Alessandra Amoroso è come un fiore che sboccia in “Vivere a colori”. Intervista

Cover Vivere a Colori- Giovanni Gastel (1)

Chi è oggi Alessandra Amoroso? Una donna autentica, sicura di sé e delle proprie possibilità. Una donna felice, radiosa ed un’artista in continua evoluzione. Ad otto anni dalla vittoria di Amici e a due anni e mezzo di distanza dalla pubblicazione di “Amore Puro”, l’artista salentina torna con un nuovo album di inediti intitolato “Vivere a colori”, un lavoro maturo e ricco di importanti collaborazioni con nomi di grande spicco come Elisa Toffoli, Tiziano Ferro, Dario Faini, Roberto Casalino, Daniele Magro, Federico Zampaglione e i ritrovati Federica Camba e Daniele Coro.  «Vivere a colori racchiude un messaggio specifico: sono felice e voglio trasmettere la mia felicità. Questo album vuole trasmettere gioia, rispecchia il mio essere e le sfumature della mia personalità», ha spiegato Alessandra Amoroso ai giornalisti accorsi alla conferenza stampa di presentazione dell’album a Milano. «Sicuramente c’è un cambiamento nei testi, ho fatto un percorso di crescita. In passato le ballate mi hanno portato tanta fortuna ed ammetto che mi ci sono sempre ritrovata alla perfezione; ora abbiamo scelto un sound diverso, un ritmo con cui si potesse ballare e cantare. Ho tante cose  nascoste dentro di me, faccio fatica a raccontare la mia vita privata ma ora ho deciso di trasmettere tutta la mia positività».

In effetti  con “Vivere a colori” Alessandra ha fatto dei grossi passi avanti in termini di freschezza, dinamismo, frenando sui sentimenti struggenti  per lasciare spazio a ritmi uptempo. Dopo aver affrontato una delicata operazione alle corde vocali, la Amoroso ha anche ritrovato il suo timbro con cui confessa di aver sempre avuto un rapporto di amore-odio: «Avevo molta paura per quello che poteva succedere e per come stavano le persone a me care, fortunatamente l’intervento è andato benissimo e ora sono pronta a preservare il mio strumento con tutte le attenzioni necessarie -ha raccontato la cantante- ho anche fatto un video per rassicurare i miei fan e la mia famiglia, ho ricevuto delle critiche per questo ma volevo solo che le persone a me vicine non si preoccupassero».

Alessandra Amoroso ph Gastel

Alessandra Amoroso ph Giovanni Gastel

 Non solo un album di inediti per Alessandra che, ormai da un po’ di tempo, ha lanciato un disco in spagnolo prodotto da Josè Luis Pagan: «L’esperienza Sudamericana è stata molto positiva anche se i tempi non sono maturi per essere completamente entusiasti. Mi piace molto la lingua, l’ho imparata in poco tempo anche se preferisco parlarla piuttosto che studiarla. La cosa che mi ha colpito di più è che i sudamericano hanno voglia di conoscere me e io di conoscere loro, mi apprezzano per quello che sono, sono un popolo carnale come me, sarà per questo che li sento molto vicini», ha aggiunto.

Umile ma determinata, Alessandra ha in programma diversi appuntamenti importanti anche se ha escluso un’eventuale coinvolgimento nelle vesti di coach ad Amici: «Sono ancora molto legata alla tuta di Amici e, più in generale, non mi sento pronta per insegnare perché mi sento ancora una studentessa che ha molto da imparare». Niente Sanremo anche quest’anno: «E’ sempre uscito qualche mio lavoro in concomitanza col Festival di Sanremo, anche questa volta  è stato così ma ho preferito dedicarmi alla mia Big Family.  Quest’anno guarderò il Festival da casa però ho promesso a mia mamma di portarla!». In attesa delle due anteprime il 7 maggio al Palalottomatica di Roma e il 30 al Mediolanum Forum di Milano, godiamoci “Vivere a colori” in cui spicca “Stupendo fino a qui“, una canzone regalata ai fan su Facebook e scritta dal duo più congeniale e sulle corde di Alessandra, Federica Camba e Daniele Coro (presenti in 4 canzoni). Tra le 14 canzoni presenti in tracklist particolare attenzione la meritano anche “Comunque Andare” scritta da Elisa (Toffoli) con Alessandra, riuscito inno alla gioia, in chiave moderna,  e “La vita in un anno” scritta da Tiziano Ferro con Michael Menisci, particolarmente intensa e significativa. Freschi e accattvanti anche i brani di Daniele Magro  “Avrò cura di tutto” e “Fidati ancora di me”. Due pezzi che sposano bene lo spirito multi-sfaccettato dell’album, in equilibrio di leggerezza e profondità. Sinuosa la trama di “Nel tuo disordine”, la canzone scritta da Federico Zampaglione.  Spassose e ballabilissime “Vivere a colori” e “Il mio stato di felicità”, due gemme che completano un lavoro denso di emozioni e di energia.

Raffaella Sbrescia

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Video: Stupendo fino a qui

La tracklist di “Vivere a colori”:

“Stupendo fino a qui”

“Vivere a colori”
“La vita in un anno”
“Avrò cura di te”
“Mi porti via da me”
“Sul ciglio senza far rumore”
“L’unica cosa da fare”
“Comunque andare”
“Appartenente”
“Se il mondo ha il nostro volto”
“Nel tuo disordine”
“Fidati ancora di me”
“Non sarai mai”
“Il mio stato di felicità”

 

Blackstar, David Bowie alza ancora l’asticella con un nuovo imperdibile album

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Dopo cinque decadi di intensa attività artistica, David Bowie conserva intatto il suo status di inarrivabilità con “Blackstar”, il ventottesimo album di inediti pubblicato l’8 gennaio 2016, nel giorno del suo 69esimo compleanno, su etichetta Iso/Columbia Records. Prodotto da Tony Visconti con il contributo del sassofonista Donny McCaslin, il chitarrista jazz Ben Monder, il batterista Mark Giuliana, il bassista Tim Lefebvre, Jason Lindner alle tastiere e, in soli due brani, il fondatore degli LCD Soundsystem James Murphy alle percussioni, l’album si compone di 7 piccole suite caratterizzate da una notevole durata e da molteplici movimenti racchiusi in un’unica soluzione. Nervosa, cupa, esoterica è l’atmosfera in cui Bowie, da sempre maestro indiscusso dell’eclettismo, ci introduce catapultandoci con risolutezza in digressioni, cambi di ritmo e soluzioni armoniche complesse.

David Bowie

David Bowie

Trasponendo in chiave jazz le sue ispirazioni, Bowie inserisce un fitto tappeto di fiati in tutto il disco, regalandoci un ascolto ricco e variegato nonchè caratterizzato da una costante pulsazione ritmica. “Blackstar” si muove tra grandi orchestrazioni e arrangiamenti elettronici, tra avant jazz e drum’n'bass e anche la vocalità di Bowie raggiunge una formula di canto non canto attraverso testi criptici e pprivi di una risoluzione definita.  Tutto risulta già chiaro dalla title track ma anche nel singolo “Lazarus”, brano di punta del disco, a metà strada tra dolore e speranza, attraversato da un mix di chitarre distorte, morbido piano elettrico, fiati voluminosi  emerge un mood scuro, gotico, drammatico. Intenso ed imponente il sax che stride e osa in “Tis A Pity She Was A Whore che, insieme ai guizzi  di “Sue (Or In A Season Of Crime) rappresenta il momento più vorticoso ed energetico di questo lavoro. Giri di basso e maestosi archi vestono i versi di “Girl Loves Me mentre la dilaniante “Dollar Days ci riporta a toni più scuri.  Epico l’arrangiamento di “I Can’t Keep Everything Away: un crescendo emozionale sancito da un guitar solo sullo sfondo che ci lascia in uno stato di attonita contemplazione.

Raffaella Sbrescia

Tracklist ★:

1. Blackstar

2. ‘Tis a Pity She Was a Whore

3. Lazarus

4. Sue (Or In a Season of Crime)

5. Girl Loves Me

6. Dollar Days

7. I Can’t Give Everything Away

Video: Lazarus

Gianni Morandi e Claudio Baglioni: i Capitani Coraggiosi tornano in tour e sbarcano in radio

Capitani Coraggiosi © Angelo Trani

Capitani Coraggiosi © Angelo Trani

Hanno vissuto l’epopea dell’industria musicale italiana, hanno conquistato un saldo posto nel cuore di svariate generazioni di italiani eppure Gianni Morandi e Claudio Baglioni non hanno perso nemmeno un briciolo del proprio entusiasmo e della loro radicata passione per la musica. I due Capitani Coraggiosi, pronti a rimettersi in gioco a quattro mesi di distanza dai concerti tenuti al Foro Italico di Roma, hanno incontrato la stampa musicale a Milano per una conferenza – show all’interno dello Chateau Monfort. Nel corso di una chiacchierata informale, durata poco più di due ore, i due artisti hanno mostrato di essere fortemente in sintonia, non sono mancate punzecchiate ironiche e divertenti, aneddoti legati al tour ma anche ad episodi legati alle singole carriere dei due e soprattutto non è mancata la musica: Morandi ha coinvolto Baglioni in una emozionante acoustic session perfetta per mettere in luce le doti vocali di ciascuno ma anche per evidenziare la voglia e l’impegno di ciascuno nel mostrare i frutti di tanti anni di mestiere. “Siamo felici di ripartire con questo viaggio che doveva essere solo un’avventura romana. Durante l’ultimo concerto ho avuto un momento di commozione. Scendendo dal palco ho pensato ‘Che Peccato’. Una volta tornati a casa abbiamo visto e ascoltato tutto di nuovo ed è arrivata la voglia di ripartire”, ha spiegato Baglioni. “Stiamo lavorando per le arene al coperto, più grandi rispetto al Foro, e vorremmo mantenere alcune particolarità, come i laser mapping e la scenografia virtuale, che fin qui ci ha dato soddisfazione. Comunque la durata del Tour dipenderà dall’usura di Morandi”, ha scherzato il cantautore.

Capitani Coraggiosi @ Angelo Trani

Capitani Coraggiosi @ Angelo Trani

Il tour ripartirà a febbraio, i biglietti venduti sinora sono oltre 100mila per un concerto che in tre ore di spettacolo concentra ben 50 hit che hanno fatto la storia della canzone italiana. “Il nostro mestiere è cantare. Dare energia, entusiasmo senza starci a lagnare troppo”, ha afffermato Baglioni a cui ha fatto eco Morandi: “Molti brani della nostra scaletta sono un invito alla speranza. E in un momento così difficile penso ce ne sia bisogno”. Il grande feeling tra i due è tangibile, crea un clima di rilassata complicità e risulta molto originale. Il progetto, che getta nuova luce anche sulle singole carriere, attirando a sé chi Morandi e Baglioni non li ha mai seguiti, sta incontrando anche un forte riscontro da parte dei più giovani. Un’altissima richiesta che porterà i Capitani Coraggiosi  sui plachi di singole città anche per diverse sere di fila.

COVER CD _CAPITANI CORAGGIOSI - IL LIVE_

Le canzoni che ogni sera, dal 19 febbraio, saranno proposte al pubblico dei live, sono raccolte in “Capitani Coraggiosi – Il Live”, album in uscita il 5 febbraio realizzato con le registrazioni delle serate al Foro Italico di Roma. Nella versione Deluxe ci sarà anche l’album di prove in studio e il dvd “Oltre la pioggia” con il backstage dello speciale andato in onda su Rai Uno. “In una scaletta così lunga come quella che abbiamo proposto nei live, abbiamo cercato di ricreare una piccola opera con un’evoluzione dinamica e di sonorità”, ha spiegato Baglioni. Anche Morandi è della stessa idea: “Abbiamo cercato di far rivitalizzare le nostre canzoni, senza mai stravolgerle”. Da questa sera e per altri quattro appuntamenti, i due Capitani saranno sulle frequenze di RTL 102.5 con Radio Capitani Coraggiosi. Ogni venerdì, dalle 19.00 alle 21.00, Baglioni e Morandi diventeranno conduttori radiofonici accompagnati da Angelo Baiguini, un appuntamento sui generis ricco di aneddoti e chicche da non perdere.

Raffaella Sbrescia

 

 

“Che Bella Cacofonia”, il vorticoso melting pot sonoro di W. Victor

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A quattro anni di distanza da “Rotto”, il belga W. Victor  “Che Bella Cacofonia, un sorprendente lavoro discografico sospeso tra folk-punk, cantautorato italiano, cabaret, musica balkan e sonorità del mediterraneo. Le dodici tracce che compongono la tracklist creano un immaginifico connubio di richiami ed influenze che bandiscono etichette e limitazioni. Pubblicato per Ottokar Records, “Che Bella Cacofonia” mescola infiniti generi passando dal folk, al pop, al blues, al jazz senza mai trascurare i dettagli e gli arrangiamenti, sempre molto curati. L’eccentrico disco si apre con il ritmo incalzante, grottesco e festaiolo di E Carnevale, l’esplosione di energia continua con la trascinante titletrack. Decisamente più intimista il mood di “Sempre Canto Per Lei, enigmatica la trama multiforme di Perché  mentre i toni si rifanno frizzanti e magnetici sulle note di “Taranbella, pronta ad introdurre il francese folk/punk della velocissima “Azerty Uiop. Spazio anche a piccoli spunti più delicati in Monte Carlo e nella trama perturbante di Tranquilize Me. La chiusura del disco all’insegna dell’autenticità cantautorale e della caducità che contraddistingue l’animo umano con “Un Giorno Così.

Raffaella Sbrescia

Video:

 TRACKLIST
01. E Carnevale
02. Gigolo John
03. Che Bella Cacofonia
04. Sempre Canto Per Lei
05. Perchè
06. Taranbella
07. Azerty Uiop
08. Après La Pluie
09. Il Mammut
10. Monte Carlo
11. Tranquilize Me
12. Un Giorno Così

Locura: la lucida follia di Pico Rama in tredici tracce cosparse di verità

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Osservazioni, riflessioni, vibrazioni a metà strada tra esoterismo e misticismo. L’opera prima di Pico Rama, figlio d’arte, ma anche figlio dell’era postcontemporanea, unisce musica, filosofia e teatralità in “Locura”, terza prova solista pubblicata per la Mescal. Passando attraverso innumerevoli esperienze di trasformazione Pico Rama sceglie parole e testi seguendo una missione di tipo terapeutico per sé e per gli altri. Nelle tredici tracce accordate a 432 hertz , allineate con tutte le altre frequenze in natura,  l’artista usa una poetica complessa accompagnandosi con uno stile che parte dal raggae fino a lambire le rive dell’l’hip hop sfociando dolcemente nel dub.  Anticipato dal singolo “Regali del Divino(Merda), “Locura” attraversa il proprio immaginario, non teme di osare mostrando le sue subpersonalità e la sua mole di pensieri sfavillanti. In questo nuovo lavoro Pico si sposta dalla mente al cuore, sceglie di interpretare brani amati  come ‘Estrellita Divina’ – un canto sciamanico –   ‘Nuevo Horizonte’ dei Kirtan Reggae e la ballata ‘Dall’altra parte del cancello’, un bellissimo pezzo di Giorgio Gaber del 1973 (contenuta nel cd ‘Far finta di essere sani’; ndr). Esotismo e rap, essenzialità e profondità, sciamanesimo e canti di coscienza si fondono in “Un pezzo di terra”, “L’universo ci guarirà”, “L’idea della mortalità”, brani che intendono trasmettere messaggi significativi in maniera semplice ed efficace.

Pico Rama

Pico Rama

Originale ed interessante il featuring con Yari Power (conosciuto durante l’ultima edizione di Pechino Express) sulle note di “Your Jungle”, una sintesi psichedelica delle esperienze vissute in Ecuador e Perù. Il pezzo manifesto dell’intero album è “Loco”, il riadattamento di un brano di Darwin Grajales, cantautore e musicoterapeuta colombiano con cui Pico ha condiviso un percorso di sanazione nella selva amazzonica. Il flusso di lucida follia continua con “Non fango no loto” e si conclude con “Eplosione dal di dentro”, una folle meditazione guidata che sigilla un disco veramente pregno di contenuti , un lavoro in cui il raggamuffin rap di Pico si affida all’animismo proiettandoci al centro della realtà che ci circonda.

Raffaella Sbrescia

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Video: L’idea della mortalità

Bird Calling: gli incroci jazz della Mario Raja Big Band per sessioni d’ascolto sempre inedite

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Come i miglior vini, abbiamo lasciato che “Bird Calling”, il progetto discografico della Mario Raja Big Bang pubblicato alla fine del 2014 per Itinera Edizioni, decantasse al punto giusto per poterne degustare fino in fondo ogni singola sfumatura. Attraverso l’ideale incontro tra Charlie Parker e Igor Stravinsky, due giganti della musica del XX secolo, legati da ammirazione e stima reciproca, Mario Raja si è lasciato ispirare da suggestioni, atmosfere e temi dal fascino senza tempo. Registrato al Groovefarm studio di Roma, l’album comprende dieci brani originali, cinque dei quali composti dallo stesso Raja, oltre a due composizioni di Steve Lacy (“Utah” e “Esteem”) e una sorprendente rilettura di “Pleasure Is All Mine”, brano per sole voci della cantante islandese Björk. Attraverso un linguaggio filosofico proiettato all’interno di fitte trame strumentali non convenzionali, Alice Ricciardi alla voce, Daniele Tittarelli e Carlo Conti ai sassofoni, Claudio Corvini e Francesco Lento alla tromba ,Humberto Amésquita al trombone, Enrico Bracco alla chitarra, Pietro Lussu al pianoforte, Luca Fattorini al contrabbasso e Armando Sciommeri alla batteria individuano nuovi canali interpretativi senza rinunciare a spontaneità e freschezza. La bellezza di questi settantadue minuti di ascolto risiede nella grande apertura interpretativa data al nostro subconscio. Emozioni, ricordi, pensieri reconditi riescono ad affiorare con fluida naturalezza. Il potere del jazz e la bravura della Mario Raja Big Band sta proprio nell’essere riusciti a creare una dimensione unica ed individuale pronta a rinnovarsi ad ogni singolo ascolto.

Raffaella Sbrescia

 

Queen’s Fanfare (Mario Raja)

Pas du tout (Mario Raja)

Childhood Lost (Enrico Bracco)

Utah (Steve Lacy)

Mad Rag (Mario Raja)

Abeti piccoli (Mario Raja)

Pleasure Is All Mine (Björk, Tagag, Mike Patton)

Winter Lullaby (Pietro Lussu, Alice Ricciardi)

Esteem (Steve Lacy)

Bird Calling (Mario Raja)

“Chiamate Napoli… 081”: la Partenope postcontemporanea secondo Marco Zurzolo

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Sassofonista, compositore e arrangiatore classe 1962, Marco Zurzolo segna un nuovo passaggio evolutivo all’interno della storia musicale partenopea con “Chiamate Napoli… 081”, un nuovo lavoro discografico giunto a 20 anni di distanza dall’ album d’esordio “Lido Aurora”, pubblicato nel 1995. Capace di attraversare stili differenti cesellando di volta in volta suoni sempre inediti, Zurzolo sceglie di convergere energie e riferimenti in dieci brani legati da un unico file rouge: Napoli. Rispecchiando fedelmente l’ideale di una città caratterizzata da infinite sfumature, anche le composizioni proposte da Zurzolo si rivestono di molteplici colorazioni: ora leggiadre, minimal ed essenziali, ora corpose e suadenti, ora melanconiche e crepuscolari. Con un titolo di chiara matrice meroliana, “Chiamate Napoli… 081” rappresenta la tangibile testimonianza di una possibile connivenza dicotomìtica tra amore incondizionato e rabbia furente. Registrato, missato e masterizzato allo studio Hypnocampo, “Chiamate Napoli…081” è stato prodotto da Itinera e distribuito da Goodfellas. Raccogliendo il frutto delle numerose e variegate esperienze musicali che si sono susseguite nel corso degli anni, Zurzolo ed il suo quartetto acustico composto da eccellenti musicisti quali Francesco Villani al pianoforte, Diego Imparato al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria incanalano input e stimoli in un unico vortice sonoro. Ogni singola traccia è parte di un unico discorso lineare che, attraverso un meticoloso processo di sublimazione  tra acustica ed elettronica, ad opera di Piero De Asmundis, riesce a collocarsi nel nostro tempo senza alcuna forzatura. Particolarmente suggestiva la  rilettura di “I Often Think They Have Merely Go” di Gustav Mahler,  arrangiata da Gabriella Grossi (sax baritono) con il contributo vocale di Francesca Zurzolo. Tra gli illustri ospiti coinvolti in  questo progetto segnaliamo anche Ciccio Merolla Stefano Iorio presenti in “Pelle arsa”, immaginifico il contributo del  violoncellista Leonardo Massa in “Trustin’ me”, malandrino e tentatore l’effluvio al sax proposto in “Orme di mandorla”. L’energia, il carisma e la maestrìa con cui Zurzolo racconta la sua visione di Napoli si confà, per concludere, al modus vivendi partenopeo senza manierismi di sorta e soprattutto senza stravolgerne la tradizionale natura.

Raffaella Sbrescia

La tracklist: 1. Orme di Mandorle – 2. Terra Infuocata – 3. Pelle Arsa – 4. A Bruno – 5. Respiro Forzato – 6. Sogno antico – 7. Trustin’ me – 8. Napoli Centrale – 9. I Often Think They Have Merely Go – 10. Sinfonietta.

 

Gianna Nannini porta il suo rock nei teatri con “Hitstory Tour 2016″. Le date e le novità

Gianna Nannini live ph Elena Di Vincenzo

Gianna Nannini live ph Elena Di Vincenzo

Gianna Nannini sceglie i teatri per la sua nuovissima esperienza live. Dopo aver presentato al pubblico “Hitstory”, la raccolta  che contiene tutti i brani storici, sei inediti e la versione remake di “Un estate italiana”, l’artista ha annunciato le nuove date del suo tour “Hitstory Tour 2016″, organizzato e prodotto da F&P con Saludo Italia in collaborazione con David Zard, durante un incontro esclusivo, targato Jack Daniel’s, tenutosi lo scorso 19 dicembre al Serraglio di Milano. La cantautrice si è esibita al piano in un toccante medley, ha interagito a lungo con i fan accorsi da tutta Italia e non si è sottratta neanche ad una lunga sessione di foto ricordo e autografi. «Hitstory raccoglie tre album che ripercorrono la storia della mia vita. Ho voluto scegliere personalmente cosa raccontare per tracciare una riga con il mio passato artistico e dare inizio al nuovo e al futuro», ha raccontato Gianna al pubblico.

Gianna Nannini live ph Elena Di Vincenzo

Gianna Nannini live ph Elena Di Vincenzo

«L’idea di suonare nei teatri nasce dall’esigenza di farvi  ascoltare tutte le sfumature della mia voce e della mia musica. Non esistono altri luoghi adatti oltre ai teatri. Non posso portare gli archi nei palasport e la mia voce ha bisogno degli archi», ha aggiunto. «A questo aggiungo che vorrei cambiasse anche l’atteggiamento reverenziale che si ha in determinati luoghi: i miei fan non devono farsi bloccare dalla sacralità del teatro, devono fare quello che gli pare!», ha sentenziato la rocker, che, sul palco, sarà affiancata da un gruppo ritmico composto da grandi musicisti: oltre a Davide Tagliapietra alle chitarre, saranno infatti con lei Moritz Müller e il bassista Daniel Weber, oltre a un tastierista e tre coristi per un irresistibile concerto-spettacolo il cui intento sarà quello di coniugare il rock con il classico sempre all’insegna delle grandi emozioni che Gianna continua a regalarci senza mai deludere le aspettative.

Raffaella Sbrescia

HITSTORY TOUR 2016, le date:
20 MARZO           TORINO – Auditorium del Lingotto G. Agnelli
21 MARZO           TORINO – Auditorium del Lingotto G. Agnelli
26 MARZO           SANREMO – Teatro Ariston
4 APRILE             MILANO – Teatro degli Arcimboldi
5 APRILE             MILANO – Teatro degli Arcimboldi
7 APRILE             MILANO – Teatro degli Arcimboldi – NUOVA DATA
8 APRILE             MILANO – Teatro degli Arcimboldi
11 APRILE           LUGANO – Pala Congressi
13 APRILE           ROMA – Auditorium Parco della Musica
14 APRILE           ROMA – Auditorium Parco della Musica
17 APRILE           PARMA – Teatro Regio
20 APRILE           TRIESTE – Teatro Rossetti
23 APRILE           PADOVA – Gran Teatro Geox – NUOVA DATA
29 APRILE           FIRENZE – Teatro Verdi
30 APRILE           FIRENZE – Teatro Verdi
2 MAGGIO            FIRENZE – Teatro Verdi
4 MAGGIO            BOLOGNA – Europauditorium
7 MAGGIO            MONTECATINI (PT) – Teatro Verdi – NUOVA DATA
10 MAGGIO         NAPOLI – Teatro Augusteo
11 MAGGIO         BARI – Teatro Team – NUOVA DATA
14 MAGGIO        VERONA – Arena – NUOVA DATA

 

Cage the Elephant: un passo in avanti con “Tell me I’m pretty”

CAGE THE ELEPHANT cover

Con “Tell Me I’m Pretty”, il loro quarto album da studio pubblicato il 18 dicembre 2015,  i Cage The Elephant imprimono un’impronta ancora più definita al proprio percorso musicale con dieci brani energici e suggestivi. Prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys e degli Arcs, mixato da Tom Elmhirst  e registrato all’Easy Eye Sound di Nashville, in Tennessee, ” Tell Me I’m Pretty” unisce il garage pop alle jam di ispirazione anni ’70. La fascinazione ispirata da questo lavoro risiede anche e soprattutto nella scelta di aver voluto registrare molti dei 10 brani in tracklist in un’unica take, catturando così tutta la loro travolgente energia live. A lungo on the road, la band ha registrato, infatti, il tutto esaurito ai loro concerti da headliner esibendosi al fianco di Black Keys, Foo Fighters, Muse e Queens Of The Stone Age. Oggi il gruppo torna a farsi sentire forte e chiaro con un nuovo lavoro considerato, forse ingiustamente, come successore del precedente album “Melophobia” (2013). Nato dall’esigenza del quintetto composto da  Matt Shultz (voce), Brad Shultz (chitarra), Daniel Tichenor (basso) e Jared Champion (batteria) di tornare alle atmosfere e agli intenti da cui erano partiti all’inizio della loro carriera artistica, il disco appoggia l’intera struttura ossea su costruzioni rock semplici e genuine. Tra tutti i brani, evidenziamo “Cold Cold Cold” la cui cruda bellezza rimanda agli anni Sessanta, di “Trouble” apprezziamo lo spunto psichedelico, nuovamente ripreso in “How Are You True” . Veraci e intriganti “That’s Right” e “Punchin’ Bag”. Finale pirotecnico con “Portuguese Knife Fight”, nuovo papabile manifesto del cinismo postcontemporaneo.

Raffaella Sbrescia

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Video: Mess Around

All you can eat: le nuove sfaccettature degli Slivovitz

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Imperioso, fluido, variopinto, appassionato: questo è “All you can Eat”, il nuovo album degli Slivovitz, attivi sulla scena jazzrock napoletana dal 2001. Nella loro discografia tre album: Slivovitz (2006), Hubris (2009) e Bani Ahead (2011). Tre prove discografiche in cui i 7 musicisti hanno saputo dimostrare un notevole piglio creativo confluito una speciale formula progressive gypsy electro eclectic jazz. Il fascino ossimorico di questo nuovo lavoro risiede nella riuscita contrapposizione di stili, influenze, richiami e ritmi dal mondo. Si va dall’ammaliante atmosfera di “Persian nights”  al perturbante groove di “Mani in faccia” passando per le suggestioni cinematografiche di “Yahtzee”, l’immaginifico tocco folk di “Barotrauma” e la solenne maestosità di “Hangover”. Le composizioni degli Slivovitz sono singole esperienze sensoriali in grado di toccare diversi punti dell’anima, un “All you can eat” sonoro da assaporare ad occhi chiusi e a cuore aperto.

Raffaella Sbrescia

SLIVOVITZ: Derek di Perri : harmonica Marcello Giannini : electric and acoustic guitars Vincenzo Lamagna : bass guitar Salvatore Rainone : drums Ciro Riccardi : trumpet Pietro Santangelo : tenor & alto Sax Riccardo Villari : acoustic and electric violin

Tracklist:

01) PERSIAN NIGHTS 02) MANI IN FACCIA 03) YAHTZEE 04) PASSANNANTE 05) BAROTRAUMA 06) HANGOVER 07) CURRYW URST 08) OBLIO

Video: Passannante

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