Intervista ai Boom Da Bash: “Siamo pronti per il #Mammalacapu Summer Tour”

Boom da bash

Boom Da Bash

Ad un anno dalla pubblicazione di “Superheroes” (Soulmatical), l’ultimo disco della band (entrato nella top10 della classifica generale dei dischi più venduti di iTunes e in prima posizione della classifica degli album reggae) e dopo 50 concerti in 10 mesi in tutta Italia, i Boom Da Bash tornano live con il tour estivo “#Mammalacapu Summer Tour2014”. “L’importante” feat. Otto Ohm è, invece, il nuovo singolo del gruppo composto da Blazon, fondatore della band, attuale deejay e produttore del quartetto, i due cantanti Biggie Bash e Payà, Mr. Ketra, talentuoso beatmaker abruzzese. Il brano è attualmente in rotazione radiofonica ed è al primo posto della classifica Reggae dei brani più scaricati di iTunes, oltre ai brani del loro repertorio. Il brano, prodotto da Soulmatical e distribuito da Self  si candida a diventare un tormentone estivo e, abbiamo raggiunto i Boom Da Bash per farci raccontare come si stanno preparando ad un’estate da vivere in tour.

Quali sono i generi, i riferimenti e le tematiche che compongono il sound dei Boom Da Bash?

Musicalmente il nostro sound è ricco di influenze che vanno dall’elettronica all’hip hop, dal soul al raggamuffin più classico, dovute al fatto arriviamo da diversi panorami musicali. I testi e le argomentazioni trattate sono molto conscious, la musica reggae è un mezzo di comunicazione potentissimo nato per far sorridere ma allo stesso tempo denunciare e riflettere. Non ci piace, tuttavia, definirci politicamente impegnati, piuttosto socialmente attivi.

Il vostro percorso dura dal 2002… quali sono stati i passaggi chiave che hanno scandito la vostra storia fino ad oggi?

Ci sono stati molti momenti bellissimi ma su tutti ci sono: la vittoria dell’Mtv New Generation durante gli Mtv Days a Torino ed il nostro Tour negli States con i Negrita ed i Subsonica.

Cosa vi ha lasciato l’Hitweek Festival del 2012 e l’esperienza negli States?

Un bilancio sicuramente positivissimo direi. Abbiamo avuto un feedback davvero grandioso dalla nostra fanbase che è cresciuta sempre di più, siamo stati nella top ten di Itunes tra i più venduti in Italia, abbiamo anche fatto un tour che ha toccato tutta la penisola registrando numerosi sold out. “Superheroes” è stato,  senz’altro, un disco che ci ha regalato davvero tante piccole soddisfazioni.

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Con il singolo intitolato “L’importante”, avere realizzato il remake di “Amore al terzo piano” degli Otto Ohm… come è avvenuto questo incontro artistico e in che modo avete rielaborato questo pezzo? E per quanto riguarda il video girato da Luca Tartaglia… quanto vi siete divertiti a realizzarlo?

Tutto è nato da un incontro casuale con Bove, voce degli Otto Ohm, durante un nostro live a Roma poco meno di un anno fa. Le loro canzoni ci hanno accompagnato per un lungo periodo della nostra giovinezza ed abbiamo subito deciso di collaborare alla realizzazione di un pezzo. La decisione di riarrangiare “Amore al terzo piano” è stata dettata dal fatto che è una hit senza tempo per noi, uno di quei pezzi che ti senti ancora addosso dopo anni. Avere la possibilità di lavorarci su è stato un sogno che si realizzava. Ci siamo divertiti tantissimo a girare il video e credo che l’armonia che c’era sul set si  sia palesata poi nel risultato finale. Luca è prima di tutto un amico e lavorare con gli amici allevia sempre il peso della fatica che stai facendo.

Siete in partenza con il #MAMMALACAPU tour… che tipo di concerto sarà il vostro e come vi rapportate con il vostro pubblico ogni volta?

Il nuovo spettacolo avrà, in primis, una nuova veste “estetica”, un allestimento palco completamente nuovo ed ovviamente una parte live ricca di sorprese ed interamente rivisitata ed arricchita.  L’approccio con i nostri fan è molto intimo. Rispondiamo sempre in prima persona alle questioni che i ragazzi ci pongono, parliamo con loro, li ascoltiamo. Questo ci permette di capire sempre nel migliore dei modi quello che realmente pensano di noi e della nostra musica.

Avete già scritto nuovi brani? Ci sono nuove pubblicazioni in programma in un futuro prossimo?

Chi segue Boom da Bash sa che siamo perennemente in attività di produzione. Al momento lavoriamo ad un ambizioso progetto per il nuovo singolo invernale. Ovviamente abbiamo già iniziato a lavorare sul nuovo disco di Boom da bash che vedrà la luce non prima del 2015.

Boom  Da Bash ( uno scatto dalla pagina facebook del gruppo)

Boom Da Bash ( uno scatto dalla pagina facebook del gruppo)

Quali altri progetti paralleli avete in corso e quali sono le vostre passioni, oltre alla musica?

Non abbiamo altri progetti paralleli, purtroppo, perchè lavoriamo 24h su 24 per Boom da Bash dato che siamo musicisti indipendenti. Tuttavia, abbiamo molti interessi oltre al nostro lavoro, primo su tutti il mondo del tatuaggio, come , tra l’altro, si può notare guardando le nostre foto. Frequentiamo le convention e abbiamo molti amici tatuatori, il tatuaggio è un’arte senza tempo che ci affascina da sempre.

 Raffaella Sbrescia

Acquista L’Importante su iTunes

Video: “L’importante”

Le date del tour:

28 giugno Roma Vintage Village di Roma

3 luglio a Carovigno (Brindisi)

4 luglio a Perugia

12 luglio al Parco Gondar di Gallipoli (Lecce)

4 agosto alla Sagra dellu purpu di Melendugno (Lecce)

9 agosto a Nebrodi Art Fest di Castell’Umberto (Messina)

11 agosto a Gallipoli (Lecce)

13 agosto al Mamanera Reggae Boom Beach a San Foca (Lecce)

17 agosto a Castro (Lecce)

30 agosto al Magnolia di Milano

6 settembre all’Aeclanum Beer Fest di Mirabella Eclano (Avellino).

Intervista ad Alessandra Amoroso: “Wonder Woman 2014″ si prepara al tour estivo

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Dopo il grande successo del concerto tenutosi all’Arena di Verona lo scorso 19 maggio e i tanti sold out che hanno accompagnato la prima parte dell’Amore Puro Tour, Alessandra Amoroso tornerà live a luglio con delle date programmate in alcune delle location all’aperto più suggestive d’Italia. Anche per questi nuovi appuntamenti, Alessandra ha scelto di presentare al pubblico l’imponente impianto scenico dello spettacolo invernale; creativi giochi di luce accompagneranno, infatti, la scaletta pensata dall’artista per ripercorrere non solo i brani del nuovo album “Amore Puro” ma anche i successi storici. In attesa della prima data estiva, prevista il 17 luglio presso i Giardini della Reggia di Caserta, abbiamo raggiunto Alessandra Amoroso al telefono per farci raccontare come sta vivendo questo periodo particolarmente significativo per la sua carriera.

Il 17 luglio alla Reggia di Caserta inizierà il tour estivo… Dopo i sold out ed il grande successo delle date invernali con quali presupposti affronti la seconda parte di quest’avventura live e come ti stai preparando?

Intanto tocchiamo ferro! Vorrei attuare delle modifiche molto piccole però dobbiamo valutare se c’è il tempo necessario per realizzarle…ad ogni modo si tratterà proprio di piccoli dettagli, ho voglia di riproporre ancora le cose che ho portato in giro nei mesi scorsi. Ancora non mi sto preparando ma naturalmente ho in programma di farlo: esercizi vocali e tanta palestra faranno parte delle mie prossime giornate perché voglio essere in forma per il mio pubblico.

Alessandra Amoroso Ph Luigi Maffettone

Alessandra Amoroso Ph Luigi Maffettone

Ti aspettano tante location di grande prestigio culturale e storico… che rapporto hai con l’arte e con i monumenti in generale? Riesci a trovare il tempo di visitarli?

In verità non ho il tempo di visitarli, ad essere sincera…Sono fortunata ad avere nella mia agenda dei posti bellissimi e prestigiosi e cercherò di approfittare di queste occasioni per visitarli, per il resto non ho tanto tempo per girare!

“Bellezza, incanto e nostalgia” sarà il tuo nuovo singolo, che, tra l’altro, hai presentato in anteprima lo scorso 25 giugno sul palco del Coca Cola Summer Festival … ci racconti come sarà il videoclip che accompagnerà questa canzone?

Quando ho ascoltato questo brano mi sono sentita a casa, non solo le parole, ma anche il riff di chitarra, mi hanno riportato alle notti estive di San Lorenzo e Ferragosto e ho quindi voluto ripercorrere quello che faceva Alessandra prima di iniziare questo percorso, quello che ho cercato di fare fino a qualche anno fa. Nel video ho riunito tutti i miei amici veri, non ci sono comparse e ho condiviso con loro questo grande momento. Magari tra 20 anni andrò a rivedere il video e ci saremo tutti e sarà davvero molto emozionante.

Alessandra Amoroso Ph Luigi Maffettone

Alessandra Amoroso Ph Luigi Maffettone

Una delle cose che più ti emoziona è vedere crescere il tuo pubblico insieme a te… come coltivi il tuo rapporto con la “big family”?

Il nostro è un rapporto sempre vivo, io amo i miei fans, sono molto riconoscente a tutti per quello che fanno per me. Tutte le mie gioie, tutto quello che vivo, dedico tutto a loro. Se io sono qui dopo 6 anni è solo grazie al loro impegno, al loro amore e ai loro sacrifici.

Hai anche conquistato il Wonder Woman Award, dedicato alla miglior cantante donna degli ultimi dodici mesi, all’ultima edizione degli Mtv Awards 2014…

Sì!! La mia band anche realizzato una piccola caricatura, in cui c’ero io con questo corpo da eroina, che mi ha fatto fare un sacco di risate e, visto che mi ha divertito un sacco, l’ho anche postata su Instagram… Ovviamente non so quanto io possa essere una Wonder Woman però mi fa piacere di aver vinto questo titolo!

Sei amata e stimata da tanti colleghi….Fiorella Mannoia, in particolare, dimostra un grande affetto nei tuoi riguardi…che tipo di rapporto vi lega?

Abbiamo un rapporto molto sereno… la prima volta che l’ho incontrata mi sembrava di essere di fronte ad una zia, ad un’amica, ad una persona che può stare tranquillamente nella vita di tutti. Fiorella è davvero molto alla mano con tutti, aldilà del rapporto che ci può essere tra artista e artista. Nel mio caso specifico, lei mi ha sempre trattato come una normale ragazza come tutte le altre, questa cosa mi ha colpito perché poi da lì riconosci veramente il grande artista e io penso che lei sia assolutamente tale.

Alessandra Amoroso Ph Luigi Maffettone

Alessandra Amoroso Ph Luigi Maffettone

Che significato ha per te un canto così speciale e profondo come il gospel?

Si tratta di un canto diverso da quello che faccio io… Quando canto un brano gospel, in quell’ istante il mio pubblico è formato da una sola persona e cantare per il Signore ha un valore che non posso spiegare a parole… è un’emozione unica.

Pensi che i tempi siano maturi per cimentarti anche nel ruolo di autrice dei tuoi testi?

Mi piacerebbe addentrarmi in questo mondo ma credo di non essere ancora pronta, per fare determinate cose bisogna avere davvero molto tempo a disposizione… soprattutto per una come me che non si è mai addentrata più di tanto in questo ambito. Io nasco come interprete e, per scrivere, c’è bisogno di determinate attitudini. Ad ogni modo “nisciuno nasce imparato” quindi potrei anche imparare e divertirmi a scrivere. Quando ho scritto “Da casa mia”, insieme a Tiziano Ferro, ho sentito una sensazione diversa, in quel caso non cantavo più le emozioni degli altri, cantavo le mie emozioni e questo rende il momento in cui le canto insieme al pubblico ancora più unico e speciale. In sintesi sì, mi piacerebbe scrivere, ho voglia di crescere, ho voglia di imparare, devo avere tempo, mettermi a tavolino, capire come si fa e magari essere aiutata in questo.

Raffaella Sbrescia

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Le date del tour:

 17 luglio Caserta (La Reggia)

20 luglio Campione d’Italia (CO) (Piazza Maestri Campionesi)

22 luglio Brescia (Piazza della Loggia)

16 agosto Melpignano (LE) (Piazza ex Convento degli Agostiniani)

19 agosto Diamante (CS) (Anfiteatro)

21 agosto Catanzaro (Arena Magna Grecia)

23 agosto Palermo (Teatro di Verdura)

24 agosto Taormina (ME) (Teatro Antico).

Qui i dettagli per l’evento relativo alla data di Caserta

Le prevendite sono aperte su ticketone.it e su go2.it

Per acquistare i biglietti su Ticketone clicca sul banner in alto a destra!

Video: “Bellezza, incanto e nostalgia”

Classifica FIMI: Dear Jack ancora al comando. Lana Del Rey, Salmo e Linkin Park sono le new entries

Dear Jack

Dear Jack

I Dear Jack si confermano ancora una volta al comando della classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana con “Domani è un altro film”. Debutto in seconda posizione per “Ultraviolence”, il nuovo album di Lana Del Rey, seguita da un’altra novità: Salmo con l’album “S.A.L.M.O Documentary Combo”. Al quarto posto c’è l’ultima new entry della settimana: si tratta dei Linkin Park con “The Hunting Party”. Scendono in quinta posizione i Coldplay con “Ghost Stories”, seguiti da Deborah Iurato. Al settimo posto c’è Emis Killa e il suo “Mercurio” mentre Biagio Antonacci è ottavo con “L’amore comporta”. Scende al nono posto Mina con “Selfie” mentre chiudono la top ten Gemitaiz/Madman con “Kepler”.

“Le Stagioni di Anna Frank”, l’album di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones ripercorre le tappe di un dolore indimenticabile

 le stagioni“Le Stagioni di Anna Frank” è il titolo del concept–album di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones, il gruppo che prende il nome da un toccante brano di Fabrizio De André testimoniando una profonda devozione per il grande e indimenticabile poeta della canzone d’autore italiana. Questo album, prodotto su etichetta Latlantide, è stato concepito subito dopo il viaggio-concerto del gruppo ad Auscwhitz e Birkenau nel gennaio 2011. Un’esperienza forte, intensa, struggente i cui frutti si sono subito riversati nella scrittura di testi che in qualche modo hanno voluto raccontare il senso di quanto visto e appreso durante quel viaggio. Un album per aiutare a ricordare, per fissare nel cuore e nella mente dei ricordi che, con il passare del tempo, diventano sbiaditi e che, invece, abbiamo bisogno di tenere ben vividi nei nostri occhi per ricordarci il valore della vita e il livello di abominio che l’uomo è in grado di raggiungere. Dedicato al coraggio e al sorriso di Laura Prati e Adriana Cavalieri, due eroine civili che l’Orchestrina del Suonatore Jones ci pone come esempio e fonte di ispirazione, questo progetto racchiude al proprio interno sia brani inediti, sia alcuni dei più significativi testi del cantautorato italiano; stiamo parlando di Enzo Jannacci, Massimo Bubola, Francesco De Gregori, Mauro Lusini, Francesco Guccini, Luigi Tenco, Max Manfredi, Vian e tanti altri.

“Per i bimbi volati nel vento, passati dalle gelaterie di lamponi che fumano lente, per le stagioni interrotte di Anna Frank, per i figli delle nostre città saliti sui treni che non sono più tornati…per non dimenticare mai”, questa è la dedica che racchiude il messaggio più intimo di questo disco di cui abbiamo bisogno non solo per ricordare ma anche per imparare a farlo. La diffusa voglia di evasione e di intrattenimento spicciolo rifugge le canzoni di denuncia e di protesta ma, mai come in questo caso, questo disco è necessario perchè raccoglie il meglio di quanto scritto in Italia in merito ad una delle più brutte pagine della storia mondiale e, in maniera più efficace di un libro, ripercorre una delle stagioni in cui l’uomo è stato sopraffatto da se stesso. Ad aprire il disco è la title track “Le Stagioni di Anna Frank”: violini, balconi, giardini e canzoni diventano carri armati e cannoni, guerra, croci e prigioni. Renato Franchi firma, inoltre, “La gente di Legnano”  per i morti di Mauthausen e il sangue dei fratelli Venegoni. Lacrime sospese nel vento, storie da raccontare, storie da non dimenticare, canta Renato Franchi,  nel toccante brano intitolato “Binario 21”: una spada contro l’indifferenza. Completano la track list “Sei minuti all’alba“ (Jannacci) la dolorosa “Varsavia” (Bertoli), la stesura originale di  “Li vidi tornare” (Ciao amore ciao), la toccante intensità de “La pianura dei 7 fratelli” (Gang), senza tralasciare “Il disertore” di  Boris Vian e “Futuro bella sposa” di Max Manfredi. Il disco si chiude con “Cercando un altro Egitto”, un ermetico racconto di  De Gregori, in cui il terrore di un incubo senza fine è capace di vivere anche attraverso fotogrammi metaforici.

Raffaella Sbrescia

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“While (1<2)”: l’universo sonoro di deadmau5 in un nuovo imperdibile album

deadmau5

“Questo è il primo album che io possa definire tale, tra tutti quelli che ho fatto finora”. Con queste parole Joel Zimmerman Aka deadmau5 ha introdotto “While (1<2)”, un disco, il settimo, che, già attraverso il titolo, intende comunicare un’intenzione precisa: si tratta di un codice prelevato dalla programmazione informatica e implica un loop infinito. Composto da ben 25 tracce, l’album raggiunge una durata complessiva di circa due ore ed è concepito come un percorso sensoriale complesso e completo al contempo. Joel spazia tra onde sonore, ritmo e rumore in maniera completamente originale, il globetrotter canadese inserisce nella tracklist i vizi capitali “Avarizia”, “Gola”, “Accidia”, “Invidia”, “Superbia”, “Ira” conferendo loro una linea sonora omogenea e perturbante rispetto a quanto offerto nella sequenza di brani offerti.  A metà strada tra progressive house ed elettronica sperimentale, gli interludi al pianoforte rappresentano, infatti, un elemento sorprendente rispetto all’intricata texture sonora, spesso estrema, presente nelle elaborate composizioni strumentali. L’album si apre con “Avaritia”, un brano che racchiude il marchio di fabbrica creativo di Joel: l’intro nebulosa e crepuscolare libera spazi creativi in un’apertura ritmata e coinvolgente. Le tracce riferibili a Coelacanth ( Coelacanth I, My Pet Coelacanth Coelacanth II) contengono ciascuna un’impronta diversa ma continuativa. “How to destroy Angels” è un remix che pone in netto contrasto una voce angelica con le sonorità distorte poste in sottofondo. Una dimensione chill-out, si pone, ancora una volta, in forte contrapposizione con la dimensione alienante di “Infra turbo Pigcart Racer”, una traccia arricchita da rumori di motori di macchine da corsa in sottofondo. La dolce e lieve apertura al pianoforte di “Creep”  fa da contrappunto alla chitarra protagonista di “Somewhere Up Here”. La ritmica delle onde sonore  di “Terrors in My Head” è interamente giocata sugli innesti interposti ad intervalli regolari tra un beat e l’altro.

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In “While (1<2)” ci sono tracce che non vi faranno soltanto ballare ma che, piuttosto, vi lanceranno al centro di una dimensione spazio- temporale modulare in grado di rigenerarsi e rinnovarsi ascolto dopo ascolto. Il remix di “Survivalism” dei Nine Inch Nails’  è, forse, la traccia più anonima del disco che, tuttavia, in materia di influenze e sperimentazioni, rappresenta un punto di riferimento da tenere assolutamente in considerazione.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Avaritia”

Intervista ai Velvet: 15 anni insieme tra musica, passione e talento

Velvet Ph Matteo Casilli

Velvet Ph Matteo Casilli

“Storie” è l’ultimo album di inediti dei Velvet. Nell’arco di 15 anni, il gruppo composto da Pierluigi Ferrantini (voce e chitarra), Pierfrancesco Bazzoffi (basso), Alessandro Sgreccia (chitarra), Giancarlo Cornetta (batteria) ha attraversato un percorso artistico, apparentemente defilato, eppure sempre presente all’interno dello scenario musicale italiano, anche in contesti lontani dalla realtà della band. A parlarci di questo bellissimo disco, pregno di arrangiamenti curati e di testi coinvolgenti è Pierluigi Ferrantini che, in qualità di scouting e addetto ai lavori all’interno di Radio 2, si è soffermato anche su alcune problematiche che interessano la scena italiana.

“Storie” è un album che racchiude pensieri, ricerche ed evoluzioni stilistiche e, a giudicare da quanto si legge in giro, piace proprio a tutti…

Piace a tanti, ma non a tutti come vorrei… C’è qualche nebbia che avrei voluto diradare per rientrare in un contesto un po’ più ampio. Il problema riguarda tanto noi, quanto una parte della musica italiana che, purtroppo, non viene calcolata in nessuna maniera da quei tre o quattro grandi network che si sono spostati solo ed esclusivamente in ambito mainstream. Fa anche strano fare quest’affermazione perché in realtà i Velvet, come molte altre band, non hanno difficoltà ad esistere o ad avere un pubblico di riferimento, il problema è che il nostro lavoro viene percepito come lontano dai gusti della grande massa quando in realtà non è così. Io, tra l’altro, conduco una trasmissione su Radio 2, un network che passa anche musica più ricercata e che dà spazio a realtà che gli ascoltatori in ogni caso gradiscono. Detto questo, siamo comunque molto felici che questo lavoro abbia avuto grande apprezzamento, lo speravamo, ci abbiamo lavorato molto duramente, anche prendendo del tempo tra un disco e l’altro. Certo, abbiamo fatto un best, un tour ma abbiamo comunque fatto passare quattro anni tra un disco di inediti e l’altro ed è un tempo discograficamente infinito. Ci abbiamo pensato bene ed era giusto anche prendersi un po’ di tempo perché, lavorando senza fretta, ci è tornata la voglia di scrivere canzoni visto che, per un certo periodo, abbiamo preferito fare altro. Quando ci siamo messi a lavorare sul disco non ci abbiamo messo moltissimo, in tutto c’è voluto soltanto qualche mese; all’inizio, quando lavori in studio, fai di tutto per far funzionare le cose, poi se ti dai due o tre settimane per riascoltare tutto, ti rendi conto che quello che ti sembrava perfetto magari non lo è e che c’è bisogno di fare delle modifiche.

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“Scrivimi quello che fai” è il brano che avete mostrato di amare più di altri e che, in effetti, risulta raffinato ed intenso. Come avete vissuto il contributo di Fabrizio Bosso alla tromba?

Quello di Fabrizio è stato un grande regalo perché lui è amico del nostro batterista; era un po’ di tempo che avevano parlato di questo nostro disco nuovo quindi Fabrizio ha voluto ascoltare le canzoni e, subito dopo, è stato lui a dirci che sarebbe venuto in studio per suonare. Il tutto è nato per passione, per il piacere di fare le cose insieme senza nessun fine particolare… Lui è semplicemente venuto da noi per vedere quello che sarebbe successo ed è nato tutto in maniera estemporanea, nonostante la canzone fosse ormai conclusa. Quando lui ha suonato non nascondo di aver avuto un brivido perché, dentro di me, non ero così convinto che l’inserimento di una tromba avrebbe potuto dare dei frutti positivi in quella canzone… pensavo già a come dirglielo e tremavo  al solo pensiero di dover dire qualcosa di negativo ad un talento del suo livello! Ammetto, invece, di essere stato ingenuo e sono felice che Fabrizio abbia trovato degli spazi fantastici per migliorare la canzone. Per fortuna ho solo dovuto dirgli grazie, come mi auguravo!

In questi anni di silenzio discografico avete fatto tantissime altre cose… ti va di riassumere i passaggi fondamentali di questa lunga fase della vostra vita artistica e professionale?

Abbiamo lavorato su molti dischi di altri artisti piccoli e più grandi, abbiamo scritto canzoni per tv, cinema, pubblicità, insomma ci siamo dedicati alla musica sotto altri punti di vista. Per quanto riguarda me, mi piace dare una mano e dare un po’ di consigli ad alcune band meritevoli che, piano piano, si stanno facendo spazio come i Kutso, che sono di Roma e che stanno crescendo molto. Tutto questo ci ha portato via tanto tempo ma ci ha regalato anche parecchie soddisfazioni.

Velvet  PH Matteo Casilli

Velvet PH Matteo Casilli

Siete insieme da circa 15 anni…un traguardo assolutamente poco scontato. Come si regolano gli equilibri all’interno del vostro gruppo, quali sono i caposaldi della vostra cifra stilistica e come vivete la quotidianità del vostro rapporto umano e artistico?

Il nostro rapporto non è sempre quotidiano, cerchiamo di salvaguardarlo cercando di  inserire altri motivi di interesse, aldilà del fare il disco e i concerti. In questo momento fare il musicista con un certo tipo di idee e con un certo tipo di etica è veramente complicato ed è anche umiliante, soprattutto per gente come noi che hanno avuto la fortuna di vivere anche esperienze di altissimo profilo. Ci rendiamo conto che, a distanza di anni, le cose stanno precipitando e che non sempre il passare del tempo o l’avvicendarsi di persone in ruoli chiave per lo sviluppo della musica sia meglio, anzi! Per questi ed altri motivi, ognuno di noi si occupa di qualcosa in particolare e abbiamo modo di non essere costretti a vedere tutti i santi giorni quanti dischi abbiamo venduto o se la canzone è andata in radio o se c’è una data in più da fare o meno. Credo che questa sia l’unica via di fuga da una situazione drammatica in cui versa la musica oggi.

In qualità di scouting, cantautore e addetto ai lavori nella radio…quali sono, secondo te, le realtà musicali italiane da tenere sott’occhio in questo periodo?

Credo che ci sia una falsa esaltazione per la scena musicale italiana… Esistono degli artisti minori che ottengono grandi risultati di pubblico come, ad esempio, quelli che abbiamo visto arrivare al 1 maggioe un po’ di band piccoline che però fanno pubblico. Questo fa sembrare che chissà quanto fermento ci sia all’interno dello scenario musicale italiano; si tratta, invece, di una bolla derivante dal fatto che alcuni media, che hanno un buon accesso ad un gran numero di ragazzi, scrivono che questi “artisti” sono bravi ma poi, purtroppo, nel momento in cui essi si interfacciano con un palco più grande come può essere il 1 maggio, o manifestazioni più importanti, si sciolgono perché non possono sostenere quel livello. In realtà, in questo momento, secondo me, in Italia non c’è nulla di realmente buono…parlo, ovviamente, di quello che è stato pubblicato fin’ora, ho contatti con molti artisti con progetti che non sono ancora usciti, o che stanno per uscire, e c’è qualcosa di molto interessante in vista. Nel frattempo, però, tutto è abbastanza standard e pochi eletti vengono coccolati da una parte di stampa che, in questo momento, non fa del bene alla musica italiana. La chiusura fa parte del gioco, il problema è che vengono scelti dei paladini sbagliati che purtroppo fanno crollare tutta la scena.

Velvet  Ph Matteo Casilli

Velvet Ph Matteo Casilli

Per quanto riguarda la dimensione live che tipo di concerto è quello dei Velvet e che rapporto avete con il vostro pubblico?

Il nostro è un pubblico che ha dovuto resistere a tante difficoltà, un po’ perché noi abbiamo fatto passare tanto tempo tra un disco e un altro, un po’ perché li abbiamo sballottati tra i nostri tentativi di migliorare, a volte ci siamo riusciti a volte no. Del resto non è particolarmente di moda essere fan dei Velvet in questo momento quindi i nostri fans sono degli stoici resistenti appassionati che riescono a percepire quanto amore, passione e talento mettiamo nelle cose che facciamo e quindi ce li teniamo stretti e gli vogliamo proprio bene personalmente.

Siete in fase di scrittura, ci sono nuove pubblicazioni discografiche in programma?

In questo momento non stiamo scrivendo nulla però ci ripromettiamo di rimetterci a fare qualcosa in tempi brevi e può darsi che, per settembre, faremo qualcosa non di nuovo ma magari si tratterà di un estratto live dai nostri concerti, una versione diversa di qualche nostra canzone o il lancio di un nuovo singolo…Per il momento ci stiamo ragionando ma non c’è ancora un nuovo progetto all’orizzonte.

Quali saranno i vostri prossimi appuntamenti dal vivo?

Abbiamo tre date con il tour di Hard Rock Rising on the Road, tra tutti l’evento di Piazza del Popolo con i Negramaro sarà un mega concerto al centro di Roma e poi abbiamo tutte le altre nostre date e tanti festival in giro per l’Italia.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Storie” su iTunes

Leggi la recensione di “Storie”

Date tour:

27.06.14 L’AQUILA (So Noize Festival)
05.07.14 LIDO DI JESOLO –VE- (Hard Rock Rising On The Road)
06.07.14 FIRENZE (Hard Rock Rising On The Road)
12.07.14 ROMA (Hard Rock Rising Live Roma)
20.07.14 BELPASSO –CT- (piazza)
02.08.14 UBIALE DI CLANEZZO –BG- (Power Sound Festival)

Video “Scrivimi quello che fai”

Intervista ad Antonio Castrignanò: “Nell’ album Fomenta il Salento incontra la Turchia”

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

Antonio Castrignanò è un musicista e cantante salentino, nonché voce e tamburo de l’Orchestra della Notte della Taranta. Riconosciuto come uno degli artisti più innovativi, Antonio si mostra tuttavia attento alla tradizione musicale, storica e culturale del territorio salentino. La ricerca strumentale e contenutistica di Castrignanò persegue, infatti, una linea di continuità tra passato e presente all’insegna del coinvolgimento emotivo e sensoriale del pubblico. In questa intervista l’artista rivela un’intima connessione tra la propria dimensione individuale e la sua musica che, nel corso degli anni, è riuscita a conquistare i contesti e i riconoscimenti più prestigiosi.

Sei un polistrumentista e cantastorie… da dove nasce il tuo sconfinato amore per la musica e cosa intendi comunicare attraverso le note?

La musica è un linguaggio universale che, a un certo punto della propria vita, ci si sente di sposare per comunicare quello che si ha dentro. Quello che intendo comunicare in “Fomenta” è parlare in maniera profonda di una terra che ha una dignità forte e una cultura musicale importante e che spesso si incontra con altre realtà simili, in questo caso il Salento incontra la Turchia.

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

Quali sono stati i passaggi chiave del tuo percorso artistico?

Quello che mi ha formato è stato vivere e lavorare accanto a delle personalità molto speciali come quella di Uccio Aloisi e assorbire le loro sfumature artistiche. Queste persone rappresentano una cultura, una terra, una dignità antica, ancestrale che vale ancora la pena raccontare, senza trascurare le influenze attuali e moderne. La cosa importante è non creare fratture temporali e riconoscersi sempre nella matrice principale di questa musica.

“Fomenta” è il titolo del tuo ultimo suggestivo e coinvolgente lavoro discografico… quali storie, quali tradizioni e quali colori ci racconti in questo disco?

Generalmente si parte da un’emozione personale, la stella polare che ci guida è sempre lei e noi artisti, con istinto, con passione, e con musicalità, cerchiamo di raccontarla in un disco. “Core meu”, per esempio, è il racconto di un sogno che richiama alla mente varie esperienze personali, si tratta di un brano molto intimo.

Antonio Castrignanò Ph Giuseppe Rutigliano

Antonio Castrignanò Ph Giuseppe Rutigliano

Come hai lavorato con Mercan Dede e com’è nata l’idea di unire pizzica e musica turca?

“Fomenta” racchiude un po’ tutto quello che si vuole raccontare nel disco, il brano è una fotografia del Salento, una terra raccontata e filtrata attraverso la mia esperienza personale e quello che, invece, ha interessato un territorio che continua a cambiare, ad evolversi e ad assorbire storie e contenuti. Il Salento è una terra dotata di una dignità importante ma che non rinuncia a confrontarsi con il resto del mondo, in questo caso l’incontro umano e artistico è avvenuto con Mercan Dede e la Turchia.

Quali sono le suggestioni che hanno dato vita a “Terraferma”?

“Terraferma” parla di immigrazione, si tratta di un brano strumentale che avevo scritto per la colonna sonora dell’omonimo lungometraggio del regista Emanuele Crialese. Questo brano racconta il dramma degli immigrati che arrivano sulle coste siciliane e salentine, per me quelle immagini hanno rappresentato una suggestione visiva molto forte e ho, quindi, voluto includere questa composizione strumentale nel mio disco anche se si distanzia un po’ dal genere musicale che si voleva raccontare.

“Luna Otrantina” è l’unico testo di cui non sei l’autore esclusivo…ce ne parli?

Anche qui è presente quel filo rosso che attraversa le storie raccontate nel disco. Questo è un brano scritto da Rina Durante, una figura intellettuale di spicco nel contesto salentino. Questo testo racconta vari passaggi storici che hanno interessato il territorio come la presa di Otranto da parte dei turchi che, in questo caso, ritroviamo in veste di portatori di energia vitale e non di distruzione come invece avvenne nel 1400. Il brano è stato musicato dal Canzoniere Greganico Salentino.

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

“Ci balla la pizzica nu more mai” è il messaggio che lanci al tuo pubblico nel packaging di “Fomenta”…

Si tratta di un’affermazione che mi rappresenta e che rispecchia quello che la musica mi ha regalato. La gioia che vedo negli occhi delle persone che hanno voglia di ballare e di sprigionare energia positiva appartiene ad ognuno di noi, questo è quello che sintetizza il senso di questo frase. Sono convinto che chi balla la pizzica non muoia mai perché è come se si andasse a pescare continuamente acqua vitale da un pozzo.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni e come sarà strutturato il tuo live?

Il concerto riassume l’insieme delle mie esperienze discografiche più importanti cioè “Mara la Fatìa” e “Fomenta”. Entrambe hanno un filo comune: la scrittura dei testi e dei brani attingono dalla tradizione ma raccontano con coraggio qualcosa di autobiografico che risente delle influenze attuali, pur mantenendo una matrice autentica. Prossimamente sarò in Polonia, a Modugno, e a Roma per la Notte della Taranta con Giovanni Sollima.

Raffaella Sbrescia

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Intervista a Valentina Parisse: “Nel nuovo album canto l’amore e Sarà Bellissimo”

Valentina Parisse_Cover Sarà bellissimo b (2)

Valentina Parisse è una cantautrice italiana che, dopo l’ottimo debutto da solista con l’album intitolato “Vagabond”, si sta preparando al lancio di un nuovo lavoro che  verrà registrato e missato a Londra da Tim Weidner nei Sarm Recording Studios di Trevor Horn con la partecipazione di musicisti come Phil Palmer, John Giblin, Danny Cummings, Pete Gordeno, Julian Hinton. Attualmente in rotazione radiofonica  con il brano “Sarà bellissimo”, il primo in lingua italiana, Valentina esprime la forza e l’insostituibilità dell’amore, seppur tra luci ed ombre. In attesa di ascoltarla dal vivo mercoledì 25 giugno e domenica 29 giugno in Piazza Castello a Milano, all’interno del “Radio 105 Mundial Village Milano”, abbiamo raggiunto Valentina Parisse al telefono e abbiamo scoperto una ragazza appassionata, vitale e dedita tanto alla musica quanto agli affetti più cari.

Compositrice, autrice, cantante…cos’è per te la musica e in che modo coltivi questa passione giorno per giorno?

La musica per me è una passione totale, questo mi accomuna non solo agli altri ragazzi e ragazze che fanno musica ma a chiunque abbia una passione tanto forte da spingerlo a mettersi alla prova, a produrre e a lavorare affinchè questa passione diventi una realtà. La musica è con me da sempre ed è un amore che cerco di coltivare giorno per giorno Chi vive la musica in prima persona , l’unica cosa quotidiana a cui può pensare è scrivere quello che ha dentro, cercare una chiave che sia più sincera possibile, sia nei propri riguardi che  degli altri; questo è il mio impegno quotidiano. I brani che daranno un seguito al singolo “Sarà bellissimo”,che stiamo ascoltando in questi giorni, sono il frutto di un anno di scrittura intensa, di tanta cura e del mio desiderio di cantare e scrivere.

Con il tuo disco d’esordio “Vagabond”, pubblicato nel 2011, hai lavorato tra Canada, Inghilterra e Italia… qual è il bilancio di questa prima parte del tuo percorso artistico?

Sono davvero molto contenta di quello che ho vissuto. “Vagabond” è nato in Canada: appena ho finito il liceo mi sono messa con lo zaino in spalla e sono partita per fare questa esperienza che speravo potesse regalarmi qualcosa e che, in effetti, mi ha dato davvero molto di più di quanto mi aspettavo, sia dal punto di vista umano che professionale. Per chi fa musica, le esperienze di vita sono fondamentali e questo disco ha rappresentato il mio primo passo verso questa strada che spero duri il più a lungo possibile. Prescindendo dall’aspetto artistico, consiglio davvero a tutti di fare un’esperienza all’estero, tanti ragazzi si domandano se andare o meno in altri paesi e io dico assolutamente di sì, anche ai miei amici. Quello che ti regala questo tipo di esperienza, il fatto di mettersi in gioco, di conoscere una realtà davvero molto lontana dalla propria rappresenta un mezzo per arricchirsi…ovviamente quello che raccogli si rapporta a quello che fai.

Valentina Parisse (scatto presente sulla sua pagina Facebook)

Valentina Parisse (scatto presente sulla sua pagina Facebook)

“Sarà bellissimo” è il tuo primo brano in italiano, cosa comunichi in questa canzone e come ti sei trovata con il produttore Phil Palmer?

Phil è una persona a dir poco straordinaria, un musicista incredibile che si è sempre messo a disposizione per realizzare le mie idee e le mie canzoni. Scrivere insieme a lui è stato davvero bello, ci siamo conosciuti durante le registrazioni di “Vagabond” per cui il nostro rapporto professionale è cresciuto nel tempo. Lavorare con lui per me ha significato una grande opportunità perché l’esperienza di questo tipo di musicisti è talmente grande che non hai altro che da imparare.

Per quanto riguarda il brano, il messaggio è la ricerca della felicità anche quando una storia si conclude. Qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio su facebook di un ragazzo che mi scriveva di aver ascoltato il mio brano sulla radio, proprio mentre affrontava la fine di una storia importante,  e che quanto ha sentito le parole del testo ha sentito la speranza di poter dire anche lui un giorno “Sarà bellissimo non pensarti più”; ecco proprio quello è il messaggio. Ci si può lasciare, ci si può dire addio ma la vita non finisce lì. Io spero che la vita ci riservi sempre qualcosa di bellissimo.

Per quanto riguarda il nuovo disco, quali saranno i temi e la cifra stilistica che accompagneranno questo progetto?

Il tema principale sarà l’amore, visto attraverso tutte le sue sfaccettature. Proprio per questo la copertina di “Sarà bellissimo” raffigura un caleidoscopio, un oggetto che da bambina mi affascinava molto, un giocattolo vintage che aveva un’ amica di famiglia e che mi faceva vedere la realtà da tanti punti di vista. Qualsiasi oggetto acquisiva improvvisamente tante luci, tanti colori in base al punto da cui lo guardavo. Nel prossimo disco ci sarà tutto quello che ho vissuto in questo ultimo anno ma ci sarà anche molta cura per la parola. Io amo le parole, il loro suono, e nelle mie canzoni c’è tanta cura… abbiamo voluto esprimere la voglia di avere sempre un motivo per amare quello che abbiamo intorno. Per quanto riguarda l’ispirazione, a volte i miei amici mi immaginano lì concentrata, chiusa a scrivere ma non è così… una canzone nasce davvero dalla realtà che ci circonda e la realtà che viviamo oggi non è solo quella che io esprimo ma anche quella che esprimono i miei colleghi.

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Hai registrato il sold out all’Auditorium Parco della Musica di Roma e al Blue Note di Milano, che tipo di concerto è il tuo e che riscontro hai avuto dal pubblico?

Il live è la parte più importante di un progetto musicale, quella che fin da piccola mi ha sempre affascinato di più. Il mio è un concerto acustico mentre il riscontro del pubblico mi sorprende ogni volta tantissimo, dire che mi rende felice è poco, si tratta di un’emozione totale perché quando vedi che le persone apprezzano quello che fai, lo condividono e magari si ritrovano in quello che stai cantando insieme a loro, mi dà una gioia totale. All’Auditorium, poi, ho presentato per la prima volta i miei brani in italiano al pubblico e il riscontro è stato davvero molto bello, molto forte, mi ha incoraggiato a continuare in questo senso e a pubblicare “Sarà bellissimo” e le canzoni che arriveranno.

Il 25 e 29 giugno sarai in concerto a Piazza Castello a Milano, ospite del “Radio 105 Mundial Village” di Milano come ti stai preparando per questa avventura?

Sono già stata ospite di Paolo e Martin proprio qualche giorno fa, ho visto il set ed è bellissimo, la location è molto carina e ovviamente Radio 105 è una realtà solida e molto importante che già l’anno scorso avevo avuto modo di vivere e di apprezzare e non vedo l’ora di partecipare! Suonare in piazza è una meraviglia, mi da tanta libertà ed è bello anche catturare delle persone che magari passano da lì e non ti conoscono…. Il live è una festa, lo dice anche Jovanotti nei suoi magnifici live e ha pienamente ragione, è una filosofia perfetta la sua, il live deve essere una festa per tutti per chi canta e per chi ascolta.

Quali saranno le prossime fasi del tuo percorso? Hai anche dei progetti progetti paralleli in corso?

L’impegno nella musica è talmente grande e impegnativo che poi per fortuna o per sfortuna finisce per invadere prepotentemente tutta la mia giornata…ovviamente non sono una pazza con la chitarra sempre in mano quindi mi piace molto stare i miei amici, adoro gli animali, in particolare i cani,  ho un coniglio di nome Nelson che zompetta per casa e che mi ha regalato la mia migliore amica per il compleanno, poi ho due nipoti fantastici, due pesti meravigliose e, appena posso, cerco di stare con loro.

Raffaella Sbrescia

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Video: BACKSTAGE “Sarà bellissimo”

OltreMusic Fest: Lo Stato Sociale in concerto a Napoli. Il live report

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Lo Stato Sociale @ OltreMusic Fest

Si è tenuto lo scorso 19 giugno l’atteso concerto napoletano de Lo Stato Sociale, la chiacchieratissima band made in Bologna. Preceduti dall’energia degli Shak&Speares, Lodo Guenzi e soci si sono esibiti sul palco allestito all’interno della Mostra D’Oltremare di Napoli, nell’ambito dell’OltreMusic Fest, presentando al pubblico sia i nuovi brani tratti dal loro ultimo disco, intitolato “L’Italia Peggiore”, sia i brani che hanno determinato la viralità del loro successo. A prescindere dai grandi numeri, dalla incredibile quantità di concerti tenuti dal gruppo nei più svariati contesti, è importante sottolineare il forte riscontro che Lo Stato Sociale sta avendo dal pubblico.

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Lo Stato Sociale @ OltreMusic Fest

Nonostante le critiche, nonostante si dica che i testi del  gruppo siano impacchettati per generare like, benché gli arrangiamenti dei suddetti brani siano piuttosto poveri e monotematici, il gruppo piace e neanche poco. Forse è quello che il pubblico cerca, forse invece del folk impegnato piace il lalala sound, infarcito di tastiere elettroniche e parolacce a raffica. Partendo dal presupposto che nessuno sia detentore del vero e del bello assoluto, Lo Stato Sociale detiene il merito di mettere nero su bianco pensieri e verità tanto scontate, quanto vere, paradossalmente taciute e date per scontate. Sicuramente questi ragazzi potrebbero intraprendere un percorso di ricerca melodica e strumentale più intenso e originale ma, probabilmente, al momento non è qualcosa che rientra nei loro piani.

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Lo Stato Sociale @ OltreMusic Fest

I testi, intelligenti e sarcastici, spesso irriverenti e dissacranti, passano dall’aneddoto demenziale alla denuncia sociopolitica, senza soluzione di continuità. Senza mai prendersi troppo sul serio Lo Stato Sociale macina traguardi e successi, centrando il nucleo di una formula forse studiata o forse no, eppure vincente. Con una scaletta che va da “Abbiamo vinto la guerra”, “Io, te e Carlo Mark”, “Piccoli incendiari crescono”, “Quello che le donne dicono” a “La musica non è una cosa seria”, “Ladro di cuori col bruco”, “L’escapista”, passando per “Mi sono rotto il cazzo” e “In due è amore in tre è una festa”, i recentissimi “C’eravamo tanto sbagliati” e “Questo è un grande paese”, fino alla chiusura affidata a “Senza macchine che vadano a fuoco” e “ Cromosomi”, Lo Stato Sociale sviscera ed affronta il mondo a 360 gradi facendo del luogo comune una virtù.

Raffaella Sbrescia

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Intervista a Paola Folli: un nuovo disco tra X Factor, Elio e le Storie Tese e mille altri progetti!

Paola Folli Ph Bruno Ruggiero

Paola Folli Ph Bruno Ruggiero

Paola Folli è una cantante italiana nota per la dolce freschezza della sua voce ma anche per le innumerevoli e prestigiose collaborazioni che hanno costellato di soddisfazioni il suo percorso professionale. Da anni è vocal coach del programma “XFactor” lavorando a stretto contatto con ragazzi pieni di sogni e speranze. Nel corso della sua carriera musicale ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti italiani: Mina, Renato Zero, Vasco Rossi, Elio e le Storie Tese (con cui è stabilmente in tour dal 2008), Articolo 31 (è la voce femminile del brano“Domani”), Eros Ramazzotti, Fiorello, Pooh, Adriano Celentano, Jovanotti e molti altri. Paola Folli ha anche dato voce a diversi personaggi di film d’animazione tra cui “Hercules” (nel ruolo di una delle muse narranti), “Shrek 2” (nel ruolo della Fata Madrina), “Le follie di Kronk” e, con il singolo “Woodstock”, una versione inedita e totalmente trasformata dell’omonimo storico brano di Joni Mitchell, Paola si appresta a tornare sul mercato discografico con un progetto tutto suo. In attesa di scoprire i dettagli di questa nuova avventura, abbiamo raggiunto l’artista al telefono per lasciarci contagiare ed emozionare dalla sua carica e dalle sue parole.

Il tuo percorso artistico è davvero molto fitto e ricco di incontri e di esperienze musicali. Cosa significa per te tornare ad occuparti di un progetto discografico soltanto tuo?

In questi anni ho intrapreso un percorso che mi ha visto al centro di tante cose diverse. Io dico sempre che la voce ha tanti rami e che nel campo vocale puoi fare davvero un po’ di tutto… Le esperienze che ho vissuto mi hanno trasmesso la voglia di tornare ad occuparmi di un progetto tutto mio. Questo significa molto per me perché, in questo momento musicale poco sereno, è importante mettersi in gioco e trovare motivazioni in ogni contesto. Io le ho trovate nei produttori, nelle persone che stanno al mio fianco e anche X Factor mi ha ispirata: stare a contatto con tantissimi giovani mi trasmette tantissima energia.

In che direzione andrà questo disco e in che modo ti rappresenterà sia dal punto di vista umano che professionale?

Il filo conduttore sarà il ritorno alle cose semplici con l’intento di rispecchiare la voglia delle persone di ritrovare le cose essenziali, senza troppi lustrini. Nel disco ci saranno altri brani, ambientati in contesti molto eterogenei: un brano in dialetto africano, tante belle collaborazioni, tra tutte quelle con gli Elio e le Storie Tese che hanno già registrato delle cose separatamente…ci sarà Fabio Treves, un pezzo di Rocco Tanica e tante altre belle sorprese. Questo progetto servirà a far capire come io sono adesso, sto cercando di fare le cose che mi piacciono e in questo disco credo e spero di riuscire a farlo sentire anche al pubblico, intanto ce la sto mettendo tutta!

“Woodstock” è il primo singolo che anticipa questo progetto. Chi è, per te Joni Mitchell e come ti è venuta l’idea di rileggere questo brano?

Joni è la mia artista preferita, la seguo da sempre per i suoi testi forti, per la sua comunicazione poetica. Quest’artista ha rivoluzionato la musica in un periodo pieno di artisti e di cose belle da ascoltare e, anche se all’inizio è stata un po’ sottovalutata, poi, invece, ha avuto un successo planetario grazie alla ricerca dei suoni, delle melodie. Quando ascolto i suoi pezzi sono catturata principalmente dal testo e poi dalla musica, un giorno stavo ascoltando la radio in macchina e hanno mandato “Woodstock”, a quel punto mi sono detta che sarebbe stato bello rifare il brano in chiave moderna e da lì è partita l’idea che ho proposto al mio produttore. Abbiamo stravolto l’arrangiamento ma la melodia e il testo sono rimasti pressoché intatti per rispettare l’autrice.

In un’intervista hai spiegato che il patrimonio del cantante è il suo suono. Come riesci ad aiutare i ragazzi di X Factor a trovare il proprio?

Cerco di migliorare il suono di tutti e di farlo diventare più pieno senza cambiarlo. Il mio ruolo è quello di ingrossare il suono negli armonici e tutto il resto, perfezionare l’intonazione, poi aiuto i ragazzi a trovare la loro strada; ad X Factor si impara veramente molto, i ragazzi riescono a capire un po’ di più come sono e cosa sono, soprattutto relativamente al discorso della voce. Mi chiamano spesso e ho ancora contatti con tutti quelli con cui ho lavorato e questo mi fa molto piacere.

Paola Folli Ph Bruno Ruggiero

Paola Folli Ph Bruno Ruggiero

Sei in piena attività con le tue masterclass e tanti concorsi canori…. Ce ne racconti qualcuno? Ad esempio l’”Albero del canto”?

L’ “Albero del canto” è stata un’esperienza davvero bellissima, organizzata alla NAM (Nuova Audio Musicmedia) qui a Milano. Il direttore ha già anticipato di volerla rifare anche il prossimo anno. Abbiamo toccato tutti i rami più importanti: dall’interpretazione del brano, alla registrazione in studio dello stesso, tutti i ragazzi hanno realizzato i cori sui loro brani e su quelli degli altri, abbiamo fatto una lezione sulle pubblicità, sui jingle televisivi e ho spiegato ai ragazzi come affrontare i vari toni, li ho fatti piangere, ridere, correre, abbiamo trascorso delle giornate spettacolari per un percorso completo. Chiaramente, anche se è molto difficile inquadrare i ragazzi in una sola giornata, sono sempre felice di fare anche le masterclasses, si tratta di un lavoro molto fisico ed intenso. Per quanto riguarda i concorsi canori, sono spesso nelle giurie e per fortuna non ho mai trovato concorsi organizzati male, anzi ho individuato delle belle voci e qualche tempo fa ho anche conosciuto una cantautrice, l’ho fatta sentire ad una persona perché secondo me è molto forte. Cerco di aiutare ragazzi bravi che non hanno possibilità perché quando io ho iniziato non avevo veramente nessuno che mi aiutasse, mi sono dovuta tirar su le maniche e lavorare molto su di me.

Sei stata anche in giuria all’Eurosong Contest 2014. Che esperienza è stata e cosa pensi del verdetto finale?

Sono stata con persone fantastiche come Luca De Gennaro, Andrea Laffranchi, Andrea Mirò (che io adoro), Fabrizio Pasquero e ci siamo guardati questo meraviglioso spettacolo fatto in maniera strepitosa. Non c’è un minuto, un secondo di imprecisione. Sono contenta del verdetto… avevo dato il mio voto anche a Conchita Wurst perché aveva fatto una bellissima interpretazione. C’erano delle voci molto belle e ho notato una incredibile professionalità, mi sono molto divertita.

Paola Folli Ph Bruno Ruggiero

Paola Folli Ph Bruno Ruggiero

Hai raccontato che una delle cose più belle del tour con gli Elii è che ogni concerto è diverso… come è nato il feeling con loro, cosa vi lega e cosa, invece, ti sta lasciando questa avventura?

Prima che mi chiamassero in tour, lavoravo con loro già in studio. Poi nel 2008 mi hanno telefonato e ho fatto un salto Milano-Marte e ritorno perché ero felicissima di far parte del loro tour. Sono entrata veramente in punta di piedi nella loro situazione perché gli Elii sono consolidati, ben organizzati e inserire una donna all’interno di un gruppo così non è stato facile né per loro, né per me però, dopo il primo anno, ho capito il loro modo di lavorare, sempre molto preciso, accurato, particolareggiato. Durante le prove nessuno dice mai no, poi la cosa più bella si mette nell’ arrangiamento, ho imparato a stare sul palco divertendomi, senza prendermi troppo sul serio. Poi gli Elii fanno cose difficilissime che sembrano facili…Un esempio? “La canzone mononota”. Per me gli Elio e le Storie Tese sempre grande fonte di studio e di grande energia, già dal secondo anno sono riuscita ad ambientarmi molto bene e loro con me sono tranquillissimi, hanno anche cominciato a prendermi in giro e questo significa che mi sono amalgamata al gruppo.

Dopo tanti anni in questo mondo, ancora ti emozioni, i ricordi ti lasciano brividi e le sfide ti appassionano… rigore, professionalità e disciplina possono ancora essere sufficienti per fare carriera? Cosa ti sentiresti di dire ai giovani che provano ad avvicinarsi alla musica?

Sicuramente la disciplina è importantissima. Due anni fa mi arrabbiai tantissimo con una ragazza che avrebbe dovuto fare un provino ad X Factor e che la sera prima era andata ad un concerto e aveva urlato per tutta la sera. E’un discorso di priorità, c’è gente che arriva alle serate senza essere pronta, la disciplina consiste nel concentrarsi sul proprio lavoro e lasciare niente al caso ma anche lo studio è indispensabile. Sicuramente non è un momento facile, ci sono tante cose belle e che arrivano dall’estero, i ragazzi devono confrontarsi anche con talenti che arrivano da fuori, bisogna lavorare sodo, prepararsi bene alla professione senza improvvisare. Anche io sto lavorando tantissimo su me stessa, sul mio album. Logicamente non si sa mai come va, non c’è certezza su niente però bisogna lavorare tanto, farsi il cosiddetto “mazzo” senza desistere se va male un provino, una serata, un incontro.….Chi la dura la vince!

Raffaella Sbrescia

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Video: “Woodstock”

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