Rockalvi Festival 2014: musica e solidarietà al Parco dei Camaldoli

Rockalvi Festival 2014 ph Luigi Maffettone

Rockalvi Festival 2014 ph Luigi Maffettone

La grinta, l’energia, l’entusiasmo, l’operatività e la solidarietà sono gli ingredienti chiave del Rockalvi Festival. La manifestazione musicale diretta Peppe Guarino, giunta alla VII edizione, si è svolta lo scorso 26 e 27 settembre 2014 nel bellissimo ed imponente Palco dei Camaldoli di Napoli. Dopo aver lasciato la consueta location di Calvizzano, anche grazie alla collaborazione con l’Associazione Sasquatch, il Rockalvi si è proposto al pubblico partenopeo con audacia e determinazione. L’intento principale della manifestazione indipendente è stato quello di lanciare un importante messaggio di solidarietà devolvendo tutti i proventi  all’Associazione Camilla la stella che brilla Onlus. L’ente che, ispirandosi alla storia della piccola Camilla (affetta dalla sindrome di West), si è trasformato in un solido punto di riferimento per tanti bimbi disabili che, giorno dopo giorno, si trovano a dover lottare, non solo contro la malattia, ma anche contro la mancanza di sostegno da parte delle strutture preposte, che dovrebbero garantire loro le necessarie sedute di fisioterapie riabilitative.

Rockalvi Festival 2014 ph Luigi Maffettone

Rockalvi Festival 2014 ph Luigi Maffettone

Sorretto dalle generose sottoscrizioni del pubblico entusiasta, il Festival ha invitato alcuni rappresentanti di spicco dello scenario musicale indipendente italiano, che hanno scelto di ridurre o annullare il proprio cachet, facendosi portavoce di una causa benefica che dal 2008 è stata protagonista di un’ininterrotta gara di solidarietà. Dopo aver riscaldato i motori con la prima serata del 26 settembre, durante la quale si sono esibiti i Bud Spencer Blues Explosion, definiti giocolieri del rock’n’roll, i talentuosi Plastic Made Sofa e gli scatenati partenopei de La Bestia Carenne, la serata di chiusura ha subito ospitato un’ anteprima assoluta: Francesco Di Bella (ex 24 Grana), Alfonso Bruno Fofò, Claudio Domestico (Gnut) e Dario Sansone (Foja) hanno emozionato il pubblico con una formazione inedita, battezzata per l’occasione con il nome di Ballads & Wine; penne, chitarre e sensibilità a confronto per un momento di autentica poesia.

Rockalvi Festival 2014 ph Luigi Maffettone

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L’altro attesissimo ospite della serata è stato il cantautore Riccardo Sinigallia che, ormai da svariati anni, gode del sostegno e dell’ apprezzamento di un pubblico amante delle sue canzoni delicate ed intimiste. In chiusura il giovane cantautore partenopeo Antonio Manco e l’atteso Alex Paterson (direttamente dai mitici The Orb, padrini dell’ambient house). Per i più resistenti spazio anche all’ elettronica con Elem ovvero Marco Messina (99 Posse), Emanuele Errante (Dakota Suite) e Fabrizio Elvetivo (Illàchime Quartet), accompagnati dalla videoartista Loredana Antonelli; una line up eterogenea e di qualità che completa un’iniziativa meritevole di sostegno e plauso, che ha saputo coinvolgere la cittadinanza, pur muovendosi in un contesto socio-politico certamente non facile.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Rockalvi Festival 2014 ph Luigi Maffettone

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“Electric soul”, la svolta sentimentale di Marlon Roudette

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Marlon Roudette, ex membro dei Mattafix, presenta “Electric Soul”, il suo secondo full lenght da solista. Dopo aver scoperto l’R&B più sperimentale di artisti come Frank Ocean, Drake e The Weekend, Roudette  è partito alla ricerca di uno stesso livello qualitativo, un percorso che lo ha portato ad imbattersi nei produttori Tim Bran e Roy Kerr, responsabili della hit dei London Grammar “If You Wait”. Registrato nei celeberrimi Abbey Road Studios,  “Electric Soul” raccoglie e modella la maturazione artistica di Roudette che, diventato padre da poco, ha avuto l’occasione di virare la propria scrittura ed il proprio stile verso orizzonti meno drammatici e più evidentemente improntati alla ricerca della serenità. Opportunamente definito “a modern classic of synthetic R&B”, “Electric soul” è un album melodicamente eterogeneo che si avvale, tra l’altro, del contributo di firme importanti come quelle di Jamie Hartman (Christina Aguilera, Joss Stone, Jason Mraz) e Stuart Matthewman (membro della band di Sade). Raccontando gli ultimi 18 mesi della sua vita, Roudette si rivela più riflessivo e aperto al sentimentalismo senza tuttavia rinunciare alle atmosfere dark, a lui tanto care. Si va dall’r’n’b sperimentale di “America” alle storie incrociate di “Come along”, passando per l’apprezzatissimo singolo “When the beat drops out”, in cui traspare la nuova linfa creativa e vitale che ha investito Roudette: “Life, happen you’re making plans. Flying highing, shaking hands, a song will write you. With you, I found a new way to live, I see an alternative”, canta Roudette, mentre la malinconia profusa di “Your only love” lava via l’entusiasmo tra lacrime, pentimenti e debolezze.

Marlon Roudette Ph Danny North

Marlon Roudette Ph Danny North

L’atmosfera rarefatta di “Runaround” ci immerge all’interno del flusso di parole e pensieri colpevoli. L’ascolto si appesantisce sulle note di “Body language” e “Flicker” che non offrono un reale contributo ai contenuti dell’album, il quale s’illumina di nuova carica emotiva grazie alla dolorosa ballad intitolata “Hearts Pull” e alla bellezza evocativa di “In Luck”, una bellissima dedica d’amore incondizionato: “This is a changing of guard and I will see you through it all”, canta Roudette, mentre l’immancabile ritmo raggae di “Nice things” chiude “Electric soul”, un disco che, sebbene non abbia caratteristiche di importanza epocale, si lascia ascoltare con facilità e con un certo trasporto.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Electric soul” su iTunes

Classifica FIMI: FSG, Club Dogo e Slash i più venduti

il padrone della festa

“Il padrone della festa”, l’album che riunisce in un unico super gruppo Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, conquista subito la vetta della classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia. Al secondo posto ci sono i Club Dogo con “Non siamo più quelli Mi Fist” mentre è Slash a chiudere il podio con “World on fire”. Altra new entry al quarto posto: si tratta di “My Everything” di Ariana Grande, seguita dal nuovo album di Franco Battiato “Joe Patti’s Experimental group”. Sesti i Modà con “Gioia. Non è mai abbastanza” mentre alle loro spalle c’è Clementino con “Mea Culpa”. Scivola in ottava posizione Francesco Renga con il suo “Tempo Reale”, seguito da “L’amore comporta” di Biagio Antonacci. Chiude la top ten Ligabue con il pluripremiato “Mondovisione”.

Lady Gaga e Tony Bennett: la strana coppia fa centro con “Cheek to Cheek”

Tony Bennett e Lady Gaga Ph Steven Klein

Tony Bennett e Lady Gaga Ph Steven Klein

Chi l’avrebbe mai detto? Lady Gaga è riuscita a disegnarsi una nuova veste artistica grazie a “Cheek to Cheek”, l’album di standard jazz, realizzato insieme all’ illustre icona della musica mondiale Tony Bennett, in uscita oggi 23 settembre su etichetta Streamline/Columbia/Interscope Records. Un incontro artistico assolutamente insolito che, contro ogni previsione, è riuscito a sorprendere e a convincere non solo i fan ma anche, e soprattutto, la stampa di settore. Una sfida nata dopo il primo incontro tra Tony Bennett e Lady Gaga, avvenuto nel 2011, dopo che entrambi si erano esibiti sul palco del Robin Hood Foundation Gala a New York City. In quell’occasione Bennett chiese a Lagy Gaga di duettare con lui per “Duets II”, disco che Bennett stava iniziando a registrare in quel periodo. Se per Tony questo album rappresenta l’occasione perfetta per festeggiare i suoi 65 anni di carriera, per Lady Gaga, invece, la posta in gioco è molto più alta. Dopo il mezzo passo falso di “ARTPOP”, l’eclettica interprete si è messa in gioco e ha dimostrato di avere le credenziali necessarie per risultare convincente anche in un mondo musicale lontano da quello a cui Stefani Germanotta ci ha abituati.

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Con questo album di grandi classici del Great American Songbook, i due artisti hanno, di fatto, portato una ventata d’aria fresca in un ambiente musicale saturo, purtroppo lontano dal grande fascino del passato e amante di corpi esibiti in maniera grottesca e gratuita. Un lezione di stile indispensabile per il pubblico più giovane che, attraverso la “Mother Monster”, potrà conoscere e avvicinarsi ai brani che hanno fatto la storia della musica mondiale e che, ancora oggi, rappresentano indispensabili punti di riferimento.

Lady Gaga e Tony Bennett

Lady Gaga e Tony Bennett

Privata dei lustrini e dei consueti orpelli, Lady Gaga entra in punta di piedi in un mondo ricercato ed elegante instaurando un ottimo feeling con Tony che, con la sua proverbiale classe, la conduce per mano in un viaggio a ritroso: “Anything Goes,” “It Don’t Mean A Thing (If It Ain’t Got That Swing)”,” “Sophisticated Lady”  “Lush Life” e la title track “Cheek To Cheek” svettano tra le tracce proposte all’ascolto mentre i membri del quartetto di Bennett Mike Renzi, Gray Sargent, Harold Jones e Marshall Wood, insieme al pianista Tom Lanier, intagliano preziose cornici strumentali, completando un lavoro ben riuscito, che vedrà una naturale continuazione sui più prestigiosi palcoscenici del mondo.

 Raffaella Sbrescia

Tracklist Deluxe Version

“Anything Goes”, “Cheek To Cheek”, “Don’t Wait Too Long”, “I Can’t Give You Anything But Love”, “Nature Boy”, “Goody Goody”,  “Ev’ry Time We Say Goodbye”, “Firefly”, “I Won’t Dance”, “They All Laughed”, “Lush Life”, “Sophisticated Lady”, “Let’s Face The Music & Dance”, “But Beautiful”, “It Don’t Mean A Thing (If It Ain’t Got That Swing)”, “On A Clear Day (You Can See Forever)”, “The Lady Is A Tramp”.

Acquista “Cheek to Cheek” su iTunes

Video: “Anything Goes”

“Una nave in una foresta”, il nuovo album dei Subsonica. La recensione

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Nel corso di 18 lunghi anni, costellati di successi, i Subsonica ne hanno fatta di strada. Oggi, con l’uscita di “Una nave in una foresta”, il settimo album in carriera, la band piemontese approda ad un nuovo stadio di maturità che li pone faccia a faccia con la realtà di un decennio a cui approcciarsi diventa sempre più difficile ed alienante. La foresta in cui si destreggiano Samuel, Boosta, Max, Ninja, Vicio, è un groviglio di stati d’animo in subbuglio, una tempesta di sguardi ora smarriti, ora inquieti, ora euforici, ora sognanti. La fonte primaria delle storie raccontate in “Una nave in una foresta” sono gli uomini comuni e i loro tentativi di ordinaria sopravvivenza. La sottile trama che lega tra loro le dieci tracce comprese nell’album è la forza di volontà, la voglia di reagire, che fa a pugni e lotta a viso scoperto con feroci malinconie e con dinamiche politiche spesso finalizzate a privare l’uomo della propria dignità.

Ad occuparsi della stesura dei testi dei brani sono stati Samuel e Max mentre la ricerca e la costruzione strumentale dei brani ha visto tutti i Subsonica all’opera, al centro di una rinnovata alchimia creativa. Ad inaugurare il disco è la title track “Una nave in una foresta” in cui una serie di lucide e pregnanti allegorie dà forma ai più reconditi pensieri: “Ed a volte ti vedi unico, una nave in una foresta. Altre volte ti senti intrepido…come un fiore in una tempesta ed a volte ti vedi stupido, una lacrima ad una festa, altre volte ti credi libero, un cavallo sopra una giostra, ed a volte ti vedi limpido, il mattino in una finestra, altre volte ti senti arido, come un gesto che resta in tasca”. Versi di una vera e propria poesia che vale la pena di citare se non per intero, almeno in gran parte. Frasi che danno un senso ai nostri corsi e ricorsi mentali mentre il nostro mondo scivola, molto più che lentamente, verso un altro oblìo.

L’unicità della vocalità calda e sensuale di Samuel si sposa alla perfezione con l’incandescente nebulosa strumentale di “Tra le labbra”. Un ritmo coinvolgente, ipnotico riesce ad insinuarsi nella psiche, lanciando nervi e muscoli fuori dal torpore contemplativo delle ombre scure nell’alba di una città che non riconosce i propri figli. Lo stile jungle, ispirato al drum and bass dei Pendulum, racchiude l’essenza strumentale di “Lazzaro”, un brano che trae ispirazione dallo smarrimento generale per rilanciare un indispensabile ed incalzante messaggio di rivalsa e di rinascita sia individuale che collettiva. “Attacca il Panico” rappresenta, invece, un incontro ravvicinato con lo stato di apnea esistenziale, un tuffo in un vespaio di paure mentre il sangue si gela osservando giorni di tenebra assoluta. Il cantato sibilato velocemente da Samuel si allinea con una base line frenetica: “siamo stanchi delle illusioni appiccicate sotto i banchi”, l’amore è un’invenzione che lacera”, “qui nella mente ho il futuro che scivola”, si tratta, dunque, di una full immersion negli inferi più oscuri che trova nuova luce nella dimensione ovattata, a metà strada tra pop e new wave, di “Di Domenica” un focus sulle nostre esistenze che, anche grazie al videoclip girato da Luca Merli, ci consegna un’immagine matura e consapevole di una band in grado di commuoverci e di farci ballare senza soluzione di continuità.

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Il dub sound de “I Cerchi degli alberi” scandisce l’urgenza con cui i Subsonica parlano a più generazioni. Un ritmo ossessivo, a tratti perturbante, racconta un sogno d’amore, tenuto in vita da promesse sgualcite e che si barcamena tra scenari apocalittici.  Un’anima fuori servizio è, invece, la protagonista di “Specchio”, un brano musicalmente vicino al funk, che descrive il restringimento della gioia, del tempo, dello spazio, dei sentimenti e che ci invoglia a recuperare i tratti peculiari delle nostre esistenze sospese nel vuoto. Con un sottotesto legato al delicatissimo tema dell’anoressia, questo brano potrebbe rappresentare uno spunto per nuove inedite iniziative per i Subsonica, tutte ancora da progettare.

Ispirato alla Ritmo Abarth nera parcheggiata nei pressi dello studio di registrazione del gruppo, l’omonimo brano racchiude una sottile vena amarcord che fluisce nell’irrequietudine notturna di “Licantropia”. Un brano perfetto per un club notturno in cui i ricordi si azzannano, si squarciano, si annientano mentre i pensieri affogano in un marasma organico. Lo spiraglio di luce ci viene offerto da “Il Terzo Paradiso”, la traccia che chiude “Una nave in una foresta” e che vede la partecipazione di Michelangelo Pistoletto. Unico ospite di tutto il disco, l’artista, esponente di spicco dell’arte contemporanea in ambito internazionale,  ha raggiunto i Subsonica nella solitaria casa di campagna, ai margini del bosco, in cui l’album è stato scritto, pensato, cercato, costruito, ed ha prestato la sua voce ad una canzone che, ripercorrendo le fasi salienti dell’involuzione umana, ci restituisce ad ogni individuo un ruolo centrale e di grande responsabilità nella costruzione di un “Terzo Paradiso”,  l’opera planetaria di cui siamo tutti autori. Il finale in dissolvenza, dalla bellezza mistica, ci congeda da “Una nave in una foresta”, un lavoro innovativo, originale e assolutamente attuale che, anche dal vivo, saprà offrirci nuove attese suggestioni.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Una nave in una foresta” su iTunes

Video: “Di Domenica”

“Pareidolia”, il nuovo album di Marina Rei. La recensione

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Marina Rei torna con un nuovo disco intitolato “Pareidolia”, in uscita il prossimo 30 settembre su etichetta Perenne, con distribuzione Universal. Il fenomeno subcoscienziale, che esprime la tendenza istintiva ad individuare strutture ordinate e forme cognitive familiari in immagini disordinate, dà il titolo a questo nuovo lavoro discografico, il nono per Marina Rei, in cui l’artista rinnova le proprie vesti prestandosi ad una chiave strumentale tendente al rock. Attraverso la collaborazione con Giulio Ragno Favero (One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori), che dura ormai da due anni, il disco di Marina Rei lascia trasparire una particolare cura e ricerca del suono che, seppur prevalentemente rock, offre numerosi spunti sonori.  Si parte dal trittico iniziale composto da “Avessi artigli”, “Ho visto una stella cadere” e dal singolo “Lasciarsi andare”: l’intensa interpretazione di Marina Rei, si fonde e si miscela con vesti sonore dolci e coinvolgenti, lasciando alle parole spazio vitale e potenza immaginifica. Figure retoriche, metafore, struggimento e desiderio s’intrecciano lasciando trasparire una nuova maturità vocale e artistica di Marina che, suonando anche la batteria, riesce ad offrire al pubblico un’immagine completa del suo essere artista a 360 gradi. La dicotomica contrapposizione semantica tra la trama de “Il Sole”, in cui Marina canta di un disperato bisogno d’amore, e “Del tempo perso”, un possibilista messaggio di incoraggiamento è data dal netto contrasto di sonorità tra i due brani.  Struggente e mielosa è “Se solo potessi”, una ballad incentrata sul tema dell’amore incondizionato mentre di tutt’altra fattispecie è la title track “Pareidolia”, in cui Marina Rei duetta con Zona Mc e Off Muziek, inserendosi in un contesto sonoro a metà strada tra l’elettronico ed il rap. Speranza e disincanto si fronteggiano nella trama agrodolce di “Vorrei essere” mentre “Un semplice bacio” rappresenta un vero e proprio inno alla semplicità. La bellezza poetica di “Fragili” si sposa felicemente con un arrangiamento onirico con tendenza dissolvente sul finale mentre la chiusura del disco è affidata a “Annarella” una versione crepuscolare del brano dei CCCP, ulteriore testimonianza della versatilità interpretativa di Marina Rei che, con “Pareidolia”, torna ad emozionare il pubblico con grazia ed eleganza.

Raffaella Sbrescia

Video: “Lasciarsi andare”

Fabrizio Moro in concerto all’Arenile Reload, l’ultima data del tour è all’insegna delle emozioni

Fabrizio Moro @Arenile Reload

Fabrizio Moro @Arenile Reload

Lo scorso 19 settembre Fabrizio Moro ha concluso “L’inizio tour” con un concerto tenutosi presso l’Arenile Reload di Bagnoli. Un’atmosfera intima e raccolta ha accompagnato l’ultimo step di un percorso pieno di soddisfazioni per il cantautore che, nelle sue canzoni, riesce a dedicare spazio sia ai temi politici e alla denuncia sociale che ai sentimenti e all’amore, una scrittura versatile e attenta che, da anni, gli consente di interagire empaticamente anche con un pubblico molto giovane. Accompagnato dalla sua band, l’artista ha ripercorso le tappe salienti della propria discografia senza trascurare i brani tratti dal suo ultimo lavoro “L’inizio”.

Fabrizio Moro @Arenile Reload

Fabrizio Moro @Arenile Reload

Carico e grintoso, Fabrizio si è divertito a coinvolgere il fedelissimo pubblico accorso sottopalco con “L’indiano”, “Fermi con le mani”, “Soluzioni”, “Respiro”, “Io so tutto” dando risposte a domande che fanno paura e fornendo spunti per potersi porre nuovi urgenti interrogativi. “Banale spiegazione”, “L’eternità”, “Non è una canzone” è la triade di canzoni che ha preceduto la parentesi acustica del concerto, dedicata a “Il senso di ogni cosa”, “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Sono solo parole”: cuori e voci si sono strette le une alle altre regalando una bella suggestione pacifica e romantica.

Fabrizio Moro @Arenile Reload

Fabrizio Moro @Arenile Reload

Per il rush finale Fabrizio ritorna a parlare alle problematiche sociali con “Sono come sono”, “Da una sola parte”, “Libero”, la celeberrima “Pensa” e  “Parole, rumori e giorni”, canzoni che, attraverso il piglio rock della carica interpretativa di Moro e gli arrangiamenti caratterizzati da lunghe e potenti scariche di chitarra, hanno lasciato una traccia tangibile  ed un importante messaggio di riscatto sia individuale che collettivo.

Raffaella Sbrescia

 

99 Posse & Friends: il racconto della grande festa alla Mostra d’Oltremare

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La Napoli che esiste e che resiste si è riunita alla Mostra d’Oltremare lo scorso 18 settembre in occasione del concertone con cui i 99 Posse  hanno festeggiato il ventesimo (ventunesimo per essere più precisi) di “Curre curre guagliò”, un album che, dopo tanti anni, rivive nuovo lustro musicale e contenutistico, anche grazie alla versione 2.0 realizzata per la speciale occasione. Organizzato nell’ambito del Forum Universale delle Culture, a ridosso della partita Napoli- Sparta Praga, giocata allo Stadio San Paolo, l’evento ha rappresentato l’occasione perfetta per riunire generazioni e cittadini di ogni provenienza nel nome della musica militante. Oggi come ieri  ‘O Zulù (Luca Persico) – voce – Marco Messina – campionatore e Dub Master – JRM (Massimo Jovine) – basso – e Sacha Ricci – tastiere si dedicano anima e corpo alla loro musica di protesta. Da sempre contro le convenzioni e a favore dei diritti del popolo sovrano, i 99 Posse hanno la rara capacità di predicare bene e razzolare ancora meglio. Mixando e remixando le loro canzoni più e meno recenti, il gruppo ha radunato i maggiori esponenti della scena rap ed underground italiana per la gioia dei tantissimi spettatori accorsi sottopalco: Mama Marjas, Jovine, Clementino,Dop One, Francesco Di Bella, Ensi, Geko, J-AX,  Marcello Giannini, Mc Mariotto, Roy Paci, Salvatore Rainone degli Slivovitz, Sangue Mostro,  Banda Bassotti, Bonnot, Caparezza, Claudio Marino sono stati gli speciali ospiti che si sono alternati sul palco allestito all’interno di quella viene oggi definita “Isola delle Passioni”.

99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

Ad inaugurare la nutrita scaletta “1-2-3-4” con Francesco Di Bella, a seguire “Curre curre guagliò”, il brano-emblema di una lotta che non accenna ad estinguersi e che, anzi, oggi più che mai, si fa incandescente contro uno Stato che avanza pretese e che non tutela i diritti di generazioni allo sbando. “Children ov Babilon”, “Nun cià facc’ cchiù” scuotono dall’interno le migliaia di anime stipate sui gradini dell’Arena Flegrea. Non solo denuncia ma anche autocelebrazione e pogo selvaggio sulle note di “Napulitan” e di “Medley Ragga”, “L’anguilla”, “Penso che non me andrò”. Potente il featuring coi Sangue Mostro in “I Say Yes But I Also Say No” e in “Repressione”, brano tratto dal loro ultimo album.

99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

A tessere la trama del filo conduttore che lega i 99 Posse anche alla corrente del neapolitan power è l’ospitata, a sorpresa, di Enzo Avitabile. A seguire una carrellata di grandi successi che, grazie ad una nuova linfa e ad una rinnovata valenza ideologica, scaldano il pubblico spingendolo a cantare a squarciagola in uno “Stato d’emergenza”, auspicando una “University of Secondigliano”. Abituati a fare “Ripetutamente” “Tarantelle pè campà”, i giovani napoletani si lasciano conquistare dal groove dei 99 Posse  che, in chiusura, dedicano gli ultimi acclamatissimi bis ad una militanza diretta e senza filtri. Accompagnati sul palco dalla Banda Bassotti, ‘O Zulù e soci si congedano dal caloroso pubblico con “Rigurgito antifascista”, “El Pueblo Unido” e “Bella Ciao”, una triade musicale scelta non a caso per lasciare un messaggio preciso: vivere per resistere, lottare e far valere i propri diritti, fino alla fine, e con tutta la propria anima.

 Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

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99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

 

99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

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99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

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99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

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99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

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99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d’Oltremare “Curre curre guagliò 2.0 Live” Ph Luigi Maffettone

99 Posse & Friends @ Mostra d'Oltremare "Curre curre guagliò 2.0 Live" Ph Luigi Maffettone

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Mozart Box 2014: Fabio Concato e Fabrizio Bosso in concerto. Il live report dell’evento

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Il Festival Musicale Mozart Box si conferma sempre più tramite culturale di rilevanza internazionale, grazie ad un’offerta artistica in grado di soddisfare i gusti dei più esigenti fruitori di musica. A tal proposito, vale la pena dedicare un approfondimento dedicato ad uno degli eventi, che ha riscosso particolare successo, sia in termini di presenze, che di riscontri da parte del pubblico. Stiamo parlando del concerto tenutosi lo scorso 17 settembre nel cortile del Palazzo Reale di Portici in cui Fabio Concato, celebre firma del cantautorato italiano, e Fabrizio Bosso, gettonatissimo ed amatissimo trombettista italiano, hanno unito i loro talenti per una serata all’insegna dell’eccellenza.

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Forti della profonda sintonia personale ed artistica, conquistata nel corso di numerosi concerti fatti insieme, i due artisti, accompagnati da una band di pregevoli musicisti, sono riusciti ad individuare una precisa formula in grado di valorizzare i più grandi successi del vasto repertorio di Concato colorandoli con nuove e particolarissime sfumature strumentali. Centrale, in questo senso, il ruolo di Fabrizio Bosso che, grazie alla sua naturale capacità interpretativa, si è inserito negli interstizi di ciascun brano, individuando degli spazi ad hoc per le sue coinvolgenti parentesi solistiche. La cura per i dettagli ha, quindi, fatto la differenza all’interno di un concerto pensato per essere leggero ma di  classe.

Fotogallery scattata in occasione del Mozart Box 2014 da Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

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Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabrizio Bosso e Fabio Concato @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

Fabio Concato e Fabrizio Bosso @Mozart Box 2014 Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a Gianluca Giordano: “Il canto e la scrittura sono le mie più grandi passioni”

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano, classe 1990, è un giovane cantautore campano da sempre interessato al mondo della musica e delle arti. Dopo la partecipazione a diversi concorsi letterari e svariati talent regionali come  “Ti va di cantare?” e “Musica è”, Gianluca ha deciso di mettersi in gioco proponendosi al pubblico con “Ferma il tempo”, una delicata ballad intrisa di sonorità black & soul. Dotato di una vocalità sottile e potente, Gianluca Giordano sta lavorando ad un primo progetto di canzoni inedite e abbiamo colto l’occasione per incontrare e conoscere da vicino questo giovane talento.

Sei vicino alla musica e al canto, ormai da svariato tempo…come nasce questa passione così forte e quali sono stati i passi che hai mosso per dare vita al tuo percorso artistico?

La passione per la musica è nata anche grazie all’ambiente in cui ho sempre vissuto. Mio nonno da giovane era un cantante lirico e mi ha trasmesso l’amore per la musica. Nonostante ciò, soltanto intorno ai 16-17 anni ho deciso di interfacciarmi seriamente con questo mondo  e ho cominciato a prendere lezioni di canto dando vita al mio percorso professionale. La mia insegnante di canto mi ha dato tanto fino ad oggi, mi ha fornito gli strumenti per adottare una tecnica, mi ha insegnato il rispetto per la musica, mi ha avvicinato all’arte a 360 gradi. Mi è sempre piaciuto sperimentare, aldilà delle velleità attoriali che avevo da piccolo, la passione che si accompagna alla musica e al canto è quella della scrittura. Da un po’ di tempo a questa parte scrivo testi e non solo, a tutto questo si accompagnano i miei studi in comunicazione.

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano

“Ferma il tempo” è un tuo brano scritto nel 2012 che, recentemente, si è arricchito con il bel videoclip girato con Antonio d’Alessandro. Di cosa parla questo brano e a cosa si ispira?

Il bello di questo progetto, sia per quanto riguarda la canzone in sè, sia per il discorso relativo al video è che è stato interamente realizzato da giovani. Non abbiamo avuto alcuna pretesa se non quella di assecondare la nostra grande passione per la  musica, per le arti visive e la fotografia. Abbiamo unito le nostre forze per creare qualcosa che fosse nostro, sperando potesse piacere a molti. A distanza di poco tempo, i riscontri sono stati molto buoni e siamo stati molto contenti ma è tutto un di più, il nostro intento era, ed è, quello di condividere qualcosa di bello. Scrissi questo brano tra le 3 e le 4 di notte, come spesso mi succede…il testo nasce da un sogno fatto per caso ma la cosa incredibile è che, a distanza di un mese, parte di quello che avevo raccontato nel brano si è poi verificata per davvero nella realtà. Questo fatto mi ha colpito al punto da spingermi a realizzare una vera e propria canzone. Ho, dunque, intrapreso una collaborazione con Massimo Carola, un bravissimo arrangiatore che si occupa in particolare di missaggi. Ovviamente in questo arco temporale ho scritto altre cose e colgo l’occasione per dire che sto lavorando a qualcosa di nuovo e sono in sala a registrare…. Se “Ferma il tempo” è nato per divertimento, ora sto cercando di lavorare a qualcosa che abbia una maturità diversa e con diverse sonorità.

Quali sono i tuoi ascolti, i tuoi riferimenti musicali, la tua cifra stilistica?

Ho sempre ascoltato l’R’nb e seguo il filone Motown. Oggi vorrei dare un impronta diversa al mio suono ma ci sto ancora lavorando su con la speranza di essere notato da qualche addetto ai lavori. Da soli non è facile emergere in nessun campo, soprattutto in questo. Ad ogni modo continuo a credere nel mio sogno e lavorare per renderlo reale.

ferma

Hai preso parte a tanto eventi e talent show regionali… come ti sei interfacciato con queste realtà? Proveresti a partecipare ad un talent nazionale?

Sicuramente i talent sono qualcosa di utile per quanto riguarda la promozione e la visibilità, soprattutto per un artista emergente. Ad essere sincero mi piacerebbe poter emergere attraverso palcoscenici diversi ma mi rendo conto che è molto complicato. Per questa ragione, se un giorno dovesse arrivare la chiamata di un grosso talent, coglierei sicuramente l’occasione perché si tratta di un meccanismo in cui, in fin dei conti, bisogna inevitabilmente rientrare. In ogni caso non mi sento di sminuire i talent show perché essi offrono ai giovani un’esperienza fondamentale per la loro crescita artistica e rappresentano un metro di misura per il capire il gradimento del pubblico.

Gianluca Giordano

Gianluca Giordano

Ci parli del Facemob?

Si tratta di un’iniziativa nata per divertimento per cercare di diffondere un po’ il video di “Ferma il tempo” in giro. L’idea è quella di condividere il video da youtube allo stesso orario, tutti insieme, e devo dire che ha avuto un ottimo riscontro. Stiamo pensando anche a qualche altra forma di diffusione e, a tal proposito, voglio ringraziare i miei amici che mi hanno sostenuto tantissimo e continuano a farlo in ogni momento!

Cosa proponi al pubblico durante i tuoi live?

Faccio serate live con Fabrizio Campanile, un bravissimo chitarrista con cui propongo un concerto voce e chitarra. Il nostro repertorio è molto variegato, riarrangiamo pezzi pop in chiave acustica passando da Michael Jackson a Nutini a Mengoni, semplicemente mettendoci in gioco.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Ferma il tempo” su iTunes

Video: “Ferma il tempo”

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