“On”: Elisa emoziona con leggerezza nel suo nuovo album di inediti

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Pubblicato lo scorso 25 marzo “ON” è il nono album in studio di Elisa. Il disco arriva a circa due anni e mezzo di distanza dal precedente “L’anima vola” e raccoglie 13 canzoni tutte scritte dalla stessa Elisa tranne “Waste your time on me”, scritta da Jack Savoretti. “On” segna una rottura con le precedenti produzioni della cantautrice: una netta preferenza per la musica elettronica, declinata in diverse forme, attraversa, infatti, la nervatura delle nuove canzoni di Elisa che, se a primo impatto, sembrano docili e mansuete, nel giro di pochissimi secondi si rivelano impetuose e travolgenti. Le registrazioni dell’album si sono svolte a più riprese, insieme ad un ristretto di musicisti: alle tastiere Christian Rigano, alle chitarre Andrea Rigonat, al basso e alle programmazioni lo stesso Curt Schneider, alle drum machines e alle percussioni Victor Indrizzo.

Elisa ph Carolina Amoretti

Elisa ph Carolina Amoretti

Il primo brano in tracklist è “Bad Habits”: un ponte tra le radici anni ’90 dell’artista ed un modo di scrivere più contemporaneo; ispirata da produzioni americane e contaminata dall’elettronica, la canzone è stata scritta insieme alla sua band, due giorni dopo il suo matrimonio. Chiusa nel cassetto per diversi anni “Love me forever” prende vita in questo album per omaggiare le produzioni americane anni 60 di Phil Spector. L’anima soul di “Love as a kinda war” si traduce all’interno delle trame struggenti di “tira e molla” sentimentali. Dedicata a tutti combattenti “Hold on for a minute”, mostra un’Elisa più agguerrita rispetto ai brani precedenti. Unica e singolare “Waste your time on me”, una canzone figlia del genio folk di Jack Savoretti,  che Elisa ha fortemente rivisitato regalandole una nuova dimensione in cui sia lei che l’autore si sono ritrovati a pennello. Incentrato sul conflitto tra genitori e figli “With the hurt” racconta paure, incomprensioni, inibizioni, maschere. La stessa Elisa definisce, invece, “Catch the light” come il brano più astratto e visionario del disco.

Elisa ph Carolina Amoretti

Elisa ph Carolina Amoretti

Ispirato agli anni ottanta, “Peter Pan” è nato durante l’esperienza di Amici e testimonia una nuova apertura artistica di Elisa. Potente ed evocativo “No hero” è il brano più forte dell’album in cui l’artista ci invita a credere nei sogni a tutte le età. “Ready now” è un brano controverso, lo spirito è combattente, a volte sarcastico. La mazzata emotiva arriva con “Bruciare per te”, una canzone nata da una poesia che Elisa ha scritto per suo marito Andrea Rigonat. Scritto durante la partecipazione ad Amici dello scorso anno, momento particolarmente creativo per l’artista, il brano racchiude una ritmica ed un testo mozzafiato. L’album si chiude con “Sorrido già” un brano classico che, attraverso i contributi di Giuliano Sangiorgi ed Emma Marrone, vive un moto in crescendo particolarmente vivo sul finale. Gioco e sperimentazione caratterizzano questo vasto e vivo materiale che Elisa mette sul piatto dimostrando tanti modi diversi di approcciare la musica. Leggero ad un primo ascolto, sempre più intendo con una reiterata listening session, “On” testimonia una tensione emotiva dirompente che, sebbene potrebbe far storcere il naso ai fan della prima ora di Elisa, rappresenta un bel mix da vivere attimo per attimo.

 Raffaella Sbrescia

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TRACKLIST

Bad habits
Rain over my head
Love me forever
Love is kinda war
Hold on for a minute
Waste your time on me
With the hurt
Catch the light
Peter Pan
No hero
Ready now
Bruciare per te
Sorrido già

Video: No Hero

“In un sogno è la mia patria”, il promettente esordio dei Siberia a metà strada tra new wave e cantautorato

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Esce ad aprile, per Maciste Dischi, “In un sogno è la mia patria” l’album d’esordio dei Siberia, band livornese nata nel 2010 il cui nome trae spunto dall’immaginario evocato dal libro di Nicolai Lilin intitolato “Educazione siberiana”. Un testo, quest’ultimo, che fa riferimento ad una società in via di sparizione e che ha rappresentato un punto di riferimento per gente come Eugenio Sournia (voce e chitarra), Luca Pascual Mele (batteria), Piero Laganà (basso), Matteo D’Angelo (chitarra) che, con la propria musica, intende indagare gli “estremi”: da un lato, un’eterna adolescenza, dall’altro una maturazione che prende spunto da nevrosi artistiche confluite in un’estetica musicale incentrata sulla new wave e l’autentico cantautorato italiano.  “In un sogno è la mia patria” è stato registrato e mixato presso lo storico Real Sound di Milano con la produzione artistica di Ettore “Ette” Gilardoni. Il disco si compone di 11 tracce caratterizzate da testi evocativi ed autentici. Arrangiamenti energici, a tratti aggressivi, a tratti aged, rendono necessari diversi ascolti per una più completa comprensione del lavoro.

Siberia

Siberia

La voce corposa intensa, matura e vibrante di Eugenio Sournia spicca fin dalle prime note di “Patria”, il brano che inaugura l’album, ulteriormente arricchito da uno special urlato: “Ti ho dato tutto e non è mai abbastanza”; questo è l’urlo disperato inghiottito da un sublime guitar solo. “Gioia, tu sei solo un attimo, io sono sempre così timido nel saperti cogliere”, canta Eugenio, mentre il cantautorato che aggroviglia l’animo fa capolino in “Mare”: “Oggi ho già perso troppe cose, non voglio perdere anche me” è una delle frasi più schiette di un brano che si muove tra effluvi di note potenti e suggestive. La potenza enigmatica di “Sospeso” si muove all’interno dell’intercapedine semantica creata dall’ipnotica combinazione di basso, chitarra e batteria mentre rigurgiti di riff smuovono le trame di “Stella”. Ad innalzare la qualità di questo disco è “Il cavaliere oscuro”, un brano che ha al suo interno ha tutto: poesia, struggimento, dubbio, speranza, originalità.  Da ascoltare e riascoltare.  In un sogno è la mia patria” si chiude con “Una speranza” per elevarsi tra questi uomini che strisciano e che hanno perso di vista ciò che davvero è importante.

 Raffaella Sbrescia

La tracklist del disco: “Patria”, “Gioia”, “Mare”, “Cara”, “Francesca”, “Sospeso”, “Stella”, “Galahad”, “Irripetibile”, “Il cavaliere povero”, “Laura”, “Una speranza”.

Video: Gioia

Intervista agli Zero Assoluto: “Di me e di te” è un album che ci ha messo in discussione

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Pubblicato lo scorso 18 marzo  “Di me e di te” (prodotto da Gaetano Puglisi e Massimo Levantini per Fonti Sonore e distribuito da Warner Music) è il  6° lavoro in studio degli Zero Assoluto. Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi  per la prima volta aprono le porte della loro produzione collaborando con tanti autori di talento del panorama musicale italiano come Antonio Filippelli, Fortunato Zampaglione, Piero Romitelli, Zibba, Fabrizio Martorelli, Rory Di Benedetto, solo per citarne alcuni. “Di me e di te” racchiude dieci tracce all’insegna del pop, in cui convivono perfettamente le due anime degli Zero Assoluto, quella più elettronica e quella più intima e acustica. A fare da apripista a “Di me e di te” l’omonimo singolo presentato sul palco dell’Ariston che ha immediatamente conquistato le classifiche radio e di vendita, e totalizzato più di 1.500.000 views del videoclip ufficiale. Nel disco, anche la cover di “Goldrake” nella versione del cantautore napoletano Alessio Caraturo, che Matteo e Thomas hanno riarrangiato con il Maestro Adriano Pennino, “L’Amore comune” – tra i brani più ascoltati dell’estate 2015 e scelta come colonna sonora del campionato di Serie B ConTe.it della Lega Calcio Italiana, e altri 7 inediti.

Intervista

Ragazzi , come è andata la settimana sanremese?

Delirio puro, ma Sanremo è sempre un’esperienza affascinante. Lo stress e l’emozione vengono  compensati dalla possibilità di presentare una nuova canzone ad un pubblico grandissimo e questo è meraviglioso; lungi da noi il vivere la competizione del Festival; non è stato mai così e mai lo sarà. Abbiamo portato a Sanremo la canzone che ci rappresentava di più e che rappresentava al meglio anche il nostro nuovo disco. “Di me e di te” è una canzone forse poco festivaliera, non la classica ballad, ma a noi piaceva, ed è stata scelta. Siamo soddisfatti di come sia andata…

Hanno collaborato all’album tanti bravi autori; citiamo il primo, Zibba, che ha scritto il pezzo “Luce”; c’è una bellissima frase di questa canzone, che recita “La malinconia è un signore che porta il cane a passeggiare”…

E’ una frase che esprime pienamente la canzone. Nei cinque album precedenti io e Thomas siamo stati gli unici ad essere presenti sia da un punto di vista compositivo che nella scrittura dei testi; questa volta abbiamo sentito il bisogno di aggiungere elementi “estranei”, anche se familiari, nel senso di amici con cui lavorare, metterci in discussione, perché sennò il rischio era di ripeterci. Abbiamo voluto, diciamo così, rimescolare un pò le parole. Nel disco ci sono tanti autori, sia per le musiche che per i testi, come Fortunato Zampaglione, Antonio Filippelli, il già citato Zibba, Piero Romitelli, Rory Di Benedetto, Saverio Grandi, Luca Vicini e tanti altri. Una parte del disco, quella più intimista, più nel nostro stile, è stata fatta a Roma, quella più elettronica a Milano. Lo consideriamo il nostro disco più bello fino a questo momento…

Zero Assoluto ph Julian Hargraves

Zero Assoluto ph Julian Hargraves

Tra i tanti impegni, c’è stato anche quello cinematografico. Avete recitato in un cameo del film “Forever Young”

In “Forever Young”  facciamo una parte straordinaria della durata di circa 34 secondi, ci aspettiamo come minimo un David Di Donatello (Matteo ride…); noi nella parte di noi stessi, gli Zero Assoluto. Un’interpretazione breve ma intensa. E’ stata comunque una bella esperienza. Conosciamo da tempo il regista Fausto Brizzi e ci siamo divertiti. E’ una di quelle esperienze che poi metti nelle casella ricordi…

Tornando all’album, “Di me e di te” è un album di grandi condivisioni…

Sì, l’obiettivo questa volta era quello di fare un album più lucido degli altri, di mettersi in discussione seriamente e completamente e questo lo puoi fare solo se apri le porte alla collaborazione; la cosa bella è che abbiamo discusso tanto, litigato tanto, ma il tutto è stato direttamente proporzionale alla gioia di concludere i pezzi e anche di stringere rapporti di amicizia più profondi. Quando si ha a che fare con un autore, in questo caso amici, si mette in moto uno strano meccanismo per cui ognuno dà il suo, poi c’è il braccio di ferro. Ovvio che se non ti fidi dell’altro, finisci per schiacciarlo; quindi bisogna accoglierlo. Le canzoni di quest’album sono un giusto equilibrio tra quello che abbiamo dato noi e quello che hanno dato gli altri autori…

Progetti di Live a breve?

Sì, a fine primavera, inizio estate. Stiamo già facendo le prove per aggiungere al repertorio i pezzi del nuovo album. Non li faremo tutti ma stiamo scegliendo quelli da portare anche live. A breve, pubblicheremo le prime date sui nostri social, Facebook, Instagram, Twitter. Siamo carichi per la partenza dei live, perché quello è il momento più bello per un artista.

Questo è un album con tanti possibili singoli. Quale sarà il prossimo dopo “Di te e di me”?

Beh, siamo in crisi… in questi giorni stiamo girando negli appuntamenti con i firmacopie e la prima cosa che chiediamo agli ascoltatori e ai nostri fans è “Quale canzone ti piace di più dell’album”?… Al 99 per cento piace sempre la ballad, il lentone, ma si avvicina l’estate e probabilmente sceglieremo qualcosa di più veloce, o forse no. Stiamo pensando seriamente di fare un contest per la scelta del secondo singolo…

Giuliana Galasso

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“Di me e di te” – Tracklist

1)      Di me e di te

2)      Eterni

3)      Una canzone e basta

4)      In noi

5)      Dove sei

6)      E’ così che va

7)      Luce

8)      L’amore comune

9)      Il ricordo che lascio

10)   Goldrake

Dopo l’uscita del disco gli Zero Assoluto presenteranno il nuovo album ai fan. Questi i primi appuntamenti instore:  19 marzo Torino (Feltrinelli Porta Nuova, ore 14) e Cuneo(Galleria Auchan, ore 18), 20 marzo l’Aquila (Centro Commerciale l’Aquilone, ore 17), 21 marzo Roma (Discoteca Laziale, ore 16), 22 marzo Napoli (Mondadori Bookstore Piazza Vanvitelli, ore 18), 23 marzo Catania (Mediaworld c/o CC Porte di Catania, ore 18), 24 marzo Palermo (Mondadori Megastore Via Ruggero Settimo, ore 15), 1 aprile Milano (Mondadori Megastore Piazza Duomo, ore 18),

 Video: Di me e di te

“Amici non ne ho…ma amiche sì”: Loredana Bertè presenta lo speciale album prodotto da Fiorella Mannoia. L’intervista

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Il ritorno musicale di Loredana Bertè è tra i più graditi e sorprendenti. Con la grinta, il coraggio e la prontezza che la contraddistinguono, la rockstar italiana presenta “Amici non ne ho… ma amiche si!”, l’album in vendita dal 1° aprile su etichetta Warner Music in cui l’artista rilegge parte del suo meraviglioso canzoniere con una nuova impronta elettronica grazie all’ottimo lavoro svolto da Carlo Di Francesco – produttore artistico con Fiorella Mannoia, che ha curato gli arrangiamenti del disco assieme a Davide Aru, chitarrista della stessa Fiorella. Il risultato è un rock elettronico, moderno, graffiato e coinvolgente, ispirato a Green Day e Foo Fighters. A rendere ancora più particolare questo progetto sono una serie di duetti che, oltre a regalare una nuova veste a successi immortali, hanno il pregio di riunire in maniera incisiva e costruttiva generazioni differenti. Hanno partecipato alla realizzazione del disco: Emma (“Non sono una signora”), Fiorella Mannoia (“In alto mare” e “Il mare d’inverno”), Paola Turci (“Luna”), Noemi (“Dedicato”), Alessandra Amoroso (“Sei bellissima”), Elisa (“E la luna bussò”), Nina Zilli (“La goccia”), Antonella Lo Coco (“Folle città”), Aida Cooper (“Ma quale musica leggera”), Patty Pravo (“Mi manchi”), Bianca Atzei (“Così ti scrivo”) e Irene Grandi (“Buongiorno anche a te”).

«Tutto è partito da una telefonata di Fiorella. “Che fai” – mi ha chiesto – Che faccio? Sono dieci anni che non faccio niente – le ho risposto»; ha spiegato Loredana Bertè ai giornalisti durante un intenso incontro con la stampa negli uffici della Warner Music a Milano. «Mi sono fidata ciecamente di Fiorella e mi è subito piaciuta la sua idea di riunire le voci femminili più forti. Solitamente queste produzioni le fanno i maschi, perché dicono che fra le donne c’è troppa rivalità. Non è assolutamente vero. Sono grata a tutte le artiste che hanno risposto al nostro invito: non mi aspettavo tutto questo entusiasmo. Molte sono rimaste fuori dal progetto. Qualcuna non mi saluta più (ride, ndr). Volevo convocare la Oxa ma lei odia i cimiteri e non canta se ce n’è uno nei paraggi. Io invece li amo i cimiteri, ho scritto anche ‘Il mio funerale’…», ha raccontato la Bertè.

A dare supporto a Loredana è la stessa Fiorella Mannoia, presente all’incontro: «Loredana voleva incidere un album d’inediti. Io avevo appena festeggiato i quarant’anni di carriera e anche lei. Perciò le ho detto: perché non fai un disco di duetti con tutte donne? Nel momento in cui ha accettato, io e le altre artiste ci siamo strette tutte intorno a lei perché in fondo tutte noi le dobbiamo qualcosa»; ha raccontato l’artista, particolarmente fiera ed emozionata nelle vesti di produttrice.

Loredana Bertè

Loredana Bertè

Nel cd “Amici non ne ho… ma amiche si!” ci sono cinque tracce che portano la firma di Loredana Bertè: “Amici non ne ho”, “Stiamo come stiamo”, “Luna”, “Il mio funerale” e “Mi manchi”. Di Loredana è anche il disegno sulla copertina dell’album (ispirato a Frida Kahlo e Nina Hagen) nonchè la regia del videoclip del brano “E’ andata così”, ispirato al clip di “Movie” che Andy Warhol nel 1981 aveva diretto per lei.

Loredana, in verità, di amici ne ha avuti e ne ha molti. Penne illustri come quelle di Ivano Fossati, Enrico Ruggeri, Mango, Renato Zero, Biagio Antonacci, Ivan Graziani, Edoardo Bennato, Ron, Mario Lavezzi, Gianni Bella, il brasiliano Djavan hanno composto per lei veri e propri capolavori. L’ultimo, in ordine temporale, è  Luciano Ligabue, che ha cucito addosso a Loredana il brano “È andata così”, dopo essere stato chiamato in causa da Fiorella Mannoia: «Cercavo un brano inedito che mettesse in risalto l’anima rock, e sofferente di Loredana, ha raccontato Fiorella, ho chiamato Luciano e lui mi ha subito risposto entusiasta».

Loredana Bertè

Loredana Bertè

«Pensavo di essere lontana dal suo mondo musicale, ha commentato la Bertè, invece Ligabue ha scritto una canzone bellissima, che mi rispecchia totalmente. Quella frase, “mi hanno lasciato il microfono acceso”…  è perfetta. Stare sul palco è una valvola di sfogo. È quando scendo che mi viene la tristezza. Mi ritrovo sola e mi prende la depressione», ha commentato. L’altro inedito presente nel disco è “Il mio funerale”: «L’idea de “Il mio funerale” è nata l’anno scorso quando sono scomparsi uno dietro l’altro Lucio Dalla, Pino Daniele, Mango. È una critica feroce a chi sgomita per andare a tutti i funerali. Quando si muore veniamo tutti beatificati. Tutti tranne Mimì. Non è morta perché si faceva cocaina. Al limite si faceva uno spinello. Una volta gliene hanno messo uno in tasca a tradimento ed è andata in galera», ha confessato Loredana. A proposito di Mimì, la Bertè ha voluto ricantare “Stiamo come stiamo”, portata a Sanremo nel 1993: «Non ero soddisfatta. In quel Sanremo avevo fatto tante versioni della canzone, Mimì cantò la prima edizione del primo testo mentre io cantavo l’ultima. All’epoca non la avvisai che avevo cambiato testo, sbagliai io. “Ma come, cantiamo di mafia russa?”, mi disse. Non mi ha parlato per un anno, mi disse che senza di me sarebbe arrivata prima e non ultima. Era tutto vero. Non lo dimenticherò mai. Così ho deciso di inciderla come sarebbe piaciuta a lei. Mia sorella era l’oceano. Profonda e irrequieta. Era la fine del mondo. È stata infamata con questa storia della iella. Anche l’ultimo dei fonici quando la vedeva si toccava le palle. I registi non volevano lavorare con lei. Ha passato anni a cucire le reti dei pescatori a Bagnara. De Gregori la chiamò perché aveva scritto “La donna cannone” per lei. Ma lei non cantava più e la rifiutò. Troppi avvoltoi hanno spolpato Mimì, tirando fuori dei provini. Quando la chiamavano lei andava a fare le voci. “Tanto le cancello”, diceva, ma gli altri non l’hanno fatto e ora hanno usato tutto quello che c’era di lei. L’hanno massacrata, altrochè omaggi», ha continuato Loredana.

L’incontro si è concluso con un annuncio a sorpresa. A darlo è proprio Fiorella Mannoia: «Ora ci sarà una tournée. Partirà ai primi di luglio, ed è anche previsto un concerto con tutte le amiche a Verona, a settembre. Ancora non c’è una data. Mi piacerebbe che diventasse anche un evento tv». Pronta la replica della Bertè: «Chissà! Di sicuro nel corso delle varie tappe ospiterò le colleghe che vorranno venire a trovarmi. Fiorella ed Emma si sono già prenotate!». Particolarmente significativo il bilancio finale della rocker di Bagnara Calabra: «Ho amato, ho pianto, mi sono drogata, ho fatto sesso sotto cento cieli stellati eppure rimango incazzata con la vita. È genetica, è nel mio dna. E la causa è la famiglia che mi sono ritrovata. Non è vero che il tempo cancella il dolore, anzi, lo accentua. Ora mi sono ridata autostima ma sono passata attraverso un periodo di grande depressione. Per dieci anni non ho fatto altro che alzarmi e respirare, cercando di sopravvivere. Vengo da una grande gavetta, eppure prima di uscire sul palco tremo. Mi calmo solo quando inizio a cantare. Mi chiedo cosa provino oggi i ragazzi che partecipano ai talent show, ai miei tempi io e mia sorella volevamo solo sopravvivere di questo lavoro, mica diventare famose, non era quello l’obiettivo».

Raffaella Sbrescia

Tracklist

1. E’ ANDATA COSI’ (INEDITO CON TESTO DI LUCIANO LIGABUE)

2. NON SONO UNA SIGNORA (CON EMMA)

3. IN ALTO MARE (CON FIORELLA MANNOIA)

4. LUNA (CON PAOLA TURCI)

5. DEDICATO (CON NOEMI )

6 SEI BELLISSIMA (CON ALESSANDRA AMOROSO)

7. IL MARE D’INVERNO (CON FIORELLA MANNOIA)

8. E LA LUNA BUSSO’ (CON ELISA)

9. LA GOCCIA (CON NINA ZILLI)

10. FOLLE CITTA’ (CON ANTONELLA LO COCO)

11. MA QUALE MUSICA LEGGERA (CON AIDA COOPER)

12. MI MANCHI (CON PATTY PARAVO

13 COSI’ TI SCRIVO (CON BIANCA ATZEI)

14. BUONGIORNO ANCHE A TE (CON IRENE GRANDI)

15. AMICI NON NE HO (TUTTI INSIEME)

16. STIAMO COME STIAMO (CON MIA MARTINI)

17. IL MIO FUNERALE (INEDITO)

Video: E’ andata così

Intervista a Rocco Hunt: quando il rap diventa l’espressione di un punto di vista generazionale

Rocco Hunt

Rocco Hunt ph Alessandra Tisato

Dopo il successo ottenuto sul palco del 66° Festival di Sanremo con “WAKE UP”, Rocco Hunt annuncia due speciali live anteprime del “Wake up tour” che prenderà il via in estate: 30 aprile Milano, Magazzini Generali e 6 maggio Napoli, Casa della Musica. Due date che sono solo un assaggio di un tour che si candida a seguire il successo già registrato dal brano sanremese, il più trasmesso durante la settimana del Festival e sempre al primo post della classifica Earone. Ritratti Di Note ha incontrato Rocco Hunt a Napoli, in occasione della promozione del nuovo progetto discografico “Signor Hunt – Wake Up Edition”. Ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista

Rocco, parliamo subito della “Wake Up Edition” del tuo album “Signor Hunt”. Non una semplice riedizione dell’album ma un progetto ricchissimo di nuovi contenuti…

Sì, nello scorso ottobre è uscito l’album “Signor Hunt”. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo, abbiamo deciso di pubblicare un progetto nuovo, ma non mi andava di dare poche cose, poche novità, rispetto alla versione precedente, perciò abbiamo aggiunto ben nove tracce inedite nella Wake Up Edition, il brano sanremese “Wake Up” più altri otto inediti, tra cui la cover del brano di Renato Carosone “Tu vuò fa l’americano”

Uno degli elementi portanti di quest’album è il mare. Nel brano “Tengo voglia ‘e sunnà” ricordi che sei nato su una scogliera, ma il mare ritorna anche nel pezzo in cui hai duettato con Enzo Avitabile, “Eco del mare”. Il mare può essere vita ma anche terribilmente morte…

La mia musica è ricca di “mare”; il mare è una delle metafore che utilizzo per descrivere la vita. E’chiaro che in un pezzo come “Eco del mare”, questo elemento sia il mezzo che porta molte persone, i migranti, da una costa all’altra, e che spesso diventi tragicamente luogo di morte. E’un brano di forte impatto sociale. L’eco del mare rappresenta le voci che arrivano dal mare, voci di speranza, di disperazione, talvolta di morte…

Tra le canzoni della “Wake Up Edition” vorrei segnalare “Qualcosa di strano”, pezzo in cui tu hai fatto una cosa bellissima; hai dato seguito a canzoni storiche della musica italiana come “Silvia lo sai” di Luca Carboni e “Anna e Marco” di Lucio Dalla, raccontando come continuano quelle storie…

Sì, diciamo che ho fatto una versione 2.0 delle storie di quelle canzoni. E’ un brano che parla molto di Bologna; io sono stato a Bologna a casa di Lucio Dalla per il progetto “Bella Lucio” al quale abbiamo partecipato noi rappers italiani e sono rimasto folgorato dalla bellezza delle opere di Lucio, così ho deciso di fare questo omaggio alla storia della musica, vista anche da un ragazzo della mia età, dal punto di vista della mia generazione, perciò adesso Silvia è adulta e Anna e Marco hanno vissuto una storia che si è conclusa con un lieto fine. Diciamo che in questa canzone ho dato sfogo anche alla fantasia e alla creatività…

Rocco Hunt ph Alessandra Tisato

Rocco Hunt ph Alessandra Tisato

Il singolo sanremese “Wake Up” non è solo programmatissimo in radio ma è anche campione di visualizzazioni su YouTube…

Siamo ad oltre 10 milioni di visualizzazioni e di questo devo ringraziare anche le radio e tutti i media che mi supportano da sempre…

 In quest’album hai duettato anche con due donne: Chiara Galiazzo nel brano “Ma allora no” e Annalisa in “Stella Cadente”; in queste due canzoni sei stato quanto mai dalla parte delle donne toccando temi delicati…

Si, ho avuto la fortuna di fare tesoro della forza e della femminilità di queste due grandi artiste, che sono anche un po’ competitors tra loro dal punto di vista musicale. Mi è sembrato giusto scegliere due donne per parlare di donne ed arrivare al cuore di queste ultime. Il pezzo in cui duetto con Chiara parla di una ragazza succube di una storia non proprio felice, mentre il pezzo con Annalisa parla di una violenza subita da una donna e vista dagli occhi di un ragazzo di ventuno anni…

Rocco, vorrei citare altre collaborazioni eccellenti di quest’album, quella con J-Ax, Clementino, Neffa, Gue Pequeno e The Lord of Soul Mario Biondi, con il quale hai duettato in “Back in the days”

In effetti nelle due versioni di quest’album non ci siamo fatti mancare nulla, è ricchissimo di featuring e collaborazioni. A proposito di Mario Biondi, per me è stata una grandissima soddisfazione duettare con lui, ma è stato un onore anche cantare con tutti gli artisti che hai citato. Molti di loro sono amici…

Il 6 Maggio sarai in concerto a Napoli a “Casa Della Musica”…

Dopo il lungo tour di instore, non vedo l’ora di cantare per un pubblico che mi ha sempre supportato, il pubblico napoletano…

Giuliana Galasso

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Signor Hunt  “Wake Up Edition” -Tracklist

CD1 – “Tengo voglia ‘e sunnà”, “Vene e vvà”, “Eco del mare” feat. Enzo Avitabile, “Se mi chiami” feat. Neffa, “Una moneta e un sogno” feat. J-Ax e Guè Pequeno, “O’ posto mio”, “O’ reggae de guagliune” feat. Clementino, Speaker Cenzou e O’ Zulù, “SignorHunt”, “Allora no!” feat. Chiara, “Qualcosa di strano”, “Back in the days” feat. Mario Biondi, “Maletiempo”, “Nu brutto suonno” feat. Luchè, “Altri 100 anni” feat. Nazo, Zoa, Chief, “Marcos” feat. Maruego, “’Na stanza nostra”.

CD2 – “Wake up”, “Sto bene così”, “Stella cadente” feat. Annalisa, “Non parlarmi”, “Girare il mondo”, “Tu vuò fa l’americano”, “Ninna nanna, ninna oh”, “Una lacrima” feat. Lucio Dalla

Anteprime Tour:

il 2 aprile al Campus Industry Music di Parma

Il 30 aprile ai Magazzini Generali di Milano

Il 6 maggio alla Casa della Musica “Federico I” di Napoli

 Video: Wake Up

Alessia Cara presenta “Know-it-all”. II primo mattoncino di una carriera che si prefigura stellare

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La sua musica è un fresco concentrato di energia e riferimenti, lei è Alessia Cara, all’anagrafe Alessia Caracciolo. I suoi genitori sono calabresi ma le sue origini italiane si sposano piuttosto bene con la sua identità canadese. Forte del clamoroso successo ottenuto dal singolo “Here”, che le ha fruttato fama e visibilità in tutto il mondo, la giovane cantante ha pubblicato l’album d’esordio intitolandolo “Know-it-all”, un titolo ironico che gioca sulla giovane età dell’artista che, fin dall’inizio, si è sempre schierata contro preconcetti e convenzioni. I suoi testi traggono ispirazione dalla quotidianità e testimoniano una formidabile tendenza sperimentale. Ecco cosa ci ha raccontato Alessia in occasione dell’incontro stampa avvenuto a Milano qualche giorno fa.

Intervista

Sei canadese ma le tue origini sono italiane. Quanto tricolore c’è in te?
A casa mia si respira molto “l’aria italiana”. Sono cresciuta con Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti e Laura Pausini. So parlare sia italiano sia calabrese visto che i miei genitori parlano per lo più in dialetto!

In che senso ti consideri un’outsider?

Se si pensa ad una popstar, viene sempre in mente qualcosa di stravagante e pazzo, ma io non sono così. Certo, faccio musica pop per cui non posso essere propriamente una anti-popstar eppure ci sono delle cose che proprio non mi piacciono come l’eccessiva attenzione prestata all’immagine. A questo proposito in “My Song” canto: “Io voglio essere imperfetta!”.

Alessia Cara ph Meredith Truax

Alessia Cara ph Meredith Truax

Da cosa trae ispirazione il singolo «Here»? 
Il brano racconta di un party in cui non mi sentivo a mio agio. Nel videoclip del brano ci sono le anche le mie amiche e gli invitati della festa…! In realtà, il mio venerdì ideale è davanti la tv!

Tra le tue tante ammiratrici illustri compare l’osannata Taylor Swift. Quando e come vi siete conosciute?

Tutto è iniziato grazie a Twitter. Mentre cercavo qualcuno che mi intervistasse per il disco, ho provato a chiedere a lei con la convinzione che non mi avrebbe risposto, invece non solo lo ha fatto subito, mi ha anche invitato a cantare per l’opening di un suo concerto nell’ambito del “The 1989 World Tour” e mi ha persino intervistato. Non sembrava neanche che fosse Taylor Swift, è stata molto carina e disponibile!

Qual è il tuo bilancio personale del percorso compiuto fino ad oggi?
Il mio è stato un percorso graduale. Spero di fare nuova musica, magari un nuovo album e perfezionarmi. Questo mio primo lavoro è come un esperimento in cui ho esplorato diversi stili, per il futuro vorrei concentrarmi sul soul e riuscire a trovare il mio sound.

Raffaella Sbrescia

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La tracklist di “KNOW-IT-ALL”

1. Seventeen

2. Here

3. Outlaws

4. I’m Yours

5. Four Pink Walls

6. Wild Things

7. Stone featuring Sebastian Kole

8. Overdose

9. Stars *

10. Scars To Your Beautiful

 Video: Wild things

Glasstress: l’esperienza della materia si converte in suono. Il viaggio visionario di Max Casacci e Daniele Mana aka Vaghe Stelle

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“Glasstress”, pubblicato il 18 marzo2016 per l’etichetta Bad Panda Records, è un album realizzato grazie alla registrazione e al campionamento di tutti gli elementi auditivi presenti nell’ambiente di una “fornace” di Murano: dal potente soffio del forno che raggiunge temperature oltre i 3000 gradi al rumore degli utensili, dalla frantumazione dei vetri di scarti al cannello della fiamma ossidrica. Gli autori di questo particolarissimo lavoro sono Max Casacci, produttore, compositore e fondatore dei Subsonica, e Daniele Mana, musicista e produttore elettronico di culto conosciuto con lo pseudonimo Vaghe Stelle. “Glasstress” nasce dall’omonima mostra d’arte contemporanea in vetro ideata da Adriano Berengo, una realtà che ormai dal 2009 è un evento collaterale della Biennale di Venezia, a cui hanno partecipato alcuni tra i più prestigiosi artisti dell’arte contemporanea internazionale: Jan Fabre, Thomas Schutte, Barbara Bloom, Patricia Urquiola, Zaha Hadid. Alcuni brani di “Glasstress” hanno già viaggiato per il mondo: dalle passerelle della fashion week di Shanghai (“Glasscape Grinder”), fino alle sfilate di moda a Vancouver (“Vetrosequenza”) e durante l’ultima Biennale di Venezia nella colonna sonora dello spot cinematografico del regista Mimmo Calopresti. Otto tracce che aprono le porte di una casa di vetro, come quella auspicata dal surrealista Andrè Breton nel romanzo “Nadja”, e lo fanno mediante un percorso sensoriale potente ed evocativo. Non si tratta di semplice musica d’atmosfera, ma di un viaggio trasparente attraverso nuove sonorità elettroniche e post industriali. Ecco cosa ci hanno raccontato Max Casacci e Vaghe Stelle in occasione del live set di presentazione tenutosi in occasione dell’inaugurazione dell’Affordable Art Fair di Milano.

 Intervista

Come è avvenuta la scelta di questa location così particolare e in che modo l’esperienza della materia si è convertita in suono?

Max Casacci: Nel momento in cui un imprenditore del vetro Adriano Berengo, appassionato nonché curatore e proprietario di un museo del vetro a Murano, stava decidendo di allestire un’enorme mostra d’Arte contemporanea in vetro proponendola alla Biennale di Venezia, mi sono proposto ad un tavolo di incontro proponendo un’opera sonora in vetro che partisse dalla materia e dalla sua lavorazione. Inizialmente la cosa è stata accolta con un po’ di titubanza poi mi è stata data la possibilità di approfondire il discorso e a quel punto mi sono rivolto ad una delle intelligenze elettroniche della mia città quale è Daniele Mana (Vaghe Stelle). Ci sono stati dati dei budget per realizzare quella che doveva essere un’opera d’arte musicale che potesse coesistere in mezzo ad opere di arte visiva. Siamo rimasti così convinti da questo esperimento da decidere, successivamente, di farne un album. I suoni sono stati pian piano messi a fuoco poi essere condensati.

Vaghe Stelle: Abbiamo preso spunto della funzione della fornace per creare la nostra texture di suoni. Il processo nel suo complesso è stato molto naturale, io e Max ci siam parlati, ci siamo raccontati i rispettivi ascolti. Il disco è un incrocio di suoni elettronici rivisitati partendo dalla matrice sonora vitrea.

Le ritmiche, ora meccaniche, ora metalliche, ora aperte e fluide rappresentano il modo perfetto per creare un viaggio visionario…

Max Casacci: Abbiamo capito subito che non volevamo collezionare rumori. Visto che ascoltiamo musica molto ritmica, il nostro approccio è stato quello di scomporre tutta la gamma sonora di quella fornace in zone di frequenza per rievocare la fisionomia della batteria.

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

C’è una traccia che più di altre risponde al vostro intento creativo?

Vaghe Stelle: Secondo me esiste una visione d’insieme dell’album che ti permette di capire come abbiamo raccontato quest’avventura. In “Murano Notte”, ad esempio, abbiamo immaginato quale potesse essere il suono della fornace di notte, considerando che i forni non vengono mai spenti; il risultato è un brano gelatinoso, la conclusione perfetta di un viaggio magico.

Come siete stati accolti dal Mastro Vetraio?

Max Casacci: Siamo arrivati alla fornace convinti che il mastro vetraio fosse stato informato di quello che stavamo andando a fare. Lui, invece, pensava che fossimo dei tecnici venuti a registrare la dannosità dei rumori sull’ambiente di lavoro. Dopo una prima mezz’ora di studio reciproco, siamo riusciti a capirci (ride ndr).

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

Quali saranno gli spazi scelti per la resa live del progetto?

Max Casacci: Inizialmente volevamo integrare anche degli strumenti nel live. Ora stiamo valutando se è il caso di farlo o di proporlo nella sua natura originaria con una sorta di live set modificando le tracce in tempo reale. L’album è ovviamente più adatto un ascolto casalingo, una dimensione domestica in grado di esaltare un bel viaggio. In ogni caso ci piacerebbe dargli vita nei circuiti della musica elettronica o in location dedicate all’ arte.

Collaborerete ancora in un progetto legato ai rumori di strada…

Max Casacci: Sì, stiamo registrando tutti i suoni di Torino, tram, bus, sistemi di raccolta dei rifiuti e qualsiasi altra cosa. Terremo un concerto il prossimo 25 aprile durante il quale presenteremo questa produzione originale in cui coinvolgeremo importanti musicisti come Flavio Boltro, Furio Di Castri, Gianluca Petrella, Enzo Zirilli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Ensi e Enrico Rava e che confluirà nella pubblicazione di un album.

 Raffaella Sbrescia

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Negrita, guerrieri del rock: “9 Live & Live”, il tour nei club e il ritorno del pogo. L’intervista e le foto del concerto di Napoli

Negrita live @-Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Dopo il successo dell’ultimo album in studio “9” i Negrita tornano con un cofanetto dal vivo dal titolo “9 Live & Live”. La nuova edizione dell’album (Cd + Dvd) – prodotto da Fabrizio Barbacci per Universal Music Italia – contiene: un CD con  nove versioni live tratte dall’album in studio, due brani inediti “I tempi cambiano”, “Quelli Che Non sbagliano mai” e una versione acustica del brano “Se sei l’amore”. Un DVD con le immagini del concerto di Milano registrato al Mediolanum Forum il 18 Aprile 2015 oltre al docu-film “Under The Skin”, registrato al “Grouse Lodge Studio” di Rosemount (Irlanda) durante le sessioni di registrazione di “9”.

Intervista

Il club è per un musicista quello che il teatro è per un attore… è per questo che siete tornati a suonare in piccole location?

“Avevamo voglia di ritornare nei club e di viverci quella che è stata la genesi della nostra carriera, nei palazzetti si fanno gli show, nei club la musica fermenta, nasce, si sviluppa. Non è nel palazzetto che una band viene scoperta. Ritornare in questi posti ci fa ritrovare un contatto con il pubblico e con la nostra musica, con il nostro modo di approcciarci allo show, abbiamo la possibilità di scherzare tra di noi tra un pezzo e l’altro, di dare un plot al concerto sempre diverso. In più possiamo improvvisare: l’improvvisazione fa parte della nostra attitudine compositiva, ti fa anche riscoprire parte del tuo repertorio che nel palazzetto non puoi suonare, ci sono canzoni proprio scritte immaginandoci in un ambiente piccolo”.

Questo lavoro trae spunto dal tour di ”9″, il vostro ultimo album di inediti?

Abbiamo pensato di creare una sorta di appendice a “9”. Il CD audio contiene tutte le canzoni dell’album registrate durante il nostro tour estivo a Reggio Emilia, Nola e Golfo Aranci mentre il DVD contiene la registrazione video del concerto del 18 aprile 2015 al Forum di Assago. In più abbiamo inserito un docu-film sinora trasmesso solo su Sky Arte che racconta la nostra avventura irlandese al Grouse Lodge Studio di Rosemount durante le sessioni di registrazione di “9”.

“9 Live & Live” è dedicato a Carlo Ubaldo Rossi…
Un chitarrista fa suonare la band, lui faceva suonare una orchestra. Lui ci portò per la prima volta a suonare fuori dall’Italia, a New Orleans nel 1996. All’epoca volevamo uno studio residenziale, dove poter lavorare, stare insieme, dormire e lui lo trovò. Ci manca molto.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Non vi siete fatti mancare nemmeno due brani inediti… partiamo da  “I tempi cambiano”, scritta con Ligabue.

Abbiamo coinvolto Luciano perchè era un pezzo con un titolo importante, siamo in contatto con lui da 23 anni e abbiamo pensato che il background di questo brano fosse comune sia a noi che a lui. Noi riuscivamo a chiudere come volevamo il ritornello del pezzo,  Luciano l’ha fatto magistralmente in pochissimo tempo e anche quando avevamo la versione buona lui continuava a mandarcene altre. Ci ha confessato che, quando ha visto il titolo del brano, gli è venuto un colpo pensando al brano di Dylan [“The Times They Are a-Changin'” di Bob Dylan, n.d.r.] poi però ha aperto il file e il pezzo gli è piaciuto e abbiamo cominciato a lavorarci insieme”.

E poi c’è ”Quelli che non sbagliano mai”, una sorta di invettiva contro i cosiddetti ‘leoni da tastiera’ …

“Ci sono cose avvenute a noi direttamente sui nostri social e i nostri canali ma anche strofe che si occupano dei commentatori selvaggi. Io [Pau ndr] ormai mi informo quasi esclusivamente in rete: quando leggo notizie che mi interessano poi vado a dare un’occhiata ai commenti sotto. E lì trovi un bestiario, uno zoo di atteggiamenti, di modi di fare e di pensare che a volte ti lasciano perplesso. Diciamo che se il cofanetto è un’appendice di “9” questa canzone può essere considerata l’appendice di “Poser”.

E la nuova versione di “Se sei l’amore”?
È nata tra l’una e le due di notte, quando abbiamo chiamato Enrico Giovagnola, che suona il sax nel pezzo e che è un amico del nostro nuovo bassista, Giacomo. A quell’ora era… impegnato, diciamo così, con la sua ragazza ma si è precipitato da noi facendosi la strada da Perugia ad Arezzo per registrare la sua parte”.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Come nasce il “Whisky time”?
“Il Whisky time è una pausa tra due parti dello show che abbiamo introdotto per non scadere nel classico cliché della band che se ne va, il pubblico che la acclama perché sa che deve farlo e poi il ritorno sul palco per i bis. Così invece abbiamo diviso il live in due parti: una prima parte in cui torniamo alle nostre origini con pezzi funky, blues e rock e qualche b-side e una seconda parte con colori e suoni completamente diversi, più legata ai ritmi latino-americani e reggae. Poi concludiamo lo show con gli ultimi venti minuti di pezzi potenti. Chiamiamo la pausa “Whisky time” perché è il nome che gli diede una band croata, con cui suonammo nel 1990, e che ci adottò durante uno sgangherato tour fai da te che decidemmo di fare a bordo di un furgone. In quel caso non era solo un nome, la pausa serviva davvero per farsi un buon bicchiere”.

Cosa vi sta lasciando questo tour nei club?
“Ci ha stupito vedere il pogo, pensavamo che non esistesse più, come il punto e virgola (ridono n.d.r), invece è stato bello vedere ragazzi di vent’anni pogare insieme a gente brizzolata. Negli ultimi anni il pogo si è visto sempre meno ed è stato figo vederlo tornare nei club. Vedere la gente che poga ci emoziona: noi abbiamo una cultura musicale vasta e quella punk rock c’è sempre stata. E’ pazzesco vedere tanti strati e fasce sociali, tra cui i ventenni che noi chiamiamo l’invasione degli ultra-corpi. Un’altra differenza sostanziale è che nei palazzetti e negli stadi c’è una regia, nei club la regia è a braccio”.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

C’è ancora spazio per il rock in Italia?
“Di rock se ne è fatto tanto, nel mondo, quindi oggi è difficile trovare qualcosa che non sia già stato detto o fatto. Le nuove band devono trovare qualcosa che colpisca. In Italia di rock non ce n’è mai stato tanto. La nostra generazione e quella precedente sono state più fortunate in questo: dai Litfiba ai CCCP prima e poi con Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena e tanti altri è esploso un fermento tra il ’93 e il ’95″.

Siete insieme da 25 anni…qual è il vostro collante?
Anche quando litighiamo ci ricordiamo che siamo amici. Pensare alla musica è pensare a noi e avere sempre qualcosa da fare. Col tempo ognuno ha sviluppato il suo ego anche in maniera abbastanza forte però c’è anche una democrazia che lascia lo spazio a tutti. E c’è anche Fabrizio Barbacci, nostro storico produttore, nel ruolo di capitano non giocatore.

Prossimi programmi?
Saremo in tour fino al 9 aprile. Poi ci fermeremo un po’ per goderci tutta la gioia e l’entusiasmo che il nostro pubblico ci sta regalando.

Raffaella Sbrescia

Tracklist CD

I tempi cambiano, Quelli che non sbagliano mai, Mondo Politico, Il Gioco, Poser, Se sei l’amore, 1989, Que serà serà, Baby I’m in love, Ritmo umano, Vola via con me, Se sei l’amore (Alternative Love Version)

Tracklist DVD

Mondo politico, Poser, Baby I’m in love, In ogni atomo, Cambio, Se sei l’amore, 1989, Brucerò per te, La tua canzone, E sia splendido, Radio Conga, Bambole, Il libro in una mano la bomba nell’altra, Rotolano verso sud, A modo mio, Ho imparato a sognare, Il Gioco, Che rumore fa la felicità?, Mama Maé, Gioia Infinita + Under The Skin (Docu-Film)

 Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

 La scaletta del concerto:

Ehi Negrita

War

Negativo

In ogni atomo

Militare

Poser

1992

Fuori controllo

Il gioco

I tempi cambiano

Bambole

Hollywood

whisky time

Radio conga

Rotolando verso Sud

Soy taranta

Alzati Teresa

Ululallaluna

Salvation

A modo mio

Cambio

Transalcolico

Mama maeè

 

L’avanguardia dark di The Kvb al Quirinetta di Roma. Le foto del concerto

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

Appuntamento decisamente singolare al Quirinetta Caffè Concerto di Roma in occasione dell’atteso live di The KVB. Insieme dal 2010, Nicholas Wood (chitarra e voce), e di Kat Day (synth e Drum machine) sono un duo dark wave inglese, autore di un’originale formula musicale in grado di sintetizzare pop mutante e industrial, sono nel pieno del tour europeo e, proprio in occasione delle date italiane, hanno pubblicato il loro nuovo album intitolato “Of Desire”. Dopo aver collaborato con Anton Newcombe (Brian Jonestown Massacre), Joe Dilworth (Stereolab) e Geoff Barrow dei Portishead, che ha pubblicato l’ultimo album ‘Mirror Being’ sulla sua Invada Records, i due artisti si pongono al centro della nuova avanguardia esplorando i sentieri della musica dark in versione 2.0 traendo linfa vitale dai mitici anni 70. Oscuri suoni psichedelici, eterei sussurri, drum machine, tastiere, riverberi e distorsioni sono il mare magnum sonoro in cui due amano districarsi in maniera infallibile regalandoci suggestioni tanto sinistre quanto profonde.

Ascolta White Falls

https://soundcloud.com/invadauk/the-kvb-white-walls

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

The Kvb @ Quirinetta (Roma) ph Roberta Gioberti

Lukas Graham scala le classifiche con “7 Years”. Successo mainstream per una musica d’autore

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Con “7 Years” hanno conquistato le classifiche e sconfitto logiche e statistiche. Loro sono i Lukas Graham, ovvero la band composta da Lukas Graham (voce), Mark Falgren (batteria), Magnus Larsson (basso) e Kasper Daugaard (tastiera). Tutta il gruppo, produttori compresi, ha frequentato lo stesso liceo e fin dal 2012 hanno portato avanti un percorso artistico lineare ed inarrestabile. Il gruppo fa riferimento a Lukas Graham, nato e cresciuto a Christiania, comunità fondata nel 1971, una piccola città hippy nel centro di Copenaghen che nasce da una vecchia base militare. Si tratta di una comunità molto ristretta con un forte senso di lealtà e di appartenenza, valori, questi ultimi, che Lukas ha fatto inderogabilmente suoi seguendo l’intento di non snaturarsi mai. Quattro anni di gavetta sono stati sufficienti al gruppo per individuare la propria strada, il proprio stile, la propria cifra stilistica da difendere, a dispetto dei discografici e di chiunque abbia mai provato a mettere loro il bastone tra le ruote. Lukas ama raccontare di essere cresciuto cantando il folk irlandese anche se all’età di 8 anni ha iniziato a studiare la musica classica. Suo padre, prematuramente scomparso, aveva una collezione musicale  che spaziava dai Rolling Stones ai Beatles, gli Who, Otis Redding, James Brown fino a Elvis Costello, The Prodigy e The Streets. Sarà forse anche per questo che nei suoi brani Lukas ama parlare di episodi autobiografici. Il disco rappresenta, in effetti, un’istantanea in grado di sintetizzare dieci anni di vita.

Lukas Graham Ph Jeff-Forney

Lukas Graham Ph Jeff-Forney

I testi sono molto diretti anche se, l’enfatizzazione poetica, ottenuta attraverso l’uso di metafore, riesce a veicolare un’effluvio emotivo ancora più potente. La formula musicale individuata dai Lukas Graham riunisce in una sorta di pot-pourri diversi generi musicali dall’hip-hop all’hard rock, al folk seguendo l’intenzione di stupire e divertire il pubblico. Anche la copertina del disco racchiude un significato preciso: si tratta di un dipinto in cui è raffigurato un quadro che si trova in un caffè vicino ad un luogo molto caro a Lukas, sia per una serie di ricordi legati al contesto familiare, sia perché è lì che il gruppo teneva le prime prove e i primi concerti. A giudicare da questi presupposti possiamo dunque affermare che i Lukas Graham potranno rappresentare un baluardo di autenticità e sostanza  in un mondo ormai importato all’esaltazione della forma.

Raffaella Sbrescia

Tracklist

7 Years

Take the World By Storm

Mama Said

Happy Home

Drunk In The Morning

Better Than Yourself (Criminal Mind Pt.2)

Don’t You Worry ‘Bout Me

Strip No More

You’re Not There

Funeral

Video: 7 Years

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