Nel cuore del Trentino esiste un luogo speciale denominato Val di Fiemme. L’intero territorio e la relativa popolazione trovano un saldo punto di riferimento nella Magnifica Comunità della Val di Fiemme, istituzione che risale al XII secolo e che ad oggi si occupa non solo della gestione dei beni del territorio come boschi, malghe, prati, il pascolo del bestiame, la caccia e la pesca ma anche del mantenimento dell’identità storica, sociale e culturale della valle stessa. All’interno di questo contesto si erge il “Parco Naturale di Paneveggio – Pale di San Martino”, istituito nel 1967 ed ampliato nel 1987 che si estende tra Val di Fiemme, Primiero e Val di Fassa. Tra le pareti rocciose e i corsi d’acqua si sviluppano anche i boschi di Paneveggio, meglio conosciuti come la “Foresta dei violini” dove crescono gli abeti rossi da risonanza tanto amati da Antonio Stradivari, il più noto liutaio di tutti i tempi che, ai primi del Settecento, raggiungeva questa foresta per scegliere personalmente i ceppi da cui ricavare i suoi preziosi violini. Da allora questi abeti sono noti in tutto il mondo per le loro qualità tecnoacustiche, pagate a “peso d’oro” per realizzare le tavole armoniche di organi, pianoforti, violini, viole e altri strumenti a corda.
Durante l’estate alcuni musicisti di fama internazionale che partecipano al Festival “I suoni delle Dolomiti”, organizzato da 22 anni con maestria e conseguente successo da Trentino Marketing, in collaborazione con le locali Apt, sono chiamati a scegliere un abete del “Bosco che suona”. Si tratta del dono della Val di Fiemme a chi diffonde nel mondo melodie sublimi. Durante le cerimonie di battesimo degli alberi, Marcello Mazzucchi, “il poeta degli alberi” rivela il carattere e la storia dell’abete scelto dal musicista in modo sempre diverso e sempre emozionante. Il rito si conclude con l’esecuzione di un brano che l’artista dedica al suo abete creando una misteriosa comunione mistica tra uomo e natura.
Passeggiare nel “Bosco che suona” è, in effetti, un’esperienza sensoriale intima e coinvolgente, ognuno la vive in maniera molto personale ma il sentimento comune è quello di fratellanza solidale con gli elementi della natura. Suggestiva ed imponente anche la presenza del “custode” del Bosco; un larice dotato della circonferenza di 290 cm, un’altezza pari a 38 metri e un’età di circa 200 anni che presenta ancora i segni di un fulmine che l’ha colpito dieci anni fa e che miracolosamente non ne ha compromesso la vigoria e vitalità.
Bellissima anche la performance di Alessandro Arici nei panni del crampus o del più comunemente noto “omm selvadic”. Da anni in campo per la diffusione e la tutela del teatro a fini pedagogici, l’attore si è reso protagonista di un suggestivo monologo incentrato sulla salvaguardia della genuinità del rapporto uomo-natura; un momento di raccoglimento e di riflessione unico e prezioso. Un messaggio da custodire nel cuore insieme alle immagini di luoghi tanto belli da sembrare incantati.
Raffaella Sbrescia
Come arrivare: Arriva a Predazzo , prosegui in macchina verso la Valmaggiore e parcheggia in loc. Paluat e prosegui a piedi per circa 15 minuti, dei cartelli a forma di violino ti guideranno!
I prossimi appuntamenti del festival “I Suoni delle Dolomiti”:
A Villa Welsperg sulle Pale di San Martino ci saranno i Musica Nuda,special guest Ilaria Fantin. In Val Duron, il 3 agosto si terrà uno dei concerti clou della rassegna: le note del pianoforte di un maestro del calibro di Stefano Bollani si diffonderanno nel verde dei prati del Rifugio Micheluzzi (ore 13). Mario Brunello e Yong Min Cho saranno in Val di Non il 10 agosto per “La danza del violoncello”. Cristina Donà, Rita Marcotulli, Enzo Pietropaoli, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Saverio Lanza e Cristiano Calcagnile saranno i protagonisti dell’evento denominato “Amore che vieni amore che vai. Fabrizio De Andrè, le donne e altre storie. Malga Canvere, invece, il 22 agosto (ore 13) ospiterà un duo speciale composto da Ballakè Sissoko e Vincent Segal che unirà Africa ed Europa mentre il concerto di chiusura del festival, il 26 agosto sarà affidato alle note della Barcellona Gipsy Balkan Orchestra, capace di infondere ritmo e allegria a tutta la panoramica conca del Ciampac (ore 13 ) che la ospiterà.