Intervista ai Dear Jack: “Con Mezzo Respiro cogliamo il bello di ogni occasione”

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Ritratti di Note ha incontrato i Dear Jack, la band formata da Leiner Riflessi, dal 2015 nuovo cantante del gruppo dopo Alessio Bernabei, Francesco Pierozzi alle chitarre, Alessandro Presti al basso, Riccardo Ruiu alla batteria, Lorenzo Cantarini alle chitarre, in occasione della partenza del nuovo tour.

 Partiamo da Leiner Riflessi per raccontare questo nuovo album, “Mezzo Respiro”, un progetto importante perché è simbolo di una nuova fase dei Dear Jack.

Sì, sicuramente un cambiamento morfologico ma l’anima e la bellezza dei Dear Jack è la stessa, anzi crediamo che con questo nuovo album, sia ancora di più in risalto. E’ un album colorato, è un album vario, un album in cui ci sono mille sfaccettature della musica, di quello che sentiamo e di quello che proviamo. L’abbiamo intitolato come la canzone “Mezzo Respiro”, perché questa canzone  è un po’ più significativa per noi e ha fatto da filo conduttore a tutto il progetto, che in sintesi, sprona a cogliere sempre il meglio dalla vita, a cogliere il bello in ogni occasione, e a cercare di trarre un insegnamento da tutte le esperienze che viviamo, sia quelle belle, sia quella brutte.

 All’interno dell’album, pubblicato il 12 Febbraio 2016, ci sono due cover, “Un bacio a mezzanotte” del Quartetto Cetra” e “Oro” di Mango. Cosa vi ha guidato nella scelta di queste canzoni?

Per quanto riguarda “Un bacio a mezzanotte” del Quartetto Cetra, che abbiamo presentato anche nella serata delle cover a Sanremo, noi abbiamo sempre avuto il vizio di rispolverare brani del passato e di proporli al nostro pubblico e anche ad altre persone. Crediamo che nella storia della musica italiana ci siano dei capolavori che non debbano essere assolutamente dimenticati, e che fanno parte della nostra identità, e poi è bellissimo ed è una grande emozione lavorare a dei pezzi in questo modo, arrivare sul palco e vedere che i nostri coetanei li cantano, con lo stesso entusiasmo con cui cantano i nostri pezzi. Da questo punto di vista ci sentiamo in realtà un po’ dei paladini di questo tipo di operazione. Per quanto riguarda invece l’altra cover, “Oro” di Mango, siamo stati invitati tempo fa ad una trasmissione televisiva andata in onda su Rete 4 dedicata a Mogol, ci siamo confrontati con questo pezzo in maniera inaspettata, siamo riusciti a cucircelo addosso e abbiamo colto l’occasione per fare un tributo ad un grandissimo artista italiano che è Mango.

Dear Jack

Dear Jack

Nell’album c’è una canzone che si intitola “Guerra personale”. In un mondo di guerre sociali e personali, in chi o in che cosa si può trovare rifugio?…

E’ molto bello il significato di questa canzone; è una riflessione su se stessi, sul fatto di arrivare ad un certo punto nella propria vita e chiedersi “Cosa sto facendo”, “Chi sono”, “Qual è la nostra missione sulla terra”, e altre mille domande. Spesso entriamo anche in conflitto con questa cosa, pretendiamo di voler essere diversi, di cambiare, mentre in realtà quello che conta è la bellezza interiore, la nostra anima, che è quello che davvero ci rappresenta. E’ un po’ questo il senso di “Guerra Personale”.

Il vostro nuovo tour parte ufficialmente da Napoli…

Si, da Napoli parte ufficialmente il “Mezzo Respiro Tour”; c’è stata una data zero di presentazione all’Alcatraz di Milano, circa tre settimane fa. Una serata memorabile, eravamo emozionatissimi, ma ora si parte in pompa magna, stanno uscendo numerose date e promettiamo ai nostri fans di coprire tutta l’Italia. La prossima data ufficiale, è il 28 Maggio al Pala Atlantico di Roma. Le altre date saranno sui nostri social, sempre aggiornatissimi. Saremo anche ospiti il 22 e 24 Aprile rispettivamente all’Earth Day a Roma e al Giubileo dei Ragazzi, sempre a Roma, allo Stadio Olimpico. Siamo onorati di partecipare a queste manifestazioni che coinvolgono un numero vastissimo di persone e nelle quali possiamo condividere il palco con altri grandi artisti. Questa è una grande fortuna per noi…

Giuliana Galasso

L’album “Mezzo Respiro” contiene otto brani inediti, due cover e tre brani tratti dall’album precedente dei Dear Jack “Domani è un altro film” (Seconda Parte), reinterpretati da Leiner Riflessi.

1)    La storia infinita

2)    Guerra Personale

3)    Mezzo Respiro

4)    Oro

5)    Io e te

6)    Ossessione

7)    Non è solo un piccolo particolare

8)    Amore e veleno

9)    The Best Time

10)  Un bacio a mezzanotte

11)   Uno sbaglio insieme

12)   Ora o mai più

13)  Le strade del mio tempo

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Video: Mezzo Respiro

Acrobati: le mirabolanti acrobazie musicali di Daniele Silvestri

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Acrobata della penna e dell’inchiostro, Daniele Silvestri pubblica un nuovo album per Sony Music e lo intitola, per l’appunto, “Acrobati”.  Ispirandosi alla filosofia di Philippe Petit, l’uomo che una mattina del 1974 camminò – senza rete, né altre protezioni – da una delle due Torri Gemelle all’altra, otto volte avanti e indietro e alla sua idea di «disobbedienza come gesto artistico», il cantautore romano salta sulle parole, le capovolge, le scompone e ricompone spaziando tra i generi con intelligenza, sapienza e ardore. Di acrobazia in acrobazia, diciotto canzoni si sono fatte avanti e si sono tuffate nel disco iniziando ad abitarlo con grazia ed eleganza. Nato lungo l’asse Lecce-Roma-Milano, “Acrobati” è figlio di una manciata di appunti registrati nel telefonino di Silvestri, di suadenti riff catturati in presa diretta e di pregnanti armonie suonate al piano, scritte sull’onda dell’entusiasmo ritrovato grazie al tour del trio Fabi-Silvestri-Gazzè. In questi 74 minuti di musica c’è un piccolo mondo da esplorare e da ascoltare più volte e con calma.  Silvestri indaga le tematiche della quotidianità con un piglio molto più poetico e molto meno politico filtrando tutto attraverso i suoi occhi di persona colta e la sua visione del mondo.

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Al suo fianco troviamo un gruppo di musicisti “nuovi” con cui l’artista si è divertito a sperimentare presso lo studio POSADA NEGRO, di proprietà di Roy Paci: Daniele Fiaschi (chitarre), Duilio Galioto (tastiere), Fabio Rondanini (batteria) e Gabriele Lazzarotti (basso), affiancati dall’ ingegnere del suono Daniele “Il Mafio” Tortora. A questi se ne sono poi aggiunti altri: Piero Monterisi alla batteria,  Gianluca Misiti alle tastiere, Rodrigo D’Erasmo (violino), Adriano Viterbini (chitarra), Jose Ramon Caraballo Armas (percussioni) e Simone Prattico (batteria), e poi altri ancora, straordinari arrangiatori e musicisti come Enrico Gabrielli, lo stesso Roy Paci e Mauro Ottolini (fiati), Sebastiano De Gennaro (percussioni).

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

A completare la squadra e il disco sono poi arrivati i riuscitissimi featuring di Caparezza, Dellera, Diodato, Funky Pushertz e Diego Mancino, succedutisi nello studio Terminal2 di Gianluca Vaccaro per definire il volto di un album pieno di spunti, di idee, di emozioni:  raffinate programmazioni di elettronica (“Acrobati”) lasciano il passo a riff rock (“La mia casa”) e reggatta (“Quali alibi”), ballad intimiste (“Così vicina”) si alternano a momenti funky e crossover (“La guerra del sale”), echi beatlesiani (“Un altro bicchiere”, “Spengo la luce”) convivono con tempi charleston (“L’orologio”) e boogie (“Bio-boogie”), atmosfere swing e jazz (“La verità”, “Pensieri”) fanno il paio con canzoni dalla forte componente teatrale (“Monolocale”, “A dispetto dei pronostici). “Acrobati” rispecchia, in sintesi, un mondo in cui le incertezze sbriciolano la terra che vorremmo calpestare eppure questo “stare in bilico” viene incredibilmente affrontato con leggerezza e ironia. Sarà forse questo il segreto per  rendere tutto più fruibile alla ricerca di nuovo orizzonte verso cui indirizzare la nostra rotta esistenziale.

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Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Questa la tracklist completa del disco:

“La mia casa”, “Quali alibi”, “Acrobati“, “Pochi giorni” [feat. Diodato], “Un altro bicchiere” [feat. Dellera], “La mia routine”, “Così vicina“, “La verità“, “Pensieri“, “Monolocale“, “La guerra del sale“ [feat. Caparezza], “A dispetto dei pronostici“, “Come se“, “L’orologio“ [feat. Diego Mancino], “Bio-Boogie“ [feat. Funky Pushertz], “Tuttosport“, “Spengo la luce“ [feat. Dellera], “Alla fine“ [feat. Diodato].

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

 

Memorie del Principio: Theo Allegretti si ispira ai filosofi presocratici per un piano solo di grande carattere

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Pianista, compositore, improvvisatore. Theo Allegretti, tarantino di nascita ma romano d’adozione, pubblica “Memorie del Principio”, un lavoro in piano solo edito da Dodicilune e distribuito da IRD, in cui l’artista segue un filo conduttore ben preciso, ovvero i fondamenti del pensiero occidentale. Un progetto nato da una ricerca personale, ancorché artistica, in cui l’analisi si è incentrata su primari interrogativi e principi etico-morali universali. Talete, Anassimandro, Senofane, Eraclito, Parmenide, Anassagora, Democrito e Aristofane sono i pensatori/poeti chiamati in causa da Allegretti; frammenti del pensiero presocratico risalenti al VI e V secolo a.C. trovano espressione nei 9 brani che il musicista compone affidandosi ad un linguaggio personale che confluisce nella commistione e nella rielaborazione di diversi generi e l’uso di sonorità evocative.

Theo Allegretti

Theo Allegretti

Ispirato da uno spettacolo di “teatro-musica” consistente in un “reading” di musica d’atmosfera con testi di poesia e prosa degli albori del pensiero filosofico, Allegretti ha fatto sì che in questo contesto la musica si facesse reale interprete del testo senza accontentarsi del ruolo di colonna sonora. Successivamente il musicista ha voluto dare ai materiali sonori una sorta di sistematizzazione attraverso una complessa opera di sintesi e cristallizzazione. Per ciò che concerne in particolare lo stile compositivo, Allegretti ha fatto ricorso ad un mélange di ambient-jazz atmosferico, minimale ed etnico, con allusioni a stilemi della musica greca antica, rivisitata in maniera originale. I nove brani che derivano da questa operazione rappresentano un viaggio lungo un percorso che attraversa idealmente i primordi del pensiero filosofico. Ognuno dei sette pezzi principali è dedicato ad un filosofo ed al rispettivo pensiero, con un proprio “mood” ed una propria ratio. A corredo di ogni brano si è cercato di compendiare gli scritti da cui le musiche sono tratte in modo da fungere da contesto, chiave di lettura, spunto di riflessione nonché bussola per orientarsi nell’ascolto di questo itinerario. Tali testi sono tratti dalla prima edizione italiana della monumentale opera di H. Dielse e W. Kranz che raccoglie l’intera documentazione sui presocratici (“I presocratici. Testimonianze e frammenti”, a cura di Gabriele Giannantoni. Bari: Laterza, 1969). Per continuare a lasciarsi travolgere dai progetti di Theo Allegretti tenete d’occhio anche  la collaborazione in atto con il teorico della musica intuitiva Andrea Ceccomori e con la cantante e musicista persiana Farzaneh Joorabchi, il risultato sarà sicuramente ancora una volta visionario.

Raffaella Sbrescia

Mamma Quartieri: capriole di suoni e di emozioni nel capolavoro solista di Giglio

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio, nome d’arte di Raffaele Giglio, già frontman dei Gentlemen’s Agreement, sceglie di reincarnarsi in un napoletano doc e lo fa con “Mamma Quartieri”, un album solista, in uscita il 15 aprile per l’etichetta Full Heads, che attorciglia i nervi e risucchia le pareti dello stomaco. Registrato in presa diretta nella cripta della Basilica di San Severo a Capodimonte, al Sanità Music Studio, questo lavoro racchiude nove tracce che disegnano le linee guida di quello che potrebbe sembrare un musical e che, invece, è un affresco di vita vissuta. Teatro, commedia dell’arte, cinema convergono in brani che trasudano tenerezza e umorismo, romanticismo e disincanto.

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio debutta raccontando personaggi perduti: figli strampalati, femminielli, pazzi inafferrabili, zingari, carcerati, vergini, mariuoli, mamme addolorate. Gli arrangiamenti, caldi, ricchi  e appassionati, sono firmati dal musicista e autore napoletano, così come lo sono i testi, eccezion fatta per “Figli ‘e Ddio . Le melodie si barcamenano tra atmosfere circensi, nella sapienza dell’habanera, nelle ballad a fil di voce, nel western-dub, sospesi tra hammond e vibrafono, campanacci, tamburelli berberi, timpani e fisarmonica, surdo, clarinetti, synth, trombe e chitarre.

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

“Mamma Quartieri” è figlio dell’istinto ma anche di intense sessioni di studio: «Abitavo nei Quartieri Spagnoli, lì vivevo e io sono ciò che vivo/vedo. Ed essendo un suonatore, descrivo lo spazio che mi circonda. La scelta dei personaggi protagonisti delle storie cantate è motivata dal fatto che io realmente ho vissuto quei personaggi: dallo scippatore al femminiello alla Madonna senza occhi. Fino ad arrivare ad amici di quartiere che improvvisamente sparivano per andare a vivere in carcere», spiega Raffaele Giglio.

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

«L’utilizzo della lingua napoletana è stato spontaneo e, come mia prassi, ho approfondito il tema studiando, comprando pile di libri. Così facendo ho scoperto gli autori più vicini al mio modo di vivere ed essere. Raffaele Viviani mi ha emozionato; il suo descrivere è il mio, la sua gente la ritrovo ancora oggi ma filtrata da questo presente. Canto nella mia lingua senza uno scopo ben preciso. È un modo per essere più sinceri, è il mio dialetto e le mie orecchie sono preparatissime proprio perché lo vivo e lo sento dal primo giorno della mia vita. Tutt’al’più è ridicolo non averlo fatto prima. Ho studiato molto, approfondendo la grammatica con il maestro Salvatore Palomba e ho capito ancora di più la fortuna di essermi “reincarnato”, questa volta, in un napoletano», conclude. A noi non rimane che esortarvi a non perdervi questo piccolo e prezioso scrigno di emozioni.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Marta Sui Tubi live al Quirinetta di Roma: Lostileostile è già da antologia

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Comincia dal Teatro Quirinetta di Roma la nuova attesa avventura live dei Marta Sui Tubi. L’affermato trio folk-rock-hardcore porta sul palco buona parte dei brani contenuti nel sesto e ultimo album di inediti, intitolato “Lostileostile”. Grinta, carattere, personalità e ricerca confluiscono all’interno di un progetto artigianale che testimonia consapevolezza compositiva, indolenza, cinismo ma soprattutto qualità. Frutto di una tra le più spettacolari campagne di Crowfunding italiane, “Lostileostile” è un disco libero, in grado di assecondare diverse attitudini: si va dalla rinnovata potenza espressiva e dirompente della voce di Giovanni Gulino alla visionarietà della chitarra di un ispiratissimo Carmelo Pipitone fino all’ineludibile bellezza catartica della batteria di Ivan Paolini.

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Non è la prima volta che i Marta Sui Tubi tornano a suonare in trio ma adesso i tre hanno decisamente alzato la posta in gioco con l’intento di sviluppare un suono ancora più robusto e tagliente. “Qualche kilo da buttare giù” è la prima traccia dell’album, quella che lo stesso Gulino ha definito “la canzone d’intenti”, la prima prodotta in trio e che ha dato vita a questa creatura il cui filo conduttore è il tema dell’incontro. Ci sono incontri dai cui nascono amicizie (Amico Pazzo), incontri che diventano amori (Un pizzico di te), incontri che diventano scontri come  succede in (Da dannato). All’interno del disco anche un incontro generazionale, quello con Gigliola Cinquetti, che canta insieme a Gulino nell’ispirata ballad “Spina Lenta”; la cantante si è calata perfettamente nel mood del pezzo e l’ha cantato in maniera autentica e coinvolgente.

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

L’incontro più importante, che caratterizza il disco in maniera decisiva è quello con il synth: rispetto ai lavori precedenti, sintetizzatori e da suoni elettronici irrompono negli arrangiamenti con un significativo peso specifico. La vena pop delle liriche e del cantato viene smorzata dagli arpeggi della chitarra acustica inacidita dai distorsori. Il risultato è un mix di sonorità e influenze agli antipodi, folk, metal, rock, psichedelia che si incontrano e si condensano lasciandoci un brivido sulla pelle.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

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Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Setlist del concerto di Roma

Qualche kilo da buttare giù
Amico pazzo
La calligrafia di Pietro
Il primo volo
Spina lenta
Da dannato
+D1H (Più di un’ora)
Un pizzico di te
Un amore bonsai
Cromatica
Dispari
Il Delta del poi
Rock + roipnoll
Post
Di vino
Vorrei
Niente in cambiouy

BIS
Dio come sta?
La spesa
Coincidenze

Intervista a Gnut: l’artigiano delle emozioni presenta “Domestico” e tutti gli altri progetti in corso

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Claudio Domestico, in arte Gnut, è un cantautore prezioso. Prezioso per lo spessore della sensibilità di cui è dotato e per l’innata capacità di saperla lasciar confluire nelle sue bellissime canzoni. Prezioso lo è anche per la ferma volontà di fare gruppo con l’intento di valorizzare e ottimizzare le incredibili risorse artistiche insite nello scenario musicale partenopeo. In questa intervista abbiamo avuto modo di chiedergli un bel pò di cose nonchè di approfondire la conoscenza del suo ultimo Ep, intitolato “Domestico”.

In un’intervista hai dichiarato: “Napoli è l’unico posto del mondo in cui potrei vivere adesso, mentre qualche anno fa sarei stato bene in qualsiasi parte del mondo e la mia curiosità mi ha spinto a girare parecchio…”. Sarà questo che ti ha spinto a creare il format: Antologia Newpolitana, la rassegna che coinvolge giovani associazioni napoletane e molti musicisti, poeti, fotografi, scultori della città? 

Le esperienze lontano da Napoli e l’aver suonato con tantissimi musicisti in questi anni mi hanno fatto capire quanto il confronto e la condivisione siano importanti per crescere musicalmente. Anche l’aver frequentato locali come “La casa 139” a Milano oppure “L’Angelo Mai” a Roma mi ha convinto su quanto sia importante avere un luogo in cui incontrare persone che hanno la tua stessa passione. Questo format ha lo stesso scopo degli altri che ho organizzato in precedenza: il “Tirabushow” l’anno scorso al Cpa di Napoli o  “Personaggi in cerca d’autore” al Jarmusch di Caserta o “Il mille e una nota show” al Burning di Napoli.

Come vivi i panni di “oste d’eccezione”? 

Mi diverto tantissimo. Gli ospiti sono persone che stimo tanto e con i quali ho un ottimo rapporto di amicizia. Ci sono gli strumenti, un palco, un microfono e una situazione molto informale da vivere insieme.

Agli ospiti viene anche chiesto di rileggere un brano classico napoletano… sarà perché “siamo come le foglie di un albero che ha radici profonde?” 

Sì, questa idea mi è venuta dopo aver risposto ad un’intervista in cui mi chiedevano “come ti poni nei confronti della tradizione napoletana?”  Risposi spontaneamente che “siamo come foglie di un albero”, nel senso che siamo parte di qualcosa di più grande, che a volte dimentichiamo. Quindi l’idea del format è stata proprio quella di mettere a confronto le nuove leve della scena musicale partenopea con le loro radici.

Come funziona la collaborazione con il collettivo Be Quiet? 

Il Be Quiet è un collettivo che stimo tantissimo. Hanno fatto gradi cose in questi anni! Conosco Giovanni Block da una vita ed è sempre stato un grande piacere passare sia da spettatore che da musicante alle serate del Be Quiet.

Claudio Domestico - Gnut

Claudio Domestico – Gnut

Il nuovo ep “Domestico” fissa il tuo presente ma sbircia anche nel tuo futuro? 

Come gli altri dischi è una fotografia del periodo che sto vivendo. Fortunatamente un periodo felice che mi ha permesso di lavorare sui testi in maniera diversa rispetto al passato. Ho scritto anche altre canzoni insieme a queste di “Domestico” e il mio futuro prossimo lo dedicherò a lavorarci.

Nato grazie al crowdfunding, “Domestico”, è stato registrato in casa, sopra Piazza Dante a Napoli, e ha visto la collaborazione di diversi musicisti, dai tuoi storici collaboratori (Mattia Boschi e Coffee), fino alla partecipazione di tanti amici musicisti dell’interland napoletano (Maurizio Capone, Daniele Sepe, Valerio Mola, Luigi Scialdone)…ci racconti come è andata? 

E’ andata nel modo più semplice. Avevo le canzoni e il titolo, che da solo mi ha indicato la strada da seguire per curare le registrazioni. Quando ho deciso di chiamarlo “Domestico” e di registrare tutto in casa il grosso del lavoro era già fatto. Ho seguito un flusso energetico e tutto è andato bene.

Gnut

Gnut

Sei al lavoro con Piers Faccini per il nuovo album che vedrà la luce nel 2017. Di lui hai detto: “Lui ha la sensibilità per accudire le mie canzoni come di indirizzarle verso qualcosa che magari non avevo immaginato. Siamo come bambini che giocano con la musica e si divertono quando tutto suona bene”… Sarebbe bello se tu potessi raccontarci qualcosa in più in merito a questo rapporto così speciale che vi lega… 

Conosco Piers da quasi 15 anni. Lui è uno dei talenti più puri che io abbia mai incontrato. Abbiamo lavorato insieme al mio secondo disco “Il rumore della luce” in uno dei periodi più difficili della mia vita. Ero stravolto, confuso e poco lucido. Non ero in grado di gestire le registrazioni del disco ma avevo l’esigenza di registrare quelle canzoni per buttarmi alle spalle anche tutto il periodo che raccontavano. Lui era l’unico di cui mi sarei fidato sia per l’affetto che ci lega ma anche per la stima enorme che provo. Così è stato e gliene sarò grato per sempre.

“Cerco sempre accordi complicati con il mondo E poi mi scordo quanto è bello il giro di DO. Ritmiche complesse per spiegare tutti i miei complessi Che quando ho finito poi non mi ricordo quel che ho”. Si tratta di una tua fotografia musicale? 

Certo! ho scritto questo pezzo perché le persone con le quali suono e ho suonato mi hanno sempre preso in giro perché nelle mie canzoni ci sono sempre cose “strane”. Mi piacciono le canzoni che hanno qualcosa di interessante ritmicamente oppure armonicamente, forse per deformazione professionale! Dopo tanti anni però mi è venuta voglia di rispondere a questa presa in giro scrivendo un pezzo con il giro di Do in 4/4, ed è nata “Semplice”.

Bella anche questa tua recente dichiarazione: “A me piace avere un “orticello” e viverci senza compromessi. Io sono felice di suonare per persone che hanno il mio stesso modo di vedere il mondo”. Qual è, dunque, la tua visione del mondo ad oggi?

La mia visione del mondo è pessima! Penso che a livello internazionale e globale il pianeta sia in balia delle onde in mano a persone spietate che per i propri interessi e la fame di potere stanno distruggendo questo meraviglioso luogo nell’universo. Credo anche che i tempi non siano maturi per uno stravolgimento globale delle cose, che mi auguro arrivi tra qualche anno. Intanto credo che alimentare il bello e vivere dei piccoli piaceri che la vita ci offre sia un ottimo modo per aspettare che le cose cambino.

Raffaella Sbrescia

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III: l’ultimo atto della trilogia targata Moderat accenna ad una lussuriosa fusione tra pop ed elettronica

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Pubblicato il 1 aprile 2016, III è il nuovo lavoro dei Modeselektor, il progetto musicale che riunisce i frutti del geniale connubio tra le spettacolari sonorità di Gernot Bronsert, Sebastian Szary (aka Modeselektor) e la suggestiva, onirica, eterea, affascinante voce di Sascha Ring (aka Apparat). “III” rappresenta l’ultimo passaggio di un processo creativo che ingloba al suo interno una trilogia compositiva decisamente interessante e variegata. Forti del proprio background, i tre hanno creato un melodioso amalgama di techno minimale, Idm e indietronica lascando ampi spazi a suggestivi richiami demiurgici.  Passando dalla creazione estemporanea di tracce epiche alla scrittura di canzoni tradizionali, i Moderat hanno deciso di uscire dalla loro comfort zone a vantaggio della fusione tra pop ed elettronica. Nello specifico “III” combina emozioni contrastanti attraverso un sound dinamico e profondo e testi fortemente evocativi. I suoni provenienti dalla sotto-cultura club trovano un naturale appoggio nei sofisticati temi affrontati: la trama di “Ghostmother”, ad esempio, verte su pace interiore, paura e conseguente accettazione dell’ignoto. Il brano è incentrato sulla vocalità di Sascha Ring, nitida e suadente, e sui cori dei Modeselektor. Le radici di questo e dei successivi brani affondano in tessiture elettroniche complesse e fortemente stratificate. L’ossatura percussivo-ossessiva di “O ‘Running” si sviluppa lungo stilemi presocratici secondo i quali l’uomo è parte di una massa che necessita di essere in continuo movimento per funzionare ma che non ha il potere di decidere la propria direzione. La bellezza ancestrale di “Finder” e lo sviluppo cinematico di “Intruder” completano il messaggio motivazionale di “Reminder”. A sigillare il lavoro è l’oscura bonus track “Fondle”, la tangibile testimonianza del fatto che non tutto è compiuto e che, sebbene la trilogia sia ormai completa, i Moderat sapranno sapientemente condurci per mano tra i meandri del loro mondo visionario.

Raffaella Sbrescia

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Video: Reminder

L’Ala del Silenzio: il nuovo lavoro di Ivano Leva in equilibrio tra composizione ed improvvisazione

Ivano Leva

Ivano Leva

Ivano Leva, pianista e compositore italiano, pubblica “L’Ala del silenzio”, un lavoro discografico che viaggia in equilibrio dicotomico tra composizione ed improvvisazione. «L’album vuole essere una sorta di inno alla duplicità di significato, una testimonianza di come per ogni cosa della nostra vita possano esistere almeno due verità, diametralmente opposte all’altra. In questo senso, il titolo “L’ala del silenzio” (tratto da un verso di Pablo Neruda che recita: La parola è un’ala del silenzio, il fuoco ha una metà di freddo) funge proprio da criptico catalizzatore iniziale di una analisi di tutti i titoli dei brani, i quali – alla luce di questa nuova ottica riveleranno via via significati spesso di segno opposto rispetto alla loro valenza semantica apparente», spiega Ivano Leva. «Il tema della convivenza tra opposti è poi espresso non solo nei titoli ma ampiamente riconfermato dalla forma musicale del lavoro, che è strutturata in due blocchi di valenza opposta (dialoghi e monologhi, che qui, con un’ulteriore doppia interpretazione, ho voluto chiamare riflessi dell’ego) e che soprattutto vede la continua compresenza di due modalità esecutive spesso ritenute reciprocamente antitetiche: la composizione e l’improvvisazione (una supposizione a mio avviso errata, a riprova di ciò basterebbe citare le parole di Shoenberg, secondo il quale la composizione altro non è se non “improvvisazione rallentata”). Si tratta di una modalità improvvisativa presente in varie forme ed è in quasi tutti i brani ad eccezione de “L’abbraccio del vento” (una composizione per solo quartetto d’archi)».

Se da un lato l’album intende riannodare le trame interrotte tra le avanguardie storiche del Novecento, dall’altro s’intravvede un uso tutto del tutto particolare dell’improvvisazione musicale intesa come spinta creativa estemporanea. I protagonisti di questo incedere dialogico sono qui incarnati da due strumenti che assai spesso partecipano alla tradizione musicale europea, ovvero, il pianoforte ed il quartetto d’archi. Questi due modelli vengono posti dapprima l’uno di fronte all’altro per poi essere intrecciati con rigore e fantasia al servizio di un sapere musicale autenticamente improntato alla ricerca.

Raffaella Sbrescia

Ivano Leva pianoforte, composizione

Klangfarben Quartet
Sergio Carnevale violino
Isabella Parmiciano violino
Tsetanka Asatryan viola
Silvia Fasciano violoncello
Registrato da Davide Iannuzzi presso il Pro Wave Studio (Napoli) e da Carlo Gentiletti presso l’Elios Studio (Napoli)

Tracklist

Parte prima (dialoghi)
1_quantum entanglement
2_eterni riverberi di un vecchio ponticello
3_il profumo del sole d’inverno

Parte seconda (riflessi dell’ego)
4_l’abbraccio del vento
5_sguardo di brace (omaggio a Fryderyk Chopin)

 Video: Sguardo di brace

Sam Hunt presenta “Montevallo”, un album molto personale e ricco di influenze e richiami musicali

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Sam Hunt, americano della Georgia trapiantato a Nashville, ha 31 anni e si è fatto conoscere in Italia grazie al singolo “Take your time”, ancora oggi, dopo oltre due mesi, nella Top 5 dei brani più suonati dalle radio e certificato Disco d’Oro. Il suo album di debutto s’intitola “Montevallo”, il nome della sua cittadina-rifugio in Alabama: «I genitori della mia ex ragazza avevano una casetta in questo piccolo posto incastonato tra i monti. Io e lei ci andavamo spesso, anzi, si può dire che la maggior parte della nostra relazione l’abbiamo trascorsa proprio a Montevallo», ha raccontato Sam ai giornalisti durante un incontro con la stampa a Milano. Dopo aver tentato la carriera come giocatore di football professionista, Sam si è dedicato alla musica, la sua altra grande passione, cominciando a scalare le classifiche come autore di brani scritti per grandi nomi del country come Kenny Chesney, Keith Urban e Billy Currington: «Più andavo avanti a giocare, più mi rendevo conto che il mio cuore batteva per la musica. E così, nonostante le statistiche dicessero che avrei avuto più possibilità nel football, ho deciso di osare e provare a realizzare il mio sogno; per fortuna mi è andata piuttosto bene!».

Sam Hunt

Sam Hunt

L’attività di songwriter ha aperto a Sam le porte dell’industria musicale. Trasferitosi a Nashville, il cantautore ha imparato a scrivere brani di successo: «Quando faccio musica seguo sempre l’istinto. Dal punto di vista creativo mi focalizzo su idee e melodie in qualunque momento. Se mi viene un’idea all’improvviso prendo il telefono e inizio a canticchiare una melodia e la registro al cellulare. In passato tendevo a entrare in studio di registrazione con la maggior parte delle canzoni completate, ora, visto che vivo vicino al mio produttore, passo molto tempo a scrivere anche in studio», ha raccontato.

Nel giro di poco tempo, il cantautore si è imposto come una delle migliori novità del mercato con la sua musica che spazia dall’hip hop all’R&B: «La musica country  è stata quella che mi ha sempre ispirato di più, sia nei testi sia nelle melodie. I miei primi modelli sono stati i musicisti country che ascoltavo in radio come: Garth Brooks, Alan Jackson, Randy Travis, Brooks & Dunn, Kenny Chesney, George Jones e Willie Nelson. Successivamente ho cominciato ad ascoltare l’R&B e l’hip hop di Usher e R Kelly. Proprio grazie a questo background musicale eterogeneo, quando scrivo mi viene naturale mixare generi diversi. Country, in realtà, significa parlare in modo sincero delle proprie esperienze in modo sincero ed è quel che faccio io», ha spiegato Sam Hunt. «Ho iniziato il mio progetto solista anche per il desiderio di raccontarmi in maniera più personale. Per me la sincerità e la verità sono gli strumenti principali per creare una connessione con chi mi ascolta facendogli sentire ciò che io stesso sento».

Sam Hunt

Sam Hunt

Pensando al prossimo disco ha confessato: «Sto ancora cercando di capire di cosa scrivere. Spero di riuscire a vivere esperienze da raccontare, al di fuori della mia carriera nella musica. Cerco di non prendermi troppo sul serio! I miei valori non sono cambiati con il successo e le cose che apprezzavo prima continuo ad apprezzarle oggi, mantenendo i piedi per terra» . Infine un netto distacco dal mondo degli show televisivi: «La mia passione per la musica nasce dalla scrittura e quei programmi sono focalizzati soprattutto sull’ interpretazione. Cantare e basta non è mai stata la mia passione».

Raffaella Sbrescia

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La tracklist di “MONTEVALLO”:

Take Your Time

Leave the night on

House party

Break up in a small town

Single for the Summer

Ex to see

Make you miss me

Cop car

Raised on it

Speakers

Video: Take your time

Dardust: lo strumentalismo visionario di Faini si evolve in “Birth”

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Dardust è il progetto strumentale nato dalla creatività del pianista, compositore e songwriter Dario Faini. Frutto di un’urgenza scardinatrice, questo percorso artistico trova la sua naturale realizzazione in una trilogia iniziata con “7”, album registrato un anno fa a Berlino, e che individua in “Birth”, pubblicato lo scorso 18 marzo 2016 per INRI, il secondo capitolo. Al centro dell’album, concepito nei Sundlaugin Studios di Islanda, c’è una spasmodica e ossessiva ricerca di equilibrio tra onirici breakdown pianistici e le esplosioni elettroniche del producer e polistrumentista Vanni Casagrande. Le tracce che compongono il disco di avviluppano attraverso le trame di una seducente lotta tra “slow” e “loud”. La narrazione proposta da Dardust è leggera, è visionaria, è sublime. L’estasi sensoriale prende vita con “The Wolf”, primo singolo estratto dell’LP: un beat arpeggiato si sposa con la scrittura pianistica mentre il campionamento di un ululato rende l’atmosfera più oscura e crepuscolare.

Dardust ph Alesso Panichi

Dardust ph Alesso Panichi

Un impetuoso drumming, in cui trovano spazio rullanti e timpani, fa capolino in“Bardaggin (The Battle)”: una travolgente cavalcata il cui immaginario rimanda alla carica di una cavalleria. La luminosità percussiva di “The never ending road” si oppone all’etereo fascino ipnotico della titletrack “Birth”. Volumi ritmici ed inflessioni melanconiche costruiscono elegiache sovrastrutture semantiche. Antesignano di quello che sarà il terzo atto della trilogia è l’evocativo brano intitolato “Slow is the new Loud” (bellissima anche la versione Live at Sundlaugin Studio) . Il mood spiccatamente nordico delle composizioni proposte da Faini si arricchisce di vorticose impennate dub in “Take the Crown”, frutto della riuscita collaborazione con Sir Bob Cornelius Rifo (The Bloody Beetroots. Chiude il cerchio “Nëturflug” (Night flight), un onirico distillato di bellezza strumentale, un mantra di riappacificazione con lo status quo delle cose, l’ultima tappa di un meraviglioso viaggio extrasensoriale di cui attendiamo, trepidanti, il definitivo completamento.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist

1. The Wolf – 2. A Morgun (Tomorrow) – 3. The Never Ending Road – 4. Birth – 5. Bardaginn (The Battle) – 6. Don’t skip (Beautiful Things Always Happen In The End) – 7. Take The Crown feat Bloody Beetroots – 8. Slow Is The New Loud – 9. GranFinale – 10.  Næturflug (Night Flight)

Video: The Wolf

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