Cosmotronic: la resurrezione del mondo clubber in un declinante universo pop.

Cosmo- Cosmotronic

Cosmo- Cosmotronic

Cosa si cerca quando si va in un club? Evasione, una porta verso un’altra dimensione, un momento in cui non pensare a nulla, perdersi e forse in fondo ritrovarsi a tu per tu con la propria coscienza più recondita. Quello che ha fatto Cosmo con “Cosmotronic”, l’album pubblicato il 12 gennaio per 42 Records, è aprire le porte di un club in cui limiti e tabù non sono neanche lontanamente contemplati. Cosmo osa: con i suoni e con le parole in un turbinio lessico-musicale stracolmo di spunti su cui riflettere o semplicemente farsi un viaggio mentale di primissimo ordine. Il primo sentore di questa missione era venuto fuori con “Turbo”, il cui videoclip girato da Iacopo Farina, è ambientato tra le spoglie de “L’ultimo Impero”, un ex-club torinese molto in voga negli anni ’90. Una realtà parallela bussa alla porta di Cosmo, un flashback che in realtà è una visione che racchiude i tratti culmine della scena club dell’ultimo ventennio.

Non si rinnega il passato, non si dimentica, lo sa bene Cosmo che fa del disagio esistenziale un varco per vivere il presente con un piglio nuovo, libero, avulso da preconcetti, pregiudizi, luoghi comuni.

Cosmo

Cosmo

In questo doppio album le sue anime prendono una stessa via, non sono facce diverse della stessa medaglia, sono come sostanze complementari di un’unica essenza creativa che gioca ad alternare ritmi, sequenze e synth in nome di una mission che non può far altro che coinvolgere chi ascolta a prescindere da fattori anagrafici o caratteriali. Generi, stili, parole, flashback, lampi di genio, depressioni, emozioni confluiscono nelle tracce che costituiscono il magma creativo di “Cosmotronic”. Il frullatore sonoro di Cosmo infonde coraggio e voglia di lasciarsi andare, un calderone di disperata evasione. La sua ricerca è antropologica, è ritmica, è testuale, è esistenziale. Avanguardia e sperimentalismo non voltano le spalle al passato, bensì lo reintegrano con le più innovative e sofisticate tecnologie. L’EDM va oltre i propri stessi limiti, niente strutture, né barriere. Un po’ come accade nel surrealismo di “Tristan Zarra”, il brano più audace e sperimentale dall’impianto testuale inesorabilmente demenziale. Il prossimo auspicabile singolo è, invece “L’amore”, un brano in cui i suoni liquidi dichiarano che “la libertà è quello che stai provando” ora e qui. Cosmo dà voce al nostro subconscio, gioca con il tempo, con le illusioni, in questo delirio in mezzo alla gente non capisco più niente, dice, il meglio di te, il meglio di me, come un sogno incredibile. Magari poi non è vero però adesso ci credo, sentenzia. Un pensiero che ti stende, che ti mette con le spalle al muro e che poi ti libera da te stesso. Un beat violento, percussioni vibranti arrecano piacere: il manifesto dell’estemporaneità. Subito dopo Cosmo ci catapulta a Ibiza con “Animali”: basta solo allargare le gambe, ecco, vai, corri a prenderti tutto. Uomo, donna comunque animale, ogni posto diventa eccitante, passa tutto attraverso la pelle, basta solo perdere l’identità per diventare una goccia dentro al mare.  Cosmo non è romantico, non è delicato, non è sdolcinato ma è geniale, riconoscibile, imprevedibile, godibile come pochi altri. Imperdibile l’after sonoro con “Ho vinto”: non sento più legami con la terra, mi piace sfottere il linguaggio spinto mi piace lottare contro me stesso e ho vinto. Usi e costumi vanno in frantumi, gioca con la civiltà in declino (a questo proposito meglio prestare attenzione all’esemplificativo booklet). Signori e signore ecco l’istantanea perfetta del nostro presente. La notte farà il resto, per dirla alla Cosmo.

Raffaella Sbrescia

Il tour prevede una serie di live organizzati da DNA Concerti, un party itinerante che portà Cosmo ad esibirsi nelle principali capitali europee e nei più importanti club italiani insieme a numerosi ospiti speciali. Il giro europeo sarà così strutturato: il 21 febbraio a Parigi (La Boule Noire), il 22 febbraio a Lussemburgo (Gudde Wellen), il 23 febbraio a Bruxelles (VK), il 25 febbraio a Londra (Birthdays), il 27 febbraio a Berlino (Berghain Kantine), il 1 marzo a Lugano (Studio Foce). I primi appuntamenti in Italia saranno: il 17 marzo a Bologna (Link), il 23 marzo a Firenze (Tenax), il 24 marzo a Milano (Fabrique), il 30 marzo a Torino (OGR), il 6 aprile a Roma (Atlantico), il 7 aprile a Napoli (Duel Beat), il 14 aprile a Marghera (Rivolta) e il 21 aprile a Bari (Demodè).

TRACKLIST

CD 1
01. Bentornato
02. Turbo
03. Sei la mia città
04. Tutto bene
05. Tristan Zarra
06. L’amore
07. Animali
08. Quando ho incontrato te
09. Ho vinto

CD 2
01. Ivrea Bangkok
02. Attraverso lo specchio
03. Barbara
04. La notte farà il resto
05. 5 antimeridiane
06. Tu non sei tu

 

“Millanta Tamanta”: le oniriche vie sperimentali degli WOW

WOW-SOLO-COVER

“Millanta Tamanta” è un modus vivendi, la non risposta che Rodari dava agli umani distruttori di cose e valori di una città una volta irreale, oggi molto verosimile. Da questa espressione traggono ispirazione gli WOW che scelgono 42 Records per pubblicare il secondo lavoro discografico nel giro di sei anni di vita artistica. Nelle nove tracce che compongono “Millanta tamanta” Leo e China ridisegnano la linea ritmica della loro musica attraverso l’ingresso di Cheb Samir e Thibault Bircker. Il risultato finale supera l’ovvio recupero degli inimitabili anni Sessanta per abbracciare un’attitudine pop onirica dal fascino senza tempo. Languide chitarre in evidenza, voci fuse all’unisono, arrangiamenti melanconici ed enigmatici al contempo disegnano armonie jazz-fusion, ambient, funky e garage rock.  La voce ricopre un ruolo chiave all’interno di un accumulo di suono in costante apertura “concettuale° alla psichedelia. Gli spazi siderali in cui si muovono gli WOW traggono linfa vitale dalla zona compresa fra il Pigneto e Tor Pignattara, posti come il Fanfulla , il30formiche, il Dal Verme, l’INIT, Le Mura ricoprono, infatti, un ruolo chiave per comprendere, apprezzare e godere di questo interessante lavoro sperimentale improntato alla mescolanza di mondi semantici e flussi sonori.

Raffaella Sbrescia

Video: Il mondo