Ritratti di giovani autori: intervista a Evandro

Ritratti di Note ha incontrato ed intervistato Evandro, il giovante cantautore romano, che fino a qualche settimana fa, ha fatto parte della classe della nuova edizione di “Amici”, il Talent condotto da Maria De Filippi.
Evandro ha risposto simpaticamente alle mie domande, e alle tante domande dei fans che hanno inondato i nostri Social negli ultimi giorni.

Evandro

Evandro

Evandro partiamo proprio da “Amici”. Il tuo personale bilancio di questa esperienza.

Beh, devo dire che la partecipazione ad “Amici” mi ha dato tanto e il bilancio è positivoè stata una bellissima esperienza, e adesso è diventata un bellissimo ricordo.
“Amici” mi ha messo alla prova, sia come persona che come musicista. È stato fortemente formativo ma anche impegnativo, però, come ho detto anche in trasmissione, sono queste le cose che fanno crescere.

Parliamo del tuo inedito, già molto ascoltato, “Guacamole”. Come è nata questa canzone?

“Guacamole” è nata in un periodo “vuoto” della mia vita. Ero appena arrivato in Inghilterra, cambiando la mia vita nel giro di dieci giorni. Sono partito per frequentare una scuola statale lì e avevo appena lasciato la mia fidanzata dopo una relazione durata tre anni. Ho scritto “Guacamole” in questa fase, ed è stata la mia prima prova di scrittura. Il tema principale della canzone non è l’amore ma il vuoto raccontato attraverso una relazione. La storia d’amore è stato un espediente per raccontare quel periodo di tedio e noia totale.

Lyric video: Guacamole

C’è molta attesa da parte dei tuoi fans per il video di “Guacamole”. Verrà pubblicato?

Il videoclip era pronto prima che uscissi dal Talent e, secondo me, era anche molto carino. Ci sono stati problemi sulla pubblicazione, sto lavorando per modificarlo e lo sto rimettendo a posto. Spero di pubblicarlo al più presto.

Un’altra tua canzone molto amata è “Roma Centro”. Uscirà come singolo?

Certo, bisogna solo capire quando farlo uscire. Spero che tutti siano abbastanza pazienti da aspettare.

Cosa ami fare nel tempo libero?

Leggere, quando ci riesco. Il telefono mi distrae molto. Poi mi piace molto disegnare, pratico una sorta di funambolismo che si chiama Slacklining, e salto la corda. Quest’ultima cosa mi riesce molto bene.
Senza dimenticare che studio anche…

A proposito del disegno, come è nata la tua pagina Instagram di disegni Scarasbratti?

La pagina è nata nello stesso periodo del brano “Guacamole”. Non avevo molta voglia di comunicare con le persone che mi circondavano e con le quali non ero in sintonia, e mi sono dedicato al disegno. Ho pensato “Apriamo una pagina Instagram e vediamo cosa succede”…

Cantautori preferiti oltre Bob Dylan?

Tra i giovani cantautori mi piace molto Giorgio Poi. Tra i classici, Lucio Dalla e Kate Bush. Lei è una grande…

Cosa ti ha insegnato l’esperienza di “Amici?

Tante cose. Ogni settimana, dal punto di vista musicale, riuscivo a capire cosa avessi imparato. Una settimana imparavo qualcosa sull’interpretazione, un’altra settimana qualcosa sulla tecnica. Dentro la casetta, convivere con quindici sconosciuti, con i quali inevitabilmente non si è sempre in sintonia, mi ha insegnato molto dal punto di vista umano.
Io ho costruito quasi con tutti gli altri ragazzi un bellissimo rapporto, sono persone che rivedrò volentieri anche fuori dalla scuola. Anche le situazioni di difficoltà, le tensioni tra noi, mi hanno insegnato umanamente a gestire meglio diverse situazioni al di fuori della casa.

So che hai costruito un profondo legame di amicizia con un altro artista di “Amici”, il ballerino Samuele Barbetta.

Eh sì, Samuelito mi manca molto. So che ci rivedremo presto perché lui verrà a trovarmi a Roma ed io andrò a casa sua a Padova. Abbiamo in programma di visitare insieme Chioggia e di mangiare tanti Kebab. Sono passato dal vederlo per tre mesi tutti i giorni, perché siamo stati anche compagni di stanza, a non vedere più quotidianamente le sue splendide coreografie, o le sue cose particolari, come dormire sul pavimento. La sua mancanza si fa sentire abbastanza…

Tra i tuoi prossimi progetti c’è anche un Album?

Sì, necessariamente. A meno che non decida di lasciare la vita del cantautore (ride) No, scherzi a parte, ci sto lavorando, vediamo come andrà…

Una domanda decisamente simpatica. Sei già stato fermato per strada da qualche fan scatenato?

Sì, pensavo che non succedesse per niente. Sono stato fermato per strada già tre volte.
In particolare, una volta, mi è presa una scarica di adrenalina, ero al bar a prendere una birra con una amica quando la cassiera mi guarda ed esclama… “Ma tu sei Evandro di “Amici”?…Lì mi è esploso il cuore. Non ci si abitua facilmente a queste cose.

Una frase che ti hanno dedicato in molti è ”Bubi sei fortissimo”. Un pensiero a tutti i fans che ti hanno scritto.

Sto ricevendo una quantità di supporto e di affetto che mai avrei immaginato nella vita. Sembra scontato dire “Grazie”, ma io ringrazio davvero di cuore le pagine dedicate e tutti i fans. Senza di loro, sarebbe stato più duro uscire dal Talent, invece, grazie al sostegno che mi sto portando dietro, mi sento compreso da tutti i ragazzi che mi seguono. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Li adoro.

Giuliana Galasso

Ritratti di giovani autori: intervista a Giulio Musca

Ritratti di Note ha incontrato e intervistato Giulio Musca, il giovane cantautore pugliese, tra i protagonisti della nuova edizione del Talent “Amici”, condotto da Maria De Filippi.
Giulio ci ha raccontato della sua partecipazione al Talent, dei suoi progetti, ma anche delle difficoltà di chi oggi, al Sud, fa il complesso e affascinante “mestiere” del cantautore.

Giulio Musca

Giulio Musca

Giulio, prima di parlare della tua partecipazione ad Amici, raccontaci come è nata in te la passione per la musica e per il canto.

Beh, diciamo subito che è una passione di famiglia, a partire da mio nonno, mio zio, e successivamente mio padre, tutti musicisti ad orecchio. Grazie a loro ho assaporato i primi concerti di musica jazz e swing.
Mio zio, tra l’altro, è anche un musicista del Conservatorio, e ha suonato per molto tempo Bossanova. È partito tutto con loro, poi è stata chiaramente mia l’intenzione di voler iniziare a studiare diversi strumenti musicali. Ho iniziato per gioco con la batteria, poi è arrivata la chitarra classica, e poi anche la voglia di iniziare a scrivere canzoni.
Fino ai diciassette anni sono rimasto in qualche modo un po’ “bloccato”, per via del mio peso, che non mi permetteva di espormi più di tanto, a causa della paura di essere giudicato. Poi, pian piano, ho iniziato a scrivere canzoni e ad esibirmi con la mia vecchia Band, i Kayssah. Abbiamo fatto delle bellissime esperienze, che rimarranno indelebili nei nostri ricordi.
Un po’ di anni fa, fummo selezionati al Festival Show da Mogol, Dodi Battaglia, e vari direttori d’orchestra per fare un tour di apertura concerti a diversi Big della musica italiana, tra cui Nek e The Kolors, fino ad arrivare all’Arena di Verona, grazie al televoto delle persone da casa. Durante quell’anno, ho avuto il piacere di conoscere tutta la redazione di “Amici”, e ho intrapreso il percorso che mi ha portato quest’anno nella Scuola.
Io volevo cercare una mia personale strada nel mondo della musica, diversa da quella degli altri ragazzi della Band, e così eccomi qua da solista, a comporre la mia musica, e a scrivere le mie canzoni.

Quali sono stati gli artisti punti di riferimento per il tuo cantautorato?

Veri e propri punti di riferimento nella musica italiana non ne ho, avendo ascoltato per formazione sempre molta musica Jazz e molto Funky.
L’unico artista italiano che mi ha sempre ispirato di più è Pino Daniele, perché con il suo groove, con il mettere nelle note parole napoletane che finiscono in maniera tronca, quasi sempre per consonante, è più simile di quanto si possa pensare al funky americano.
Se dovessi scegliere qualcuno, direi subito lui, e Cesare Cremonini, un altro artista che ha segnato momenti importanti della mia vita, soprattutto alla fine degli anni Novanta, in formazione con i Lunapop.

Attualmente stai lavorando ad un album?

Sì, ci sto lavorando da casa mia.
Per chi, come me, vive al Sud, il problema è sempre quello delle opportunità, delle occasioni di conoscere persone, per poter collaborare. Con il Covid poi, è tutto fermo, ed è ancora più difficile.
Diciamo che rispetto a prima della pandemia, non è che la situazione sia poi cambiata molto.
Al Sud è più difficile fare il cantautore.
È una terra che non ti dà molte possibilità, quindi, o bisogna andare via, o partecipare ad un Talent, l’unica vetrina per farsi vedere e conoscere. La cosa che sto facendo adesso è continuare a fare musica nella mia cameretta, oltre che lavorare di mattina nell’azienda di famiglia.
Il pomeriggio mi dedico alle mie produzioni, alle mie bozze e alle mie idee, sperando di avere una produzione finale degna di essere lanciata sulle varie piattaforme musicali.

Il tuo personale bilancio della partecipazione ad “Amici”?

Il mio bilancio è positivo, anche se sono stato poco tempo in trasmissione, però da questa esperienza ho imparato tante cose.
Bisogna sempre credere nei propri sogni e cercare di raggiungerli in qualsiasi posto del mondo. In più, ho capito anche come si lavora, perché quando hai a che fare con dei professionisti, capisci davvero cosa significhi fare musica tutto il giorno. Questo è un insegnamento che porterò sempre con me e cercherò di riprodurre nei giorni e negli anni che verranno.
Cercherò di fare musica sempre, perché la musica è qualcosa che va oltre il lavoro, è passione, amore. E io parlo da innamorato della musica.

Da ascoltatore, cosa trovi oggi di interessante nella musica italiana e straniera?

Sono un po’ stranito dal fatto che escano continuamente artisti, che potrebbero essere davvero meteore. Non c’è molta differenza tra musica italiana e straniera e c’è una cosa che mi preoccupa: la grande accessibilità. La musica è diventata accessibile a tutti, troppi. Poi ci sono strumenti che facilitano, e c’è sempre chi riesce a spiccare il volo più degli altri. Se da una parte fa piacere ascoltare tante proposte musicali, dall’altra parte pensi che dovrebbero “arrivare” solo i più bravi, così nella musica, così nelle altre professioni. Invece l’accessibilità è diventata globale, universale.
Per il resto io sono sempre alla ricerca di sonorità nuove, mi diverte sentire delle cose diverse dalle solite, quelle che ti fanno dire “wow”. Mi affascina ascoltare generi musicali di diversa matrice culturale.

Il sogno più grande che vorresti realizzare attraverso la musica?

Una piccola soddisfazione l’ho già avuta, quella di sentire persone cantare le mie canzoni. Vedere che qualcuno fa un Tik Tok o un video con una tua canzone è una cosa che fa molto piacere.
Quello che ho sempre voluto, e che vorrei ancora per me, è collaborare con più artisti possibile, per apprendere a 360 gradi tutto ciò che è utile per il mio bagaglio.
Credo che alla fine questo sia il vero valore della musica, aprirsi a tutti.
Il mio sogno è quello di lavorare con tanti artisti, italiani e internazionali, per poter crescere sempre di più…

Giuliana Galasso