Raige presenta “Alex”: “Mettetevi le cuffie e schiacciate play; al resto ci penso io”. Intervista

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Una tempesta di sogni invadenti ma necessari convergono in “Alex”, il nuovo album di Raige che vedrà la luce il 9 settembre per Warner Music. All’interno di questo nuovo progetto l’ artista sceglie di sognare anche quando il mondo non ce ne dà ragione facendo un sincero bilancio tra sbagli e certezze di una vita. Raige si mostra senza filtri attraverso un racconto intimo e personale, a tratti scomodo, ma sempre fruibile. La vita è senza sconti ma può sembrarci più dolce attraverso la musica di Raige, figura di spicco della scena rap italiana da sempre apprezzato per l’innato talento nel coniugare rime e generi musicali.

Intervista

Come sei arrivato a concepire un album come “Alex” e cosa c’è alla base di questo progetto?

Ho iniziato a lavorare a questo disco circa due anni fa. Ci sono state un po’ di vicissitudini in fase di pre-produzione per trovare dei produttori che potessero sposare l’essenza della mia idea. Parto dal rap come segmento, mi avvicino al pop perché la melodia la fa da padrone.  Dopo un primo contatto con produttori rap blasonati, che si sono esposti in prima persona per produrmi il precedente album, sono arrivato a Filippelli e Milani che pur non provenendo dal rap, hanno capito benissimo cosa avevo in mente. Abbiamo buttato via il 90% di quello che avevo scritto in un momento molto cupo della mia vita.

In che senso?

I pezzi erano molto pesanti, erano il frutto di alcune esperienze che avevo vissuto in prima persona come la malattia che ha portato alla scomparsa di mia madre. Ho scritto questo disco per le donne della mia vita: per mia madre che non c’è più e per la mia compagna. Insieme ad altri autori ho fatto un lavoro di repertorio tenendo i brani più interessanti a livello musicale e testuale tra quelli che avevo già composto. Ho scritto con altre persone, una cosa nuova per me. In precedenza avevo collaborato solo con Davide Simonetta, il mio chitarrista, questo perché ci metto me stesso nei miei testi e prima di darli in pasto agli altri amo condividerli con chi è mio amico.

Perché il disco s’intitola “Alex”?

Ho intitolato il disco in questo modo proprio perché mi sono tolto di dosso la paura di fare quello che mi piace veramente, finalmente. Ho voluto lasciare da parte le costrizioni legate al mondo rap. Che siano gli altri a dare un nome a quello che faccio, a me non interessa. A me piace scrivere le canzoni e pensare di essere in grado di farlo; questa è l’unica cosa che conta.

Nel brano “Nemmeno il buio” ti mostri particolarmente lucido scrivendo che “Nessun mostro fa paura come la vita vera”. Una frase che ci mette con le spalle al muro…

Qui ho scritto una strofa per mia madre ed una per la mia compagna. Ho avuto la fortuna di avere grandi donne che hanno avuto la sfortuna, a loro volta, di avere piccoli uomini che siano padri, genitori o fidanzati.  Non bisogna avere paura, nemmeno il buio può fare paura, mi carico io di tutti i fardelli, ci penso io. Per le persone che amo, sono disposto a sacrificarmi senza se e senza ma.  Io sono cresciuto con mia madre, mio padre non c’era perchè faceva il trasfertista, quindi lei è riuscita a darmi un’impostazione precisa con dei valori che vengono fuori nel momento in cui mi relaziono con gli altri.

Cosa ci dici di “Dove finisce il cielo?

Questo è uno dei miei pezzi preferiti insieme a “Non c’è niente da ridere” e “Mi sembra il minimo”. Ho scritto questa canzone per mia madre, le dico che alcune cose le ho imparate e che altre continuerò a sbagliarle.

“A tutta velocità sento meno lo shock” è forse la frase più rappresentativa del testo…

La gente tende a riempire, gli spazi, tempi, i luoghi per non pensare al dramma quotidiano. A tutta velocità ti rendi conto meno delle cose, il dolore rimane dentro come se fosse un ronzio, non lo senti assordante nelle orecchie, si sente solo quando spegni le luci e devi metterti a dormire.

Come vivi il tuo rapporto con la città di Torino?

Nutro assoluta riconoscenza verso questa città perché mi permette di vivere una realtà diversa dalla metropoli. Torino rappresenta una dimensione a misura d’uomo e quindi è più giusta per me che non sarei in grado di vivere in una grande città. Ho bisogno di spazi e a Milano ho la sensazione che ci sia qualche forza oscura che ti ruba le energie da sotto i piedi mentre cammini.

Pensando a chi si andrà a relazionare con questo tipo di progetto, viene da porsi degli interrogativi in merito alla capacità di leggere e comprendere questi messaggi non facilmente fruibili. Hai cercato di mediare attraverso la scelta dei suoni?

Raige

Raige

Il nostro obiettivo era realizzare un progetto fresco ma che non perdesse l’identità del cantautorato. Non riesco a mettermi dentro una scatola rap o pop. Il mio modo di scrivere è più cantautorale per cui abbiamo cercato di rendere accessibili i miei brani.

Cosa significa vivere “sotto una tempesta di sogni”?

Amo pensare che si possa vivere con i piedi per terra e la testa fra le nuvole senza dimenticarsi di quello che stiamo cercando.

Come sei arrivato al bel duetto con Marco Masini nel brano “Il Rumore che fa”?

Masini è un mio mito grazie a mio padre che mi faceva ascoltare suoi brani da piccolo. L’ho conosciuto al Roxy Bar, Red Ronnie sapeva che ero suo fan e ci ha fatto duettare sulle note di “Principessa”. Poco dopo ci siamo risentiti, mi ha chiesto di ricantare “Bella Stronza” in un suo album, in quel momento avevo questo pezzo e gli ho prontamente chiesto di ricambiare il favore. Avrei potuto scrivere strofe più focused ma ho preferito sacrificare l’accessibilità a favore di una scrittura più “cinematografica”.

InNon c’è niente da ridere” proponi una serie di ossimori in sequenza…

Aldilà delle figure retoriche, quello che mi muove in questo brano è che non c’è proprio un cazzo da ridere ma alla fine ne ridiamo. Se siamo io e te, è vero che  è tutto un casino ma alla fine possiamo riderne insieme. Questo è lo slogan più forte del mio disco.

Qual è il tuo rapporto con la religione?

Il mio un rapporto con Dio lo gestisco a modo mio. Dicono che a volte ci comportiamo con Dio così come fanno gli opportunisti cercandolo solo quando stiamo male. Non ho la presunzione di escludermi da questa categoria però cerco di non fare mai male agli altri e di comportarmi bene più che posso.

Un tema ricorrente nel disco è quello della paura…

La vita non ha tempo per le paure: la mia era di non essere all’altezza delle aspettative, di non mostrarmi per quello che realmente sono. Stavolta mi sono spogliato di tutte queste paure e ho fatto quello volevo davvero.

“Perfetto” è un pezzo autobiografico?

Ho avuto questo pezzo da Scirè e De Simone ed ho subito capito che era giusto per me che volevo parlare del fatto che da ragazzino pesavo 120 chili. Certo, non ero perfetto, vivevo questo disagio che adesso viene demonizzato ma il bullismo c’è sempre stato. Bisogna imparare a convivere con i propri difetti e farne la propria forza. L’importante non è quello che gli altri ti dicono sia perfetto, l’importante è quello che ti fa stare bene. Io ho scelto di dimagrire perché c’è stato un processo evolutivo nella mia persona, perché non stavo bene con me stesso, il disagio nasceva anche da quello. I giovani di oggi perdono spesso il contatto il realtà, sono continuamente bombardati da contenuti, devono avere qualcuno che gli insegni che  in realtà sono loro stessi la fabbrica dei propri sogni, devono riuscire a trovare dentro loro stessi la forza per cambiare quello che non va bene, devono farlo per loro stessi non per gli altri.

Cosa diresti a chi ti segue da sempre e che vorrebbe capire la tua svolta artistica di oggi?

Se avete scelto di seguire me come fan, avete già scelto a prescindere qualcosa che è lontano e diverso da tutti gli altri. Se amate il mio modo di scrivere, questo è il disco meglio di tutti gli altri. Ne sarete fieri anche voi. Non credo che ci sia molto da spiegare, non ho mai fatto un rap che mi tenesse stretto dentro dei canoni, temevo solo di non essere capito. Quando ho scoperto che in realtà io lo chiavo sotto padrone l’ho già fatto per tanti anni, ho realizzato che se voglio fare questo lavoro, devo poter fare quello che piace a me o quanto meno di avere il coraggio di provarci.

Raffaella Sbrescia

Video: Il Rumore che fa

Raige incontrerà i fan negli store delle principali città italiane, queste le prossime date:

09 settembre Torino – Feltrinelli Stazione Porta Nuova – ore 15

09 settembre Genova Mondadori– Via XX Settembre 210 – ore 18,30

10 settembre Milano Mondadori  Duomo ore 15

10 settembre  Stezzano (BG) Mediaworld c/o Shopping Center Le Due Torri Via Guzzanica ore 18.30

11 settembre Rovigo Mediaworld Viale Porta Po’ 193 ang. Via Colletta ore 15

11 settembre Padova Mondadori ore 18.30 – Piazza Insurrezione XXVIII Aprile ’45,

12  settembre Bologna Mondadori Via Massimo D’Azeglio 34/A  ore 15

12  settembre Rimini Mediaw.– Mediaworld Shopping Center Romagna ore 18,30

13 settembre Firenze Galleria del Disco Sottopassaggio stazione SMN ore 15

13 settembre Roma Discoteca Laziale Via Giolitti 263 – ore 18,30

14 settembre Salerno Feltrinelli Corso Vittorio Emanuele ore 15

14 settembre Napoli Feltrinelli Stazione ore 18,30

15 settembre Bari Feltrinelli Via Melo ore 15

15 settembre Lecce Feltrinelli Via Templari ore ore 18,30

Slogan: il nuovo album di Moreno. Intervista e recensione

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Direttamente dai mari liguri di Genova Ovest, Moreno torna sulle scene musicali con “Slogan”, un album dal titolo impattante e che ben si presta ad una società che si sofferma sempre più spesso sui contenuti di facciata. Il caso di Moreno però, è diverso: le dodici tracce che compongono  il disco interamente prodotto da Big Fish mettono in luce le qualità cantautorali del freestyler ed evidenziano proprio l’intenzione evolutiva del giovane artista impegnato da tempo su più fronti di scrittura. L’album si apre con “Intro”: un minuto e una manciata di secondi per mettere subito i puntini sulle “i” e farci capire come stanno le cose. La titletrack “Slogan” svela l’ascolto della sete della gente. Moreno pesca tra le frasi delle più note pubblicità nazionali, ironizza sul suo essere un prodotto commerciale ma tiene a precisare che non ha nessuna intenzione di snaturarsi. “Non mi sento arrivato, sono appena partito”, canta il rapper, su note reggae nel singolo “Un giorno di festa” mentre l’unico duetto del disco arriva con “Lasciami andare”, brano in cui l’artista genovese ha voluto coinvolgere l’amica Deborah Iurato, sua allieva durante l’edizione del talent show targato Mediaset “Amici 13”. Decisamente intenso ed avulso dalle tematiche affrontate nel resto dell’album, “Alba di domenica” si candida ad essere scelto come prossimo singolo grazie a quella sempre più preziosa “voglia di non perdersi”. Divertente e spassosa “Ping Pong”, irriverente l’ironia di “Sfumature di canzoni”, intima e sognante la storyboard di “Attimi preziosi”. Molteplici chiavi di lettura attraversano le fitte trame di “Antirap”: “Piuttosto che sembrare come voi, vado a cena con gli avvoltoi”, canta Moreno, che ci congeda sulle note di “Nevica”, brano che, non a caso, chiude il disco ponendo l’accento su una marcata capacità di indagine introspettiva non sempre facile da mettere a fuoco.

Intervista

Perché hai scelto questo titolo per il tuo nuovo album?

Questo titolo mi ha convinto perché completava il filone iniziato con quelli dei miei precedenti album. Un’altra possibile ipotesi era “Lo faccio per spot”, in ogni caso sarebbe stata una scelta di tipo impattante. Ho voluto giocare su questa cosa dello Slogan perché alla fine io sono un prodotto discografico ma sono anche un cantante. Per queste ragioni ho fatto in modo che le cose potessero andare di pari passo pubblicando un prodotto di cui essere fiero. Questi sono tempi in cui devo sapermi vendere, sembra tutto preso scherzosamente ma in realtà essendo un freestyler immagazzino un sacco di informazioni. Metriche, ritornelli e note si sono affacciate alla mia mente mentre lavoravo a questo progetto e alla fine del viaggio ho acquisito la consapevolezza che la differenza la fanno le canzoni, l’attitudine e la musicalità.

Cosa vorresti si evincesse da questo album?

Ciò che mi ha reso più popolare è stata la mia partecipazione ad Amici come concorrente prima e come coach poi. Quello che intendo mettere in luce è che io sono un cantautore, lavoro personalmente ai miei brani e spero che questo dato di fatto emerga con questo album. Non ho voluto collaborazioni, c’è solo Deborah Iurato perché pensavo fosse carino coinvolgerla in un’avventura che per me conta molto, inoltre volevo vederla in un pezzo diverso; è nato tutto in maniera molto spontanea.

Moreno ph Cirasa

Moreno ph Cirasa

Quanto conta per te l’autenticità?

Per me si tratta di un caposaldo fondamentale. All’inizio del mio percorso ad Amici mi sono misurato nel cantare le canzoni degli altri ma alla fine è prevalso quello che facevo io. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo ho avuto un anno per me e per fare uscire un prodotto che fosse autentico. Non mi interessa il discorso legato alla commercializzazione dei contenuti e alla sparizione della scena underground. La verità è che ora è tutto un pò pop; se non partecipi ad un talent show perché non ne condividi la policy non ci vai nemmeno come ospite. L’ underground l’ ho vissuto aprendo tanti concerti e conoscendolo dall’interno, sulla mia barca ci sarà sempre posto ma non bado a chi vuole tarparmi le ali senza conoscere davvero quello che faccio. Posso scendere al compromesso di cantare un ritornello melodico perché mi consente di allargare il mio bacino e sono ben contento di questo, devo pur lavorare, ho la coscienza pulita, non devo giustificarmi con nessuno.

Hai ricevuto offerte per partecipare al Gf Vip o all’Isola dei Famosi?

Se ne era parlato ma ero impegnato con la lavorazione del disco e non ho preso nessuna di queste ipotesi in considerazione. In ogni caso se avessi partecipato sarebbe stato solo in funzione dei miei progetti musicali e non per un’esperienza fine a se stessa.

Il video del nuovo singolo “Slogan” è allegro e colorato. Come ci hai lavorato e a cosa ti sei ispirato?

In genere ero abituato a lavorare con le comparse e con una storyline, stavolta abbiamo girato con un green screen e mentre giravo le scene, spesso non riuscivo ad immaginare come sarebbero venute alla fine. Quando ho avuto la possibilità di scoprire il risultato finale, mi è piaciuto veramente molto. Le immagini sono legate al pezzo e sono state scelte in modo mirato… mi hanno insegnato delle cose nuove!

 Perché pensi che questo sia un buon disco?

Beh, intanto perché è interamente prodotto da Big Fish e trovo che sia una vero e proprio premio dopo la collaborazione al Festival di Sanremo. Nel disco precedente c’erano diversi produttori e, dato che sono abituato a lavorare con ognuno direttamente in studio, avrei avuto bisogno di molto più tempo. Big Fish ha prodotto hits con Fabri Fibra ed Emis Killa, mi ha lusingato il fatto che abbia voluto credere in me e mi ha ampiamente ripagato facendomi i complimenti alla fine del lavoro. Questa è quella che intendo io per “la mia maturità”: ci ho messo tutto me stesso e chi doveva accorgersene, lo ha fatto.

Moreno ph Cirasa

Moreno ph Cirasa

Quali sono i passaggi che hanno scandito la scrittura delle canzoni?

In questi brani ci sono metafore e concetti in cui la gente può rispecchiarsi. Mi sono misurato con note e pensieri, spesso personali, per scrivere delle vere e proprie canzoni. Sono diventato un cantante di musica rap pur rimanendo un freestyler.

Come contestualizzi un brano come “Alba di Domenica” all’interno del disco?

Questo è il mio brano preferito. Si tratta di un pezzo suggestivo che decanta la voglia di non perdersi e che mette in luce il desiderio di non spegnerci. Lo ascolto spesso  in macchina ultimamente.

In che senso ti senti un “miracolato”?

Anni fa avevo un bel lavoro come parrucchiere, un contratto a tempo indeterminato ed un futuro sicuro. Un giorno ho fatto una scelta, ho chiesto scusa ai miei e al mio datore di lavoro e ho intrapreso il percorso che volevo. All’inizio i miei genitori erano molto scettici e non perdevano occasione per rinfacciarmi i rischi della mia scelta, alla fine ce l’ho fatta ma resto con i piedi ben saldi per terra, forte dell’esperienza quotidiana e dei valori che mi ha insegnato la mia famiglia.

 Raffaella Sbrescia

 Video: Slogan

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G come Giungla: il nuovo singolo di Ligabue annuncia l’arrivo di Made In Italy e denuncia i costumi contemporanei

Ligabue torna sulle scene musicali con “G come Giungla”. Il nuovo singolo annuncia l’arrivo del nuovo album di inediti dell’artista intitolato “Made in Italy” e arriva a pochi giorni di distanza dal doppio concerto del Liga Rock Park 2016,  in programma nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 settembre alla Villa Reale di Monza. Il progetto discografico sbarcherà nei negozi di dischi e sulle piattaforme digitali entro la fine del 2016 e già nutre le aspettative dei fans e. A giudicare dall’entità del nuovo brano, appare evidente la continua evoluzione che Ligabue ha voluto operare non solo sui contenuti ma anche sulle sonorità proposte. La canzone è avvolta da uno spirito critico incentrato sull’osservazione analitica della società, un modo per Ligabue per invitarci a fermarci e a riflettere, un’operazione di studio antropologico già iniziata con “Mondovisione” e che sicuramente troverà terreno fertile nel nuovo album. In attesa di scoprire quali saranno gli ulteriori due singoli estratti dal nuovo album che verranno inseriti in scaletta in occasione del Liga Rock Park, ecco il testo ed il video ufficiale del brano, registrato allo Spazio Fase di Alzano Lombardo.

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 Video: G come Giungla

Céline Dion ricomincia da “Encore un soir”, un album tutto in francese.

Celine Dion

Celine Dion

Due lutti devastanti ed un’esistenza da rimodulare. La pop star canadese Céline Dion ricomincia da “Encore un soir” un nuovo album interamente cantato in lingua francese e pensato proprio insieme al marito Renè Angelil scomparso lo scorso gennaio. L’artista ha quindi realizzato un sogno che i due accarezzavano da tempo. Pubblicato sia in digitale che nei negozi in ben tre versioni: Cd, Box Deluxe Edition (con Cd con 3 bonus track, libretto da 80 pagine e braccialetti in raso) e doppio lp + cd, il progetto musicale si avvale della collaborazione del suo storico collaboratore Jean-Jacques Goldman che ha composto la canzone che dà il titolo all’album “Encore un soir”: «So che hai scritto già tutto per me, ma quello che vivo in questo momento è talmente importante, se tu potessi donarmi un poco della tua magia…», gli aveva chiesto lei ed ecco che proprio quella richiesta ha sortito l’effetto sperato dopo ben 12 anni di distacco. Il singolo di lancio ha tra l’altro raggiunto le vette di iTunes anche nei mercati non francesi, arrivando al numero 1 in 10 Paesi, nella top 10 in 22 Paesi e nella Top 20 in 27 Paesi.

Video: Encore un soir

Tra gli autori delle tracce contenute nella tracklist ci sono anche Francis Cabrel e Serge Lama che, per la prima volta insieme, collaborano a una canzone per Céline, e Jacques Veneruso, Grand Corps Malade, che ha preso parte al disco di Céline “Sans attendre”, ha messo ancora una volta a disposizione la sua poesia per questo progetto. Tra gli altri figurano Florent Mothe e Mutine, che hanno aggiunto il proprio nome a questo nuovo capitolo con quattro brani dal sapore pop. Daniel Picard, invece è stato scelto tra oltre 4.000 candidati che hanno partecipato a un contest lanciato sul sito web di Céline, e ha firmato il brano intitolato “À la plus haute branche”. Il risultato è un disco che mette in evidenza la capacità di Céline Dion di affrontare registri bassi, lasciando che la propria voce diventi più dolce che potente. Un tocco tenero ma non malinconico, a vantaggio di melodie scelte per accompagnare canzoni incentrate sull’importanza della capacità di andare avanti e affidarsi a se stessi. Con queste premesse, Céline Dion è pronta per mostrarsi al mondo in tutta la sua lucentezza.

Raffaella Sbrescia

 

TRACKLIST

01. Plus qu’ailleurs

02. L’étoile

03. Ma faille
04. Encore un soir
05. Je nous veux
06. Les yeux au ciel
07. Si c’était à refaire
08. Ordinaire
09. Tu sauras
10. Toutes ces choses
11. Le bonheur en face
12. À la plus haute branche

Glory, il ritorno di Britney Spears disattende le aspettative

Britney Spears

Britney Spears

Britney Spears torna sulla scena musicale con “Glory”, il suo nono album in studio pubblicato su etichetta RCA Records. Disponibile in due versioni: CD Standard (12 brani) e Deluxe Version (17 brani), il lavoro dell’icona pop multiplatino ha già diviso le opinioni di critici e fan della prima ora. Tra chi parla di “svolta” e di “maturità” e chi, invece, parla di “fiasco” quello che sfugge è che non ci si può soffermare sulla ricerca di eventuali contenuti all’interno di un lavoro che intende per lo più ammiccare e, in qualche caso, divertire il pubblico.

Britney Spears

Britney Spears

 Anticipato dal singolo “Make Me…” feat. G-Eazy, balzato subito in testa alla classifica iTunes dei singoli più venduti, “Glory” servirà soprattutto a rilanciare l’immagine di Britney, attesissima questa notte agli MTV VMAs ed il 27 settembre a Londra in occasione dell’Apple Music Festival 2016.  Affiancata da un team che annovera addetti ai lavori del calibro di Mischke (già collaboratore di Michael Jackson e Spice Girls) ed autori che hanno lavorato con Madonna Selena Gomez, Nick Jonas,  Demi Lovato, Britney Spears ha cercato di spaziare tra generi e sonorità senza tuttavia riuscire ad individuare la sua personale chiave di volta in nessuno dei brani contenuti nella tracklist del disco.  La cantante passa dalle ritmiche urban del già citato “Make me” al beat box della più sensuale “Private Show” passando per le correnti alle correnti elettroniche di “Clumsy” fino alla chiusura sperimentale di “Coupure Eléctrique”, brano interamente cantato in francese che, grazie alla sua veste minimale, rappresenta forse il punto da cui Britney dovrebbe pensare di ripartire per rimettersi davvero in carreggiata e provare a fare la differenza nel dorato mondo del pop.

Raffaella Sbrescia

 “GLORY” – Tracklist

01. Invitation

02. Do You Wanna Come Over

03. Make Me… feat. G-Eazy

04. Private Show

05. Man Of The Moon

06. Just Luv Me

07. Clumsy

08. Slumber Party

09. Just Like Me

10. Love Me Down

11. Hard To Forget Ya

12. What You Need

13. Better – Deluxe version

14. Change Your Mind (No Seas Cortes) – Deluxe version

15. Liar – Deluxe version

16. If I’m Dancing - Deluxe version

17. Coupure Élecrique - Deluxe version

Video: Make Me

The Rockers, il nuovo album di Alborosie è ricco di collaborazioni

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“The Rockers” è il nuovo album della stella del reggae mondiale Alborosie, in uscita in esclusiva per l’Italia il 26 agosto per Saifam e distribuito da Self.

“L’idea del progetto “The Rockers” è nata circa un anno fa e si inserisce all’interno di un cammino, ormai di una vera e propria missione, che dura da più di vent’anni – dichiara Alborosie – All’interno del progetto ci sono moltissimi artisti di ogni genere e tipo”. Un album pensato per il pubblico italiano in cui troviamo collaborazioni con gli artisti nostrani più importanti tra i quali Jovanotti, Giuliano Sangiorgi, Fedez & Sandy Smith, Elisa e Nina Zilli, abbracciando poi i pilastri della scena alternativa nazionale come 99 Posse, Africa Unite, Sud Sound System, Boomdabash, Vacca, Caparezza e Apres La Classe.

Alborosie

Alborosie

Il primo video estratto è “A piedi scalzi”, realizzato con la straordinaria partecipazione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Il 50% del ricavato del singolo “A piedi scalzi” sarà devoluto in beneficenza a Stand up for Giamaica onlus, un’associazione senza fini di lucro nata nel 1999 per iniziativa di alcuni volontari del Gruppo Italia 105 di Amnesty International.

ALBOROSIE con i suoi vent’anni di carriera alle spalle è considerato l’ambasciatore italiano del reggae nel mondo e il suo ultimissimo album “Freedom & Fyah” ha segnato un nuovo capitolo per l’artista siculo, sempre più radicato ed acclamato nella sua terra adottiva, la Giamaica. Grande attesa per il concerto di lunedì 5 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI), in cui ALBOROSIE insieme alla storica Shengen Clan Band condividerà il palco con DAMIAN MARLEY. Una possibilità unica di vedere due degli artisti più importanti della scena black mondiale con due show imperdibili sullo stesso palco, una serata che di diritto si candida ad essere l’evento cult dell’estate urban milanese. Prevendite su TICKETONE

Video: A piedi scalzi

Tracklist

1. ALBOROSIE FEAT. ELISA – Fire In The Dark
2. ALBOROSIE FEAT. LORENZO “JOVANOTTI” – Il Mondo 2016
3. ALBOROSIE FEAT. GIULIANO SANGIORGI – A Piedi Scalzi
4. ALBOROSIE FEAT. FEDEZ & SANDY SMITH – Sugar Boy
5. ALBOROSIE FEAT. CAPAREZZA – Volume Unico
6. ALBOROSIE FEAT. NINA ZILLI – Ormai
7. ALBOROSIE FEAT. BOOM DA BASH – Hustlers Never Sleep
8. ALBOROSIE FEAT. AFRICA UNITE – Dritto Nel Cuore
9. ALBOROSIE FEAT. SUD SOUND SYSTEM – Illusione
10. ALBOROSIE FEAT. VACCA – Milano
11. ALBOROSIE FEAT. 99 POSSE – My Generation
12. ALBOROSIE FEAT. APRES LA CLASSE – C’Est La Vie

Undici concerti all’ Arena di Verona per Zucchero e intanto “Black Cat” continua a mietere successi.

Zucchero ph Meeno

Zucchero ph Meeno

«Quando mi sono messo a scrivere questo album ho pensato di voler essere più libero. Mi sono ricordato di quando ai tempi di “Oro incenso & Birra” non mi interessavano le classifiche delle radio e andavo a ruota libera buttando giù quello che il momento mi suggeriva in modo istintivo. Con “Black Cat” volevo tornare quanto più possibile a quello stato d’animo muovendomi in modo più anarchico. Così facendo ho buttato giù una quarantina di canzoni per poi sceglierne 12. Senza seguire mode o suoni, ho voluto coinvolgere tre produttori diversi. Fondamentale è stato riuscire a dare alla fine un sound omogeneo per far capire che i brani appartengono ad uno stesso album. Ci siamo divertiti molto anche perchè i musicisti, soprattutto quelli con cui ho lavorato a Nashville, lavorano come negli anni ’70, ascoltando il provino 3-4 volte e operando sul brano come ci si sente di fare sul momento. C’è voluto un anno per scrivere i brani, ho viaggiato tra Los Angeles, New Orleans, Memphis per rinnovare la mia musica che, tra gli altri, attinge dal blues e dalla musica afroamericana, senza ricorrere a sintetizzatori o ad altre strade più moderne». Così Zucchero presentava qualche tempo fa “Black Cat”, il suo ultimo album di inediti pubblicato per Universal Music. Un album nero, con radici nella musica afroamericana intriso di suoni ruvidi ed intense vibrazioni che è arrivato sul mercato internazionale sulla scia di oltre 60 milioni di dischi venduti.

“Black Cat” è prodotto da tre grandi nomi del panorama internazionale, T Bone Burnett (Elvis Costello, Elton John, Tony Bennett e altri), Brendan O’Brien (Bruce Springsteen, Pearl Jam, Bob Dylan e altri) e Don Was (The Rolling Stones, Iggy Pop, Bob Dylan e altri), e si compone di 13 brani dalle nervature rock-blues. L’album annovera anche la collaborazione artistica di Bono, che in seguito alla tragedia avvenuta al Bataclan di Parigi ha scritto con Zucchero il brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)”, la partecipazione alle chitarre di Mark Knopfler, che suona sia nel brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)” sia nel brano “Ci si arrende” e il contributo artistico di Elvis Costello che ha scritto la versione inglese del brano “Love Again”, dal titolo “Turn the world down” (canzone presente solo nelle versioni estere di “Black Cat”).

«La cosa buona è che tutti i tre produttori sono amici, si rispettano l’uno con l’altro, non c’è mai stata competizione, hanno capito perfettamente che il disco doveva suonare come un progetto unico pur nelle varie diversità di stile. Un altro elemento importante era che io dessi a loro dei brani mirati, ne avevo 40 a disposizione e ne ho dati 7 a ciascuno di loro», spiegava Zucchero che, nel definire, l’essenza della propria ricerca musicale raccontava: «”Chocabeck” l’ho fatto quasi 6 anni fa, nel frattempo c’è stata la “Sesión Cubana”, una deviazione che mi ha particolarmente divertito. Quello che davvero mi ha fatto pensare è stato il tour negli Usa: ho suonato per la prima volta negli stati del Sud ed è proprio a questi luoghi che mi sono ispirato per pensare ai suoni del disco: ho pensato alle piantagioni, alle prison song, ai suoni tribali. Ho usato tante chitarre artigianali, mi sono immaginato film come “Dodici anni schiavo”, “Django Unchained” poi, solo in un secondo momento, sono arrivati i testi delle canzoni». E, in effetti, i testi della tracklist lasciano intravvedere l’anima di Zucchero, un po’ “diavolo”, un po’ “santiera”, attento ai sentimenti ma anche amante della “sporcizia” sensuale, quella che è frutto del sacrosanto “slempito” sempre più latitante. Brani veloci e trascinanti ma anche intense ballads hanno fatto di questo album un grande successo che presto sarà presentato sui palchi di tutto il mondo.

Zucchero ph Meeno

Zucchero ph Meeno

A questo proposito “Black Cat” verrà presentato live da Zucchero in anteprima mondiale all’Arena di Verona, dal 16 settembre, nei suoi unici 11 concerti in Italia per tutto il 2016. L’artista porterà in scena uno spettacolo unico,  evento organizzato da F&P, regalando così al pubblico la possibilità di vivere un’esperienza inedita e irripetibile attraverso i suoi nuovi e vecchi successi. Ci saranno tantissimi musicisti sul palco, le aspettative sono davvero alte anche in merito ai possibili ospiti a sorpresa. A questo riguardo vige ancora il massimo riserbo. Per ora è certo che durante gli undici appuntamenti live, la città di Verona si trasformerà nella “città di Zucchero” grazie anche a delle iniziative collaterali che mirano a consolidare il rapporto tra l’artista e la Città.

Verrà infatti allestita nei pressi dell’Arena di Verona una mostra interamente dedicata a Zucchero, una retrospettiva per celebrare, attraverso immagini e parole, una tra le carriere più importanti della musica italiana e non solo. Un’occasione per rivivere le numerose tappe e i momenti di successo degli oltre trent’anni di attività del bluesman italiano, dagli esordi fino ai riconoscimenti internazionali.

 Raffaella Sbrescia

 Video: 13 Buone Ragioni

Koan: il disco da viaggio di Victor Kwality

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“Un disco da viaggio, da ascoltare con la testa rivolta al finestrino mentre le immagini scorrono fuori”, così Victor Kwality aveva definito l’essenza di “Koan”, il suo primo album da solista pubblicato per Sugar Music. Così, in effetti, è. Le dodici tracce che compongono questo album sono nate in giro per il mondo: dal Portogallo all’Indonesia, dalle colline toscane alla Scozia e fotografano in maniera fedele e spontanea l’anima di poeta e viaggiatore di Victor. Il disco, curato dai producer della scena rap Frenetik&Orang3, rappresenta un viaggio interiore ed è il frutto di un lavoro personale ma anche collettivo; un percorso attraverso una vita nomade che, dopo aver visto Victor affermarsi tra i maggiori esponenti della scena drum’n’bass con la band LNRipley, lo vede oggi in una veste più introspettiva e spirituale. Un cambio di registro per lo stile di Victor con i bpm che rallentano a favore di una nuova suggestiva corrente semantica. Si va da momenti di flusso fluido con “Oracle Bambino, Wake Up From Coma e Ice Gold And Steel” a piccole e leggere incursioni elettroniche più vicine alle origini come “Lost Son e 4am. Il carico di sensazioni raccolte è prezioso e variegato: stili, influenze, reminiscenze filosofico-spirituali si incontrano, si incrociano mostrandosi pronti a germogliare in modo sempre nuovo a seconda dello scenario di riferimento.

Raffaella Sbrescia

Video: Virgo

I Green Day si preparano a tornare in scena con “Revolution Radio”

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Green Day pubblicheranno il loro 12° album in studio, Revolution Radio, il 7 Ottobre. L’album è già disponibile in pre-ordine (https://itunes.apple.com/it/album/revolution-radio/id1140560324). Chi lo acquista, riceve il primo singolo, “Bang Bang,” Il lyric video della canzone lo potete vedere qui: (https://www.youtube.com/watch?v=mg5Bp_Gzs0s).

Prodotto dai Green Day e registrato a Oakland, Revolution Radio è un’esplosione di 12 brani potenti e pieni di rabbia che uniscono l’approccio stilistico dei Green Day a temi che indirizzano le complessità e le incertezze della vita moderna. Musicalmente, l’album è grezzo, viscerale e senza paura – confermando la band come una delle voci guida della musica rock. Il primo singolo, “Bang Bang”, già disponibile e ispirato da avvenimenti recenti, segna il gradito ritorno di una band che ha, oggi più che mai, cose da dire.

“E’ ovvio che il mondo ha perso la testa…e io, Mike e Tré siamo anche noi delle anime perdute,” dichiara il frontman Billie Joe Armstrong. “Revolution Radio è un movimento che vuole riunire tutte le anime perdute…per ballare insieme…per cantare insieme…e soprattutto, per trovarsi gli uni con gli altri. Che è lo spirito dei Green Day fin dal primo giorno.”

 La track-listing di Revolution Radio è la seguente:

1. Somewhere Now

2. Bang Bang

3. Revolution Radio

4. Say Goodbye

5. Outlaws

6. Bouncing Off The Wall

7. Still Breathing

8. Youngblood

9. Too Dumb To Die

10. Troubled Times

11. Forever Now

12. Ordinary World

Green Day – Bang Bang (Lyric video)

Roba lieve: dall’Emilia al west con i La Rosta

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Dall’Emilia al West con “Roba lieve”, primo lavoro dei La Rosta, nuova combo musicale composta da Massimo “Ice” Ghiacci, membro fondatore, bassista e autore dei Modena City Ramblers e Marco “Goran” Ambrosi, chitarrista e autore nella band calabro-bolognese dei Nuju. Pubblicato da IWorld Records e mixato da Andrea Rovacchi nello studio Bunker di Rubiera (RE), il disco si muove con spiccata personalità tra suoni acustici e trame elettroniche senza rinunciare ad echi del cantautorato anni ’70 ed il country rock dei giorni nostri. Le undici canzoni proposte dai “La Rosta” profumano di vita vissuta e incantano l’ascolto attraverso avvolgenti derive oniriche. Il calore del suono acustico del bouzouki s’ibrida con l’elettricità di una chitarra elettrica western sul battito di una batteria elettronica creando un suono meticcio e senza tempo. Il ritmo incalzante e godibile della ballata folk “Per un momento ancora” fa da apripista a “Canzone Sui Binari N.1” l’ode al mondo antico dotata di un testo intriso di racconti e suggestioni letterarie. Rossellini, Monicelli, Visconti sono gli dei osannati con piglio leggero e disinvolto, lo stesso che muove le trame della title track Roba Lieve”, fotogramma della “regina campagna”. Lo spirito cinematico della penna di Ghiacci trova spazio anche in Solitudine ed in “Troppo Tempo Qui Da Solo in cui l’esser soli diventa un momento prezioso per immergersi in se stessi, comprendersi, risolversi. Lo strumentalismo di “Via Adua” arriva a sorpresa ed è, in effetti, un momento buono per riposarsi e tirare il fiato. Un attimo dopo ci si immerge nel piglio cantautorale di “Tra I Tuoi Suoni”. Apparentemente più leggero e caciarone il mood de “L’Estate Dell’80”, un tuffo carpiato all’indietro, un po’ come avviene anche ne “Le lucciole” brano che, a differenza del precedente, si muove lungo una melodia emotivamente più impattante. “Come sarebbe bello fermare il mondo e scappare”, cantano i La Rosta in “Emma”, brano dal retrogusto amaro che precede “Lizzy Luz”, il testo che chiude il disco tra cori enigmatici ed interrogativi che ci lasciano con la testa per aria e l’animo alleggerito.

 Raffaella Sbrescia

TRACKLIST
01. Per Un Momento Ancora
02. Canzone Sui Binari N.1
03. Roba Lieve
04. Solitudine
05. Troppo Tempo Qui Da Solo
06. Via Adua
07. Tra I Tuoi Suoni
08. L’Estate Dell’80
09. Le Lucciole
10. Emma
11. Lizzy Luz

 

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