Alessandro Bergonzoni all’Auditorium Parco della Musica: sulle ali di una riflessione
Simple Minds live all’Auditorium Parco della musica di Roma: il report del concerto
Un tour attesissimo, quello dei Simple Minds in Italia. E attesissimo il concerto di Roma, penultimo del tour.
A distanza di quattro anni, uno dei gruppi che hanno segnato la storia musicale degli anni ’80 torna a esibirsi in Italia. Un tour purtroppo in ritardo sui tempi a causa delle ben note vicende sanitarie che hanno coinvolto il mondo intero, causandone il rallentamento in termini di attività, e anche parecchi cambiamenti epocali. Ma di questi cambiamenti epocali, ieri sera il pubblico romano per un paio d’ore ha perso memoria.
Fa caldo e nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, almeno tre generazioni attendono impazienti di scoprire cosa accadrà su quel palco. E, alle prime note di Act of Love risulta immediatamente chiaro: un salto di 40 anni indietro nel tempo.
Il gruppo, formato in Scozia a Glasgow da Jim Kerr e dal chitarrista Charlie Burchill, ha una caratteristica non comune: non ha mai ceduto al trasformismo. Nel corso di una lunga carriera fatta di successi internazionali, ha sempre mantenuto tanto in termini di contenuti quanto di sonorità, una linea coerente che non delude e non stanca: un evergreen. Quando si affacciarono alle soglie del successo internazionale, i Simple Minds rappresentarono per un’intera generazione una sorta di punto di svolta sotto il profilo dell’interpretazione musicale: poter portare sulla scena contenuti importanti, alleggerendoli grazie a un sound decisamente pop, ma altrettanto sofisticato.
Un sound caratterizzato dalla valenza compositiva di Burchill, e dall’estro interpretativo di Jim Kerr, che a distanza di tanto tempo è rimasto intatto. Generoso, empatico, Kerr entra immediatamente in contatto con il pubblico, scendendo dal palco e cantando tra la folla in delirio: un concedersi preannunciato dalla frase “Roma, è da tanto che manchiamo, non ci risparmieremo”.
Prende così vita uno spettacolo coinvolgente e intenso che ripercorre buona parte dei brani di successo della band: Colours Fly and Catherine Wheel, Waterfront , Book of Brilliant Things , Mandela Day, First You Jump, She’s a River, Let There Be Love, si susseguono a ritmo incalzante, incoraggiando cori e danze sottopalco, in origine non previste, ma assolutamente inevitabili.
Ne è passato di tempo da quel 15 marzo del 1983, quando, al teatro Lido di Roma, che li ha visti spesso protagonisti, proposero un nuovo sogno dorato a un pubblico che, in buona parte, era presente anche ieri sera: tuttavia sembra proprio di essere tornati a quel concerto a quella dimensione, a quegli anni, così diversi da quelli che stiamo vivendo oggi.
Il momento di maggiore intensità si ha sui nove minuti di Don’t You (Forget About Me), con un coro ininterrotto del pubblico di ben quattro minuti, durante il quale Kerr gigioneggia, gioca, dirige, fa scemare le voci, per riportarle ad un’esplosione finale che è una sferzata di energia incontenibile.
Quasi due ore di entusiasmo euforico, nessuna retorica verbale, nessun accenno o presa di posizione politica relativa alle attuali vicende, solo musica, come è nel loro stile. Un sentito Mandela Day, considerato anche il fatto che il giorno successivo, 18 luglio, è il compleanno di Nelson Mandela, e un finale Sanctify yourself, sanctify, che sintetizza tutto: liberati, è l’amore ciò di cui hai bisogno.
E mai come in questo momento questo vecchio brano conosciuto in tutto il mondo ci indica la strada per ritrovare un equilibrio e una serenità che vacillano.
Se la musica ha un potere catartico, sicuramente il concerto dei Simple Minds di ieri sera lo ha dimostrato.
Roberta Gioberti
Giovanni Truppi live all’Auditorium Parco della musica di Roma. Il report del concerto
Tuxedomoon live all’ Auditorium Parco della Musica: il report del concerto
Storie sospese tra presente e passato, storie tramandate di voce in voce, di bicchiere in bicchiere, di nota in nota: il report del concerto degli Inti Illimani a Roma
Tosca: Appunti Musicali Dal Mondo all’ Auditorium Parco della musica di Roma
E’ on line Il Porto, a mesma musica, il nuovo video di Tosca. Scritto da Ermanno Dodaro e Massimo Venturiello, il testo di questa canzone (contenuta nel suo ultimo disco Il suono della voce) riadattato dall’artista portoghese Maria Anadon, arriva oggi sul web. Le immagini sono le istantanee di un anno di concerti dell’artista in giro per il mondo. Si parte dalla Roma di Castel Sant’Angelo per arrivare ad Algeri, passando per Tindari e Tunisi. Questa canzone è uno specchio della mia curiosità - spiega la cantante - è la melodia del mio pensiero. Il porto è una metafora, come l’inizio di ogni viaggio della vita, di ogni amore, di ogni esperienza. Ecco perché ho pensato di far rappresentare l’inizio di questo mio nuovo periodo artistico a questa canzone. “Artista marinara, artista libera”: conclude parafrasando un vecchio detto genovese “‘Popolo marinaro, popolo libero”.
La canzone fa parte del repertorio che eseguirà il 6 gennaio. Cantante, artista eclettica, ricercatrice musicale e sperimentatrice, venerdì Tosca torna sul palco dell’Auditorium Parco della musica di Roma per raccontarsi in un concerto-evento con tanti ospiti che, nel suo stesso nome, racchiude il senso dell’unicità della serata. Appunti Musicali dal Mondo: confini e sconfini del suono della voce è un progetto che mette il punto e ripercorre le tappe più significative del suo cammino artistico tra sperimentazioni, ricerca e nuovi arrangiamenti e che per la prima volta riunisce alcuni grandi artisti, nonché suoi eccezionali compagni nelle tappe fondamentali del suo viaggio musicale.
Tra intrecci sonori, abbracci linguistici, lontananze e assonanze, si alterneranno sul palco: il regista della musica Nicola Piovani che l’ha iniziata alla riscoperta delle radici musicali romane; il grande musicista e cultore musicale Gegè Telesforo, che ha conosciuto ai tempi del suo esordio televisivo a Doc condividendo insieme le tappe più importanti della sua gavetta nella banda di Renzo Arbore; Gabriele Mirabassi, con il quale ha in comune l’amore per la musica brasiliana; Joe Barbieri, da Tosca definito il suo corrispettivo al maschile, autore di alcune delle sue canzoni più significative; Danilo Rea fuoriclasse che con le sue note al pianoforte dipinge ogni canzone; ed infine, l’amico e collaboratore di sempre, Germano Mazzocchetti, sua anima della musica teatrale.
Uno spettacolo di suoni e parole, poetico e vibrante, quasi un “racconto in musica” anche grazie al sapiente utilizzo di lingue molto lontane fra loro, che passa da un fado portoghese a la morna, da una canzone libanese a un tradizionale dei matrimoni Yiddish, da una ballata zingara fino ad approdare alle sponde italiane della musica d’autore e popolare, con uno straordinario omaggio alla canzone romana che da tempo Tosca valorizza oltre i confini laziali. Mi considero una discepola di Gabriella Ferri – racconta - e se faccio questo mestiere lo devo a lei.
Pezzi rari e melodie introvabili, contaminazioni con altre culture intrecciate alle nostre radici, in una serata che per l’occasione abbraccerà anche canti del Natale dal mondo insieme a grandi classici della tradizione italiana e canzoni dal suo repertorio come Il suono della voce, brano scritto da Ivano Fossati che dà il titolo al suo ultimo album.
Il tutto legato da un percorso drammaturgico attraverso le parole di grandi poeti del mondo, creato per l’occasione dal regista Massimo Venturiello.
Video: Il Porto
Parafrasando Pessoa – afferma Tosca - ‘in un momento di sbandamento politico e sociale la musica del popolo ti protegge perché ti fa appartenere, se vuoi’. La mia non è una ricerca filologica, ma una ricerca per affinità artistica dove potevo affondare anche le mie radici. È un’avventura nelle molte anime della canzone. Ho scelto brani tra i viaggi che abitualmente faccio due o tre volte all’anno e quelli virtuali che ho compiuto in quasi venti anni di teatro e canzone. Mi sono fatta guidare dall’istinto, dalla bellezza delle canzoni che trovavo e che portavo via con me.
Attenta, appassionata e rigorosa, capace di trovare il giusto equilibrio tra audacia e misura, intensità interpretativa e genuina teatralità, nel tempo Tosca ha dimostrato di essere sempre meno prevedibile e in costante evoluzione. La nobile arte della canzone colta va curata, trattata e custodita, come fossero gioielli di famiglia – dice. E nella sua carriera vissuta tra concerti, teatro e collaborazioni illustri tra cui Ron, Dalla, Buarque, Zero, Morricone, l’artista è rimasta sempre fedele a se stessa; ha forgiato canzoni, lavorando sulla ricerca e sulle emozioni, cercando di trasmettere quel qualcosa in più che solo la musica sa dare.
Un corredo di esperienze disparate, da cui Tosca è riuscita a trarre stimoli sempre nuovi, e che l’hanno resa indiscutibilmente una delle personalità più prismatiche della canzone d’autore italiana, capace di dare vita a differenti “vite artistiche”. Ultima in ordine di tempo, quella di Officina delle arti Pier Paolo Pasolini, innovativo Laboratorio di Alta Formazione del teatro, della canzone e del multimediale, culla di giovani artisti, un luogo di appartenenza che – conclude – forse può salvare i ragazzi da tante trappole mediatiche. Sono nipote di contadini emigranti, per me la musica e il teatro sono come una terra dove mettere un seme. E aspettare il raccolto… senza passare per OGM di alcun genere…solo tempo, talento e onesta!
Biglietti 20 euro + diritti di prevendita
Info 06-80241281 www.auditorium.com
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Iskra Menarini presenta “Ossigeno”: il racconto di una carriera vissuta al fianco di Lucio Dalla
Iskra Menarini, storica vocalist di Lucio Dalla, il 4 marzo, presso il teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha presentato in anteprima nazionale il suo album Ossigeno, distribuito da iCompany.
Tra Iskra e Lucio restano 24 anni di sodalizio artistico e umano con tappe e canzoni memorabili come Ciao, Attenti al lupo, Lunedì e Tosca – Amore disperato. Accompagnata da Dalla, Iskra partecipa anche al Festival di Sanremo 2009 cantando quasi amore. L’album “Ossigeno”, rappresenta un’importante tappa della vita artistica di Iskra e raccoglie brani inediti da lei composti e qualche riadattamento di brani di Dalla. Al disco hanno collaborato Renato Zero, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Andrea Mingardi, Sabrina Ferilli, Lino Banfi, Stefano di Battista, Il piccolo Coro dell’Antoniano, Gergo Morales e Marialuce Monari. “Ossigeno” non è solo un disco che raccoglie quasi 50 anni di carriera, ma è un viaggio. Un viaggio alla ricerca dell’amore: le canzoni sono le stazioni da cui partire, i luoghi dell’anima. Ossigeno è una grande metropoli del terzo millennio o il deserto solenne, il passato ed il futuro, l’oriente e l’occidente, il nord ed il sud. Un viaggio anche personale. Un appuntamento irrinunciabile, come un ritorno, in una casa che ha ospitato Iskra per tanto tempo. La casa di un amico e di un grande artista, con cui ha lavorato tanti anni: Lucio Dalla. Un lungo, commosso ma anche sorridente abbraccio al grande artista tramite il rifacimento di alcuni dei suoi pezzi migliori.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti
Arturo Annecchino e Symphònia Band in “Missalaika”: un caleidoscopio di stili
Lo scorso 5 marzo Arturo Annecchino e Symphònia Band si sono esibiti in “Missalaika”, un’opera surreale e unica, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Scritta da Arturo Annecchino, pianista e compositore romano, nato a Caracas, residente ora nella campagna umbra, fra i più prolifici ed apprezzati autori di musica per teatro e danza, in occasione dello spettacolo teatrale Giochi di famiglia, Missalaika è un viaggio attraverso i grandi maestri del rock, dell’ambient e della musica classica, legato dal sottile file rosso di un racconto teatrale di sottofondo. Missalaika è interpretata da uno stravagante gruppo musicale nato dall’incontro dello stesso compositore-pianista, con Costanza Cutaia, Ivanka Mazurkjevic e Martina Sciucchino alle voci, con Simonme Stopponi alla chitarra elettrice e voce, Luca Costantini alla batteria, Filippo Barracco alle tastiere e sint, Alberto (Bobo) Porcacchia alla chitarra elettrica, ed Emanuele (Lillo) Ranieri al basso elettrico. Assistere a Missalaika è come assistere ad un’opera rock sinfonica, un incontro stravagante tra un pianista in continua ricerca, una rock band e tra voci soliste. Missalaika è un caleidoscopio di stili, atmosfere, sonorità narranti che catturano, in una lingua immaginaria, attimi di un lungo viaggio tra il mondo del cinema e del teatro, attraverso le musiche di Arturo Annecchino.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti
James Senese & Napoli Centrale live a Roma in attesa del nuovo album
James Senese a Roma per un concerto al PARCO DELLA MUSICA con i suoi NAPOLI CENTRALE. Il celebre sassofonista napoletano, tra gli autori più importanti del Neapolitan sound, ha tenuto negli ultimi tempi oltre 100 concerti in tutta Italia, tutti andati esauriti. In attesa del nuovo album di inediti, la cui uscita è prevista ad aprile 2016, ecco una piccola gallery con alcuni scatti realizzati da: Roberta Gioberti
iWorld Music: Emozioni trasversali con la rassegna di musiche attuali
Nei giorni 5 e 6 gennaio la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ha accolto la rassegna I World Music, organizzata da I-Company, coprodruttrice insieme a Musica per Roma di una due giorni all’insegna della musica etnica e popolare, con contenuti di autore e ricerca di qualità. Sei i gruppi che si sono avvicendati sul palco della Sala dell’Auditorium di Roma, proponendo il loro repertorio : Il promettente astro nascente Giuliano Gabriele, vincitore del premio Parodi 2015, Il Canzoniere Grecanico Salentino, I Tarantolati di Tricarico, L’Orchestra di Piazza Vittorio, Mimmo Cavallaro e l’elegante e grintosa interprete Marina Moulopulos.
Di seguito alcuni scatti di Roberta Gioberti