Il terzo tempo di Omar Pedrini in “Come se non ci fosse un domani”. Intervista

Cover album Pedrini

Cover album Pedrini

La vita sa metterti a dura prova ma da qualche parte devi sempre riuscire a tirare fuori la forza per andare avanti. Quando la trovi, devi usarla per te stesso, certo, ma anche e soprattutto per chi ti sta intorno. Ecco, forse da qui nasce “Come se non ci fosse un domani”, il nuovo album di Omar Pedrini, in uscita domani 12 maggio per Warner Music. Si definisce vintage, lo zio Rock, così amano chiamarlo i suoi fan. Lui, a quasi 50 anni e con due interventi a cuore aperto all’attivo, si è rimesso in carreggiata con un disco che richiama le atmosfere e i toni degli anni ’70 ma che invece trova ispirazione nei grandi dilemmi che scandiscono i nostri giorni privi di certezze. Ecco cosa mi ha raccontato negli uffici Warner di Milano.

Intervista

Ti aspettavamo da tanto tempo. Cosa ti ha spinto a tornare?
Questo album è nato più per urgenza che per consapevolezza. L’ho scritto con la pancia, quasi in contemporanea con l’ultimo incidente cardiaco che mi è occorso. Tutti i brani di questo album sono nati da lì tranne “Un gioco semplice” che avevo già registrato. Ricordo benissimo quel giorno mentre ero in ambulanza a vele spiegate e non riuscivo a stare sdraiato. Ero a Bologna, ripensavo ai mitici anni ’90, a quando tutte le porte mi si aprivano davanti, ho pensato a Freak Antoni e a quanto mi mancasse lui e l’atmosfera di quegli anni. Questo brano è molto più di una dedica, non ho mai intitolato una canzone con un nome proprio di una persona, stavolta era l’occasione giusta.

La canzone in questione ha avuto dei riscontri da parte degli Skiantos?
Sì, mi ha contattato Dandy Bestia, altro membro importante del gruppo. Abbiamo suonato insieme il brano e forse verrà inserito nel loro disco. Quest’estate dovrebbe essere inaugurata la statua dedicata a Freak Antoni immortalato nelle vesti di direttore d’orchestra seduto su un water. Mi piacerebbe suonare la canzone in occasione dell’inaugurazione. Ho provato a portare il brano anche all’ultimo Festival di Sanremo, sapevo che Freak avrebbe voluto andarci ad ogni costo ma purtroppo il brano non è stato accettato.

Quali sono le riflessioni che hanno scandito la realizzazione di questo progetto?
La valutazione più importante che ho fatto è che sono uno che non molla mai. I miei fan mi chiamano zio rock ma da sempre sono “il guerriero”. In questo disco istintivo racconto del mio senso di incertezza. Quando sono stato operato mi hanno detto che avrei potuto suonare ancora ma senza spingere troppo, io sono un rocker, o suono al massimo o niente. I filosofi dicono “vivi ogni giorno come fosse l’ultimo”; ecco questo concetto ormai ci abbraccia un po’ tutti. La parola chiave di questo ragionamento è nel singolo: mi sveglio e sento che ho già paura.

Quindi questo filo conduttore attraversa tutti i brani?
Questo non è un concept album eppure i brani parlano dello stesso argomento visto da angolazioni diverse. La paura è in ciascuno di noi, c’è paura della guerra, del terrorismo, dell’altro, di arrivare a fine mese. Ho provato anche io la sensazione di stare “col culo per terra” quando non potevo lavorare per motivi di salute. Poi c’è anche la paura per la salute della terra, l’uomo sta distruggendo tutto e nessuno fa niente.

Alla luce di questi ragionamenti, come hai fatto a scrivere il brano “Sorridimi?
Vero, anche i titolo sono apocalittici. Beh, una mattina ero molto pensieroso, non riuscivo a pensare al futuro poi mia figlia Emmadaria di quattro anni mi è saltata in braccio stampandomi un sorriso in faccia e mi sono convinto che avrei fatto qualcosa per reagire. Cerco di dare segnali e dritte a lei, a mio figlio Pablo e a tutti i ventenni. Mio figlio mi parla su whatsapp, dal vivo non mi riesce a dire cose che invece abitualmente mi scrive. Da ragazzo mio padre mi parlava, mi invitava a pranzo e mi metteva ansia anche il solo pensarci. I ragazzi di oggi si sono chiusi in loro stessi, fanno una rivoluzione al contrario. Da giovane volevo fare il giornalista, appena iscritto alla facoltà di Scienze Politiche c’erano già le fazioni in cui avrei dovuto schierarmi. Qualcuno mi disse: non ti occupare di politica, sarà lei a occuparsi di te. E così è stato.

Quindi qual è la tua opinione dei giovani moderni?
Io credo nei giovani, non sono come chi dice che i giovani di oggi non valgono un cazzo. Ai miei tempi dovevi essere impegnato, oggi sono pacifista. Ho fatto la mia scelta dopo un incontro con i monaci tibetani ma, attenzione, essere buoni non vuol dire essere deboli. Sono nato incendiario e morirò piromane. Ai giovani dico: uscite e combinate qualcosa, qualunque cosa. Ho un bellissimo ricordo della sfilata dei ragazzi dei Liceo Manzoni di Milano. Purtroppo i giovani si sono persi nel mondo digitale, non sanno come organizzarsi, non si aggregano più, ci sono tanti mini-gruppi, non fanno più rete.

Cosa ci dici di tutte le tue altre attività?
In questo momento ho deciso di concentrarmi sulla musica. Per tanti anni sono stato un cane sciolto, avevo il mio ufficio stampa e mi gestivo tutto da solo. Ora con il mio manager ho scelto di focalizzare l’attenzione sulla mia attività primaria, la musica è mia moglie le altre arti sono le amanti. Quando ho realizzato che potevo cantare ancora, mi sono sentito un esordiente al secondo album. Sono stato per 8 anni in un angolo, conto di continuare ad insegnare perché quello potrebbe essere il mio piano B ma ora mi godo questa seconda vita che, da appassionato di rugby, mi piace chiamare “terzo tempo”.

Omar Pedrini

Omar Pedrini

Come è venuto fuori il brano scritto da Ferlighetti?

Come sapete, Lawrence mi aveva già regalato due reading nei miei dischi. Lui ha 98 anni e vive a San Francisco ma quando sono stato male mi ha scritto una lettera che mi ha dato tanto coraggio. Un giorno, durante uno dei suoi incontri, era vestito da cowboy e un bambino gli si è parati davanti chiedendogli se fosse un cowboy vero. A quel punto Lawrence è rimasto spiazzato di fronte alla domanda che lo poneva di fronte all’assenza di un cavallo. Quindi ha spiegato al bimbo che lui cavalca tutti i giorni un cavallo invisibile e lì è nata “Desperation Horse”, un brano che mi ha donato e che ho rispettosamente lasciato in inglese.

Un buon auspicio per il nuovo tour?

La vera tourneè partirà a settembre. Voglio accompagnare questo disco come un bambino, farò un mese di incontri in Feltrinelli, in estate parteciperò a dei Festival e farò un po’ di date in Inghilterra.

A proposito come è andata la collaborazione con Noel Gallagher degli Oasis?
Il legame con l’Inghilterra è sempre stato molto forte, spesso una sorta di tallone d’achille. Eppure stavolta mi ha messo in contatto con Noel e il management degli Oasis. Ci frequentiamo spesso e mi sono divertito a realizzare la versione italiana di “Simple Game of a Genius”, un brano che aveva inciso solo per il mercato giapponese.

Chiudiamo questa intervista con una nota in merito ai suoni che hai scelto per questo album…
I suoni hanno una matrice anni ’70, ho cercato di fare un lavoro per sottrazione immaginando le canzoni come se fossi già sul palco a suonarle. Ora che ho una casa discografica mi piacerebbe farmi produrre da qualcuno, magari da qualche inglese e imparare cose nuove.

Raffaella Sbrescia

Questa la track list di “Come se non ci fosse un domani” :
1. Come se non ci fosse un domani
2. Fuoco a volontà
3. Dimmi non ti amo
4. Il cielo sopra Milano
5. Un gioco semplice
6. Angelo ribelle
7. Desperation Horse
8. Ancora lei
9. Freak Antoni
10. Sorridimi

Video: Come se non ci fosse un domani

 

Le date degli instore:

Dal 12 maggio Omar Pedrini incontrerà i fan negli store delle principali città Italiane : il 12 maggio a Torino alla Feltrinelli di Piazza CLN 251 h.18.30; il 13 maggio a Brescia alla Feltrinelli di Corso Giuseppe Zanardelli, 3 h.17.00 ; il 14 maggio a Verona alla Feltrinelli di Via Quattro Spade, 2 h.11.30 ; 15 maggio a Padova alla Feltrinelli di via San Francesco 7 h. 18.00; il 16 maggio a Milano ala Feltrinelli di Piazza Piemonte 2 h.18.30; 17 maggio a Bologna alla Feltrinelli di Piazza Ravegnana h. 18.00; 18 maggio a Firenze Feltrinelli RED di piazza della Repubblica h.18.30; 19 maggio a Genova Feltrinelli di via Ceccardi 16 h.18.00; il 23 maggio a Roma alla Feltrinelli di via Appia Nuova 427 h.18.00; il 24 maggio a Bari alla Feltrinelli di via Melo 119 h.18:30.

Soul System: l’avventura live inizia ai Magazzini Generali. Il report

Soul System live @ Magazzini Generali - Milano

Soul System live @ Magazzini Generali – Milano

Avevamo lasciato i frizzanti Soul System mentre festeggiavano la vittoria di X Factor. Li abbiamo ritrovati sul palco dei Magazzini Generali di Milano dopo una manciata di mesi trascorsi a lavorare in studio insieme al produttore Antonio Filippelli. Leslie, Jiggy, Alberto, Joel e David sono quasi pronti a pubblicare il disco d’esordio ma nel frattempo hanno scelto di scaldare i motori con un live divertente ed energico. In scaletta, naturalmente, tutti i brani che hanno scandito il loro percorso nel talent targato Sky ma anche qualche inedito che ha reso molto bene l’idea di quello che andremo ad ascoltare tra poche settimane. Il sound dei Soul System unisce Hip Hop e R&B, Funk e Pop e, sebbene non inventi nulla di nuovo, riesce comunque a risultare fresco e convincente. I contenuti sono acerbi ma la chimica che unisce il gruppo è ben rodata e si sente. Il gruppo multietnico e multiculturale, formato da quattro elementi di origine ghanese affiancati da un batterista veronese, ha individuato i propri punti di forza grazie ad un rapporto di amicizia e di lavoro che dura da diversi anni. La stima, la forza di volontà e voglia di sudare donandosi sul palco sono gli elementi su cui si concentra il loro show. Bello sentirsi parte di un tutto, ora rimane da scoprire cosa avranno da dirci nel loro disco e cosa ne penserà il pubblico su larga scala. Nel frattempo potrete andare a sentirli dal vivo il 13 maggio – Torino, Piazza San Carlo; 10 giugno – Valdobbiadene (TV), Villa dei Cedri; 15 luglio – Asti, Astimusica; 17 luglio – Rimini, Rose & Crown Festival; 3 agosto – Pavullo nel Friganano (MO), Festa Provinciale ASOP; 20 agosto – Monopoli (BA ), Coccaro Beach. Il tour è prodotto da Massimo Levantini e Gaetano Puglisi per Live Nation.

Raffaella Sbrescia

In nome dell’amore Volume 2: il nuovo Alex Britti

IN NOME DELL'AMORE volume 2 ALEX BRITTI

IN NOME DELL’AMORE volume 2 ALEX BRITTI

Cosa succede se un virtuoso della chitarra come Alex Britti decide di incidere un nuovo album incentrandone i testi sul tema dell’amore? Il risultato lo si può ascoltare ne “In nome dell’amore – volume 2” che segue il ‘volume 1′ del 2015. Declinato secondo diverse angolature, l’argomento visto dalla prospettiva del cantautore romano assume una forma liquida, libera. Le fotografie trasformate in testi tratteggiano a grandi linee un percorso umano e musicale iniziato due anni fa. Nel ‘volume 1′ di questo progetto, Britti raccontava, infatti, la parte più oscura, introversa, drammatica dell’amore. Oggi il cantautore passa all’aspetto più leggero del tema lasciandolo percepire anche da un uso diverso delle sonorità. L’album si apre con “Senza guardare indietro”, ovvero il racconto di una piccola epopea individuale a metà strada tra sogno e realtà in cui il suono, vicino a certe atmosfere eighties, risulta oltremodo artefatto. L’ascolto prosegue con “… e basta”, un brano senza particolari pretese che celebra la complicità di coppia. Il sound spento di “Speciale” inficia il testo immediato e scorrevole, finalmente torna il blues in “Tanti anni fa”, uno dei brani più interessanti e più riflessivi di questo disco. Britti quadra i conti con il passato ma lo fa con disimpegnata leggerezza. L’approccio semplice e spensierato traspare anche dalle note di “Stringimi forte amore”, molto più interessante il filone rock’n’roll seguito nelle trame di “Libero”, in cui Britti omaggia Chuck Berry. L’album si chiude con una versione acustica de “In nome dell’amore”, la migliore espressione dell’artigianalità di un suono tanto inconfondibile, quanto necessario per comprendere bene l’essenza artistica di Alex Britti.

Raffaella Sbrescia

Alex Britti – Speciale

“IO+IO racchiude le mie mille me”. Intervista a Syria

Syria

Syria

IO+IO” è il titolo dell’ultimo progetto discografico di Syria. Pubblicato il 28 aprile su etichetta Universal Music, l’album contiene i brani interpretati dalla cantante durante il concerto evento “Vent’anni in una notte” tenutosi al Teatro Grande di Brescia per celebrare i vent’anni di carriera musicale. Con Syria sul palco quella sera c’erano tanti amici e un’orchestra di cinquanta elementi diretta dal maestro Bruno Santori. Syria ha ripercorso qui le tappe più importanti di una carriera eclettica iniziata nel 1996 quando, poco più che diciottenne, inizio un percorso scandito da un unico filo conduttore: la libertà. In “IO+IO” l’artista duetta con Emma, Noemi, Paola Turci, Francesca Michielin, Ghemon ed Emiliano Pepe.  L’album, che si apre con la lettura di una favola scritta dalla Pina e dedicata personalmente a Syria, contiene anche cinque inediti e  la cover di un brano di Ambra, “Io Te Francesca e Davide”.

Intervista

Ciao Syria, come stai? Quale bilancio fai della tua carriera e con quale stato d’animo pubblichi questo lavoro?

Questo album s’intitola Io + Io ma racchiude il concetto di 10 anni più 10, due fasi della mia vita distinte e separate in cui si sono avvicendate le mie mille me. Ho amato il mio primo periodo, quello in cui ho sperimentato con Mattone in un mondo un po’ patinato. Per me che mi sono resa autonoma molto presto è stato fisiologico prendere stare diverse. Ho un bel ricordo della collaborazione con Biagio Antonacci perchè ha segnato il passaggio dalla melodia al pop determinando l’inizio della mia vita radiofonica. In quegli anni c’era più spazio, più attenzione, eravamo tutti più liberi e più comodi. L’incontro con Pierpaolo (Peroni) mi ha ribaltato la vita, mi sono innamorata di questa persona che mi ha dato modo di crescere occupandomi di altro. Con lui ho fatto cose anche un po’ lontane da me. L’esperienza teatrale con Paolo Rossi mi ha dato la possibilità di calmarmi e respirare, in quell’occasione ho capito cosa mi stesse succedendo, ho preso le misure dei miei desideri. Quello che è rimasto immutato in tutti questi anni è la mia curiosità, ho sempre voluto fare cose nuove senza limitarmi a fare il compitino. In qualità di interprete mi piace trovare una chiave sempre diversa per sentirmi a mio agio. Ho abituato il pubblico a questi cambiamenti, non riesco a fare a meno di fare tante cose. Sono felice di essere arrivata a questo progetto con la giusta consapevolezza, mi è piaciuto coinvolgere alcune mie amiche e colleghe e non escludo che mi piacerebbe pensare a qualche evento che possa vederci tutte insieme su un palco. Sarebbe bello coinvolgere le più grandi dive della musica italiana, adoro la coralità artistica tutta al femminile.

Cosa ci dici degli inediti che hai messo in questo lavoro?

Questi 5 inediti rappresentano tutte le Syria, è stato tutto molto naturale e quello che ascolterete è il frutto di una scelta di cuore.

Sul fronte live?

Da due anni a questa parte porto in giro “Bellissime”, un ripasso che faccio col pubblico, uno spettacolo senza scadenze che riunisce le grandi cantanti italiane dagli anni 50 agli anni 80. Tutti mi chiedono se farò un tour ma mi chiedo perché farlo a tutti i costi, andare in giro è faticoso ed è faticoso farlo anche nei contesti che mi piacciono di più. Io ho quel mondo lì, non cerco di più, non mi sento in dovere di stupire. Sicuramente farò delle date elettroacustiche, ci saranno i miei Djset e poi ho un’idea in testa…

Cioè?

Sto lavorando ad un progetto che mi dia la possibilità di portare in scena il repertorio di Gabriella Ferri, spero di farlo al più presto.

Syria

Syria

Tu che hai così tanti interessi, che rapporto hai con l’estero? Hai qualche collaborazione nel cassetto?

Siamo in tanti, ormai si fa la fila per tutto. Io mi metto in fila volentieri, mi passano davanti dei treni ma la prendo con filosofia. Ci sono tante cose belle che mi vivo appieno e tra queste c’è il mestiere di mamma che rimane il più bello. Per il resto non mi dispiacerebbe approfondire l’aspetto produttivo del mio lavoro oppure aprire un negozio di abbigliamento vintage. Per quanto riguarda l’estero mi perdo spesso ad ascoltare tanti artisti, presto andrò al Primavera Sound e mi metterò a sognare sottopalco come sempre. Sogno che James Blake produca un mio disco ma nel frattempo aprirò il concerto di Justin Bieber al Parco di Monza con un djset insieme a Pierpaolo.

E Ayris?

Mi piacerebbe produrre un nuovo disco, so che questa idea avrebbe un riscontro positivo in più ambiti che conosco.

Rifarai Top Dj?

Sì, il programma si farà a dicembre. Mi piace il genere, mi sto documentando e spero sempre di poter dare il mio contributo al meglio.

Raffaella Sbrescia

Video: Lontana da te

TRACKLIST DELL’ALBUM

1 Intro con la Pina

2 Islanda

3 Se sapessi (scritta da Giuliano Sangiorgi)

4 Lontana da te

5 Acqua e Alloro

6 Io te Francesca e Davide

7 Sei tu

8 L’amore è

9 Non è peccato

10 Se t’amo o no feat. Noemi

11 Odiare feat. Emma

12 La distanza feat. Paola Turci

13 Non dimentico più feat. Francesca Michielin

14 Come non detto feat. Ghemon

15 Se tu non sei con me

16 Sei bellissima

17 Non ci sto

18 Tutti i colori del mondo feat. Emiliano Pepe

 

Magellano: Francesco Gabbani racconta se stesso e il nuovo album all’insegna della naturalezza

COVERmagellanoEsce oggi per Bmg “Magellano”, il nuovo disco di Francesco Gabbani. Gli spartiti musicali dell’album, unitamente alle versioni Canzoniere ed un CD contenente le basi musicali originali, sono contenuti nell’edizione a stampa prodotta e commercializzata da Hal Leonard MGB. Il disco contiene “Occidentali’s Karma”, brano da settimane in vetta alla classifica airplay radio, con 100 milioni di visualizzazioni su Youtube e certificato triplo platino per gli oltre 150mila download e streaming. Un album breve ma ricco di contenuti e di generi, un lavoro eterogeneo che spazia dall’ironia all’intimismo senza troppi fronzoli. Ispirato al nome del navigatore ed esploratore portoghese Magellano, l’album intende rifarsi all’idea del viaggio, inteso soprattutto come percorso esistenziale. A spiegarlo è lo stesso Gabbani: «Il titolo parte dal concetto di viaggio ma non tutte le canzoni parlano di questo. Il vero cammino è verso l’ignoto che c’è dentro ciascuno di noi; una delle cose più difficili da fare e conoscersi per poi accettarsi. Il file rouge di questo lavoro è la curiosità di chiedersi il perché di alcune sfaccettature della nostra esistenza; si tratta di un concept album involontario».

Il nuovo album riunisce nuovamente assieme a Francesco Gabbani, gli altri co-autori di Occidentali’s Karma, ovvero Filippo Gabbani, Fabio Ilacqua e il produttore Luca Chiaravalli: «La genesi dell’album risale all’inizio del 2016, un anno importante, un anno di gratificazione funzionale a quanto fatto fino ad allora. Questo disco porta il mio nome, simboleggia la mia espressività ma è anche il frutto di una collaborazione che a me ha portato gioia e serenità perché fondata su veri valori umani. I miei collaboratori sono l’equipaggio di un vascello in cui ognuno ha dato il suo contributo senza desideri di prevaricazione. Ciascuno ha avuto il suo spazio in un clima di grande armonia e naturalezza che mi rende ancora più soddisfatto di questo lavoro», ha spiegato Francesco Gabbani. Soddisfatto sì, ma con i piedi ben saldi per terra: «Questo è stato un anno importante, avevo rinunciato all’idea di esprimermi personalmente come artista ma non ho mai abbandonato la musica. Oggi si pensa che per vivere di musica si debba essere famosi. Io non la penso così, in questi anni ho continuato a scrivere, l’ho fatto per Celentano, Renga, Fabio Ilacqua. Tuttora ricevo proposte di collaborazione in veste di autore, chiaramente cercherò di dedicarmici al più presto. La mia soddisfazione non viene dalla recente fama bensì dal fatto che sono riuscito a fare della mia musica il mio mestiere. Oggi mi sento più legittimato a farlo anche per chi ha sempre creduto in me in tempi non sospetti, dapprima come autore e poi come artista; su tutti il team di Bmg». A chi ha provato a muovere critiche rispetto ai tempi di lavorazione del disco, Gabbani risponde così: «Mi sento ben rappresentato da questo disco perché riassume in maniera esaustiva le mie sfaccettature. Non ho sentito nessuna pressione e non mi sono curato delle aspettative che c’erano nei miei riguardi dopo la vittoria del Festival. La produzione è avvenuta dopo Sanremo, l’unico brano composto per intero in questa fase è stato “Tra le granite e le granate” (prossimo singolo) mentre la scrittura dei brani era già stata completata per l’80% in un periodo precedente. Tra le altre cose, in autunno avevo appena concluso lo scorso tour e poi sono stato impegnato a comporre la colonna sonora per il film di Fausto Brizzi “Poveri ma ricchi” che mi ha dato tanta soddisfazione».

Francesco Gabbani ph Chiara Mirelli

Francesco Gabbani ph Chiara Mirelli

Dato tra i favoriti all’Eurovision Song Contest, Gabbani dimostra di avere le idee chiare anche qui: «Cerco di non pensarci più di tanto, da un lato sono veramente entusiasta, dall’altro cerco di non caricarmi di troppa responsabilità. Vorrei affrontare quest’avventura in modo molto semplice, non farò particolari sforzi, mi proporrò in modo molto naturale e non ricorrerò a nessun escamotage per attirare attenzione. Ovviamente ci sarà la scimmia per dare al pubblico europeo la possibilità di conoscere la performance originale ma poi il suo percorso potrà ritenersi concluso. Il brano subirà il taglio della seconda strofa per motivi di regolamento ma abbiamo fatto in modo che restasse intatto l’impatto dinamico dello special. Per il resto ho avuto una risposta e un supporto internazionale che non mi aspettavo, punto ad un contesto internazionale cercando di valorizzare la nostra lingua. Per quanto riguarda il disco, infine, la versione che uscirà all’estero avrà il titolo in inglese, una cover diversa e sarà comprensiva del brano “Amen”.Lo so farò una grave contravvenzione alla ricorrenza del numero 9 che accompagna questo progetto e la mia vita ma ne varrà la pena (ride ndr)». A chi invece viene da pensare come faccia a gestire tutto questo improvviso successo, il cantautore risponde: «Per gestire bene quello che mi sta succedendo vivo in modo molto naturale, non mi pongo troppi problemi, sono arrivato a questo punto della mia carriera quando la mia personalità si era già formata. Non sono più un ragazzino, non vivo il dualismo tra popstar e uomo, sono quello che sono e non mi spaventa il successo, vivo tutto con gioia e il successo ottenuto da “Occidentali’s Karma” mi fa pensare che il brano abbia ormai una sua vita. Le canzoni sono di chi le vive e le fa diventare sue. Sono un po’ osservatore di questa canzone e sono orgoglioso di presentarla in italiano».  Proprio lui che si è imposto al pubblico con brani di facciata ironica, in questo disco non rinuncia all’emotività, soprattutto ne “La mia versione dei ricordi” e “Spogliarmi”: «Tengo a precisare che non è vero che preferisco far emergere il mio lato ironico per nascondermi, questa è una parte della mia espressività. In un sistema frenetico e veloce, la dimensione scanzonata cattura subito l’attenzione però è anche vero che un brano come “Spogliarmi” riesce a rappresentarmi al meglio: una volta raggiunti gli obiettivi, l’unico modo per salvarci è spogliarci di tutto per ritrovare la fame di nuove cose. Considero questo brano allo stesso modo de “Il vento s’alzerà” contenuto nel mio disco precedente». Il 27 maggio a Roma, Francesco Gabbani condurrà i TIM MTV Awards, che saranno trasmessi in diretta su MTV, MTV Music e VH1 mentre il tour ufficiale, organizzato da International Music and Arts, partirà il 19 giugno da Verona: «Per quanto riguarda il tour, farò riferimento a tutto il mio repertorio mettendo in scaletta anche qualche brano del mio primissimo lavoro, la parte visiva avrà un peso relativo perché io stesso cerco di darmi molto sul palco. A chi, invece, dice che sono troppo prezzemolino in tv, rispondo che mi basta la mia musica e che ho accettato di condurre gli Mtv Awards perché è una dimensione che non mi allontana dal mio essere artista e perché negli anni sono stati tanti i cantanti a condurre questa kermesse». 

Raffaella Sbrescia

Video: Occidentali’s Karma

Maldestro: il garante della continuità del cantautorato Made in Italy

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Non è facile essere innovativi. E questo è un concetto che vale per tutte le epoche storiche e per tutti i contesti.
Si chiamano “geni”, quelli che intravedono nel mare di cose sentite e risentite, scritte e riscritte, dette e ridette, qualcosa di veramente nuovo che si stacchi da tutto ciò che in qualche maniera ha il pregio innegabile di esserne genitore. E’ che in questo mare di cose scritte e riscritte, dette e ridette, sentite e risentite, non è facile nemmeno essere originali. Essere originali ispirandosi a quanto già detto e ridetto, scritto e riscritto nell’ambito di un repertorio, e portare qualcosa di nuovo, di fresco, di qualitativamente pregiato e gradevole.
Questo ha fatto Maldestro nel panorama della canzone d’autore italiana.
Già tenuto d’occhio dai critici negli scorsi anni, che gli hanno conferito nel 2013 un Tenco e molti encomi, il cantautore partenopeo, con la partecipazione al festival di Sanremo, si è proposto al grande pubblico, con “Canzone per Federica”, ottenendo il secondo posto nella classifica delle nuove proposte, il premio Mia Martini, e ricevendo il maggior numero di riconoscimenti come il PREMIO LUNEZIA, il PREMIO ENZO JANNACCI, il PREMIO ASSOMUSICA e il premio conferito dalla REGIONE BASILICATA per il MIGLIOR VIDEOCLIP.

Maldestro live

Maldestro live

E così lo ascoltiamo, questo “I muri di Berlino”. E, dopo averlo ascoltato una volta, non possiamo fare a meno di farlo una seconda, ed una terza, e via dicendo, restando sempre più affascinati dalla freschezza di note che arrivano immediate alle orecchie ed al cuore, sulla reminiscenza di grandi classici cui sicuramente si ispirano, ma senza scimmiottare o clonare alcunché: tutto passato attraverso il filtro attento e caratterizzante della penna dell’autore. Certo, la mano di Maurizio Filardo si fa sentire, in arrangiamenti che riecheggiano fraseggi musicali dei primi anni ’90, quando si affacciavano alla ribalta artisti come Silvestri, Fabi, Carmen Consoli, dando nuovamente spinta e vigore ad un genere, quello della canzone d’autore, che nel corso degli anni ’80 aveva visto una fase di declino. Ed è proprio questo il segreto di una riuscita esperienza cantautoriale: non sottovalutare l’aspetto musicale, che deve costituire, al pari dei testi, un elemento caratterizzante ed articolato di ogni singolo repertorio.

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Non annoiano, i Muri di Berlino. Scorrono uno dietro l’altro a indurci in riflessioni, a rievocare emozioni, a metterci di fronte a tanti piccoli fatti di vita quotidiana in cui ci riconosciamo, a guardarci, anche nei nostri difetti o fallimenti, con un occhio più indulgente e amorevole. Un cd pieno di poesia, di quella poesia delicata che porta il sorriso su un animo infantile e candido. Nulla di torbido o ridondantemente tormentato. Anche nell’affrontare temi dolorosi, come quello dell’immigrazione, che ogni giorno ci getta sotto gli occhi le vite straziate di migliaia di esseri umani, colpevoli solo di essere nati dalla parte sbagliata. Un cd che commuove, fino alle lacrime. Ma che non manca mai, nella sua poetica, di farci alzare gli occhi al cielo e farci raccogliere un messaggio di speranza.
Quello che possiamo augurarci è che Antonio Prestieri, in arte Maldestro, resti ancora a lungo così “maldestramente”, schietto e genuino, pur continuando in quello che è un percorso che riteniamo ben avviato di maturazione artistica e personale. E che continui ancora a lungo ad accompagnarci con parole e note che sicuramente, fanno bene al cuore.

Leggi l’intervista a Maldestro: http://www.ritrattidinote.it/interviste/i-muri-di-berlino-maldestro-album.html

Prossimamente il cantautore napoletano sarà a
26/04/17
Napoli – Teatro Bellini
11/05/17
Recanati – Teatro Persiani
12/05/17
Parma – Wopa
27/05/17
Vicenza – Festival
29/05/17
Napoli – Digital Music Forum (Conferenza)
30/05/17
Torino – Partita Nazionale Cantanti H 21,00
02/06/17
Battipaglia (SA) – Notte Bianca
25/06/17
Montesano sulla Marcellana (SA) – P.za F. Gagliardi
29/06/17
Salina – Salina Doc Fest
dot
10/07/17
Asti – Asti Musica
15/07/17
Odolo (BS) – Festival D-Skarika
21/07/17
Campo di Pietra (CB) – Jazz in Campo
28/07/17
Sant’Anna di Centobuchi (AP) – Piazza
03/08/17
Treviso – Suoni di Marca

e il Primo Maggio in Piazza San Giovanni.

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

 

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

 

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

 

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

Maldestro live ph Roberta Gioberti

 

 

Artù: “Canto quello che sento senza mai perdere la speranza”. Intervista al cantautore romano

Artù ph Gabino Curtidor

Artù ph Gabino Curtidor

Dopo l’uscita dell’album “Tutto Passa”, il cantautore romano Artù, al secolo Alessio Dari, si prepara ad esibirsi sul palco del concerto del Primo Maggio a Roma. Lo abbiamo incontrato nel pieno di una intensa sessione di scrittura di nuove canzoni. Ecco cosa ci ha raccontato questo artista libero.

Intervista

Ciao Artù, come stai e come hai vissuto dopo la pubblicazione di “Tutto Passa”?

Sono molto carico, sto pensando al nuovo album e mi sto dedicando alla scrittura di nuove canzoni. Sto scrivendo tra un concerto e l’altro ma è in questo periodo in particolare che sto cercando di mettere nero su bianco tutto quello che ho vissuto in tour.

In qualità di appassionato osservatore, ci sono emozioni o persone che ti sono rimaste nel cuore e che cercherai di riportare nei tuoi testi?

Le facce che ho visto e le emozioni che ho provato sono solo la punta dell’iceberg di quello che per me ha rappresentato il mio primo vero tour. Mi ha sorpreso vedere tanti bambini ai miei concerti, forse perché le mie canzoni sono sì semplici ma anche molto crude. Un’altra testimonianza importante è stata quella di un signore di 85 anni che mi ha detto di conoscere tutte le mie canzoni; la musica è un linguaggio universale, non mi aspettavo assolutamente niente di tutto questo. Mi ricorderò sempre anche di una ragazza che una volta, a fine concerto, è venuta a salutarmi e poi abbracciandomi si è messa a piangere perché le succede spesso di ritrovarsi in quello che scrivo. Tutte queste cose mi caricano di responsabilità ma mi danno anche tanta forza e tanta energia creativa. Se non avessi fatto questo tour, non avrei scritto queste canzoni nuove. Se faccio questo lavoro è sempre per stare a contatto con la gente.

Quando scrivi non vai alla ricerca del ritornello, scrivi per la gente ma anche per dare un senso a quello che senti dentro. Cosa significa essere fuori dagli schemi?

Significa essere liberi. Quando scrivo non penso mai se la canzone potrà piacere alla gente, scrivo quello che mi viene. L’unica cosa di cui tengo conto sono gli occhi delle persone che mi ascoltano ma in linea di massima scrivo quello che sento.

Come sei nella vita di tutti i giorni, quali sono le cose che catturano la tua sensibilità o che semplicemente ti divertono?

Sono un mezzo disastro! (ride ndr). Sono disordinato, mi dimentico tutto, non ho tempo, mangio male, sono nevrotico, non è facile starmi dietro però ho tanti amici con cui mi diverto molto. Diciamo che in generale non sto in linea con la vita e questo mi spinge a chiudermi. Se non ci fosse stata la musica, sarebbe stato molto difficile inquadrarmi. Leggo molto, mi piacciono gli scritti di Cesare Pavese. Sono un malinconico sensibile, vedo sempre speranza in tutto, quella non mi manca mai. Soprattutto non perdo la speranza e la fiducia nell’uomo.

Cos’è che ti dà speranza nell’uomo contemporaneo?

Alla fine siamo sempre degli esseri umani, le guerre e la crisi mondiale non dipendono da tutti ma da pochi uomini che hanno il potere di condizionare i nostri destini.

Qual è il tuo rapporto con la città di Roma?

Il momento è complesso anche se chi vive a Roma tutti i giorni non vede tutta la “merda” che si vuole mostrare a tutti i costi. Come dico sempre, la colpa è di pochi ma siamo sempre tutti noi a rimetterci. Roma non funziona bene, per carità, ma è anche una città molto grande e non è facile da gestire. Roma è grande quanto la Svizzera, non è possibile governarla alla perfezione, non si risolverà mai tutto, eppure io la amo, poi la odio, poi la ri-amo: come tutti i grandi amori, non sarebbe un amore grande se un po’ non mi facesse soffrire.

Come vivi l’annuncio della tua partecipazione al concerto del Primo Maggio?

Per me che sono di Roma, quel palco me sono sempre visto davanti, starci sopra sarà il più bel momento della mia vita.

Raffaella Sbrescia

Tutto passa: Acoustic Version

http://vevo.ly/hziYed

 

Intervista ai Kasabian: “For Crying Out Loud” è un album fatto di istinto

Kasabian - For Crying Out Loud - cover album

Kasabian – For Crying Out Loud – cover album

I Kasabian sono pronti a tornare in pista con un nuovo album ispirato al classic rock. “For Crying Out Loud” è il titolo del disco in uscita il 5 maggio, preceduto dal singolo che ha fatto da apripista “You’re In Love With A Psycho”. Il sesto album della band composta da Sergio Pizzorno (voce e chitarra), Tom Meighan (voce), Chris Edwards (basso), Ian Matthews (batteria) and Tim Carter (chitarre) è stato scritto e prodotto da Pizzorno (cantante e chitarrista del gruppo) e registrato al Sergery, il suo studio a Leicester, nel giro di sei settimane. Descritto come un disco istintivo, felice e particolarmente ispirato, “For Crying Out Loud!” è figlio di una mentalità creativa old school ma tiene conto del ricambio generazionale e delle evoluzioni linguistiche che ormai hanno acquisito la quasi totalità dell’ utilizzo corrente. In attesa di ascoltarli in Italia il 19 luglio al Teatro Antico di Taormina, il 21 luglio al PostePay Sound Rock’in Roma Ippodromo delle Capannelle (Roma), il 22 luglio, all’Anfiteatro Camerini, Piazzola sul Brenta (Pd) e il 23 luglio al Lucca Summer Festival Piazza Napoleone (Lucca), abbiamo incontrato i Kasabian negli uffici della Sony Music a Milano. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Intervista

Bentrovati ragazzi, qual è lo spirito che attraversa questo vostro nuovo lavoro?

L’intento era quello di mettere a punto un album in grado di trasmettere benessere. In questo disco speranza e felicità la fanno da padrone. La struttura delle canzoni è quella classica tuttavia ci siamo divertiti a fondere tra loro stili e generi diversi.

In effetti si nota un certo lavorìo. Come è andata nel dettaglio?

Ci siamo ispirati al rock, quello classico degli anni ’70, ma abbiamo scelto di reinterpretarlo alla nostra maniera. Ci siamo riavvicinati alle radici prediligendo l’uso delle chitarre e mantenendo l’uso dell’elettronica che c’è sempre stata nei nostri lavori.

Da dove nasce il singolo “You’re in Love with a Psycho”?

Questa è una canzone in cui tutti possono rispecchiarsi, un brano in cui amore e follia convivono nello stesso momento.

Come mai avete deciso di incidere un disco in controtendenza rispetto ai tempi che corrono?

La nostra musica intende portare gioia a chi l’ascolta. Nel nostro lavoro precedente ci siamo abbondantemente dedicati alle tematiche relative all’attualità e, dato che questi contenuti ricorrono nei lavori di tanti altri artisti, stavolta ci siamo concentrati nel fare del sano rock’n’roll.

Come è avvenuta la scelta del titolo “For Crying Out Loud”?

Il titolo riprende l’espressione “For Fuck Safe”. Questa è musica che viene dal cuore, che fa urlare ma anche piangere e ridere.

Chi c’è in copertina?

Si tratta di uno dei tecnici che ci seguono quando siamo in tour!

Uno dei brani con la personalità più spiccata è “Are You Looking For Action”…

Ogni disco classico che si rispetti ha bisogno di momenti in cui si rielabora un po’ tutto il discorso. Questo brano è uno di quei momenti. Siamo partiti con un brano di tre minuti ed è diventato di otto; un bellissimo risultato per noi.

Quali ascolti confluiscono in questo disco?

Tra gli altri citiamo Ramones, Blondie, Sex Pistols, The Stooges.

Cosa è accaduto durante le sei settimane di gestazione di questo album?

Ci siamo affidati all’istinto senza fare nessun ragionamento particolare. “Bless this Acid House” e “Ill Ray (the King)” sono i pezzi “killer” che abbiamo aggiunto alla fine.

Video: You’re in Love With a Psycho

A proposito chi è III Ray?

Il padre di Sergio è solito chiamarlo “King”, il titolo del brano s’ispira ad un’opera italiana.

Da dove salta fuori tutta questa dirompente ironia?

Ce l’abbiamo sempre avuta, forse ora è più evidente.

Nei testi si evince la voglia di stare al passo dei tempi con un relativo adeguamento del vostro linguaggio, è così?

Il tipo di linguaggio che usiamo traspare sin dalla copertina, quello che cerchiamo di fare è proprio quello di tenere conto dei cambiamenti del linguaggio nelle nuove generazioni.

Cosa pensate del fatto che siete una delle ultime rock band rimaste indenni nel 2017?

Una ballad come “Goodbye Kiss” ci ha resi famosi ma questo è il nostro bello: siamo imprevedibili. Il passaggio allo streaming ha condizionato irrimediabilmente l’ascolto della musica ma anche il modo di pensare agli album. Noi non siamo fissati col passato, consideriamo il disco come un’opera d’arte da prendere nel suo insieme ma non pensiamo ai singoli. Di solito la musica contemporanea prende vita nel corso di estenuanti riunioni in cui si riuniscono 12 autori che pensano ai prodotti da studio. Noi invece facciamo musica con il cuore, questo è un disco vero e sentito ed è questo che lo renderà potente facendo la differenza.

 Raffaella Sbrescia

“For Crying Out Loud” tracklist:

1. Ill Ray (The King)

2. You’re In Love With A Psycho

3. TwentyFourSeven

4. Good Fight

5. Wasted

6. Comeback Kid

7. The Party Never Ends

8. Are You Looking For Action

9. All Through The Night

10. Sixteen Blocks

11. Bless This Acid House

12. Put Your Life On It

“Nel Caos di Stanze Stupefacenti”: Levante si mette a nudo con stile e coraggio. Intervista

Levante - Nel Caos di Stanze Stupefacenti

Levante – Nel Caos di Stanze Stupefacenti

Esce oggi “Nel caos di stanze stupefacenti” (Carosello Records) il nuovo album di inediti scritti e interpretati da Levante, la cantautrice siciliana che con il suo stile unico è riuscita a ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno dello scenario pop nazionale. “Nel caos di stanze stupefacenti” segna il suo ritorno discografico, a distanza di due anni da “Abbi cura di te”. Un disco interamente scritto da Levante che ha avuto un ruolo attivo nella realizzazione di ogni dettaglio di questo progetto. Attraverso dodici canzoni che raccontano di tanti stati emotivi diversi, l’artista ha scelto di raccontarsi in un album energico, ironico, libero ed emozionante.

 Intervista

Bentrovata Levante, cosa dobbiamo aspettarci da “Nel caos di stanze stupefacenti”?

In questo disco ci sono 12 storie racchiuse in 12 stanze rumorose. Il caos di cui racconto nasce da un profondo silenzio in cui mi sono ritrovata nell’ultimo anno. Un silenzio che mi ha dato modo di raccontarmi, un silenzio che ha fatto davvero molto rumore. Anche nella scelta del titolo ho voluto giocare con i contrasti. Quando scrivo mi metto a nudo, racconto della mia vita senza tralasciare anche cose scomode. Scrivo canzoni perché non voglio parlare, a volte mi sento una “pesantona”, sono molto legata ai giochi di parole. Entrare nelle stanze, ad esempio, implica l’allontanarsi da tutto il resto.

Come mai hai scelto questo tipo di copertina

La cover del disco è strettamente correlata a quella dei miei due precedenti dischi. In “Manuale distruzione” indossavo l’abito da sposa di mia madre, ero appoggiata ad un muro scrostato, quello della casa in cui vivevo con i miei genitori e in cui è mancato mio padre. Sulla copertina di “Abbi cura di te”, invece pugnalavo un cervello salvando il cuore e i sentimenti. In entrambe i casi ero stata immortalata in una posa molto composta, qui invece, la persona composta cade sullo specchio, sul suo doppio, sulle sue riflessioni. In molti l’hanno critica ma non avrei potuto indossare nient’altro che le mie mutande e la mia canottiera perché mi sono messa davvero a nudo.

Quali sono i caratteri dell’impianto musicale di questo disco?

Questo è sicuramente un album più rumoroso degli altri due, il concetto di base è che avevo bisogno di fare rumore. La batteria è la protagonista insieme ai timpani, ho voluto che si esagerasse con la ritmica e con l’elettronica.

Che apporto ti hanno dato Antonio Filippelli e Dario Faini?

Quando ho portato i brani a Filippelli e a Dario, ho portato i miei riferimenti, i miei spunti, le mie idee. Quindi hanno scelto le tracce e messo ordine. Ogni brano si ispira a un mondo diverso e ha visto la partecipazione della mia band composta da: Alessio Sanfilippo (batteria), Giovanni “Giuvazza” Maggiore (chitarre), Mattia Bonifacino (basso) e Alessandro Orefice (piano, organo, synth, rhodes). Il lavoro in studio è stato pazzesco, per la prima volta ho davvero partecipato a ogni dettaglio, questo risultato mi gratifica molto. “Nel caos di stanze stupefacenti” è disco del 2017 e lo si percepisce subito.

Come hai vissuto la collaborazione con J-Ax e Fedez in “Assenzio?

L’incontro con loro due mi ha stupito. Arrivo da un percorso musicale diverso dal loro, prima che mi arrivasse la chiamata, J –Ax mi aveva già detto in tempi non sospetti che avrebbe voluto fare qualcosa con me. In questo caso ho potuto scegliere la canzone, ho scelto “Assenzio” perché ero in linea con il messaggio contenuto nel testo. A questo aggiungo che sono entrambe delle persone molto carine che mi hanno dato la possibilità di parlare ad un pubblico molto più ampio.

Cosa ci dici del brano “Pezzo di me” con Max Gazzè?

Max Gazzè è il mio padrino, con lui c’è un bellissimo rapporto, a tratti paterno. Ho aperto molti dei suoi concerti del Sotto Casa tour nel 2013. Quando ho scritto questa canzone ho pensato subito a lui per un possibile featuring, ci siamo divertiti molto, il brano era perfetto per lui.

Come mai non ti abbiamo vista a Sanremo quest’anno?

Ambisco al Festival anche se la porta non si è ancora aperta per me. Sono cresciuta con i Sanremo di Pippo Baudo, non escludo di provarci il prossimo anno anche se, nel caso partecipassi, lo vivrei in modo leggero, non sono brava a gareggiare.

Cosa racconti nel brano “Gesù Cristo sono io”?

Poche volte mi sono guardata attorno, scrivo spesso delle mie tristezze, dei miei dolori. Qui senza grandi pretese ho voluto raccontare la storia di chi vive violenze da parte dei propri compagni prendendo spunto da fatti biblici. La protagonista è una donna che crede di essere una regina ma sulla testa ha soltanto delle spine. Si tratta di un testo molto chiaro, con ampi riferimenti all’attualità.

Qual è il fulcro del brano “Santa Rosalia”?

Il brano cerca di spiegare l’omosessualità ai bambini. Mi piace l’idea di affrontare l’argomento in modo molto semplice e l’ho fatto.

Video: Non me ne frega niente

Cosa pensi dei talent show?

Nel 2010 fui contattata da X Factor ma ho scelto di dormire per due mesi sul pavimento di un appartamento a Leeds. Non giudico chi partecipa ai talent, si tratta pur sempre di strade rischiose. Con il mio percorso, la strada è lunga e faticosa e tante cose tardano ad arrivare ma è anche vero che ci vuole coraggio anche a fare la tv. Il rischio è quello di essere subito dimenticati, a molti è capitato. Diciamo che se sei pronto con dei materiali ed una progettualità allora la scelta può essere vincente, in caso contrario appena spenti i riflettori potresti ritrovarti con un nulla di fatto in mano.

Come descriveresti il tuo linguaggio?

Non saprei esprimermi in altro modo, la mia scrittura è spigolosa. Amo dipingere le parole, ho bisogno di raccontare e mostrare al contempo un immagine. Adoro la lingua italiana, amo la scrittura. Mi piace poter raccontare un amore come hanno fatto in milioni di persone, però lo faccio a modo mio, attraverso i miei filtri e il mio modo di vedere il mondo. So di essere un po’ maschiaccio, forse è questo che mi distingue dal cantautorato femminile eppure esiste un mondo di donne che non riesce a farsi spazio in classifica e che sa parlare in modo più concreto e meno vaporoso.

Come si combatte la superficialità all’ascolto?

La colpa è la velocità con cui si fa e si ascolta musica. Io stessa ho fatto tre dischi in tre anni. Tutto sta correndo e chissà dove si va. I miei primi dischi li consumavo, oggi non saprei come si potrebbe invertire la rotta. Al momento i dischi si fanno per il live, di certo non per le vendite.

Questo tema del caos lo ritroviamo anche nel tuo romanzo. Che legame c’è tra il libro e questo album?

Il libro e l’album sono strettamente connessi perché ho cominciato a scriverli esattamente nello stesso momento. Il mio mondo musicale è entrato inevitabilmente nel romanzo un po’ come accade tra due persone che si frequentano. Anche il personaggio del libro mi somiglia molto.

Levante  presenta Nel Caos di Stanze Stupefacenti

Levante presenta Nel Caos di Stanze Stupefacenti

A chi dedichi questo disco?

A chi è caduto e ha avuto il coraggio di rialzarsi. Lo dedico a tutti loro ma alla fine lo dedico a me, c’è tantissimo ego in questo disco, quindi lo dedico al coraggio che ho avuto di rialzarmi con una certa facilità e con il sorriso sulle labbra.

E il live come sarà?

Prepotente ed esplosivo. Vorrei che fosse non solo un buon concerto ma anche un bello show, i preparativi sono in corso!

Raffaella Sbrescia

Ascolta qui l’album

In-store tour

07 APRILE – h 18.30 MILANO @ FELTRINELLI (Piazza Piemonte) UNICO SHOWCASE LIVE

08 APRILE – h 17.00 TORINO @ FELTRINELLI (Stazione Porta Nuova)

09 APRILE – h 17.00 NAPOLI @ MONDADORI BOOKSTORE (Piazza Vanvitelli)

10 APRILE – h 15.00 BARI @ FELTRINELLI (via Melo)

10 APRILE – h 18.30 LECCE @ FELTRINELLI (via Templari)

11 APRILE – h 14.00 CATANIA @ FELTRINELLI

11 APRILE – h 18.30 PALERMO @ MONDADORI MEGASTORE

12 APRILE – h 18.00 ROMA @ DISCOTECA LAZIALE

13 APRILE – h 18.00 BOLOGNA @ FELTRINELLI (piazza Ravegnana)

A maggio Levante sarà live con la sua nuova tournée “Nel caos tour 2017” organizzata da OTRlive. Si parte il 4 maggio dall’Atlantico di Roma e si prosegue il 5 maggio a Perugia all’Afterlife Live Club, il 6 all’Estragon Club di Bologna, il 12 al New Age Club di Roncade (TV), il 13 maggio al Teatro della Concordia di Venaria Reale (TO) e si concluderà il 16 maggio all’Alcatraz di Milano (NUOVA DATA). Prevendite disponibili su Ticketone: http://bit.ly/nelcaosLEVANTE

Ex – Otago: “Stramarassi vi sorprenderà così come ha sorpreso noi”. Intervista

Ex-Otago Settembre 2016 - Cs. De Stefanis

Ex-Otago Settembre 2016 – Cs. De Stefanis

“StraMarassi” è un’evoluzione di Marassi, un po’ come mettere il 70 o la Malossi sul cinquantino. Stramarassi è Marassi più ricco e vario”. Così i genovesi Ex-Otago presentano la nuova versione deluxe del fortunato album “Marassi”. Nato dopo la prima collaborazione con Jake La Furia per il singolo “Gli Occhi della Luna”, il progetto continua a compiere passi in avanti. Sarà, infatti, in radio dal 7 Aprile il nuovo singolo “Ci vuole molto coraggio” feat. Caparezza, uno dei tanti featuring che arricchiscono “Stramarassi”.

 Intervista

“Stramarassi” si presenta come qualcosa che è tutt’altro che un repack del vostro ultimo progetto. Nuovi linguaggi integrano e modificano i contenuti del l’album originario. Da dove arriva questa idea?

In effetti è proprio così, le collaborazioni presenti nel disco sono tutte autentiche e questo si percepisce. Proprio per questo motivo, il progetto ha un peso specifico molto importante rispetto al disco originario.

Qual è stato l’apporto nell’uso di diversi linguaggi? L’avvicinamento al rap apre nuovi spiragli nella vostra scrittura?

I linguaggi pop e rap non sono poi così distanti anzi sono spesso molto complementari, forse è una cosa un po’ italiana pensarli come distanti, in America ci sono continuamente interazioni tra artisti pop e rap. L’idea che accomuna il nostro “Marassi” al linguaggio del rap è la voglia di voler raccontare la contemporaneità attraverso un’urgenza espressiva.

Come è venuta fuori una rosa di collaborazioni tanto variegata?

Jake La Furia ci ha offerto il pretesto giusto per iniziare questa cosa. Fu lui a contattarci dicendoci che gli piaceva molto “Marassi” e che avrebbe voluto fare qualcosa con noi.  Dopo il featuring in “Occhi della luna” abbiamo gettato sul tavolo un mazzo di carte con i possibili artisti con cui avremmo voluto collaborare e che stimiamo; tutto è avvenuto in modo molto naturale.

Poi ci sono i remix… ci sarà la possibilità che vengano riproposti anche dal vivo?

Sì, lavoreremo affinchè gli artisti possano intervenire nei nostri live. Per quanto riguarda i remix, abbiamo avuto un sacco di buone sensazioni, ne suoneremo qualcuno a palla per tutta l’estate.

Ex - Otago

Ex – Otago

Il tour sta andando benissimo, qual è stata la risposta del pubblico finora?

Abbiamo lavorato duro per arrivare fino a questo punto, il successo di questo tour è stata una piacevolissima conferma per noi, il pubblico vive il concerto con partecipazione assoluta e noi amiamo cibarci dell’inesauribile energia delle prime file.

Come si svolte una vostra giornata tipo mentre siete in tour?

Ci si sveglia tendenzialmente annebbiati e con un filo di mal di testa, si va a fare colazione con scarso entusiasmo, ci si ringalluzzisce se la coazione è buona e si guardano gli hashtag sui social per guardare foto, video e commenti relativi al live della sera precedente. Successivamente si fa l’itinerario della giornata, si cerca una buona trattoria a pranzo (cercando di evitare gli autogrill), poi si parte e si viaggia in furgone, si arriva nel posto, si fa il soundcheck (un momento sempre molto emozionante) e abbiamo sempre un pallone in furgone con cui improvvisiamo dei palleggi nei parcheggi dei locali. Tendenzialmente ce la viviamo sempre come se fossimo 7-8 amici che vanno a farsi un bel giro senza mai trascurare tutti gli aspetti professionali del caso.

E in studio?

Lì c’è bisogno di tempo e concentrazione. Bisogna stare lì a suonare, riascoltare, criticarsi, avere la lucidità, il coraggio e la bravura di capire cosa è venuto bene e cosa invece no. Quando abbiamo scritto l’ultimo disco eravamo in una casetta a Marassi, andavamo lì ogni mattina, qualcuno portava la focaccia e il caffè ed eravamo lì tutti insieme a lavorare.

In questi ultimi periodi avete avuto il tempo di mettere da parte qualche bozza per dei nuovi brani?

Finora no però siamo pronti a scrivere qualcosa di nuovo perché ne abbiamo voglia e perché qualche idea comincia a bollire in pentola. Probabilmente scriveremo in furgone, in qualche albergo o nei backstage di qualche Festival estivo dove andremo a suonare.

Quali sono le cose a cui pensare più spesso? Ci stupiamo sempre di tutto questo successo che stiamo avendo, ci domandiamo sempre cosa succederà dopo, come andrà il prossimo disco e se avremo le spalle abbastanza larghe; insomma i contrasti non mancano!

 Raffaella Sbrescia

Tra le varie collaborazioni sono presenti: Eugenio Finardi su “I giovani d’oggi”, Caparezza su “Ci vuole molto Coraggio”,Dardust su “Cinghiali Incazzati”Willie Peyote su “La Nostra Pelle”, Mecna su “Stai tranquillo”, Marianne Mirage su “Mare”, Levante su “Quando sono con te”, España Circo Este su “Non molto lontano” e Bianco su “Sognavo di Fare l’Indiano”.

Ad arricchire ulteriormente il contenuto, sono presenti i remix di: Mare (Lemandorle remix), Gli Occhi Della Luna (Keaton remix), Quando Sono Con Te (Godblesscomputers remix), Cinghiali Incazzati (c.o.c.c.o detox remix), Non Molto Lontano (Herald Clawe Yakitori remix), Sognavo di fare l’Indiano (Cowboy Remix).

Video: Ci vuole molto coraggio

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