napoli Centrale, Frank Sent Us, Marcello Coleman, Maldestro, Yes Daddy Yes, Dj Andrea Bertolini si  sono alternati sul palco del MessApp Coast Festival per un inizio d’estate indimenticabile.

Maldestro @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Maldestro @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Tra gli artisti che si sono esibiti durante la manifestazione dedicheremo un piccolo approfondimento a quelli che si sono esibiti durante la serata dello scorso 2 agosto. Protagonisti del palcoscenico: il cantautore partenopeo Maldestro, i cui testi spaziano tra la rabbia, l’amore, il dolore e la disperata voglia di vivere, James Senese & Napoli Centrale, considerati un vero e proprio pilastro della scena musicale partenopea, grazie all’inconfondibile sound del sax di Senese e alla verve autentica che contraddistingue il repertorio della band, ed il cantautore romano Alessandro Mannarino che ha portato il suo bellissimo “Al Monte Live” anche ad Agropoli conquistando ancora una volta  il pubblico.

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Riconosciuto come uno dei apprezzati cantautori italiani, Alessandro Mannarino sta vivendo un periodo particolarmente felice della propria carriera artistica grazie al suo ultimo album di inediti intitolato “Al Monte”. Una scenografia onirica e a tratti perturbante, si accompagna ai dettagli che scandiscono il suo concept live, minuziosamente curato nel dettaglio. Un viaggio alla scoperta di se stessi e degli altri; altamente consigliato.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

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MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

 MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

Color Fest 2: Brunori Sas e Marta Sui Tubi infiammano la Calabria a suon di note

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Come potremmo commentare la prima delle due serate della seconda edizione del Color Fest? Sicuramente ci tornano più che utili che mai le parole che Dario Brunori, acclamatissimo protagonista della kermesse calabrese, ha usato questo pomeriggio sulla sua pagina Facebook: “Mi chiedono spesso cosa si possa fare concretamente per cambiare le cose qui in Calabria. Ecco, il Color Fest potrebbe essere un paradigma ideale. Grazie agli organizzatori, ai tecnici, allo staff e a tutte le ragazze e i ragazzi sorridenti, calorosi, curiosi e attenti che ieri sera hanno riempito il Parco Mitoio di Lamezia. E tirullalleru lalleru lallà!”.

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Curiosità, calore, attenzione, entusiasmo sono, dunque, le parole chiave in grado di sintetizzare lo spirito che ha animato il primo appuntamento del festival ambientato nell’Oasi naturale del Parco Mitoio di Lamezia Terme che, con il suo anfiteatro immerso in 250 ettari di macchia mediterranea e terme naturali, sta ospitando una line up totalmente italian-indie, mantenendo il proposito della fortunata debut edition (quasi 2000 spettatori).

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

A condividere il palcoscenico del Color Fest con Brunori Sas, sono stati gli amatissimi Marta Sui Tubi, reduci dalla pubblicazione del best of “Salva Gente”, lavoro discografico,che se da un lato ripercorre le tappe più rappresentative del percorso della band, dall’altro propone nuovi originali arrangiamenti passando dal tono swing de “Il giorno del mio compleanno” (feat. Bandakadabra) a quello acustico di “Vecchi difetti”, fino al taglio electro-raffinato dell’inedita title track(feat. Franco Battiato).

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Una serata all’insegna dell’ottima musica e del coinvolgimento globale attraverso salvifiche punte di ironia e veraci messaggi di incoraggiamento alla vita. Tra gli emergenti presenti nella line up proposta dal Color Fest ricordiamo Tomfool Project, [AllMyFriendzAre] Dead, Dj Ango Unchained che, insieme alle attività di live painting, istallazioni visive, fotografia, dipinti, artigianato completano un programma eterogeneo e interamente votato all’arricchimento culturale del pubblico.

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

 

 

 

 

Intervista a Francesco Gabbani: “Scrivere canzoni è la mia forma di espressione”

francesco_gabbani_-_i_dischi_non_si_suonano

Francesco Gabbani è un polistrumentista e un cantautore. Figlio d’arte, classe 1982, Francesco si dedica da sempre alla musica scrivendo, arrangiando e suonando praticamente tutti gli strumenti che servono per realizzare le sue canzoni con un unico obiettivo: trasmettere emozioni. Dopo un intenso e gratificante percorso artistico vissuto insieme ai Trikobalto, il cantautore ha intrapreso la carriera da solista. In questa intervista Francesco ha parlato di sé a 360 gradi, senza tralasciare un doveroso approfondimento relativo al suo album “Greitist Iz” e al fortunato singolo “I dischi non si suonano”.

Sei un cantautore e polistrumentista da sempre vicino alla musica. Il tuo percorso è ricco di esperienze molto eterogenee tra loro…ci racconti la fase di studio, quella degli inizi e quella attuale?

Sono nato in un ambiente musicale, mio padre era un musicista ed ha sempre avuto un negozio di strumenti musicali. Ho cominciato a suonare la batteria quando avevo soltanto 4 o 5 anni, poi ho iniziato a suonare chitarra seriamente intorno ai 9 anni. In seguito mi sono reso conto che scrivere canzoni era la mia forma di espressione e, intorno ai 14 anni, ho cominciato a buttare giù i primi testi. All’età di vent’anni ho vissuto la mia prima esperienza discografica: un contratto con Sony BMG insieme ai Trikobalto mi ha regalato esperienze molto importanti… tanti live, tanti festival come l’Heineken Jammin Festival, siamo stati supporter degli Oasis e degli Stereophonics. Nel 2010, invece, ho deciso di intraprendere il percorso da cantautore solista ed eccomi qua.

“Greatist Iz” è il titolo del tuo primo disco da solista. Quali tematiche affronti e da dove hai attinto le idee per i testi e gli arrangiamenti?

Si tratta di un album piuttosto eterogeneo, sia per quanto riguarda i suoni, sia per quanto riguarda i testi. Si va dal cantautorato al reggae, ad atmosfere più soul. Nei brani ho lasciato convergere l’espressione di quello che sono io spaziando anche verso tematiche più contemporanee come l’approccio facile e superficiale alle droghe da parte dei giovani fino ad arrivare a canzoni prettamente incentrate sull’amore e sull’esistenzialismo.

“I dischi non si suonano” è il tuo ironico e realista nuovo singolo. Cosa racconti in questo brano?

Questo è un brano diverso rispetto ai contenuti del disco. Già dal titolo è facile intuire una matrice chiaramente ironica. Faccio riferimento al diverbio verbale tra i dj e i musicisti: spesso i dj dicono “sono a suonare qui, sono a suonare lì”… Partendo dal presupposto che io non ho nulla contro i dj,  dato che nel videoclip della canzone compare anche il noto dj Joe T Vannelli, ho colto l’occasione per cercare un modo simpatico per riflettere, più in generale, sulla facilità di approccio che offrono i mezzi digitali. C’è un po’ di esubero di ragazzi che si atteggiano ad essere quello che non sono, sono tutti in po’ fotografi, videomaker, artisti, dj… da qui nasce il concetto che “i dischi non si suonano, sono già suonati”.

Hai avuto anche esperienze in veste di autore? Come ti approcci a questo tipo di veste artistica?

Siccome scrivere è, per me, il frutto di una vera e propria esigenza, butto giù canzoni…poi alcune finiscono nelle mie produzioni altre ovviamente finiscono nelle grazie di altri artisti. Questo è ciò che, ad esempio, è successo con Raffaella Carrà, che ha ascoltato dei miei brani e ne ha scelto uno da inserire in un suo lavoro. Al momento ho alcune canzoni nelle mani di artisti molto importanti, tra cui una delle regine della musica italiana, ma non posso ancora rivelare il nome!

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Per quanto riguarda la dimensione live… che tipo di concerto offri al pubblico e dove potremo ascoltarti dal vivo?

Sui miei canali social potrete scoprire tutto sulle mie date live anche se il vero e proprio tour partirà in autunno e lo stiamo ancora organizzando. Sul palco porto semplicemente me stesso, ad accompagnarmi c’è una band composta da miei collaboratori, denominata Le buone intenzioni. Ho sempre suonato live e la mia dimensione ideale è quella, tra l’altro la forma migliore di divulgazione di un disco è proprio quella di salire sul palco e dargli vita con gli strumenti.

Hai altri progetti e passioni parallele?

Sono amante della ricerca, intesa in senso intimistico. Sono in cerca di quello che può essere il senso della vita per ognuno di noi. Mi ritrovo un po’ allergico al modus operandi tipico del sistema nuovo. C’è tendenzialmente una grande superficialità d’approccio, l’ha vinta chi s’atteggia in un certo modo mentre io cerco le emozioni che nascono dallo stomaco. Sono un grande amante della natura, mi piace molto andare nei boschi, sulle montagne, per ritrovare legame e coerenza con il corso della natura. Cerco artisti musicali e figurativi (pittori e scultori)che, nel corso della storia, hanno cercato di carpire questa unione tra l’essere umano e la natura. Più in generale sono un moderato, non sono selettivo in maniera estrema, prendo il buono in tutto quello che c’è.

Raffaella Sbrescia

Video: “I dischi non si suonano”

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