Francesco Gabbani: dal successo di “Amen” all’ album “Eternamente ora”. Intervista

Gabbani

Dopo aver vinto la 66° edizione del Festival di Sanremo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, Francesco Gabbani, attualmente impegnato con un tour promozionale in giro per l’Italia per presentare il suo disco  “Eternamente ora”, continua a riscuotere un grande successo di pubblico e di critica e il video di “Amen”  (http://vevo.ly/fCdDwW ), brano in programmazione su tutti i principali network radiofonici e in vetta alle classifiche airplay radio, ha già superato 2 milioni e 500 mila visualizzazioni. Ritratti di note ha incontrato il cantautore a Napoli, in occasione della promozione del disco.

Intervista

Francesco, primo a Sanremo 2016 nelle Nuove Proposte, Premio della Critica Mia Martini e Premio come Miglior Testo per la canzone “Amen”…

E chi più ne ha, più ne metta… si, è stato uno scenario incredibile, non mi aspettavo di ricevere tutti questi premi, per me hanno un doppio valore, sono un po’ una ricompensa di tutto il percorso che ho alle spalle. Oggi ho 33 anni e scrivo canzoni da quando ne avevo 12; un po’ di strada ne ho fatta e devo dire che questo è un momento fantastico.

Scrivi canzoni sin da quando eri giovanissimo, ma in realtà sei nato tra gli strumenti musicali…

Si, è proprio il caso di dirlo. Da quando sono nato e ancora tutt’oggi, mio padre possiede un negozio di strumenti musicali a Massa Carrara, la mia città. Sono nato quindi davvero tra la musica. Molte persone magari crescendo hanno un rifiuto per le cose nelle quali sono nate, per me non è stato così, anzi questo è servito a farmi capire che la musica sarebbe stata la mia forma d’espressione.

Citiamo anche Fabio Ilacqua, l’autore di “Amen”

Assolutamente, senza di lui non sarebbe nata questa canzone…

“Amen” è una canzone ed una parola che ha una duplice chiave di lettura; esprime una serena accettazione e un input al cambiamento.

Sì, proprio così, “Amen” esprime da una parte una accettazione consapevole delle cose, dall’altra parte, in maniera sarcastica, ci consiglia di fare il contrario, di impugnare le nostre vite e capire che noi stessi siamo gli artefici del nostro destino.

Oltre ad “Amen”, il disco contiene sette probabili singoli, ma io faccio il tifo in particolare per la canzone “Software”; il ritornello “Lampadina accenditi” ti entra subito nella testa…

Mi fanno piacere le tue parole, in realtà anche io sono molto legato a questa canzone; parla un po’ del rapporto che abbiamo con la tecnologia. Oggi grazie al web, ai software, alla tecnologia, abbiamo tante facilitazioni; nonostante questo lato positivo però, è anche vero che dovremmo tornare a vivere in maniera più consapevole, senza illuderci che queste cose possano farci cambiare completamente. Nella canzone dico “rimango dell’dea che serva un’idea”, ecco quello che conta sono le idee…

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Francesco, “Eternamente Ora” è un album che offre tanti spunti di riflessione…

Si, dal punto di vista musicale il sound elettronico dell’album ti fa ballare, muovere, ma dal punto di vista dei testi, offre spunti di riflessione su tante sfaccettature della nostra vita; nell’album si parla del concetto di paura sociale, del rapporto tra individualità e  collettività, ma anche di sentimenti e d’amore.

Nel disco c’è una canzone che si intitola “La Strada”. Che cosa vede Francesco Gabbani al momento sulla propria strada?…

Al momento mi cerco sulla strada, proprio come nella canzone. Ognuno di noi si cerca sulla propria strada; siamo individui perennemente in viaggio e la strada passo dopo passo ti fa capire chi sei…

Un altro pezzo dell’album che voglio citare  è “In equilibrio”, del quale è autore tuo fratello Filippo Gabbani.

Si, Filippo sarà il batterista nel tour, mi fa contemporaneamente da coautore e road manager e cosa più importante, da fratello. La canzone è stata mixata da Luca Pretolesi a Las Vegas. Devo ringraziare per questo anche il produttore artistico del disco Pat Simonini.

“Eternamente Ora” è anche un invito a “cogliere l’attimo”…

Si certo. S tratta di un invito a vivere profondamente il presente senza le paure del passato e senza preoccuparsi troppo del futuro. Viviamo pienamente il presente.

Progetti di live imminenti?…

I live dovrebbero partire a maggio. Per essere aggiornati seguitemi sui social e sul sito www.francescogabbani.com

Giuliana Galasso

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Video: Amen

“Eternamente Ora” – Tracklist

1 La strada

2 Amen

3 Per una vita

4 Software

5 Eternamente ora

6 In equilibrio

7 Prevedibili

8 Il vento si alzerà

 

Iskra Menarini presenta “Ossigeno”: il racconto di una carriera vissuta al fianco di Lucio Dalla

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini, storica vocalist di Lucio Dalla, il 4 marzo, presso il teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha presentato in anteprima nazionale il suo album Ossigeno, distribuito da iCompany.
Tra Iskra e Lucio restano 24 anni di sodalizio artistico e umano con tappe e canzoni memorabili come Ciao, Attenti al lupo, Lunedì e Tosca – Amore disperato. Accompagnata da Dalla, Iskra partecipa anche al Festival di Sanremo 2009 cantando quasi amore. L’album “Ossigeno”, rappresenta un’importante tappa della vita artistica di Iskra e raccoglie brani inediti da lei composti e qualche riadattamento di brani di Dalla. Al disco hanno collaborato Renato Zero, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Andrea Mingardi, Sabrina Ferilli, Lino Banfi, Stefano di Battista, Il piccolo Coro dell’Antoniano, Gergo Morales e Marialuce Monari. “Ossigeno” non è solo un disco che raccoglie quasi 50 anni di carriera, ma è un viaggio. Un viaggio alla ricerca dell’amore: le canzoni sono le stazioni da cui partire, i luoghi dell’anima. Ossigeno è una grande metropoli del terzo millennio o il deserto solenne, il passato ed il futuro, l’oriente e l’occidente, il nord ed il sud. Un viaggio anche personale. Un appuntamento irrinunciabile, come un ritorno, in una casa che ha ospitato Iskra per tanto tempo. La casa di un amico e di un grande artista, con cui ha lavorato tanti anni: Lucio Dalla. Un lungo, commosso ma anche sorridente abbraccio al grande artista tramite il rifacimento di alcuni dei suoi pezzi migliori.

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

Iskra Menarini @ Auditorium Parco della Musica di Roma ph Roberta Gioberti

 

The1975: “I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it” è un’installazione musicale

The1975

The1975

Dopo il successo dell’omonimo album d’esordio, uscito nel 2013, arriva  “I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it”, il nuovo album del quartetto inglese THE 1975. Matty Healy, Adam Hann (chitarra), Ross MacDonald (basso) e George Daniel (batteria) rilanciano se stessi e la propria musica con un lavoro ambizioso. L’eterogeneità della loro esteticità musicale si sposa con un intento creativo di tipo consumistico ma in realtà quello che è subito evidente, è un impatto fortemente evocativo. Nelle 17 tracce che compongono questa nuova creatura discografica, registrata a Los Angeles e prodotta da Matty Healy e George Daniel con la collaborazione di Mike Crossey (Foals, Arctic Monkeys), i  quattro ragazzi sono riusciti a plasmare il loro amore per i suoni anni ’80 spaziando tra vibranti riff di chitarra, come accade  in “She’s American” e “Love Me”, suoni elettronici sperimentali e pezzi dichiaratamente pop come, invece, avviene in “If I Believe You”,  “The Sound”.

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La caotica brillantezza di questo album rivela la coscienziosa lavorazione degli arrangiamenti e la vulnerabilità emotiva tipica di una generazione che fatica a districarsi tra baricentri da raggiungere. Preziosi ed incantevoli i tre pezzi strumentali e l’intro onirica proposta in apertura.  Alle atmosfere rarefatte si oppongono fluidi effluvi funk che, a loro volta, lasciano spazio alle più sofisticate tangenziali sintetiche ispirare ai dorati eighties. Le tematiche affrontate nel disco spaziano dalla tipica trama post adolescenziale a più intensi racconti autobiografici di Healy. In questo senso richiamiamo l’attenzione su “The ballad of me and my brain”, “Nana” e “She lays down”. L’investimento emotivo trova i maggiori benefici nell’ascolto di tracce come “Please be naked”, “Lost my head” e nella meravigliosa title track che, tra l’altro, è anche la traccia più lunga del disco. Visto che The 1975 sono attesi in Italia per ben due concerti il 12 e 13 aprile, rispettivamente al fabrique di Milano e all’Estragon di Bologna sarà il caso di non lasciarsi scappare l’occasione di farsi stravolgere da una ventata di pura freschezza.

 Raffaella Sbrescia

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Questa la tracklist di “I LIKE IT WHEN YOU SLEEP, FOR YOU ARE SO BEAUTIFUL YET SO UNAWARE OF IT”:

1. The 1975

2. Love Me

3. UGH!

4. A Change Of Heart

5. She’s American

6. If I Believe You

7. Please Be Naked

8. Lostmyhead

9. The Ballad of Me and My Brain

10. Somebody Else

11. Loving Someone

12. I Like It When You Sleep, For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It

13. The Sound

14. This Must Be My Dream

15. Paris

16. Nana

17. She Lays Down

Video: The Sound

Kanye West spiazza ed incuriosisce il pubblico con “The life of Pablo” .

Kanye West

Kanye West

E’ uscito a sorpresa lo scorso 14 febbraio l’ultimo album di Kanye West, dopo circa 3 anni di lavorazione e molta attesa. Come l’ultima fatica della collega Rihanna, anche “The Life of Pablo” è stato “dato in pasto” a Tidal, la discussa piattaforma fondata da Jay-Z che ha gratuitamente reso disponibile per lo streaming il disco. Benché non sia ancora chiaro se verrà messo in vendita in formato fisico e digitale, ecco perché “The Life of Pablo” è un album che vale la pena di ascoltare. Cominciamo dal titolo, originale e provocatorio: qui il rapper lascia una voluta ambiguità riferendosi forse al pittore Pablo Picasso, rimandando così al mondo dell’arte e della cultura oppure a Pablo Escobar, noto narcotrafficante colombiano e quindi lasciando presagire di muoversi più su un territorio rapper convenzionale, oppure ad entrambi. Il disco si presenta – come è possibile sentire fin dalla prima traccia intitolata “Ultralight Beam”- come un vero e proprio inno “gospel” con tanto di cori, organi e preghiere in sottofondo. Moltissimi i featuring presenti: su tutti, l’amica Rihanna che appare nel bellissimo brano “Famous” – una delle tracce più radiofoniche che contiene un campionamento di “Mi sono svegliato…e ho chiuso gli occhi” della band italiana Il Rovescio della Medaglia – il rapper Kid Cudi, il pluripremiato Kendrick Lamar e perfino Chris Brown.

Molte anche le collaborazioni che all’ultimo sono state cancellate e sostituite nelle versioni finali dei brani per motivi che non ci è dato sapere, facendo infuriare il web: si pensi per esempio a Madonna, che ha prestato la sua voce nel brano “Highlights”, sostituita all’ultimo dal rapper The-Dream oppure all’australiana Sia, che doveva comparire nel magnifico brano “Wolves”, sostituita poi da Frank Ocean.
Kanye vuole ancora una volta spiazzare il suo pubblico attraverso la costante ricerca di una varietà di suoni nuovi ed inusuali. Se il medesimo intento era stato applicato anche al precedente album “Yeezus” con esiti discutibili (si rischiava la cacofonia in alcuni brani!), qui il rapper “vince” giocando più sulla varietà di generi: accanto a pezzi più pop e disco (“Highlights”, “Wolves”, “Fade” che sembrano usciti dal suo lavoro più riuscito “808’s and Heartbreak”), troviamo infatti tracce hip-hop e rap più tradizionali (“Real Friends”, “No More Parties in L.A.”, “Facts”) ed interludi auto-celebrativi (“I Love Kanye”).
“The Life of Pablo” è quindi un disco che merita più di un ascolto per essere compreso e che ci ricorda che Kanye West quando vuole sa ancora essere un validissimo artista e produttore della scena hip-hop.

Giacomo Vitali

Anti: il nuovo album di Rihanna delude le aspettative.

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La conosciamo come una delle cantanti più amate del globo ma è anche direttore creativo, brand trasversale di musica, intrattenimento e moda. Stiamo parlando ovviamente di Rihanna, la popstar che ha venduto 54 milioni di album e 210 milioni di brani digitali in tutto il mondo diventando l’artista con il maggiore numero di vendite digitali di sempre. Ha pubblicato 7 album in 7 anni, ha raggiunto la vetta delle classifiche con 13 singoli e ha vinto 9 Grammy Awards, 8 American Music Awards, 22 Billboard Music Awards, 2 Brit Awards, 7 Video Music Awards, 3 European Music Awards, 4 People’s Choice Awards e 4 iHeartRadio Music Awards. Tutte queste notizie sono dati di fatto che possiamo trovare nei materiali riservati agli addetti ai lavori e che riportiamo fedelmente per poter capire meglio come mai “Anti”, l’ottavo album della star sia un’incredibile delusione. L’aspetto più curioso sta nel fatto che il lavoro in realtà è attraversato da una formula sonora piuttosto ricercata, s’intravede un’intenzione sperimentale votata alla fusione tra musica underground e pop mainstream e forse proprio in questo sta il problema.  In “Anti” manca uno stile preciso, una personalità, una direzione chiara. L’unico elemento che attraversa tutto l’album è un sound ispirato alla disco-funk anni ’80. Si passa dall’asettica dimensione di “SZA- Consideration” al fluido mood ambient di “James Joint” alle blande morbidezze di “Kiss it better”. Uno dei brani meno riusciti è proprio il singolo “Work” feat. Drake che, sebbene sia in testa alle classifiche mondiali, dove svetta al #1 della Global Chart di Spotify (al #6 in Italia), al #1 della Hot R&B/Hip Hop Chart, ed entra nella Top5 della Hot100 di Billboard, rappresenta l’esempio tangibile di come un prodotto scadente possa essere osannato in virtù di non si sa quale criterio. A questo proposito, dedichiamo una breve parentesi al doppio videoclip che accompagna la canzone in questione: sette minuti di twerking, trasparenze trash, alcool e volgarità. Viene da chiedersi dove stia l’arte in questo tipo di prodotto, dove stia la Rihanna sperimentale, temeraria, audace che conosciamo. Che sia questa la nuova frontiera del totale menefreghismo? Non rimane che attendere il momento in cui l’artista potrà riscattarsi dal vivo con l’Anti World Tour, il tour mondiale (35 date negli Stati Uniti e in Canada tra febbraio e maggio e 24 concerti in Europa tra giugno e luglio), che vedrà Rihanna impegnata anche in due date italiane: la prima lunedì 11 luglio al Pala Alpitour di Torino e la seconda allo Stadio Meazza di Milano il prossimo 13 luglio. Insieme a lei sui palchi europei, Milano compresa, ci saranno due ospiti d’eccezione, il canadese The Weeknd, rivelazione del 2015 con l’album “Beauty Behind The Madness”  e il rapper americano Big Sean.

Raffaella Sbrescia

Rihanna – Work

Non siamo soli: il cantautorato spirituale di Giovanni Caccamo come baluardo della sensibilità

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Con “Via da qui”, il brano donato e cucito su misura per lui da Giuliano Sangiorgi, Giovanni Caccamo ha conquistato il terzo posto al Festival di Sanremo con un intenso duetto insieme all’amica e conterranea Deborah Iurato. Il brano riporta in auge il sentimento dell’amicizia, intesa nel senso più autentico del termine: «Con questa canzone vorremmo riportare in auge questo sentimento così poco di moda come l’amicizia, perché di solito si parla sempre d’amore. L’essenza del pezzo è la capacità di chiedere scusa, quindi di mettere da parte l’orgoglio in una situazione di difficoltà, che può esserci in un rapporto di amicizia, d’amore, ma anche nel dialogo tra i popoli. Di fatto questa parola magica che usiamo poco, potrebbe essere la chiave per risolvere tanti problemi. La frase che preferiamo del testo infatti è proprio “Se mi sussurri ‘scusa’ resto”», ha spiegato Giovanni durante un recente incontro alla Sugar di Milano.

Oggi ritroviamo il cantautore all’indomani della prima delle otto esclusive anteprime teatrali dell’artista, tenutasi al Quirinetta Caffè Concerto di Roma: «Ero alla ricerca di una maniera per poter dire grazie a tutte le persone che mi seguono – ha dichiarato il giovane cantautore siciliano – e ho pensato che il modo migliore per farlo fosse quello di suonare, gratis per loro, in un teatro». In effetti per poter assistere ad uno degli appuntamenti in programma basta presentarsi in teatro con una copia del nuovo album di Giovanni Caccamo “Non Siamo Soli”, pubblicato lo scorso 12 febbraio per Sugar. L’invito varrà anche per tutti coloro che avranno acquistato l’album digitalmente, che dovranno presentarsi in teatro con la prova d’acquisto rilasciata dallo store digitale da cui hanno effettuato il download.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Ma parliamo proprio di “Non siamo soli”; il disco prende il titolo da un energico brano composto dallo stesso Caccamo, che racconta: «Ho cercato di trovare un suono coerente con me e con le mie canzoni. Protagonisti sono i testi, le melodie e la voce. Il titolo prende il nome da uno dei brani più importanti dell’album, che ho scritto a Gerusalemme e che si basa sulla considerazione che anche nelle situazioni di solitudine chiunque può alzare gli occhi al cielo e trovare qualcuno pronto a tendere una mano. È un invito a una spiritualità che non ha un nome e che secondo me prescinde dalla religione, è un’attenzione verso una verticalità e non solo verso un’orizzontalità terrena». L’intero lavoro, in effetti, è contraddistinto da una cura particolare per la costruzione dei suoni, ricche partiture per archi e arrangiamenti immaginifici rivestono in maniera sartoriale parole scelte con attenzione per catturare il pensiero e lo spirito dell’ascoltatore.

Ad aprire la tracklist è  “Silenzio”: “non parlare, ascolta i suoni e le espressioni del silenzio,  insieme a me, insieme a me”. In un mondo bombardato da parole, pensieri, messaggi, stimoli, il silenzio assurge, dunque, un posto di rilievo, ulteriormente rinforzato da una frequente reiterazione rintracciabile anche in altri brani. “Nonostante noi sopravviverò in questo mondo che ha perduto le regole”, canta Giovanni in “Nonostante noi”, una ballad cullata da una dolce chitarra acustica. Ritmata e decisa la melodia uptempo di “Da domani”: “Finalmente dico ciò che penso, guardo dritto in faccia la realtà perché vivere non è un gioco di paure o almeno non per me”; testa alta e spalle dritte per imparare a scegliere solo quello che davvero fa per noi.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Sulle note di una notte si svolge, invece, la trama di “Senza motivo”: due epicentriche metà si pensano, si aspettano, si cercano, si incontrano, si perdono.  Preziosa e delicata è la magia di “Resta con me”, la vera perla di tutto l’album. Giovanni Caccamo duetta con una meravigliosa Carmen Consoli coronando il suo sogno e regalandone, a sua volta, uno nuovo a noi, beneficiari di un’alchimia davvero unica: «Resta con me anche senza dire niente, anche senza dire quello che vorrei sentirti dire ancora. Come vorrei che questa luce illuminasse i miei tormenti e le maree; come vorrei che queste foto appese mi parlassero di te; amarti non è certo una follia” e poi, ancora, “Senti come sono vicino pur essendo lontano da te, la notte ci sorride, la luna è sempre quella se le guardi da quaggiù anche se qui manchi tu. Resta con me, osserviamoci in silenzio, non lasciamo spazio a tutti quei fantasmi respiriamo ancora”. Un crescendo melodico e semantico intriso di pathos e di sentimento autentico, solo per vere anime sensibili.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

  Tutt’altro registro per “Rimani”, un brano tutto da ballare per stemperare i toni e provare a districarsi con leggerezza tra pensieri complessi. Potente ed energica anche la veste sonora di “Sei”, spassosa, originale ed irriverente la trama swing di “Più tempo”. Intima ed essenziale, forse ancora più godibile, la versione acustica di “Via da qui”. Immancabile anche “Amore senza fine”, la speciale cover portata all’Ariston con Deborah Iurato, scelta per omaggiare una colonna della nostra musica come Pino Daniele e portare avanti un messaggio preciso. A chiudere il disco è una storia d’amore a lieto fine;  si tratta di “Insieme per l’eternità”, la canzone che Caccamo ha cantato insieme a Malika Ayane per il cortometraggio “Lava”, proiettato in occasione dell’uscita del film “Inside Out”, targato Pixar. Un piccolo sogno d’amore eterno ci restituisce l’ingenuità che, mentre il cinismo ed il disincanto imperante stanno tentando di toglierci, nella penna di artisti come Giovanni Caccamo, continua ad esistere facendoci commuovere senza riserva alcuna.

Raffaella Sbrescia

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Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

 

Video: Via da qui

Il debutto degli ORk al Quirinetta Caffè concerto con le canzoni di “Inflamed Rides”

Ork @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Ork @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Evento di indiscusso interesse, e di meritato successo, quello andato in “scena” sul palco del Quirinetta il 4 febbraio scorso, con l’esibizione degli ORk, che hanno messo in programma ben 10 date italiane per presentare il loro cd, “Inflamed Rides”.
Album di debutto di questa incredibile formazione, in live non delude le aspettative del numeroso pubblico che ha affollato la sala dell’ex Cinema, quest’anno location di eventi di notevole spessore musicale.
Il progetto vede riuniti quattro talenti fenomenali: Pat Mastelotto, ex componente dei King Crimson, alla batteria, Carmelo Pipitone, dei Marta sui Tubi alla chitarra, e Colin Edwin dei Porcupine Tree al basso. Il tutto ad accompagnare la voce di Lorenzo Esposito Fornasari (aka LEF), cantante e compositore bolognese, che, nonostante la giovane età, vanta collaborazioni di rilievo tanto in ambito nazionale, quanto internazionale.

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

“Giostre infiammate”, a fondere psichedelia acustica, elettronica raffinata e ipnosi sonora in maniera energetica ed imponente. Un ascolto accattivante, avvolgente, addirittura seducente in alcuni momenti che hanno visto protagonisti Pipitone e Edwin in un botta e risposta tra basso e chitarra che ha toccato livelli di vera e propria poesia vibrante.
Un bel sostegno sicuramente alla voce di LEF, una voce capace di supportare sonorità che vanno dal quasi impercettibile sussurro, all’esplosione vocale fragorosa.
Quattro artisti diversi per storia, collocazione, origine, età, in perfetta sintonia tra di loro, a regalare a giovani e meno giovani una materia nuova, che amalgama gli ingredienti e tira fuori qualcosa di veramente diverso. Diverso e piacevole, essenziale, seppur variegato, e potente. Un riuscito incontro generazionale.

Articolo e photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Vi invitiamo seguire la programmazione del Quirinetta, di cui alleghiamo il link http://www.quirinetta.com/eventi/

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Intervista ai Marlene Kuntz: le intuizioni, i suoni e le verità di “Lunga attesa”

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“Lunga attesa” è il titolo del nuovo lavoro discografico dei Marlene Kuntz, il decimo di una band che, dopo 25 anni vissuti spendendosi sui palchi di tutta Italia, torna dimostrando di avere ancora parecchio da darci e da dirci. All’indomani dei grandi festeggiamenti in occasione del ventennale dall’uscita di “Catartica”, Cristiano Godano e compagni sfornano 12 inediti intrisi di verità concettuali assolute ed impreziositi da suoni cesellati da chitarre imperiose, potenti, energiche, assetate di occhi e orecchie. Anticipato da “Fecondità”, l’album da ascoltare necessariamente nella sua interezza, è caratterizzato da un’ attitudine autenticamente rock eppure non mancano sorprese di natura intima e commovente. All’interno di una realtà che ci disintegra, impressionano frasi come “fammi ascoltare il tuo silenzio”. Senza un equilibrio e tra oceani di stupidità, il rigoglio strumentale e semantico dei Marlene Kuntz si snoda lungo riverberi, distorsioni ed intuizioni in grado di smuoverci e di risvegliarci da un catatonico stato di rassegnata contemplazione ricettiva.

Intervista a Cristiano Godano

“La realtà ci disintegra, nulla c’è che ci reintegra”?

“Narrazione” è frutto di un’intuizione che non ho ancora  messo a fuoco del tutto. Nel  mito e, più in generale,  in tutto ciò che le favole tramandano, risiede qualcosa di emotivamente più importante e in grado di segnarci nel profondo. Per contrasto, quindi, se da una parte c’è la narrazione, dall’altra c’è tutto ciò che ci viene trasmesso dalla realtà che ci circonda. Mi è venuto facile pensare alla realtà che ci disintegra e che ci rende persone impermeabili all’emotività e alle problematiche contingenti.

In  “Lunga attesa” ci sono degli interrogativi che non lasciano spazio all’evasione…

Nel renderci conto di quanto siamo piccoli di fronte all’universo diventa tutto un po’ vertiginoso. Certi grandi interrogativi sono stati al centro delle riflessioni di filosofi, poeti, romanzieri, fisici, astronomi. Non si tratta di stare con le spalle al muro ma di acquisire una certa consapevolezza ci dà la possibilità di discernere con più lucidità e di mantenere le distanze dalla dilagante moda del creazionismo.

Marlene Kuntz ph Andrea Simeone

Marlene Kuntz ph Andrea Simeone

I suoni che proponete in quest’album picchiano duro, una pressione sonora in controtendenza rispetto a quello che ci viene proposto da più fronti. Come mai questa scelta , cosa vi ha dato l’entusiasmo per darci dentro senza mezza misure?

 In fondo neanche noi lo avremmo pensato , abbiamo fatto un tour dedicato a “Catartica”, il nostro primo disco e, per poterlo celebrare al meglio, abbiamo fatto molte prove e abbiamo suonato diversi brani che non toccavamo da diversi anni.  Quando siamo entrati in sala prove avevamo il sospetto che la pressione sonora ci avrebbe disturbato l’orecchio. Contrariamente alle aspettative, la cosa non è andata in questi termini, ci siamo divertiti a tirare su i pezzi di “Catartica” per cui, quando ci siamo trovati a lavorare ai pezzi nuovi,  non abbiamo avuto paura di fronteggiare questa pressione che ci ha permesso di scoprire diverse possibilità di creatività e divertimento; è stato tutto molto più spontaneo di quanto noi stessi avremmo potuto immaginare.

Da cosa nasce la costruzione dei vostri suoni?

Il nostro suono è figlio di 30 anni di esperienza e più di 1700 concerti. Alla base c’è tutto il nostro knowhow, un marchio di fabbrica che contraddistingue tanto i Marlene Kuntz quanto tutte le band che hanno un suono riconoscibile.

“Un attimo divino” si discosta dalle altre canzoni contenute nel disco : le Lacrime vengono asciugate da un uomo tanto arrabbiato quanto capace di donarsi senza riserve…

Fin da quando esistiamo, il nostro linguaggio si è sempre mosso lunga una doppia direzione: da una parte c’è l’impeto,  che coincide con la parola Kuntz,  dall’altro c’è la piega romantica e sentimentale, che coincide con la parola Marlene. Anche qui ci sono due o tre brani più vicini alla nostra parte morbida e che fanno parte del nostro patrimonio genetico.

Con quali prospettive vi approccerete alle date europee che a  fine febbraio anticiperanno il “LUNGA ATTESA TOUR 2016”?

Partiremo e ci caricheremo in luoghi dove non siamo abituati a suonare, luoghi  in cui la gente non ha ancora avuto modo di vederci. Siamo sicuri al 100% che saranno le comunità italiane a venire a vederci ma si tratta comunque di persone che non siamo abituati ad avere sottopalco. Queste date serviranno a  scaldarci ma ovviamente la cosa non implica che ci sarà minor tiro e che non avremo i pezzi in mano come quando saremo in Italia.

Il 17 febbraio arriverà  nei cinema di tutta Italia ”Marlene Kuntz. Complimenti per la festa”, il film diretto da Sebastiano Luca Insinga, che celebra i Marlene Kuntz, a vent’anni dal loro album di debutto “Catartica”. Anche se non siete intervenuti nella scelta dei materiali, cosa avete provato rivedendovi?

“Complimenti per la festa” mostra i Marlene Kuntz sotto una veste molto intima.

I ragazzi che hanno lavorato al film hanno chiesto materiali a persone a  noi vicine, ovvero coloro che ci sopportavano agli inizi. Si tratta di un racconto dal risultato curioso, ci siamo fatti prendere per mano dal filo della narrazione e pensiamo che lo stesso accadrà al pubblico.

Raffaella Sbrescia

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TRACKLIST “LUNGA ATTESA”:

1. Città dormitorio

2. Fecondità

3. Formidabile

4. Leda

5. Lunga attesa

6. Narrazione

7. Niente di nuovo

8. La noia

9. Il sole è la liberta

10. La strada dei ricordi

11. Un attimo divino

12. Un po’ di requie

“LUNGA ATTESA TOUR 2016”

25 FEBBRAIO - PARIGI – L’ALIMENTATION GENERALE

27 FEBBRAIO - BRUXELLES – VK

28 FEBBRAIO - LONDRA – HOXTON SQUARE BAR & KITCHEN

29 FEBBRAIO - DUBLINO – WHELAN’S

2 MARZO - AMSTERDAM – SUGAR FACTORY

11 MARZO – MILANO – FABRIQUE (TIMmusic ONSTAGE AWARDS WEEK)

12 MARZO – MARGHERA (VE) – RIVOLTA

17 MARZO – COSENZA – UNICAL

18 MARZO – GROTTAMMARE (AP) – CONTAINER

19 MARZO RIMINI – VELVET

23 MARZO – ROMA – QUIRINETTA

24 MARZO – TERNI – OPIFICIO

25 MARZO – VERONA – MALKOVIC C/O PIKA CLUB

26 MARZO – BERGAMO – DRUSO

01 APRILE – TORINO – HIROSHIMA MON AMOUR

02 APRILE – PERUGIA – AFTERLIFE

08 APRILE – GATTATICO (RE) – FUORI ORARIO

09 APRILE – FIRENZE – AUDITORIUM FLOG

10 APRILE – S.MARIA A VICO (CE) – SMAV

15 APRILE – SAMASSI (CAGLIARI – MEDIO CAMPIDANO) – BIGGEST

20 APRILE – BOLOGNA – LOCOMOTIV

21APRILE – BRESCIA – LATTERIA MOLLOY

22 APRILE – BRESCIA – LATTERIA MOLLOY

23 APRILE – LIVORNO – THE CAGE

Video: Fecondità

Hellvisback: le mille facce di Salmo

Salmo Hellvisback Digital (1)

Con “HELLVISBACK”, pubblicato il 5 febbraio 2016 per Sony Music, SALMO torna sulla scena musicale italiana con un progetto discografico unico nel suo genere. Il titolo dell’album rappresenta un omaggio ad Elvis Presley, cui Salmo s’ispira per la creazione di un nuovo supereroe nato negli inferi, Hellvisback, per l’appunto, scelto come inedito emblema di questa nuova creatura musicale. Prodotto dallo stesso Salmo e da Low Kidd, l’album è disponibile in molteplici versioni: Cd standard, Deluxe Edition (cd+fumetto), Deluxe Limited Edition numerata (cd + fumetto + vinile + t-shirt) e vinile. In “Hellvisback”, il primo disco di inediti dopo il fortunato “Midnite” del 2013, Salmo passa dall’autocitazione sia diretta che trasversale, alla sperimentazione nuda e cruda.  In qualità di rapper, producer, musicista, sceneggiatore e attore, Salmo dimostra di non avere paura di osare e, in questo disco che oscilla tra vecchio e nuovo, il baricentro sta proprio nella scrittura dello stesso Salmo. All’interno delle 13 tracce che compongono la tracklist e della  spassosissima ghost track dedicata ai discografici, l’artista unisce diversi linguaggi lasciando confluire idee, provocazioni, giochi di parole,  incastri metrici e menzioni senza battere ciglio.

Salmo ph Alessandro Treves

Salmo ph Alessandro Treves

Arricchito da tre featuring d’eccezione: “BENTLEY VS CADILLAC” feat. Travis Barker (Blink 182), “IL MESSIA” feat. Victor Kwality & Travis Barker, “PEYOTE” feat. SBCR (aka The Bloody Beetroots), il progetto, anticipato dal potente singolo  autobiografico “1984”, si snoda attraverso canzoni che vengono troncate di punto in bianco (“7 Am”), altri che a metà strada cambiano ritmo e stile (“Mic Taser)  e una jam session da brivido come “Peyote”, nata da una notte in compagnia di SBCR (Blody Beetroots). A sigillare l’ ammirevole eclettismo dell’artista c’è anche il  n. 0 del fumetto che accompagna la Deluxe Edition del disco: tutto ha inizio con la morte di Salmo che si ritrova all’inferno con Elvis. Dalla fusione dei due personaggi ha origine Hellvisback, il supereroe che combatterà Satana per impedire una nuova Apocalisse. L’avventura è appena iniziata.

 Raffaella Sbrescia

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Video: 1984

TRACKLIST

Mic taser
Giuda
Io sono qui
1984
Il messia (feat. Victor Kwality & Travis Barker)
Daytona
Bentley Vs Cadillac (feat. Travis Barker)
7 am
L’alba
Hellvisback
La festa è finita
Black widow
Peyote (feat. SBCR)

Intervista ai Perturbazione: Non c’è racconto senza mistero siamo “le storie che ci raccontiamo”

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“So that’s as wide as we look at stories. A story is the relationship that you develop between who you are or who potentially are and the infinite world and that’s our mythology”. Con le parole del regista angloindiano Shekhar Kapur si chiude il booklet de “Le storie che ci raccontiamo”, il nuovo e settimo album di inediti dei Perturbazione, pubblicato per Mescal il 22 gennaio 2016 a quasi tre anni di distanza da “Musica X”. La scelta di questa citazione non è casuale, l’album, prodotto da Tommaso Colliva (Muse, Calibro 35, Afterhours, Dente, Le Luci Della Centrale Elettrica, Ministri) e registrato in Inghilterra tra il Tilehouse Studio di Mike Oldfield e il Toomi Labs dello stesso Colliva,  si muove su quella linea sottile che separa ciò che siamo realmente da quello che raccontiamo di noi e lo fa attraverso una manciata di preziosi brani che scavano tra gli interstizi e scovano storie, vite e immagini in cui ciascuno di noi potrà ritrovarsi. Con questo lavoro i Perturbazione ritrovano una propria dimensione dopo che nel 2014, il chitarrista Gigi Giancursi e la violoncellista Elena Diana hanno lasciato il gruppo. Oggi, con un ritrovato entusiasmo e con un importante bagaglio musicale, letterario e artistico, la band di Rivoli torna ed emozionarci con una leggerezza di spessore. Ad impreziosire il lavoro ci sono alcune brillanti collaborazioni: quella con la cantautrice Andrea Mirò in “Cara Rubrica del cuore”, il coinvolgimento del rapper Ghemon in “Everest” e Emma Tricca, cantautrice italiana amatissima nel Regno Unito, ha invece duettato con loro nella titletrack. Al pianoforte troviamo, infine, Massimo Martellotta (dei Calibro 35). Il disco di apre con “Dipende da te”: donare o prendere, fermarsi o correre, fuggire o fingere sono gli interrogativi che ogni giorno scandiscono il nostro vivere. Bellissima la trama di “Trentenni”: ti stai guardando attorno, cerchi una dimensione che vada oltre ad un part-time da 20 ore in una galleria senza contratto con i fanali spenti in cerca di un contatto”. Dal particolare si passa ad una trasposizione universale senza soluzione di continuità ed ecco emergere l’immagine nitida di una generazione incerta e tramortita. Non c’è racconto senza mistero siamo le storie che ci raccontiamo, ecco l’essenza di un lavoro che non ci stancheremo di ascoltare.

Intervista

Qual è lo spunto narrativo di un brano attuale come “Trentenni?”

Tommaso: Trentenni come tante canzoni del disco non è una canzone autobiografica. Nella fattispecie si tratta di una storia privatache noi abbiamo cercato di rendere più intima e allo stesso tempo universale. Alla base ci sono gli elementi di crisi di una storia sbilanciata in cui la protagonista si rende conto di aver portato troppo avanti una storia ormai finita. Mi piace l’atmosfera, il contrasto che c’è tra il groove della canzone e quel filo di malinconia che viene fuori da un testo combattivo. Più in generale, mi piace il fatto che i nostri ritornelli siano specchi deformanti, lasciamo sempre al pubblico l’interpretazione,  è bello che l’ascoltatore abbia la possibilità di entrare nella canzone e scegliere tra diverse visioni di sè.

A proposito di groove, come avete lavorato ai suoni e agli arrangiamenti con Tommaso Colliva?

Cristiano: La prima grande differenza sta nell’essere passati da sei a quattro, due persone sono andate sono andate via, erano strumentisti e contribuivano molto alla scrittura musicale. Con Tommaso abbiamo fatto un lavoro che in un certo senso riprende quello dell’ultimo disco “Musica X”. A 40 anni ci siamo svegliati con la voglia di muovere un po’ il culo, d’altra parte mentre prima avevamo bisogno di una terapia d’urto per cambiare completamente il nostro universo sonoro, su questo disco volevamo reimpossessarcene un po’ e con Tommaso è stato facilissimo perché si presta molto al servizio del gruppo. Lavorare Con Tommaso Colliva è stato molto stimolante, lui ci ha invitato per ragioni lavorative in Inghilterra per produrre questo disco e noi siamo partiti vivendolo come un nuovo inizio. Per quanto riguarda noi, io e Alex abbiamo lavorato in un clima di grande armonia togliendoci molte frizioni ma anche lo sfizio di includere tutti i nostri ascolti di matrice britannica. Ci siamo fatti ispirare dal pop inglese con il quale siamo cresciuti, a partire dai “The smiths” per la parte elettronica, passando per i “Pet Shop Boys”; ci piaceva il suono elegante che coniuga l’elettronica con i suoni elettro acustici.

Tommaso: quello che cerchiamo di fare soprattutto con gli ultimi dischi è un pop coraggioso, che cerca di comunicare un’atmosfera. Lavoriamo su metriche e linee melodiche che non debbano essere per forza simili tra loro. Il tema di questo album è venuto fuori alla fine.Difficilmente partiamo da un concept, di solito si riassume alla fine quello che si è raccontato. La title track sembra un bellissimo epilogo che racchiude tutto quanto: non c’è racconto senza mistero. C’è sempre una misura tra chi sei e chi racconti di essere e questa verità diventa ancora più autentica in un’epoca in cui ci si racconta molto attraverso i social. Andando a spulciare Instragram è buffo vedere come poche immagini seriali riflettano piccole crepe di ciascuno di noi.

Quali sono gli spunti su cui avete lavorato tu e Rossano per i testi?

Tommaso: Tanti spunti vengono a me e Rossano vengono in mente, seguiamo i social che curiamo noi stessi, ci sono corsi e ricorsi rispetto a come si rappresentano le persone, i social sono steroidi del malumore, tendono a tirare fuori lati di persone che di solito si nascono molto. “Cinico” ruota attorno a queste idee ma anche al nostro cinismo, al nostro aver compiuto 40 anni, all’aver conquistato una scorza che ti serve nella vita. Ci sono molti punti di vista maschili e femminili, cercare di essere se stessi è la cosa più difficile di tutte.

Perturbazione

Perturbazione

Raccontateci del nuovo sodalizio con Andrea Mirò...
Tommaso: Ci siamo conosciuti prima del Festival grazie a Le città viste dal basso, uno spettacolo in cui abbiamo raccontato le città attraverso la musica di grandi cantautori italiani, quindi eravamo già a conoscenza dell’entusiasmo, della simpatia e del grandissimo talento di Andrea Mirò. Quando siamo stati presi al Festival di Sanremo, ci è venuto in mente che Andrea avrebbe potuto fare il direttore d’orchestra, così glielo abbiamo proposto e lei ha accettato subito. Lo scorso anno abbiamo fatto quattro concerti insieme per testare la nostra alchimia e gli arrangiamenti, c’è stato subito un bel feeling quindi le abbiamo proposto di accompagnarci in tour e lei ha ovviamente accettato con entusiasmo.

Come sono arrivati i contributi di Ghemon, Emma Tricca e Massimo Martellotta?

Abbiamo ascoltato “Orchidee” di Ghemon in furgone tutti insieme e ci è piaciuto molto, avevamo il punto di collegamento di Tommaso Colliva e quando lui ce l’ha proposto, ci è sembrato logico coinvolgerlo. Emma vive da molto in Inghilterra, è una cantautrice folk che produce sia per il mercato musicale britannico che per quello americano; anche in questo caso il punto  di contatto è stato Colliva: ci serviva una persona che avesse un background tale da renderla in grado di raccontare cosa fossero le storie. Infine c’erano diverse parti di piano composte da noi, erano appunti che qualcuno che avrebbe dovuto risolvere; in questo caso Massimo, quinto uomo dei Calibro, ha lavorato da solo e lo ha fatto in maniera straordinaria. C’è un brano che non è finito nel disco, in cui il suo contributo ha fatto davvero la differenza, e speriamo davvero  possa finire nel prossimo.

Come state pensando al tour?

Cristiano: Abbiamo fatto un giro in quattro per prendere le misure e capire cosa porteremo in giro. Il tour nuovo sarà tutto suonato, a differenza di prima in cui ci servivamo di più delle basi; da questo punto di vista avere Andrea Mirò sul palco ci aiuterà molto a trasmettere questa idea. Avremo un approccio più istintivo: un conto è avere il piede sull’acceleratore un conto è avere la velocità impostata del volante.

Raffaella Sbrescia

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 Video: Dipende da te

Dal 20 febbraio parte il tour.
Qui di seguito i concerti.

sab 20 feb – ALESSANDRIA / Laboratorio Sociale
ven 26 feb – MILANO / La Salumeria della Musica
sab 27 feb – RAVENNA / Bronson
gio 3 mar – ROMA / Monk
ven 4 mar – PRATO / Officine Giovani
ven 11 mar – TORINO / Cap 10100
ven 18 mar – BRESCIA / Latteria Molloy
ven 22 apr – CASERTA / Smav
sab 23 apr – PESARO / Stazione Gauss
dom 24 apr – MOLFETTA (Bari) / Eremo Club

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