Dente: “Canzoni per metà” è l’ultimo frutto del suo genio. Intervista

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Giuseppe Peveri torna in scena con “Canzoni per metà”, un album che fotografa l’essenza più intima di una fase esistenziale, la voglia di lasciarsi sospingere da un sogno, l’intimo desiderio di volersi ritagliare uno spazio di leggerezza. Le venti canzoni scritte e cantate da Dente sono poesie ma anche territorio fertile per una ricerca sonora curiosa ed intelligente. Disponibile dal 7 ottobre su tutte le maggiori piattaforme digitali e in tutti i negozi di dischi in formato cd e vinile distribuito da Sony Music Entertainment, “Canzoni per metà” è già dal titolo una chiara dichiarazione d’intenti, un doppio senso che indica da una parte brani dedicati alle “dolci metà” passate, presenti e future di Dente, dall’altra canzoni a volte brevi e dirette e spesso dalla struttura spiazzante tanto da poter sembrare quasi incompiute, ma che incompiute non sono.

Dente ha scritto, arrangiato e suonato ogni singolo brano di “Canzoni per metà” usando strumenti classici e campioni elettronici, mentre per le registrazioni si è affidato al leader degli Zen Circus Andrea Appino che ha registrato e mixato l’album al 360 Music Factory di Livorno. La cover del disco è invece una sirena “al contrario” creata dal grafico e collage artist di Buenos Aires FEFHU. Una “creatura Frankenstein” che parallelamente all’album è formata da parti profondamente diverse, la cui somma dà come risultato finale un quadro straniante ma assolutamente definito e riconoscibile. Dopo dieci anni di carriera Dente dimostra ancora una volta di essere coraggioso, di saper andare controtendenza, di fare musica per il piace di farla arrivando a destrutturare la forma canzone pur mantenendo intatta una solida identità pop: le 20 tracce si snodano tra melodie intime e soffuse che accompagnano storie sentimentali agrodolci, caratterizzate da una poetica pungente, ironica e a tratti crudele.

Intervista

Perché hai scelto questo titolo per il tuo nuovo album e quali sono le principali novità?


Queste 20 canzoni sono state scritte per le metà che ho avuto e che forse avrò. In ogni caso sono scritte per qualcun altro che si possa definire metà per ciascuno di noi. A differenza del mio precedente lavoro, che avevo registrato con la mia band, stavolta ho usato me stesso come performance live. Per la prima volta uso l’elettronica, ci sono pezzi meno miei rispetto al passato ma alla fine non c’è una linea di fondo o un filo conduttore.

Che rapporto c’è tra musica e poesia nella tua scrittura?

La musica ha degli spazi vuoti che la poesia non ha, la mia è una poesia musicata.

Il progetto “Favole per bambini molto stanchi” ti ha spinto a scrivere canzoni brevi?

Forse mi ha inconsciamente aiutato a realizzare questo disco, mi sono sentito legittimato a mettere più canzoncine, mi sono liberato dai paletti. Forse se non avessi scritto quel libro non avrei fatto un disco così.

Come giustifichi la scelta delle canzoni brevi?

Si sta andando sempre più verso il volere del pubblico, non è più l’artista a dettare un gusto. Non mi piace l’idea che gli artisti siano sotto lo scatto del pubblico, ho voluto fare un lavoro più artistico, che rispondesse soprattutto al mio desiderio di fare musica senza canoni né sovrastrutture. Ho sempre scritto canzoni con grande sincerità, in genere sceglievo quelle più particolari. In questo caso ne avevo altre più pop e più fruibili ma non le ho messe. In “Canzoni per metà” ho scelto di non seguire nessuno, voglio stare davanti alla fila.

“L’amore è bello” rappresenta un ricorso storico all’interno del tuo percorso?

In questo disco ci sono molte citazioni sia mie che di altri. Su tutti, il testo di “Canzoncina” è liberamente saccheggiato da “Sad Songs and Waltzers” di Willie Nelson che mettevo sempre in scaletta tanti anni fa all’inizio dei concerti.

E l’artwork?

I testi li ho battuti con una vecchia Olivetti, ho comprato dei vecchi libri usati nei mercatini e ho scritto i testi sopra questi vecchi fogli. Nell’edizione in vinile ci sono anche pezzi di libri e foglietti sparsi. Mi sono divertito molto nel realizzare queste piccole cose.

Dente ph Sebastiano Bongi Tomà

Dente ph Sebastiano Bongi Tomà

 

Come ti sei trovato a Livorno?
Non amo gli aneddoti ma mi piace ricordare l’atmosfera sospesa nel tempo di Livorno, un posto veramente affascinante.

Cosa ci dici del progetto “Calamari”?

Si tratta di un progetto al quale partecipo e che intende riportare in auge il bel cabaret. Poco tempo fa ci siamo esibiti alla Balera dell’Ortica a Milano, è stata proprio una bella esperienza.

Come ti definisci musicalmente?
Sono un cantautore. Scrivo e canto le mie cose in base alle mie capacità ma anche in base alle mie possibilità, esattamente così come dovrebbe essere.

Raffaella Sbrescia

Video: Curriculum


Tracklist:

01 Canzoncina
02 Geometria Sentimentale
03 Come Eravamo
04 Attacco E Fuga
05 Cosa Devo Fare
06 La Rotaia E La Campagna
07 I Fatti Tuoi
08 Curriculum
09 Appena Ti Vedo
10 Se Non Lo Sai
11 Senza stringerti
12 Il Padre Di Mio Figlio
13 Ogni Tanto Torna
14 L’ultima Preoccupazione
15 Noi E Il Mattino
16 Impalcatura
17 Le Facce Che Facevi
18 Fasi Lunatiche
19 L’amore Non È Bello
20 Senza Testo? 2.0

DENTE presenterà l’album con cinque IN-STORE nei punti vendita Feltrinelli:
ven 07 ottobre – MILANO – La Feltrinelli, Piazza Piemonte 2 – ore 18.30
lun 10 ottobre – ROMA – La Feltrinelli, Via Appia Nuova 427 – ore 18.00
mar 11 ottobre – FIRENZE – La Feltrinelli RED, Piazza Della Repubblica 26 – ore 18.30
mer 12 ottobre – BOLOGNA – La Feltrinelli, Piazza Ravegnana 1 – ore 18.00
gio 13 ottobre – TORINO – La Feltrinelli, Stazione Di Porta Nuova – ore 18.30

Giovedì 20 ottobre partirà il nuovo TOUR accompagnato da una backing band d’eccezione, i Plastic Made Sofa.
Sono già disponibili le prevendite (date in continuo aggiornamento):
gio 20 ottobre – Brescia – Latteria Molloy bit.ly/DentetktBrescia
ven 21 ottobre – Correggio (RE) – I Vizi del Pellicano
sab 22 ottobre – Livorno – The Cage bit.ly/DentetktLivorno
sab 29 ottobre – Rovereto (TN) – Smart Lab bit.ly/DentetktRovereto
lun 31 ottobre – Molfetta (BA) – Eremohttp bit.ly/DentetktMolfetta
mar 01 novembre – Sant’Egidio alla Vibrata (TE) – Deja Vu
sab 05 novembre – Napoli – Lanificio 25
mer 09 novembre – Milano – Magnolia bit.ly/DentetktMilano
gio 10 novembre – Torino – Hiroshima Mon Amour bit.ly/DentetktTorino
ven 11 novembre – Genova – Teatro dell’Archivolto bit.ly/DentetktGenova
sab 12 novembre – Padova – Mame bit.ly/DentetktPadova
gio 19 novembre – Foligno (PG) – Supersonic
ven 18 novembre – Roma – Monk bit.ly/DentetktRoma1 – bit.ly/DentetktRoma2
sab 19 novembre – Bologna – Locomotiv bit.ly/DentetktBologna
mar 22 novembre – Bolzano – Teatro Cristallo bit.ly/DentetktBolzano
mer 23 novembre – Saluzzo (CN) – Teatro Politeama
sab 26 novembre – Firenze – Flog
mer 30 novembre – Parma – Mu
ven 02 dicembre – Bergamo – Druso bit.ly/DentetktBergamo
gio 08 dicembre – Palermo – Candelai bit.ly/DentetktPalermo
ven 09 dicembre – Messina – Retronouveau bit.ly/DentetktMessina
sab 10 dicembre – Catania – Ma bit.ly/DentetktCatania
gio 15 dicembre – Fontanafredda (PN) – Astro Club
ven 16 dicembre – Verona – Pika bit.ly/DentetktVerona
sab 17 dicembre – Ravenna – Bronson bit.ly/DentetktRavenna

Raphael Gualazzi presenta “Love Life Peace”. Intervista

Raphael Gualazzi - Love Life Peace

 “Love Life Peace” è il nuovo album di inediti di Raphael Gualazzi prodotto e arrangiato da Matteo Buzzanca. Questo terzo lavoro (Sugar Music), il cui packaging riproduce un pianoforte componibile come un puzzle tridimensionale, mette in evidenza tutti i punti forti di un artista che conferma di essere un grande ricercatore sia a livello testuale che sonoro.  Dopo l’entusiastico riscontro ricevuto dal singolo “L’estate di John Wayne”, Gualazzi torna in scena e lo fa in grande stile presentando il nuovo album al Blue Note di Milano; il tempio di quel jazz di cui Raphael si confessa innamorato ormai da sempre. R’n’B, Jazz, Pop, Pop-Rock, Funk, British Soul, s’incontrano, s’’incrociano si fondono in questo full lenght cantato un po’ in italiano, un po’ in inglese svelando echi e richiami vintage risalenti agli anni ’60, ’70. Amore, vita e pace sono i grandi temi affrontati e messi in rilievo da Gualazzi che trova anche il modo di spaziare tra la tradizione siciliana e leggende di New Orleans nella sorprendente “Mondello beach”. Atmosfere cupe e fumose dipingono i contorni della ballad incentrata sul tema della solitudine “All Alone”. Decisamente ben riuscito il duetto con Malika Ayane sulle note di “Buena Fortuna”, trait d’union tra musica pop e bossanova. La scrittura di Gualazzi si alterna tra brani molto intimi ed altri più spensierati lasciando allo spirito il tempo di prendere fiato tra un’apnea emotiva e l’altra. Tra i brani più belli del disco c’è “Splende il mattino”: una dolcissima poesia purpurea e bluastra al contempo.  Fascinosa e suadente l’’anima groovy di “Disco ball”, estrosa e godibilissima la bonus track “Pinzipo”, firmata insieme a Paolo Buonvino per la famosa serie tv “Tutto può succedere”.

Intervista

Cosa racchiudi nel titolo di questo tuo nuovo lavoro?

Ho scelto un titolo semplice che potesse mettere in rilievo delle tematiche importanti: amore, vita, pace. Questo progetto intende rappresentare una tappa importante del mio percorso artistico ma anche concentrarsi su quello che ci accade intorno. C’è bisogno di un messaggio semplice ma concreto.

La tracklist è molto variegata: si va da brani d’autore a composizioni jazz, ai ritmi latini…

La mia impostazione è sempre stata eclettica, direi fin dai primi passi del mio percorso. Questo album si apre a nuove sonorità che non avevo mai affrontato prima. Il mio approccio è stato sempre aperto rispetto ai temi popolari. Il jazz si ispira alla musica popolare, viceversa la musica popolare deriva dal filone del jazz a cui mi sono appassionato tanti anni fa: lo straight piano, molto fruibile e danzabile.

Cosa volevi raccontare nel brano “L’estate di John Wayne?

Per questo brano devo ringraziare Matteo Buzzanca, Colapesce e Alessandro Raina. Io ho solo fatto delle piccole modifiche ad un brano che era già stato realizzato su misura per me.

Mondello Beach” risulta piuttosto inaspettata…

Io e Matteo abbiamo voluto creare un legame tra sonorità della musica popolare e quella di New Orleans. Un modo per ricordarci che il primo disco jazz è stato realizzato proprio da un siciliano.

Ascoltando l’album, si sente che l’hai concepito pensando soprattutto al live. Confermi?

Dal vivo mi diverto molto. Prescindendo dalla scelta produttiva che ha raggiunto un ottimo risultato, le composizioni mi hanno dato soddisfazione. Durante i concerti siamo in 7 a suonare, ci sarà un interplay diverso tra gli strumenti, si tratterà comunque di un’evoluzione naturale per un musicista jazzofilo come me.

Raphael Gualazzi - Love Life Peace

Raphael Gualazzi – Love Life Peace

Come è avvenuto l’incontro con Buzzanca?

Matteo è venuto a sentirmi insieme alla sua compagna quando ero in concerto a Palermo. Poco dopo mi ha proposto un brano che, già nella sua primissima versione, mi ha colpito subito; stiamo parlando di “Splende il mattino. Dopo esserci trovati in linea anche con un altro brano, abbiamo deciso di seguire insieme tutta la produzione del disco con grande energia.

Nel disco ci sono tanti riferimenti agli anni ’70. Cosa ti ha ispirato?

Stiamo attraversando un periodo particolare nel mondo della musica, molto simile a quello che era il manierismo in arte, si prendere ispirazione dai grandi maestri. Non ho conosciuto Fellini ma i suoi film sono immortali. Cito sempre “Amarcord” di cui ho rivisitato la colonna sonora. Personaggi come lui riportano in vita immagini della nostra cultura, così unica, così speciale.

Uno dei brani più allegri è “Buena Fortuna” scritto con Gino Pacifico e cantato con Malika Ayane. Cosa ci racconti di questa canzone?

Trovo che rappresenti un trait d’union tra la musica pop e la musica brasiliana, intesa come bossanova con sapori di samba. Il duetto con Malika era semplicemente la cosa migliore da fare per percorrere al meglio questo tipo di melodie.

“Love life peace” è il tuo sguardo sul mondo. Ti senti più vicino all’estero?

In verità penso sia necessario rimanere proiettato sia in Italia che all’estero, così come ho sempre fatto. Devo farlo per due ragioni: la musica si deve nutrire di sonorità sempre nuove e deve interagire con altre realtà. La scelta dell’inglese deriva dalla matrice della musica a cui mi sono ispirato. Sono stato a New Orleans recentemente e  ho fatto tante jam sessions con molti musicisti; è stato davvero divertente!

 Raffaella Sbrescia

Video: L’estate di John Wayne

Gif: un tuffo nel colorato mondo degli Ottavo Richter

Gif Ottavo Richter

E’ un piacere ritrovare gli Ottavo Richter grazie al loro ultimo lavoro discografico intitolato “GIF”, pubblicato su etichetta Egea Music. Registrato, mixato e masterizzato da Alessandro Sicardi, il disco si compone di 14 tracce e vanta la partecipazione di Fabrizio e Mauro Settegrani, Gnut, Gianluigi Carlone della Banda Osiris e della Redazione di Caterpillar. La formula proposta è ormai quella collaudata: una corposa e trascinante sezione fiati si affianca ad una ritmica sostenuta e variegata. Gli Ottavo Richeter si destreggiano, infatti, tra funk, jazz, ska. I testi, ricercati e particolarmente congeniali ai tempi che corrono, si muovono a cavallo tra ironia, sarcasmo e sentimentalismo minimale. Allegro e scanzonato, intelligente e lucido al contempo “Gif” si muove nel mondo contemporaneo portandosi dietro un ricco bagaglio di spunti, echi, richiami ed influenze.  Se dal punto di vista sonoro gli Ottavo Richter si confermano una garanzia di qualità non accade lo stesso con la parte cantata, qualche scivolone di troppo guasta l’atmosfera in più di un episodio abbassando il livello di un progetto che dimostra di avere in ogni caso molto da raccontare.

 I brani da non perdere: l’intensa “One man, One girl, l’esilarante “Oroscopo” e la godibilissima cover di “Telefona” degli Squallor.

Raffaella Sbrescia

La Tracklist: 1. Non esiste, 2. Mi piace, 3. In via Galilei, 4. One man, one girl, 5. Cara dipendenza, 6. Ho voglia di te (ft. Fabrizio e Mauro Settegrani), 7. Il dottor B., 8. Telefona (ft. Gnut), 9. Nuvole, 10. Prima di regalare pensa (ft. Gianluigi Carlone), 11.Non fare la bestia, 12. Oroscopo, 13. Tipi Caterpillar ft. Redazione Caterpillar), 14. El salsa de lo skorpyón.

Giò Sada presenta l’album Volando al contrario: “Non si può fare un disco in due mesi, la mia è musica artigianale non è roba da supermercato”

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Venerdì 23 settembre esce “Volando al contrario”, il primo album di inediti di GIÒ SADA, vincitore di X Factor 2015. Ci sono voluti 9 mesi per dare vita a quello che potremmo definire un sogno lucido, un progetto curato in ogni dettaglio in grado di rappresentare al meglio il mondo sonoro di un giovane artista dalle idee ben chiare. “Volando al contrario” si presenta come un atto di coraggio e di ambizione: prendersi del tempo per restare fedeli a se stessi senza snaturare la propria identità. L’album si articola in 12 tracce, alcune composte già prima dell’ingresso di Giò nel programma, altre nate nel corso dei tour, altre ancora integralmente composte e arrangiate dopo la fine del talent. Ogni sfumatura della sua personalità artistica trova il proprio spazio, attraversando diverse sonorità e atmosfere: da una dimensione pop a una più rock, passando per una vena più autenticamente cantautoriale.  I brani sono stati scritti e composti da Giò insieme alla sua band BariSmoothSquad, al compositore Stefano Milella dei Fabryka / Big Charlie e a Matteo Palieri (aka Ganzo); la produzione è stata invece affidata a due teste di serie del panorama musicale italiano, Luca Rustici e Luca Chiaravalli.

Intervista

Bentornato Giò Sada. Raccontaci come mai hai scelto di aspettare così tanto per questo primo lavoro discografico.

Io e la mia band veniamo da una scuola musicale di un certo tipo: la gavetta che abbiamo fatto e le persone con cui abbiamo lavorato e condiviso questo percorso sono molto attente alla qualità del lavoro, dei suoni e dei testi. L’idea di partecipare ad X Factor è stata una provocazione. In un primo momento il nostro obiettivo era quello di far penetrare il nostro mondo in un altro mondo e studiarne le dinamiche. Io vi ho partecipato con l’idea di fare un percorso completamente diverso. Capisco il rischio che il pubblico non capisca certi ragionamenti però credo che abbiamo un valore, siamo degli artigiani, una sorta di orto biologico, abbiamo dedicato il nostro tempo a queste canzoni e sono convinto di questa scelta.  Penso che, se avessi seguito le tappe di un percorso standard, non avrei dato quello che volevo. Non ho cercato la smania del successo e dell’apparire, la musica non è quello, so che ci sono persone che si dedicano alla musica per un altro motivo ma non è questo il caso.

Ti aspettano due date in America. Come le vivrai?

Voglio suonare e farlo il più possibile. In America terrò due concerti chitarra e voce, un po’ alla Bob Dylan. Finora non sono mai uscito dal continente, ho sempre detto che se fossi andato in America, ci sarei andato per suonare e così sarà

Quali sono le tue influenze musicali?

Credo che non ci sia un genere in particolare da seguire, mi piace l’attitudine rock e non solo nella musica. Non voglio limitarmi nello sperimentare, fin da bambino sono stato abituato ad ascoltare tutta la musica anche se il punk rock è stato la mia scuola. All’interno di questo progetto ci siamo lasciati contaminare insieme ai produttori.

E per quanto riguarda la parte grafica e fotografica del disco?

Le grafiche sono di Jonny Egon, le foto del booklet sono state realizzate da Daniele Notaristefano che ha recentemente ritirato un premio al Moma di New York. Ho voluto coinvolgere le maestranze locali che, per motivi geografici, forse non avrebbero avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto del genere.

Quanto e come ti ha seguito il pubblico in questi mesi?

Nel corso del tempo si è creata una famiglia on line, il cui nome è Baell family. Le persone si sono appassionate moltissimo alla nostra visione artistica e al nostro modo di fare. In questi mesi abbiamo suonato tanto, in ogni instore ci siamo esibiti riscontrando un grande supporto da parte del pubblico. La cosa più bella è stato vedere come molti non si aspettavano che facessimo musica in modo diverso da quello che pensavano.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato?

 Questo è un progetto in cui ci siamo buttati a spallate, ci siamo trovati in una situazione che non conoscevamo e in cui dovevamo ambientarci. Una volta inquadrata la direzione, abbiamo intrapreso la strada nel modo che ci era più congeniale. Non ho alcun piano B, o faccio musica o mi arrangio.

Giò Sada - ph Daniele Notaristefano

Giò Sada – ph Daniele Notaristefano

Visto che in questo album ci sono testi risalenti a diversi momenti della tua vita, come è cambiata la scrittura nel tempo?

Ogni canzone è figlia del momento in cui stavo scrivendo. Tutto nasce dall’improvvisazione poi, così come avviene in teatro, c’è un regista che scrive una partitura. Le mie canzoni nascono spesso quando mi sento insofferente. Le prime volte mi arrabbiavo e mi isolavo, ora invece ho capito che il momento dell’insofferenza è proprio quello perfetto per scrivere. All’inizio non è semplice capire il significato di ciò che hai scritto, tutto prende forma con calma e acquisisce una propria identità. I testi sono parte integrante delle canzoni, spesso si scrive per assecondare la musica, io invece credo che ci voglia lo stesso grado di interazione tra musica, testo e voce.

Vieni da una famiglia di artisti, quando hai capito che la musica era la tua strada?

Da bambino ho ascoltato un’infinità di roba. Ho ascoltato veramente di tutto ma se devo citare un artista, nomino Eric Clapton, lui è il mio preferito.

Che valore ha il brano “Ciò che lascio”?

Si tratta della prima canzone che ho registrato in vita mia. Avevo 19 anni e all’epoca il brano ebbe un buon riscontro, ben 10 etichette ne realizzarono 1000 copie, un fatto assolutamente straordinario per me. Da lì è iniziato tutto.

E la scelta di incidere “Il rimpianto di te” in questa magica versione piano e voce?

Questa è la vera dimensione di questa canzone. Io ed Ernesto Vitolo l’abbiamo registrata in un momento di grande intesa e senza metronomo. Ho voluto modificare il testo in “le mie battaglie morali” per poter lanciare un messaggio preciso: mi sono conquistato il diritto di fare un disco in questo modo.

In che senso?

Ho voluto cambiare le regole del gioco, dare un’impronta nuova, creare un precedente che potesse dare anche ad altri la stessa possibilità. Proponiamo musica che è artigianato non è roba da supermercato.

Qual è il tuo contesto congeniale?

Il live è la situazione più “cicciotta”. Mi piacciono i concerti che propongono ricchi muri di suono e lì che mi ritrovo al meglio. Dopo i concerti non mangio mai, mi ci vogliono un paio d’ore per smaltire l’adrenalina in circolo.

In questo album convivono diverse anime. In un brano come “Lago”, ad esempio, emerge una sfaccettatura inedita della tua voce…

Il mio amico Matteo Palieri ha scritto un giro di accordi mentre ero ad X Factor. In quel periodo non potevamo sentirci e così ne è venuta fuori questa canzone che verte sul tema dell’amicizia.

Che importanza ha per te il tempo?

Si tratta di una filosofia di vita. Tenere in considerazione di passato rappresenta un valore aggiunto per mantenere un’integrità psicologica nel nostro presente.

Cos’è che manca, secondo te, per il vero salto di qualità?

Sicuramente la predisposizione mentale all’autoanalisi. Anche per questo motivo ho voluto partecipare ad X Factor e penso che anche Manuel Agnelli sia lì per lo stesso motivo. Trovo che sia giusto diffondere il concetto secondo cui sei tu che cambi il mezzo e non il mezzo che cambia te. Non si può fare un disco in due mesi, sarebbe come far crescere l’insalata con il diserbante.

Giò Sada - ph Daniele Notaristefano

Giò Sada – ph Daniele Notaristefano

Come sarà il tuo nuovo tour e cosa metterai in scaletta?

Adoro il live perché posso fare praticamente quello che voglio. Ovviamente ci saranno tutti i pezzi del disco con diverse intro ed outro, inseriremo anche cose inedite strumentali e ci divertiremo un mondo. A dirla tutta non vedo l’ora di mettermi a lavorare al prossimo disco!

Cosa di dici dell’iniziativa “Nowhere Stage”?

Si tratta di live destrutturati in cui ci mettiamo in gioco senza limiti. Recentemente siamo stati alle Grotte di Castellana, prossimamente ne vorremmo fare uno su un peschereccio. Mi piace l’idea di costruire una colonna sonora che si sposi con il contesto in cui nasce. Che bello poter suonare ovunque!

Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist del disco: Volando al contrario, Sogno lucido, Una crepa, Lago, Deserto, Esistente, Sto bene anche da solo, You should have called me, Ciò che lascio, Isola, Il rimpianto di te, Come away with me

 Tour instore

Venerdì 23 settembre

BARI - La Feltrinelli (Via Melo 119, ore 15:00)

LECCE - La Feltrinelli (Via Templari 9, ore 18:00)

Sabato 24 settembre

SALERNO - La Feltrinelli (C.so Vittorio Emanuele 230, ore 14:00)

NAPOLI - La Feltrinelli (Stazione Centrale Piazza Garibaldi, ore 17:00)

Lunedì 26 settembre

ROMA - Discoteca Laziale (Via Mamiani 62, ore 16:00)

LATINA - La Feltrinelli (Via A. Diaz 10, ore 18:30)

Mercoledì 28 settembre

VARESE - Varese Dischi (Via Manzoni 3, ore 15:00)

MILANO - La Feltrinelli (Piazza Piemonte, ore 18.00)

Giovedì 29 settembre

TORINO - Mondadori Megastore (Via Monte di Pietà 2 ang. Via Roma, ore 17:00)

Venerdì 30 settembre

PADOVA - Mondadori Bookstore (Piazza Insurrezione 3, ore 15:00)

VERONA - La Feltrinelli (Stazione di Porta Nuova, ore 18:00)

DATE ALL’ESTERO

Mercoledì 12 ottobre 2016

NEW YORK - Highline Ballroom (Acoustic set opening for Max Gazzè)

Lunedì 24 ottobre 2016

LOS ANGELES - Whisky a Go Go (Acoustic set opening for Negrita)

TOUR

Giovedì 1 Dicembre 2016

Roma, Quirinetta Cafè – via Marco Minghetti, 5

Venerdì 2 Dicembre 2016

Roncade (TV), New Age – via Tintoretto 14

Sabato 3 Dicembre 2016

Cesena, Vidia Club – via S. Vittore

Sabato 10 Dicembre 2016

Bari, Demodè –  via dei Cedri 14

Giovedì 15 Dicembre 2016

Torino, Chalet del Valentino – viale Virgilio 25

Venerdì 16 Dicembre 2016

Firenze, Viper Club – via Lombardia

Sabato 17 Dicembre 2016

Senigallia (TV), New Age – via Tintoretto 14

FB: https://www.facebook.com/giosadaofficial/

TW: https://twitter.com/GiSada1

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/gio.sada/

SNAPCHAT: @giosada

Video: Volando al contrario

Kaleidos: il nuovo album di Niccolò Bossini. Intervista

Niccolò Bossini

Niccolò Bossini

Il 9 settembre è uscito “KALEIDOS” (distribuito da Believe Digital), il disco d’inediti del chitarrista, cantante e autore emiliano Niccolò Bossini.  Questo nuovo album di inediti arriva a tre anni di distanza dal lavoro precedente ed è caratterizzato da una suddivisione per colori in grado di rivelare le diverse sfaccettature di una stessa anima. In attesa del concerto di presentazione, previsto per il prossimo 17 settembre, con #ACASAMIA2016 – “KALEIDOS” Release Party, presso il Circolo Arci Kaleidos di Poviglio (Reggio Emilia – Via Bologna – inizio concerto: ore 20.30 – per info biglietti: www.boocket.com) abbiamo incontrato Niccolò a Milano.

Intervista

Come mai hai scelto di intitolare questo album “Kaleidos”? Quali sono i colori che hai associato ai brani e in che modo è avvenuta questa suddivisione?

Una volta dato il titolo all’album mi sono messo con dei Pantoni a riascoltarlo. Appena trovavo il colore che secondo me era più adatto lo associavo ai singoli brani. Il primo e l’ultimo brano ovvero “Le nostre canzoni” e “Tutto così perfetto” sono legati al blu notte, sono due pezzi molto importanti.

Raccontaci i dettagli…

Sono entrato in studio ad inizio 2015, avevo tante canzoni, avevo in testa un’idea di suono ma le canzoni erano vecchie, praticamente era come se stessi provando ad infilarmi in un vestito figo che però non mi andava bene, quindi mi son riproposto di fare qualcosa di nuovo. Da lì ho cominciato a scrivere ed è venuto fuori “Le nostre canzoni”.  “Tutto così perfetto”, invece, chiude il cerchio come una specie di arrivederci. Sono affezionato a questo brano perché è molto autobiografico. Ci sono tre ritornelli: il primo parla del mio disco iniziale, il secondo è dedicato a Laura (Antonelli), nel terzo c’è un ragazzo ormai cresciuto, ovvero me stesso, che spera che se il futuro non è scritto, potrà essere perfetto.

E gli altri brani?

 “La vita è adesso” è gialla, “Il tuo orizzonte” è viola, “Piloti e supereroi” è verde perché richiama una passeggiata nei campi dove andavo a giocare da bambino. Il bianco di “Un altro po’” è quello delle lenzuola in cui sono avvolti due innamorati intenti a far l’amore. Il brano intitolato “Fallo con amore” è marrone, ha un suono molto caldo ed è attraversato da una chitarra elettrica che si differenzia da quelle di sempre. Il disco è pieno di chitarre ma non ci sono più i chitarroni di una volta, ci sono delle Fender Stratocaster che si sentono volare. “Ti hanno parlato di me”, invece, è nero, un brano un po’ incazzato, incentrato sulle incomprensioni, sui detti e non detti. L’azzurro di “Tu mi lasceresti anche morire” è incentrato su tira e molla amorosi tra due persone che si rincorrono tutta la notte fino all’alba.

Un tema a te molto caro è la nostalgia. In che modo ricorre all’interno del tuo percorso?

Forse ero malinconico già da bambino. In genere pensare al passato ti pesa, ti urta e cerchi di evitarlo. Nel mio caso il passato è un grande conforto, mi commuove pensare a certe persone, non ho il pianto facile eppure pensare a certe cose mi fa tremare. Quando abbiamo registrato “Piloti e supereroi”, ho capito che questo è brano più importante del disco e di tutta la mia carriera da solista perché ha un peso specifico maggiore. Ricordo ancora quando una sera parlando con Matteo Tagliavini, chitarrista che suona con me, mi sono reso conto che non ero mai riuscito a comporre una autentica ballad. Tante volte siamo partiti per scrivene una ma poi pian piano si è sempre inserito qualcosa di diverso. Stavolta di mi sono messo con il metronomo a 68 bpm e mi sono messo a scrivere una canzone lenta, è venuta fuori una musica che mi piaceva molto ma che non aveva un testo. In seguito sono andato lì dove giocavo da bambino e guardando l’orizzonte è sgorgato tutto il testo in cui racchiudo i sogni da bambino, quelli che ho realizzato e quelli che ancora non sono riuscito a realizzare. La nostalgia è davvero il filo conduttore della mia vita.

Niccolò Bossini ph Elena Mannocci

Niccolò Bossini ph Elena Mannocci

Come sono nati questi arrangiamenti?

Ho ascoltato tante cose nuove, mi sono appassionato al mondo dei Djs, mi ha ispirato “Ghost Stories”, il penultimo album dei Coldplay, ho ascoltato musica africana, ho provato a suonare jazz. Alla fine è venuto fuori un disco variegato, sostanzialmente pop ma che preferisco definire pop alternativo. Non è mainstream, non è indie, non è rock, tocca tutti i generi.

Dopo l’esperienza dei concerti dell’ “A casa tua” tour come ti approccerai ai live questa volta?

Vorrei semplicemente fare delle cose normali, l’ultimo e anno e mezzo è stato un anno di cambiamento importante, la mia aspirazione è fare cose normali, andare a suonare nei locali, vorrei crescere come artista sia dal punto di vista artistico che numerico.

E le attività con Ligabue?

Non ho partecipato alle registrazioni del nuovo album e non sarò ai concerti di Monza. In questo momento sono totalmente dedito a “Kaleidos”, alla normalizzazione del mio percorso musicale e allo sviluppo dell’attività di autore; mi piacerebbe scrivere per qualcun altro. Ho molti brani nel cassetto!

Quando potremo ascoltare questi nuovi brani dal vivo?

Il 17 facciamo un concerto di presentazione a Poviglio, dopodichè spero di andare in tour e scrivere per me e per altri.

 Raffaella Sbrescia

Video: La vita è adesso

Lali presenta l’album “Soy”. L’intervista alla cantante e attrice argentina

Lali - Soy

Lali – Soy

Lali, all’anagrafe Mariana Esposito, classe 1991, è una cantante, attrice ed influencer argentina molto amata. Carismatica, simpatica e determinata, Mariana incarna l’emblema della donna forte e sicura di sé. Con l’uscita in versione cd di “Soy”, il suo nuovo album, la JLo latina è entrata ai vertici delle classifiche e si prepara a conoscere i suoi fan italiani a Roma e a Milano. L’abbiamo incontrata negli uffici di Sony Music, ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista

Cosa sai dell’Italia e come ti senti quando sei qui?

I miei nonni erano di Ancona, mi sento vicina a questo paese. Sono stata diverse volte a Roma poi conosco anche Firenze e Venezia. In Italia a mi succede una cosa molto strana, mi sento come a casa mia. Pensate che in Argentina a volte mi perdo, a Roma, invece, sono completamente a mio agio. Forse, chissà, in un’altra vita sarò stato romano o romana.

Puoi parlarci di questo nuovo disco e delle differenze che ci sono con quello precedente?

La cosa più importante è che qui le canzoni le ho scritte io. Ai tempi della serie tv “Teen Angels” le canzoni le scrivevano altri, noi eravamo i personaggi che interpretavano quelle canzoni. Il mio primo disco “A Bailar” l’ho realizzato con musicisti indipendenti, amici miei che conoscevo da tutta una vita ed in quel caso ho scritto le mie prime canzoni. A dire il vero si è trattato di un processo un po’ strano, sono passata dall’essere attrice della televisione a cantante e molti me ne chiedevano la ragione. Beh, a questo proposito ritengo che ci sia ancora un vuoto all’interno dello scenario pop femminile argentino. Non ci sono donne giovani che facciano questo tipo di musica, non ci sono showgirls che propongano questo tipo di concerti in cui non c’è solo la canzone ma anche il ballo, i vestiti e l’allestimento. Questo secondo mio album è molto importante per me perché è molto più profondo.

Quali sono i tuoi  riferimenti musicali?

Il primo cd che ho ascoltato me l’hanno regalato all’età di 6 anni e fu di grandissimo impatto per me. In quella occasione scoprii il mondo musicale degli adulti grazie ai Queen ed in particolar modo Freddy Mercury. Quando l’ho visto sul palcoscenico, ho subito pensato: “Ecco, io voglio essere così”. Lui era tutto, ero lo spettacolo in persona. In seguito ho scoperto Michael Jackson e ho capito che mi piacciono questi personaggi che sono dei veri intrattenitori a tutto tondo. Per queste ragioni adoro anche Madonna, e Beyoncè che sono delle showgirls complete.

Hai detto che “Soy” è un album molto profondo… Quali sono i grandi temi attorno a cui ruota questo disco e che cosa vorresti trasmettere a coloro che lo ascolteranno?

A dire il vero il disco non è autoreferenziale anche se la titletrack “Soy” parla del luogo dove sono nata e cresciuta, della mia infanzia, di quella bambina che ballava di fronte allo specchio e che mai avrebbe pensato che sarebbe riuscita ad arrivare a questo punto. Non mi sento di dare alcun messaggio. Sono ancora molto giovane, non so praticamente nulla della vita, sto ancora imparando. In ogni caso ci sono almeno due canzoni che devo per forza segnalare. La prima è “Reina” e “Amor es Presente” So che i miei fan sono molto giovani, non do loro messaggi, so che mi emoziono esattamente con le stesse cose con cui si emozionano loro.

A cosa ti sei ispirata per scrivere “Reina”?

Questa è una canzone che ho scritto dopo aver sentito al telegiornale la storia di un bambino vittima di bullismo che si è tolto la vita a soli 9 anni, poi  c’è stata la vicenda di una 12enne che ha pagato la sua bellezza con uno sfregio in volto. Queste cose mi hanno colpito nel profondo e ho voluto parlarne perchè so che se parlo di questi fatti mi commuovo io ma anche i miei fans.

Lali

Lali

A proposito di messaggi, nel brano “Tu Revoluciòn” ci sono comunque parole forti che non lasciano indifferenti.

Certo anche se non mi alzo tutti i giorni e dico: “Ecco, adesso darò questo messaggio”. Scrivo e trasmetto le cose che sento e che vivo. Mi chiedo spesso cosa succede in questo mondo ed è questo ciò che traspongo nelle mie canzoni.

In questo disco ci sono solo brani in spagnolo. In qualità di artista internazionale con una fanbase comprensiva di fan di diverse nazionalità non hai pensato di cantare anche in inglese?

Credo che ci sia un tempo per tutto. In questo momento mi sento argentina, ho l’appoggio di Sony Music e credo che questo mio primo disco possa aprirmi le porte del mondo. Rispetto le mie origini latino-americane, parlo lo spagnolo, il mio inglese non è così buono, forse lo sarà un giorno. Mi piacerebbe cantare anche in altre lingue ma credo che non debba essere una semplice ripetizione a memoria, deve esserci un’idea genuina ed un’interpretazione vera alla base.

Hai scritto tu tutte le canzoni. Anche nel primo album hai partecipato alla produzione. Lo stesso è avvenuto anche in questo disco? Come e con chi hai lavorato?

I produttori sono gli stessi del primo album. Sono dei musicisti che conosco da tanto tempo perché lavoravano anche loro per le serie televisive a cui avevo preso parte. Dopo “Teen Angels” mi contattarono perché sapevano che sapevo scrivere canzoni. All’epoca lavoravo ancora in tv perciò quasi di nascosto lavoravamo alla realizzazione di queste canzoni. In genere io scrivo i testi poi, dato che non suono alcuno strumento, cerco di trasmettere lo spirito della canzone attraverso le immagini e i video. L’importante è che loro riescano a carpire che tipo di emozioni intendo trasmettere al pubblico. Mi manca il substrato musicale, sono molto fisica. Questo secondo album è il risultato di un lavoro molto intenso, siamo un team consolidato. L’album è stato masterizzato negli Usa, dove abbiamo conosciuto Tito Vazquez, ma rimane una produzione completamente argentina.

Come si è evoluto il tuo rapporto con i fan da quando sei passata dalla tv alla musica? Come hanno accolto queste nuove canzoni?

A dire il vero c’è un rapporto molto naturale perché amo essere vera con chi mi segue.  Mi presento esattamente come sono e questo crea un tipo di empatia che va aldilà della musica e dell’essere più o meno attrice. Credo che mi vedano come una ragazza normale che è stata capace di realizzare il proprio sogno.

Lali durante un momento dell'intervista

Lali durante un momento dell’intervista

Cosa vorresti dire ai fan italiani?

Aldilà di ringraziarli con tutto il cuore, vorrei dire loro di prepararsi perché presto tornerò in Italia e farò dei grandi concerti. Oggi esce fisicamente il disco in Italia e questo aumenterà ancora di più le possibilità in tal senso.

Spesso si parla di te come della JLo latina. Come vivi questo confronto? Pensi anche tu di poter spaziare tra diversi generi musicali?

Povera JLo (ride ndr). In questo album, in verità, ho fatto una mescolanza tra generi. Anche se la colonna vertebrale continua ad essere pop, per certi versi si tratta di un lavoro più rock rispetto all’album “A Bailar”. Ci sono suoni soul, i cori sono diversi, gli arrangiamenti vanno da toni accesi ad altri più oscuri e dark, più vicini all’ hip hop. Per me, comunque, il ballo riveste un ruolo centrale per cui in futuro mi avvicinerò ancora di più a queste atmosfere.

Hai appena annunciato un featuring con Baby K. Come è nata questa alchimia?

In verità questo è il motivo principale di questo viaggio in Italia, oltre alla promo per l’uscita del disco ed i relativi instore a Milano e Roma. L’intenzione è quella di fare un video della versione spagnola di “Roma – Bangkok”.

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi dell’essere seguita da 4 milioni di persone?

Una cosa brutta è che non so chi mi scrive. Mi piacerebbe tanto saperlo… Il bello è che tante persone tengono a me. La rete mi apre una finestra sul mondo eppure spesso si parla senza sapere, si critica tanto per farlo e senza cognizione di causa. Bisogna sapere proteggersi…

Come funziona la tua App? L’hai ideata tu?

Certo che l’ho ideata io! Ce l’avevo in testa da diverso tempo ormai, si tratta di una fonte di informazioni esclusive con le date del tour, tutti i miei video e le cose che faccio.

Guardando il booklet del disco, si evince che ti piace giocare molto con la tua immagine…

In genere indosso abiti che mi rappresentino in qualche modo. L’importante è riuscire a seguire un certo stile musicale anche nel modo di vestire durante il concerto. I miei abiti li disegno io stessa insieme ad una stilista. Come vedete faccio tutto (ride ndr).

Se dovessi definirti usando tre aggettivi, quali useresti?

Bella, umile e facciatosta (ride ndr). Mi ritengo genuina, dotata di un buon senso dell’umorismo e grande lavoratrice. Se vogliamo dirla tutta bacio anche molto bene e sono single (ride ndr).

C’è un artista con cui vorresti cantare?

Ci sono molti artisti che ammiro ma la maggior parte di questi purtroppo non ci sono più. Ammiro la forza ed il livello artistico di Beyoncè e JLo.

E chi ti piace tra gli artisti italiani?

Ovviamente Baby K (ride ndr). In Argentina Laura Pausini è veramente amatissima. Anche Il Volo e Tiziano Ferro lo sono.

Ti piacerebbe tornare a recitare?

In verità non ho mai smesso di essere un’attrice. Fino all’anno scorso l’ho fatto, ho anche girato un film argentino molto divertente. In questo momento la musica è la mia priorità, credo che tornerò a recitare ma lo farò nel cinema perché i tempi sono molto più veloci ed è un’esperienza che mi è piaciuta moltissimo.

Raffaella Sbrescia

Video: Soy

Entro in Pass: il primo album de Il Pagante. Intervista

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Roberta Branchini, Eddy Veerus e Federica Napoli sono le menti de Il Pagante, una realtà musicale targata Warner Music che racchiude al suo interno un concept “disrupting” basato sulla fusione tra rap e basi edm. Con il primo album (pubblicato oggi) intitolato “Entro in Pass”, il Pagante approda al full lenght dopo una lunga serie di singoli di successo. Al centro del disco, la Milano da bere, gli atteggiamenti e i linguaggi tipici dei ragazzi di città nonché una sferzante ironia.

Intervista

Cosa rappresenta per voi “Entro in Pass”?

Questo è il nostro primo album, la chiusura di un cerchio, una scommessa vinta, la conclusione di un percorso a capitoli. Il titolo prende il nome della nostra prima canzone mentre la tracklist racchiude tutti i singoli già pubblicati più sei nuovi inediti.

Quali sono i temi?

Si va dai fuoricorso in Bocconi, ai problemi dei fuori sede tra serate e locali. Poi c’è Dam, di cui oggi esce anche il video, che parla della necessità di evadere nella città dei balocchi, Amsterdam è la classica tappa che ogni pagante fa almeno una volta nella vita. A questo aggiungiamo che con questo brano in particolare siamo parecchio sul pezzo con il discorso legato alla legalizzazione delle droghe leggere e l’imminente Amsterdam Dance Event (ADE) che è la porta di ingresso nel mondo della musica elettronica internazionale. A proposito di Festival, abbiamo anche anche un brano intitolato e dedicato al “Tomorrowland”, una delle manifestazioni più famose al mondo.

Quanto c’è di satirico nel vostro progetto?

In molti dei nostri testi ci sono piccoli messaggi che puntano a far riflettere, ovviamente non in tutti però è così. Oltre alle rime e alle punch line c’è un sottotesto che va intepretato. Certo, il nostro pubblico si divide in varie categorie: che chi si immedesima, chi capisce l’ironia e l’apprezza senza neanche partecipare alle nostre serate, c’è il clubber che ci erge ad icona e poi c’è l’hater che si sente tirato in mezzo. Alla fine ognuno è libero di interpretare le cose come meglio ritiene.

 Quindi non sfornate solo hits…

Per capire il nostro progetto bisogna ascoltarlo e conoscerne la storia e gli sviluppi. Le canzoni sono studiate nel dettaglio e cerchiamo sempre di convergere l’attenzione su quello che piace prima di tutto a noi. La scorsa estate abbiamo preso parte ad alcuni Festival dove potevamo esibirci con un solo brano. Ecco, in quella occasione i fans di altri artisti non avevano la possibilità di capire chi fossimo veramente, la nostra musica può essere capita solo con uno show completo.

Come lavorate alla scrittura dei vostri pezzi e come nascono le relative basi musicali?

La ricerca segue molto i nostri gusti personali che propendono verso la dance e la musica elettronica. Una volta scelto il genere giusto, ci troviamo con i nostri produttori per individuare il sound. Per i testi ci riuniamo intorno ad un tavolo per assemblare le parole e le idee poi ci pensa Eddy a mettere tutto in rima.

Il Pagante

Il Pagante

Questa storia a capitoli in realtà assembla le tappe di un vero e proprio itinerario…

Esatto. Abbiamo unito i punti seguendo un concept: il viaggio del pagante. Il booklet contiene fotto scattate direttamente da noi e rielaborate con Prisma.

Come si evolve il profilo del Pagante nel tempo?

Beh, i cambiamenti avvengono a più sospinto. Si usano sempre di più i social ( a proposito il Pagante è molto più Instragram). A questo proposito “Entro in pass” è stata aggiornata con nuovi brand, ci teniamo al passo con i tempi!

Tra poco ci sarà l’instore tour. Cosa vi aspettate?

Faremo due instore al giorno per 10 giorni e siamo molto contenti. Sarà l’occasione per incontrare anche i nostri fan più piccoli che non possono ancora frequentare locali e discoteche, sarà tutto nuovo per noi e non vediamo l’ora di goderci questa esperienza!

Raffaella Sbrescia

 

Questa la track list: Entro in pass 2016 (feat. Jake La Furia); #Sbatti; Faccio After;  La Shampista; Pettinero; Fuori Corso;  Vamonos; Bomber; Wifi ; Dam; Tomorrowland e Ultimo.

Dal 16 settembre i ragazzi de Il Pagante incontreranno i fan negli store delle principali città italiane: Venerdì 16 Varese alle ore 15.00 (Mondadori – Via Morosini, 10)e a Milano alle ore 18.30 (Mondadori Duomo, Piazza Duomo), sabato 17 a Torino alle ore 15.00  (Mediaworld Grugliasco CC Le Gru – Via Crea, 10) e a Novara alle ore 18.30 (Mondadori  Bookstore -Via Fratelli Rosselli, 45), domenica 18 a Lonato alle ore 15.00 (Mondadori CC Il Leone Shopping Center  – Via Mantova, 36) e Bassano alle ore 18.30 (Mediaworld CC Il Grifone – Via Capitelvecchio, 88/90), lunedì 19 adArese alle ore 15.00 (Mondadori Megastore – Via Luraghi 11) e a Como alle ore 18.30 (Frigerio Dischi– Via Garibaldi, 38), martedì 20 a Padova alle ore 15.00 (Mondadori – Piazza Insurrezione XXVIII Aprile, 3) e a  Verona alle ore 18.30 (CC Le corti Venete - Viale del Commercio, 1), mercoledì 21 a Modena alle ore 15.00 (Mediaworld CC Grand’Emilia – Via Emilia Ovest, 1480) e a Bologna alle ore 18.30 (Mondadori – Via Massimo D’Azeglio, 34), giovedì 22 a Roma alle ore 15.00(Discoteca Laziale – Via Giovanni Giolitti, 263) e a Napoli alle ore 18.30 (Mondadori - Piazza Vanvitelli, 10), venerdì 23 a Lucca alle ore 15.00 (Sky Stone - Piazza Napoleone 21/22) e a Firenze alle ore 18.30 (Galleria del Disco – Sottopassaggio Stazione SMN), sabato 24 settembre a Genova alle ore 15.00 (Mondadori Bookstore Via XX Settembre, 210) e La Spezia alle ore 18.00 (Centro Commerciale Le Terrazze Via Fontevivo 17).

 

 

Fiorella Mannoia torna con “Combattente”, un nuovo album di inediti

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A distanza di due anni dal suo ultimo progetto discografico, il 28 ottobre esce “COMBATTENTE”, il nuovo album di inediti di FIORELLA MANNOIA anticipato dall’omonimo singolo, in radio e in digitale dal 23 settembre.

«Tutti combattiamo – dichiara Fiorella Mannoia –  Per un’idea, un amore, un’ingiustizia, un traguardo… in generale per il diritto di essere felici».

Molte le “firme” che hanno collaborato alla realizzazione dell’album, autori della nuova generazione, ma anche storici nomi della canzone d’autore: Ivano Fossati, con il quale Fiorella torna a collaborare dopo qualche anno, poi Giuliano SangiorgiFederica Abbate, CheopeFabrizio MoroAmara, ma anche la stessa Fiorella Mannoia insieme a Bungaro e Cesare Chiodo.

Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia

Dalle ore 16.00 di oggi, giovedì 15 settembre, nel circuito Ticket One e nei punti vendita autorizzati saranno in prevendita i biglietti del “COMBATTENTE IL TOUR” che vedrà Fiorella live sui palchi dei più prestigiosi teatri italiani da dicembre.

Queste le date:

1 dicembre – Bergamo (Teatro Creberg)

2 dicembre – Brescia (Teatro Pala Banco)

4 dicembre – Firenze (Teatro Verdi)

5 dicembre – Bologna (Teatro Europauditorium)

7 dicembre – Ancona (Teatro Delle Muse)

9 dicembre – Bari (Teatro Team)

10 dicembre – Cesena (Nuovo Teatro Carisport)

12 dicembre – Milano (Teatro Degli Arcimboldi)

15 dicembre – Padova (Gran Teatro Geox)

16 dicembre – Torino (Auditorium Del Lingotto)

17 dicembre – Sanremo (Teatro Ariston)

20 dicembre – Livorno (Teatro Goldoni)

22 dicembre – Roma (Auditorium Parco Della Musica)

Nell’album “Combattente” sarà contenuta anche Perfetti Sconosciuti, il brano scritto da Fiorella Mannoia con Cesare Chiodo e Bungaro e che le è valso (al suo debutto come autrice e interprete di una colonna sonora) il Nastro D’Argento 2016 per la “Migliore Canzone Originale” nell’omonimo film diretto da Paolo Genovese.

Una ritrovata passione, quella per il cinema, per Fiorella, che presto tornerà sul grande schermo nel film di Michele Placido “7 Minuti”, nelle sale dal 3 novembre, in cui recita il ruolo di una delle protagoniste.

Loredana Errore riparte da “Luce infinita”. Intervista

Loredana Errore - Luce Infinita

Loredana Errore – Luce Infinita

Loredana Errore riparte da “Luce Infinita”, un nuovo album comprensivo di sette inediti e due coover, con cui la cantante agrigentina si riaffaccia al mondo esterno dopo un lungo stop forzato a causa di un grave incidente che l’ha coinvolta in prima persona. Prodotto da Carlo Avarello per Isola degli Artisti, il progetto rappresenta per Loredana la quadratura di un cerchio: «Pensavo di abbandonare tutto, confessa, invece sono riuscita a trovare la forza per reagire. L’incidente è stato una rivelazione. Mi ricordo che in ospedale la prima cosa che ho fatto è stata provare la mia voce per vedere se ero ancora in grado di cantare. I miei fan mi sono stati veramente vicini in ogni modo, mi sembrava incredibile che ci fossero persone con le lacrime agli occhi che mi pregavano di non smettere» spiega Loredana mostrandosi finalmente serena ma ancora sensibile a certe tematiche.

Il disco è introdotto dall’ottimo singolo “Nuovi giorni da vivere” che, allo stesso modo degli altri brani presenti in tracklist, vede la Errore nelle vesti di appassionata interprete: «Ho solo dato qualche appunto agli autori per raccontare il mio percorso in questi ultimi anni ma non ho firmato nessun pezzo. Ho lasciato che fossero gli altri a cucirmi addosso dei brani che potessero raccontare di me. In questo preciso momento della mia vita non mi sento ancora pronta per rimettermi a scrivere, sto studiando e mi sto preparando a dovere in tal senso».

Loredana Errore - Luce Infinita

Loredana Errore durante un momento dell’intervista

Lampante anche la sintonia creatasi con Isola degli Artisti: «Tutto è nato con “Buon Compleanno Mimì”, una magnifica occasione di incontro a cui prenderò parte anche il prossimo 30 settembre». A questo proposito è utile ricordare che anche il bellissimo brano “Per amarti”, composto da Bruno Lauzi e ricantato dalla stessa Mia Martini è stato inserito nella tracklist di “Luce infinita” ed impreziosito da una bellissima interpretazione di Loredana: «Non conoscevo questa magnifica canzone – spiega – mi sono spesso chiesta come potessi fronteggiarla, per me ha rappresentato l’Everest».

Tra gli autori di questo nuovo lavoro figurano Amara, Diego Calvetti, Emiliano Cecere, Ciappelli e Pacifico Settembre, un team di penne celebri che hanno composto canzoni in grado di mettere in luce non solo il graffio ma anche la vena espressiva di una voce non comune: «Non dimentico mai da dove sono partita, racconta Loredana, da Maria De Filippi, la magia del contratto con Sony, le collaborazioni con Biagio Antonacci, Lucio Dalla, Pino Daniele, Gigi d’Alessio e tutti i Festival a cui ho partecipato. Oggi ricomincio questo percorso con una consapevolezza diversa ed una serenità interiore; spero che i miei messaggi e la mia esperienza possano essere di supporto al maggior numero di persone possibile».

Particolare anche l’artwork che accompagna il disco: «Il mio volto con un occhio non truccato intende rappresentare la luce infinita.  L’altro, invece, con i colori bianco e nero, rappresenta la possibilità di  poter affrontare le difficoltà in maniera vittoriosa».

“Siamo noi la perfezione,  la paura è un’illusione non fa vivere il presente e allontana le persone”, canta Loredana in “Luce infinita”, prendiamo quindi queste parole come spunto di riflessione e le auguriamo di poter essere sul palco del prossimo Festival di Sanremo: «Sarebbe il mio più grande sogno, sono in attesa di scoprire cosa deciderà la commissione artistica», conclude.

 Raffaella Sbrescia

Video: Nuovi giorni da vivere

Sfera Ebbasta presenta il suo disco omonimo: il connubio con Charlie Charles è vincente. Intervista

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Gionata Boschetti in arte  SFERA EBBASTA, classe 1992, torna a farsi sentire con un nuovo album pubblicato su etichetta Universal/Def Jam, dal titolo omonimo di SFERA EBBASTA. Il disco, prodotto interamente da Charlie Charles (uno dei produttori più richiesti del momento), contiene 11 tracce inedite che si muovono a cavallo tra influenze e suggestioni musicali eterogenee. Le tematiche affrontate ruotano ancora attorno alla vita nei quartieri con lo sguardo critico e attento di chi il quartiere lo ha vissuto per davvero, descrivendo uno spaccato di realtà giovanile comune in molte periferie delle principali città italiane. Il disco si apre con “Equilibrio”, un brano molto personale in cui Sfera Ebbasta racconta di essersi salvato da chi non ce l’ha fatta, di aver cambiato strada ma di non essere scappato fino alla presa di coscienza del fatto che la vita gli sta ridando quello che gli ha tolto. “Quello che ho, me lo sono preso da me” canta Sfera in “Figli di papà” mentre il cash è il protagonista indiscusso della potenziale hit “Balenciaga”. I compagni di viaggio in questa nuova avventura musicale del giovane “trapper” sono “quei bravi ragazzi nei brutti quartieri”, giovani a cavallo tra generazioni allo sbando, in cerca di una svolta esistenziale senza conoscere bene quali passi muovere. Presente in tracklist anche la traccia cult “Cartine Cartier”, prontamente rifinita e rimodellata insieme a Sch. A vestire il tutto gli inconfondibili beats di Charlie Charles che sanciscono la solidità di un connubio vincente.

Intervista

Cosa è cambiato in questo ultimo anno?

Ho completamente cambiato vita, mi sono ritrovato a lavorare ogni giorno, ho realizzato il mio primo street album, ho accompagnato Marracash nel suo tour estivo; insomma mi sono dato molto da fare.

E dal punto di vista musicale?

Ogni artista cresce canzone dopo canzone. Nel mio caso sono cambiate la pressione e le aspettative nei miei riguardi. Con questo lavoro ho cercato di fare qualcosa di cui potessi essere fiero io per primo. Questo album rappresenta un banco di prova importante.

I testi sono ancora “street oriented”?

Il disco è molto più vario ma ci tengo a sottolineare che nessuno mi dice cosa fare. Il sound è diverso, ci sono testi d’amore e nuove tematiche. I pezzi veramente street sono “Balenciaga” e “Visiera a becco”.

Hai lavorato fianco a fianco con Charlie Charles. Come mai il disco porta solo il tuo nome?

Per rispetto alla comune volontà di non dipendere l’uno dall’altro. Questo è il mio primo album ufficiale e, sebbene i beats siano suoi, ho voluto intitolare il disco a mio nome per rendere al meglio l’idea che si tratta di un lavoro in cui ho dato tutto me stesso.

Avevi un piano B?

Ci penso spesso…la risposta è no. Penso che non starei facendo niente, non mi sono mai sentito propenso a svegliarmi e farmi dire cosa fare, sono sempre stato convinto che avrei fatto qualcos’altro. Il mio intento è sempre stato quello di fare rap.

Secondo te, qual è stato il momento che ha determinato la tua svolta musicale?

Dallo scorso anno quando con l’uscita di “Panette” prima e di “Ciny” poi, sono entrato in contatto con Roccia Music. All’epoca mi contattarono diverse etichette indipendenti, in quel momento lì mi sono reso conto che la mia idea poteva funzionare.

In cosa ti senti rappresentato da Roccia Music?

Ho ragionato in base a quello che piaceva a me, sono sempre stato decisamente epidermico nelle mie scelte. Mi è sempre piaciuto Marracash, lo considero il numero 1, ho pensato che fosse destino lavorare con lui.

Sfera

Sfera

Quali sono le canzoni che senti più tue in questo album?

Sicuramente “Notti” ed “Equilibrio”. La hit è “Balenciaga”

Ti senti parte di un nuovo movimento musicale?

Le cose sono cambiate parecchio. Il rap italiano vede me e i miei compari identificati in modo diverso, siamo un movimento a parte, abbiamo un’altra mentalità. Le nuove generazioni apprezzano ed emulano le cose che facciamo, rispecchiamo l’immaginario dei giovani contemporanei; questa è la roba che spacca, questo é il suono del momento.

Cosa cambia tecnicamente?

Contenuto, forma, basi e metriche: tutto è cambiato. In più abbiamo dimostrato che si può rappare anche senza rime. In America c’è veramente di tutto, in Italia invece ci sono diversi rapper interscambiabili. Io ho voglia di essere unico, di rendermi riconoscibile, non ha senso fare copie di copie. L’evoluzione è nel pieno del suo corso…personalmente ho voglia di lasciare il segno, possibilmente anche all’estero.

Cosa provi nel lavorare con la Def Jam Recordings?

Questo è stato uno dei miei traguardi più importanti, una soddisfazione senza prezzo!

Come vorresti essere definito?

Chiamatemi come volete, non so come definirmi, non voglio essere etichettato in nessun modo… magari sono un rapper, magari forse no.

Sfera Ebbasta

Sfera Ebbasta

Come mai nel disco non ci sono le collaborazioni che tutti si aspettavano?

Non ci sono proprio perché ho voluto fare l’esatto opposto di quello che tutti si sarebbero aspettati. Le collaborazioni certamente arriveranno, adesso voglio che chi compra il disco, lo compri soltanto per ascoltare me.

Come vivi questo momento della tua vita?

Stanno arrivando tante soddisfazioni. Non vengo da una famiglia ricca, non abbiamo mai avuto i mezzi per stare bene, ora che ce la sto facendo sono preso bene e spero di fare sempre meglio. Non avevo idea di come sarebbe stato diventare una persona popolare, ora mi rendo conto che aveva ragione chi diceva “More money, more problems” (ride ndr).

Raffaella Sbrescia

Video: Figli di papà

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