I Subsonica e Wired avevano premiato Stefano Bertolino, Anna Cordioli, Francesco Moroni Spidalieri durante il Festival Internazionale del Film di Roma per il video di “Lazzaro”, il singolo che anticipò l’uscita di “Una nave in una foresta”. Oggi, i vincitori di quel contest hanno presentato al pubblico del Wired Next Fest, a Milano, il video – premio, prodotto da Wired e legato ad “Attacca il panico”, un altro brano contenuto nello stesso album dei Subsonica, presenti all’evento con un intervento incentrato non solo sul digitale ma anche sulla propria evoluzione musicale ed identitaria.
Al centro del videoclip un filmato virale, messo in rete da un diabolico hacker, creato ad hoc per diffondere un avviso secondo il quale una tempesta solare avrebbe causato la perdita di tutti i dati digitali: foto, documenti, ricordi di una vita, tutto alla mercè di uno schermo. Ecco susseguirsi frame di file chilometriche di persone che si ammassano sulle porte dei negozi di fotografi e immagini di decine di stampanti letteralmente in tilt a causa dell’ultimo disperato tentativo di salvare la propria identità da parte degli esseri umani. “Io ce l’ho nel sangue il pensiero che irrita, questo vespaio di paure che si agita. Qui nella mente inquietudine e replica, dietro la tela di un mattino di tenebra. Ce l’ho nel sangue per come siamo stanchi delle illusioni appiccicate sotto ai banchi. Qui nella mente sognare una trappola e che l’amore è un’invenzione che lacera”, cantano i Subsonica in “Attacca il panico”: un pensiero che irrita, un vespaio di paure che si agita, inquietudine, stanchezza, invenzioni che lacerano, lottano contro “il futuro che scivola”, si scontrano con il “sogno dissanguato d’identità”, resistono nonostante “tonnellate di oscurità”, rubano il fiato ai diavoli negli inferni e nelle ostilità di ogni giorno, sempre più simile ad una battaglia per la propria rinascita. Attraverso il supporto visivo legato a questo brano si fa, quindi, ancora più potente il messaggio veicolato da un testo tragico e fiducioso al contempo.
Figli di quegli anni ’90 in cui si andava alla ricerca di nuovi suoni, spesso lontani dalla tradizioni e ancora più spesso vicini ad una necessaria voglia di sperimentazione, i Subsonica, da sempre legati a doppio filo a ragionamenti e discorsi connessi all’interattività, alla contaminazione sonora, alla dimensione elettronica del mondo-musica raccontano con fedele trasparenza un’urgenza collettiva, un disagio forte che, tuttavia, non si priva della speranza e dell’eterno strumento della resistenza.
Raffaella Sbrescia