Anticonvenzionale, stimolante, carismatico. Angelo Branduardi è un artista unico all’interno dello scenario musicale italiano e, in quanto tale, ogni suo concerto rappresenta un evento degno di particolare attenzione. Quello di cui parleremo oggi è il live che l’artista ha tenuto al Teatro Bellini di Napoli nell’ambito del Camminando Camminando tour 2015, un percorso di musica e parole scandito da distinti momenti per diverse esperienze sensoriali. Ad accompagnare Branduardi in questo affascinante percorso sono Michele Ascolese chitarra elettrica, acustica; Stefano Olivato contrabbasso, basso, armonica a bocca; Leonardo Pieri tastiere, fisa; Davide Ragazzoni batteria e percussioni. La festa inizia con “Si può fare”:“si può fare, si può crescere, cambiare e continuare a navigare”, canta Branduardi, continuando con la meravigliosa Gulliver, la cui melodia è ispirata dalla ballata Bretone “Ev Chistr ‘Ta, Laou!”, “Domenica e lunedì”, canzone tratta da una poesia di Franco Fortini, poi “La serie dei numeri”, ripresa di un canto popolare della Bretagna presente nella raccolta Barzhaz Breizh, e ancora “La ragazza e l’eremita”, “Il cantico delle creature”,” Il sultano di Babilonia e la prostituta” e “La predica della Perfetta letizia”.
“Confessioni di un malandrino” apre la seconda parte, lungo la quale in forma più acustica si inseguono le favole “La luna”, “Sotto il tiglio”, tratta da un lied tedesco, “Il dono del cervo”, “La favola degli aironi”, “La canzone di Angus il vagabondo”, dai versi di Yeats. Più vicini ai giorni nostri “Barbrie Allen”, “Rosa di Galilea”, da un brano dei Vangeli apocrifi e la bellissima “Lord Franklin”, sulla ricerca del passaggio a nord-ovest per il Polo, Colonne di Ercole di tutti i naviganti. Nelll’assolo di violino che chiude il concerto, Branduardi rivela le sue sfumature più recondite, rivelando, attimo dopo attimo, il risultato di un intreccio perfetto di sonorità complesse scaturite da semplici frasi riprodotte dall’eco. Elegantemente melodici anche i richiestissimi bis concessi da messèr Branduardi : “Cogli la prima mela”, arricchita dai un nuovissimo arrangiamento e “Cercando l’oro” lasciano il pubblico in febbricitante estasi: la diretta conseguenza di un’esperienza dalla valenza quasi mistica.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone