Roba lieve: dall’Emilia al west con i La Rosta

12065716_859278324179378_2284281604808985440_n

Dall’Emilia al West con “Roba lieve”, primo lavoro dei La Rosta, nuova combo musicale composta da Massimo “Ice” Ghiacci, membro fondatore, bassista e autore dei Modena City Ramblers e Marco “Goran” Ambrosi, chitarrista e autore nella band calabro-bolognese dei Nuju. Pubblicato da IWorld Records e mixato da Andrea Rovacchi nello studio Bunker di Rubiera (RE), il disco si muove con spiccata personalità tra suoni acustici e trame elettroniche senza rinunciare ad echi del cantautorato anni ’70 ed il country rock dei giorni nostri. Le undici canzoni proposte dai “La Rosta” profumano di vita vissuta e incantano l’ascolto attraverso avvolgenti derive oniriche. Il calore del suono acustico del bouzouki s’ibrida con l’elettricità di una chitarra elettrica western sul battito di una batteria elettronica creando un suono meticcio e senza tempo. Il ritmo incalzante e godibile della ballata folk “Per un momento ancora” fa da apripista a “Canzone Sui Binari N.1” l’ode al mondo antico dotata di un testo intriso di racconti e suggestioni letterarie. Rossellini, Monicelli, Visconti sono gli dei osannati con piglio leggero e disinvolto, lo stesso che muove le trame della title track Roba Lieve”, fotogramma della “regina campagna”. Lo spirito cinematico della penna di Ghiacci trova spazio anche in Solitudine ed in “Troppo Tempo Qui Da Solo in cui l’esser soli diventa un momento prezioso per immergersi in se stessi, comprendersi, risolversi. Lo strumentalismo di “Via Adua” arriva a sorpresa ed è, in effetti, un momento buono per riposarsi e tirare il fiato. Un attimo dopo ci si immerge nel piglio cantautorale di “Tra I Tuoi Suoni”. Apparentemente più leggero e caciarone il mood de “L’Estate Dell’80”, un tuffo carpiato all’indietro, un po’ come avviene anche ne “Le lucciole” brano che, a differenza del precedente, si muove lungo una melodia emotivamente più impattante. “Come sarebbe bello fermare il mondo e scappare”, cantano i La Rosta in “Emma”, brano dal retrogusto amaro che precede “Lizzy Luz”, il testo che chiude il disco tra cori enigmatici ed interrogativi che ci lasciano con la testa per aria e l’animo alleggerito.

 Raffaella Sbrescia

TRACKLIST
01. Per Un Momento Ancora
02. Canzone Sui Binari N.1
03. Roba Lieve
04. Solitudine
05. Troppo Tempo Qui Da Solo
06. Via Adua
07. Tra I Tuoi Suoni
08. L’Estate Dell’80
09. Le Lucciole
10. Emma
11. Lizzy Luz

 

I Maestri del Colore: la tavolozza pittorica in musica dei Corde Oblique

CmS3r9BXEAEeZ9P

Occorrono voglia, pazienza, curiosità e sensibilità emotiva per entrare in connessione con le trame sonore de ”I maestri del colore”, l’ultimo full-lenght pubblicato dalla band Progressive Ethereal Folk italiana Corde Oblique per la label russa Infinite Fog. Una forte spregiudicatezza creativa attraversa le 13 tracce ispirate ai nomi, ai contesti e ai personaggi più disparati. Un solo ascolto non sarà sufficiente per carpire le sfumature e i contributi dati dai tanti artisti convocati dall’istrionico Riccardo Prencipe, mente e cuore pulsante del progetto in essere. Parliamo, nello specifico, dei musicisti provenienti dai progetti Synaulia (autori della colonna sonora del “Gladiatore” di Ridley Scott), i Micrologus (tra i primi a diffondere la musica medievale in Italia), e la cantante bulgara Denitza Seraphim degli Irfan. Il sesto album dei Corde Oblique è concepito come una tavolozza pittorica in musica in cui si cerca di dare risalto all’importanza cromatica, ritmica e tonale della musica. Ogni titolo allude a un diverso colore e la veste grafica è ispirata alla celebre ed omonima collana di storia dell’arte, uscita negli anni ’60 per Fabbri Editori.

Corde Oblique

Corde Oblique

La prima traccia, scelta non a caso come singolo apripista del progetto, s’intitola “Suono su Tela” ed è un brano strumentale di forte impatto emotivo. L’evoluzione del disco prosegue in maniera naturale sulle note de “I Sassi di Matera” in cui il canto si appoggia alla musica per disegnare in modo nitido i tratti di un luogo unico e speciale. Unica cover del disco è “Amara Terra Mia”, rifacimento a cappella della celebre canzone di Domenico Modugno. La ricerca storico-artistica e musicale continua con “Il cretto Nero”, una struggente ed enigmatica fiaba e “Giallo Dolmen”, un effluvio di strumenti a fiato, dedicato a Roberto De Simone. Perla preziosa del disco è “A Fondo Oro”, un canto medioevale spagnolo risalente al XIII secolo, ulteriormente arricchito dall’uso di strumenti cordofoni come il liuto e l’oud. Scritta durante il soundcheck di un concerto a Shangai, “Rosa d’Asia” è la dedica che Prencipe fa al pubblico cinese. Scritto per archi ed eseguito dal Quartetto Savinio, ensemble vincitore di numerosi premi, con all’attivo incisioni per la DECCA e “Amadeus”, “L’urlo Rosso” è un brano ispirato ad una poesia di Sergej Stratanovskij. Dolce e ovattata la ninna nanna “Blu regale”, suggestiva e quantomai utile “Blubosforo” ispirata ad Instanbul. L’ultima suggestione sonora  arriva con “L’occhio bianco”, brano di chiusura per un lavoro di ampio spessore culturale, cosparso di riferimenti ed intriso di citazioni che lo rendono fruibile solo a chi ha davvero voglia di ascoltare qualcosa che vada ben oltre la media.

Raffaella Sbrescia

La Tracklist:

1 – Suono su tela
2 – I Sassi di Matera
3 – Violet Nolde
4 – Il cretto nero
5 – Giallo dolmen
6 – Amara terra mia
7 – Papavero e memoria
8 – A fondo oro
9 – Rosa d’Asia
10 – L’urlo rosso
11 – Blu regale
12 – Blubosforo
13 – L’occhio bianco

vVideo: “Suono su tela”

The Field – The Forest: l’itinerario musicale a doppio percorso di Joseph Parsons

download

Esce il 26 Agosto 2016 “The Field The Forest”, il nuovo lavoro del cantautore statunitense Joseph Parsons. All’interno di questo doppio EP l’artista racchiude non solo due diversi stili di scrittura ma anche due livelli di espressione e relativa interpretazione.  Se “The Field” è attraversato da un mood meditativo, incentrato sulla natura delle relazioni interpersonali, “The Forest” è, invece, più avvincente e conturbante. Le due anime del disco, seppur apparentemente diverse, sono facce complementari dello stesso nucleo. Il primo ciclo di canzoni contenute in “The Field” affronta la natura degli intrighi amorosi e la sfida del mantenere una relazione viva nel tempo attraverso ballate romantiche, malinconiche, melodiche, struggenti. Si va dal blues-country filmico di “All the way”: I’m ever thankful for your love I need to feel more of us. Never sure I’m what you need help me solve the mistery ai racconti dai risvolti socio-cuturali raccontati in “Berlin” passando per l’amore salvifico evocato in “Need you”: To make everything right take away my blues, turn them whites. All I need to do is reach for you I need you, I need you. Ultima tappa di questo primo itinerario èFragile moon”, brano in cui melancolia e ricordo si fondono perseguendo una sorta di misticismo.

Joseph Parsons

Joseph Parsons

Sonorità decisamente più dure e cupe vestono le parole dei testi contenuti in “The Forest” in cui Parsons esplora tematiche quali la mortalità, la guerra e l’amore. Buono e convincente anche il contributo energico ed avvincenti dei musicisti di Parsons. Il viaggio riprende con l’urlo liberatorio e terapeutico di “Scream”: I’m a restless man and I seek a way for in my heart I am questioning the why, the where, tomorrows bring, canta Joseph, mentre un attimo dopo si fa più cupo ed intimista in “Baying”. Un rock tiratissimo attraversa le fibre di “Bliss” lasciando successivamente spazio al brano più importante di tutto il lavoro, ovvero “Shadowland”. Perduto, insicuro e sperduto tra le onde della vita, Parsons pare sprofondare tra le ombre salvo poi individuare una sponda sicura, proprio all’ultimo momento, tra i versi di “Horizon”, brano dallo stile pastorale e folk di stampo britannico con cui il cantautore si congeda lasciandoci credere che per ogni caduta c’è sempre una risalita.

Raffaella Sbrescia

Campania Sound Experience: la musica degli Almamegretta a Giffoni

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Gli Almamegretta sono stati protagonisti del Campania Sound Experience 2016 di Giffoni lo scorso 20 luglio. Il gruppo musicale napoletano nato nel 1988 ha proposto al pubblico la propria miscela fatta di alternative rock intriso di richiami reggae, dub e reminiscenze classiche napoletane. In scaletta i vecchi successi estratti da album storici come Animamigrante (1993), Karmacoma (The Napoli Trip) ma anche i nuovi brani contenuti in EnnEnne (Sanacore / Goodfellas), il nuovo album uscito il 6 maggio 2016, il cui titolo è preso in prestito dall’acronimo di “Nescio Nomen”, una delle frasi coniate per registrare all’anagrafe chi nasce da genitori ignoti.

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Il disco contiene dieci canzoni – nove inediti e una versione di Ciucculatina d’a ferrovia, vecchio successo di Nino D’Angelo – e riunisce la line-up originaria della band – GennaroT (voce), Raiz, Paolo Polcari (batteria) e una serie di collaborazioni; dai già rodati – e facenti parte della live band – Fefo Forconi (tastiere), Mario “4mix” Formisano (chitarra), Salvatore Zannella (basso), Salvatore Zannella (percussioni), Albino D’Amato (dub master), oltre ai featuring di Adriano Viterbini e Michele Montefusco (chitarre), Paolo Baldini (basso), Maurizio Capone (percussioni), Wena (backing vocals), Lucariello, Carlo D’Angiò e Cristina Donadio (attrice teatrale e televisiva, co-protagonista nella seconda stagione di Gomorra – La Serie).

Le foto sono a cura di Anna Vilardi (inviata a Giffoni)

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour - Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

Almamegretta EnnEnne Tour – Campania Sound Experience ph Anna Vilardi

 

 

 

 

L’estate di John Wayne: ecco l’atteso ritorno musicale di Raphael Gualazzi

raphaelgualazzi_FF02_m

A tre anni di distanza dal fortunato “Happy Mistake”, il raffinato cantautore Raphael Gualazzi riprende la scena discografica con L’estate di John Wayne (etichetta Sugar); un brano versatile ed originale che si tuffa in un pop dagli echi vintage che e anticipa un album di inediti previsto a settembre 2016. Capace di esplorare, con nuovo estro, i generi musicali a lui più cari, Gualazzi sceglie di racchiudere in tre minuti sonorità r’n’b e richiami western in cui la musica di Matteo Buzzanca e dello stesso Raphael, insieme alla penna di Alessandro Raina e Lorenzo Urciullo, creano un divertissement dove nulla sembra impossibile. Tre minuti di frammenti della nostra memoria collettiva che ritornano come figurine da scambiare in una sera di Luglio, mentre Andy Warhol dipinge banane e Pertini gioca un poker con…John Wayne. “Torneranno i cinema all’aperto e i riti dell’estate le gonne molto corte. Tornerà Fellini e dopo un giorno farà un film soltanto per noi”: comincia così il nuovo viaggio musicale di Gualazzi, ulteriormente arricchito dal videoclip (https://goo.gl/18MTtt), diretto da Jacopo Rondinelli e girato con lenti anamorfiche Lomo degli anni ’70, per renderne ancora più autentico l’aspetto vintage. Il video si immerge nell’immaginario cinematografico di Federico Fellini e del romanzo di Niccolò Ammaniti “Io non ho paura”. All’interno di una cornice estiva che evoca la vita di campagna di una volta, i protagonisti sono tre bambini che giocano ad interpretare le star e, ballando, cantando e facendo acrobazie, richiamano un mondo di personaggi e sapori d’altri tempi: i balli di John Travolta, gli oggetti vintage, i dischi dell’estate. Alla fine, la scritta “Raphael”, impressa sulla valigia del piccolo “cantante-mago”, rende omaggio proprio al manifesto del film di Fellini “Amarcord”.

Video: L’estate di John  Wayne

Start: Luca Chikovani racconta il suo esordio discografico. Intervista

CopertinaSTART

“Start” è il titolo del primo album di inediti di Luca Chikovani, giovane artista Georgiano ma romano d’adozione conosciuto dalla community come autore dei video cover italiani più seguiti. Esponente di quella generazione di cantautori vicini alle nuove piattaforme digitali, Luca è intenzionato a farsi conoscere a dispetto dei pregiudizi e a far arrivare la propria musica al pubblico. “Start” rappresenta un vero e proprio inizio per Luca, la realizzazione di un sogno che lo ha portato a una crescita artistica, arrivando a creare degli inediti a cui ha lavorato per molto tempo. Presenti nel disco anche tre cover (Love Yourself di Justin Bieber,R U Crazy di Conor Maynard e Let It Go di James Bay).

Intervista

Quando e come nasce questo tuo progetto musicale?

La preparazione dell’album risale a tre anni, avevo già intenzione di scrivere qualcosa riguardo al fatto di credere in se stessi, alla volontà di fare qualcosa partendo dalla propria tenacia; ecco perché il titolo del disco è “Start”. Ho scritto tanti brani che nel tempo sono stati scartati o cambiati completamente, più che un album di canzoni, questo progetto racchiude e descrive la mia crescita individuale.

Qual è il brano più sentito da parte tua?

“On my own” è il brano più lento, l’ho scritto poco tempo fa ed è dedicato a mia madre. Sono cresciuto da solo con lei che ha fatto davvero tanto per me sebbene io non l’abbia mai capito. Come tutti i ragazzini ci litigavo spesso, ho vissuto a Roma con lei fino a qualche tempo fa poi ho vinto una borsa di studio e mi sono trasferito a Milano; questo allontanamento mi è servito per capire l’importanza del suo ruolo nella mia vita. Nel brano racconto dunque la nostra storia, nella prima parte racconto di lei e nel ritornello è come se fosse lei stessa a parlare.

Qualche altro episodio autobiografico?

“Lady Brown Eyes” parla di una ragazza con cui ero uscito e di cui mi ero follemente innamorato. Lei aveva gli occhi castani e quindi in un dettaglio semplice ho visto una cosa molto bella. Purtroppo non ero ricambiato ma almeno è venuta fuori una bella canzone (ride ndr).

Che messaggio intendi comunicare in “New Generation Kids”?

Ho voluto scrivere un brano incalzante per rendere l’idea di quello che penso: voglio davvero fare le cose, non mi interessa di ricevere dei no, ci voglio credere lo stesso con tutto me tesso. Ho iniziato questo percorso quando avevo 16 anni, facevo il nautico e non era normale fare dei video ed esporsi così tanto, poi mi sono abituato. Molti pensano che chi opera su Youtube sia uno stupido o poco più invece c’è un grosso impegno dietro. Io studio il montaggio, le tecniche di ripresa, le luci e curo tutti i piccoli dettagli. Volevo urlare queste cose attraverso questa canzone.

Che rapporto hai con il montaggio video e con Youtube?

Questa attività rappresenta ancora adesso un divertimento per me, nel mio tempo libro cerco sempre di fare un video, non lo vivo come un obbligo, quando non ho un oggetto per registrare lo chiedo in prestito perché mi piace poter condividere con le persone quello che faccio nella mia vita quotidiana; è il mio hobby.

Come mai hai studiato all’Istituto nautico?

Mia madre mi ha cresciuto facendomi leggere tantissimi libri, sono appassionato di avventure di mare e di pirati per cui, quando ho visto la possibilità di studiare per un lavoro che avesse a che fare con il mare, l’ho seguita. Crescendo ho capito che non era quello che volevo fare veramente per cui adesso studio alla Iulm, sono riuscito a vincere una borsa di Studio e mi sono trasferito da Roma a Milano.

“R U Crazy” è una delle cover che ti è riuscita meglio. Come ci hai lavorato?

Si tratta di una cover di cui ho adorato la produzione, c’è del blues cambiato in elettronica estrema, adoravo l’idea della contaminazione, erano anni che ne parlavo, metterla in un mio album mi ha reso felice!

Come vivi il passaggio dalle cover agli inediti?

Quando fai cover potresti adagiarti e abituarti a scegliere cose facili.  A me non è successo perché quando faccio cover le modifico il più possibile, mi piace seguire l’idea di offrire una mia versione della canzone in questione. Pensare ai miei brani e realizzarli è bellissimo, sono libero di farlo, i miei produttori sono molto aperti verso le mie idee, ho passato mesi in studio ad imparare e a condividere con loro le mie idee. Ad ogni modo non mi sento ancora pronto per scrivere cose che ancora adesso non ho avuto modo di vivere e conoscere. Mi piace imparare cose nuove, non sono un musicista, faccio le cose da autodidatta e non mi sento un professionista, sono in una fase iniziale e di studio continuo.

13715981_817443465023072_7174747826357557752_n

Come è avvenuta la scelta di questa copertina?

Sembro un personaggio di Twilight (ride ndr). Avevamo due copertine: una molto semplice, l’altra era questa qui. Ho scelto questa perché volevo poter condividere l’album anche con le persone in Georgia quindi mi serviva un tocco più internazionale

A proposito, come vivi le tue origini georgiane?

In Georgia si cresce all’insegna della buona educazione, c’è rispetto verso gli altri e verso le persone più grandi. Sono cresciuto con mia nonna che ci teneva molto a queste cose per cui, anche se ci sono stato poco, ho cercato di apprendere il maggior numero di cose. A livello musicale sono cresciuto con la musica internazionale però vorrei in futuro riuscire a mischiare la musica elettronica con qualcosa di folcloristico, dovrei andare là a studiare e a capire come poterlo fare; per ora non posso ma mi piace sperimentare, sono sicuro che un giorno lo farò!

Raffaella Sbrescia

Video: New Generation Kids

“Noi siamo la scelta”: la crociata intellettuale di Paolo Simoni. Intervista

Cover Simoni_Noi siamo la scelta_b

“E di colpo avere trent’anni, sentirne il morso il morso sul culo e convincerti che sei uno dei tanti…” canta Paolo Simoni in “Io non mi privo”, primo singolo estratto da “Noi siamo la scelta”, un concept album che ruota attorno ai drammi, alle speranze, ai problemi, ai pensieri, ai sogni di una generazione a cui manca la coesione o la motivazione necessaria per passare dalla polemica all’azione. Il mondo dei trentenni, quelli che vivono in Italia, o che sono emigrati all’estero, in cerca di qualcosa che questo paese non è capace di offrirgli è quello che il cantautore, compositore, arrangiatore e polistrumentista romagnolo ci descrive in questo disco appassionato e necessario.

Intervista

Hai definito questo album “un atto d’amore”, la nostra generazione lo merita?

Certo che sì! La nostra generazione è ancora bellissima, è la più creativa perchè si sta inventando nuove soluzioni per provare a resistere. L’atto d’amore sta nel creare un luogo in cui poter individuare uno spiraglio, poter sentire che qualcuno ci capisce, una sorta di buona compagnia mentre si compie la stessa lotta. La nostra è una generazione pacifista, siamo cresciuti con i cartoni animati giapponesi, abbiamo i nostri clichè. Dovremmo unirci, la politica ci prende in giro con una farsa totale. Dopo questo ventennio di politica tragica ci ritroviamo ad essere retribuiti con i vaucher e senza pensione…poi ci si stupisce se le donne trentenni non fanno figli? A me pare una conseguenza ovvia. Tutte queste emozioni, questa “incazzature” intellettuali sono finite nelle canzoni di “Noi siamo la scelta”.

Parliamo di “Suona pianoforte”. Un pezzo dalla bellezza classica, destinato a far parte dell’antologia del cantautorato italiano…

Grazie! Pensa che ho deciso di inserirlo alla fine all’interno del disco per completare il discorso. In questo brano parlo degli eroi invisibili, quelli che portano avanti il paese. L’ho registrato due volte in modi diversi, poi ho deciso di lasciarlo scarno per dare spazio e rilevanza maggiore alle storie narrate.

Chi è “Giuly”?

Una pittrice, una maestra di vita, un’artista che ha scelto rimanere fuori dagli schemi, una persona dal grande valore umano, nata e vissuta nel mio stesso paese di provincia in Emilia Romagna. Quando ero ragazzino, invece di andare a zonzo in sala giochi, andavo tutti i giorni nel suo atelier per suonare, cantare, discutere. Mentre stavo scrivendo le canzoni di questo disco, ho letto che i 30 anni sono l’età in cui ciascuno abbandona i propri maestri per proseguire il proprio cammino. A 30 anni non sei ancora né vecchio né giovane, fai un po’ un resoconto e, dato che nel frattempo lei se n’è andata, ho voluto raccontare quello che avevo imparato proprio a lei che era, ed è, la mia figura di riferimento per antonomasia.

Se ti trovassi a dover fare un bilancio del tuo percorso artistico, cosa diresti?

Mi sento abbastanza bene nonostante tutto. Non ho mai cercato il pubblico facile, non ci ho mai pensato, ho sempre scritto perché mi piaceva e continuo a farlo. Fare il cantautore, che sia in Italia o meno, è difficile. Nel momento in cui scrivi canzoni come “Io non mi privo”, scegli un percorso ben definito. Non sono mai stato nei talent, ho sempre fatto poca tv, ho preferito fare altre cose. A 30 anni mi trovo a scrivere canzoni e lottare per poter fare musica. Il mio interesse è fare il musicista, poter suonare, poter cantare le mie canzoni. Ero partito con la passione di fare musica, ora faccio due lavori: uno è quello di scrivere le canzoni e l’altro è quello di promuoverle facendo telefonate varie e lottando per conquistare spazi.

Paolo Simoni

Paolo Simoni

Dal punto di vista tecnico questo album racchiude un lavoro meticoloso e certosino. Hai fatto riferimento ai punti di cardine del nostro passato musicale ma c’è anche tanta ricerca e uso dell’elettronica…

Io ed il mio produttore artistico Luca Pernici ci siamo chiusi in studio trascorrendo diversi mesi a maneggiare sintetizzatori e tastiere. Abbiamo lavorando con la mentalità degli anni 80 testando il suono con tantissimi ascolti, ci siamo sbizzarriti, abbiamo scoperto soluzioni seguendo l’intento di collegare a testi importanti delle musiche fortemente impattanti. Il risultato finale è un suono contemporaneo intriso di atmosfere elettroniche di natura colta. Ci siamo divertiti anche nel coinvolgere due batteristi e due bassisti, rispettando in ogni caso il mood del concept album.

Paolo Simoni

Forse questo album merita di vivere dei contesti diversi dal solito. Molti ragazzi cercano l’evasione invece della riflessione…

Bisogna stare attenti. Ad un certo punto la festa finisce sempre! La nostra generazione in verità è molto frastagliata. Ci definiamo generazione ma in realtà siamo tanti individui singoli che combattono le proprie lotte. Quello che manca alla nostra generazione è la coesione, non si agisce in nome di un obiettivo comune. C’è un brano del disco che s’intitola “Una reazione” che parla proprio di questo. Passiamo molto tempo a sputare commenti e sentenze però poi chiudiamo tutto e andiamo a fare l’aperitivo. C’è ovviamente chi lotta, chi fa il proprio percorso, solo che lo fa in silenzio. Sono problemi seri questi, una generazione che non affronta questi problemi vive l’inadeguatezza al proprio tempo e l’estero è diventato una sorta di nascondiglio. Dovremmo tornare a riprenderci tutto quello che è nostro, i nostri diritti basilari ecco perché “Noi siamo la scelta”. Quello che più mi addolora è vedere come ci prendono in giro senza che facciamo nulla per reagire. Noi stessi rappresentiamo la possibilità di cambiare le cose lottando senza odio e senza armi servendoci di un’intelligenza emotiva, morale, intellettuale che ci può portare a riprenderci i nostri diritti che non sono capricci, come qualcuno ha voluto farci intendere.

Raffaella Sbrescia

Acquista su iTunes

Tracklist: “Il vuoto di questo tempo”, “Io non mi privo”, “Noi siamo la scelta”, “Lascia la tua impronta”, “Ho conosciuto l’amore”, “Una reazione”, “Ci sono cose che ti cambiano”, “Giuly”, “Suona pianoforte”.

 Video: Io non mi privo

www.paolosimoni.it

 www.facebook.com/paolosimonimusica

La ripartenza di Lilian More con “Back to the start”. Intervista

Lilian More

Lilian More

Appassionata di musica sin da quando aveva 9 anni, Linda Bosco in arte Lillian More nasce e cresce nell’hinterland milanese. E’ appena quattordicenne quando inizia a scrivere i suoi primi brani spinta dal sogno di intraprendere la carriera di cantautrice.

Determinata e talentuosa la giovane rocker, dopo le esperienze del suo primo Ep “Now we Go!”, anticipato dal singolo “We don’t care anymore” del 2013 e dopo l’uscita del singolo “Believe in Chance” nel 2015,  è attualmente impegnata nella lavorazione del nuovissimo progetto musicale “In Bloom”.

Intervista

La tua ripartenza è con “Back to the start”. Nel testo canti “You’re just one of my old memories. So take back your promises and all your lies and bring me back to the start”. Cosa racconti in questa canzone, con quale spirito l’hai scritta e come hai lavorato all’arrangiamento del brano?

Sì, Back to the Start è il primo singolo estratto dal mio nuovo album e parla della fine di una storia d’amore. I sentimenti racchiusi nel brano sono di dolore e rabbia, ed è uno dei brani che a livello sentimentale mi tocca particolarmente di più. Nella realizzazione degli arrangiamenti, dando le linee generali e relativi riferimenti riguardo a come volevo le linee di basso e batteria, ho lavorato e suonato insieme a dei musicisti davvero molto validi con i quali ho successivamente inciso tutti i brani del mio nuovo disco.

Il video, diretto da Michele Pinna, è molto particolare. Raccontaci la story line e le suggestioni che intendevate trasmettere al pubblico…

Il video musicale racchiude al suo interno la descrizione di anima e corpo; la prima viene descritta nella sua duplice natura nello scenario bianco (fragilità e sensibilità) e nero (rabbia e tormento); mentre il corpo, intesa come parte materiale della nostra vita, viene descritta dall’intenzione di realizzare una moto con la quale costruire un nuovo inizio, per poi partire verso nuovi orizzonti lasciando tutto alle spalle.  Nelle scene con la cera nera volevamo trasmettere in maniera molto cruda ed esplicita il sentimento di tormento nel dover sempre “ingoiare” e “mandar giù” sofferenze e dolori, “leccarsi le ferite” e allo stesso tempo autolesionarsi per sentire sollievo dal dolore psicologico. E’stato molto emozionante lavorare insieme a Michele per la realizzazione della storia e soprattutto dover esprimere a 360° questo mix esplosivo di sentimenti.

In che modo cerchi di contestualizzarti all’interno del panorama musicale italiano in qualità di rocker?

Non amo darmi un’etichetta e non catalogo la mia musica in nessun genere musicale se non “Lilian More”!  Così come la mia musica, sono molto poliedrica, faccio quello che mi sento di fare e la mia musica è la mia voce per dire quello che penso e quello che provo. Per queste ragioni se volessi contestualizzarmi all’interno del panorama musicale lo farei in qualità di Lilian More. Considerando lo scenario musicale italiano, penso di essere l’unica a fare questo tipo di genere quindi questo potrebbe essere sicuramente un punto a mio vantaggio per distinguermi dalla massa! Come riuscirci? Sicuramente dando il meglio di me in primis per la mia musica e per tutti coloro che amano quello che faccio e poi per me stessa.

Lilian More

Lilian More

Questo singolo anticipa il tuo nuovo album in uscita in autunno. Con chi ci stai lavorando e in che modo?

 Sì, il mio nuovo disco uscirà questo autunno ed è tutt’ora in fase di produzione! Ho lavorato per diversi giorni con i musicisti in sala prove e ci sono diverse collaborazioni… ma il lavoro sicuramente più lungo è stato quello relativo alla ricerca del suono! Per il resto dei dettagli vi lascio ancora un po’ sulle spine! (ride ndr)

Sappiamo che si tratterà di un disco autobiografico e che racchiuderà al suo interno il bilancio di due anni molto intensi per te… Ti andrebbe di approfondire questo discorso raccontandoci la tua crescita sia personale che professionale?

 Sì, questo album racchiude la parte più intima di me… parlarne è davvero molto difficile ed è stato altrettanto difficile abituarsi a cantare brani in cui è racchiusa davvero tanta sofferenza. Tuttavia il mio punto di forza è stato proprio il mettermi a nudo svelando una parte di me che mai avrei potuto far conoscere a qualcuno; la musica mi ha permesso di farlo ed è stata la mia analista personale. La mia crescita è avvenuta mentre mi confrontavo con persone molto più grandi di me, non sono mai scesa a compromessi e sono andata sempre dritta per la mia strada. All’interno di un mondo così frenetico, ingordo e privo di prospettiva verso il futuro come quello di oggi è stato un pò come salire su un ring priva di qualsiasi protezione e ancorata alle corde… ma lo è tutt’ora e lo sarà per chissà quanto tempo! Ma non mi fa paura. L’importante è rialzarsi e combattere, sempre.

In che modo coltivi la tua passione per la musica?

Prima di tutto con la curiosità! Poi con la determinazione e l’amore per quello che faccio e infine con tanto divertimento! Certo, lo stress non manca mai ma questa è tutta un’altra storia! (ride ndr)

Quali ascolti influenzano il tuo repertorio?

Sicuramente la parte più importante della mia vita sono stati i Green Day. In secondo luogo tutto il panorama musicale che racchiude gli anni ’90! Dal pop punk al grunge.

Sono previste date live o rimarrai a lavorare in studio per tutta l’estate?

Attualmente non ci sono live in programma in quanto sarò presa dal lavoro in studio fino ad agosto e successivamente dalla pianificazione/realizzazione dei video dei successivi singoli! In più tengo molto a curare tutto quello che riguarda il mio lavoro, quindi grafica del disco ecc… tuttavia se ci dovessero essere cambi di programma basta seguirmi sulla mia pagina FB ufficiale dove vi terrò super aggiornati riguardo news ad eventi!

Raffaella Sbrescia

Video: Back to the start

La travolgente energia dei Caravan Palace arriva in Italia. Intervista

Caravan-Palace- ph Antoine Delaporte

Caravan-Palace- ph Antoine Delaporte

Apprezzati per l’originalità e la contagiosa energia delle esibizioni dal vivo, grazie all’impronta gitana ed ai ritmi pulsanti delle performance, i Caravan Palace arrivano per la prima volta a Milano lunedì 11 luglio con l’unica data italiana del tour estivo, in programma al Circolo Magnolia di Segrate (MI) per una serata nel nome dell’elettro-swing più vivace ed elegante. Band di sette elementi con base a Parigi, i Caravan Palace porteranno sul palco del Circolo Magnolia <I°_°I>  (conosciuto anche come Robot Face), il terzo album in studio pubblicato lo scorso ottobre; il disco segue l’omonimo esordio del 2008 Caravan Palace, entrato presto nella Top 20 degli album più venduti in Francia, ed il secondo album Panic, del 2012. Le sonorità dei Caravan Palace, che si ispirano ad artisti disparati come Django Reinhardt, Vitalic, Cab Calloway, Justice e Daft Punk, mescolano in ottica retro-futurista swing, jazz, manouche ed elettronica, attingendo dal passato per scrivere la musica del domani ed oltre.

Intervista

Il vostro terzo album in studio s’intitola <I°_°I> ovvero “Robot Face”. Come descrivereste l’anima di questo lavoro? Quali sono state le suggestioni, le aspettative e le emozioni che avete provato durante questo processo?

You just put out you third studio album, titled <I°_°I>  colloquially referred to as  “Robot Face”.
Could you describe us the disk soul? Which were the suggestions, the expectations and the emotions you felt during the processing?

Il nostro nuovo album viene dalla voglia di provare cose nuove con l’obiettivo di offrire una nuova esperienza ai nostri fan e a chi ci ascolta. All’interno della tracklist potete trovare tracce più vicine allo swing altre più elettroniche, alcune più vicine al nostro modus operandi tradizionale altre ancora influenzate dalla Trap e dalla Deep House. Tutto questo è perfetto da riproporre quando siamo sul palco, ci permette di fare tante variazioni e funziona davvero molto bene!

Our new album come from the need to try new stuff in order to offer some new experience for our listeners and fans. You can find some swing house or electro rockabilly tracks , in a traditional way we’ve done before, but also some news forms influenced by Future Bass, Trap or Deep House music. With slower tempo and heavy bass. It’s perfect on stage, because now we can play a set with a lot of variations in tempo and mood. It works very well !

La vostra musica è uno spumeggiante cocktail di swing, hip hop, jive e house. Come descrivereste la vostra formula?

Your music is a bubbly cocktail of swing, hip hop, jive e house. Could you explain in a detailed way your sophisticated music formula?

Per noi è tutto molto naturale. Si tratta dell’unione delle nostre influenze, ci piacciono cose vecchie e cose nuove e i Caravan Palace ci danno la possibilità di mischiare tutto senza una ricetta precisa. A volte cominciamo a lavorare ad una traccia con un beat o un giro di basso molto moderno poi finisce che ci aggiungiamo qualche elemento vintage. Succede anche di incidere brani usando il classico pianoforte o di partire da una base realizzata con la chitarra acustica o di scrivere un testo tradizionale per poi buttare via tutto e ricominciare da zero.

It’s kind of natural for us. Just a blend of our all influences. Like everybody, i think, we like old stuff and new stuff. Caravan Palace gives us the chance to mix both worlds together. But there’s no recipe. Sometimes we start a track with a hard beat and bass, very modern, then we add the more vintage stuffs on it. But we can also start a track with a classic piano or guitar acoustic idea, construct a song in a traditional way, with verse and chorus, then destroy everything in a sampler to go further.

Durante i vostri concerti, il vostro pubblico balla e si scatena come se facesse parte di una vera e propria comunità. Come vivete questo fenomeno?

During your performances more than half the crowd dances like a community. How do you feel about this phenomenon?

Pensiamo che quando riesci a vedere e a sentire che il pubblico si muove insieme a te sulle note della tua musica allora hai raggiunto il top. La cosa più bella del nostro pubblico è la loro correttezza, la loro dolcezza e la loro pacatezza; non abbiamo mai visto disordini tra la folla. Gran parte delle volte riceviamo i complimenti da parte dei promoter dei vari posti in cui suoniamo proprio per questa ragione, lo troviamo molto soddisfacente.

We think it’s a highlight in a musician life, when you can feel the crowd moving all together on your music. With a huge grin on their faces. It’s totally moving. Something great with our public is their kindness and politeness. Despite the fact, everyone is bouncing and dancing, we never saw any clash or fight in the crowd. Most of the time, people from the venue or the local concert promoter tell us how great our public is. Very pleasant, We must say.

CaravanPalace ph Jeremie Bouillon

CaravanPalace ph Jeremie Bouillon


La vostra presenza scenica è travolgente.
Di solito vi muovete molto, interagite tra di voi, con gli strumenti e con il pubblico offrendo una vera e propria performance. Come riuscite a rendere felici le persone che vi seguono?


Your stage presence is very eventful. You dance, you move between instruments interacting with the crowd…One of yours recently said that “It’s important for us to give a good experience to the public”. How do you make people happy?

Beh, con una grande dose di energia e di generosità. Pensiamo di dover dare tutto quello che possiamo al pubblico. Chiaramente dipende anche da quale genere musicale facciamo ma la nostra musica è in gran parte festa ed energia per cui riusciamo abbastanza facilmente nel nostro intento.

With a big load of energy and happiness. Generosity is very important too. You have to give everything you can to the public. Of course it depends of the musical genre, but our music is mostly about party and energy, so we got to take the public with us as much as we can.

La vostra bellissima cantante Zoé [Colotis] è anche un’attrice. La cosa influisce nella teatralità dei vostri live?

Your beautiful singer Zoé [Colotis] is an actress as well as a singer. Do you put in theatrical aspects into the concerts?

Yes, and she likes to do it by herself. She’s always having a lot of ideas to give new fun to the public. Making each show different. Sometimes she can bring some people on stage to create new interactions, improvising a dance and stuffs like that. Always having new ideas to surprise us as well !

Sì, lo è le piace farlo da autodidatta. Le vengono sempre in mente un sacco di idee che rendono il nostro concerto sempre diverso e che riescono sempre a far divertire il pubblico. A volte riesce a portare delle persone sul palco per creare nuovi tipi di interazione, magari improvvisando un balletto o cose simili.

Siete riusciti a trovare il giusto equilibrio tra suoni tradizionali e suoni nuovi senza sforzo. Come pensiate possa evolvere la vostra musica in futuro?

You found the right balance between the old and the new sound effortless. Which would be the evolution of your music in the future?

In effetti sono in molti a chiederci come sarà il nostro prossimo album ma, a dirla tutta, non lo sappiamo ancora. Il cambiamento ci piace e ci siamo spinti molto verso l’elettronica. A questo punto ci chiediamo se non sia il caso di muoverci nella direzione opposta e tornare ad un mood più acustico… Magari potremmo organizzare un referendum tra i fan (ride ndr)…

Of course, everybody is asking about our future album. To be honest we don’t know yet. Changing is interesting, and so far, we’ve been further on the electronic side. So why not going in the other direction, and sound more acoustic in the future? We should organize a “fan” referendum maybe… or not.

Che aspettative avete in merito al concerto che terrete in Italia il prossimo 11 luglio?

How do you feel about the concert you will hold in Italy in July?

Non ci capita spesso di suonare in Italia per cui non vediamo l’ora che accada. Non c’è bisogno di dirvi quanto amiamo il vostro paese, d’altronde chi è che non lo ama?! (ride ndr)… Forse considerando che non abbiamo suonato molto qui, i nostri fan saranno in fibrillante attesa. Dal canto nostro, ve lo promettiamo, non resterete affatto delusi!

We didn’t play that much in Italy so far, so we’re very exciting about coming here. No need to say we love your country, who doesn’t? Maybe considering we didn’t play that much here, our fans will really look forward seeing us live. And We can promise, they will not be disappointed.

Raffaella Sbrescia

Video: Wonderland

Presentimento: Solis String Quartet e Peppe Servillo rinnovano l’inossidabile e felicissimo connubio

Presentimento

Presentimento

Il connubio tra il Solis String Quartet e Peppe Servillo si dimostra sempre più solido e sempre più affascinante. Forti del grande successo riscontrato da “Spassiunatamente”, che li aveva visti per la prima volta insieme al cospetto dei capolavori della canzone classica napoletana, gli scugnizzi della musica da camera ed il fuoriclasse degli Avion Travel tornano con “Presentimento”, un nuovo progetto che continua a spaziare con grazia e spensieratezza all’interno di un panorama musicale di sconfinata bellezza. Da Gil a Viviani, da E.A. Mario a Cioffi/Pisano, da Scalinatella a Mmiez’o grano a M’aggia curà, la lista di autori e canzoni si inseguono, si incastrano, s’incontrano, si scontrano in maniera viva, spumeggiante, sorprendente. Il pathos interpretativo con cui Peppe Servillo accarezza le parole facendole proprie e la cura meticolosa con cui Vincenzo Di Donna, Luigi De Maio, Gerardo Morrone e Antonio Di Francia costruiscono arrangiamenti particolareggiati e preziosi rappresentano i fiori all’occhiello del disco. Dramma, furore, amore, poesia si muovono tra guizzi strumentali e fascinosi frame filmici dal fascino vintage. Divertente e teatrale “M’aggia curà”, intensa e melodrammatica “So’ le sorbe e le nespole amare”, sontuosa e travolgente “Mozartango”, impetuosa ed irresistibile “Tarantella del Vesuvio”; uno “zompettio tra i quartieri di Napoli che non potrete perdervi.

Raffaella Sbrescia

Acquista su iTunes

La tracklist completa del disco: 1)”Tutta pe’ mme” 2)”M’aggia curà” 3)”Canzona appassiunata” 4)”Tarantella segreta” 5)”Presentimento” 6)”Tarantella del Vesuvio” 7)”Mmiez’o grano” 8)”Palomma” 9)”So’ le sorbe e le nespole amare” 10)”Mozartango” 11)”Scalinatella”.

Previous Posts Next Posts