A Roma la celebrazione della giornata mondiale del jazz. Un vorticoso tuffo nella magia.

“Tutti quanti vogliono fare il Jazz” è forse la citazione cinematografica più nota, perché ci è entrata nelle orecchie sin da bambini, grazie a una simpatica e folle band disneyana.
Ma per fare il Jazz ci vogliono tante tante note sulla punta delle dita, note studiate e sudate, regole, impegno, tecnica che, alla maniera picassiana serve per inventare linguaggi musicali diversi, emotivamente diversi ma mai meno intimi, anzi.

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A casa mia il jazz non si ascoltava: un poco di swing, forse, ma jazz niente.
A me però piaceva, rapiva, ipnotizzava, e così me lo sono circoscritto ad un ambito personale, l’ho rinchiuso in un walkman e ci ho trascorso momenti di costruzioni fantasiose, pensieri e dialoghi che assecondavano le note e le speranze che erano sogni a quell’età.
Il Jazz o lo senti o non lo senti, e se lo senti, lo senti da subito, ti entra sottopelle come le proteine del latte materno e si aggiunge a quanto sviluppa le ossa, la pelle, i muscoli ma, soprattutto, il cuore.
Visto che oramai qualsiasi cosa ha diritto alla sua giornata di commemorazione, si è deciso nel 2011 che il 30 aprile sarebbe stata la giornata mondiale del Jazz.

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E Roma, con il suo spettacolare parco città dedicato alla Musica, beh, non poteva certo disertare la chiamata, trasformandosi in un vortice di note e ritmo per celebrare la musica ribelle cullata da New Orleans.
Niente più del Jazz si presta alla contaminazione: affonda le sue radici nelle tradizioni musicali africane, portate dagli schiavi nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti, e mescolandosi con elementi di musica europea ha tessuto l’arazzo musicale più affascinante e completo che esista al mondo: filamenti di dixieland, swing, bebop, free jazz, ragtime, blues, tutti materiali preziosi e sapientemente dosati.
A Roma, per questa celebrazione, si è puntato molto sui giovani, e devo dire a ragione, perché ci hanno regalato uno spettacolo entusiasmante che mai ci saremmo aspettati.
Organizzato dalla Fondazione Musica per Roma e l’associazione Nazionale IJVAS (Il Jazz va a scuola), con la direzione artistica di Gegé Telesforo e Paolo Fresu, e patrocinato dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e dal Ministero dell’Istruzione, e dal Comitato internazionale per l’apprendimento pratico della Musica.

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L’inaugurazione, alle 11.30, si è tenuta alla Casa del Jazz con un concerto a ingresso gratuito di Danilo Rea con Oona Rea e alla voce recitante di Barbara Bovoli e la giornata è poi proseguita con una maratona di otto ore di musica, concerti, jam session, incontri, presentazioni e premiazioni. Tutto tra la Sala Sinopoli, i foyer e negli spazi esterni dell’auditorium Ennio Morricone, dove più generazioni di musicisti hanno raccontato di quanto sia viva e creativa la scena del jazz capitolino.
La mission, fondamentalmente, è di tipo didattico e si propone di coinvolgere in un tessuto a trama e ordito il mondo della scuola per diffondere i valori artistici e sociali del jazz e delle musiche improvvisate, ma non per questo prive di solide fondamenta culturali.
Paolo Fresu, con un intervento in diretta da Torino, e Gegé Telesforo, con la disinvoltura che oramai lo caratterizza, hanno coinvolto a titolo amicale ma soprattutto solidale, musicisti, artisti, docenti tutti impegnati nella divulgazione e costruzione di una cultura dell’ascolto e della partecipazione.
Lo spettacolo ha inizio intorno alle 17.00 nel foyer della Sala Sinopoli con gli Anoumanuche (che ritroveremo anche sul palco) e contestualmente negli spazi esterni con la P – Funking Band.
A seguire, la Jazz Campus Orchestra diretta da Massimo Nunzi, che riceve il premio Luigi Berlinguer, e l’esibizione dei suoi serissimi e preparatissimi ragazzi che fanno davvero ben sperare in un recupero generazionale della musica di qualità.
E’ poi la volta della Saint Louis Ensemble, diretta da Antonio Solimene, con special guest Umberto Fiorentino e ancora Andrea Molinari Quintet, Aliendee, Giorgio Cuscito Swing Band, special guest Nicola Tariello, che proseguirà lo spettacolo nel foyer, coinvolgendo nelle danze un nutrito numero di spettatori che non riescono a trattenere il ritmo nelle gambe. Una vera festa.

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Alle 21,30 dopo una breve interruzione, ad introdurre nuovamente la musica negli spazi della Sinopoli sarà la P-Funking Band, e a seguire ospiti veramente internazionali, a testimoniare quanto il nostro Jazz sia d’eccezione e apprezzato a livello internazionale.
Fabio Zeppetella e la sua incredibile chitarra accompagnata dalla Santa Cecilia Guitars Combo, Domenico Sanna, Paolo di Sabatino, Christian Mascetta con Tosca e Rita Marcotulli, Stefano Bollani e Valentina Cenni che ricevono il premio per la comunicazione “Adriano Mazzoletti”.
Momento davvero commovente della serata, l’ascesa sul palco di Renzo Arbore, che con Gegé Telesforo ha un rapporto realmente famigliare, avendolo di fatto scoperto, e i racconti divertenti e ironici intorno a tante avventure musicali che rapiscono il pubblico, come fa la narrazione affabulatoria di una bella favola.
Ma a farla da protagonista in questa serata speciale, un altro mito del jazz italiano: Gegé Munari, quasi novantenne, ma con la freschezza, la simpatia e lo spirito di un ragazzino, si intrattiene con Telesforo e ci regala i ritmi sostenuti e precisi della sua batteria a sostegno dell’esibizione del Cutello Quintet, a dimostrazione di quanto il Jazz possa essere non solo interculturale ma anche e soprattutto intergenerazionale.

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Sono tanti gli ospiti, giunti anche in extremis, che si raccolgono intorno a questa kermesse: Vittorio Solimene Quartet con Fabrizio Bosso,Franco Piana e Stefania Tallini, Gabriel Marciano Quartet, Sergio Cammariere, Rosario Giuliani e Saint Louis Saxophone ensamble.

A noi non resta che ringraziare tutti, che rinnovare il motto “la musica unisce”, e quando è Jazz lo fa di più.

Roberta Gioberti

Steve Hackett in concerto all’Auditorium di Roma. Il live report

E’ stato un gruppo che ha letteralmente segnato una generazione. Oddio, difficile dirlo, in quegli anni tanti musicisti e tante formazioni hanno segnato la generazione fortunata che ha avuto la possibilità di viverli in contemporanea. Però per i Genesis il discorso fu lievemente diverso. Sì, perché per molti, me compresa, i Genesis nascono nel 1968 e muoiono nel 1975: quando il cofondatore Peter Gabriel uscì dal gruppo, lasciando il ruolo di frontman, e cantante a Phil Collins. Insomma, i Genesis rimasero, continuarono a produrre ottima musica, Phil Collins è stato un personaggio di rilievo nel panorama musicale mondiale, abbandonato pochi mesi fa per motivi di salute con un ultimo commovente concerto.
Eppure per molti non furono più i Genesis.

Steve Hackett live @ Roma ph Roberta Gioberti

Steve Hackett live @ Roma ph Roberta Gioberti

Ora, averli vissuti in contemporanea, durante la prima fase artistica, significa essere nati nel 1950/55 più o meno. E invece non fu propriamente così. Una generazione successiva a quella dei coetanei strettamente intesi, ha avuto come punto di riferimento proprio i Genesis prima maniera, lontani dal sound molto più accessibile che ne caratterizzò la produzione dopo il 1975.
E molta parte di questa generazione la contemporaneità anagrafica con quel gruppo, nel momento in cui si inseriva tra i massimi esponenti del progressive rock britannico non l’ha avuta. Per essere più chiari, un live non ha mai avuto modo di vederlo.
Ora sarebbe lungo ripercorrere le dinamiche che portarono alla spaccatura, per altro mai artisticamente risanata, del gruppo. Gabriel intraprese con un successo e una popolarità indiscussi, la carriera da solista, creando veri capolavori, addentrandosi in un lavoro di ricerca, di collaborazioni, di impegno anche politico.

Steve Hackett live @ Roma ph Roberta Gioberti

Steve Hackett live @ Roma ph Roberta Gioberti

I Genesis da A Trick Of The Tail in poi approcciarono al pubblico in maniera più orecchiabile, anche se sempre con un sound di altissima qualità. Da Duke in poi, proprio dopo l’uscita di Hackett che rappresentò la soluzione totale di una qualsiasi forma di continuità con il progressive, virarono decisamente al Pop. E il pubblico fu diverso, generazionale, attaccato a quella contemporaneità. Ma chi ha amato Foxtrot o Nursery Crime, è rimasto ancorato a quei Genesis. Non ci fu un dopo. Si trattò di un’omonimia.
La scelta di Steve Hackett, ultimo filo di seta che lega ad un ricordo e a delle suggestioni, di riproporre, con arrangiamenti addolciti, il repertorio delle origini, è stata, a mio avviso una scelta sicuramente vincente dal punto di vista emotivo.

Steve Hackett live @ Roma ph Roberta Gioberti

Steve Hackett live @ Roma ph Roberta Gioberti

Per i molti che li hanno amati e ancora li amano, e per i quali, come dicevo, non è stato mai possibile assistere ad un’esibizione dal vivo, per una questione di tempi, il concerto del 30 luglio a Roma si è trasformato in una specie di sogno realizzato. Certo, manca la voce di Gabriel, e la sua teatralità interpretativa, potente e mai eccessiva, con cui, per quanto oramai contestualizzato, Nad Sylvan non è in grado di competere; ma non lo sarebbe chiunque. Manca Phil Collins, con il suo ritmo calibrato e brillante, mancano molte cose che un tempo si sarebbero trovate. Ma l’impatto è forte, e la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, vibrante di emozione. Un Hackett assolutamente padrone di sé, sereno, empatico, paziente quando, su Robbery per un guasto tecnico la chitarra si è dovuta fermare per buoni cinque minuti, e lui con lei. Ma la musica è andata avanti, senza interruzione.
Applausi a scena aperta, dieci minuti di standing ovation, un pubblico decisamente datato tornato adolescente.
Penso davvero che a un concerto non si possa chiedere di più .

Roberta Gioberti

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Riccardo Tesi & Banditaliana: all’ Auditorium di Roma una festa color “Argento” lunga 25 anni.

Riccardo Tesi  Banditaliana @ Roma ph JR

Riccardo Tesi Banditaliana @ Roma ph JR

E’ “Argento” il titolo del nuovo lavoro, cd e tour, che Banditaliana, “capitanata” da Riccardo Tesi ha partorito per festeggiare i 25 anni di carriera insieme. In genere i dischi “celebrativi” sono caratterizzati dall’arrangiamento in chiave rivisitata di brani già proposti. Banditaliana, invece, ne ha voluto creare uno completamente inedito, e supportato da numerose collaborazioni di grandi artisti del panorama musicale etnico e internazionale.
Riccardo Tesi, lo ricordiamo, è stato un pioniere della musica etnica in Italia. Compositore, fisarmonicista, ha svolto per anni un lavoro di ricerca il cui risultato è una raffinata contaminazione dei ritmi che caratterizzano tutta l’area sonora insediata lungo le coste del mediterraneo.
Non solo suoni nostrani, quindi, ma anche nordafricani, balcanici, spagnoli e francesi hanno irradiato l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Tutte le note musicali che questo bacino, culla di incontri, commerci, scambi, raccoglie e trasporta da millenni.
Lo strumento di Tesi è l’organetto diatonico, precursore della fisarmonica, e rappresenta il fulcro attorno al quale ruota tutto l’album.
Dalle prime e malinconiche note di “Puma”, che si fanno man mano sempre più serrate, fino a trasformarsi in un “tango mediterraneo”, si capisce che siamo di fronte ad un lavoro cui il quartetto ha dedicato la massima dedizione per arrivare a toccare le vette di una sonorità elegante e raffinata, pur rimanendo in un ambito etnico, ma non propriamente “popolare”.
Un album che, ripetiamo, si avvale di numerose e prestigiose collaborazioni: da Fresu a Mauro Pagani a Ginevra de Marco, Elena Ledda, Luisa Cottifogli, alla meravigliosa Lucilla Galeazzi e ai tamburi amplificati del virtuoso e bravissimo Andrea Piccioni, questi ultimi special guest della serata.

Riccardo Tesi  Banditaliana @ Roma ph JR

Riccardo Tesi Banditaliana @ Roma ph JR

Nella biografia di Tesi, tra i suoi amori, ci sono anche il Rock ed il Jazz. E sicuramente le composizioni ne risentono positivamente. Compagni di questo affascinante viaggio sono Maurizio Geri, Claudio Carboni e Gigi Biolcati, rispettivamente Voce e chitarra, virtuoso ed eclettico sax e percussioni e batteria.
E proprio di Maurizio Geri è la paternità del brano “Napoli”, porto del mediterraneo, evocato attraverso sonorità che partono dai ritmi tipici della tammurriata e fluiscono senza soluzione di continuità in una melodia dolce e malinconica, come un tramonto sul tirreno.
Un altro bellissimo brano che tesse le lodi di Geri è “Bianco”, un omaggio al clown Bianco, che è sul punto di abbandonare tutto ma poi, alla fine, quel circo che si accende e ruota e schiamazza e coinvolge, non riesce a lasciarlo. Metafora della vita, delle sue difficoltà che alle volte sembrano insormontabili, ma che alla fine ti ributta dentro il suo vortice e ti invita a continuare la sua sacrosanta rappresentazione.

Riccardo Tesi  Banditaliana @ Roma ph JR

Riccardo Tesi Banditaliana @ Roma ph JR

Nel lavoro vengono omaggiati Gian Maria Testa, con la rilettura di “Polvere di Gesso”, e il cantautore occitano Jean Marie Carlotti, di cui la band propone l’arrangiamento di “Anar Pasar”: testo quasi incomprensibile e di complessa pronuncia, affidato al Piemontese Biolcati.
Sempre splendida e di grande potenza la presenza fisica e sonora di Lucilla Galeazzi in “S. Antonio”, la band conclude con due brani, rispettivamente “Marock” ( omaggiando Jan Anderson) e “Contadini”, canto di protesta tradizionale, tributo a Caterina Bueno, che ha accompagnato l’esordio di Tesi negli anni 60, e di moltissimi altri illustri personaggi del folk italiano.
Un lavoro, ribadiamo, raffinato, che vale la pena sicuramente gustare tanto in tour quanto in cd, per prolungarne la piacevolezza.

Riccardo Tesi  Banditaliana @ Roma ph JR

Riccardo Tesi Banditaliana @ Roma ph JR

JR

Daiana Lou: la favola ricomincia

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

“Uscire da X factor? E’ stato difficile. Difficile rendere conto a chi ci aveva votato, difficile rinunciare all’occasione di successo. Difficile attirarsi addosso tanti sguardi e tante critiche.
Però, quando ci siamo resi conto che fare musica non era più qualcosa che ci faceva stare bene, un divertimento, ma diventava fonte di malessere, beh, abbiamo deciso. Siamo artisti di strada, e vogliamo restarlo. Perché la strada è un bel confronto, un impatto, fonte di ispirazione, luogo di libera espressione”.

Questo i Daiana Lou hanno spiegato all’Auditorium di Roma in occasione di un entusiasmante sold out che li ha visti protagonisti di una serata vibrante ed intensa, ricca di musica espressa con autentico coinvolgimento. Solo due giorni fa è uscito il loro primo singolo, Sober, e il pubblico romano non ha tradito i due artisti facendo registrare un tutto esaurito al teatro studio dell’Auditorium di Roma. Se il sound del duo usa molti ingredienti, dalla psichedelia, al punk melodico, alla ritmica un po’ più accentuata, al Rhythm and blues, la figura di Daiana, la fa sicuramente da protagonista, con il suo look accattivante (abiti studiati appositamente per lei, come le grandi star), una voce versatile e potente, che un poco ricorda quella di Antonella Ruggiero negli anni d’oro, interpretazioni intense e colorate. E un rollane garbato ma presente. Alla chitarra il sostegno musicale di Luca, anch’esso coinvolto ed espressivo, fa da spina dorsale a tutte le interpretazioni, alternando momenti di rock deciso a fraseggi unplugged.

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Gli artisti di strada, si sa, sono geniali, e si portano tutto dietro. Daiana percuote il fodero della chitarra, usandolo come strumento acustico, e sicuramente la strumentazione disposta sul palco non è la strumentazione canonica del contesto musicale capitolino. Eppure l’originalità dei Daiana Lou consiste anche in questo. Accurata la scenografia, curata dai ragazzi dell’Istituto superiore di fotografia, con cui è stato un piacere relazionarsi, e che hanno realizzato per la coppia di giovani artisti, filmati di qualità.

Una bella serata, piacevole anche per padiglioni auricolari digiuni delle sonorità della coppia, che ha divertito ed incantato. A tratti hanno ricordato i primi Eurithmics, e con questa suggestione visiva, auguriamo loro un meritato successo, fuori dai talent perché il talento, questa giovane coppia, lo ha nella musica e nell’anima.

Live report e photogallery a cura di: Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

 

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

 

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

 

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

 

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

Daiana Lou live -Roma ph Maria Luisa Avella

 

 

Di canti e di storie: Squilibri Editore porta il folk d’autore all’Auditorium di Roma

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Immaginate un viaggio. Un viaggio fatto di racconti e musica. Un viaggio che parte da Sud, e risale la dorsale appenninica fino a Lugano. Un viaggio per racconto e strumenti, dove le favole, le leggende, le storie, spesso commoventi, storie di povertà, di ribellione di amore, si fondono in una musica che trae spunto dalla tradizione mediterranea, fino a virare al jazz.
Interpreti di una serata davvero emozionante all’Auditorium Parco della Musica di Roma, musicisti e voci d’eccezione ci conducono lungo le rive di un sentiero di racconti e ricordi, storie e commozioni. Storie che conosciamo, storie che non abbiamo mai conosciuto e che scopriamo come se ci raccontassero una favola per la prima volta.
Oppure storie recenti, più vicine a noi. Storie di ribellione e di gente comune. L’incipit, dopo l’introduzione appassionata della interpretazione in lingua napoletana assolutamente peculiare ed unica di Canio Loguercio, è “Lavorare con lentezza”. Qualcosa di contemporaneo, quindi, ma pur sempre storia nella storia, storia di una generazione vicina e distante, che per prima ha valorizzato la tradizione della musica popolare italiana fino a farla assurgere ai palchi più prestigiosi: a rappresentarla con autorevolezza, Piero Brega, Sara Modigliani (Canzoniere del Lazio).

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Una trama montata da Alessandro D’Alessandro, con il suo organetto e la sua orchestrazione, che nulla lascia al caso, e coordina con determinazione e garbo un insieme di musicisti di eccezione, a partire dal socio “vibbrione” Canio Lo Guercio a seguire con Andrea Satta e i Tete de Bois, sempre attuali con le loro note modernamente poetiche, i Micrologus, che rirpopongono la suggetione della zampogna,, un entusiasmante e bellissimo Riccardo Tesi, un verace Peppe Voltarelli, e i suoni delicati della chitarra di Sylvie Genovese.
Poi, Lei. Quella che secondo il mio modesto parere è la più bella e suggestiva voce del popolare italiano: Lucilla Galeazzi. Regina indiscussa del genere e non solo, nel suo vestito rosso fiammante, ci regala un paio di brani del suo personale repertorio, tratto dal progetto “Bella Ciao”.
Ma quando, chitarra alla mano, intona le note di “Addio Lugano bella”, beh, qualcuno in sala si commuove. E a ragione.

Un bello spettacolo, sala piena ed attenta, molte emozioni.

Una produzione Squilibri Editore, che ci auguriamo entri, con il merito adeguato, tra i partners della Fondazione Musica per Roma, in una collaborazione che non potrà che arricchire la proposta musicale rivolta al pubblico capitolino.

Live report e photogallery a cura di: Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

 

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica - Roma ph Maria Luisa Avella

Di canti e di storie @ Auditorium Parco della Musica – Roma ph Maria Luisa Avella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Niccolò Fabi live: “Una somma di piccole cose” che fanno affiorare l’emozione a fior di pelle.

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

È un Niccolo Fabì in grande forma quello che si è esibito in concerto lo scorso 23 maggio sul palco dell’Auditorium di Milano per l’ennesimo e meritato sold out del nuovo tour, figlio dell’ultimo lavoro discografico del cantautore intitolato “Una somma di piccole cose”. «Questo giro di concerti ci sta facendo toccare picchi di profonda connessione con il pubblico, ha spiegato un emozionatissimo Niccolò, queste canzoni sono nate in un periodo di solitudine totale e ricercata, è un po’ come se teneste in mano le mie analisi del sangue», ha ironizzato l’artista, cercando di spiegare la natura intima e personale di tanti dei brani racchiusi nel suo prezioso forziere di parole.

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Cantautore, produttore e polistrumentista Niccolò Fabi ha alle spalle 9 progetti discografici, 1 raccolta e numerose e importanti collaborazioni artistiche eppure nel corso del tempo è riuscito a mantenere inalterata la capacità di arrivare al cuore delle persone con disarmante semplicità ed immediatezza. I suoi disegni di parole uniscono i punti più lontani dell’anima lasciando che ciascuno possa interiorizzare i cardini di messaggi tanto intensi quanto delicatamente veicolati.

Affiancato dalla nuova band composta dal cantautore Alberto Bianco (al microfono sulle note della sua “Aeroplano”), Matteo Giai, Filippo Cornaglia e Damir Nefat, Niccolò Fabi cavalca onde sonore e richiami cosmopoliti con sapiente grazia, senza mai stravolgere gli equilibri della sua peculiare miscela musicale. Passando dai brani più recenti, ai successi di sempre, l’artista ha lasciato spazio anche al brano “Giovanni sulla terra”, scritto per “Il Padrone della Festa”, figlio della bellissima esperienza in trio con Daniele Silvestri e Max Gazzè: «Negli ultimi due anni sono andato in giro con un paio di amici. E’ stata una bellissima esperienza, anche complicata. Non è stato semplice, eppure questa palestra è servita per mettere da parte le rispettive ossessioni egoriferite, per uscire dalla nostra bolla di osservatori, per ridefinire e rinvigorire l’identità di ciascuno di noi», ha spiegato Fabi, aggiungendo: «C’è stato un momento nel tour con Max e Daniele in cui ho capito davvero per la prima volta che avevo fatto il percorso che avevo sempre desiderato: eravamo all’Arena di Verona e io ho cantato queste due canzoni di seguito, così come voglio fare questa sera per voi», le canzoni in questione sono due pietre miliari della discografia del cantautore, ovvero “Solo un uomo” e  “Costruire”.

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Decantando la rinuncia alla perfezione, Niccolò Fabi bilancia gli equilibri creando un unico grande effetto speciale: la pelle d’oca. Inevitabile la standing ovation in segno di stima e riconoscimento nei confronti di uno dei più preziosi cantautori-incantatori che abbiamo in Italia.

 Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

 

1. Una somma di piccole cose

2. Ha perso la città

3. Facciamo finta

4. Filosofia Agricola

5. Non vale più

6. Una mano sugli occhi

7. Ostinatamente

8. E’ Non è

9. Il negozio di antiquariato

10. Ecco

11. Sedici Modi Di Dire Verde

12. Oriente

13. Vento d’estate

14. Giovanni sulla terra

15. Solo un uomo

16. Costruire

17. Offeso

18. Lasciarsi un giorno a Roma

BIS

Vince chi molla

Aeroplano (Bianco)

Una Buona Idea

Secondo BIS

Lontano da me

 

Roberto Cacciapaglia dispensatore di emozioni all’Auditorium di Milano con “Tree of life – The concert”

Roberto Cacciapaglia live @ Auditorium Milano

Roberto Cacciapaglia live @ Auditorium Milano

Sperimentazione, eleganza, conoscenza, ricerca, trasversalità. Sono questi gli elementi chiave che stanno alla base della musica pensata, suonata, condivisa dal Maestro Roberto Cacciapaglia che, a distanza di un anno, porta il suo Tree of Life in tour con il concerto intitolato “Tree of Life – L’Albero della Vita – The Concert”. Protagonista dello splendido Auditorium di Milano insieme alla Celestia Chamber Orchestra, al sublime soprano Joanna Klisowska e ai contributi elettronici di Gianpiero Dionigi, Cacciapaglia ha incantato il pubblico presente in platea con l’esecuzione integrale di un lavoro strumentale di qualità eccellente. Le musiche che hanno animato l’Albero della Vita durante l’ultima edizione di Expo 2015 hanno saputo lasciare una traccia profonda nell’anima di milioni di persone, un piccolo grande miracolo che nasce dalla concezione della musica come fonte di aggregazione. Immedesimandosi nel ruolo di demiurgo, Roberto Cacciapaglia ha concepito melodie dal fascino ancestrale lasciandosi ispirare senza preconcetti e senza schemi. Sinuose e avvolgenti sono le melodie proposte con maniacale attenzione all’acustica e alla resa perfetta dei suoni armonici, generalmente impercettibili. Tra i brani proposti in scaletta anche le composizioni risalenti agli esordi dell’artista e l’anteprima assoluta di una trascrizione per piano e orchestra di “Starman” di David Bowie, simbolico Requiem in memoria del duca bianco. Sperimentazione e tradizione, intreccio e mistero, energia e poesia convivono tra i tasti del pianoforte del maestro meneghino che, con il suo arcobaleno di note senza confini, riesce a sedimentarsi in modo sempre diverso nel cuore di ciascuno di noi.

Raffaella Sbrescia

Leggi la recensione di Tree of life

OverDoors: Luca Aquino rivisita la discografia dei Doors e presenta il disco all’Auditorium di Roma

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Otto dischi alle spalle ed un tour mondiale concluso da poco. Il trombettista beneventano Luca Aquino torna sui palchi d’Italia con “OverDoors” un nuovo progetto discografico prodotto dalla Tuk Music di Paolo Fresu. Con l’atteso concerto tenutosi lo scorso 31 maggio, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il musicista, affiancato da Antonio Jasevoli alle chitarre, Dario Miranda al basso e Lele Tomasi alla batteria, ha dato vita agli arrangiamenti pensati, costruiti e definiti immaginando una nuova via per canzoni che hanno segnato la storia della musica rock. Un ritmo nuovo e suadente, insieme ad una chiave di lettura ora diversa dall’originale, ora fedele e docile agli spartiti che furono, hanno scandito il concerto che, brano dopo brano, ha accompagnato per mano il pubblico verso il futuro senza abbandonare il prezioso bagaglio del passato.  Profondamente ispirato dal rock e in particolar modo dai Doors, uno dei gruppi più influenti degli ultimi 50 anni, Luca Aquino ha rivisitato i classici del repertorio della band californiana da Light my Fire a Waiting for the Sun, fino a struggenti interpretazioni di brani come Indian Summer, Queen of the Hightway e The Crystal Ship seguendo la fortunata intuizione di spaziare liberamente tra melodie dal fascino sempiterno e nuovi spruzzi di groove contemporaneo.

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

 

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

 

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

 

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti

 

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

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Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica - Roma Ph Roberta Gioberti

Luca Aquino live @ Auditorium Parco della Musica – Roma Ph Roberta Gioberti