Il rapper e produttore discografico Fedez lascia la SIAE (Società Italiana Autori Editori) per affidarsi a Soundreef, un ente di gestione alternativo che raccoglie e distribuisce compensi per conto di autori, editori, etichette discografiche e artisti, per la raccolta dei diritti d’autore. L’accordo, cercato e voluto dallo stesso Fedez, è stato firmato questa mattina a Milano tra l’artista e l’amministratore delegato di Soundreef, Davide D’Atri. Questo passaggio di consegne segna un momento decisivo dopo che lo scorso 10 aprile sarebbe dovuta essere recepita la direttiva Barnier dell’Unione Europea (n. 26 del 2014) che sancisce l’apertura del mercato della raccolta e gestione dei diritti d’autore sulle opere musicali a operatori privati che nella UE vale circa 5 miliardi di euro.
Mentre in molti Paesi opera più di una società in concorrenza per la gestione dei diritti, il percorso istituzionale in Italia è ancora all’inizio dell’esame parlamentare e per sollecitare il recepimento delle disposizioni europee, Soundreef e oltre 300 fra imprenditori e investitori hanno consegnato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva sono illustrate le ricadute positive (nuovi posti di lavoro e innovazione del settore) della liberalizzazione e della fine del monopolio SIAE, che favorisce solo “vecchi privilegi e rendite di posizione”. Ad approfondire il discorso è Davide D’Atri, fondatore e socio di Soundreef: «Soundreef rendiconta le utilizzazioni entro 7 giorni dal concerto e paga le royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l’internazionale. La nostra rendicontazione è analitica e tracciabile al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l’account online possono verificare in tempo reale come e quanto hanno guadagnato. Con l’utilizzo di sistemi digitali si riducono drasticamente i tempi di rendicontazione e pagamento dei compensi per gli autori, dall’attuale media di 12/24 mesi a quella di una o più settimane. Le somme vengono determinate in maniera puntuale e precisa e non forfettaria come previsto dall’attuale sistema utilizzato dalla SIAE».
Perentorio ed incisivo il commento di Fedez: «Per spiegarvi le mie ragioni parto da un aneddoto. Qualche tempo fa mia madre, con cui lavoro, mi porse delle rendicontazioni risalenti al 2013. Premettendo che non sono qui per demonizzare la SIAE, ho scelto di cercare ed individuare un’alternativa che fosse in grado di gestire il mio patrimonio editoriale all’insegna della trasparenza. Mi gioco il culo insieme a Soundreef con l’intento di fare in modo che venga acceso un riflettore sulla questione monopolio nella gestione del diritto d’autore e per fare del bene alla discografia italiana. Fedez ha poi aggiunto: «Non ho nulla contro Filippo Sugar, ho avuto modo di conoscerlo e di avere con lui un confronto civile eppure il suo ruolo di editore, in quanto presidente della Sugar Music, stride con quello di Presidente della SIAE».
Pronta la replica della Società Italiana Autori Editori: «Abbiamo saputo e preso atto della scelta di Fedez e certamente ci dispiace perdere uno dei nostri 80.000 associati. Continuiamo a stimare ed apprezzare Fedez come autore e come artista e tuttavia riteniamo che talune sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione.
Dal canto nostro, siamo invece contenti di annunciare che dal 1 gennaio 2015 a fine marzo 2016 circa 6.000 nuovi autori under 31 si sono iscritti a SIAE. Un boom di adesioni che ci inorgoglisce e ci conferma che gli sforzi che la Società sta facendo per migliorare i servizi per i propri associati – digitalizzando l’offerta, pubblicando online bilancio e relazione di trasparenza, azzerando la quota d’iscrizione per giovani e start up editoriali e abbassando la nostra provvigione, che oggi in media è sotto al 16% – stanno andando nella giusta direzione. La Società Italiana degli Autori ed Editori tutela in tutto 45 milioni di opere in virtù di 270 accordi di rappresentanza con società di collecting estere. Realizziamo circa 1,2 milioni di licenze all’anno e serviamo oltre 500mila utilizzatori sul territorio, senza gravare in alcun modo sulle casse dello Stato e senza dover fare utili nell’intermediazione del diritto d’autore. Questi dati dimostrano che abbiamo un peso e una massa critica che ci consentono di tutelare al meglio gli interessi dei nostri associati, anche nei tavoli di negoziazione con grandi player internazionali. Faremo sempre meglio per continuare a guadagnarci la fiducia dei nostri iscritti.»
Il dibattito è solo agli inizi, la questione ricopre un’importanza fondamentale all’interno dello scenario discografico italiano ed internazionale. L’elemento che potrà fare sicuramente la differenza sarà la reazione di tanti giovani autori che provano a trarre sostentamento dalla propria attività artistica.