“Indagine su un sentimento”, l’amore secondo i Tiromancino

Indagine-su-un-sentimento-cd-cover“Indagine su un sentimento” è il nuovo concept album dei Tiromancino. Federico e Francesco Zampaglione mettono a nudo il proprio animo e le proprie ispirazioni musicali in un decimo album scritto con l’urgenza di approfondire ed analizzare un sentimento tanto eterno quanto prodigo di infinite suggestioni quale è l’amore. Anticipato dal bellissimo singolo intitolato “Liberi” (reso ulteriormente amabile grazie alle animazioni di Marco Pavone), questo disco guarda negli occhi e scava a fondo nell’anima: “l’amore non finirà se è anche/ancora libertà”, canta Federico il quale, in “Immagini che lasciano il segno”, racconta, senza remora alcuna, tutto il suo sconfinato amore per la figlia Linda, protagonista, tra l’altro, del videoclip del brano, una dolce manifestazione del migliore pop d’autore: “hai trasformato tutto il resto in uno sfondo”…: non c’è altro da aggiungere. “Fuggevoli presenze” è, invece, il riuscitissimo esperimento funk del disco. Un esercizio di stile anni Settanta seguito da “Nessuna Razionalità”, nato dall’affezionato ricordo di un artista molto amato da Federico Zampaglione quale era Franco Califano.

Indagine-su-un-sentimento-b-side-coverA seguire c’è “Mai saputo il tuo nome”, la rilettura del brano “I Never Knew Your Name” dei Madness che narra la storia di un colpo di fulmine destinato a naufragare. Molto intenso è il duetto con Pierpaolo Capovilla del Teatro degli orrori sulle note di “In una notte di marzo” tra “lividi che non si cancellano nè svaniscono con gli anni”, alleviati dalla poesia del suono di una tromba. Il fischio country che introduce “La nostra realtà” si accompagna all’acutezza del guitar solo proposto nel finale. “Ciò che esprimi con gli occhi può avere più forza di mille parole… voglio solo respirare ogni istante della vita che ho…”  canta Federico in “Una nuova stagione” mentre il sound indie-elettronico, marchio di fabbrica di Francesco, riesce a fare tutto il resto. La title track “Indagine su un sentimento” smuove i sensi nel bel mezzo dell’imprevedibilità del destino “sarà l’amore a scegliere per te”, proprio come accadrà a “Re Lear”, il protagonista del brano che chiude il disco: il  tragico fotogramma di un uomo inaridito dalla vita terrena.

Raffaella Sbrescia

Video: “Immagini che lasciano il segno”

“L’arte della guerra vol.1”, l’album di Giuliano Dottori

Giuliano Dottori cover“L’arte della guerra vol.1” è il terzo disco solista del cantautore Giuliano Dottori che, forte di un percorso artistico molto articolato, ha lasciato confluire in questo lavoro idee e tematiche di forte impatto emotivo. Il filo conduttore dell’album (Musica Distesa),  pubblicato lo scorso 1 aprile e suonato insieme a Marco Ferrara al basso e Mauro Sansone alla batteria, è un interessante discorso incentrato sulla rinascita, ispirato dalla lettura del manuale di saggezza e tattica bellica di Sun Tzu “L’arte della guerra”.

Giuliano Dottori

Giuliano Dottori

Nel primo capitolo di quello che diventerà un doppio disco, Giuliano Dottori apre a sperimentazioni ed arrangiamenti originali lasciando ampio margine all ’interpretazione sensoriale. L’album si apre con “Quando ritornerai a casa”; il brano riprende la parola casa con cui finiva il disco del 2009  “Temporali e Rivoluzioni”; l’intro onirica e la lunga parentesi strumentale sul finale del brano introducono “Estate #1107”, la millecentoesettesima canzone dedicata all’estate non si riduce al solito melanconico elenco di ricordi, anzi, il brano racchiude un’energica spinta verso il futuro: “un’altra estate ci porterà via tutte le nostre paure e le debolezze” mentre cadono le bombe nei cortili, crollano palazzi e precipita la notte. Giuliano spinge la vita nell’aria e proprio la vita, quella degli altri, è la protagonista de “Le vite degli altri”, il brano che argutamente analizza una mania molto più diffusa di quanto si creda: quella dello spiare i vicini di casa. Molto suggestivo è il mood new age de “La Nave”: un dolce fluttuare sospeso tra i pensieri. La title track “L’arte della guerra” è un pugno nello stomaco: “la felicità è un trucco a cui non credo più”, canta Giuliano, lasciandosi coccolare, al contempo, dal dolce suono del pianoforte.  A seguire c’è “Il mondo dalla nostra parte”, un brano profondo che parla di ciascuno di noi e della nostra voglia di lasciarci alle spalle tutti gli errori e le miserie del passato. Un sound allegro e trascinante distoglie in fretta la mente dai pensieri più bui in cerca di speranza e di sogni a cui appigliarsi.  “Occhi dentro gli occhi” è la canzone d’amore del disco, una presa di coscienza fredda e lucida: “…tardi è solo tardi”, sentenzia Giuliano, mentre un intenso ed elegante interludio strumentale comprensivo di tocchi al pianoforte, archi, arpeggi e cori lontani, ci introduce all’ascolto dell’ultima ermetica traccia del disco intitolata “I fiori muoiono quando ci rattrista perderli”: “mio padre piantava chiodi dentro il mare… mio fratello costruisce chiese con la terra…” sono le frasi che racchiudono il nucleo del brano che, attraverso pensieri retrò e innovativi spazi sonori, apre la via al secondo atteso capitolo di un lavoro piacevole e ricercato.

Raffaella Sbrescia

Video: “Estate #1107″

Classifica FIMI: “L’amore comporta” di Biagio Antonacci è il disco più venduto della settimana in Italia

Biagio Antonacci, la recensione del nuovo album “L’amore comporta”

Biagio Antonacci, la recensione del nuovo album “L’amore comporta”

Biagio Antonacci conquista la vetta della classifica FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) degli album più venduti della settimana in Italia con il nuovo album di inediti intitolato “L’amore comporta”. Al secondo posto si conferma il giovane rapper Moreno con “Incredibile”. Chiude il podio Rocco Hunt con “ ‘A Verità”. Al quarto posto, per la ventesima settimana consecutiva in top ten, c’è Ligabue con “Mondovisione”, seguito da Stromae con Racine Carrèe”. In sesta posizione ritroviamo Francesco Renga ed suo “Tempo Reale” mentre alle sue spalle risale “Amore puro” di Alessandra Amoroso. All’ottavo posto c’è Pharrell Williams con “Girl” mentre Shakira è solo nona con l’abum omonimo. Chiudono la top ten i  99 Posse con “Curre curre guagliò 2.0”.

“Caustic Love”, il nuovo album di Paolo Nutini

PN_CAUSTIC_LOVE_PRESS_DIGITAL-300x300“Caustic Love” (Atlantic Records) è il nuovo album di inediti di Paolo Nutini, giunto a cinque anni di distanza da “Sunny Side Up”. A poche ore dalla pubblicazione il disco è già in vetta alle classifiche  iTunes di Italia, Uk, Irlanda e Netherlands e il fatto rappresenta sicuramente un incentivo in più per mettersi subito all’ascolto di questo lavoro che, già attraverso le note soul del singolo “Scream” (Funk My Life Up), aveva lasciato intravvedere una nuova bellissima veste del cantastorie scozzese.  Nonostante la sua giovane età Nutini è stato capace di reinventarsi attraverso un coinvolgente e caldissimo mix di elementi, facendo riferimento alla lunga e prestigiosa tradizione della musica black d’oltroceano.

I tredici brani contenuti nel disco sono stati scritti proprio da Paolo, insieme a Dani Castelar, e sono stati in gran parte autoprodotti e registrati a Valencia, Londra, Glasgow e Stati Uniti. L’aspetto più interessante di questo disco è il felice connubio tra la particolarissima voce di Paolo e una serie di arrangiamenti ispirati alle atmosfere della Motown, arricchiti da coinvolgenti ritmi funky per un risultato sensualmente vintage. Nutini è riuscito a fare tesoro del meglio che la musica black d’annata ci ha offerto tra gli anni ’60 e ’70 vestendolo con abiti sonori più contemporanei. La tracklist dell’album è davvero eterogenea: dal singolone “Scream” si passa alla dolcissima intro di “Let me Down Easy”, Nutini è semplice e complicato al contempo, delicato e rude a fasi alterne, il graffio della sua voce riesce ad infiltrarsi con grazia nell’animo. Il gioco di voci di “Bus Talk”  è la parentesi che introduce il lirismo sonoro di “One Day”: “I’ll be gone in a while”, canta Paolo, perdendosi in una sorta di puntinismo vocale sul finale.  Il fascino squisitamente jazz di “Numpty” lascia il passo alla intensa “Better man”, la canzone che, meglio di altre, descrive in maniera incisiva il titolo del disco. Il brano più osannato in assoluto è “Iron Sky”, il testo è cosparso di parole forti, maschie, decise e pungenti e, se a questo aggiungiamo la parte del monologo tratto dal “Grande Dittarore” di Charlie Chaplin, il risultato non può che risultare epico. L’eco dei riff di chitarra di “Diana” è lo stacco mentale perfetto per prepararsi all’ascolto di “Fashion” feat. Janelle Monaè, un brano amabilmente rythm&blues. “Looking for something, leaving with nothing”, scrive e canta Paolo nella bellissima “Looking for something”, la canzone dedicata alla madre mentre “Cherry Blossom” cede ad una più tradizionale carica rock. La chicca finale è “Someone like you”: la voce di Paolo si distende in un canto pulito, delicato e trasparente, quasi angelico, che rimanda la mente alle dolci canzoni dell’intramontabile Elvis Presley.

Raffaella Sbrescia

Video: “Scream” (Funk My life Up)

Intervista a Manuel Cardella: “Voglio creare qualcosa di nuovo”

Manuel Cardella

Manuel Cardella Ph Agnese DiVico Rubini

Il cantautore romano Manuel Cardella presenta “Rinascerò”. Il singolo è tratto dal disco d’esordio, di imminente pubblicazione, e racchiude la grande voglia di mettersi in gioco da parte del giovane artista che, lavorando a stretto contatto con il team di Cantieri Musicali, ha maturato l’idea di un genere musicale in grado di riunire i tratti tipici della tradizione pop italiana con le sonorità elettroniche tanto in voga oltreoceano. Abbiamo raggiunto Manuel al telefono per scoprire quali sono i contenuti del suo lavoro e cosa c’è alla base delle sue canzoni.

“Rinascerò” è il titolo del tuo nuovo singolo. Dal punto di vista musicale ci colpisce la fusione tra la melodia pop con il dub, la dance ed il funky mentre, per quanto riguarda il significato del brano, il tema centrale pare essere quello di un sentimento impossibile da cancellare…Qual è il tuo commento?

Il testo è scritto da uno dei più grandi autori della musica italiana che è Piero Calabrese il quale, tra l’altro, è uno dei miei produttori e fa parte del mio team di lavoro. Siamo partiti dai miei lavori precedenti, contraddistinti da suoni molto elettronici e vicini alla dance, per arrivare al pop più suonato con degli strumenti live, il tutto per cercare un mio stile personale in grado di differenziarsi dallo scenario musicale attuale. L’idea iniziale del testo è venuta da me è parla di un amore impossibile da cancellare e che segna per sempre l’anima. Il sentimento che contraddistingue il brano è la voglia di rinascere e ripartire da zero, lasciando comunque intatto il ricordo di una persona importante.

I movimenti delle tue mani nel videoclip girato dal regista Daniele Zed Berretta hanno un significato specifico?

Sì! Parlando con il regista mi sono soffermato su ciò che si può creare e ciò che si può distruggere e abbiamo preso come riferimento le mani. Proprio con le mani, nel video, costruisco forme come se tutto fosse possibile da realizzare…l’idea della rinascita è stata resa proprio attraverso la creazione estemporanea di forme con l’obiettivo di trasmettere a tutti la consapevolezza dei propri mezzi e del proprio potenziale.

Manuel Cardella

Manuel Cardella Ph Agnese DiVico Rubini

Quali saranno i temi e i generi presenti nel tuo nuovo lavoro?

Il lavoro che sta per uscire è praticamente il mio primo disco che è registrato al Biplano Studio per l’etichetta Cantieri Musicali. Si tratta di un lavoro che comprende diversi generi musicali, una miscela di diversi stili che va dal pop, all’elettronica, alla dance, al funky, al dubstep, senza, tuttavia, tralasciare pezzi piano e voce più malinconici. A questo aggiungo che vengo da un’esperienza di vita che mi ha un po’ cambiato: circa un anno e mezzo fa sono stato operato al cuore per una malformazione congenita, che avevo dalla nascita, e dopo questa esperienza ho voluto raccontare nel disco quello che ho vissuto. Trattandosi del primo album, avevo voglia di raccontare della mia crescita fino ad oggi. Si parlerà non solo di amore ma anche di rivincita, di rivalsa, di una crescita personale, che c’è stata sia a livello artistico che umano. Ci sarà, dunque, ampio spazio per fatti e pensieri molto più personali e intimi come la voglia di andare avanti e di lottare per quello che si vuole senza avere paura.

Alla luce del fatto che il tuo primo amore musicale è stato il pianoforte, com’è cambiato, nel tempo, il tuo approccio nei riguardi della musica?

Parto dal presupposto che la mia ricerca stilistica dura già da un po’ e ho da sempre l’obiettivo di fare qualcosa che non si sia già sentito in Italia, il mio background si rifà alle sonorità d’oltreoceano tuttavia, in tutti i miei brani c’è la presenza costante del pianoforte che da sempre mi accompagna nel mio percorso artistico. L’obiettivo finale è quello di trovare il giusto equilibrio tra tutti questi elementi mixando passato e  presente.

Quali saranno le prossime tappe del tuo percorso?

Nei prossimi mesi ci sarà la pubblicazione del mio primo album e alcuni live che stiamo organizzando per la promozione del disco in tutta Italia.

Raffaella Sbrescia

Video: “Rinascerò”

 

Si ringraziano Manuel Cardella e Marina Mannino per la disponibilità

Intervista a Giulia Mazzoni: “Comporre è come scattare una fotografia”

Giulia Mazzoni Ph Alessio Pizzicannella

Giulia Mazzoni Ph Alessio Pizzicannella

Giulia Mazzoni è una pianista 24enne di origine toscana.  “Giocando con i Bottoni” è il suo album d’esordio, un lavoro comprensivo di  brani originali, interamente composti ed eseguiti da Giulia, che fotografano la sua persona a tutto tondo, muovendosi tra modernità e tradizione. Abbiamo raggiunto l’artista al telefono, in occasione dell’uscita del nuovo singolo intitolato “Where and When”, una composizione dedicata al Maestro Nyman, il cui video vede la presenza delle opere del noto artista italiano Franco Losvizzero e abbiamo scoperto una persona ricca di interessi e aperta all’innovazione.

“Giocando con i bottoni” raccoglie immagini, sensazioni, ricordi della tua infanzia ma anche del tuo presente. Visto che non ami definire la tua musica, ci parli delle idee che hanno dato vita a questo lavoro e della connessione tra i titoli e le rispettive composizioni sonore?

“Giocando con i bottoni” è un album autobiografico che racconta, attraverso le note, la mia vita di ieri ma anche quella di oggi. Ogni traccia è una fotografia, un ritratto di un momento, di un episodio importante. Il titolo del disco fa riferimento ad un episodio della mia infanzia quando, da bambina, amavo giocare con dei bottoni colorati, che per me erano magici, mi emozionavano tantissimo. Ho riprovato la stessa emozione quando ho toccato per la prima volta i tasti del pianoforte e tutt’oggi accade ancora. Tra gli altri temi racchiusi nel disco ci sono l’amore e l’amicizia come, ad esempio, avviene nell’ultimo singolo estratto dall’album “Where and when” in cui cerco di raccontare un’amicizia importante sia dal punto di vista artistico che umano con Michael Nyman, grande compositore, che ho la fortuna di conoscere e di frequentare per quanto possibile. Poi c’è “Lia”, un brano dedicato ad una persona a cui ero molto affezionata e che purtroppo è venuta recentemente a mancare. La mia è una musica descrittiva che utilizza diversi linguaggi, a cavallo tra la tradizione e la modernità, e che cerca di dipingere con le note delle sensazioni o dei momenti di vita vissuta. Chiaramente trattandosi di una musica strumentale, ognuno è libero di fare il proprio viaggio, di vivere e scrivere la propria storia liberamente.

In una recente intervista hai dichiarato che ti senti vicina al minimalismo di Nyman e Philip Glass, potresti approfondire questo discorso?

Questi due compositori mi hanno ispirata moltissimo ma in realtà mi sento molto legata anche alla musica da film. Il minimalismo ha influenzato molto anche la musica da film, pensiamo allo stesso Philip Glass con “The Truman Show”, Thomas Newman con “American Beauty”. Loro sono stati i fondatori del minimalismo soprattutto Nyman con “Lezioni di piano”. Grazie a loro è nata la nuova corrente di pianisti contemporanei che si sono poi ispirati a questo genere, ognuno inserendo all’interno un proprio contributo.

Giulia Mazzoni Ph Alessio PizzicannellaCi racconti lo sviluppo dell’idea audiovisiva del tuo ultimo singolo “Where and when”?

Tutto è nato da una chiacchierata tra me e il regista Fabrizio Cestari, vincitore di un premio durante l’ultima edizione del Medimex per il video del brano “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini. Parlando con lui è nata questa idea, io sono appassionata di arte contemporanea ed è stato molto bello il fatto che lui abbia coniugato questa mia passione con la musica inserendo nel video le opere di Franco Losvizzero. Sono una sognatrice, mi piacciono molto questi mondi onirici, un po’ alla Tim Barton, e le opere di Franco rappresentano sicuramente un mio modo di essere. Nel video la bambina rappresenta l’arte, la musica, ma è anche il mio angelo custode e, allo stesso tempo, me stessa che, nel bene e nel male, continuo a guardare il mondo con lo stesso sguardo. Indipendentemente dalla musica, quello che amo di più di questo video è la fotografia.

Alla luce del fatto che per te comporre è un’esigenza, hai già scritto nuovi brani?

Certo! Per me comporre è come scattare una fotografia, ogni volta che vedo, sento, leggo qualcosa che mi colpisce sento l’esigenza di trasferirla e tradurla attraverso le note. Sto scrivendo il nuovo disco, che uscirà il prossimo autunno, ci sto lavorando molto attentamente e spero che sia in grado di mostrare ancora altri lati della mia anima e della mia musica.

Quali sono i tuoi ascolti in questo periodo?

In realtà ascolto sempre tante cose, cambio spesso i miei ascolti spaziando dalla musica classica alla musica elettronica. Ad esempio in questi giorni ho ascoltato Chick Corea, Skrillex e Bach.

Come ti senti in merito alla tua partecipazione al Ravello Festival il prossimo 11 luglio?

Beh sarà una cosa davvero grossa! Io non sono mai stata a Ravello, credo sia un posto meraviglioso e sono davvero onorata di poter partecipare a questo Festival così prestigioso ed importante con nomi davvero importanti. Tra gli altri, anche lo stesso Chick Corea sarà in cartellone e sono tanto felice di poter portare lì la mia musica.

Quali sono i tuoi prossimi impegni?

Stiamo definendo dei concerti, sempre all’interno di alcuni festival e, chiaramente, tutte le date potranno essere visualizzate sui miei canali social… Nel frattempo stiamo organizzando un tour che partirà dopo l’estate e di cui riparleremo molto presto!

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Giulia Mazzoni e Tatiana Lo Faro per Parole e Dintorni per la disponibilità

Video: “Where and When”

Cristina D’Avena: “La mia musica è una pillola del buon umore”

Cristina D'Avena

Cristina D’Avena

Cristina D’Avena rappresenta una vera e propria icona nell’immaginario comune. Interprete di tantissime sigle dei cartoni animati che hanno segnato la crescita e l’infanzia di ciascuno di noi, Cristina è, ancora oggi, uno dei personaggi pubblici più amati dal pubblico italiano e non solo. Nel corso di 30 anni di carriera, l’artista bolognese è riuscita a mantenere intatta la sua proverbiale solarità che contraddistingue anche la sua peculiare vocalità. Impegnatissima tra le date del nuovo tour, programmi radio e tv, Cristina D’Avena si è lanciata anche nel mondo della moda con un progetto tutto suo. Per saperne di più l’abbiamo raggiunta al telefono per una breve intervista.

Da oltre 30 anni sei la regina incontrastata delle sigle tv… la tua voce è l’antidoto alla tristezza?

Penso proprio di sì! Il cartone animato, o la sigla dello stesso, rappresentano qualcosa che, mentre canticchiamo, ci fa bene, ci fa sorridere e gioire… secondo me è una bella pillola del buon umore!

È da poco ricominciato il tuo tour in giro con i Gem Boy come è nata questa collaborazione così particolare?

Si tratta di un incontro artistico arrivato in maniera molto casuale, loro mi conoscevano molto bene perché avevano iniziato proprio con le mie canzoni, cambiandone il testo, spesso in maniera un po’ dissacrante. Io, d’altro canto, li conoscevo perché loro avevano scritto la canzone “Ammazza Cristina” e poi perché sono anche  originari di Bologna come me. I Gem Boy avevano questo sogno di farmi collaborare con loro ma all’inizio dissi di no perché non mi sembrava il caso. Poi, però, si è creato improvvisamente un buon feeling: mia sorella stava preparando gli ultimi concerti per il Roxy Bar di Red Ronnie e mi propose di cantare con loro, fu lei a convincermi a parlare con il cantante Carletto (Carlo Sagradini) e provare a costruire una scaletta insieme. In seguito ci siamo incontrati, abbiamo fatto un po’ di prove e ci sono piaciute. Quindi abbiamo fatto il concerto al Roxy Bar e si è rivelato davvero un gran successo! C’erano davvero tantissime persone, da lì è nato questo amore folle e abbiamo continuato la nostra collaborazione…

Sabato 12 aprile, invece, sarai la guest star assoluta all’Arenile Reload di Napoli… quali sorprese riserverai al tuo fedele pubblico?

Questa volta sarò da sola sul palcoscenico dell’Arenile, canterò ovviamente le canzoni e le sigle che tutti amano: partirò dalla canzone dei Puffi, Kiss Me Licia, Mila e Shiro ma ovviamente darò spazio a tantissime altre pietre miliari del mio repertorio…chiaramente farò un’accurata selezione della scaletta, ormai le mie canzoni sono arrivate quasi a 800!!!

cristina d'avenaDa poco hai pubblicato la seconda parte di “Cristina D’avena 30 e poi…” cosa racchiude questo progetto?

La prima parte di “Cristina D’avena 30 e poi…” è un progetto completamente musicale con 3 cd di sigle di cartoni animati, la seconda parte, invece, è un Dvd con 50 filmati ed un cd, comprensivo di canzoni inedite o mai pubblicate. C’è anche un libro fotografico con tutte le foto più importanti della mia carriera, scatti storici con i miei collaboratori, con i miei primissimi maestri, alcune foto con la mia famiglia, che amo alla follia… Si tratta di un libro fotografico che mi rappresenta a tutto tondo, un regalo che ho fatto innanzitutto a me stessa e che racchiude la mia vita, ovviamente lo dedico a tutti i fan che condividono con me un grande amore per la musica.

Recentemente hai debuttato anche nel mondo del fashion con la linea di scarpe “My Heart Shoes”… qual è il tuo ruolo all’interno di questa avventura e che rapporto hai con la moda?

Ho aperto uno store da pochissimo, adoro le scarpe, in particolare le sneakers. Un giorno ridendo e scherzando feci un disegno di una scarpa, poi ho incontrato i responsabili di un’azienda artigianale completamente italiana che hanno sposato la mia voglia di creatività innata e, insieme, abbiamo realizzato i primissimi modelli, 5 da uomo e 5 da donna, di questa nuova linea che s’intitola “My Heart Shoes” ovvero le scarpe del cuore, con il mio logo ed un altro piccolo simbolo che mi rappresenta e che in pratica è la sigla del mio nome in giapponese. I colori predominanti sono quelli che piacciono a me: l’oro, l’argento, il bronzo, il nero… I materiali utilizzati sono di prima qualità ed è tutto realizzato a mano 100% Made in Italy. Per noi che abbiamo così tanto bisogno di far ripartire la nostra economia, si tratta di un valido progetto e sono stata ben contenta e ben fiera di partecipare a questa iniziativa!

cristina d'avena 2Che tipo di musica ti piace ascoltare?

 Partiamo dal presupposto che mi piace tantissimo la musica in generale, a parte la musica rock, che non rientra nei miei ascolti più frequenti. Adoro la musica pop italiana di Tiziano Ferro, quella di  Jovanotti, che amo alla follia, ma mi piace spaziare: passo da David Guetta e Bob Sinclair alla musica celtica fino ai canti gregoriani. Sono un po’ particolare nei miei ascolti e non trascuro gli emergenti, che hanno da proporre tante nuove idee, ed è giusto che anche loro possano offrirci la loro creatività!

Che ne pensi di un genere musicale come il rap?

Beh mi piace moltissimo! Sono molto contenta che pian piano si stia conquistando un bel posticino nel nostro panorama musicale. Mi piace molto Fabri Fibra ma anche i più giovani, ad esempio ho ascoltato Moreno e l’ho trovato molto bravo, questo tipo di musica esercita una buona energia dentro di noi, i testi raccontano spesso cose forti che fanno riflettere ed è giusto ascoltarli.

 Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Cristina e Clarissa D’Avena per la disponibilità

 

 

Rocco Hunt è il re della classifica FIMI

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Ecco la nuova top ten della classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia: sul gradino più alto del podio c’è Rocco Hunt che, con l’album “’A Verità”, si conferma l’artista più seguito del momento, al secondo posto il collega rapper Moreno con “Incredibile” mentre “Racine Carrèe” di Stromae risale in terza posizione. Al quarto posto la seconda novità della settimana: si tratta di En?gma con “Foga”. In quinta posizione ritroviamo Ligabue con “Mondovisione”, seguito da “Curre curre guagliò 2.0” dei 99 Posse. Al settimo posto c’è Francesco Renga con l’album “Tempo Reale” mentre alle sue spalle si piazza Pharrell Williams con “Girl”. In nona posizione c’è stabilmente Roby Facchinetti con “Ma che vita la mia” mentre Shakira scivola all’ultimo posto della top ten con l’omonimo album di recentissima pubblicazione.

The Gentlemen’s Agreement: Apocalypse Town, la recensione

cover gentlemen“Apocalypse Town” è il titolo del terzo disco del gruppo partenopeo The Gentlemen’s Agreement, pubblicato oggi per Subacava Sonora. Al centro di questo lavoro c’è l’uomo, un operaio senza nome che, esclusivamente grazie alla propria forza d’animo, riesce ad uscire dalla fabbrica di una metropoli apocalittica e a riappropriarsi del proprio cuore, dei propri sogni, della propria vita. Raffaele Giglio (Voce, Chitarra), Antonio Gomez (Contrabbasso, Basso elettrico, Cori), Gibbone (Percussioni, Pedaliere proto-industriale, Rumori, Cori), Mauro Caso (Batteria, Rumori), Pepo Giroffi (Sax baritono, Sax tenore, Sax soprano, Clarinetto, Flauto traverso) hanno dato vita ad un progetto davvero molto speciale ed avanguardistico, prodotto interamente attraverso il baratto e rilasciato esclusivamente con licenza Creative Commons. La tracklist del disco segue un preciso percorso scandito da sonorità esotiche, ispirate al lavoro di Tom Zé, ed ottenute grazie all’utilizzo di strumenti inventati ed auto-costruiti ( Psycho sitar, Mollofono) oppure trapani e lucidatrici sfregati su campanacci, rullante con freno macchina, macina bulloni.

“Apocalypse Town” è un disco artigianale, intagliato pezzo per pezzo e rifinito grazie ai rapporti di fiducia e fraterno rispetto che i membri della band hanno saputo instaurare con tutte le persone che hanno incrociato durante  il loro percorso.

The Gentlemen's Agreement

The Gentlemen’s Agreement

Ad aprire il disco è “Leitmotiv #1 Incubo”, il primo dei 4 divertissement strumentali presenti nell’album: ossessività, monotonia, rumori indistinti ricreano la frenesia di una fabbrica che ingurgita gli uomini privandoli della propria identità. La fabbrica è un orribile mostro adorato come una divinità, cantano i The Gentlemen’s Agreement in “Moloch!”:la sveglia esplode  demolendo sogni e rendendo la vita molto meno interessante. L’uomo è parte di un ingranaggio destinato a consumarci e a buttarci via. Molto suggestivo è il testo de “Il milione”: la mente veleggia tra le onde di sogni gratis, senza turni e senza debiti, mentre una leggera brezza strumentale allevia le pene del corpo martoriato da una routine asfissiante. “Dire…direttore” è il geniale singolo incentrato sullo sterile rapporto tra dipendente e datore di lavoro: lavoro qui da te, ma tu con me non ci sei mai, parlo tanto di te, ma tu con me non parli mai, perdo il tempo per te, ma tu perché non perdi mai? Il testo è incalzante e si sposa appieno con il coinvolgente ritmo di sonorità che rimandano l’immaginario al Sudamerica. A seguire c’è “Rumore su rumori”: il rumore del cuore è il perno centrale su cui regge tutto il testo, l’animo del protagonista sta per cedere alla resa fino ad un repentino punto di svolta: sento il mio cuore e non lo perdo più. Davvero incoraggiante ed energico è “Mordi! Prendi! Vivi!”, un brano incentrato su una serie di implacabili imperativi intesi come monito finalizzato alla rinascita indiduale di ciascuno di noi. Questa presa di coscienza trova uno sbocco naturale tra le note dei “Leitmotiv #2 Consapevolezza”: intuizione, coscienza, luce, scossa e infine fuga; il karma dello Psycho sitar orientaleggiante sullo sfondo sortisce l’effetto sperato.

In “KABOOM! Chiude la fabbrica” l’iniziale terrore è sostituito dall’esigenza di inventare un sogno, di occupare una campagna e riprendersi il proprio tempo, la città si svuota ma chi rimane gode. Il cammino prosegue con “I piedi lo sanno”, nuovo tempo e nuove strade guariscono le ferite del passato ed ecco sopraggiungere “Leitmotiv #3 Risveglio”, un samba di scombussolamento scuote i sensi e li rieduca all’amore per la natura.

“Adeus” è un brindisi alla libertà: decido il mio tempo, ora io ho tempo, ora il profumo di vita si sveglia anche in questa città. I The Gentlemen’s Agreement si lasciano ispirare dal fascino del Salento, la terra in cui hanno registrato l’album, proprio nel SudEst Studio di Campi (Lecce) di Stefano Manca la band ha lavorato per un mese alla costruzione di una delle sale di ripresa dello studio, in cambio di un mese di registrazione. Siedi, vivi, cerca, scopri, guardati dentro, viaggia, torna, cura il tuo centro, prova, riuscirai, queste le meravigliose parole di “Come l’acqua”, che non hanno bisogno di un ulteriore commento. “Il tempo del sogno” è un addestramento al mondo, la vita qui è un momento, qui non si aspetta nulla, cantano i The Gentlemen’s Agreement mentre “Leitmotiv #4 Evoluzione” sigla i titoli di coda di una rivoluzione intesa come evoluzione armoniosa.

“Apocalypse Town” è, in sintesi, un investimento per il proprio Benessere Interno Lordo, agisce in piccolo ma pensa in grande, provare per credere!

Raffaella Sbrescia

Video: “Dire…direttore”

Intervista ad Agnese Valle: “Anche oggi piove forte…”

agnese valle “Anche oggi piove forte…” è il titolo del disco d’esordio di Agnese Valle (in uscita il prossimo 11 aprile per l’etichetta Farfavole). Agnese  è diplomata in clarinetto al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e ha conseguito numerosi masterclass e stage di perfezionamento musicali, canori e teatrali in Italia e all`estero. Il suo album rappresenta la fotografia del periodo storico corrente, in cui il brutto tempo sembra non avere fine, senza, tuttavia, rinunciare a nuovi moti di entusiasmo e di intraprendenza. Agnese Valle è anche supporter della campagna “Operazione fame”, promossa dall’organizzazione internazionale ActionAid, per la promozione del diritto al cibo in Italia e nel mondo, attraverso il videoclip del singolo “Lasciare riposare” che sarà proiettato, in anteprima, all’Asino che Vola di Roma il prossimo 11 aprile, in occasione della presentazione del disco.

Anche oggi piove forte…oltre che il titolo dell’album questo è anche un messaggio chiaro e forte?

Sì è un messaggio chiaro e forte perché racchiude la sintesi di questo momento, essere giovani, artisti e lavoratori in questo momento storico tutt’altro che semplice, “Anche oggi piove forte”…tuttavia ci attrezziamo!

Il disco è stato scritto da te e da Stefano Scatozza… cosa e chi raccontate in questi 13 brani?

Questo album racchiude un po’ tutto quello che mi è ronzato nelle orecchie fino ad ora. Potrei dire di aver raccontato la prima fase della mia vita a quattro mani con un grande amico, collega e maestro quale è Stefano Scatozza: dagli anni di conservatorio, agli ascolti da bambina, alle esperienze in orchestra a quelle da ascoltatrice e osservatrice di altre generazioni. Da un punto di vista musicale, abbiamo scelto di dividere il disco in 3 parti: ci sono dei piccoli interludi strumentali e la parte centrale del disco è quella dedicata al racconto vero e proprio.

Tu sei una clarinettista professionista, come motivi la scelta dei 3 divertissement strumentali inseriti nell’album?

La scelta di questi brani è dovuta alla voglia di dare spazio alla mia seconda voce, che è appunto il clarinetto, e, allo stesso tempo, volevo realizzare una fotografia di momenti al di fuori dello studio di registrazione: un brano è stato registrato durante una colazione a Colle Val d’Elsa, un posto vicino a dove eravamo stati a registrare, un altro è stato registrato durante una fase creativa mia e di Stefano, infatti è l’unico dei tre ad essere proposto in duo, chitarra e clarinetto. Il mio intento finale è stato quello di unire la parte ufficiale della registrazione a un momento di convivialità, di divertimento, di quotidianità.

Attraverso il brillante singolo intitolato “Lasciare riposare” detti le istruzioni per affrontare l’altro e sempre in relazione a questo brano, sei anche testimonial dell’ “Operazione Fame”, organizzata da Action Aid Italia… Ci racconti la genesi di questo brano e come stai vivendo questa esperienza?

 Partirei dal presupposto che secondo me l’artista non ha un ruolo fine a se stesso, la musica non deve solo preoccuparsi di se stessa deve, bensì,  partecipare al contesto storico e alla vita del proprio paese, io poi amo sposare cause inerenti anche ad altri ambiti oltre il mio. La ricetta che propongo in questo brano in qualche modo sostiene la campagna di Action Aid che prevede tutto un programma di educazione finalizzato a non sprecare il cibo. Da questa collaborazione è nato video, realizzato da Le Bain Production, che raccoglie e chiarifica una serie di cose.

Agnese Valle Ph Massimo Bottarelli

Agnese Valle Ph Massimo Bottarelli

In “Disposto a tutto” usi molte delle tipiche espressioni utilizzate nelle lettere motivazionali  di chi cerca lavoro ma soprattutto dai voce ad una richiesta di aiuto…

Canto questa canzone calandomi  nei panni di una portatrice neutra, non sono né maschio né femmina, sono un lavoratore con un curriculum privo di specializzazioni e qualifiche e,  nonostante l’inizio drammatico del brano, il ritornello torna sull’individuo che si mostra pronto a reinventarsi. Più passano i giorni e più trovo che questa canzone sia veritiera, la chiave è svegliarsi col piede giusto la mattina

Qual è il “lato caldo del letto”?

Il brano è ispirato ad uno dei racconti degli “Amori difficili” di Calvino in cui l’autore racconta la vita di una coppia di altri tempi che si rincorre all’interno di una routine giornaliera. Ho preso spunto da questa storia per raccontare un amore moderno, un amore dei nostri tempi in cui ci si rincorre, magari si vive distanti… Il lato caldo del letto è, quindi, quello che mantiene il tepore, il calore, la forma e l’odore dell’altro.

Chi è la “donna di pelliccia?

La protagonista del brano è una signora che vedo fin da quando ero bambina nel palazzo dove vivo, che in realtà è un enorme comprensorio con tante palazzine una interna all’altra. Le facce sono familiari ma spesso non si va oltre un buongiorno e un buonasera… La donna di pelliccia è una donna che ricordo da sempre, ha un aspetto bizzarro, sia nell’aspetto che nei modi, è difficile che parli, che comunichi con qualcuno, vive a metà strada tra una depressione alcolica e un mondo parallelo. Lei è l’emblema di tutte quelle conoscenze che ti risultano familiari ma che in realtà non conosci e su cui a volte ti ritrovi a fantasticare

Come mai omaggi Enzo Iannacci in “Io e te”?

Stranamente, pur essendo romana, sono cresciuta ascoltando anche  i cantautori milanesi che, alla fine, sono i più difficili… A mio parere Jannacci aveva un profilo artistico geniale e il brano “Io e te” mi è sembrato perfetto per creare un binomio con “Disposto a tutto”. La canzone è il ritratto di una realtà storica e sociale vista da una giovane coppia con tutte le problematiche annesse. Il brano è del ’79 e la cosa mi ha fatto molto riflettere, le tematiche affrontate sono assolutamente attuali e alla fine i due brani risultano complementari.

Come concili la tua attività performativa con quella di docente di propedeutica musicale, canto e clarinetto nelle scuole romane?

Insegnare è una cosa che mi piace moltissimo quindi cerco di farla bene lasciando sempre  il tempo necessario al mio progetto, che è prioritario per stare bene. Ho uno schema orario preciso però sono fortunata a fare un lavoro che mi piace e che è complementare alla mia attività artistica.

L’11 aprile presenterai il disco all’Asino che vola a Roma… tra gli ospiti dell’evento citiamo Renzo Rubino e Raffaella Misiti, come ti stai preparando al grande evento e come sarà strutturata la serata?

Sto praticamente facendo il conto alla rovescia! Sono orgogliosa di avere grandi artisti al mio fianco, Raffaella Misiti, in particolare, è una cantante straordinaria, una mia grande amica nonché mia maestra. Ci saranno dei duetti insieme agli ospiti per un battesimo festoso del mio progetto, l’organico sonoro sarà un quartetto, che è il mio gruppo, Stefano Scatozza sarà un ospite non ospite, in quanto parte della famiglia. Ci sarà anche Luca De Carlo e presenteremo il video di “Lasciare riposare”, prodotto da Le Bain…saremo tutti insieme e non vedo l’ora che arrivi il momento di salire sul palco!

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Agnese Valle e Artevox Musica per la disponibilità

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