Tony Tammaro valica i confini della Campania. Intervista alla “generation icon” dei tamarri

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Conosciutissimo in Campania e semi conosciuto nel resto del paese, Tony Tammaro è una generation icon. Dopo 25 anni di carriera il cantore dei “tamarri” valicherà i confini campani per cinque concerti prodotti da L’Azzurra Management di Giovanni Brignola. Dopo il debutto casalingo al teatro Diana di Napoli (7/11), Tony approderà nel tempio milanese del rock (22/11 all’Alcatraz), in uno dei più antichi teatri della città di Bologna (24/11, Teatro Duse), nel covo della musica live romana (27/11, Jailbreak), prima di far ritorno al Teatro delle Arti di Salerno (29/11). Ad accompagnarlo on stage, una band composta da cinque musicisti - Nino Casapulla (tastiere), Luciano Aversana (chitarre), Paolo Pollastro (basso), TonyMartuccelli (batteria) e Rossella Bruno (cori). Vincitore tre volte del Festival Italiano della Musica Demenziale, Tony si è raccontato in questa intervista, andiamo a scoprirlo.

Tony, finalmente valichi i confini della Campania. Come mai proprio adesso?

Sono “appena” 25 anni che faccio il cantante e in tutto questo tempo ho girato in tutti i 540 comuni della Campania, anche più di una volta. Credo che abbia fatto abbastanza gavetta per poter affrontare il tour italiano. Ho avuto l’idea grazie al web: mentre chattavo con i miei fan, mi sono accorto che moltissimi di loro sono tutti emigrati al nord Italia quindi ho deciso di andarli a trovare.

Come sarà strutturato il live show?

Ho intitolato lo spettacolo “Tony Tammaro alla conquista dell’Italia” e ho ritenuto opportuno che tutti noi ci vestissimo adeguatamente per l’occasione. Avremo elmi, corazze, tuniche e accessori da antichi romani. I costumi di scena saranno curati da Annalisa Ciaramella. La filosofia alla base di questa scelta è: se deve esserci una conquista dell’Italia, è giusto attrezzarsi in modo adeguato. Per la scaletta sono un po’ in difficoltà, ho scritto 90 canzoni e per un concerto di due ore dovrò fare una precisa selezione. Sicuramente ci saranno tutti i classici del mio repertorio insieme ad altri più recenti, tratti dal mio ultimo lavoro “Tokyo Londra Scalea”. Sto facendo anche dei sondaggi sui miei canali social, credo che proverò ad accontentare più persone magari racchiudendo un po’ di brani in un medley.

Nei tuoi brani è sempre presente un sottotesto da cui si evince una forte personalità. Quali sono i tuoi interessi?

Sono un appassionato di musica jazz e leggo molto. Non ho la laurea, sono un autodidatta, le mie canzoni sembrano scritte da e per tamarri, la verità è che spesso le persone restano sorprese quando interagiscono con me. Ascolto di tutto e di più, sono un gran curioso, mi concentro soprattutto sugli arrangiamenti ma raramente mi sconvolgo. Mi sono emozionato quando vidi cantare Vasco Rossi “Vita spericolata” a Sanremo, quando ho ascoltato i Neri per Caso cantare a cappella e poi sono rimasto colpito dal fatto che una giovanissima cantante come Ariana Grande abbia le carte in regola per giocare alla pari con la grandissima Mariah Carey.

Come vive il tuo pubblico la tua persona e come vivi tu le persone che ti seguono?

Quando ero ragazzo andavo ai concerti, ogni volta che pensavo di avvicinare uno dei miei idoli c’era qualche bodyguard che mi menava. Da grande ho deciso che avrei avuto un rapporto diverso con i fans e così è stato. Quando finisco i concerti mi fermo tanto con loro, spesso mangiamo anche qualcosa insieme. In questo modo mi sono fatto tanti amici e continuo ad imparare tante cose ogni giorno.

Cosa significa essere un artista indipendente?

Ho iniziato 25 anni fa con l’autoproduzione, mi sono sempre autofinanziato e ogni volta che ho pubblicato qualcosa di nuovo mi sono sempre affidato al passaparola.

Tony Tammaro

Tony Tammaro

Quali sono state le evoluzioni e le involuzioni della figura dell’ “italcafone”?

Sono anni che osservo e studio le persone che vengono a sentirmi. Le mode sono cambiate, adesso tra il pubblico ci sono tanti studenti universitari molto più raffinati di un tempo. L’involuzione si vede soprattutto in rete ed in particolar modo sui social; la tamarragine è diventata qualcosa di violento e si presenta soprattutto in forma di insulti, calunnie ed offese gratuite.

Come si colloca il genere della musica demenziale all’interno dello scenario musicale contemporaneo?

Questo genere ha un ruolo molto marginale. Io ho scelto di arrivare al pubblico utilizzando la via melodica senza le mitragliate di parole che usano i rapper. Mi rifaccio ai vecchi poeti, gli stessi che hanno scritto le migliori pagine della musica classica napoletana, quelli che usavano le quartine. Io non uso scariche di parole, in genere mi fermo entro i limiti di un foglio A4.

Nel frattempo hai scritto qualcosa di nuovo?

Sono molto pigro e poi sono dell’idea che un artista debba scrivere solo quando ha qualcosa da dire. Diffido degli artisti troppo prolifici, io ho deciso di fare come i Beatles: mi fermo a 10, sono a 8 ma me la prenderò molto comoda, prima che esca un disco devo essere assolutamente sicuro che faccia ridere chi lo ascolta.

 Raffaella Sbrescia

Video: Fornacella

Il ruggito di Loredana Bertè scalda il cuore di Milano

Loredana Bertè - Alcatraz - Milano

Loredana Bertè – Alcatraz – Milano

Loredana Bertè è tornata a ruggire. Dopo averci piacevolmente sorpreso con il suo ultimo lavoro discografico “Amici non ne ho …ma amiche sì”, prodotto dall’amica e collega Fiorella Mannoia, la cantante è salita sul palco dell’ Alcatraz di Milano donando tutta se stessa al pubblico. Il suo canto è un grido di battaglia, l’essenza stessa della vita che scorre e che si fa sentire in tutto il suo vigore, nonostante il dolore, nonostante i rimpianti, nonostante tutto. Musa dei migliori cantautori che hanno fatto la storia della canzone italiana, Loredana è da sempre un’artista antesignana, lucidamente spavalda, schietta e genuina come pochi sanno essere. Il suo repertorio è costellato di successi intramontabili, le canzoni in scaletta portano il marchio inconfondibile delle penne di Pino Daniele, Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, Pino Mango, Edoardo Bennato, Mario Lavezzi e tantissimi altri. Con Loredana sul palco, una collaudata band, la fedele Aida Cooper e l’anima dell’amatissima sorella Mia Martini.

Loredana Bertè - Alcatraz - Milano

Loredana Bertè – Alcatraz – Milano

Loredana conosce bene le vibrazioni di un’inquietudine con cui ha imparato a convivere, si rifugia nelle canzoni ritrovando nuova linfa in cui riversare le emozioni di una vita turbolenta ma incredibilmente intensa e degna di essere raccontata.

Dal rock al raggae, la Bertè attraversa generi, correnti e sfumature con la sua voce potente e con la sua personalità dirompente, questo nuovo stato di grazia emoziona e convince il pubblico, affezionato ed entusiasta di aver ritrovato una delle ultime grandi dive italiane.

Raffaella Sbrescia

Leggi l’intervista qui: http://www.ritrattidinote.it/interviste/amici-non-ne-ho-ma-amiche-si-loredana-berte-fiorella-mannoia-album.html

La scaletta del concerto

Amici non ne ho

Mare d’inverno

Buongiorno anche a te

Un po’ di tutto

Così ti scrivo

Indocina

Ma quale musica leggera

Padre Davvero

Luna

E’ andata così

Re

Fiume Sand Creek

Una storia sbagliata

Traslocando

J’adore Venise

I ragazzi di qui

Dedicato

Non sono una signora

Sei bellissima

I ragazzi italiani (in omaggio a Ron presente al concerto)

E la luna bussò

In alto mare

Mi manchi

Il cielo è sempre più blu

La goccia

Video: Dedicato

SlimeFest 2016: all’Alcatraz di Milano la festa della musica che piace ai giovanissimi

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Grande successo per la prima edizione italiana dello SlimeFest 2016 organizzato da Nickelodeon, il brand presente sulla piattaforma di Sky. L’evento è andato in scena lo scorso 28 febbraio sul palco dell’ Alcatraz di Milano e ha chiamato a raccolta non solo tanti giovanissimi ma anche tante famiglie per un pomeriggio all’insegna della musica e del divertimento. Fin dalle 15.00 del pomeriggio le porte del noto club meneghino si sono aperte per le performance dei primi ospiti, le sfide e le coreografie pensate ad hoc per la grande festa. Alle 17.00 in punto ha avuto inizio lo show. I primi ad esibirsi sono stati Benji & Fede, che si sono esibiti sulle note di alcuni brani estratti dal fortunato album d’esordio “20:05”, certificato disco di platino. A seguire l’adrenalinica performance di Madh, che ha cantato il brano “Gong”. Decisamente sottotono la resa vocale di Michele Bravi; l’ex vincitore di X Factor è ormai un affermato YouTuber, attendiamo le prossime date live per capire l’eventuale evoluzione del proprio percorso artistico. Grande entusiasmo per Rocco Hunt; protagonista dell’ultimo Festival di Sanremo  con il singolo “Wake Up”, il giovane rapper ha conquistato il pubblico e le radio. Sul palco dello SlimeFest anche Shade che ha intonato la delicate parole di “Patch Adams”, tratta dall’album “Clownstrofobia” e Fred De Palma, presente all’evento nonostante la febbre, che ha  cantato il noto brano “Stanza 365”. Tra gli ospiti internazionali, i Gemeliers, i gemelli spagnoli Jesús e Daniel Oviedo Morilla. A chiudere l’evento l’ attesa esibizione di Alessio Bernabei che ha infiammato il pubblico con “Noi siamo infinito”. Tra secchiate di slime e svariate gag di Niccolò Torielli, la prima edizione del format si porta a casa una bella soddisfazione.

Maximilian tour: la consacrazione definitiva di Max Gazzè all’Alcatraz di Milano

Max Gazzè live @ Alcatraz - Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell'artista)

Max Gazzè live @ Alcatraz – Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell’artista)

Per la prima delle due date all’Alcatraz di Milano (9 e 10 febbraio), sold-out da settimane, Max Gazzè sale sul palco alle 22.00 e l’impressione è subito quella che questo Maximilian tour sia una produzione importante e studiata fin nei minimi dettagli. Con la spettacolare scenografia curata da Camilla Ferrari, i visuals scelti dallo stesso Max insieme a Nicola Saponaro e i contenuti video interattivi, il bassista e cantautore romano traghetta il pubblico in una dimensione distesa, divertente, a tratti onirica ed intrisa di numerosi rimandi musicali. Accompagnato dal monumentale Giorgio Baldi alle chitarre, Clemente Ferrari alle tastiere, Cristiano Micalizzi alla batteria, e Max ‘Dedo’ De Domenico agli strumenti a fiato, Gazzè  mette a punto una scaletta variegata ma coerente rispettando l’intento di dare risalto a due album che rappresentano il perno principale della sua discografia: l’ultimo nato “Maximilian” ed il disco d’esordio “Contro un’onda del mare”, che quest’anno celebra i vent’anni dalla pubblicazione. Proprio nel gennaio 1996 Max si affacciava sulla nuova scena musicale italiana mettendosi in luce con le sue canzoni incentrate su tematiche lontane dai soliti clichè;  per questa ragione, all’album di debutto è dedicato, infatti,  uno speciale tributo audio e video all’interno della scaletta del concerto. 

Max Gazzè live @ Alcatraz - Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell'artista)

Max Gazzè live @ Alcatraz – Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell’artista)

Il concerto parte con l’ultimo singolo “Mille volte ancora”, cantato da Max  senza suonare l’inseparabile basso, si continua con “I tuoi maledettissimi impegni, Il timido ubriaco ed” Il solito sesso”. Tanta elettronica ma anche rimandi prog-rock ed electro-pop tra canzoni che parlano di rapporti interpersonali esaltandone le bellezze ma anche le criticità. Lo spettacolo prosegue sulle note di “Ti sembra normale”, “Disordine d’aprile”, la suggestiva ballata “Sul fiume”, impreziosita da un fascino di natura filmica. Ganciusta anche la scelta di cantare “ Sul ciliegio esterno”, “Raduni ovali”, “L’uomo più furbo”. Pubblico in visibilio per la super hit patchankera “La vita com’è”. Spazio  anche per la sempreverde “Cara Valentina”, per il meraviglioso momento amarcord dedicato al tour con Silvestri e Fabi con “L’amore non esiste”. Intima e pittoresca l’”Edera” in versione minimal, dolce e romantica “Mentre Dormi”. Brillante ed irriverente il video scelto per introdurre il revival del 1996 con la riproposizione di quattro pezzi dall’album d’esordio “Contro un’onda del mare”. Per il gran finale Max Gazzè sceglie “Sotto casa” e una “Una musica può fare” chiudendo due ore di musica all’insegna del gusto per la parola, la passione per il groove ed un’intramontabile verve ironicamente sorniona.

Raffaella Sbrescia 

LE TAPPE DEL MAXIMILIAN TOUR 
Milano (Alcatraz, 9 e 10 Febbraio)
Venaria Reale – TO (La Concordia, 11 e 12 Febbraio)
Roma (Atlantico Live, 19 e 20 Febbraio)
Firenze (Obihall, 25 e 26 Febbraio)
Brescia (Pala Banco, 5 Marzo)
Riva del Garda, TN (Pala Meeting, 12 Marzo)
Cerea, VR (Area Exp Cerea, 19 Marzo)
Padova (Palageox, 25 Marzo)
Foligno PG (Pala Paternesi, 1 Aprile)
Rimini (Velvet Club, 2 Aprile)
Reggio Emilia (Palazzo dello Sport Bigi, 8 Aprile).

I Twenty One Pilots all’Alcatraz per l’unico live italiano: quando la musica è energia

Twenty One Pilots

Twenty One Pilots

Quattro album all’attivo ed una travolgente formula live hanno traghettato i Twenty One Pilots direttamente in cima alle classifiche mondiali. Sul palco dell’Alcatraz di Milano per l’unica data italiana del loro nuovo tour,  Tyler Joseph (cantante, tastierista e chitarrista)  e Josh Dun (batterista) hanno portato una ventata di energia e creatività grazie ad un irresistibile mix di musica indie pop, elettronica e rap. Il nome Twenty One Pilots è il frutto di una scelta filosofica e viene da un’opera teatrale di Arthur Miller, intitolata “All My Sons”. La storia racconta di un appaltatore bellico che invia consapevolmente parti di aeroplani difettate in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, con il timore che, qualora dovesse ammettere l’errore, ci rimetterebbe economicamente; la decisione porta alla morte di 21 piloti. La storia penetra a fondo nella mente di Joseph, tanto da risultare decisiva per la scelta del nome della band.

Twenty One Pilots (foto di repertorio)

Twenty One Pilots (foto di repertorio)

Dopo aver pubblicato due album in maniera indipendente (“Twenty One Pilots” nel 2009 e “Regional at Best” nel 2011), il duo ha firmato con l’etichetta Fueled by pubblicando “Vessel” nel 2013 ed il nuovo “Blurryface”,  un album innovativo e vibrante, concepito durante il precedente live tour, in cui ciascun brano è caratterizzato una forte spinta propulsiva infusa dall’imperiosa batteria di Josh. Determinati  nel voler creare un tipo di musica aperta alle interpretazioni, sia per quanto concerne le tematiche che i suoni, i Twenty One Pilots curano molto anche le loro performances dal vivo. Colpisce la furia ed il dispendioso impegno fisico di Joseph, autentico  animale da palcoscenico che si arrampica sulle impalcature e si tuffa sulla folla, incanta e delizia la potenza e la padronanza dello strumento da parte di Dun. Un tripudio di rime sofferte, a tratti enigmatiche, in grado di costruire una speciale rete di connessione emotiva con i nostri giovanissimi in cerca di punti di riferimento.

Raffaella Sbrescia

Setlist

Heavydirtysoul

Stressed Out

Guns for Hands

Migraine

Polarize

House of Gold

We Don’t Believe What’s on TV

The Judge

Lane Boy

Piano + Drum Medley

The Pantaloon

Semi-Automatic

Forest

Screen

Ode to Sleep

Addict with a Pen

Screen

Doubt

Holding On to You

Ride

The Run and Go

Tear In My Heart

Car Radio

Encore:

Goner

Trees

Video: Tear in my Heart

Immanuel Casto live all’Alcatraz di Milano: Il Divo illustra il manifesto del romanticismo post-contemporaneo

Immanuel Casto

Immanuel Casto

Un viaggio buio, umido, un po’ sporco e molto, molto divertente. Questa è, in sintesi, l’essenza dell’atteso concerto di Immanuel Casto all’Alcatraz di Milano nell’ambito del “The Pink Tour”, la nuova avventura live che il Casto Divo ha messo a punto per presentare al pubblico i brani inediti contenuti nel suo ultimo album “The Pink album”  (Freak&Chic /Artist First).  Se l’anno scorso, lo storico locale milanese aveva accolto con un sold out la tappa del “Sognando Cracovia Tour”, anche questa nuova tornata non poteva disattendere le aspettative e così è stato. Un parterre affollato e decisamente variegato ha fatto da cornice al concerto  senza risparmiarsi in termini di inventiva e coinvolgimento. La grande novità di questo tour è una particolare attenzione agli arrangiamenti dei brani proposti in scaletta. L’aura dance ed electro synth pop oriented, arricchita dalla potente ritmica della batteria, ha attraversato gran parte delle canzoni conferendo loro una piacevole leggerezza ed una coinvolgente ballabilità. Mescolando sapientemente i brani contenuti nel suo ultimo lavoro agli ormai noti cavalli di battaglia del suo brillante repertorio, il Casto Divo ha dimostrato di aver compiuto un’ulteriore passo in avanti in termini di cura per il dettaglio.

Immanuel Casto e Romina Falconi live all'Alcatraz - Milano

Immanuel Casto e Romina Falconi live all’Alcatraz – Milano

La triade di apertura composta da “Discodildo”, “Sexual Navigator” e “Rosico”, seguita da potente versione punk rock di “Rosso, oro e nero” suonata insieme ai Soviet Soviet, la celeberrima “50 bocca/100 amore” e la serie di duetti con la spumeggiante Romina Falconi composta da  “Sognando Cracovia”, “Horror Vacui”, “Crash” scandiscono la prima parte del concerto rendendola fluida sia in termini di contenuto che di divertimento.  Tra le new entries, segnaliamo l’attualissima “Social Queen”, auspicabile prossimo singolo  l’esilarante “Alphabet of Love”, con un evidente richiamo al brano della mitica Amanda Lear. Per la serie “Immanuel incontra la letteratura post-pulp”, l’artista ha voluto deliziare l’affezionato pubblico con un nuovo racconto squisitamente no-sense intitolandolo “Topazia”. La verve, il carisma e la brillantezza dei contenuti proposti da Immanuel Casto si associano alla dichiarata volontà di tenersi al passo con i costumi  morali e sessuali del nostro tempo.

Se “Zero carboidrati” potrebbe essere la colonna sonora dei nostri pomeriggi invernali e “Killer Star” assume toni da canzone di denuncia, la versione acustica di “Che bella la cappella”, accompagnata da decine di accendini amarcord, rappresenta senz’alcun dubbio il cerimoniale perfetto  per un dissacrante processo di purificazione spirituale. L’ultima parte del concerto è pirotecnica: Immanuel conquista definitivamente i suoi “adepti” con il recente singolo “Da grande sarai frocio”, scritto insieme a Fabio Canino, presente all’Alcatraz, l’immancabile “Tropicanal” e la nuovissima “Deepthroat Revolution”; il nuovo manifesto del romanticismo post-contemporaneo.

Raffaella Sbrescia

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Biagio: l’antologia di Biagio Antonacci. Il cantore dei sentimenti. Il report del concerto di presentazione all’Alcatraz

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Sarà in tutti i negozi da domani 27 novembre “Biagio”, una speciale antologia che racchiude l’intera storia musicale di Biagio Antonacci, su etichetta Iris/Sony Music. Si tratta di un’opera piuttosto ambiziosa, al suo interno ci sono ben 3 cd che raccolgono 48 classici rimasterizzanti, quattro inediti, (Ci stai, Cortocircuito, Aria di Cambiamento e Mio Mondo), 2 new version di brani storici (Se io se lei e Liberatemi) senza dimenticare che nella versione deluxe del progetto ci sono anche un libro di poesie scritte dal cantautore e alcuni disegni realizzati dallo stesso artista. Tra gli altri brani presenti in “Biagio”, segnaliamo anche “One Day (Tutto Prende Un Senso),” un brano inciso nel 2012 e scritto insieme a Pino Daniele.

Biagio Antonacci live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Biagio Antonacci live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

In “Biagio” c’è la storia artistica di Antonacci ma anche il prisma completo di tutti i sentimenti provati nell’arco di trent’anni di carriera. Sentimenti che l’artista ha portato sul palco dell’Alcatraz di Milano con uno speciale concerto trasmesso in diretta radiotelevisiva su RTL 102.5. Un’occasione speciale, studiata fin nei minimi dettagli, un momento da scolpire nel tempo soprattutto per i fan dell’artista che hanno potuto ascoltare per la prima volta live i nuovi inediti. Carico, emozionato, entusiasta e in splendida forma, Biagio Antonacci ha inaugurato la scaletta con “Ci Stai”: il nuovo singolo, che anticipa l’album in radio, è stato scritto da Biagio Antonacci e prodotto da Michele Canova mentre il videoclip  del brano è stato diretto da Federico Zampaglione dei Tiromancino (special guest del concerto e protagonista di un duetto con Biagio sulle note di “Se è vero che ci sei”).  A seguire: Insieme finire, Il cielo ha una porta sola, Iris e Quanto tempo ancora in versione acustica (impreziosita da una suggestiva strofa in spagnolo). Potente l’arrangiamento live di “E ritorno ad amare” in contrasto con una versione molto delicata di “Fiore e Se fosse per sempre”, caratterizzata da sonorità alternative. Immancabile Convivendo poi l’omaggio alla grande amica Laura Pausini con “Vivimi”: “La dedico a lei, che con questa canzone ha vinto un Latin Grammy“, ha spiegato il cantautore.

Biagio Antonacci live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Biagio Antonacci live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Molto intenso il momento al pianoforte su un palco dedicato: “Se io se lei” e “Prima di tutto” hanno incantato il pubblico che non ha mai smesso di cantare dall’inizio alla fine del concerto. Tra gli altri inediti, il più originale è sicuramente “Cortocircuito”, definito dallo stesso cantautore: “Una canzone elettronica in stile funk ani 80/90“,  speciale e preziosa “Aria di cambiamento”, scritta per lui da Juri Camisasca e Franco Battiato,  che ha anche partecipato in featuring al brano: “Un capolavoro, posso dirlo perché non l’ho scritto io”. Una menzione  a parte la merita la nuova versione di “Liberatemi” che, con il nuovo arrangiamento realizzato dai Negramaro, si riveste di attualità e si candida ad essere una hit tutta da ballare: “Questa canzone l’ho scritta a Rozzano quando facevo il geometra, nella mia stanza all’ottavo piano di via dei Fiordalisi 1, insieme a mio fratello: è la canzone che mi ha cambiato la vita perché mi ha permesso di vivere solo di musica. I Negramaro l’hanno riarrangiata e cantata un po’ con me” ha spiegato Antonacci, cantando il brano mentre sullo sfondo si sono susseguite le immagini del recente duetto a Bologna sul palco della band salentina. L’atmosfera si tinteggia di emozione sulle note di “Sognami” in versione acustica con alcune strofe in francese  dedicate “alla Francia e al loro coraggio“. Più volte Antonacci ha ringraziato le autorità e le forze dell’ordine  per aver tutelato lo svolgimento della serata all’insegna della sicurezza. Per il gran finale, Biagio sceglie di riproporre “Ci Stai” con le immagini del video ufficiale e la dirompente  ”Non vivo più senza te” riuscendo a sciogliere anche le riserve dei più timidi.

Raffaella Sbrescia

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La scaletta del concerto

Ci stai
Insieme finire
Il cielo ha una porta sola
Iris (tra le tue poesie)
Cortocircuito
Quanto tempo e ancora
Fiore
Se fosse per sempre
Convivendo
Se è vero che ci sei
Tu sei bella
Vivimi
Se io se lei
Prima di tutto
Aria di cambiamento
Buongiorno bell’anima
Pazzo di lei
Sognami
Ti penso raramente
Dolore e forza
Liberatemi

Ci Stai (bis)
Non vivo più senza te

 

Lorenzo Fragola live: l’Alcatraz di Milano in delirio. Il report del concerto

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Ci siamo. Lorenzo Fragola arriva al famigerato faccia a faccia col pubblico con la prima avventura live. Forte del travolgente successo del singolo multiplatino #Fuoric’èilsole, il giovane cantautore catanese è salito sul palco dell’Alcatraz di Milano per la data meneghina di 1995 – Il tour. La girandola di avvenimenti importanti che l’hanno portato dal gradino più alto di X Factor, alla platea del Festival di Sanremo fino ai piccoli club d’Italia ha rimpinguato il palmares di fans e detrattori ma Fragola sta dimostrando di avere una personalità più spiccata del previsto. Dalle sue scelte artistiche si evince immediatezza e voglia di osare sia misurandosi con gli “intoccabili” della musica leggera italiana sia con le hits internazionali. Il suo repertorio, certo, non offre molta materia prima, Lorenzo per primo cerca di riempire i vuoti interagendo spesso con un pubblico quasi esclusivamente femminile creando un’armoniosa alchimia. Il concerto inizia sotto i migliori auspici con una versione a capella di ‘Che cosa sono le nuvole’ di Modugno-Pasolini, presentato durante la scorsa edizione di X-Factor.

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

La scaletta prosegue all’insegna del mix and match: Lorenzo sceglie il meglio del proprio repertorio e dei suoi cavalli di battaglia regalando ad ogni brano una veste sonora piuttosto buona, soprattutto se sul palco con lui ci sono professionisti come Osvaldo Di Dio e Phil Mer. Pubblico in delirio per il tormentone estivo  # Fuori c’è il sole ma anche per il successo sanremese  “Siamo Uguali” e la hit “The Rest”. Da “Homeland” a “Close the eyes” e “Distante” fino alle cover di “Freedom”, il clamoroso successo di Pharrel Williams, “Take me to church” di Hozier e l’inaspettata “E penso a te” di Lucio Battisti, la prova live di Fragola non è ammaliante eppure alcuni margini di miglioramento ci sono e si riferiscono alla buona resa vocale e alla bella scelta degli arrrangiamenti. I testi, certo, non raccontano niente di particolarmente importante ma di questo ne è consapevole lo stesso Fragola. Diamogli il tempo di crescere, maturare, imparare e lasciarsi andare. Il pop nostrano, si sa, si muove con tempi e modalità avulse dalle dinamiche internazionali. Per queste ragioni, a Lorenzo Fragola riconosciamo i meriti da teen star e restiamo in attesa di scoprire quali saranno i prossimi passi di un ragazzo che dimostra di avere tanta voglia di mettersi in gioco.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di Luigi Maffettone ( gli scatti risalgono al concerto di Lorenzo Fragola tenutosi alla Casa della Musica di Napoli lo scorso 3/10/2015)

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

Lorenzo Fragola live (un momento del concerto di Napoli) Ph Luigi Maffettone

 

Litfiba live: due sold out a Milano per un rock che non conosce scadenze e compromessi

Litfiba live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Litfiba live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Litfiba sono una realtà musicale italiana da guardare almeno una volta dal vivo per capirne la portata e la carica adrenalinica. Il carisma e la vibrante energia dell’incontenibile frontman Piero Pelù, unita alla sapiente maestria strumentale di Ghigo Renzulli, racchiudono l’essenza di un connubio artistico che tanto ha detto e tanto ha ancora da dire al pubblico, nonostante lunghi anni di lontananza. Oggi, a distanza di pochi giorni dai due concertii che i Litfiba hanno tenuto all’Alcatraz di Milano, ci troviamo ad approfondire, con lucida consapevolezza, il commento relativo al live di questo gruppo che ha riportato in auge il repertorio degli album “El diablo” (1990), “Terremoto” (1993), “Spirito (1994) e “Mondi sommersi” (1997), dando nuova linfa ai brani più rock e diretti della propria discografia. Accompagnati da Ciccio Li Causi al basso, Luca Martelli alla batteria, Sago Sagona alle tastiere e da pile di Marshall, i Litfiba si mostrano subito sul pezzo con “Resisti”, dedicato agli antifascisti del ’45, di oggi e, si spera, di domani.

Litfiba live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Litfiba live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Sonorità nitide e martellanti colpiscono i nuovi simboli del potere in maniera diretta e dichiaratamente schierata. Se a questo aggiungiamo il sit-in di protesta contro Expo 2015, invocato da Piero Pelù facendo sedere tutti i presenti dell’Alcatraz,  siamo subito in grado di capire il mood dei due sold out consecutivi ottenuti dai Litfiba a Milano. Il buon rock stagionato e collaudato della band fiorentina non conosce pause ma è anche in grado di fermarsi per ricordare le vittime dei barconi della speranza e di emozionare il pubblico omaggiando Pino Daniele con una speciale versione di “Je so’ pazzo”. Il suono è muscolare, metallico, inarrestabile: riff, assoli e suoni monstre colorano e ravvivano canzoni vecchie quasi un quarto di secolo per la gioia dei fan della prima ora. Piovono dediche anche per Stefano Cucchi, Riccardo Magherini e per chi è stato “massacrato dentro la Diaz”, lo sloganistico Pelù scrive su un enorme cartello “Mafie merda” con la “e” di euro e la “a” cerchiata degli anarchici stimolando e smuovendo dall’interno i suoi “ragazzacci” per più di due ore ribadendo, in maniera incisiva, la forza e la compattezza di una realtà musicale solida e coinvolgente.

Raffaella Sbrescia

Litfiba live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Litfiba live @ Alcatraz ph Francesco Prandoni

Setlist

1) RESISTI

2) DIMMI IL NOME

3) AFRICA

4) DINOSAURO

5) SOTTO IL VULCANO

6) LO SPETTACOLO

7) A DENTI STRETTI

8) EL DIABLO

9) DOTTOR M

10) LINEA D’OMBRA

11) BAMBINO

12) TAMMURIA

13) WODA WODA

14) ORA D’ARIA

15) SIAMO UMANI

16) LA MUSICA FA

16 bis) RAGAZZO

18) SPIRITO

19) REGINA DI CUORI

20) IL MISTERO DI GIULIA

21) RITMO 2 #

22) LACIO DROM

 

 

Asaf Avidan chiude il fortunato Gold Shadow tour a Milano. Il report del concerto

Asaf Avidan live @ Alcatraz Ph Francesco Prandoni

Asaf Avidan live @ Alcatraz Ph Francesco Prandoni

Milano riabbraccia l’israeliano Asaf Avidan: il cantautore si è esibito lo scorso 12 aprile sul palco dell’Alcatraz per presentare il suo ultimo album di inediti “The Gold Shadow” con una performance di quelle che non si dimenticano facilmente. Quella sua vocalità così speciale, così graffiante, così ambigua, così emozionante ha ipnotizzato i numerosi spettatori accorsi all’evento. Quel suo timbro androgino, quelle sue parole tanto cariche di pathos e i significati intensi delle sue canzoni hanno ammansito anche i più distratti, canalizzando le energie di tutti in un biunivoco flusso di scambi emotivi. Un ‘atmosfera unica, dall’equilibrio fragile, proprio come un raro e difficile incantesimo. Al centro di questa dimensione parallela, non solo Asaf ma anche la sua particolare band, caratterizzata da una forte percentuale femminile. Pronti ad interagire tra loro per valorizzare ogni accordo o parola, Avidan e la sua band hanno conquistato il pubblico lentamente ma inesorabilmente, fino ad arrivare al tripudio finale. Cuori di tutte le età si sono intrecciati negli angoli più bui di parole ora urlate, ora sussurrate, ora cacciate fuori poco prima di annaspare affogando nel marasma dei sentimenti umani.

Asaf Avidan live @ Alcatraz Ph Francesco Prandoni

Asaf Avidan live @ Alcatraz Ph Francesco Prandoni

Dall’alto dei suoi numerosi live in tutto il mondo, Asaf sfoggia una nuova maturità artistica ed una notevole presenza scenica, perfetta per enfatizzare ogni singolo frame dei brani proposti in scaletta. Sinuoso e carezzevole, il suo canto è un balsamo per l’anima: si va “Over my head” a “Let’s just call it fate”, a “Ode to my Thalamus” a “Her lies, a “Different Pulses”; Asaf scava nel proprio passato regalandogli una nuova veste ricca di dettagli ed innesti importanti. Particolarmente riuscita la versione live di “The jail that sets you free” ed il cammeo voce e piano con la title track “The Gold Shadow”. Un cenno speciale va alla struggente “A part of this” mentre il fascino assoluto della celeberrima “Reckoning song” non accenna a spegnersi, anzi, con il tempo si fa sempre più strada la certezza che la rivisitazione di questo brano rappresenti  il modo migliore per assaporare fino in fondo l’essenza di una voce unica al mondo come quella di Avidan. Sul doppio encore a fine concerto, l’artista ha appassionatamente ringraziato la sua band e tutto il suo staff dopo aver suonato insieme sui palchi di tutto il mondo, si è divertito ad interagire con il pubblico come poche altre volte prima ed infine ha letteralmente fatto scatenare tutti i presenti sulle note di “Hangwoman” fino all’affondo finale con un acuto da brividi, testimonianza metafisica di un talento che va oltre ogni definizione possibile.

Raffaella Sbrescia

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